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1 di 64 Domande

La valvola che regola Il passaggio dal bolo alimentare dall'esofago allo stomaco e':














La risposta corretta è la C
La valvola responsabile del passaggio del bolo alimentare dall'esofago allo stomaco è il cardias. Questa è la corretta risposta poiché il cardias rappresenta la zona attraverso cui il cibo passa dall'esofago allo stomaco. Il cardias agisce come una valvola di ingresso, evitando il reflusso del contenuto gastrico nell'esofago. Una patologia correlata a un malfunzionamento del cardias è la malattia da reflusso gastroesofageo, in cui il cardias non si chiude adeguatamente, permettendo all'acido dello stomaco di risalire nell'esofago. Questa condizione può causare sintomi quali bruciore di stomaco, rigurgito acido e a lungo termine può provocare danni all'esofago. Tale patologia è esemplificativa dell'importanza del corretto funzionamento del cardias nel prevenire situazioni patologiche legate al reflux. La capacità del cardias di servire efficacemente come valvola è quindi cruciale per la salute dell'apparato digestivo.

2 di 64 Domande

In merito alla defibrillazione cardiaca le seguenti affermazioni sono corrette tranne una quale?














La risposta corretta è la D
La risposta corretta riguardo alla defibrillazione cardiaca è che non deve sempre essere eseguita con potenza di scarica crescente partendo dai valori più bassi consentiti dal defibrillatore. Questa pratica non è universalmente raccomandata per la defibrillazione effettiva. La defibrillazione è una procedura salvavita usata per trattare le aritmie cardiache pericolose per la vita, principalmente la fibrillazione ventricolare (FV) e la tachicardia ventricolare senza polso (TV). Durante la FV o TV, il cuore trema in modo incontrollato anziché pompare a causa di segnali elettrici disordinati. La defibrillazione mira a interrompere questi segnali elettrici disordinati per permettere al cuore di riprendere un ritmo normale. Una scarica elettrica mirata e tempestiva può depolarizzare le cellule del cuore in modo sincrono, dando la possibilità al nodo senoatriale di riprendere il suo normale ruolo di pacemaker. Il temporaneo stato di asistolia che segue la defibrillazione è un momento in cui il cuore può , idealmente, resettarsi in un ritmo più stabile e vitale. È importante agire rapidamente quando si tratta di FV/TV senza polso. La probabilità di sopravvivenza diminuisce del 7%-10% con ogni minuto di ritardo nella defibrillazione, a causa dell'ischemia continua che danneggia il miocardio e diminuisce la probabilità che il cuore possa recuperare un ritmo efficace post-defibrillazione. L'errore nella risposta "D" risiede nell'affermazione che la defibrillazione debba sempre iniziare con la minor potenza possibile; in realtà , le linee guida suggeriscono generalmente di seguire le specifiche raccomandazioni del defibrillatore utilizzato, che possono variare a seconda del modello e del contesto clinico, piuttosto che aumentare progressivamente la potenza partendo sempre dai valori più bassi.

3 di 64 Domande

A norma del D.Lgs. n. 112/98 In caso di emergenza di igiene pubblica che interessi Il territorio di piu' comuni,chi adotta le relative ordinanze tangibili e urgenti, fin quando non intarvengana i soggetti competenti?














La risposta corretta è la A
In caso di emergenza di igiene pubblica interessante il territorio di più comuni, prima dell'intervento degli enti competenti, è ciascun Sindaco ad adottare le ordinanze tangibili e urgenti, come stabilito dal D.Lgs. n. 112/98. Questa procedura consente un'azione rapida e diretta nel territorio di competenza per affrontare situazioni di emergenza immediata, garantendo la tutela della salute pubblica. La capacità dei Sindaci di agire tempestivamente si radica nell'esigenza di prevenire o limitare danni alla popolazione che potrebbero verificarsi in attesa dell'intervento di organismi sovralocali. La normativa riconosce quindi un ruolo di primo piano agli enti locali nella gestione delle emergenze di sanità pubblica, ponendo i Sindaci come responsabili diretti della sicurezza e del benessere dei cittadini nel proprio comune. Questo approccio decentrato è essenziale per una risposta efficace ed efficiente agli eventi che possono variare in modo significativo in termini di gravità e natura, richiedendo un intervento personalizzato e immediato.

4 di 64 Domande

Da quale struttura dell'ASL viene esercitata la vigilanza su alimenti e bevande?














La risposta corretta è la E
La vigilanza su alimenti e bevande è esercitata dal Dipartimento di Prevenzione dell'ASL. Questa scelta è dettata dall'obbligo di queste strutture di assicurare la tutela della salute pubblica e la sicurezza alimentare, intervenendo attivamente nella prevenzione di rischi e nella promozione di comportamenti corretti per quanto riguarda la produzione, la distribuzione e il consumo di alimenti. Il Dipartimento di Prevenzione opera attraverso varie componenti, tra cui i servizi veterinari, i servizi di igiene degli alimenti di origine non animale e i servizi di igiene pubblica, assicurando un controllo capillare su tutta la filiera alimentare. Questi servizi si occupano di monitorare la conformità dei prodotti alimentari rispetto agli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente, prevenendo rischi per la salute dei consumatori attraverso controlli igienici, verifiche di laboratorio e attività di sorveglianza, per garantire che tutte le pratiche relative al trattamento, alla conservazione e alla distribuzione degli alimenti siano correttamente applicate.

5 di 64 Domande

In un paziente sottoposto da alcuni giorni a terapia Infusionale venosa periferica si deve sospattare una tromboflebite se:














La risposta corretta è la A
In un paziente sottoposto a terapia Infusionale venosa periferica, si deve sospattare una tromboflebite se vi è presenza intorno alla sede di introduzione dell'ago di una tumefazione tesa, dolente e arrossata. La tromboflebite si caratterizza per l'infiammazione di una vena con formazione di un trombo. Questa condizione è spesso associata a un danno alla parete interna della vena, che può essere causato da vari fattori, come un'infezione o la reazione a un catetere venoso. Il sito di inserzione del catetere diventa spesso la fonte dell'infiammazione, risultando in rossore, dolore e gonfiore, come indicato dalla risposta corretta. Una tale reazione all'inserzione del catetere indica che il corpo sta rispondendo all'irritazione fisica e possibilmente all'inizio di un'infezione, causando infiammazione e possibile formazione di un coagulo. Pertanto, la manifestazione di questi sintomi specifici è cruciale per la diagnosi tempestiva e l'intervento in casi di tromboflebite risultanti dalla terapia infusionale. Questi aspetti evidenziano l'importanza di un'attenta sorveglianza dei siti di inserzione dei cateteri venosi per prevenire, riconoscere e gestire potenziali complicanze come la tromboflebite.

6 di 64 Domande

Che cosa indica la stranguria














La risposta corretta è la E
La stranguria indica dolore che segue o accompagna la minzione. Questo sintomo è associato a condizioni che producono infiammazione o irritazione del tratto urinario. Il dolore durante la minzione può derivare da varie patologie che interessano il sistema urinario, comprese infezioni, come la cistite, malattie trasmissibili sessualmente, calcolosi urinaria, e altre condizioni che causano ostruzione o irritazione del tratto urinario. La sensazione dolorosa può variare in intensità e può essere presente sia all'inizio che alla fine della minzione, indicando la presenza di un'anomalia che necessita di indagine medica approfondita per identificarne la causa e avviare il trattamento appropriato. Queste condizioni possono interessare sia uomini che donne di tutte le età . La gestione della stranguria dipende dalla causa sottostante, che può richiedere un approccio antibioticoterapico per infezioni, misure per la gestione del dolore, o interventi più specifici per calcolosi o altre anomalie strutturali.

7 di 64 Domande

Che farmaco e' l'eparina?














La risposta corretta è la C
L'eparina è un anticoagulante. Questa classificazione si deve alla sua capacità di inibire la formazione di coaguli prevenendo così eventi trombotici. L'eparina agisce potenziando l'azione dell'antitrombina III, una sostanza che inibisce gli enzimi coinvolti nella coagulazione del sangue, specialmente la trombina. Questo processo rallenta significativamente la formazione di coaguli. Le condizioni patologiche associate alla coagulazione del sangue possono essere molto serie e portare a conseguenze pericolose per la vita, come ictus o trombosi venosa profonda. L'eparina è particolarmente utile in situazioni dove è necessario prevenire rapidamente la formazione di coaguli, ad esempio durante interventi chirurgici, in pazienti con fibrillazione atriale ad alto rischio di formazione di coaguli, o in quelli affetti da trombosi venosa profonda. L'utilizzo dell'eparina richiede una gestione attenta per bilanciare il rischio di sanguinamento con quello di coagulazione. La sua efficacia e sicurezza sono il risultato di decenni di uso clinico, making it a cornerstone in the management of conditions requiring anticoagulation therapy.

8 di 64 Domande

Sono fattori di rischio con aumento di incidenza di malattia coronaria tutti I seguenti, tranne:














La risposta corretta è la A
Il consumo di caffè non aumenta l'incidenza di malattia coronaria, contrariamente al fumo di sigaretta, all'ipertensione arteriosa e agli elevati livelli di colesterolo che sono tutti fattori di rischio riconosciuti. La malattia coronarica è caratterizzata dall'insorgenza di plaque aterosclerotiche nelle arterie coronarie, che possono limitare il flusso sanguigno al cuore e portare a episodi ischemici o infarti. Fattori di rischio ben consolidati includono fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa, dislipidemia (come elevati livelli di LDL colesterolo e/o bassi livelli di HDL colesterolo), e stili di vita sedentari, tra gli altri. Il fumo contribuisce alla formazione delle placche aterosclerotiche danneggiando direttamente l'endotelio dei vasi sanguigni, mentre l'ipertensione può causare lo stress delle pareti arteriose e accelerare l'aterosclerosi. Livelli elevati di LDL (colesterolo "cattivo") sono noti per contribuire all'accumulo di placche, mentre livelli bassi di HDL (colesterolo "buono") sono associati a un maggior rischio di sviluppare tali malattie. Contrariamente a questi, studi recenti suggeriscono che il consumo moderato di caffè potrebbe avere alcuni benefici per la salute cardiovascolare, non avendo un impatto diretto nell'incremento del rischio di malattia coronarica, rendendolo dunque non comparabile ai fattori di rischio precedentemente citati.

9 di 64 Domande

Tutte le seguenti sono malattie infiammatorie croniche intestlnali, tranne:














La risposta corretta è la A
Il colera non è una malattia infiammatoria cronica intestinale, a differenza delle altre opzioni elencate. Il Morbo di Crohn, la Rettocolite ulcerosa e la Tubercolosi intestinale sono tutte condizioni caratterizzate da infiammazione cronica del tratto digestivo. Il colera, invece, è causato dall'ingestione di cibo o acqua contaminati dal batterio Vibrio cholerae, che porta a diarrea profusa e rapida disidratazione, ma non è classificato come una malattia infiammatoria intestinale cronica. Le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il Morbo di Crohn e la Colite ulcerosa, sono caratterizzate da periodi di remissione alternati a fasi di attività della malattia, che provocano infiammazione a vari livelli del tratto gastrointestinale con sintomi che possono includere dolore addominale, diarrea (spesso con sangue), perdita di peso e affaticamento. La loro esatta causa rimane sconosciuta, ma si crede che sia il risultato di una risposta immunitaria alterata in individui geneticamente predisposti. Il colera, al contrario, è un'infezione acuta, il cui management si concentra sulla reidratazione e, ove necessario, sulla somministrazione di antibiotici, non avendo un decorso cronico né essere influenzato dalla risposta immunitaria dell'individuo nel lungo termine come le malattie infiammatorie croniche intestinali.

10 di 64 Domande

Che cosa e' il Bezoari?














La risposta corretta è la A
Il Bezoari sono conglomerati di materiali estranei nel lume gastrico. Questo accade quando fibre, capelli o altro materiale non digeribile si accumulano nello stomaco formando una massa solida. Tali accumuli possono tempo verificarsi quando la motilità gastrica è ridotta o quando si ingurgitano sostanze che non possono essere scomposte dai processi digestivi normali. Questi ammassi possono causare ostruzione gastrointestinale e vari sintomi come dolore addominale, nausea, vomito e, in casi gravi, possono portare a complicanze più serie come la perforazione gastrica. È importante riconoscere e trattare tempestivamente i bezoari per prevenire queste potentemente gravi complicanze. La gestione dei bezoari spesso richiede un intervento endoscopico per la loro rimozione e, nei casi più complessi, può essere necessario il ricorso alla chirurgia.

11 di 64 Domande

Quale tra le seguenti e' una scala di valutazlone della depressione:














La risposta corretta è la B
La risposta corretta alla domanda "Quale tra le seguenti è una scala di valutazione della depressione?" è la MADRS, ovvero la Montgomery-Åsberg Depression Rating Scale. Questa scala è considerata un affidabile strumento per valutare la gravità della depressione. È stata sviluppata per superare alcune delle limitazioni presenti in precedenti scale, offrendo una misura più sensibile delle variazioni della gravità dei sintomi depressivi nel corso del tempo. La MADRS è composta da 10 item, ognuno dei quali mira a valutare specifici aspetti della depressione come umore depresso, ansia, ritardo psicomotorio, disturbi del sonno, e pensieri pessimistici. Ogni item è valutato su una scala da 0 a 6, con punteggi totali che variano da 0 a 60, dove punteggi più alti indicano una maggiore gravità della depressione. Questa scala è usata sia nella pratica clinica per monitorare il decorso della malattia sia in ambito di ricerca per valutare l'efficacia dei trattamenti. La MADRS è riconosciuta per la sua precisione e la sua capacità di catturare i cambiamenti sottili nel benessere emotivo di una persona, rendendola uno strumento prezioso per i professionisti della salute mentale. La sua affidabilità e validità sono state confermate da numerose ricerche nel campo della psichiatria, rendendola uno standard nella valutazione della depressione.

12 di 64 Domande

Qual a' Il componente piu' abbondante della cellula?














La risposta corretta è la C
Il componente più abbondante della cellula è l'acqua. Questa affermazione è corretta in quanto l'acqua rappresenta circa il 70-80% del peso di una cellula, essendo quindi il suo componente principale. L'acqua è vitalmente importante per molteplici funzioni cellulari; essa agisce come solvente, partecipa alle reazioni chimiche, aiuta a mantenere la temperatura corporea e facilita il trasporto di nutrienti e scarti. Inoltre, l'acqua contribuisce alla forma e alla stabilità della cellula grazie alle sue caratteristiche di solvente universale, permettendo alle molecole di interagire facilmente. Questa abbondanza di acqua nelle cellule permette numerosi processi essenziali alla vita, come la dissoluzione dei soluti e la catalisi delle reazioni enzimatiche, essenziali per il metabolismo cellulare. La sua capacità di assorbire e distribuire il calore è cruciale per regolare la temperatura sia all'interno delle cellule che nel corpo nel suo insieme. Ciò dimostra l'importanza cruciale dell'acqua per la vita cellulare e, di conseguenza, per tutti gli organismi viventi.

13 di 64 Domande

Quale principio centrale ha la dieta nei pazienti con insufficienza renale cronica?














La risposta corretta è la E
La dieta nei pazienti con insufficienza renale cronica ha come principio centrale la riduzione della quota proteica per diminuire le tossine uremiche. Questo perché nell'insufficienza renale cronica, i reni non sono in grado di eliminare efficacemente i prodotti di scarto generati dal metabolismo delle proteine, tra cui le tossine uremiche. La riduzione dell'apporto proteico aiuta a rallentare l'accumulo di questi prodotti di scarto nocivi, alleviando così i sintomi dell'insufficienza e tentando di rallentarne la progressione. Infatti, quando si parla di gestione dietetica dell'insufficienza renale, l'enfasi sul controllo dell'assunzione proteica è fondamentale. Questo approccio terapeutico mira a ridurre il carico di lavoro dei reni, sopperendo alla loro capacità ridotta di filtrare efficacemente il sangue. Questa pratica ha lo scopo di prevenire l'accumulo nel sangue di sostanze dannose, migliorando così la qualità della vita del paziente e contribuendo a ritardare ulteriormente il danno renale. Una gestione dietetica attenta e personalizzata è quindi di primaria importanza nei pazienti affetti da questa patologia, essendo parte integrante del trattamento complessivo dell'insufficienza renale cronica.

14 di 64 Domande

Nella respirazione, si definisce volume corrente la quantita' d'aria:














La risposta corretta è la A
Il volume corrente è definito come la quantità d'aria che si inspira e si espira durante un atto respiratorio normale. Questa misura è fondamentale per comprendere la capacità polmonare e la funzionalità respiratoria in condizioni di riposo. Il volume corrente rappresenta un aspetto cruciale della meccanica respiratoria, riflettendo il volume di aria scambiato con l'ambiente in ogni respirazione in stato di quiete. Normalmente, un adulto in salute sposta circa 500 ml d'aria per ogni atto respiratorio. Questo volume è determinante per il mantenimento di un adeguato scambio gassoso alveolare, permettendo l'ossigenazione del sangue e la rimozione dell'anidride carbonica. La capacità di mantenere un volume corrente efficiente è essenziale per la salute respiratoria e generale, contribuendo a prevenire l'accumulo di sostanze tossiche nei polmoni e a garantire la continua fornitura di ossigeno alle cellule del corpo. In condizioni patologiche, come malattie polmonari ostruttive o restrittive, il volume corrente può essere significativamente ridotto, influenzando negativamente la funzione respiratoria e la capacità di effettuare scambi gassosi efficaci. La misurazione di questo parametro permette, quindi, di valutare la presenza e l'entità di eventuali disfunzioni respiratorie, offrendo un parametro utile nella diagnosi e nel monitoraggio delle patologie polmonari.

15 di 64 Domande

Indicare Il sinonimo di anticorpo














La risposta corretta è la A
Il sinonimo corretto di anticorpo è Immunoglobulina. Questo termine indica una classe di proteine globulari del sangue, prodotte dal sistema immunitario per neutralizzare patogeni come batteri e virus. Le immunoglobuline rivestono un ruolo cruciale nella risposta immunitaria. Le immunoglobuline sono prodotte da cellule specializzate chiamate plasmacellule. Queste proteine hanno la straordinaria capacità di riconoscere una vasta gamma di agenti patogeni, grazie alla variabilità delle loro regioni variabili. Una volta che un antigene specifico viene riconosciuto, l'immunoglobulina si lega a esso e aiuta a neutralizzarlo, rendendolo innocuo o segnalandolo per la distruzione da parte di altre cellule del sistema immunitario. Le immunoglobuline sono classificate in diverse categorie, ognuna con un ruolo unico nella difesa dell'organismo da malattie e infezioni. Esse comprendono IgA, IgD, IgE, IgG e IgM, ognuna delle quali si trova in diversi fluidi corporei e ha specifiche funzioni nella risposta immunitaria. Questa diversificazione garantisce una risposta immunitaria bilanciata e efficace contro una vasta gamma di minacce. In generale, le immunoglobuline svolgono funzioni come la neutralizzazione dei patogeni, l'opsonizzazione per facilitare la fagocitosi, l'attivazione della cascata del complemento e la sensibilizzazione delle cellule killer naturali, contribuendo così alla protezione dell'organismo.

16 di 64 Domande

Il nucleolo e':














La risposta corretta è la C
Il nucleolo è effettivamente un organello contenuto nel nucleo. Questo fatto si appoggia sulla sua definizione biologica essenziale. Infatti, il nucleolo ha un ruolo fondamentale nella cellula essendo il sito in cui avvengono la sintesi e l'assemblaggio delle sub-unità ribosomiali necessarie per la traduzione dell'mRNA in proteine. Tale processo è essenziale per la vita della cellula perché permette la produzione di proteine necessarie per numerosi processi cellulari. A differenza di quanto suggerito dalle risposte errate, il nucleolo non è coinvolto nella respirazione cellulare, non corrisponde al nucleo di una cellula batterica, né rappresenta il nucleo di organismi unicellulari. La sua funzione si concentra intrinsecamente nel nucleo delle cellule eucariotiche, dove, oltre alla sintesi ribosomale, partecipa nella modificazione chimica di alcuni RNA e nel controllo del ciclo cellulare. Questo breve approfondimento sottolinea l'importanza del nucleolo nell'ambito della fisiologia cellulare, centrandosi sulla sua dedicazione alla biogenesi ribosomale e ad altri compiti nucleari specializzati che supportano la vitalità e la funzionalità della cellula.

17 di 64 Domande

In un paziente con tromboflebite acuta degli arti inferiori cosa deve essere assolutamente evitato:














La risposta corretta è la D
Nel trattamento di un paziente con tromboflebite acuta degli arti inferiori, deve essere assolutamente evitato il massaggio della zona dolente. Questa raccomandazione deriva dalla natura della tromboflebite, ovvero l'infiammazione di una vena con formazione di trombi (coaguli di sangue) al suo interno. Il massaggio sulla zona affetta può dislodare il trombo, aumentando il rischio di embolia, una condizione potenzialmente letale. La tromboflebite si manifesta spesso con dolore, gonfiore, arrossamento e aumento della temperatura sulla zona coinvolta. La gestione prevede il riposo, l'elevazione dell'arto per ridurre il gonfiore e, in alcuni casi, la prescrizione di anticoagulanti per prevenire l'estensione dei trombi. È essenziale evitare qualsiasi manipolazione fisica aggressiva dell'area interessata per non peggiorare la situazione, rischiando di mobilitare il trombo verso organi vitali come il cuore o i polmoni.

18 di 64 Domande

Quale tra le seguenti affermazioni riguardanti I muscoli non e' corretta?














La risposta corretta è la B
La risposta corretta è che il principale prodotto di scarto dell'attività muscolare non è l'acido acetico. Questa affermazione è imprecisa perché il principale prodotto di scarto dell'attività muscolare è in realtà l'acido lattico, non l'acido acetico. Durante un'intensa attività muscolare, i muscoli consumano ossigeno a un ritmo più elevato di quanto possa essere fornito dal flusso sanguigno. In queste condizioni anaerobiche, il metabolismo dei carboidrati genera acido lattico come sottoprodotto. Questo accumulo di acido lattico può contribuire alla sensazione di dolore muscolare e affaticamento che spesso segue un esercizio vigoroso. L'acido lattico prodotto può poi essere convertito di nuovo in glucosio dal fegato. Questo processo è parte di quello che viene definito ciclo di Cori, un ciclo metabolico che aiuta a regolare i livelli di glucosio nel sangue e a rifornire i muscoli dell'energia necessaria. Dunque, l'acido lattico rappresenta un elemento cruciale nella fisiologia dell'esercizio fisico e nella gestione dell'energia muscolare, svolgendo un ruolo opposto rispetto a quanto suggerito dall'affermazione errata sull'acido acetico.

19 di 64 Domande

I guanti utilizzati per la preparazione dei farmaci chemioterapici antiblastici sono da considerarsi:














La risposta corretta è la A
I guanti utilizzati per la preparazione dei farmaci chemioterapici antiblastici sono da considerarsi rifiuti speciali ospedalieri. Questo perché il materiale contaminato da farmaci chemioterapici, inclusi i guanti, deve essere gestito con particolare cautela per evitare esposizioni dannose. La manipolazione e lo smaltimento di tali rifiuti richiedono quindi procedure specifiche per garantire la sicurezza degli operatori sanitari e dell'ambiente. Infatti, i farmaci chemioterapici, a causa della loro potente azione contro le cellule tumorali, possono essere altrettanto dannosi per le persone sane, se non correttamente gestiti. In particolare, i guanti e altri DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) contaminati dagli agenti chemioterapici raccolgono residui di questi potenti farmaci. La loro esposizione, anche accidentale, può causare effetti tossici negli individui che entrano in contatto con questi rifiuti senza adeguata protezione. Esempi di tali effetti nocivi includono dermatiti, irritazioni, problemi respiratori, e, in casi estremi, effetti mutageni o carcinogeni a long termine. Pertanto, la gestione corretta attraverso l'identificazione come rifiuti speciali ospedalieri mira a minimizzare il rischio per la salute dei lavoratori e dell'ambiente, adottando pratiche di smaltimento specifiche che limitano la diffusione di contaminanti e promuovono la sicurezza in ambienti sanitari.

20 di 64 Domande

In una ricerca, mediante un campionamento di convenienza vengono selezionati i soggetti:














La risposta corretta è la A
Nella ricerca menzionata, i soggetti vengono selezionati perché sono i più facilmente accessibili. Questo metodo di selezione, noto come campionamento di convenienza, si basa sulla comodità di accesso ai partecipanti piuttosto che sulla loro rappresentatività del gruppo di riferimento. Il campionamento di convenienza è una tecnica di raccolta dei dati spesso adottata nelle fasi esplorative della ricerca o quando l'accessibilità è una limitazione maggiore. Questo tipo di campionamento presuppone la selezione di individui disponibili e disposti a partecipare allo studio, rendendolo pratico e economicamente vantaggioso, ma potenzialmente meno preciso nel rappresentare l'intera popolazione d'interesse. Dato che la scelta si focalizza su chi è più facilmente raggiungibile, i risultati ottenuti potrebbero non essere generalizzabili alla totalità della popolazione da cui provengono i soggetti. La caratteristica principale di questo campionamento è quindi la convenienza e la velocità di accesso ai dati piuttosto che la loro rigore scientifico o rappresentatività statistica. Questa metodologia può essere critica per studi che cercano evidenze solide e rappresentative, ma resta valida per esplorazioni preliminari o situazioni in cui l'accesso ai soggetti è estremamente limitato.

21 di 64 Domande

Che cosa intende per pirosi














La risposta corretta è la C
La pirosi è intesa come un bruciore epigastrico irradiato dietro lo sterno. Questo fenomeno è comunemente noto come bruciore di stomaco, ed è un sintomo tipico della malattia da reflusso gastroesofageo. Questa condizione si verifica quando il contenuto dello stomaco risale nell'esofago, causando una sensazione di bruciore. Il motivo per il quale questa risposta è corretta risiede nel meccanismo di danno che il reflusso acido provoca all'interno dell'esofago. La mucosa esofagea, a differenza di quella gastrica, non è fatta per resistere all'acidità dello stomaco, quindi quando il succo gastrico risale, provoca un'irritazione che si percepisce come bruciore. Questo sintomo si manifesta tipicamente dietro lo sterno e può irradiarsi verso l'alto, raggiungendo anche la zona del collo o dela bocca, simulando in alcuni casi un dolore di natura cardiaca. La patologia dietro la pirosi può variare in gravità , passando da episodi occasionali, spesso legati all'alimentazione, a condizioni croniche che necessitano di interventi medici e modifiche dello stile di vita per essere controllati. La comprensione accurata dei meccanismi fisiopatologici dietro la pirosi è essenziale per affrontarla efficacemente, evitando che episodi ripetuti possano portare a complicazioni più serie come l'esofagite erosiva o, in casi estremi, all'esofago di Barrett.

22 di 64 Domande

Il Medico Competente in base alle disposizioni del D.Lgs. 81/08 ha Il compito di:














La risposta corretta è la B
Il Medico Competente ha il compito di eseguire sui dipendenti visita medica preventiva e periodica, allo scopo di constatare l'assenza di controindicazioni di idoneità alla mansione specifica. Questa responsabilità è cruciale per identificare eventuali rischi professionali e garantire che ogni dipendente sia fisicamente adatto a svolgere le proprie mansioni senza compromettere la propria salute. La visita preventiva e periodica serve a rilevare precocemente possibili malattie professionali o aggravamenti di condizioni preesistenti causati dall'ambiente di lavoro. Monitorare lo stato di salute dei lavoratori in relazione ai rischi occupazionali specifici a cui sono esposti, consente di intervenire tempestivamente con misure preventive o precauzionali, evitando così l'insorgenza o l'aggravamento di patologie correlate al lavoro. Ciò sottolinea l'importanza del ruolo del Medico Competente nell'ambito della salute occupazionale, con l'obiettivo primario di preservare il benessere degli impiegati attraverso un'adeguata sorveglianza sanitaria.

23 di 64 Domande

PUBMED e':














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è che PUBMED è una banca-dati elettronica di letteratura scientifica. Questo perché PubMed rappresenta una risorsa cruciale nel mondo della ricerca e dell'informazione scientifica, offrendo libero accesso a riferimenti bibliografici e abstract di articoli relativi alla scienza della salute. La piattaforma è mantenuta dal National Center for Biotechnology Information (NCBI), parte della National Library of Medicine (NLM), uno dei National Institutes of Health (NIH) negli Stati Uniti. PubMed cataloga una vasta gamma di ricerche e pubblicazioni scientifiche, rendendole facilmente accessibili a ricercatori, professionisti del settore sanitario e al pubblico interessato. L'ampio spettro di documenti include articoli di riviste, studi clinici, recensioni e meta-analisi, fornendo degli strumenti essenziali per l'aggiornamento professionale e la ricerca di informazioni affidabili in campo biomedico e sanitario. In sintesi, la patologia non è applicabile in questo contesto, in quanto PubMed non si occupa direttamente della gestione o trattamento di condizioni mediche, ma funge da portale informativo, facilitando l'accesso alla letteratura scientifica e contribuendo così alla diffusione della conoscenza e allo sviluppo della ricerca.

24 di 64 Domande

Qual e' il PH nel sangue nell'individuo normale














La risposta corretta è la E
Il pH nel sangue in un individuo normale si situa tra 7,35 e 7,40. Questo intervallo è il risultato della precisa regolazione effettuata dal corpo per mantenere un ambiente stabile necessario al corretto funzionamento delle cellule. Il valore del pH al di fuori di questo ristretto intervallo può compromettere gravemente le funzioni corporee. Regolare il pH del sangue è vitale poiché variazioni, anche lievi, possono influenzare l’ attività delle proteine e il trasporto degli ioni. Per esempio, un pH più elevato (alcalosi) o più basso (acidosi) rispetto alla norma può avere impatti severi sulla salute, influenzando la respirazione, la funzione cardiaca e la capacità del sangue di trasportare ossigeno. Il corpo dispone di diversi meccanismi per gestire l'equilibrio acido-base, inclusi la regolazione della concentrazione di bicarbonato nei reni e la modulazione della respirazione nel sistema respiratorio. Questi sistemi consentono di bilanciare la produzione endogena di acidi (come l’ acido lattico e il diossido di carbono) e basi, mantenendo così il pH del sangue nell'intervallo di normalità . Pertanto, il mantenimento di un pH tra 7,35 e 7,40 è cruciale per l'omeostasi, assicurando il corretto funzionamento dei processi fisiologici e la salute complessiva dell'individuo.

25 di 64 Domande

cosa si Intende per cure palliative:














La risposta corretta è la A
Le cure palliative rappresentano l'insieme degli interventi terapeutici e assistenziali finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici. Questa definizione enfatizza l'approccio olistico verso il paziente, focalizzandosi non solo sulla malattia in sé ma anche sulle sue conseguenze fisiche, psicologiche, sociali e spirituali. Le cure palliative mirano a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, fronteggiando le problematiche associate alla malattia terminale attraverso la prevenzione e la solievo delle sofferenze. Medici, infermieri e altri professionisti sanitari operano per gestire i sintomi fisici dolorosi e le problematiche emotive, sociali o spirituali. Contrariamente all'associazione frequente con il fine vita, le cure palliative possono essere appropriate in diverse fasi della malattia e in concomitanza con cure di altro genere, mirando alla coesistenza con la malattia più che alla sua cura. Il supporto fornito varia dalle terapie per alleviare il dolore fino all'assistenza psicologica e al sostegno nella gestione delle attività quotidiane, garantendo la massima autonomia possibile al paziente e migliorandone la qualità della vita, nonostante la gravità della malattia. In sintesi, le cure palliative si concentrano sull'individuo nella sua totalità , supportandolo nel percorso di malattia quando non è più possibile una cura mirata alla risoluzione del problema sanitario di base.

26 di 64 Domande

Dov'e' situato Il nodo seno-atriale:














La risposta corretta è la D
Il nodo seno-atriale è situato all'atrio destro. Questa componente è essenziale nel cuore poiché agisce come pacemaker naturale, regolando il ritmo cardiaco attraverso impulsi elettrici generati autonomamente e trasmessi ai tessuti circostanti. Questi impulsi danno il via alla sequenza di eventi che determina la contrazione cardiaca. Situato nell'atrio destro, vicino all'ingresso della vena cava superiore, il nodo seno-atriale ha il compito di initiare l'attivazione elettrica che stimola le contrazioni dei due atri, seguito dalla propagazione dell'impulso al nodo atrioventricolare e da qui ai ventricoli, consentendo una sequenza coordinata di contrazioni, essenziale per una efficace funzione di pompaggio del sangue nel circuito cardiaco. La sua corretta localizzazione è quindi critica per sostenere il ritmo sinusale normale e per la salute cardiovascolare complessiva.

27 di 64 Domande

In un paziente sottoposto a insulinoterapia e' importante:














La risposta corretta è la D
Nella gestione di un paziente sottoposto a insulinoterapia, è fondamentale la rotazione delle sedi di iniezione. Questa pratica previene la formazione di lipodistrofie, aree di tessuto modificato sotto la pelle, che possono alterare l'assorbimento dell'insulina e quindi la sua efficacia. La lipodistrofia può presentarsi come lipoatrofia, una perdita del tessuto adiposo, o come lipertrofia, un aumento di tale tessuto. Margini irregolari nelle aree di iniezione influenzano l'assorbimento dell'insulina, rendendo meno prevedibile la risposta glicemica e rendendo più difficile mantenere un controllo glicemico ottimale. Rotare le sedi di iniezione aiuta a ridurre il rischio di queste alterazioni tissutali. In generale, è consigliato variare le zone all'interno di una stessa area del corpo prima di passare a una nuova area per permettere alla pelle e al tessuto sottocutaneo di recuperare. Questa pratica aiuta non solo a preservare l'integrità della pelle e del tessuto sottocutaneo, ma anche a migliorare l'efficacia del trattamento insulinico assicurando un assorbimento più uniforme e prevedibile dell'insulina.

28 di 64 Domande

Il diritto alla salute e' tutelato dalla nostra Costituzione:














La risposta corretta è la B
Il diritto alla salute è tutelato dalla nostra Costituzione sia come diritto della persona che come interesse collettivo. Questo perché il benessere fisico e psicologico degli individui è considerato essenziale non solo per l'autonomia e lo sviluppo personale, ma anche per il benessere complessivo della società . Quando si parla di salute, si fa riferimento a un concetto ampio che comprende la prevenzione delle malattie, la promozione di uno stile di vita sano e l'assicurazione di un accesso equo ai servizi sanitari per tutti i cittadini. La tutela della salute come interesse collettivo implica la responsabilità dello Stato nel garantire condizioni di vita che non danneggino la salute pubblica, promuovendo politiche sanitarie volte alla prevenzione delle malattie e garantendo l'accesso ai trattamenti necessari. Inoltre, richiede un impegno nella ricerca medica e nell'educazione sanitaria, al fine di elevare costantemente la qualità della vita della popolazione. La salute quindi non viene vista solo nell'ottica dell'individuo, ma considerata come parte integrante di una rete di relazioni sociali e ambientali che si influenzano reciprocamente, sottolineando l'importanza del collegamento tra salute individuale e collettiva.

29 di 64 Domande

Quale dieta e' indicata In un paziente con diagnosi di cirrosi epatica














La risposta corretta è la E
La dieta indicata in un paziente con diagnosi di cirrosi epatica è iperglucidica e iperproteica. Questo perché tali pazienti necessitano di un aumento delle calorie per combattere la malnutrizione senza sovraccaricare il fegato, e di un apporto adeguato di proteine per supportare la rigenerazione del tessuto epatico e prevenire il deperimento muscolare, comune in queste condizioni. La cirrosi è una conseguenza a lungo termine di danno epatico cronico che porta alla sostituzione del tessuto epatico normale con tessuto cicatriziale. Questo processo altera la struttura e la funzionalità del fegato, compromettendo molte funzioni tra cui il metabolismo delle proteine e dei carboidrati. La malnutrizione è comune nei pazienti cirrotici, rendendo essenziale una dieta bilanciata che supporti lo stato nutrizionale senza aggravare i sintomi. Le diete iperglucidiche forniscono sufficiente energia principalmente attraverso i carboidrati, che sono la fonte energetica più facilmente utilizzabile dall'organismo e meno stressante per il fegato rispetto ai grassi. L'apporto aumentato di proteine è cruciale non solo per il sostegno della sintesi proteica e la prevenzione della sarcopenia, ma anche per fornire gli amminoacidi necessari alla rigenerazione epatica e al mantenimento dell'equilibrio azotato, evitando l'insorgenza di encefalopatia epatica grazie alla scelta delle fonti proteiche più adatte. Pertanto, una gestione dietetica attenta è una componente chiave nella terapia della cirrosi epatica al fine di migliorare la qualità di vita del paziente e prevenire complicanze.

30 di 64 Domande

Quali dei seguenti fattori non condiziona l'attivita' dei disinfettanti?














La risposta corretta è la A
La temperatura ambiente non costante non condiziona l'attività dei disinfettanti. L'efficacia dei disinfettanti è influenzata da vari fattori, quali la quantità della contaminazione microbica, la presenza di materiale organico, e la diluizione del disinfettante stesso, ma non dalla temperatura ambiente se questa rimane entro range accettabili per l'uso del disinfettante. I disinfettanti sono formulati per operare efficacemente in un ampio spettro di condizioni ambientali, anche se alcune variazioni estreme di temperatura possono alterare la loro efficacia. È importante tenere in mente che ogni disinfettante ha un range ottimale di temperatura, specificato dal produttore, entro il quale la sua efficacia è garantita. La presenza di materiale organico (es. sangue, fluidi corporei) può inattivare alcuni principi attivi dei disinfettanti; ad esempio, gli ioni di alcuni metalli pesanti possono legarsi agli agenti disinfettanti, rendendoli meno efficaci. Analogamente, la quantità di contaminazione microbica può richiedere l'uso di concentrazioni maggiori di disinfettante o tempo di contatto più lungo per assicurare la disinfezione. La diluizione eccessiva del disinfettante può ridurre la sua concentrazione a livelli non efficaci. Questi fattori sono cruciali nel determinare l'efficacia di un agente disinfettante nella riduzione della carica microbica su superfici o strumenti.

31 di 64 Domande

Quale delle seguenti modificazioni ematochimiche ha valore diagnostico nella pancreatite acuta:














La risposta corretta è la E
Nella pancreatite acuta, una delle modificazioni ematochimiche di valore diagnostico è l'iperamilasemia. La pancreatite acuta è un'infiammazione del pancreas che può essere lieve o grave. Essa è spesso scatenata da gallstones o un consumo eccessivo di alcool, ed è caratterizzata da un improvviso dolore addominale. Durante questo processo infiammatorio, l'amilasi, un enzima normalmente secreto dal pancreas per aiutare nella digestione degli amidi, può riversarsi in quantità maggiore nel sangue. Infatti, l'amilasi svolge un ruolo cruciale nel processo digestivo, e il suo rilascio incontrollato è tipico durante gli episodi di danno acuto al pancreas. Questa condizione può causare sintomi come dolore addominale severo, nausea, vomito, febbre e un aumento rapido degli enzimi pancreatici nel sangue. L'iperamilasemia, quindi, funge da importante indicatore nel riconoscere una perturbazione nelle funzioni pancreatiche, specialmente in casi acuti, aiutando i medici a differenziare la pancreatite dalle altre possibili cause di dolore addominale.

32 di 64 Domande

Che cos'e' il cheloide:














La risposta corretta è la E
Il cheloide è un'eccessiva formazione di tessuto cicatriziale. Tale condizione si verifica quando il processo di riparazione della pelle avviene con un'accumulo anomalo di tessuto fibrotico oltre i limiti del danno originario. Questo fenomeno porta alla formazione di una massa densa e rigida, sollevata rispetto alla superficie cutanea circostante. I cheloidi possono svilupparsi dopo una varietà di lesioni cutanee, inclusive di ferite chirurgiche, abrasioni, incisioni e persino, in alcuni casi, punture d'insetto e vaccinazioni. Diversamente da una normale cicatrice, che può appiattirsi e sbiadire con il tempo, un cheloide tende a crescere progressivamente e raramente migliora senza trattamento. Risulta più frequente in individui di determinata predisposizione genetica e nelle persone con una maggiore pigmentazione cutanea. La gestione dei cheloidi può essere complessa e può includere trattamenti come iniezioni di corticosteroidi, la terapia a pressione, il laser, e, in alcuni casi, l'intervento chirurgico, anche se il rischio di ricorrenza post-chirurgica rimane significativo.

33 di 64 Domande

Quale delle seguenti condizioni morbose non e' inclusa nella lista delle malattie soggatte a notificazione obbligatoria:














La risposta corretta è la B
La colangite non è inclusa nella lista delle malattie soggette a notificazione obbligatoria. La colangite è un'infiammazione dei dotti biliari che può essere causata da infezioni batteriche, ostruzioni o altre condizioni. L'infiammazione impedisce il normale flusso della bile dal fegato all'intestino tenue, causando dolori addominali, febbre, ittero e talvolta prurito grave. Se non trattata tempestivamente, può portare a complicazioni gravi come l'infezione diffusa (sepsi) o danni al fegato. La diagnosi solitamente avviene attraverso analisi del sangue, tecniche di imaging come ecografia o risonanza magnetica, e talvolta mediante ERCP (colangiopancreatografia retrograda endoscopica) per identificare ostruzioni o altre anomalie dei dotti biliari. Il trattamento può includere antibiotici, interventi volti a rimuovere le ostruzioni dei dotti biliari e, in alcuni casi, chirurgia. Nonostante la sua possibile gravità , la colangite per sé non rientra tra le malattie a notifica obbligatoria, elenco che comprende invece patologie con un importante impatto sulla salute pubblica come meningite, difterite e tifo esantematico.

34 di 64 Domande

Quale tipo di vomito caratterizza la stenosi ipertrofica del piloro?














La risposta corretta è la D
La stenosi ipertrofica del piloro si caratterizza per un vomito "a getto" non biliare. Questa condizione, prevalentemente pediatrica, è dovuta all'ispessimento dei muscoli del piloro, che porta a un'ostruzione parziale o totale dell'uscita gastrica verso l'intestino tenue. Il risultato è un vomito espulsivo, derivante dall'intensa attività contrattile dello stomaco in risposta all'ostruzione, che però appare chiaro o latteo e non presenta bile, dato che il blocco si verifica prima che il contenuto gastrico raggiunga l'intestino dove si mescolerebbe con la bile. Questo tipo di vomito indicativo, insieme ad altri segni come la palpabilità di una massa olivare e un'evidente disidratazione, aiuta nella diagnosi della condizione. La terapia di scelta per la stenosi ipertrofica del piloro prevede un intervento chirurgico, la piloromiectomia, che consiste nell'allargamento della parte ostruita per consentire il passaggio del contenuto gastrico.

35 di 64 Domande

Cosa e' la derivazione urinaria:














La risposta corretta è la E
La derivazione urinaria è la modifica chirurgica del normale percorso delle urine in modo temporaneo o definitivo. Questo intervento viene effettuato quando la vescica o l'uretra sono danneggiate o devono essere by-passate a causa di varie malattie. Una patologia che può necessitare tale intervento è il carcinoma della vescica, dove il tumore può impedire il normale flusso dell'urina o richiedere l'asportazione della vescica stessa. In questi casi, la derivazione urinaria permette di deviare l'urina attraverso una nuova uscita creata chirurgicamente, garantendo così la funzionalità di eliminazione dell'organismo pur in presenza di ostacoli o assenza dell'organo vescicale. Tale pratica è cruciale per mantenere la qualità della vita del paziente, prevenendo l'accumulo di urina e le conseguenti infezioni o danni ai reni. La derivazione può assumere varie forme, inclusa la creazione di una vescica interna (neovescica) o l'esternazione degli ureteri attraverso la parete addominale (stomia). In sintesi, la derivazione urinaria rappresenta una soluzione chirurgica essenziale in caso di condizioni patologiche severe che compromettono il normale deflusso urinario.

36 di 64 Domande

Le Aziende Sanitarie Locali sono una vera e propria azienda pubblica dotata di autonomia:














La risposta corretta è la D
Le Aziende Sanitarie Locali godono di autonomia organizzativa, patrimoniale, amministrativa, gestionale, contabile e tecnica. Questo significa che hanno la capacità di autogestirsi su vari fronti, come la gestione delle risorse, la pianificazione e l'esecuzione di programmi sanitari, la gestione del personale e la cura dell'aspetto finanziario e tecnologico, dentro un quadro definito dalla legislazione nazionale. Le ASL sono quindi concepite per operare con un grado di libertà ampio, in grado di adeguarsi alle specifiche necessità sanitarie del territorio di riferimento, garantendo un'aliquera decisionale e gestionale locale, ma sempre entro i limiti delle politiche nazionali per la salute. Questa autonomia permette una gestione più dinamica e reattiva ai bisogni sanitari della popolazione, puntando a una sanità su misura e più efficiente.

37 di 64 Domande

Come si presenta la dispnea?














La risposta corretta è la D
La Dispnea si presenta indifferentemente come inspiratoria o espiratoria. Questa condizione riflette vari disturbi che possono alterare la meccanica del respiro o la funzione polmonare. La dispnea può essere influenzata da numerosi fattori, che intervengono in diverse combinazioni, compresi problemi meccanici, dell'interscambio gassoso, di percezione del respiro e altri fattori psicologici. Può avere diverse cause, tra cui condizioni cardiache, polmonari, neuromuscolari o psicogene. Tale sintomo non si manifesta in modo esclusivamente inspiratorio o espiratorio poiché la sua natura è strettamente correlata alla vasta etiologia che può determinarla. La natura multifattoriale della dispnea sottolinea l'importanza di un attento esame clinico e diagnostico per identificarne la causa root, facilitando così un trattamento mirato. In conclusione, la dispnea come sintomo complesso e poliedrico che può avere implicazioni cliniche importanti, necessita di un inquadramento accurato nel contesto della presentazione clinica del paziente.

38 di 64 Domande

Il CEA e':














La risposta corretta è la B
Il CEA è un marker tumorale. Questo viene confermato dal fatto che il Carcinoembryonic Antigen (CEA) è comunemente utilizzato nella pratica clinica per il monitoraggio dei pazienti affetti da alcuni tipi di cancro, in particolare il cancro del colon. Anche se inizialmente è stato identificato in tumori del colon, il CEA può essere elevato anche in altri tipi di cancro e in condizioni benigne, rendendolo meno efficace come strumento di diagnosi iniziale. Tuttavia, il suo ruolo nel monitorare la risposta al trattamento o la ricomparsa della malattia nei pazienti precedentemente trattati per certi tipi di cancro è ben riconosciuto. Il CEA è quindi considerato un indicatore utile per valutare l'efficacia del trattamento e per monitorare la ricorrenza del cancro in pazienti precedentemente diagnosticati, sostenendo la sua descrizione come marker tumorale.

39 di 64 Domande

Con quale manovra si ricerca la presenza di edema a un arto?














La risposta corretta è la A
La manovra corretta per rilevare la presenza di edema a un arto è la compressione digitale sopra una zona ossea. Questa tecnica è affidabile perché l'edema si caratterizza per un’ accumulazione anomala di liquido nell'interstizio tra le cellule dei tessuti, spesso a causa di patologie che alterano il normale equilibrio dei liquidi nell'organismo. Quando si esercita pressione su una zona ossea con edema, il tessuto circostante cede sotto la forza applicata lasciando un'impronta, evidenziando così la presenza dell'edema. Differentemente dalle altre tecniche menzionate, la compressione sopra un punto osseo fornisce un riscontro diretto e visibile dell'accertamento. L'accumulo di liquidi è un fenomeno che può derivare da diverse cause, inclusi problemi linfatici, venosi, reazioni infiammatorie o alterazioni nella pressione osmotica o idrostatica. Questo tipo di valutazione è importante perché permette di identificare in maniera non invasiva la presenza di alterazioni nella distribuzione dei fluidi corporei, un sintomo che necessita di ulteriori investigazioni per comprenderne la causa di fondo e individuare il trattamento più idoneo.

40 di 64 Domande

Quali tra i seguenti e' una tecnica di studio dell'apparato cardiovascolare invasiva?














La risposta corretta è la C
La tecnica di studio dell'apparato cardiovascolare invasiva tra le opzioni fornite è la coronarografia. La coronarografia è un esame diagnostico invasivo che permette di visualizzare le arterie coronarie mediante l'introduzione di un catetere in un'arteria (generalmente radiale o femorale) e l'iniezione di un mezzo di contrasto radiopaco. Questo procedimento è essenziale per identificare eventuali restringimenti o ostruzioni nelle arterie che irradiano il cuore, condizioni che possono indicare la presenza di malattia coronarica. La malattia coronarica, spiegata in dettaglio, comporta la riduzione del flusso sanguigno al muscolo cardiaco a causa dell'accumulo di placche aterosclerotiche nelle arterie coronarie. Questo processo, conosciuto come aterosclerosi, può infine condurre a sintomi gravi come angina o infarto miocardico. La coronarografia permette quindi di ottenere immagini chiarissime delle arterie e di valutare l'entità della malattia aterosclerotica presente, consentendo al medico di decidere sulle successive opzioni terapeutiche più adeguate, che possono includere interventi di angioplastica o l'impianto di stent per mantenere aperta l'arteria colpita. L'indagine, pur essendo considerata relativamente sicura, comporta dei rischi specifici legati alla sua invasività , come la possibilità di reazioni al mezzo di contrasto, sanguinamenti locali, o, in casi rarissimi, danni alle arterie.

41 di 64 Domande

Il paziente puo' avere accesso alla propria documentazione clinica?














La risposta corretta è la B
La domanda indaga sulla possibilità da parte del paziente di accedere alla propria documentazione clinica. La risposta corretta è : "Sì , sempre." Questa affermazione si basa sul diritto alla libera accessibilità dei dati sanitari da parte del paziente, che è un principio fondamentale nel contesto della legislazione sulla privacy e diritti dei pazienti nei diversi sistemi sanitari. Non è necessaria l'approvazione di un direttore sanitario, né l'accesso è limitato a momenti specifici come la dimissione. Questo diritto enfatizza l'importanza della trasparenza e del coinvolgimento personale nella gestione della propria salute, permettendo al paziente di essere informato sui trattamenti, diagnosi e sul percorso terapeutico seguito. Questo accesso garantisce una maggiore comprensione e partecipazione attiva del paziente al proprio percorso di cura, contribuendo a un approccio collaborativo nelle decisioni mediche.

42 di 64 Domande

Il ricorso alla contenzione del paziente ospedalizzato e' normato:














La risposta corretta è la A
In Italia, non esiste una legge specifica sull'utilizzo e la gestione della contenzione del paziente ospedalizzato. Questa pratica, infatti, non è disciplinata da normative precise, ma piuttosto da raccomandazioni e linee guida che mirano a limitare il suo utilizzo. La contenzione fisica dovrebbe essere considerata soltanto quando altre misure meno restrittive non sono efficaci e sempre con l'obiettivo primario di garantire la sicurezza del paziente e di coloro che ne hanno cura. La contenzione fisica viene utilizzata negli ospedali e in altri ambienti clinici come misura ultima per prevenire che i pazienti si facciano del male o arrechino danni agli altri. Tuttavia, la sua applicazione deve seguire principi etici rigorosi che pongono al centro il rispetto della dignità e dei diritti dei pazienti. È essenziale che il personale sanitario valuti attentamente l'impiego della contenzione, considerando sempre l'interesse superiore del paziente, cercando il consenso informato ove possibile e monitorando attentamente il benessere del paziente durante l'applicazione. L'assenza di una legislazione specifica in Italia sulla contenzione riflette la complessità etica e clinica di questa pratica e la necessità di un approccio individualizzato e basato sulle specifiche circostanze cliniche del paziente. La contenzione fisica dovrebbe essere vista come parte di un'ampia strategia di cura, in cui la comunicazione, l'empatia e l'uso di alternative meno invasive giocano un ruolo centrale nel gestire situazioni difficili, proteggendo contemporaneamente i diritti dei pazienti e promuovendo un ambiente di cura sicuro e rispettoso.

43 di 64 Domande

Cosa significa "responsabilita' professionale" nella sua accezione positiva?














La risposta corretta è la A
La "responsabilità professionale" nella sua accezione positiva include il rispetto dei presupposti scientifici delle attività e delle funzioni proprie della professione, il rispetto dei valori etici condivisi e delle indicazioni che derivano dalla coscienza professionale, oltre al rispetto delle norme di riferimento. Questo concetto riguarda la capacità di aderire ai principi fondamentali richiesti dalla propria professione, comportandosi in modo etico ed efficiente. Questo significa che un professionista, oltre a possedere una solida conoscenza teorica e pratica nel suo campo, deve anche mostrare integrità , onestà , e una profonda comprensione delle implicazioni morali legate alle sue azioni e decisioni. È importante che mantenga sempre gli standard più elevati possibile non solo per salvaguardare la sicurezza e il benessere dei suoi clienti, pazienti o consumatori, ma anche per consolidare la fiducia nella sua professione. Inoltre, dovrebbe perpetuamente aggiornarsi sulle ultime novità e sviluppi del suo settore per garantire le pratiche più aggiornate e basate sull'evidenza. Questi aspetti sono essenziali per mantenere alto il livello di professionalità e per assicurare la migliore assistenza o servizio. La responsabilità professionale, quindi, rappresenta un pilastro fondamentale per qualsiasi professionista impegnato a esercitare il suo ruolo con dedizione e integrità .

44 di 64 Domande

La pratica del lavaggio delle mani effettuata correttamente consente:














La risposta corretta è la E
La pratica del lavaggio delle mani effettuata correttamente riduce il rischio di trasmissione di patogeni dall’ operatore al paziente, dal paziente all’ operatore e da paziente a paziente, anche attraverso l’ ambiente. Questa procedura è essenziale per prevenire le infezioni, soprattutto in ambienti sanitari dove i patogeni possono essere facilmente trasmessi. Il processo di lavaggio efficace delle mani rimuove sporco, oli, ed eventuali microrganismi patogeni presenti sulla superficie delle mani, diminuendo significativamente la probabilità di trasferire microorganismi nocivi. Le mani sono una via comune per la trasmissione di infezioni poiché sono in costante contatto con varie superfici e materiali, rendendo essenziale una corretta igiene. Praticare un’ accurata igiene delle mani implica l’ utilizzo di tecniche appropriate con acqua e sapone, per un'adeguata durata e frequenza, o di soluzioni alcoliche in assenza dell’ opzione precedente. Una corretta igiene delle mani è riconosciuta come una delle misure più efficaci per prevenire la diffusione di infezioni all'interno delle strutture sanitarie e oltre, contribuendo significativamente alla sicurezza dei pazienti, degli operatori sanitari e della comunità in generale.

45 di 64 Domande

Tra le seguenti quale scala valuta il rischio di caduta?














La risposta corretta è la B
La scala che valuta il rischio di caduta è la scala di Conley. Questa è un importante strumento utilizzato nel contesto sanitario per stimare il rischio che un paziente possa incorrere in una caduta. La necessità di tale strumento nasce dal riconoscimento che le cadute rappresentano un significativo problema di sicurezza per i pazienti, in particolare per quelli anziani o con condizioni che ne diminuiscono la mobilità o l'orientamento. La scala di Conley si basa sulla valutazione di vari fattori che possono contribuire al rischio di caduta, tra cui la storia di cadute precedenti, la capacità di deambulazione e di equilibrio del paziente, l'assunzione di farmaci che possono influenzare la stabilità e la presenza di condizioni mediche che aumentano il rischio di cadute. Attraverso un punteggio, questa scala permette ai professionisti della salute di identificare i pazienti a maggior rischio e, di conseguenza, di implementare strategie preventive specifiche. La corretta valutazione del rischio di caduta e l'implementazione delle misure preventive sono essenziali per migliorare la sicurezza dei pazienti, ridurre le cadute e, di conseguenza, prevenire le lesioni che da esse possono derivare. In questo contesto, la scala di Conley assume un ruolo cruciale nell'ambito delle pratiche di prevenzione delle cadute in ambito sanitario.

46 di 64 Domande

Secondo le piu' recenti Linee Guida per la prevenzione del rischio infettivo la sostituzione delle linee (deflussori) dedicate all'infusione di Nutrizione Parenterale Totale (contenente lipidi) deve essere effettuata:














La risposta corretta è la A
La sostituzione delle linee dedicate all'infusione di Nutrizione Parenterale Totale (NPT) contenente lipidi deve essere eseguita ogni giorno, insieme alla sacca nutrizionale. Questa pratica è essenziale per la prevenzione del rischio infettivo in ambito ospedaliero. La nutrizione parenterale, comprendendo la somministrazione di nutrienti direttamente nel sistema circolatorio, presenta un alto rischio di infezioni se le linee di infusione non sono gestite correttamente. È di cruciale importanza il rispetto scrupoloso delle procedure di sostituzione giornaliera delle linee per mitigare il rischio di contaminazione. La terapia di nutrizione parenterale totalizzante, includendo soluzioni di lipidi, richiede particolare attenzione vista la loro predisposizione a favorire la crescita di microrganismi se le condizioni di sterilità non sono mantenute. Reiterare la sostituzione quotidiana delle linee è una misura di prevenzione fondamentale per salvaguardare la salute dei pazienti da possibili complicanze di natura infettiva che possono derivare da manipolazioni inadeguate o prolungate dell'apparato di infusione.

47 di 64 Domande

Secondo le piu' recenti Linee Guida per la prevenzione del rischio infettivo sulla gestione della ferita chirurgica:














La risposta corretta è la E
La gestione della ferita chirurgica, secondo le più recenti linee guida per la prevenzione del rischio infettivo, include tutte le affermazioni date: la ferita può essere esposta all'acqua dopo 48 ore, deve essere medicata in modo sterile nelle prime 48 ore, e si può utilizzare acqua del rubinetto per la pulizia dopo questo periodo se aperta o riaperta. Questo perché la cura appropriata della ferita è essenziale per promuovere la guarigione e prevenire le infezioni. L'ambiente sterile nei primi giorni è critico per evitare l'entrata di patogeni mentre la ferita inizia il processo di guarigione. Successivamente, la pulizia con acqua è ammessa dato che la ferita ha iniziato a chiudersi e la pelle intorno inizia a proteggere l'area. Gli approcci menzionati si basano sulla comprensione della fisiologia della cura delle ferite e sull'importanza di prevenire le infezioni. La pratica di mantenere sterilità iniziale e poi permettere contatto con acqua riflette l'equilibrio tra proteggere la ferita in fase iniziale e incoraggiare una guarigione normale appena la situazione lo permette. L'applicazione di tecniche sterili riduce al minimo il rischio di contaminazione microbica, mentre l'utilizzo successivo dell'acqua promuove l'igiene e può aiutare a rimuovere detriti dalla ferita, promuovendo ulteriormente la guarigione.

48 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni rispetto alle precauzioni standard e' corretta?














La risposta corretta è la E
Le precauzioni standard sono destinate all'assistenza di tutti i pazienti in ospedale, indipendentemente dalla loro diagnosi o dalla condizione di presunta infezione. Questa affermazione è corretta perché le precauzioni standard rappresentano un'insieme di linee guida volte a minimizzare il rischio di trasmissione di infezioni da paziente a paziente, da paziente a operatore sanitario e viceversa. Le precauzioni standard si basano sul principio che tutti i fluidi corporei, ad eccezione del sudore, indipendentemente dallo stato di infezione conosciuto o presunto del paziente, possono trasmettere infezioni. Pertanto, queste pratiche includono il lavaggio delle mani, l'uso di guanti quando si può entrare in contatto con fluidi corporei, il corretto smaltimento degli aghi e altri strumenti taglienti in contenitori appropriati, l'uso di mascherine e occhiali protettivi in situazioni di rischio e la gestione sicura dei rifiuti sanitari. Infatti, questa visione globale del controllo delle infezioni è fondamentale per mantenere l'ambiente ospedaliero il più sicuro possibile per tutti i soggetti coinvolti, riflettendo la necessità di un'attenzione costante alla prevenzione delle infezioni trasmissibili.

49 di 64 Domande

le Ulcere da Pressione si possono classificare in stadi , secondo l'European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP) quanti sono questi stadi?














La risposta corretta è la A
Le Ulcere da Pressione, secondo l'European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP), si possono classificare in 4 stadi. Questa classificazione riflette la gravità e la profondità dei danni tissutali. Le ulcere da pressione, conosciute anche come piaghe da decubito, sono lesioni della pelle e/o dei tessuti sottostanti, solitamente causate da una lunga pressione su un'area del corpo. Possono svilupparsi quando la pelle che copre aree ossee rimane sotto pressione per periodi prolungati, portando a riduzione del flusso sanguigno e conseguente danno ai tessuti. Le ulcere da pressione sono più comuni nelle persone immobili, come quelle a lungo termine a letto o in sedia a rotelle. Gli stadi delle ulcere da pressione riflettono la gravità del danno tissutale: 1. **Stadio I**: Rossezza della pelle integra che non sbianca sotto la pressione. 2. **Stadio II**: Perdita parziale dello spessore della pelle, che può apparire come una abrasione, una bolla, o un cratere poco profondo. 3. **Stadio III**: Perdita totale dello spessore della pelle, che espone il tessuto sottocutaneo senza mostrare ossa o tessuti muscolari. 4. **Stadio IV**: Perdita totale dello spessore della pelle con esposizione di ossa, muscoli o strutture di supporto, come tendini o capsule articolari. La corretta identificazione dello stadio dell'ulcera da pressione è fondamentale per un approccio terapeutico adeguato, mirato alla prevenzione dell'ulteriore danno tissutale, alla promozione della guarigione e alla gestione del dolore.

50 di 64 Domande

Per diagnosi infermieristica s'intende:














La risposta corretta è la E
Per diagnosi infermieristica si intende l'enunciazione di un problema del paziente e le sue motivazioni. Questa definizione sottolinea il ruolo dell'infermiere nel riconoscere e formulare una chiara descrizione della situazione problematica o delle condizioni che richiedono attenzione, oltre che nell'identificare le possibili cause o fattori contribuenti. È un processo critico che permette di impostare interventi mirati e personalizzati per il paziente, basandosi sulle sue esigenze specifiche. La diagnosi infermieristica è un aspetto fondamentale della pratica infermieristica, poiché contribuisce a delineare il quadro clinico del paziente in maniera accurata e dettagliata. Consiste nell'analisi delle informazioni raccolte durante la valutazione iniziale del paziente, integrando dati sia soggettivi (espressi dal paziente) che oggettivi (riscontrati attraverso esame fisico, esami di laboratorio e strumentali). Tale processo di valutazione permette di identificare non solo i sintomi o i segni clinici evidenti, ma anche di comprendere le loro possibili cause e le implicazioni sulla vita del paziente. Identificare correttamente e formulare una diagnosi infermieristica consente così di guidare l'intero processo di cura, assicurando che le azioni intraprese siano concentrate sulle reali necessità del paziente. È un passaggio chiave per promuovere un'assistenza personalizzata e efficace, orientata non solo al trattamento delle patologie, ma anche al miglioramento della qualità di vita del paziente.

51 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


52 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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