La risposta corretta è la A.
I principali effetti tossici del chinino sono sul sistema nervoso, in particolare sul nervo ottico e sul nervo uditivo.
Esso risulta anche particolarmente tossico sulle cellule retiniche dei fotorecettori e provoca vasocostrizione e spasmo dell’arteria retinica.
Dalla visione offuscata la sintomatologia può aggravarsi fino alla comparsa di completa cecità, caratteristica del sovradosaggio del farmaco.
I segni iniziali, reperibili con l’esame del fondus oculu sono il restringimento delle arteriole retiniche; più tardi compare anche un edema retinico, le pupille si dilatano e non rispondono alla luce.
Gli effetti sul nervo uditivo, invece, possono causare tinnito e sordità, ma non iperacusia.
Inizialmente il chinino provoca una stimolazione generalizzata del sistema nervoso centrale, portando a tachicardia, febbre, delirio e tachipnea. In caso di sovradosaggio grave, invece, può causare depressione miocardica, vasodilatazione periferica e QRS allargato con QTc prolungato e rischio di TV, torsione di punta ed FV.
Inoltre, si possono sviluppare insufficienza renale, anemia emolitica e disturbi gastrointestinali. A livelli plasmatici molto elevati, possono essere osservati anche blocco seno-atriale e blocco atrioventricolare di alto grado. L’ipotensione può verificarsi in seguito all’effetto alfa-bloccante del chinino, ma non è così caratteristica come la cecità.
Altre caratteristiche tipiche del sovradosaggio includono:
- Nausea
- Vomito
- mal di testa
- convulsioni
- fatica
- tremore
-
L’iperglicemia non è caratteristica.
La gestione di questa condizione clinica prevede l’utilizzo di carbone attivo e lavande gastriche, se la sintomatologia insorge precocemente. La bradicardia può essere trattata con atropina o pacing; nel caso di QRS prolungato (> 120 ms) si somministra bicarbonato con l’obiettivo di stabilizzare il pH a 7,45-7,5.
Anche l’emodialisi può essere utilizzata per eliminare il farmaco; al contrario non esiste un trattamento specifico per i disturbi della vista.