La risposta corretta è la A.
In una paziente affetta da diabete mellito di tipo 1, che lamenta leucorrea abbondante lattiginosa e dolore durante i rapporti sessuali, l'ipotesi diagnostica più probabile è la candidosi genitale, che rappresenta la seconda causa più comune di vulvovaginite. I fattori di rischio che predispongono alla candidosi genitale sono: diabete mellito, uso di antibiotici ad ampio spettro, terapia con immunosoppressori, indumenti stretti non traspiranti, uso di dispositivo intrauterino e gravidanza. Dal punto di vista sintomatologico determina solitamente prurito, bruciore, dolore, irritazione vulvare, disuria o dispareunia. All’esame obiettivo si rilevano eritema della vulva e della mucosa vaginale, secrezioni biancastre e dense (simili a formaggio cagliato, che aderisce alle pareti vaginali); la cervice di solito appare normale. Il pH vaginale è di solito nella norma; inoltre, contrariamente alla vaginosi batterica, la candidosi vulvovaginale non è associata a riduzione della popolazione di lattobacilli residenti. Il pH vaginale è < 4,5; lieviti in gemmazione, pseudoife o miceti sono visibili alla preparazione a fresco, specialmente con idrossido di potassio. La diagnosi di certezza è posta con coltura del tampone vaginale, che tuttavia non è sempre indicata in caso di quadro clinico tipico e positività alla microscopia.
Invece, la Chlamydia Trachomatis, un batterio gram-negativo, presenta 18 sierotipi immunologicamente definiti:
- A, B, Ba e C che provocano tracoma;
- da D a K che causano malattie a trasmissione sessuale localizzate alla superficie mucosa;
- L1, L2, e L3 che determinano malattie a trasmissione sessuale e provocano la malattia invasiva dei linfonodi (linfogranuloma venereo).
Tali quadri non sono compatibili con la sintomatologia presentata dalla paziente (risposta B errata).
Al contrario, l’infezione da Herpes simplex, una malattia infettiva e contagiosa, può colpire i genitali, le natiche o la zona anale; inoltre, nelle donne le vescicole possono svilupparsi anche all'interno della vagina, sulla cervice uterina e nell'uretra con ingrossamento dei linfonodi inguinali (risposta C errata). All’opposto, la maggior parte delle forme di HPV determina la formazione di lesioni benigne come verruche, condilomi e papillomi. Tuttavia, alcuni ceppi sono responsabili di lesioni pre-maligne che si localizzano principalmente nella mucosa delle vie respiratorie superiori e a livello dei genitali maschili e femminili. Alcuni ceppi ben definiti dell’HPV sono stati identificati come responsabili del cancro della cervice uterina; in particolare l’HPV 16 ed il 18 vengono ritenuti ad alto rischio per l’evoluzione neoplastica maligna dell’infezione, mentre il 6 e l’11 sono responsabili di circa il 90% dei condilomi (risposta D errata).