Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA86).
La risposta corretta è la D.
La lesione illustrata nella foto è un melanoma maligno, una lesione neoplastica, che ha origine dai melanociti presenti in una zona pigmentata. Il melanoma, che rappresenta il 4-5% di tutti i tumori maligni, ha una incidenza di 13 su 100.000, in evidente aumento, soprattutto nella razza caucasica. Ha un picco di incidenza tra i 30 ed i 50 anni, ma è relativamente frequente anche in età giovanile (non rari sono i pazienti con età inferiore a 20 anni). La sua genesi è multifattoriale, ma tra i fattori di rischio il principale risulta essere l’esposizione solare ai raggi ultravioletti di media intensità (UVB), con lunghezze d’onda subito inferiori a 320 nm. Esistono condizioni genetiche predisponenti, che comportano un maggiore rischio di sviluppare melanomi, quali lo xeroderma pigmentoso e la sindrome del nevo displastico. Altri fattori sono la scarsa pigmentazione cutanea, il fenotipo con pelle chiara, occhi chiari e capelli rossi o biondi, le scottature in età infantile, la presenza di numerosi nevi e/o displastici, l’assunzione di ormoni steroidei. Si distinguono 4 tipi principali:
- melanoma a diffusione superficiale (rappresenta circa il 70% dei melanomi, essendo il più comune),
- melanoma nodulare (il più aggressivo, rappresenta il 10-15% dei melanomi),
- lentigo maligna,
- melanoma acrale-lentigginoso.
Per il riconoscimento si utilizza il criterio ABCDE (che non è utile però per determinare la prognosi):
- asimmetria nella forma;
- bordi irregolari e indistinti;
- colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo-stesso);
- dimensioni (vengono considerati a rischio i nevi sopra i 6 mm di diametro);
- evoluzione (quando, nell’arco di poche settimane o mesi si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo o quando la lesione cutanea diviene rilevata e palpabile).
Se il melanoma invade il derma, può dare metastasi ed in questo caso la prognosi è infausta (la prognosi dipende dalla profondità dell’invasione dermica).
La diagnosi di natura si esegue con l’esame clinico, la valutazione dell’aspetto macroscopico e con l’esame ad epiluminescenza. Per la diagnosi di estensione e, quindi, per la stadiazione del tumore si ricorre, invece, ad esami di primo livello, comprendenti, innanzitutto, la valutazione dell’estensione del melanoma e la valutazione dello stato linfonodale e in particolare del linfonodo sentinella, la radiografia del torace, l’ecografia addome per lo studio in particolare del fegato, la TC total body con mdc e la scintigrafia ossea.
Fonte Immagine:
AMA
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Bristow IR, Bowling J. Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma. J Foot Ankle Res. 2009; 2:14. Published 2009 May 12. doi: 10.1186/1757-1146-2-14
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MLA
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Bristow, Ivan R and Jonathan Bowling. “Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma” Journal of foot and ankle research vol. 2 14. 12 May. 2009, doi: 10.1186/1757-1146-2-14
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APA
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Bristow, I. R., & Bowling, J. (2009). Dermoscopy as a technique for the early identification of foot melanoma. Journal of foot and ankle research, 2, 14. doi: 10.1186/1757-1146-2-14
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La risposta A non è corretta.
Il carcinoma squamocellulare è un tumore maligno, che origina dai cheratinociti e invade il derma; solitamente si sviluppa in zone foto-esposte ed è il secondo tumore della pelle per diffusione. Le lesioni sono a forma di papula, placche squamose o noduli, di consistenza dura, che non generano un’area di avvallamento centrale, quando vengono compressi i margini. Localmente può avere un comportamento molto aggressivo. Può svilupparsi su tessuto sano, su una cheratosi attinica preesistente, oppure su una placca di leucoplachia orale, o su una cicatrice da ustione.
La risposta B non è corretta.
Il carcinoma basocellulare (basalioma) è la più diffusa neoplasia maligna cutanea. I carcinomi basocellulari derivano da cheratinociti vicini allo strato basale, che possono essere definiti cheratinociti basaloidi. Circa il 95% delle diagnosi vengono effettuate in individui di età compresa tra 40 e 80 anni di età. L’incidenza è circa del 30% più elevata negli uomini rispetto alle donne. Quasi il 90% di essi si sviluppa a livello della testa o del collo. Le zone maggiormente colpite sono il viso e il collo (70% dei casi), soprattutto il naso, la fronte, la regione periorbitaria, e la regione temporale; rari sono i casi a livello del tronco. Il principale fattore di rischio è l’esposizione prolungata ai raggi UV. Da un punto di visto istopatologico esistono 4 tipi di carcinoma basocellulare:
- il tipo superficiale;
- l’istotipo nodulare;
- l’istotipo infiltrante;
- l’istotipo piano-cicatriziale o sclerodermiforme.
La metastasi è rara, ma la crescita locale può essere molto distruttiva: generalmente rimane circoscritto al distretto anatomico, in cui ha avuto origine senza generare metastasi, ma può invadere le strutture circostanti, interessando nervi e ossa. La diagnosi viene formulata mediante biopsia. Il trattamento del carcinoma basocellulare varia in base alle dimensioni, agli strati cutanei interessati e alla localizzazione.
La risposta C non è corretta.
I nevi displastici sono dei nei atipici benigni, che possono somigliare ai melanomi. Benché la diagnosi di certezza è istologica e può essere difficile differenziare, soprattutto nelle fasi iniziali, un nevo displastico da un melanoma, si propende in tal caso verso questa ultima diagnosi in virtù dell’evoluzione piuttosto rapida della lesione e della sua localizzazione.
La risposta E non è corretta.
Il cheratoacantoma è una neoplasia benigna, che si manifesta come una lesione nodulariforme, normopigmentata, di consistenza dura, sollevata ed a margini solitamente netti e con una tipica depressione centrale, contenente materiale cheratinico.