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1 di 64 Domande

Durante la tecnica di iniezione intradermica devi inserire l'ago con un'angolatura...














La risposta corretta è la E
Durante la tecnica di iniezione intradermica, l'ago deve essere inserito con un'angolatura compresa fra 10 e 15 gradi. Questa tecnica specifica viene impiegata per iniettare una piccola quantità di sostanza immediatamente sotto la superficie della pelle, creando una bollicina o un'area rialzata. La corretta angolazione tra 10 e 15 gradi è essenziale per assicurare che il farmaco sia correttamente depositato nello strato intradermico della pelle, che si trova al di sopra dello strato più profondo chiamato derma e al di sotto dello strato esterno, l'epidermide. La scelta di questa angolazione garantisce non solo l'efficacia della somministrazione del farmaco ma anche la minimizzazione del disagio per il paziente. L'obiettivo è di introdurre il farmaco esattamente nell'area dove può produrre l'effetto desiderato senza danneggiare tessuti più profondi. Questo è particolarmente importante in test come la tubercolina o nei trattamenti per alcune allergie, dove la precisione dell'iniezione può influenzare l'esito del test o l'efficacia del trattamento. In sintesi, l'angolatura di iniezione tra 10 e 15 gradi per le iniezioni intradermiche è fondamentale per la corretta somministrazione del farmaco, assicurando che la sostanza sia depositata nell'area desiderata con il massimo comfort per il paziente e l'efficacia terapeutica ottimale.

2 di 64 Domande

Un paziente ha in corso un'infusione con farmaci anticoagulanti; l'infermiere controlla periodicamente alcuni parametri anti-coagulativi ed osserva i segni di un eventuale sanguinamento. Si tratta di:














La risposta corretta è la C
Un paziente ha in corso un'infusione con farmaci anticoagulanti, e l'infermiere controlla periodicamente alcuni parametri anti-coagulativi ed osserva i segni di un eventuale sanguinamento, identificato come un problema collaborativo. Questo perché un problema collaborativo richiede sia l'expertise infermieristica sia quella medica per essere affrontato efficacemente; in questo caso, la gestione dei farmaci anticoagulanti e il monitoraggio dei parametri rientrano in questo schema, poiché richiedono conoscenze mediche per la prescrizione e specialistiche infermieristiche per il monitoraggio e l'identificazione di eventuali segni di allarme come sanguinamenti. La gestione dei farmaci anticoagulanti necessita un'attenta sorveglianza dei parametri emocoagulativi per evitare sia stati di coagulazione insufficiente che eccessiva, prevendo principalmente il rischio di sanguinamento come uno degli effetti collaterali più critici. Gli anticoagulanti, come il Warfarin o gli inibitori diretti del fattore Xa, offrono benefici terapeutici indispensabili nel prevenire la trombosi, ma senza un'adeguata monitorizzazione possono determinare gravi complicanze emorragiche. È pertanto essenziale un continuo monitoraggio, che comprenda tanto la valutazione laboratoristica quanto l'osservazione diretta del paziente per segni di emorragia, come la comparsa di ecchimosi, sanguinamenti delle mucose o ematuria, che necessitano di un intervento medico immediato per prevenire conseguenze più serie. La stretta collaborazione interprofessionale è dunque cruciale per equilibrare efficacemente i benefici della terapia anticoagulante con i suoi potenziali rischi.

3 di 64 Domande

In caso di legionella, e per scongiurarne la diffusione, l'acqua potabile deve essere mantenuta:














La risposta corretta è la B
Nell'affrontare la legionella e per prevenire la sua diffusione, è necessario che la temperatura dell'acqua fredda sia mantenuta al di sotto dei 20 °C e quella dell'acqua calda superiore ai 60 °C. Questo controllo delle temperature è essenziale perché la Legionella è un batterio che si sviluppa prevalentemente in ambienti acquatici, trovando nelle temperature intermedie (20 °C-50 °C) le condizioni ideali per la sua riproduzione. Un'elevata temperatura dell'acqua calda (oltre 60 °C) ha un effetto letale sui batteri, eliminandoli, mentre mantenere l'acqua fredda sotto i 20 °C riduce notevolamente la loro capacità di proliferare. Queste misure sono fondamentali in sistemi idrici come quelli domestici o nelle strutture ricettive, dove l'acqua stazionaria a temperature favorevoli può diventare un focolaio per la diffusione della legionellosi, una malattia polmonare acuta che può essere grave. La legionellosi può manifestarsi in due forme: la malattia del legionario, una forma di polmonite con febbre alta, e la febbre di Pontiac, una forma più lieve che non comporta polmonite. Entrambe sono trattabili con antibiotici, ma la prevenzione attraverso il controllo delle temperature è una strategia chiave per limitare i rischi associati a questa infezione.

4 di 64 Domande

Qualora, ai sensi dell'art. 8 del Codice deontologico del 2009, vi fosse e persistesse una richiesta di attivita' in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, l'infermiere si avvale:














La risposta corretta è la C
In base all'art. 8 del Codice deontologico del 2009, se un infermiere si trovasse davanti a una richiesta di attività in contrasto con l'etica professionale o i propri valori, può avvalersi della clausola di coscienza. Questo significa che l'infermiere ha il diritto di rifiutare di compiere atti professionali che contravvengano alla propria integrità morale, preservando così sia l'etica personale che quella professionale. Tale scelta è protetta a livello normativo, sottolineando l'importanza dell'adeguamento alle norme etiche oltre che a quelle legali.

5 di 64 Domande

In quale lobo si collocano i centri per la visione?














La risposta corretta è la C
I centri per la visione si collocano nel lobo occipitale. La correttezza di questa risposta risiede nella localizzazione della corteccia visiva primaria che si occupa dell'elaborazione delle informazioni visive elaborate dagli occhi. Il lobo occipitale, situato nella parte posteriore del cervello, è essenziale per l'interpretazione delle immagini e contribuisce alla percezione di profondità , distanza, e riconoscimento dei colori. Le informazioni visive raggiungono il lobo occipitale attraverso il nervo ottico. Una volta processate, queste informazioni vengono trasmesse ad altre aree del cervello per ulteriori elaborazioni. Disturbi o danni al lobo occipitale possono portare a varie anomalie nella vista, come la perdita della vista in aree specifiche del campo visivo (chiamate scotomi), difficoltà nella percezione dei colori, o disturbi nella percezione spaziale. Pertanto, il ruolo del lobo occipitale nella visione è fondamentale per la nostra capacità di interpretare e interagire con il mondo visivo intorno a noi.

6 di 64 Domande

In merito al trattamento dei dati dei propri assistiti, quali indicazioni fornisce il codice deontologico degli infermieri?














La risposta corretta è la D
Il codice deontologico degli infermieri stabilisce che l'infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento dei dati relativi all'assistito. Questa indicazione mette in evidenza l'importanza della privacy e della discrezione nel trattare le informazioni sanitarie dei pazienti. La riservatezza dei dati e la loro corretta gestione sono principi fondamentali nella sanità per proteggere la dignità e la privacy del paziente. È essenziale che tali dati vengano trattati con il massimo livello di sicurezza e riservatezza, seguendo protocolli precisi per la collezione, l'archiviazione e la trasmissione delle informazioni. Questo approccio garantisce l'integrità e la protezione dalle violazioni dei dati personali del paziente, rispecchiando i principi etici e legali che regolano la professione infermieristica. La tutela della riservatezza contribuisce alla costruzione di un rapporto di fiducia tra l'assistito e l'infermiere, elemento cruciale per un efficace percorso di cura e assistenza.

7 di 64 Domande

Prima dell'intervento chirurgico la pulizia dell'intestino:














La risposta corretta è la D
La pulizia dell'intestino prima dell'intervento chirurgico è da effettuare solo se richiesto dalla specifica procedura chirurgica. Questo approccio si basa sulla necessità di ridurre al minimo il rischio di infezioni post-operatorie e migliorare la visibilità durante l'intervento. La preparazione intestinale consiste nella rimozione delle feci dall'intestino, generalmente attraverso l'uso di lassativi o clisteri. Questo processo è particolarmente importante per interventi che implicano l'accesso diretto all'intestino o zone circostanti, in quanto un intestino pulito riduce il rischio di contaminazione da materiale fecale. Infatti, per alcuni tipi di chirurgia, come quelle colorettali, la pulizia intestinale può essere cruciale per diminuire le possibilità di infezioni post-operatorie. La decisione di eseguire una preparazione intestinale dipende dal tipo di operazione pianificata, dalla parte dell'intestino interessata e dalle specifiche raccomandazioni del chirurgo. Non tutti gli interventi necessitano di questa preparazione; per esempio, operazioni fuori dall'area addominale o procedure che non comportano l'apertura dell'intestino potrebbero non richiederla. La pulizia intestinale deve quindi essere considerata un procedimento selettivo, mirato e basato sulla valutazione dei rischi e dei benefici specifici del caso in esame.

8 di 64 Domande

COSA SI INTENDE PER "DIAGNOSI INFERMIERISTICA" ?














La risposta corretta è la B
La "diagnosi infermieristica" si riferisce all'enunciazione di un problema relativo a un paziente e delle possibili motivazioni. La diagnosi infermieristica è un elemento cruciale nel processo di cura, ponendo le basi per la scelta delle strategie di intervento più adatte ai bisogni del paziente. La diagnosi infermieristica è diversa da una diagnosi medica poiché si concentra più sulle risposte del paziente a una condizione o a un processo di vita che non sulla condizione stessa diagnosticata da un medico. In tal modo, si occupa degli aspetti che rientrano nell'ambito autonomo dell'assistenza infermieristica, quali la gestione dei sintomi, la promozione della salute e la prevenzione delle malattie. Attraverso questo approccio, l'infermiere valuta il paziente in maniera olistica, prendendo in considerazione non solo gli aspetti fisici ma anche quelli emotivi, sociali e spirituali. Questa valutazione approfondita permette di identificare le risorse del paziente e i fattori che possono influire sul suo benessere, puntando a supportare la persona in un percorso di cura personalizzato che miri al raggiungimento dei migliori esiti possibili.

9 di 64 Domande

Quali sono le caratteristiche del reato di "Omicidio colposo"?














La risposta corretta è la A
L'omicidio colposo è caratterizzato dall'essere non intenzionale e causato da negligenza, imperizia o imprudenza. Ciò significa che la persona che lo commette non ha intenzione di uccidere, ma il decesso avviene come risultato di un comportamento che non rispetta la dovuta cautela o competenza richiesta in una determinata situazione. Questa definizione sottolinea la distinzione importante tra l'agire con intenzionalità di arrecare danno e l'agire in modo irresponsabile o inadeguato, che porta comunque a conseguenze fatali. L'elemento chiave qui è la mancanza di intenzionalità di uccidere, unita però ad una condotta scorretta o negligente che, pur non mirando alla morte, la provoca. Questa spiegazione evidenzia l'importanza del rispetto degli standard di comportamento e precauzione in tutte le attività , poiché la loro violazione può avere esiti gravemente dannosi e irreversibili, come nella tragica eventualità di un decesso. La natura non intenzionale dell'omicidio colposo sottolinea inoltre la necessità di valutare la condotta dell'individuo alla luce delle conoscenze, delle abilità richieste, e delle circostanze, per determinare la presenza di negligenza, imprudenza o imperizia.

10 di 64 Domande

Le vertebre toraciche ammontano a:














La risposta corretta è la B
Le vertebre toraciche ammontano a 12. Questa classificazione è fondata sulla struttura anatomica della colonna vertebrale umana, che è suddivisa in diverse regioni: cervicale, toracica, lombare, sacrale e coccigea. La regione toracica, in particolare, comprende 12 vertebre numerate da T1 a T12. Queste vertebre sono responsabili della formazione della parte centrale della schiena e svolgono un ruolo cruciale nel sostegno del torace, consentendo l'attacco delle costole e partecipando alla protezione degli organi vitali situati nella cavità toracica. Ogni vertebra toracica è caratterizzata da particolari elementi anatomici che permettono il riconoscimento e la distinzione rispetto alle vertebre appartenenti alle altre regioni della colonna. Un approfondimento della loro struttura e funzione contribuisce alla comprensione del loro ruolo essenziale nel sostegno e nella protezione del corpo umano, oltre che nella mobilità e nella flessibilità della colonna vertebrale.

11 di 64 Domande

Quale effetto ha l'adrenalina sulla glicemia?














La risposta corretta è la C
L'adrenalina aumenta la glicemia. Questa risposta è corretta poiché l'adrenalina, un ormone prodotto principalmente dalle ghiandole surrenali, ha un impatto significativo sul metabolismo del glucosio nel corpo. Quando l'adrenalina viene rilasciata, essa provoca una serie di reazioni biochimiche che portano all'aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Il meccanismo alla base di questo fenomeno include la stimolazione della glucogenolisi, ovvero la trasformazione del glicogeno in glucosio nel fegato e nei muscoli, e l'inibizione della captazione di glucosio da parte dei tessuti. Inoltre, l'adrenalina può aumentare la glicogenolisi e la gluconeogenesi - la sintesi di glucosio da composti non-carboidrati - nel fegato, contribuendo ulteriormente all'aumento della glicemia. Questo effetto è particolarmente evidente durante situazioni di stress, in cui l'organismo ha bisogno di energie supplementari per affrontare le circostanze. L'aumento della glicemia sotto l'effetto dell'adrenalina consente quindi di soddisfare la maggiore domanda di energia, preparando il corpo a reagire efficacemente alle situazioni di emergenza.

12 di 64 Domande

Quale delle seguenti e' una "Sanzione disciplinare di minore gravita'"?














La risposta corretta è la E
Tra le sanzioni disciplinari elencate, il rimprovero scritto (censura) è considerata una sanzione di minore gravità . Questo type di sanzione è comunemente utilizzata in ambienti lavorativi e accademici come forma iniziale di penalità per infrazioni o comportamenti non adeguati, segnalando al destinatario che il suo comportamento è stato inappropriato ma non richiede misure più severe come la sospensione. Questa forma di sanzione mira a correggere il comportamento senza impattare significativamente la vita professionale o accademica dell'individuo, dando spazio per miglioramenti e rimedi senza conseguenze dirette sulla stabilità lavorativa o finanziaria, a differenza delle sospensioni con privazione della retribuzione che hanno un impatto diretto e significativo sulla situazione finanziaria e professionale dell'individuo, segnando un approccio più severo a comportamenti ritenuti inaccettabili.

13 di 64 Domande

L'aspirazione endotracheale:














La risposta corretta è la A
L'aspirazione endotracheale non deve durare più di 10 -15 secondi per non provocare effetti collaterali. Questa pratica clinica è essenziale nella gestione delle vie aeree per rimuovere secrezioni espettorate, sangue, o altri ostacoli fisici alla respirazione. Un'eccessiva durata dell'aspirazione può causare danni fisici diretti alle mucose, può diminuire l'ossigenazione causando ipossia, e in alcuni casi può portare a aritmie o altri effetti collaterali cardiovascolari. La corretta esecuzione dell'aspirazione richiede quindi un equilibrio per minimizzare questi rischi, assicurando nel contempo la rimozione efficace delle secrezioni per mantenere aperte le vie aeree del paziente. Limitare la durata dell'aspirazione a 10-15 secondi aiuta a ridurre le probabilità di danneggiamenti tissutali, diminuzione dell'ossigeno nel sangue e evita possibili conseguenze negative sulla salute del cuore, confermando l'importanza di aderire a questa pratica per la sicurezza del paziente.

14 di 64 Domande

Cosa si deve utilizzare per la disinfezione di una ferita sporca di terra dopo una caduta rovinosa?














La risposta corretta è la E
La disinfezione di una ferita sporca di terra seguita da una caduta richiede l'utilizzo di acqua ossigenata. Questa raccomandazione si basa sulle proprietà dell'acqua ossigenata di agire efficacemente contro una varietà di microrganismi, inclusi batteri, virus, spore e funghi. L'acqua ossigenata, a concentrazioni appropriate, ha la capacità di rilasciare ossigeno molecolare quando entra in contatto con il tessuto, il che facilita l'eliminazione di detriti e materiali estranei dalla ferita, pur avendo un'azione antibatterica. La patologia da considerare in questa circostanza è una ferita contaminata, la quale, se non adeguatamente trattata, può portare a infezioni. La contaminazione può derivare da vari microrganismi presenti nel suolo che entrano in contatto con la ferita aperta. Una gestione appropriata della forma e della prevenzione dell'infezione è cruciale nelle prime fasi della cura delle ferite. L'acqua ossigenata svolge qui un doppio ruolo, sia nella pulizia superficiale, rimuovendo fisicamente sporco e detriti, sia attraverso la sua azione antimicrobica, riducendo il rischio di infezione. Questo approach si allinea con le prassi per la gestione e il trattamento di ferite nelle prime fasi, in cui la pulizia è un passo fondamentale per promuovere la guarigione e prevenire infezioni secondarie. Benché l'acqua ossigenata possa essere utile in questo scenario, è cruciale seguirne l'uso appropriato e considerare la consultazione medica per valutare la necessità di ulteriori cure.

15 di 64 Domande

Quale teorica del nursing definisce "la cura di sé come bisogno umano"?














La risposta corretta è la B
Jean Watson definisce "la cura di sé come bisogno umano". La teoria di Watson pone al centro della professione infermieristica la cura, vista come un elemento fondamentale e distintivo. Secondo Watson, l'assistenza infermieristica deve fondarsi su una relazione di aiuto e cura che promuova la salute, la guarigione e la dignità della persona assistita, considerando ognuno nella sua totalità di mente, corpo e spirito. La teoria enfatizza l'importanza del rapporto umano tra infermiere e paziente e propone l'utilizzo della 'Caritas', che incoraggia l'approccio professionale verso l'assistito con amore e compassione piuttosto che come un semplice compito da svolgere. Questa teoria si basa sull'idea che la cura autentica consente alle persone di raggiungere livelli più elevati di armonia spirituale e mentale, essenziale per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie. Infatti, incoraggiando le migliori pratiche di cura di sé , si assiste ad un miglioramento della qualità della vita degli individui. Watson ritiene che ogni persona abbia bisogno di amore, cura e presenza genuina nel suo percorso di guarigione, rendendo questi elementi centrali nella pratica infermieristica odierna. Il contributo di Jean Watson alla professione infermieristica rimane quindi cruciale per l'approccio olistico alla cura, valorizzando gli aspetti emotivi e spirituali dell'essere umano nel processo di guarigione.

16 di 64 Domande

In un paziente che ha subito un intervento chirurgico, con quali delle seguenti pratiche si riduce il rischio di tromboembolie ?














La risposta corretta è la C
La pratica di fare alzare precocemente il paziente dal letto e fargli praticare esercizi agli arti inferiori è riconosciuta per ridurre il rischio di tromboembolie in un paziente post-chirurgico. Questa misura è fondamentale perché migliora la circolazione sanguigna e previene la stasi venosa, un fattore di rischio significativo per la formazione di trombi. Le tromboembolie, tra cui la trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare, sono serie complicazioni che possono manifestarsi dopo un intervento chirurgico, soprattutto nelle persone a riposo prolungato. La mobilitazione precoce aiuta a stimolare il flusso sanguigno nelle gambe, riducendo così il rischio di formazione di coaguli. Far eseguire al paziente esercizi mirati agli arti inferiori contribuisce ulteriormente a questo beneficio, essendo un modo efficace per promuovere una buona circolazione. Infatti, attraverso il movimento, si attiva la "pompa muscolare" che esercita una pressione sui vasi sanguigni, favorisce il ritorno venoso e diminuisce la probabilità di stasi sanguigna che può condurre alla formazione di trombi. La pratica di alzare i pazienti dal letto il prima possibile post-chirurgia e incoraggiarli a muoversi è dunque strettamente collegata alla prevenzione delle tromboembolie venose, una patologia che può avere esiti fatali se non adeguatamente gestita.

17 di 64 Domande

In quale situazione si fa ricorso alla manovra di Heimlich?














La risposta corretta è la B
La manovra di Heimlich viene utilizzata in caso di ostruzione delle vie aeree. Questa manovra è cruciale per salvare vite in situazioni dove un corpo estraneo blocca le vie aeree, rendendo difficile o impossibile la respirazione. Quando un oggetto solido, come cibo o un piccolo oggetto, si incastra nelle vie aeree, l'apporto di aria ai polmoni può essere interrotto, causando asfissia. L'ostruzione delle vie aeree superiore può essere fatale se non trattata rapidamente. La teoria alla base della manovra di Heimlich consiste nell'utilizzare una rapida pressione addominale verso l'alto per creare un flusso d'aria forzato attraverso la trachea, che dovrebbe espellere l'oggetto e liberare così le vie respiratorie. Questo immediato intervento può salvare la vita di una persona soffocante prima dell'arrivo dei soccorsi professionali. Questa manovra, vista la sua importanza e efficacia, rientra nei protocolli di primo soccorso ed è una conoscenza fondamentale per chiunque. La corretta esecuzione e la pronta risposta sono essenziali per prevenire danni maggiori o conseguenze fatali dovute all'ostruzione delle vie aeree.

18 di 64 Domande

Indica quale tra i seguenti ritmi biologici non esiste.














La risposta corretta è la E
Il ritmo biologico che non esiste è il "Paradiano". I ritmi circadiani, ultradiani e infradiani sono tutti riconosciuti per regolare diversi aspetti della fisiologia e del comportamento negli esseri viventi in base a varie scale temporali. Il ritmo circadiano, ad esempio, regola il ciclo sonno-veglia seguendo un intervallo di circa 24 ore. Gli infradiani si riferiscono a cicli con periodi più lunghi di un giorno, come il ciclo mestruale, mentre gli ultradiani hanno periodi più brevi, come le fasi del sonno durante la notte. Non c'è traccia del ritmo "Paradiano" nella letteratura scientifica e nella documentazione specializzata come standard nei processi fisiologici degli esseri viventi. Questo concetto, quindi, non fa parte dei ritmi biologici studiati e riconosciuti dalla comunità scientifica nel regolare le attività del corpo umano o degli animali in relazione al tempo. Le ricerche e le guide mediche come quelle basate su evidenze e recensioni sistematiche non menzionano un ritmo paradiano all'interno dell'organizzazione dei cicli biologici, confermando che si tratta di un termine non riconosciuto nel campo della biologia e della medicina.

19 di 64 Domande

Indica quale tra i seguenti professionisti e' un laureato in medicina.














La risposta corretta è la C
Lo psichiatra è un laureato in medicina. Questo professionista, a differenza del psicologo clinico o del psicoterapista, possiede una laurea in medicina seguita da specializzazione in psichiatria, che gli consente di diagnosticare e trattare le malattie mentali anche attraverso la prescrizione di farmaci. Questo approccio è fondamentale nel trattamento di patologie come la depressione maggiore, il disturbo bipolare o la schizofrenia, dove la componente biochimica gioca un ruolo cruciale. La capacità dell'psichiatra di combinare terapie mediche con interventi psicologici offre un trattamento integrato che affronta sia gli aspetti biologici sia quelli psicosociali delle malattie mentali, migliorando così le possibilità di recupero del paziente. La formazione in medicina gli permette inoltre di identificare e trattare i disturbi psichiatrici che possono manifestarsi come complicanze di altre malattie fisiche, enfatizzando l'importanza di una visione olistica del paziente.

20 di 64 Domande

Secondo Aristotele, la scienza e' un sapere particolare che conosce .














La risposta corretta è la E
Secondo Aristotele, la scienza è un sapere particolare che conosce il "che cosa, il come, il perché ". Questa risposta è corretta poiché descrive l'approccio aristotelico alla conoscenza scientifica, che mira alla comprensione piena del soggetto di studio. Aristotele sosteneva che la vera scienza dovesse identificare la natura intrinseca delle cose (“ il che cosa” ), comprendere il processo o il modo in cui un fenomeno si manifesta (“ il come” ), e infine spiegare la causa finale o motivo (“ il perché ” ) dietro a tale fenomeno. Questa visione multidimensionale riflette l'ambizione della scienza greca antica di raggiungere una conoscenza completa e profonda della realtà , esaminando both gli aspetti empirici e metafisici dell'esistenza. Con questa definizione, Aristotele ha posto le basi per un approccio sistematico alla conoscenza che va oltre la mera osservazione, cercando di comprendere la realtà in tutti i suoi aspetti interconnessi.

21 di 64 Domande

Cosa si intende per Brachiterapia?














La risposta corretta è la D
La Brachiterapia si riferisce alla radioterapia a contatto o a breve distanza. Questa tecnica di trattamento implica la collocazione precisa di sorgenti di radiazioni molto vicine o all'interno del tessuto bersaglio, permettendo un'erogazione mirata di radiazioni che mira a massimizzare l'effetto sul tumore riducendo l'esposizione dei tessuti sani circostanti. La Brachiterapia è particolarmente efficace per il trattamento di tumori di piccole e medie dimensioni, come quelli localizzati nella prostata, nel collo dell'utero, e nella cute. La tecnica consente un'elevata dose di radiazioni che viene distribuita direttamente all'area di interesse, mantenendo al contempo un basso rischio di danni ai tessuti e organi adiacenti. Il trattamento, che può variare da pochi minuti a diversi giorni, può essere eseguito in inserzione temporanea o con l'utilizzo di sorgenti radioattive permanenti che gradualmente perdono la loro attività nel tempo. La chiave di questa tecnica risiede nella sua precisione e nella capacità di fornire alte dosi di radiazioni mirate, vantaggio significativo rispetto alla radioterapia esterna convenzionale, dove le radiazioni devono viaggiare attraverso il tessuto sano per raggiungere il bersaglio. Questo aspetto rende la Brachiterapia una scelta terapeutica importante, specialmente in tumori in cui è critically salvaguardare la funzionalità degli organi circostanti.

22 di 64 Domande

PRIMA DI EFFETTUARE UNA PARACENTESI E' OPPORTUNO CHE IL PAZIENTE.














La risposta corretta è la D
Prima di effettuare una paracentesi è necessario che il paziente svuoti la vescica. Questa pratica è essenziale per ridurre il rischio di traumi o lesioni alla vescica durante l'intervento. Una paracentesi è una procedura medica che consiste nell'aspirazione del liquido in eccesso accumulate nella cavità addominale (ascite), tipica di diverse condizioni patologiche, tra cui le malattie epatiche avanzate, l'insufficienza cardiaca, disturbi renali, e alcuni tipi di cancro. L'accumulo eccessivo di liquido può causare disagio, difficoltà respiratorie e altri sintomi. Comprendere e seguire accuratamente le indicazioni pre-procedurali è cruciale per la sicurezza e l'efficacia della paracentesi. Svuotare la vescica prima dell'intervento non solo minimizza il rischio di danni accidentali durante la procedura, offrendo un margine di sicurezza, ma consente anche al medico di operare in un'area più definita e controllata, aumentando la precisione dell'intervento e riducendo le possibilità di complicanze. Questi fattori enfatizzano l'importanza del preparo adeguato del paziente prima di sottoporsi a paracentesi.

23 di 64 Domande

Per emottisi si intende














La risposta corretta è la C
Per emottisi si intende l'espettorazione di sangue dalle vie aeree. Questa definizione si allinea correttamente allo sfogo di sangue proiettato all'esterno attraverso la tosse a seguito di una sanguinazione nelle vie respiratorie. L'emottisi, secondo una sintesi delle informazioni trovate, é una condizione che può variare da piccole striature di sangue mischiate con espettorato a grandi volumi di sangue puro. Spesso, l'emottisi è legata a patologie che interessano i polmoni o le vie aeree. Comunemente associata a infezioni (come bronchite o polmonite), disturbi che colpiscono i vasi sanguigni dei polmoni (come l'embolia polmonare o la malattia di Wegener), traumi o tumori. Il sangue viene espulso attraverso la tosse e, a seconda della causa, può essere accompagnato da altri sintomi come febbre, affanno, o dolore toracico. Il trattamento varia in base alla causa e alla gravità dell'emottisi, enfatizzando l'importanza di un'accurata valutazione medica per identificare e trattare la causa sottostante. Questo riepilogo enfatizza che l'emottisi è un sintomo da non sottovalutare, necessitando di attenzione clinica per evitare complicazioni e per una gestione ottimale.

24 di 64 Domande

Quali sono I criteri guida nell'esercizio della professione Infermieristica?














La risposta corretta è la B
I criteri guida nell'esercizio della professione infermieristica sono il Profilo professionale D.M. 739/94, la formazione ricevuta e il Codice Deontologico. La risposta è esatta perché riguarda normative e principi che ogni infermiere deve conoscere e rispettare. Il D.M. 739/94 definisce il profilo professionale dell'infermiere, delineando competenze, capacità e responsabilità . La formazione ricevuta si riferisce agli studi e agli aggiornamenti continui necessari per mantenere un elevato standard di competenza professionale. Infine, il Codice Deontologico rappresenta l'insieme delle norme etiche a cui l'infermiere deve attenersi durante l'esercizio della sua professione. Questi tre elementi insieme formano una base solida per la pratica infermieristica sicura, responsabile e aggiornata, essendo fondamentali per garantire una cura di qualità ai pazienti e un rispetto delle normative vigenti nel settore sanitario.

25 di 64 Domande

Per diagnosi infermieristica s'intende:














La risposta corretta è la E
Per diagnosi infermieristica si intende l'enunciazione di un problema del paziente e le sue motivazioni. Questa definizione sottolinea il ruolo dell'infermiere nel riconoscere e formulare una chiara descrizione della situazione problematica o delle condizioni che richiedono attenzione, oltre che nell'identificare le possibili cause o fattori contribuenti. È un processo critico che permette di impostare interventi mirati e personalizzati per il paziente, basandosi sulle sue esigenze specifiche. La diagnosi infermieristica è un aspetto fondamentale della pratica infermieristica, poiché contribuisce a delineare il quadro clinico del paziente in maniera accurata e dettagliata. Consiste nell'analisi delle informazioni raccolte durante la valutazione iniziale del paziente, integrando dati sia soggettivi (espressi dal paziente) che oggettivi (riscontrati attraverso esame fisico, esami di laboratorio e strumentali). Tale processo di valutazione permette di identificare non solo i sintomi o i segni clinici evidenti, ma anche di comprendere le loro possibili cause e le implicazioni sulla vita del paziente. Identificare correttamente e formulare una diagnosi infermieristica consente così di guidare l'intero processo di cura, assicurando che le azioni intraprese siano concentrate sulle reali necessità del paziente. È un passaggio chiave per promuovere un'assistenza personalizzata e efficace, orientata non solo al trattamento delle patologie, ma anche al miglioramento della qualità di vita del paziente.

26 di 64 Domande

La sindrome da immobilizzazione e' caratterizzata da alterazioni a carico:














La risposta corretta è la E
La sindrome da immobilizzazione è caratterizzata da alterazioni dell'apparato osteoarticolare, dell'apparato respiratorio, della cute. Questa sindrome descrive un insieme di conseguenze negative dovute alla mancanza di movimento e alle posizioni prolungate. L'immobilità può causare problemi multipli tra cui: perdita di massa muscolare e forza (atrofia muscolare), problemi al sistema osteoarticolare come l'osteoporosi o l'articolazione rigida, e può portare alla comparsa di ulcere da pressione sulla cute a causa della ridotta circolazione e della pressione prolungata su determinate parti del corpo. Parallelamente, l'apparato respiratorio può essere compromesso; in posizioni immobili, la capacità polmonare può ridursi favorendo la stagnazione di muco, che a sua volta può aumentare il rischio di infezioni polmonari come la polmonite. La mancanza di movimento compromette la normale fisiologia e funzione di vari sistemi del corpo, mettendo in luce l'importanza dell'attività fisica e del movimento per mantenere l'integrità funzionale di molti sistemi corporei. La prevenzione attraverso il movimento e i cambi di posizione regolari è cruciale per i soggetti a rischio.

27 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


28 di 64 Domande

Qual'e' la complicanza piu' temibile di un trauma addominale?














La risposta corretta è la C
La complicanza più temibile di un trauma addominale è l'emorragia da rottura di vasi e/o di organi. Questo tipo di emorragia può derivare da danni a organi solidi come la milza, il fegato o i reni, nonché da lesioni a grandi vasi sanguigni. Le emorragie gravi possono portare a shock emorragico, condizione in cui la perdita massiva di sangue causa una diminuzione del volume circolante, con conseguenti ipoperfusione tissutale e insufficienza multiorgano. Il trauma addominale può spaziare da lesioni chiuse, dove la pelle rimane intatta, a lesioni aperte con forature o lacerazioni. Le lesioni chiuse possono causare emorragie interne attraverso la rottura di organi o il strappo di vasi sanguigni, mentre la natura immediatamente apparente di una lesione aperta può facilitare un più rapido riconoscimento e intervento. L'identificazione tempestiva delle segni e sintomi di shock emorragico, come, la tachicardia, la pressione arteriosa bassa, e la gotta fredda e umida della pelle, è cruciale in pazienti con emorragie visibili o sospette. Il monitoraggio e il trattamento tempestivi sono fondamentali per prevenire risultati catastrofici, data l'alta mortalità associata alle emorragie non controllate in seguito a trauma addominale. Quindi, l'emorragia interna successiva a trauma addominale richiede rapida valutazione e gestione per minimizzare le conseguenze potenzialmente fatali.

29 di 64 Domande

Una lesione da pressione classificata al IV stadio:














La risposta corretta è la A
Una lesione da pressione classificata al IV stadio presenta necrosi dei tessuti superficiali e profondi. Questo stadio è indicativo di un danno molto grave, dove la lesione ha attraversato non solo la cute ma anche tessuti più profondi, come muscoli e, in alcuni casi, arrivando fino alle ossa. Questa condizione implica una perdita significativa di tessuto, potendo includere necrosi (morte del tessuto) o danni agli strati muscolari e di supporto. In questo scenario, le ferite sono estremamente difficili da curare, richiedendo cure mediche intensive e, a volte, interventi chirurgici per la rimozione del tessuto necrotico o per la riparazione dei danni. Il rischio di infezione è molto alto, e la guarigione può richiedere un tempo considerevole. Le lesioni da pressione dell'IV stadio sono tra le più critiche e richiedono una gestione attenta per prevenire ulteriori complicazioni e promuovere la guarigione. Questo riflette l'importanza della prevenzione e della cura tempestiva delle lesioni da pressione agli stadi iniziali.

30 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

31 di 64 Domande

Cosa vuol dire glabro?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede il significato di "glabro", la cui risposta corretta è C) Privo di peli. Questa affermazione è accurata poiché "glabro" è un termine utilizzato in vari contesti, tra cui la botanica e la descrizione anatomica umana, per indicare la superficie o la parte che non possiede peli. Nella botanica, ad esempio, si può parlare di foglie glabre per indicare che la superficie della foglia è liscia e priva di peluria. Analogamente, in medicina o nella descrizione di caratteristiche fisiche umane, l'attributo "glabro" descrive una parte del corpo senza peli. Questa specificità terminologica serve per offrire una descrizione precisa e scientificamente riconosciuta dello stato di una superficie, evidenziando l'assenza di peluria che può avere implicazioni sia nell'identificazione botanica che nella caratterizzazione di alcune condizioni o tratti fisici umani.

32 di 64 Domande

Tra i fattori associati alla comparsa del piede diabetico che possono essere limitati attraverso un intervento educativo dell'infermiere abbiamo:














La risposta corretta è la A
Tra i fattori associati alla comparsa del piede diabetico che possono essere limitati con un intervento educativo dell'infermiere sono i traumi, i fattori biomeccanici e le condizioni igienico sanitarie. Questi elementi, correttamente gestiti, possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare questa complicanza. Il piede diabetico è una condizione caratterizzata da danni ai nervi e alla circolazione del sangue nelle gambe e nei piedi, che possono portare a infezioni, ulcere e, nei casi più gravi, a necessità di amputazione. Tra i fattori di rischio modificabili che possono contribuire alla comparsa del piede diabetico, troviamo traumi locali e pressioni dovute a fattori biomeccanici inadeguati, come scarpe scomode o mal adattate e una cattiva igiene del piede. Questi rischi possono essere gestiti e ridotti attraverso l'educazione sanitaria fornita dall'infermiere, che include l'importanza di una corretta selezione delle calzature, l'implementazione di tecniche di autoesame dei piedi per riconoscere precocemente segni di alterazioni cutanee o infezioni, e l'applicazione di buone prassi igieniche. Insegnare ai pazienti diabetici come gestire in modo efficace questi fattori contribuisce a prevenire lesioni al piede che possono evolvere in complicazioni più serie. La corretta educazione su queste tematiche è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre la necessità di trattamenti invasivi come l'amputazione.

33 di 64 Domande

Il Collegio IPASVI al quale deve essere iscritto un infermiere che eserciti la professione, e' istituito a livello  nazionale














La risposta corretta è la A
Il Collegio IPASVI, cui un infermiere deve iscriversi per esercitare la professione, è istituito a livello provinciale. Questa struttura assicura una maggiore vicinanza al territorio e ai professionisti, permettendo una migliore gestione e rappresentanza delle esigenze specifiche di ogni area.

34 di 64 Domande

Quali strategie mette in atto l'infermiere per comunicare con un paziente cosciente affetto da afasia motoria?














La risposta corretta è la B
Per comunicare efficacemente con un paziente cosciente affetto da afasia motoria, l'infermiere pone domande chiuse che permettono risposte semplici come "sì " o "no". Questo approccio facilita la comunicazione, riducendo la frustrazione per il paziente, incapace di esprimersi liberamente a causa della patologia che affligge le capacità di produzione del linguaggio. L'afasia motoria, infatti, impatta sulla capacità di parlare e scrivere, rendendo complesse le interazioni basate su comunicazioni aperte o su richieste che necessitano risposte articolate.

35 di 64 Domande

Il codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni allegato al ccnl del comparto sanita' recita, tra le altre cose, che il dipendente pubblico ispira le proprie decisioni ed i propri comportamenti alla cura dell'interesse.














La risposta corretta è la B
Il codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, allegato al CCNL del comparto sanità , stabilisce che il dipendente pubblico deve ispirare decisioni e comportamenti alla cura dell'interesse pubblico affidatogli. Questa disposizione sottolinea l'importanza della responsabilità e dell'etica professionale nell'ambito della pubblica amministrazione, evidenziando l'obbligatorietà per i dipendenti di agire non per interessi personali, privati o dirigenziali, ma sempre a favore dell'interesse collettivo. Questo principio è fondamentale per garantire la corretta gestione e il buon funzionamento dei servizi offerti alla comunità .

36 di 64 Domande

La normativa richiama la responsabilita' dell'infermiere verso il personale di supporto, indicando, per esempio, la necessita' di pianificarne l'intervento. Si puo' parlare di delega nei confronti del personale di supporto da parte dell'infermiere?














La risposta corretta è la D
La normativa non prevede la possibilità di delega nel senso proprio verso il personale di supporto, come l'OSS, da parte dell'infermiere, poiché tra questi e l'OSS non sussiste la stessa competenza professionale. Questo significa che, mentre l'infermiere ha competenze specifiche, derivanti dalla sua formazione e riconosciute legalmente, che gli permettono di svolgere determinati compiti, l'OSS è formato per assistenza di base e non detiene le stesse competenze. Pertanto, sebbene possa essere coinvolto in attività assistenziali, questo avviene sotto la supervisione dell'infermiere e non come trasferimento completo di responsabilità tramite delega.

37 di 64 Domande

Quando si parla di prevalenza di una certa malattia in una popolazione si intende:














La risposta corretta è la A
La prevalenza di una malattia in una popolazione si riferisce al numero di casi della malattia presenti in quella popolazione in un determinato momento. La prevalenza offre una fotografia istantanea del carico di malattia all'interno di una comunità , permettendo di comprendere quanto sia diffusa una patologia. Questo dato è cruciale per pianificare le strategie di salute pubblica e per allocare risorse in modo efficace. Non essendo legata a un nuovo evento ma al totale dei casi, differisce dalla frequenza o incidenza, che invece misura quanti nuovi casi emergono in un certo periodo.

38 di 64 Domande

Quali fra le seguenti e' la corretta definizione di sintomo:














La risposta corretta è la A
La corretta definizione di sintomo è ogni sensazione soggettiva avvertita dal paziente. Questo significa che il sintomo è qualcosa di avvertito internamente dall'individuo, come dolore o mal di testa, che non può essere osservato direttamente da altre persone. È qualcosa di personale e comunicato dal paziente al medico o all'operatore sanitario. Questa definizione differenzia chiaramente il sintomo dai segni, che sono manifestazioni oggettive della malattia e possono essere misurate o osservate esternamente.

39 di 64 Domande

L'obbligo del segreto professionale e' sancito:














La risposta corretta è la A
L'obbligo del segreto professionale è sancito dal codice penale. Questo obbligo costituisce una garanzia legale per la riservatezza delle informazioni acquisite nell'esercizio della professione. È concepito per proteggere la privacy degli individui, evitando che dati sensibili vengano divulgati senza autorizzazione. La violazione di tale obbligo può portare a conseguenze penali per il professionista responsabile della divulgazione non autorizzata delle informazioni riservate.

40 di 64 Domande

Dal punto di vista professionale, essere responsabili significa:














La risposta corretta è la A
Essere responsabili dal punto di vista professionale significa rispondere delle conseguenze delle proprie azioni. Questo comporta assumersi la piena responsabilità sia dei risultati positivi che di quelli negativi derivanti dalle azioni intraprese in ambito lavorativo. Essere responsabili implica un impegno etico e professionale verso se stessi, i colleghi e l'organizzazione per cui si lavora, enfatizzando l'importanza di agire consapevolmente e di essere pronti a gestire le ripercussioni del proprio operato. Questo coinvolgimento attivo è fondamentale per creare un ambiente lavorativo sostenibile e produttivo.

41 di 64 Domande

Quale fra le seguenti soluzioni e' indicata nella detersione di una ferita














La risposta corretta è la A
La detersione di una ferita è indicata tramite l'utilizzo di Sodio Cloruro al 0,9%. Questa soluzione isotonica, comunemente chiamata soluzione fisiologica, è efficace per pulire le ferite poiché rimuove residui e detriti senza danneggiare il tessuto vivente né ostacolare il processo naturale di guarigione. Essa fornisce un ambiente umido ottimale per la riparazione tessutale e riduce il rischio di infezioni. Questo metodo di pulizia è ampiamente adottato per la sua sicurezza, efficacia e per essere ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti.

42 di 64 Domande

Quale norma riconosce all'infermiere la valenza di Professione Sanitaria ?














La risposta corretta è la A
La Legge 42/99 è quella che riconosce all'infermiere la valenza di Professione Sanitaria. Questa normativa è stata un passo importante per l'infermieristica in Italia, attribuendole formalmente il riconoscimento come professione appartenente al comparto sanitario. Questo ha permesso agli infermieri di avere un inquadramento professionale definito e di essere riconosciuti per il loro ruolo essenziale all'interno del sistema sanitario. La legge ha contribuito a valorizzare l'infermieristica come professione fondamentale per la salute pubblica, garantendo un'adeguata formazione e delineando competenze specifiche.

43 di 64 Domande

Durante la manipolazione di farmaci antiblastici, l'infermiere deve indossare:














La risposta corretta è la A
Durante la manipolazione di farmaci antiblastici, l'infermiere deve indossare un doppio paio di guanti chirurgici monouso in lattice di buona qualità , privi di talco o polveri. Questa misura di sicurezza è essenziale per proteggere il personale sanitario dall'esposizione a sostanze potenzialmente pericolose e minimizzare il rischio di contaminazione. I guanti in lattice offrono una barriera protettiva efficace contro vari agenti chimici, inclusi i farmaci antiblastici, e l'utilizzo di un doppio paio rafforza questa protezione. La specifica dei guanti "privi di talco o polveri" è importante perché il talco può veicolare sostanze chimiche attraverso la barriera cutanea e nelle vie aeree.

44 di 64 Domande

L'effetto collaterali piu' pericoloso conseguante alla terapia con diuretici sono:














La risposta corretta è la A
L'effetto collaterale più pericoloso conseguente alla terapia con diuretici è lo squilibrio elettrolitico. Questo effetto avviene perché i diuretici incrementano l'escrezione di acqua e sali minerali dall'organismo, modificando così l'equilibrio tra i differenti elettroliti, come sodio, potassio e cloro. Tale squilibrio può avere gravi ripercussioni sulla salute, influenzando funzioni vitali del corpo come il ritmo cardiaco, la funzione muscolare e il livello di idratazione.

45 di 64 Domande

Ti trovi al domicilio di un paziente preso in carico dall'assistenza distrettuale e devi infondere una fleboclisi di 500 ml alla velocita' di 30 ml/ora. Non hai una pompa infusionale ma possiedi un deflussore con tali caratteristiche: 20 gocce = 1 ml. Quante gocce/minuto regoli il deflussore:














La risposta corretta è la A
Per infondere 500 ml di fleboclisi alla velocità di 30 ml/ora con un deflussore che eroga 20 gocce per 1 ml, si regola il deflussore a 10 gocce al minuto. Calcolando, 30 ml equivalgono a 600 gocce (dato che 20 gocce = 1 ml), quindi in un'ora (60 minuti) si necessitano 600 gocce, che diviso per 60 minuti dà 10 gocce al minuto. Questa procedura è essenziale nell’ assistenza infermieristica per garantire la corretta velocità di infusione senza l'uso di una pompa infusionale.

46 di 64 Domande

Quale tra le seguenti condizioni espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito. Nota: BMI = Body Mass Index














La risposta corretta è la A
La condizione che espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito è quella caratterizzata da un BMI di 14, disidratazione, incontinenza e immobilità . Un basso BMI indica un'insufficiente massa corporea che può ridurre il cuscinetto tra ossa e letto, la disidratazione riduce l'elasticità e la resistenza della pelle, l'incontinenza può irritare la pelle e renderla più suscettibile a lesioni mentre l'immobilità incrementa la pressione su determinate zone del corpo. Questi fattori combinati creano un ambiente ideale per lo sviluppo di lesioni da decubito.

47 di 64 Domande

Lavori da 5 anni in casa di riposo, rimuovi il catetere ad un paziente, e' rimasto in sede 12 giorni, gli fornisci un pappagallo, istruendo anche il parente presente, gli chiedi di farti sapere quando urina. Dopo 7 ore ha urinato 100 ml e le urine sono giallo chiaro. Indica la riflessione corretta














La risposta corretta è la A
Dopo la rimozione del catetere, un paziente ha urinato 100 ml in 7 ore, il che indica un volume di urina insufficiente, suggerendo la possibile presenza di ritenzione urinaria. La corretta prassi in questo caso è valutare il volume residuo attraverso una cateterizzazione intermittente, un processo usato per misurare quanta urina rimane nella vescica dopo la minzione. Questa precauzione aiuta a prevenire eventuali complicanze dovute alla ritenzione urinaria e assicura che il paziente riceva l'assistenza adeguata per garantire il corretto svuotamento della vescica.

48 di 64 Domande

Il posizionamento del catetere vescicale NON e? indicato in caso di paziente:














La risposta corretta è la A
Il posizionamento del catetere vescicale non è indicato in caso di paziente con incontinenza fecale. Questo perché l'incontinenza fecale può aumentare il rischio di infezioni del tratto urinario associate all'uso del catetere, poiché le feci possono contaminare facilmente il catetere stesso. Gli altri contesti citati (paziente sottoposto a intervento TURP, anziani non autosufficienti, pazienti allettati, con ritenzione urinaria) sono, invece, esempi in cui il cateterismo potrebbe essere indicato per gestire specifiche necessità cliniche, come il supporto nell'evacuazione vescicale.

49 di 64 Domande

Il D.M. 739/94 e? anche conosciuto come “Profilo professionale” di quale delle seguenti figure sanitarie?














La risposta corretta è la A
Il D.M. 739/94 è conosciuto come "Profilo professionale" dell'infermiere. Questo documento definisce formalmente le competenze, le responsabilità e le attività dell'infermiere, stabilendo un quadro normativo specifico per la professione in Italia. La sua approvazione è stata un passo significativo nell'evoluzione del ruolo degli infermieri, riconoscendone l'importanza all'interno del sistema sanitario e garantendo uno standard uniforme nella formazione e nella pratica professionale.

50 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


51 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


52 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


53 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


54 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


55 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


56 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


57 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


58 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


60 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


61 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


62 di 64 Domande

La decontaminazione, prevista nel decreto del ministero della sanita? del 28 settembre 1990, e?:














La risposta corretta è la A
La decontaminazione, come stabilito nel decreto del ministero della sanità del 28 settembre 1990, è un'operazione da effettuare sui dispositivi medici riutilizzabili, mirata a ridurre il rischio infettivo per gli operatori prima della pulizia. Questo processo è essenziale per garantire che non vi sia alcun rischio di infezione o contaminazione tra gli operatori sanitari durante la manipolazione di strumenti che verranno poi sottoposti a ulteriori procedure di pulizia, disinfezione o sterilizzazione, preparandoli in tal modo per un sicuro riutilizzo.

63 di 64 Domande

Il riflesso di suzione del neonato puo? essere stimolato:














La risposta corretta è la A
Il riflesso di suzione del neonato può essere stimolato toccando la cute della guancia o dell'angolo della rima orale. Questo riflesso è vitale per l'alimentazione del neonato, permettendogli di succhiare il latte materno o la formula. La stimolazione della guancia o dell'angolo della bocca induce il neonato a girare la testa verso la fonte di stimolo e a iniziare a succhiare, facilitando così l'assunzione di cibo necessario per la crescita e lo sviluppo. Questo riflesso è un esempio di meccanismo innato che aiuta il neonato a nutrirsi fin dai primi momenti di vita.

64 di 64 Domande

Cosa si intende per idrocefalo?














La risposta corretta è la A
L'idrocefalo è definito come un aumento della quantità di liquor all'interno delle cavità ventricolari del cervello. Questa condizione si verifica quando c'è un squilibrio tra la produzione e l'assorbimento del liquido cefalorachidiano, causando un accumulo che può esercitare pressione sul cervello. Il liquor, che circola tra le meningi, nel sistema ventricolare e nello spazio subaracnoideo, ha diverse funzioni, tra cui quella di proteggere il cervello dagli urti, rimuovere i prodotti di scarto e trasportare nutrienti. L'idrocefalo può presentarsi in varie forme, portando a danni cerebrali e, se non trattato, a esiti fatali.

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