La risposta corretta è la B.
In un paziente che presenta un arrossamento oculare monolaterale associato a bruciore e annebbiamento visivo in peggioramento dopo avere iniziato un trattamento topico con collirio a base di cortisone, la diagnosi che deve essere esclusa in prima battuta è quella di cheratite erpetica, una infezione corneale dovuta al virus dell’Herpes Simplex. Infatti, i corticosteroidi topici sono controindicati nella cheratite erpetica (sia per uso topico che per via sistemica) poiché potrebbero causare una riacutizzazione della patologia. Tale patologia, oltre alla tipica ulcera corneale dendritica, che permette di fare diagnosi, determina sensazione di corpo estraneo, fotofobia, iperemia congiuntivale, lacrimazione, annebbiamento della vista. Le recidive sono frequenti e possono portare ad ipoestesia corneale, ulcerazione, cicatrizzazione permanente e riduzione della vista. La diagnosi può essere posta tramite esame clinico con osservazione mediante lampada a fessura, che permette di evidenziare i dendriti della lesione, con l’esame colturale e con gli anticorpi. La terapia prevede l’impiego di farmaci antivirali di solito ad uso topico o per via orale.
Al contrario, l’iridociclite (o uveite anteriore) è un processo infiammatorio oculare a carico dell’iride e del corpo ciliare, in cui i sintomi più frequenti sono dolore oculare, arrossamento, iperemia, fotofobia, lacrimazione, riduzione della visione. Inoltre, la terapia prevede l’impiego topico di farmaci corticosteroidei. Casi particolarmente gravi o cronici possono richiedere corticosteroidi sistemici, immunosoppressori non-steroidei sistemici, fotocoagulazione laser, crioterapia applicata attraverso la sclera alla periferia retinica o asportazione chirurgica del vitreo (vitrectomia) (risposta A errata). All’opposto, l’episclerite, una condizione infiammatoria dell’episclera, la porzione più superficiale della sclera, è un'infiammazione auto-limitante, ricorrente, idiopatica del tessuto episclerale che non minaccia la visione. Gran parte delle forme sono idiopatiche e si presentano prevalentemente nel sesso femminile, tra i 30 e i 50 anni. Alcune connettivopatie possono spesso concomitare. Tale patologia può determinare dolore oculare moderato, iperemia localizzata, lacrimazione e, nella forma nodulare, si assiste spesso alla insorgenza di una piccola formazione nodulare traslucida. Non sono presenti normalmente alterazione del visus e fotofobia. L'episclerite si distingue dalla congiuntivite per l'iperemia localizzata ad una zona limitata del bulbo oculare, la lacrimazione molto minore e l'assenza di secrezioni. Si distingue dalla sclerite per la mancanza di fotofobia e dolore intenso. La terapia di solito abbrevia l’episodio acuto e comprende l’impiego di corticosteroidi per via topica o FANS per os (risposta C errata). Infine, la congiuntivite primaverile è una infiammazione stagionale e cronica della congiuntiva, per lo più ad eziologia allergica; è caratterizzata da iperemia congiuntivale, lacrimazione, prurito o bruciore e fotofobia. La terapia prevede misure sintomatiche, antistaminici topici, FANS, stabilizzatori dei mastociti. Per i casi recidivanti corticosteroidi topici o ciclosporina e talvolta antistaminici per uso orale (risposta D errata).
Aggiornato al 24/03/21.