Simulazione

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1 di 5 Domande

Uomo di 53 anni viene sottoposto ad un ECG, che e’ allegato. Definisci l’asse elettrico del seguente ECG:

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La risposta corretta è la A.

L’asse elettrico di questo ECG è normo-orientato visto che il complesso QRS in DI e aVF è in entrambe le proiezioni positivo.


2 di 5 Domande

Un paziente di 35 anni si presenta in PS con dispnea, riferendo dolore acuto trafittivo. Viene effettuata un RX. Quale reperto NON è presente?

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La risposta corretta è la B.

In base ai reperti clinico-anamnestici e alla RX del caso clinico, il paziente presenta un massivo pneumotorace destro probabilmente iperteso. Inoltre, tale RX non mostra versamento pleurico, che determinerebbe una obliterazione del seno costofrenico laterale complementare (segno della silhouette). La domanda chiede quale non è presente quindi non è presente il versamento pleurico massivo destro. Infine, l’RX del torace mostra il collasso del polmone di destra e la dislocazione controlaterale del mediastino (risposte A, C, D ed E errate).


3 di 5 Domande

Un ragazzo di 18 anni si presenta al policlinico Federico II per un’eruzione eritematosa della parte superiore del corpo, che si è diffusa nelle ultime 2-3 settimane. Viene visitato dal dott. Rossi a cui riferisce che l’eritema è cominciato come una singola lesione nella parte superiore dell’addome che si è diffuso rapidamente. Riferisce una lieve coriza pochi giorni prima dell’eruzione esantematica, la cui distribuzione è mostrata nell’immagine. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

La pitiriasi rosea è una condizione patologica acuta e auto-limitante, caratterizzata dallo sviluppo di placche eritematose multiple, che iniziano con una prima chiazza ‘madre’ a livello del petto o della porzione superiore dell’addome che, nelle successive 1-2 settimane, si diffonde al tronco e alle braccia. La risoluzione si ha in circa 3-5 settimane. Prima della comparsa della ‘chiazza madre’ potrebbero esserci delle malattie prodromiche. 


4 di 5 Domande

Il Sig. Mele, un uomo di mezz’età, si reca dal suo medico curante, il Dott. Cenci, lamentando disturbi respiratori. Riferisce un’intensa dispnea; inoltre comunica che ha iniziato a sentirsi sempre più stanco da circa 6 mesi, ma crede che la sua stanchezza sia peggiorata nell’ultimo mese. Riferisce anche che ha avuto una tosse non produttiva per circa 15 giorni e diversi episodi di sudorazioni notturne. All’esame obiettivo si riscontrano diversi lividi in corrispondenza degli arti, ma il Sig. Mele non ricorda di aver subito dei traumi. L’esame obiettivo addominale rivela una marcata epato-splenomegalia, senza alcuna linfoadenopatia. Le analisi di laboratorio mostrano: conteggio dei globuli bianchi: 1200/mm3, Neutrofili: 58%, Eosinofili: 7%, Linfociti: 30%, Monociti: 0%, Basofili: 5%, Conteggio RBC: 3,0/mm3, Emoglobina: 7,5 mg/dl e Conta piastrinica: 18.000/mm3. Lo striscio di sangue periferico rivela nuclei irregolari, membrane cellulari e proiezioni citoplasmatiche "a cellule simil-capellute". Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la E.

La leucemia a cellule capellute (cosi chiamate perché presentano protrusioni citoplasmatiche) rappresenta una rara forma tumorale. Deriva dai linfociti B che, nella forma neoplastica, sostituiscono gradualmente quelli non interessati da mutazione.

Più comune nei pazienti di 50-60 anni, mostra una prevalenza nel sesso maschile con un rapporto di circa 5: 1.

Anche se i fattori di rischio non sono chiari, si è osservata una correlazione con l’esposizione a polveri di legno e radiazioni.

I pazienti in generale presentano sintomi tipici della pancitopenia: stanchezza, ecchimosi, infezioni ricorrenti, splenomegalia (ed epatomegalia nel 50% dei casi). Le infezioni da micobatteri sono la causa più comune di una marcata monocitopenia. La linfoadenopatia è rara. L’esame obiettivo addominale evidenzia una splenomegalia, dovuta ad un’infiltrazione della polpa rossa da parte delle cellule, che mostrano le caratteristiche proiezioni citoplasmatiche “a cellule capellute”, non mostrando reattività alla fosfatasi acida resistente al tartrato. Sebbene i pazienti possano mostrare una conta delle cellule ematiche marcatamente patologica all’esordio, più del 90% di essi riesce a sopravvivere per più di 10 anni con il trattamento.

La risposta A non è corretta. 

La mononucleosi infettiva (infezione da virus Epstein-Barr) può colpire i pazienti di qualsiasi età, anche se è più comune negli adolescenti. Quando sintomatica, provoca astenia, anche prolungata per diversi mesi, febbricola, linfoadenopatia e faringite. Raramente presenta complicanze come rottura splenica e sintomi neurologici. Sebbene può causare splenomegalia e dei lividi abbastanza simili a quelli mostrati dal paziente, tuttavia, non provoca pancitopenia, un segno distintivo della leucemia a cellule capellute.

La risposta B non è corretta. 

Anche se la possibilità di altre neoplasie linfoidi deve essere presa in considerazione in qualsiasi paziente con leucemia o linfoma, la presentazione clinica di questo paziente non è suggestiva di linfoma di Hodgkin, né tantomeno i risultati di laboratorio. La stanchezza e la sudorazione notturna possono interessare tali pazienti, ma la splenomegalia non è un riscontro clinico comune, cosi come la linfoadenopatia è quasi sempre presente. Inoltre, lo striscio di sangue periferico è generalmente normale nel linfoma di Hodgkin.

La risposta C non è corretta. 

La porpora trombocitopenica idiopatica (o trombocitopenia autoimmune) è un disturbo emorragico, causato dalla risposta anticorpale diretta contro un antigene strutturale piastrinico. Può interessare i bambini in seguito ad infezioni virali, nei quali insorge in forma acuta ed autolimitante; negli adulti, invece, decorre cronicamente e può esacerbarsi durante la gravidanza. Non causa splenomegalia ed inoltre non influenza le altre linee cellulari, quindi è una causa improbabile della malattia di questo paziente.

La risposta D non è corretta. 

La leucemia linfatica acuta è la neoplasia maligna pediatrica più diffusa, anche se può presentarsi in ogni età. I picchi di incidenza sono tra i 2 e 5 anni e in soggetti con età>45 anni. Nel quadro di LLA si riscontra un elevato numero di blasti nel sangue periferico, che derivano dalla proliferazione di una cellula ematopoietica neoplastica maligna. Tale proliferazione comporta la sostituzione del midollo sano e può infiltrare organi dell’addome e il SNC. Esordisce con astenia e pallore, propensione al sanguinamento e alla formazione di ecchimosi e frequenti infezioni. Può causare pancitopenia (così come visto in questo paziente), ma non una monocitopenia così marcata. Inoltre, sarebbero evidenti la presenza di blasti, allo striscio del sangue periferico, non visualizzati nel caso presentato.


5 di 5 Domande

Il Sig. Braschi, un uomo di 60 anni, viene portato dai familiari presso il pronto soccorso del Policlinico Maggiore di Bologna, a causa di malessere generalizzato (al momento dell’arrivo in PS sembra confuso). Lamenta vertigini, stordimento e debolezza generale, insorti da circa un paio d’ore. Non ha avuto dolore al torace o mancanza di respiro. Per quanto riguarda la anamnesi patologica remota risulta positiva per ipertensione, malattia coronarica, insufficienza cardiaca congestizia, angina e iperlipidemia. Inoltre, assume nitroglicerina, aspirina, digossina, furosemide e atorvastatina. La sua T.C. è di 37,2 ° C, la P.A. di 105/70 mmHg, la F.C. di 40 bpm/min e la F.R. di 23 atti/min. La sua cute è pallida e secca. I polmoni sono chiari all’auscultazione. L’esame cardiaco mostra una frequenza irregolare e suoni cardiaci ipofonetici; non si sentono mormorii o sfregamenti. Si apprezza il segno della fovea indicativo di edema tibiale di grado 1+. Quale dei seguenti farmaci è probabilmente responsabile dei sintomi di questo paziente?














La risposta corretta è la A.

Questo paziente ha un blocco atrioventricolare di terzo grado, che può essere causato dalla digossina. Questo quadro patologico si verifica in assenza di fisiologica trasmissione dell’impulso elettrico dagli atri ai ventricoli e all’ECG si assiste alla dissociazione tra le onde P ed i complessi QRS. L’attività, seppur patologica, viene conservata grazie alla trasmissione dell’impulso attraverso vie di scappamento giunzionali o ventricolari.

Ritmi di scappamento, che originano da focus posti a monte della biforcazione del fascio di His, producono complessi QRS stretti, a frequenza relativamente elevata e sintomi lievi. Quando originano al di sotto della biforcazione, i complessi QRS risultano allargati e causano sincope ed insufficienza cardiaca. Ritmi di scappamento lenti espongono a rischio di asistolia.

I BAV possono insorgere in seguito a coronaropatia o a farmaci come i beta-bloccanti, digossina e bloccanti dei canali del calcio. La digossina è, inoltre, responsabile della comparsa di aritmie, nausea e vomito, addominalgia, stato confusionale.

La risposta B non è corretta.

L’effetto collaterale più comune della nitroglicerina è la cefalea vasomotoria, che si presenta soprattutto all’inizio della terapia così come ipotensione, nausea, lipotimie; non influenza la conduzione AV.

La risposta C non è corretta.

I principali effetti collaterali dell’aspirina comprendono l’irritazione della mucosa gastrica e in alcuni casi il sanguinamento gastrointestinale. Altri effetti indesiderati meno frequenti sono: vomito, acufeni, confusione, ipertermia, alcalosi respiratoria, acidosi metabolica e insufficienza multiorgano. L’aspirina però non influisce sulla conduttività del nodo AV.

La risposta D non è corretta.

La furosemide può causare disfunzione renale e disidratazione, che possono portare a sincope ed alterazioni elettrolitiche, ma non alterazioni sul nodo AV.

La risposta E non è corretta.

L’atorvastatina è generalmente ben tollerata dai pazienti. Gli effetti collaterali più frequenti di questo farmaco sono: stipsi, flatulenza, dispepsia e dolore addominale, ma questi si osservano in meno del 2% dei pazienti. Non c’è alcun effetto sul nodo AV.


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