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1 di 5 Domande

Genoveffa, una ragazza di 23 anni, è alla 16° settimana della sua prima gravidanza. Ha una pressione sanguigna di 144/96 mmHg. Una raccolta di urine delle 24 ore rivela un'escrezione proteica di 0,7 g / die (<0,2). Quale delle seguenti è la spiegazione più probabile per questi risultati?














La risposta corretta è la E.

Questa paziente ha ipertensione e proteinuria (definita da una pressione sanguigna superiore a 140/90 mmHg e proteinuria superiore a 0,3 g / die).

Non sarebbe considerato normale avere una pressione sanguigna alta o proteinuria.

Disturbi ipertensivi durante la gravidanza si verificano in donne con ipertensione primaria o secondaria preesistente e in donne che sviluppano ipertensione di nuova insorgenza (cioè che si verificano dopo 20 settimane).

Tutti i pazienti che soffrono di ipertensione durante la gravidanza hanno un aumentato rischio di eclampsia. Anche se con un tasso in diminuzione, l’ipertensione in gravidanza rimane una delle principali cause di morte materna. Inoltre, può portare alla nascita di neonati pretermine o bambini piccoli per età gestazionale.

In gravidanza, l’ipertensione cronica è definita come ipertensione che è presente alla visita di prenotazione o prima di 20 settimane, o se la donna sta già assumendo farmaci antipertensivi quando lei concepisce. Può essere primario o secondario nell’eziologia.

L’ ipertensione gestazionale, invece, è nuova ipertensione che si presenta dopo 20 settimane dalla gravidanza senza significativa proteinuria.

La pre-eclampsia è una nuova ipertensione che si manifesta dopo 20 settimane con significativa proteinuria e viene definita severa  in presenza di ipertensione grave > 160/110 mmHg e / o associata a sintomi quali mal di testa, disturbi della vista, dolore addominale, vomito, dispnea ed edema o modificazioni biochimiche agli esami di laboratorio.

La presenza di proteinuria significativa nell’ipertensione cronica dovrebbe far sospettare una malattia renale, specialmente in una paziente giovane.

La gestione dell’ipertensione cronica in gravidanza comporta la determinazione della causa (se si sospetta che sia secondaria), la limitazione del sodio nella dieta, i controlli prenatali regolari e il trattamento antipertensivo. La pressione arteriosa deve essere mantenuta a meno di 150/100 mmHg, a meno che non vi siano segni di danni agli organi  bersaglio, nel qual caso la pressione arteriosa deve essere mantenuta a meno di 140/90 mmHg.

I pazienti con ipertensione cronica sono ad aumentato rischio di sviluppare pre-eclampsia e pertanto vengono prescritti 75 mg di aspirina al giorno a partire da 12 settimane di gestazione, in quanto si ritiene riduca il rischio di malattia. Gli ACE inibitori e i bloccanti del recettore dell’angiotensina II sono evitati a causa del loro aumentato rischio di malformazioni congenite


2 di 5 Domande

Margherita è una signora di 73 anni presso la clinica Villa Aurea, clinica di terapie palliative, per effettuare un’infusione di bifosfonati a causa di dolore osseo intrattabile. Si tratta di un dolore ha risposto solo in minima parte agli oppioidi e ai FANS motivo per cui si pensa che siano indicati i bisfosfonati. La paziente viene sottoposta a infusione di pamidronato ma il giorno successivo non nota alcun miglioramento delle sue condizioni cliniche e si chiede quale sia la ragione. Tu sei il medico di guardia della struttura, qual è il passo successivo più appropriato?














La risposta corretta è la B.

I bifosfonati sono utili per il dolore osseo, specialmente quello determinato da metastasi secondarie a cancro al seno e al mieloma.

L’effetto benefico dei bifosfonati può essere ritardato per un massimo di due settimane e può durare per un mese, pertanto i trattamenti vengono di solito somministrati mensilmente (in genere per 6 mesi).

La risposta corretta, quindi, è quella che indica che la strategia corretta è aumentare la sua terapia analgesica mentre si attende che i bifosfonati funzionino.


3 di 5 Domande

In uno studio per scoprire se la concentrazione del farmaco X è correlata al peso, diversi soggetti hanno ricevuto 500 mg del farmaco da testare i cui livelli sierici sono stati misurati due ore più tardi. Quale dei seguenti è il miglior test statistico per valutare i risultati?














La risposta corretta è la C.

Le concentrazioni di farmaci vengono misurate due ore dopo la loro ingestione: bisogna prendere in considerazione la variabile ‘peso’  e la farmacocinetica dei farmaci.

Quindi ci sono due variabili da confrontare e di conseguenza il test statistico più appropriato sarebbe il test di Pearson.


4 di 5 Domande

Quale dei seguenti enzimi cardiaci dovrebbe iniziare ad aumentare circa 6-10 ore dopo un infarto miocardico?














La risposta corretta è la A.

Le troponine cardiache sono il test più utilizzato per la diagnosi di infarto del miocardio; sia la troponina I che la T sono altamente sensibili e specifiche per il danno cardiaco e hanno lo stesso valore clinico. I livelli sierici iniziano ad aumentare entro 3-12 ore dall’esordio del dolore, il picco viene raggiunto in 24-48 ore e il ritorno al valore basale si ha in 5-14 giorni.

I livelli di CK-MB aumentano anche entro 3-12 ore dall’esordio del dolore toracico e raggiungono il picco entro 24 ore ma ritornano alla linea di base più rapidamente della troponina (dopo 48-72 ore). La sensibilità e la specificità non sono alte come per i livelli di troponina.

Il marcatore precoce più sensibile per l’infarto del miocardio è la mioglobina (la troponina potrebbe non salire fino a 6 ore dopo la lesione del miocita). La mioglobina può essere rilevata entro 2 ore dal danno cardiaco del miocita, ma non è specifica in quanto è presente anche nel muscolo scheletrico.

L’LDH è anche meno specifico della troponina, sebbene l’isoenzima LDH-1 sia prevalentemente presente nel muscolo cardiaco: un alto rapporto LDH-1: LDH-2 può indicare un danno miocardico.

I suoi livelli iniziano a salire in 24-48 ore, raggiungono il picco a 72 ore e rimangono elevati per 10 giorni.

AST, invece, è molto aspecifico e non è più molto utilizzato; comunque, i suoi livelli aumentano in 6-10 ore, raggiungono il picco a 24-36 ore e rimangono alti per 3-5 giorni.


5 di 5 Domande

Tatiana è una ragazza di 25 anni che si reca presso l’ambulatorio di neurologia della dottoressa Galli a causa di una grave emicrania. Quale delle seguenti non è una caratteristica riconosciuta dell'emicrania?














La risposta corretta è la B.

Gli spettri di fortificazione (linee frastagliate che ricordano i merli) e teicopsie (lampi uminosi) sono caratteristiche comuni dell’emicrania.

I triciclici possono essere utili nella profilassi dell’emicrania, mentre i contraccettivi orali possono peggiorare l’emicrania o modificare il modello degli attacchi tanto che sono generalmente controindicati in coloro che soffrono di emicrania con aura.

È stata spesso riscontrata una paralisi del 3° nervo cranico: il deficit potrebbe essere permanente. Un sottogruppo di questi pazienti avrà un potenziamento con gadolinio nel segmento cisternale del nervo cranico e si ritiene che alcuni di questi pazienti abbiano effettivamente una neuropatia demielinizzante.

L’oftalmoplegia esterna progressiva cronica di solito si sviluppa durante l’infanzia ed è associata a ptosi, affaticamento e limitazione dei movimenti oculari in tutte le direzioni.


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