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1 di 5 Domande

Scenario AA30X: Un uomo, 48 anni, fumatore, iperteso in terapia con ACE inibitore. Lamenta dolore epigastrico da circa 6h. Vengono rilevati i seguenti parametri P.A. 90/50 mmHg, FC 57/min, satO2 99% e viene eseguito un ECG come mostrato in figura. Le alterazioni presenti sono compatibili con:

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La risposta corretta è la A.
Le alterazioni dell’ECG del caso clinico sono compatibili con STEMI inferiore. I pazienti che presentano un infarto della parete miocardica inferiore hanno generalmente un’occlusione dell'arteria coronaria circonflessa destra: in questo caso, si potrĂ  osservare un innalzamento del tratto ST nelle derivazioni DIII e DII, aVF combinato con la depressione ST nelle derivazioni speculari DI e aVL. All’opposto, l’infarto della parete anteriore, che deriva solitamente dall’occlusione dell'arteria coronaria discendente anteriore sinistra, presenta un sopra-slivellamento del tratto ST nelle derivazioni anteriori, da V1 a V4 (risposta C errata). Invece, l’infarto antero-laterale, che deriva dall’occlusione del tronco comune dell’arteria coronaria sinistra, presenta un sopra-slivellamento ST esteso, che si osserva sia nelle derivazioni anteriori, da V1 a V4, che in quelle laterali V5-V6, D1 e aVL (risposta B errata). All'opposto, un infarto pregresso presenta onde Q patologiche e markers negativi (risposta D errata).
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2 di 5 Domande

Scenario FC41X: All'ECG una paziente in terapia farmacologica mostra l'intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca di 0,5 secondi. Quale tra i seguenti farmaci può provocare la sindrome del QT lungo acquisita?














La risposta corretta è la E.
L’amiodarone, un farmaco antiaritmico di classe III, può provocare la sindrome del QT lungo acquisita. In dettaglio, l’amiodarone, un farmaco antiaritmico di classe 3, blocca i canali IKr, INa, ICa-L e i recettori b-adrenergici. Prolunga la durata del potenziale di azione e l’intervallo QT (potendo determinare la sindrome del QT lungo acquisita), rallenta la frequenza cardiaca e la conduzione atrioventricolare. Viene utilizzato per il trattamento di gravi aritmie ventricolari e sopra-ventricolari. Dal punto di vista della tossicità può determinare: bradicardia e blocco cardiaco in cuori malati, vasodilatazione periferica, tossicità epatica e polmonare, iper- o ipotiroidismo. Inoltre, può determinare fibrosi polmonare, rapidamente progressiva e fatale.

3 di 5 Domande

Scenario LL53I: Un uomo di 66 anni, obeso, fumatore e iperteso, è in terapia con simvastatina (40 mg) da circa 2 anni dopo un grave infarto del miocardio. A una visita di controllo i valori plasmatici di trigliceridi risultano accettabili, mentre quelli del colesterolo LDL risultano eccessivamente elevati rispetto agli obiettivi terapeutici. Quale dei seguenti farmaci è la migliore associazione alla simvastatina in modo da ottenere un'ulteriore riduzione dei valori di LDL, garantendo una buona sicurezza terapeutica?














La risposta corretta è la E.
Per il trattamento del paziente del caso clinico la migliore associazione alla simvastatina per ottenere un’ulteriore riduzione dei valori di LDL, garantendo una buona sicurezza terapeutica, è l’ezetimibe in grado di inibire l’assorbimento del colesterolo da parte degli enterociti dell’intestino tenue. L’ezetimibe, legandosi alla proteina di trasporto Niemann-Pick C1-Like 1 (NPC1L1), determina la sovra-regolazione dei recettori LDL sulla superficie delle cellule epatiche, aumentandone la captazione con conseguente riduzione dei livelli ematici di LDL. Così, l’inibizione dei recettori NPC1L1 determina anche una maggiore eliminazione del colesterolo attraverso la bile. Invece, il gemfibrozil, un farmaco appartenente alla classe dei fibrati, ha effetto ipo-lipidemizzante. Si ritiene che sia in grado di attivare la lipoprotein-lipasi (LPL), che stimola la rimozione delle lipoproteine ricche di trigliceridi (VLDL e chilomicroni); inoltre, è in grado di ridurre la sintesi epatica delle VLDL e di aumentare quella di HDL (risposta A errata). Il fenofibrato, derivato dell’acido fibrico, ha azioni simili al gemfibrozil (risposta D errata). Al contrario, il pioglitazone, appartenente alla classe dei tiazolidindioni, viene impiegato come insulino-sensibilizzante nel trattamento del diabete mellito di tipo 2. Attiva i recettori PPAR-γ presenti sulle cellule del tessuto adiposo, del pancreas, del muscolo, dell’endotelio e sui macrofagi, migliorando la sensibilità all’insulina e l’utilizzo del glucosio (risposta B errata). Infine, l’acido nicotinico o niacina, una vitamina idrosolubile del complesso B, riduce i livelli di colesterolo totale e aumenta i livelli di HDL-C. Inibisce la lipolisi dei trigliceridi da parte della lipasi ormono-sensibile con conseguente ridotta sintesi di trigliceridi e VLDL; inoltre, innalza i livelli di HDL, riducendo la clearance della apoA-I. Infine, la somministrazione contemporanea di niacina e statine può provocare miopatia (risposta C errata).



4 di 5 Domande

Analizzando l’ECG riportata, quale diagnosi potresti effettuare:

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La risposta corretta è la A.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici ed elettrocardiografici, è evidente la deviazione assiale destra: infatti, l’ECG mostra un QRS negativo in Lead I, equifasico in Lead II e positivo in aVF; tali reperti, secondo la regola dei tre assi, confermano la deviazione assiale destra. In particolare, l'asse del ECG sta ad indicare la direzione media del vettore elettrico nell'arco dell'intera durata dell'attivazione atriale o ventricolare. L'asse dell'onda P viene determinato raramente. Invece, l'asse della depolarizzazione ventricolare, quindi l'asse del QRS, è ritenuto più importante: in particolare, l’asse elettrico normale del QRS è compreso tra -30° e +90°.​​​​​​​
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5 di 5 Domande

Scenario ES1F: Un uomo di 83 anni, in seguito a una diagnosi di fibrillazione atriale cronica non responsiva a plurimi tentativi di cardioversione, viene posto in terapia anti-coagulante. In considerazione dei suoi elevati livelli di creatinina, si inizia la terapia con eparina non frazionata. Recentemente sono stati introdotti nuovi farmaci ad azione anti-coagulante (apixaban, rivaroxaban, dabigatran).Quale delle seguenti affermazioni in merito ai nuovi anticoagulanti orali è ERRATA?














La risposta corretta è la B.
I nuovi farmaci ad azione anticoagulante (apixaban, rivaroxaban, dabigatran) non hanno come effetto collaterale la necrosi cutanea associata a trombosi microvascolare. In caso di fibrillazione atriale, una tachiaritmia caratterizzata da eccitazione atriale ad alta frequenza, disorganizzata e caotica, la somministrazione della terapia anticoagulante nei pazienti è mirata alla prevenzione di eventi tromboembolici, dovuti soprattutto a formazioni trombotiche in auricola sinistra. I nuovi anticoagulanti orali inibiscono in maniera reversibile e selettiva l’attività biologica di specifiche proteasi della cascata coagulativa. Il dabigatran è un inibitore diretto reversibile della trombina, il rivaroxaban e l’apixaban sono inibitori diretti del fattore Xa. Presentano una farmacocinetica maggiormente prevedibile, minori interazioni con farmaci e alimenti rispetto agli anticoagulanti di vecchia generazione. Inoltre, nella pratica clinica abituale, non si rende necessario un monitoraggio periodico dell’effetto anticoagulante (risposta A errata). In aggiunta, essi subiscono in misura minore interazioni con la dieta rispetto gli inibitori orali della vitamina K, che è contenuta in molti alimenti (risposta C errata). Infine, l’ANNEXA-A ha valutato l’andexanet come antidoto per l’apixaban, mentre l’ANNEXA-R il rivaroxaban (risposta D errata).

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