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1 di 5 Domande

SCENARIO DDD4: Una paziente, Anna De Laurentis, affetta da diabete di tipo 1 da 35 anni, presenta disturbi di secrezione vaginale nelle ultime due settimane. La secrezione è biancastra, simile a ricotta ed associata ad un intenso prurito e gonfiore nella zona genitale. Inoltre, riferisce di avere una nuova relazione da 3 mesi, dopo essersi separata dal partner precedente. Afferma, inoltre, di controllare periodicamente la glicemia. Il mese scorso la sua emoglobina glicata (HbA1C) era 8,1%. Domanda 1: Qual è la diagnosi più probabile?














SCENARIO DDD4

Domanda 1

La risposta corretta è la D.

La candidosi può essere causata da una varietà di specie di candida (l’80% dei casi è dovuta alla Candida Albicans, il restante 20% è dovuto a C. Glabrata, C. Krusei, C. Tropicalis e altre). La presenza della candida, da sola, non è sufficiente a determinare l’alterazione dell’equilibrio vaginale, ma devono esserci dei fattori scatenanti, che determinano l’infezione: se viene fatta una terapia antimicotica ad ampio spettro e vengono distrutti tutti i batteri vaginali, soprattutto i lattobacilli, la candida, che sta lì come saprofita, si attiva e sviluppa una candidosi acuta. Essa rappresenta il 25% dei casi di vaginite nella popolazione non incinta e circa il 45% in gravidanza. La sintomatologia della vaginite da candida è caratterizzata da bruciore, prurito, dispareunia, alterazioni urinarie (come la disuria), secrezione grumosa bianca non maleodorante; può essere associata a vulva infiammata, gonfia o a un intenso prurito vulvo-vaginale. È una sintomatologia che aumenta in fase premestruale e migliora dopo la mestruazione; all’esame obiettivo si evidenzia a livello vulvo-vaginale la presenza di iperemia, edema, leucorrea grumosa-densa-biancastra ed erosioni sanguinanti.

La risposta A non è corretta.

La vaginosi batterica è dovuta a una complessa alterazione della flora vaginale, in cui i lactobacilli si riducono e aumentano le proporzioni di batteri come Gardnerella vaginalis, Mobiluncus, Mycoplasma hominis, Bacteroides spp. o specie Peptostreptococcus. I sintomi comprendono secrezioni vaginali grigiastre, sottili, con odore di pesce e prurito.

 

La risposta B non è corretta.

La clamidia è causata da Chlamydia trachomatis, un organismo intracellulare obbligato. È asintomatica in più del 70% delle donne, mentre, nell’uomo, è sintomatica (causando il 15% delle uretriti non gonococciche). Può essere responsabile nelle donne di vaginite, endo-cervicite, uretrite, salpingite e PID. La trasmissione avviene per via sessuale e anche da madre a feto. Clinicamente le pazienti possono presentare secrezione mucopurulenta, dolore pelvico e postcoitale, sanguinamento intermestruale soprattutto postcoitale, disuria, poliuria o piuria (sindrome uretrale acuta).

La risposta C non è corretta.

La gonorrea è causata da Neisseria gonorrhoeae, un diplococco intracellulare gram-negativo. La Neisseria gonorrhoeae caratteristicamente infetta l’epitelio di vescica, cervice, retto, faringe e provoca infiammazione e secrezione purulenta, pertanto può determinare cervicite acuta, uretrite, bartolinite, proctite, faringite e infezione sistemica disseminata. Le pazienti affette da cervicite da Neisseria gonorrhoeae spesso lamentano prurito e secrezione vaginale. Tuttavia, fino al 50% dei pazienti può non manifestare alcun sintomo. 

La risposta E non è corretta.

La trichomoniasi è un infezione causata dallo T. vaginalis, protozoo flagellato, a trasmissione sessuale, che infetta soprattutto il sesso femminile (circa il 20% delle donne in età fertile). L’infezione può essere asintomatica in entrambi i sessi; è sempre asintomatica nei maschi. In questi ultimi i microrganismi possono persistere per lunghi periodi nel tratto genitourinario senza produrre sintomatologia e possono essere trasmessi inconsapevolmente ai partner sessuali. Segni e sintomi tipici di tale infezione nella donna includono: una secrezione maleodorante giallo-verdastra, prurito, bruciore, disuria, pollachiuria, dispareunia, petecchie emorragiche sulla vagina e/o cervice. 


2 di 5 Domande

SCENARIO DDD4: Una paziente, Anna De Laurentis, affetta da diabete di tipo 1 da 35 anni, presenta disturbi di secrezione vaginale nelle ultime due settimane. La secrezione è biancastra, simile a ricotta ed associata ad un intenso prurito e gonfiore nella zona genitale. Inoltre, riferisce di avere una nuova relazione da 3 mesi, dopo essersi separata dal partner precedente. Afferma, inoltre, di controllare periodicamente la glicemia. Il mese scorso la sua emoglobina glicata (HbA1C) era 8,1%. A quale/i microrganismo/i è attribuita l’eziologia della gangrena gassosa?














Domanda 2 (riferita allo Scenario DDD4)

La risposta corretta è la A.

La gangrena gassosa è un’infezione potenzialmente letale del tessuto muscolare, causata principalmente da batteri anaerobi della specie clostridium perfringens e da varie altre specie di clostridi.


3 di 5 Domande

SCENARIO DDD4: Una paziente, Anna De Laurentis, affetta da diabete di tipo 1 da 35 anni, presenta disturbi di secrezione vaginale nelle ultime due settimane. La secrezione è biancastra, simile a ricotta ed associata ad un intenso prurito e gonfiore nella zona genitale. Inoltre, riferisce di avere una nuova relazione da 3 mesi, dopo essersi separata dal partner precedente. Afferma, inoltre, di controllare periodicamente la glicemia. Il mese scorso la sua emoglobina glicata (HbA1C) era 8,1%.
Decidi di fare un esame della secrezione vaginale. Cosa si vedrebbe più probabilmente?














Domanda 3 (riferita allo Scenario DDD4)

La risposta corretta è la E.

Nelle pazienti con candidosi vaginale si riscontra la produzione di ife o spore, che vengono evidenziate su un vetrino trattato con una preparazione di KOH al 10%, che consente di lisare le cellule nel campione e rendere più facile la visualizzazione del lievito.

Le risposte A e D non sono corrette.

Nelle pazienti con candidosi vaginale, le clue cells (cellule squamose che possiedono frammenti di coccobacilli come la Gardnerella) non sono presenti, mentre saranno presenti in caso di vaginosi batterica. La diagnosi di vaginosi batterica viene stabilita se tre di questi quattro criteri sono soddisfatti:

  • un sottile secreto vaginale biancastro;
  • un pH vaginale > 4.5;
  • un test di “whiff” con idrossido di potassio al 10% positivo;
  • evidenza di clue cells alla microscopia.

La risposta B non è corretta.

I diplococchi intracellulari gram-negativi alla colorazione gram sono indicativi di infezione da gonorrea.

La risposta C non è corretta.

La visualizzazione del protozoo mobile con multipli flagelli alla microscopia è suggestivo di Trichomonas vaginalis.


4 di 5 Domande

SCENARIO DDD4: Una paziente, Anna De Laurentis, affetta da diabete di tipo 1 da 35 anni, presenta disturbi di secrezione vaginale nelle ultime due settimane. La secrezione è biancastra, simile a ricotta ed associata ad un intenso prurito e gonfiore nella zona genitale. Inoltre, riferisce di avere una nuova relazione da 3 mesi, dopo essersi separata dal partner precedente. Afferma, inoltre, di controllare periodicamente la glicemia. Il mese scorso la sua emoglobina glicata (HbA1C) era 8,1%. Tra i seguenti quale farmaco può essere usato per curare la condizione di questo paziente?














Domanda 4 (riferita allo Scenario DDD4)

La risposta corretta è la C.

La terapia si basa sulla somministrazione orale di fluconazolo 150mg in dose singola nelle forme lievi e nelle forme complicate dose singola più un’altra dose dopo 3 giorni.

Nelle donne in gravidanza viene solitamente consigliato l’uso di clotrimazolo o miconazolo sotto forma di ovuli vaginali.

La risposta A non è corretta.

Il ceftriaxone è una cefalosporina di terza generazione, che è usata per trattare ad esempio la gonorrea.

La risposta B non è corretta.

La vaginosi batterica è trattata con clindamicina o metronidazolo, per via orale o topica.

 

La risposta D non è corretta.

La doxiciclina si usa nelle infezioni da chlamydia o in alternativa l’azitromicina (che può essere utilizzato in gravidanza).

La risposta E non è corretta.

La trichomoniasi è trattata con metronidazolo o tinidazolo ed, essendo una malattia sessualmente trasmessa, vanno trattati sia i pazienti che i partner sessuali.


5 di 5 Domande

SCENARIO DDD5: Un bambino di 5 anni presenta basso tono muscolare, peso compreso nel 85° percentile, orecchie grandi e sporgenti e faccia allungata con la mascella prominente. Durante l’esame obiettivo è molto tranquillo e mostra mancanza di interesse; alla domanda "come ti chiami?" è rimasto in silenzio. Secondo la madre ha un vocabolario di duecento parole e può usarle in brevi frasi. La storia familiare rivela uno zio con moderata disabilità intellettiva. La madre afferma che la sorella di 12 anni non ha avuto problemi di sviluppo. Domanda 1: Secondo la presentazione di cui sopra, qual è la diagnosi più probabile?














SCENARIO DDD5

Domanda 1

La risposta corretta è la C.

In questo caso clinico possiamo orientarci subito verso una malattia genetica, poiché il bambino presenta una facies caratteristica (orecchie grandi e sporgenti e faccia allungata con la mascella prominente) e poiché lo zio presenta un quadro simile. Il dato della parentela, unito al quadro clinico, esclude le risposte A, D ed E. Ci si può orientare verso la risposta C perché, al contrario della sindrome di Down, che solitamente colpisce un individuo per famiglia, la sindrome dell’X fragile può colpire più componenti della stessa famiglia; per esempio, è abbastanza comune che due fratelli siano colpiti oppure anche due cugini, oppure nipote e zio. La sindrome dell’X fragile (che colpisce circa 1/4000 maschi e 1/8000 femmine) è legata ad un’anomalia da espansione da tripletta instabile del gene FMR1, localizzato sul cromosoma X. Mentre le persone sane hanno meno di 60 ripetizioni CGG, le persone affette da sindrome dell’X fragile ne hanno oltre 200. Le persone con un numero di ripetizioni CGG tra 60 e 200 hanno una pre-mutazione, poiché l’aumento del numero di ripetizioni aumenta la probabilità che un’ulteriore mutazione si traduca in un numero > 200 ripetizioni nella successiva generazione. I pazienti affetti da sindrome dell’X fragile possono presentare anomalie fisiche, cognitive e comportamentali. Caratteristiche tipiche comprendono orecchie sporgenti, mento prominente, fronte prominente, un palato ogivale. Le articolazioni possono essere iperestendibili e possono insorgere patologie cardiache (come prolasso della valvola mitrale). Si può associare disabilità intellettiva da lieve a moderata, linguaggio e comportamento ripetitivi, scarso contatto oculare e ansia sociale.


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