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1 di 5 Domande

Ilaria, una ragazza di 21 anni, si reca presso l’ambulatorio di endocrinologia del policlinico di Palermo per una visita di controllo. Soffre di ipertensione, per la quale assume con beneficio una combinazione di ramipril e indapamide. In anamnesi presenta deficit di 11-beta idrossilasi, diagnosticatole alla nascita dopo che l'ostetrica aveva notato ipertrofia del clitoride. Quale tra i seguenti parametri risulterà probabilmente aumentato marcatamente nelle analisi del sangue della paziente?














La risposta corretta è la A.

11 Beta-idrossilasi è responsabile della conversione dell’11-desossicorticosterone e dell’11-desossicortisolo in corticosterone e cortisolo. Poiché questo enzima non è attivo nei pazienti con deficit di 11-beta idrossilasi, i livelli dell’11-desossicorticosterone e dell’11-desossicortisolo si accumulano nei pazienti affetti dal disturbo, mentre si avrà una sintesi difettosa di cortisolo.

Si manifesta con ipernatriemia, ipokaliemia e ipertensione con aumento della sintesi di androgeni: per questo i neonati di sesso femminile possono presentare genitali ambigui come ingrossamento del clitoride, parziale fusione delle grandi labbra, mentre successivamente potrebbero manifestarsi alterazione del ciclo mestruale e irsutismo.


2 di 5 Domande

Ti viene richiesta una consulenza per una paziente di 72 anni che ti è stata inviata dal suo medico di famiglia per confusione e episodi di cadute. La paziente riferisce che da qualche mese assume sertralina come terapia per una depressione lieve e che è in trattamento per ipertensione con indapamide. Alla visita medica, la pressione arteriosa è 122/77 mmHg, il polso è regolare con FC di 82 bpm. Il BMI è pari a 22 e il resto dell’esame obiettivo risulta nella norma. Gli esami del sangue mostrano:
Emoglobina 120 g/L (v.n. 115-160)
Globuli bianchi 7.1 × 109 /L (v.n. 4-11)
Piastrine 208 × 109 /L (v.n. 150-400)
Sodio 125 mmol/L (v.n. 135-146)
Potassio 3,9 mmol/L (v.n. 3,5-5)
Creatinina 122 μmol/L (v.n. 79-118)
Quale delle seguenti è la linea di condotta corretta?














La risposta corretta è la D.

La paziente presenta iponatremia sintomatica, che si verifica per terapia con tiazide e SSRI in associazione. Per questo, la migliore linea d’azione è quella di sospendere entrambi i farmaci.

In caso di ipertensione, si consiglia sostituzione dell’indapamide con un altro antiipertensivo come un calcio-antagonista.


3 di 5 Domande

Enrica, di 54 anni e affetta da 5 anni da diabete di tipo 2, viene ammessa al pronto soccorso del policlinico di Parma per dolore al petto, sudorazione e pre-sincope. Attualmente, per il diabete assume 1 grammo di metformina due volte al giorno e assume amlodipina e valsartan per la gestione dell'ipertensione. All'esame obiettivo, la pressione arteriosa è 130/70 mmHg, il polso è regolare con FC 85 bpm. L’auscultazione cardiaca e del torace è nella norma. Non sono presenti edemi declivi. Alle indagini di laboratorio risultano:
• Hb 137 g/l (v.n. 115-160)
• Globuli bianchi 7.0x109/l (v.n. 3,8-10,8)
• PLT 199x109/l (v.n. 150-450)
• Na 140 mmol/l (v.n. 135-145)
• K 5,0 mmol/l (v.n. 3,5-5,5)
• Bicarbonato 23 mmol/l (v.n. 18-28)
• Cr 105 micromol/l (v.n. 50-90)
• ECG Ritmo sinusale, inversione dell'onda T anteriore
• hsTroponina 1.2 (<0,05)
• HbA1c 53 mmol/mol
Quale dei seguenti è il modo più appropriato per controllare la glicemia?














La risposta corretta è la A.

In passato si riteneva che l’intensa terapia insulinica al momento dell’ischemia del miocardio avrebbe portato a risultati migliori, sebbene le prove fornite dal programma DIGAMI non lo sostengano realmente.

Le evidenze sperimentali supportano un effetto positivo della metformina sulla funzione cardiaca, sia in caso di ischemia che in caso di insufficienza cardiaca. Pertanto, a meno che non vi siano prove di una significativa compromissione circolatoria (e non è questo il caso), si ritiene sicuro continuare la terapia con metformina.

L’HbA1c è nella norma, quindi non è necessario aumentare la terapia ipoglicemizzante.


4 di 5 Domande

Flavio, di 67 anni, è stato ammesso in pronto soccorso per evidenza clinica di un infarto miocardico con elevazione del tratto ST.
Immediatamente dopo l'ammissione, ha avuto un arresto cardiaco e i medici hanno messo in atto le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Il ritmo iniziale era un’attività elettrica senza polso (PEA), ma è comparso un ritmo spontaneo dopo quattro cicli di rianimazione cardiaca avanzata. Al momento, il paziente resta sedato, intubato e ventilato. Qual è il passo successivo più appropriato nella sua gestione?














La risposta corretta è la A.

Tutte le opzioni sarebbero appropriate nella gestione post-arresto del paziente.

Tuttavia, il primo passo dovrebbe essere quello di somministrare l’aspirina e il clopidogrel in quanto è l’azione più semplice e veloce da effettuare nella sala di rianimazione mentre vengono organizzati altre indagini e trattamenti.


5 di 5 Domande

Fabrizio, un ragazzo di 17 anni, si presenta presso l’ambulatorio di endocrinologia dell’ospedale di Como per una visita di controllo. Da quando ne ha memoria soffre di poliuria e per questo il medico di base gli ha prescritto indometacina. Anche la sorella maggiore soffre di una condizione simile, ma in realtà la poliuria è comparsa durante la sua gravidanza. All'esame obiettivo, la pressione arteriosa è di 122/82 mmHg con una caduta posturale di 15 mmHg, il polso è regolare con FC 80 bpm. Le indagini di laboratorio mostrano:
Hb 145 g/l (v.n. 135-180)
Globuli bianchi 5.1x109/l (v.n. 3,8-10,8)
PLT 221x109/l (v.n. 150-450)
Na 147 mmol/l (v.n. 135-145)
K 5,1 mmol/l (v.n. 3,5-5,5)
Bicarbonato 27 mmol/l (v.n. 18-28)
Cr 125 micromol/l (v.n. 60-110)
Glucosio 5,1 mmol/l (v.n. <7)
Quale dei seguenti interventi aggiuntivi potrebbe più probabilmente essere benefico per il paziente?














La risposta corretta è la E.

È stato dimostrato che il sildenafil, un inibitore della fosfodiesterasi, riduce sostanzialmente la produzione di urina in pazienti con diabete insipido nefrogenico congenito x-linked (la diagnosi più probabile), dato che i suoi sintomi sono molto peggiori di quelli della sorella. Anche i farmaci antinfiammatori non steroidei e i diuretici tiazidici possono essere utili, ma la DI congenito nefrogenico generalmente non risponde all’ADH esogeno.

Ridurre l’assunzione di sale e proteine ​​riduce la concentrazione dei soluti urinari e quindi può ridurre la poliuria, tuttavia la riduzione può avere un impatto significativo sulla dieta e l’effetto può essere solo modesto. I tiazidici piuttosto che i diuretici dell’ansa sono più efficaci nel ridurre la produzione di urina nella DI congenito nefrogenico.


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