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Per emergenza ipertensiva si intende una condizione di ipertensione severa (di grado 3) associata ad HMOD acuto, che essendo spesso potenzialmente fatale richiede un immediato ma scrupoloso intervento volto a ridurre la PA, generalmente mediante terapia per via endovenosa (e.v.). La velocitĂ e lâentita dellâincremento pressorio possono essere rilevanti tanto quanto i valori assoluti di PA raggiunti nel determinare il livello di gravita del danno dâorgano. Le presentazioni tipiche delle emergenze ipertensive comprendono:
⢠Pazienti con ipertensione maligna, caratterizzata da ipertensione severa (generalmente di grado 3) associata ad alterazioni del fundus oculi (essudati a forma di stella e/o papilledema), microangiopatia e coagulazione intravascolare disseminata, oltre ad encefalopatia (nel 15% circa dei casi)400, scompenso cardiaco acuto e peggioramento acuto della funzione renale. Il segno tipico di questa condizione e la presenza di necrosi fibrinoide delle piccole arterie a livello renale, retinico e cerebrale. Il termine âmalignaâ sta ad indicare la prognosi infausta di questa condizione qualora non venga trattata.
⢠Pazienti con ipertensione severa associata ad altre condizioni cliniche per le quali verosimilmente si rendenecessario conseguire dâurgenza una riduzione della PA,come nel caso di dissecazione acuta dellâaorta, ischemiamiocardica acuta e scompenso cardiaco acuto.
⢠Pazienti con un improvviso marcato innalzamento dei valori pressori dovuto a feocromocitoma, associatoa danno dâorgano.
⢠Donne in gravidanza con ipertensione severa o preeclampsia
I sintomi piu comuni delle emergenze ipertensive varianoin funzione degli organi colpiti ma possono comprendere cefalea,disturbi visivi, dolore toracico, dispnea, vertigini e altrideficit neurologici. Nei pazienti con encefalopatia ipertensiva,uno stato di sonnolenza o apatia, crisi tonico-cloniche edepisodi di cecita corticale possono precedere la perdita di coscienza;i deficit neurologici focali sono invece rari e devonoindurre il sospetto di ictus.
Lâoccorrenza di ictus acuto, in particolare di emorragiaintracerebrale, in concomitanza di ipertensione severa e stataspesso contrassegnata come emergenza ipertensiva, ma attualmenteviene raccomandato un approccio piu cauto, prevedendouna riduzione meno aggressiva della PA in questocontesto.
Anche lâespressione âurgenza ipertensivaâ e stata utilizzataper descrivere una condizione di ipertensione severa inquei pazienti che, giunti in pronto soccorso, non presentanoevidenze cliniche di HMOD acuto. In questi pazienti, che generalmente non necessitano di ricovero, deve essere conseguita una riduzione della PA mediante terapia orale da instaurare sulla base dellâalgoritmo di trattamento farmacologico illustrato nella Figura 4 e dovra essere effettuato un controllo ambulatoriale urgente per assicurarsi che i valori pressori si stiano normalizzando.
In alcuni casi, lâinnalzamento improvviso e marcato della PA puo essere indotto dallâassunzione di simpaticomimetici come le amfetamine o la cocaina, determinando unâemergenza ipertensiva quando si riscontri HMOD acuto.
Eâ da sottolineare che molti pazienti che giungono in pronto soccorso per dolore acuto o distress possono manifestare unâelevazione improvvisa dei valori pressori che, una volta che sia stato alleviato il dolore o il distress, rientrano nella normalita, non necessitando quindi di particolari interventi.
Nella Tabella 30 e riportato il workup diagnostico per ipazienti con sospetta emergenza ipertensiva.
Tabella 27.Incidenza e cause tipiche di ipertensione secondaria per fasce di etĂ .
Tabella 28.Farmaci e altre sostanze che possono provocare un incremento dei valori pressori.
Farmaco/sostanza
Contraccettivi orali
In particolare a base di estrogeni; provocano ipertensione nel 5% circa delle donne, generalmente lieve ma anche severa
Pillole dimagranti
Per esempio, fenilpropanolamina e sibutramina
Decongestionanti nasali
Per esempio, fenilefrina cloridrato e nafazolina cloridrato
Stimolanti
Amfetamina, cocaina ed ectasy; generalmente queste sostanze provocano ipertensione acuta piuttosto che cronica
Liquirizia
lâabuso cronico di liquirizia simula una condizione di iperaldosternismo mediante la stimolazione del recettore dei mineralcorticoidi e lâinibizione del metabolismo del cortisolo
Immunosoppressori
Per esempio, ciclosporina A (il tacrolimus ha un minor effetto pressorio mentre la rapamicina non ha praticamente alcun effetto pressorio) e farmaci steroidei (es. corticosteroidi e idrocortisone)
Terapie antiangiogeniche
I farmaci ad attivitĂ antiangiogenica come gli inibitori del VEGF (es. bevacizumab), gli inibitori della tirosinchinasi (es. sunitinib) e il sorafenib si sono rivelati in grado di determinare un aumento della PA
Altri farmaci o sostanze che possono indurre un aumento della PA
Steroidi anabolizzanti, eritropoietina, farmaci antinfiammatori non steroidei e preparati a base di erbe (es. efedra ed efedrina)
PA, pressione arteriosa; VEGF, fattore di crescita endoteliale vascolare.
Tabella 29. Rare cause genetiche di ipertensione secondaria.
Condizione
Fenotipo
Meccanismi ed effetti
Sindrome di Liddle
Ipokaliemia, alcalosi metabolica, ridotta PRA o PRC, ridotta PAC
IperattivitĂ dei canali ENaC a livello del tubulo renale: risponde al trattamento con amiloride
Eccesso apparente di mineralcorticoidi
Ipokaliemia, alcalosi metabolica, ridotta PRA o PRC, ridotta PAC
Ridotta attivitĂ dellâisoenzima della 11β-deidrogenasi di tipo 2
Sindrome di Gordon
Ipokaliemia, acidosi metabolica, ridotta PRA o PRC, ridotta PAC
IperattivitĂ del co-trasportatore sodio-cloruro
Sindrome di Geller
Ipertensione gestazionale, ridotta PRA o PRC, ridotta PAC
Effetto antagonista del progesterone sul recettore dei mineralcorticoidi
Iperaldosteronismo glucocorticoidocorreggibile
Ipokaliemia, alcalosi metabolica, ridotta PRA o PRC e aumentata PAC
Presenza del gene chimerico CYP11β1/CYP11β2: risponde al trattamento con glucocorticoidi
ENaC, canale epiteliale del sodio; PAC, concentrazione plasmatica di aldosterone; PRA, attivitĂ reninica plasmatica; PRC, concentrazione plasmatica di renina.
Gestione in acuto delle emergenze ipertensive
Fatta eccezione per una drastica riduzione della PA in caso di ictus, non ci sono RCT che abbiano valutato differenti strategie di trattamento nelle emergenze ipertensive. Le principali considerazioni nel definire la strategia terapeutica sono le seguenti:
1. Identificare gli organi colpiti, verificare se siano necessari altri interventi oltre alla riduzione dei valori pressori e se possa esservi una causa precipitante alla base dellâinnalzamento improvviso della PA che possa influire sul programma di trattamento (es. gravidanza).
2. Stabilire la tempistica e lâentita della riduzione pressoria necessaria da essere conseguita in sicurezza.
3. Stabilire il tipo di trattamento antipertensivo richiesto. Relativamente alla terapia farmacologica, nelle emergenze ipertensive il trattamento ideale consiste nella somministrazione e.v. di farmaci a breve emivita in maniera da permettere unâaccurata titolazione e susseguente valutazione della risposta pressoria in unita subintensiva presso strutture attrezzate per il monitoraggio emodinamico continuo.
Il trattamento farmacologico raccomandato nelle emergenze ipertensive e riportato nella Tabella 31, mentre nella Tabella 32 viene fornito un piu ampio range di possibili farmaci da utilizzare398. Non e raccomandato di ridurre troppo rapidamente i valori pressori in quanto questo puo determinare lâinsorgenza di complicanze.
Nella maggior parte delle emergenze ipertensive e raccomandata la somministrazione e.v. della terapia farmacologica, ma in alcuni casi di ipertensione maligna la terapia orale con ACE-inibitori, ARB o betabloccanti e molto efficace, in quanto lâischemia renale provoca lâattivazione del sistema della renina. Tuttavia, la terapia iniziale deve essere instaurata a basse dosi poiche questi pazienti possono essere particolarmente sensibili a tali agenti e il trattamento deve essere somministrato presso la struttura ospedaliera. Per una trattazione piu estesa sulla gestione clinica delle emergenze ipertensive si rimanda alla voce bibliografica.
Tabella 30.Workup diagnostico nei pazienti con sospetta emergenza ipertensiva.
Test comuni per tutte le potenziali cause
Fundoscopia, esame cruciale del workup diagnostico
ECG a 12 derivazioni
Emoglobina, conta piastrinica, fibrinogeno
Creatinina, eGFR, elettroliti, LDH, aptoglobina
Rapporto albumina/creatinina nelle urine, ematuria microscopica, leucociti, depositi
Test di gravidanza nelle donne in etĂ fertile
Test specifici in base allâindicazione
Troponina, CK-MB (in caso di sospetto coinvolgimento cardiaco, es. dolore toracico acuto o scompenso cardiaco acuto) e NT-proBNP
Per quanto negli ultimi decenni si sia assistito ad un netto miglioramento della sopravvivenza dei pazienti con emergenze ipertensive407, tali pazienti rimangono comunque ad ipertenalto rischio e devono essere sottoposti a screening per lâipertensione secondaria (v. sezione 8.2). Dopo la dimissione ospedaliera, una volta che sia stato raggiunto un livello stabile e sicuro di PA con la terapia orale, si raccomanda di effettuare almeno una volta al mese una visita specialistica fino a quando non sara conseguito il target pressorio ottimale, prevedendo successivamente un follow-up specialistico a lungo termine.
Tabella 31.Emergenze ipertensive che richiedono unâimmediata riduzione dei valori pressori mediante terapia farmacologica per via endovenosa
Presentazione clinica
Tempistica e target di riduzione pressoria
Trattamento di prima linea
Trattamento alternativo
Ipertensione maligna associata o meno ad insufficienza renale acuta
Alcune ore Riduzione della PAM del 20-25%
Labetalolo Nicardipina
Nitroprussiato Urapidil
Encefalopatia ipertensiva
Riduzione immediata della PAM del 20-25%
Labetalolo, nicardipina
Nitroprussiato
Evento coronarico acuto
Riduzione immediata della PAS a <140 mmHg
Nitroglicerina, labetalolo
Urapidil
Edema polmonare acuto cardiogeno
Riduzione immediata della PAS a <140 mmHg
Nitroprussiato o nitroglicerina (con diuretico dellâansa)
Urapidil (con diuretico dellâansa)
Dissecazione acuta dellâaorta
Riduzione immediata della PAS a <120 mmHg e della frequenza cardiaca a <60 b/min
Esmololo e nitroprussiato o nitroglicerina o nicardipina
Labetalolo o metoprololo
Eclampsia e preeclampsia severa/HELLP
Riduzione immediata della PAS a <160 mmHg e della PAD a <105 mmHg
Tabella 32. Tipo di farmaco, dosaggio e caratteristiche per il trattamento delle emergenze ipertensive.
Farmaco
Esordio dâazione
Durata dâazione
Dosaggio
Controindicazioni
Effetti avversi
Esmololo
1-2 min
10-30 min
0.5-1 mg/kg in bolo; 50-300 mg/kg/min in infusione continua
Blocco AV di secondo o terzo grado, insufficienza cardiaca sistolica, asma, bradicardia
Bradicardia
Metoprololo
1-2 min
5-8 h
15 mg e.v., generalmente in somministrazioni ripetute di 5 mg e.v. ogni 5 min
Blocco AV di secondo o terzo grado, insufficienza cardiaca sistolica, asma, bradicardia
Bradicardia
Labetalolo
5-10 min
3-6 h
0.25-0.5 mg/kg; 2-4 mg/min fino al raggiungimento del target di PA, poi 5-20 mg/h
Blocco AV di secondo o terzo grado, insufficienza cardiaca sistolica, asma, bradicardia
Broncocostrizione, bradicardia fetale
Fenoldopam
5-15 min
30-60 min
0.1 Îźg/kg/min, con incrementi ogni 15 min fino al raggiungimento del target di PA
Cautela in caso di glaucoma
Clevidipina
2-3 min
5-15 min
2 mg/h, con incrementi di 2 mg/h ogni 2 min fino al raggiungimento del target di PA
Cefalea, tachicardia riflessa
Nicardipina
5-15 min
30-40 min
5-15 mg/h in infusione continua, dose iniziale di 5 mg/h, con incrementi di 2.5 mg ogni 15-30 min fino al raggiungimento del target di PA, poi ridurre a 3 mg/h
Insufficienza epatica
Cefalea, tachicardia riflessa
Nitroglicerina
1-5 min
3-5 min
5-200 mg/min, con incrementi di 5 mg/min ogni 5 min
Cefalea, tachicardia riflessa
Nitroprussiato
Immediata
1-2 min
0.3-10 mg/kg/min, con incrementi di 0.5 mg/kg/min ogni 5 min fino al raggiungimento del target di PA
Insufficienza epatica/renale (relativa)
Intossicazione da cianidi
Enalaprilat
5-15 min
4-6 h
0.62-1.25 mg e.v.
Storia di angioedema
Urapidil
3-5 min
4-6 h
12.5-25 mg in volo; 5-40 mg/h in infusione continua
Clonidina
30 min
4-6 h
150-300 Îźg e.v. in 5-10 min
Sedazione, effetto rebound alla sospensione
Fentolamina
1-2 min
10-30 min
0.5-1 mg/kg in bolo o 50-300 Îźg/kg/min in infusione continua
Tachiaritmie, dolore toracico
AV, atrioventricolare; e.v., per via endovenosa; PA, pressione arteriosa.