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1 di 5 Domande

Scenario QQ1M: Al medico viene chiesta una valutazione cardiologica per un paziente di 89 anni, affetto da degenerazione maculare legata all'età con neovasi coroideali (forma umida). Quale tra i seguenti può essere il motivo della richiesta di consulenza?














La risposta corretta è la A.
In un paziente con degenerazione maculare legata all'età con neovasi coroideali (forma umida) è necessario intraprendere un’adeguata terapia medica con somministrazione intra-vitreale di farmaci anti-VEGF, ovvero anticorpi inibitori del fattore di crescita vascolare-endoteliale; ma prima di sottoporre il paziente a tale trattamento è buona norma richiedere una consulenza cardiologica in quanto tali farmaci comportano un aumentato rischio di sviluppare ipertensione, ischemia cardiaca, tromboembolismo arterioso e disfunzione cardiaca. In particolare, la degenerazione della macula è una condizione patologica che colpisce la parte centrale della retina. Nella forma senile si distinguono principalmente due varianti:
- la forma secca, in cui compaiono le drusen, piccoli accumuli di detriti di natura lipo-proteica;
- la forma umida, in cui, oltre alle drusen, si riscontra neo-angiogenesi al di sotto della retina.
Al contrario, la degenerazione maculare legata all’età, nella sua forma umida, non necessita dell’impostazione di una terapia antiaggregante (risposta B errata). Inoltre, la somministrazione prolungata di steroidi o la terapia con immunosoppressori non hanno indicazione nella forma umida (risposte C e D errata).

2 di 5 Domande

Scenario QS4S: A un uomo di 51 anni viene posta diagnosi di melanoma della coroide di dimensione massima di 7 mm, senza apparente estensione extra-oculare della lesione. Quale trattamento è attualmente considerato di prima linea?














La risposta corretta è la D.
Il trattamento attualmente considerato di prima linea per il melanoma della coroide di spessore massimo fino a 9 mm e senza estensione extra-oculare prevede generalmente brachiterapia con placca episclerale (un guscio metallico, contenente un isotopo radioattivo, che viene posizionato e fissato sulla sclera in corrispondenza della lesione). Infatti, lo studio COMS ha dimostrato che la sopravvivenza dei pazienti con queste caratteristiche sottoposti a brachiterapia è praticamente identica rispetto alla eviscerazione o all’enucleazione: di conseguenza, l’enucleazione totale del bulbo viene attualmente riservata solo ai pazienti non trattabili in maniera conservativa a causa delle grandi dimensioni della neoplasia, nel caso in cui presentino complicanze secondarie come il glaucoma neovascolare, in presenza di invasione di strutture come il nervo ottico o metastasi extra-oculari o in caso di recidiva (risposta D errata). All’opposto, la chemioterapia neo-adiuvante è indicata solo nel caso in cui siano presenti metastasi a distanza, ove la sede preferenziale è a livello epatico (risposta B errata).

3 di 5 Domande

Scenario ZA3J: Una donna di 76 anni, nota per polimialgia reumatica, lamenta da alcuni mesi una cefalea e una difficoltà alla masticazione. Si presenta in ambulatorio perché riferisce di non vedere più, dal giorno prima, la metà inferiore del campo visivo di un occhio. A quale patologia si può pensare con più probabilità in base al contesto clinico?














La risposta corretta è la D.
La patologia a cui si deve pensare con più probabilità per la paziente del caso clinico, affetta da polimialgia reumatica, è la neuropatia ottica ischemica anteriore (o infarto della testa del nervo ottico), una condizione dovuta alla morte delle cellule che costituiscono il nervo ottico per mancato afflusso di sangue. Si distinguono due forme: una forma arteritica e una forma non arteritica. La forma arteritica si presenta nel corso di patologie infiammatorie croniche, generalmente a carattere autoimmunitario (polimialgia, arterite a cellule giganti e numerose altre patologie). Determina una riduzione improvvisa del visus che riguarda solitamente la metà superiore o la metà inferiore della porzione centrale del campo visivo. L’esame del fondo oculare può mostrare la presenza di edema della papilla ottica, associata a fenomeni emorragici con il caratteristico aspetto a fiamma e alla presenza di essudato. La progressione dell’infiammazione conduce all’atrofia del nervo ottico. L’anamnesi e l’esame obiettivo sono essenziali per la diagnosi; nella forma arteritica si avrà una alterazione dei marker di infiammazione, quali VES e PCR.
All’opposto, la trombosi della vena centrale della retina determina improvvisa perdita indolore della funzione visiva di grado da lieve a grave. La perdita della vista non è localizzata ad un solo campo visivo, a meno che non sia presente una occlusione venosa di branca (risposta A errata).
Al contrario, la trombosi dell'arteria centrale della retina si verifica quando l’arteria centrale della retina subisce un blocco del flusso ematico endoluminale, in genere a causa di un embolo. Determina una indolore grave perdita della vista dell’occhio interessato, oppure, più raramente nel caso dell’occlusione di un solo ramo e non dell’intera arteria centrale, un deficit del campo visivo (risposta B errata). In contrapposizione, l’apoplessia ipofisaria è una condizione rappresentata dalla necrosi di tipo ischemico o emorragico della ghiandola ipofisaria, che può manifestarsi con deficit del visus (bilaterale, per coinvolgimento del chiasma ottico), cefalea improvvisa, violenta e scarsamente responsiva ai farmaci, oftalmoplegia, vomito e compromissione dello stato cognitivo. Inoltre, l’apoplessia ipofisaria si associa frequentemente nel 70% dei casi a ipopituitarismo (iposurrenalismo, ipogonadismo, ipotiroidismo, deficit di GH) e, a volte, può essere fatale (risposta C errata).

4 di 5 Domande

Scenario OL1O: Una donna di 23 anni si presenta in Pronto Soccorso per un calo improvviso della visione centrale in un occhio, associato a dolore ai movimenti oculari. La ragazza riferisce inoltre di vedere con quell'occhio i colori molto più sbiaditi. Quale tra questi esami strumentali è il più utile a dirimere la diagnosi?














La risposta corretta è la D.
La patologia che potrebbe spiegare i sintomi della paziente del caso clinico è la neurite ottica retro-bulbare (NORB), una condizione infiammatoria localizzata alla porzione posteriore del nervo ottico: la diagnosi è prettamente clinica, ma la perimetria computerizzata consente la conferma diagnostica. Tale metodica è un esame oftalmologico non invasivo, che permette di studiare l’ampiezza del campo visivo, mapparlo, e misurare la risposta retinica, e quindi la sua sensibilità all’applicazione degli stimoli luminosi nei vari settori del campo retinico. La localizzazione dello stimolo luminoso corrisponde alla localizzazione dei fotorecettori sulla retina. La perimetria computerizzata viene impiegata nello studio di varie patologie, primo fra tutti il glaucoma, ma trova applicazione in patologie infiammatorie, vascolari, degenerative e neuro-oftalmologiche coinvolgenti il nervo-ottico e la retina.
All’opposto, l’angiografia (o fluoro-angiografia) è un esame particolarmente indicato nello studio della rete vascolare retinica. È spesso impiegato in alcune patologie oculari con coinvolgimento vascolare come la retinopatia diabetica, le trombosi venose retiniche, la degenerazione maculare senile (risposta A errata). Al contrario, la topografia corneale è un esame che permette di mappare la superficie anteriore della cornea, studiandone la conformazione (in particolare la curvatura). È un esame non invasivo di screening impiegato soprattutto nella diagnosi di cheratocono o nei pazienti candidati ad interventi di chirurgia refrattiva (risposta B errata). Invece, lo schermo di Hess-Lancaster (o test rosso-verde) è un test impiegato nei pazienti che manifestano diplopia, strabismo o paralisi dei muscoli responsabili della motilità oculare (risposta C errata).

5 di 5 Domande

Scenario UT1K: Una donna di 56 anni si presenta in ambulatorio per un parere. La donna riferisce di avere da oltre otto mesi un calazio vicino al margine palpebrale inferiore dell'occhio destro, che non riesce a curare con alcun tipo di trattamento topico e comportamentale. Racconta, inoltre, che negli ultimi due mesi si è ingrandito e le ha fatto cadere alcune ciglia. Quale tra i seguenti provvedimenti diagnostico-terapeutici, è il più corretto nella gestione di questa problematica?














La risposta corretta è la A.
Per la paziente del caso clinico, affetta da calazio, il provvedimento diagnostico-terapeutico più corretto nella gestione è effettuare una biopsia escissionale. Il calazio è una formazione cistica localizzata a livello palpebrale che si forma per una infiammazione a patogenesi non infettiva delle ghiandole sebacee di Meibomio, collocate appunto lungo la palpebra. Può essere spesso confusa con l’orzaiolo, una infiammazione localizzata, ma a patogenesi infettiva (prevalentemente da Stafilococco), delle ghiandole sebacee di Zeiss, collocate alla base delle ciglia. Nel calazio, l’occlusione del dotto escretore di tali ghiandole causa l’accumulo del loro secreto, con aumento delle dimensioni della ghiandola stessa e la sua infiammazione. La lesione appare come un nodulo duro alla palpazione e dolorabile e può essere sovra-tarsale o sotto-tarsale. Il trattamento del calazio prevede l’impiego di cortisonici per ridurre l’infiammazione e facilitare la fuoriuscita del secreto e antibiotici per evitare la sovra-infezione batterica. Qualora il trattamento farmacologico non sia risolutivo, è necessario effettuare una biopsia escissionale, che viene generalmente effettuata in regime ambulatoriale ed in anestesia locale. Talvolta è necessario eseguire direttamente l’escissione se il calazio è di grosse dimensioni o se causa compressioni corneali e deficit della vista (in particolare astigmatismo). All’opposto, l’elettrocoagulazione delle ciglia o del follicolo pilifero può essere impiegata nel caso di trichiasi (alterato orientamento delle ciglia), distichiasi (presenza di una doppia fila di ciglia) e ciglia aberranti (metaplasiche, con origine a livello degli orifizi delle ghiandole di Meibomio) (risposta B errata).

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