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1 di 5 Domande

Una donna di 25 anni giunge al vostro ambulatorio chiedendovi maggiori informazioni riguardo la POP. Riguardo la POP (progestogen only pill) tutte le seguenti affermazioni sono esatte tranne una: quale?














La risposta corretta è la A.
Le minipillole con soli progestinici (POP) non hanno un buon effetto di regolazione sul ciclo mestruale: infatti, contengono derivati del 17α-alchil-19-nortestosterone (senza estrogeno) e hanno come principali effetti indesiderati le irregolarità mestruali (la causa principale di interruzione del contraccettivo) e la metrorragia. In particolare, i principi attivi delle POP sono il norethindrone (negli USA) e il desogestrel (in Italia), che vengono dispensati in confezioni da 28 pillole attive, assunte continuamente (senza la settimana di sospensione). Tali contraccettivi sono leggermente meno efficaci rispetto alle formulazioni contenenti l’associazione estrogeno/progestinico, ma presentano molte meno controindicazioni rispetto a quest’ultime (risposte B, C, D ed E errate).   

2 di 5 Domande

Effettuando una revisione delle cartelle cliniche per uno studio clinico, si valuta il punteggio di Bishop. Il punteggio di Bishop valuta:














La risposta corretta è la C.
Il punteggio di Bishop valuta la possibilità di successo dell’induzione del travaglio. Tale punteggio è stato sviluppato dal dottor Edward Bishop e pubblicato per la prima volta nell'agosto del 1964. È calcolato in base a 4 parametri relativi alla cervice uterina (consistenza, posizione, assottigliamento, dilatazione) e uno relativo alla parte
presentata (-3 a +3) (risposte A, B, D ed E errate).

​​​​​​​Fonte: Punteggio di Bishop.

3 di 5 Domande

Scenario TT2V: Paziente giovane con sospetta endometriosi. A quale esame viene sottoposta la paziente per consentire una diagnosi di certezza?














La risposta corretta è la B.
Dato che la paziente del caso clinico presenta un sospetto di endometriosi, la presenza di mucosa endometriale (ghiandole e stroma) anormalmente impiantata in luoghi diversi dalla cavità uterina, l’esame da effettuare per avere una diagnosi di certezza è la laparoscopia con biopsia. Tipicamente tali impianti ectopici si riscontrano nella pelvi (al livello delle ovaie, delle tube di Falloppio, della vagina, della cervice, dei legamenti utero-sacrali o nel setto retto-vaginale) e si manifestano clinicamente con dismenorrea grave, dolore pelvico cronico e/o infertilità. I siti di impianto più insoliti sono rappresentati da: cicatrici laparotomiche, pleura, polmone, diaframma, reni, milza, cistifellea, mucosa nasale, canale spinale, stomaco, ghiandole mammarie. La diagnosi di endometriosi viene sospettata sulla base della clinica e può essere agevolata dall’utilizzo di esami di imaging come la RM; tuttavia, l’unico esame di certezza è la biopsia, generalmente tramite laparoscopia pelvica. 
Al contrario, la TC Total Body permette in taluni casi di apprezzare gli impianti endometriosici (con sensibilità inferiore rispetto alla RM), ma non consente di porre diagnosi di certezza (risposta A errata). Invece, l’ecografia trans-pelvica può essere considerata un esame di primo livello, ma presenta bassa sensibilità e specificità diagnostica e di conseguenza non consente di porre diagnosi di certezza (risposta C errata). Infine, l’RX addome non è un esame indicato per tale quesito clinico (risposta D errata).​​​​​​​
 

4 di 5 Domande

A una donna di 35 anni al 6° mese di gravidanza vengono riscontrati valori pressori arteriosi superiori a 160/100 mmHg in diverse misurazioni effettuate. Quale tra le seguenti è una complicanza grave dell'ipertensione arteriosa in gravidanza?














La risposta corretta è la D
Tra le complicanze gravi dell’ipertensione arteriosa in gravidanza è presente la CID (o coagulazione intravascolare disseminata), una patologia caratterizzata dall’attivazione del sistema della coagulazione con contemporanea attivazione del sistema fibrinolitico, con consumo dei fattori della coagulazione e conseguente sanguinamento. Fattori principali di innesco di tale processo in gravidanza sono il danno endoteliale, l’immissione in circolo di liquido amniotico o di materiale placentare e la presenza in circolo di emazie incompatibili o di prodotti o tossine di origine batterica.
All’opposto, le anomalie di impianto placentare sono spesso la causa dell’insorgenza di ipertensione gestazionale (risposta A errata). Così, le malformazioni cardiache fetali sono più frequentemente determinate da anomalie genetiche (risposta B errata). Invece, la macrosomia fetale è una caratteristica conseguenza del diabete gestazionale (risposta C errata). Infine, l’emorragia cerebrale fetale è più frequentemente determinata da patologie coagulative o infettive (risposta E errata).

5 di 5 Domande

Una donna di 36 anni, poche ore dopo un aborto per morte endouterina fetale, manifesta acrocianosi, lesioni petecchiali ed epistassi. Agli esami vi è riscontro di piastrinopenia, riduzione del fibrinogeno e allungamento di PT e APTT. Come si definisce tale quadro clinico?














La risposta corretta è la B
La paziente del caso clinico, dopo poche ore da un aborto per morte endouterina fetale, manifesta acrocianosi, lesioni petecchiali, epistassi, piastrinopenia, riduzione del fibrinogeno e allungamento del PT e APTT. Di conseguenza, verosimilmente presenta un quadro di coagulazione intravascolare disseminata (CID), una sindrome acquisita, caratterizzata dall’attivazione generalizzata del sistema emostatico, che può causare la formazione di trombi in vari organi e/o sanguinamento grave a causa del consumo dei fattori della coagulazione e delle piastrine. Si sviluppa come una complicanza di una vasta gamma di condizioni tra cui infezioni sistemiche, tumori maligni solidi ed ematologici, malattie ostetriche (come per la paziente del caso clinico), traumi, aneurismi e malattie del fegato. L'incidenza e la prevalenza variano, ma sono più elevate tra i pazienti in terapia intensiva (circa il 35% dei pazienti con sepsi grave), con complicanze ostetriche (come l'abruptio placentae o l'embolia amniotica) e con determinate neoplasie maligne. Secondo la presentazione, la CID può essere classificata in:
- CID acuta, uno stato di coagulopatia da consumo in genere innescata da grandi quantità di fattore tissutale rilasciato nello spazio intravascolare, che porta ad:
una formazione eccessiva di trombina e deposizione generalizzata di fibrina nella micro-vascolarizzazione con disfunzione multiorgano;
un rapido consumo di piastrine e fattori della coagulazione.
- CID cronica, caratterizzata da una minore formazione di trombina per periodi prolungati, con consumo più lento di piastrine e fattori della coagulazione rispetto alla CID acuta. Tale consumo può essere parzialmente compensato dall'aumentata produzione di fattori della coagulazione, piastrine, antitrombina e anti-plasmina. In tale quadro, la trombosi di solito prevale sul sanguinamento. Potrebbero anche non essere presenti sintomi, tuttavia, laboratoristicamente si riscontra un tempo di protrombina (PT), un tempo di tromboplastina parziale attivato (aPTT) normali o leggermente prolungati e la conta piastrinica è di solito solo lievemente ridotta; i prodotti di degradazione della fibrina vengono ancora eliminati efficacemente dal fegato. Tale quadro è riscontrato soprattutto in caso di: tumori maligni, metastasi, morte fetale intrauterina, vasculiti, aneurismi, emangiomi.
Secondo il tipo fenotipico predominante si distingue:
- fenotipo trombotico;
- fenotipo fibrinolitico;
- fenotipo subclinico.
Dal punto di vista diagnostico nessun singolo test di laboratorio è specifico per la CID, anche se le anomalie iniziali includono:
- riduzione della conta piastrinica o rapida diminuzione nei successivi tests;
- elevati prodotti di degradazione della fibrina o D-dimeri;
- elevato tempo di protrombina (PT) e tempo di tromboplastina parziale attivato (aPTT);
- fibrinogeno ridotto (anche se raro).

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