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1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

Quale tra queste popolazioni cellulari leucocitarie e', di norma, la piu' rappresentata nel sangue periferico?














La risposta corretta e' la ' granulociti polimorfonucleati neutrofili '.


4 di 62 Domande

Quale ormone e' tipico del trofoblasto:














La risposta corretta e' la ' Gonadotropina corionica '.


5 di 62 Domande

Un dato imprescindibile nella valutazione clinica di uno stato di malnutrizione e':














La risposta corretta e' la ' L'anamnesi alimentare '.


6 di 62 Domande

In quale malattia cutanea si ritrova il segno dello "scalino"?














La risposta corretta e' la ' Erisipela '.


7 di 62 Domande

In pazienti asmatici, i farmaci beta-2 agonisti a breve durata d'azione, somministrati per via inalatoria:














La risposta corretta e' la ' possono dare tremore muscolare e possono risultare aritmogeni in una percentuale non trascurabile di pazienti '.


8 di 62 Domande

Le articolazioni si dividono in:














La risposta corretta e' la ' sinartrosi e diartrosi '.


9 di 62 Domande

Il carcinoma della cervice uterina si associa in piu' del 95% dei casi ad infezione da:














La risposta corretta e' la ' papillomavirus umano (HPV) '.


10 di 62 Domande

Per ermafroditismo vero si intende:














La risposta corretta e' la ' Presenza contemporanea di tessuto ovarico e testicolare '.


11 di 62 Domande

LA CREPITATIO INDUX E REDUX POLMONARE SI OSSERVA NEL DECORSO DELLA:














La risposta corretta e' la 'polmonite lobare'.


12 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


13 di 62 Domande

I barbiturici a livello del sistema nervoso centrale:














La risposta corretta e' la ' diminuiscono il consumo di O2 '.


14 di 62 Domande

Nel vomito da cinetopatia l'antiemetico da prescrivere e':














La risposta corretta e' la ' la scopolamina '.


15 di 62 Domande

La Yoimbina e' un:














La risposta corretta e' la ' alfa 2 Antagonista '.


16 di 62 Domande

Obesita', sterilita', irsutismo e ovaio policistico caratterizzano la:














La risposta corretta e' la ' s. di Stein-Leventhal '.


17 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


18 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


19 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


20 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


21 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


22 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


23 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


24 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


25 di 62 Domande

Ferdinando, uno studente universitario di circa 30 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dottor Bianchi, per mostrargli un’ eruzione cutanea a rapida espansione sviluppatesi in corrispondenza del braccio destro. Anamnesi patologica prossima: La chiazza è rotondeggiante e mostra una ipocromia centrale. Ferdinando inoltre riferisce di sentirsi da un po’ di tempo sonnolento e con una sensazione di malessere generale, attribuendo tali fenomeni dopo un recente viaggio in un campeggio in Virginia, negli USA. Quale diagnosi comunicherà il Dottor Bianchi a Ferdinando?

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La risposta corretta è la D.

Il dottor Bianchi comunicherà a Ferdinando che è affetto dalla Malattia di Lyme, una zoonosi che si acquisisce a causa del morso di zecca (è trasmessa principalmente da 4 specie di zecche Ixodes sp) e l’ agente eziologico alla base dell’ infezione è la spirocheta Borrelia burgdorferi.

L’ anamnesi positiva per un recente viaggio in campeggio è un ulteriore dato che avvalora tale ipotesi diagnostica. La malattia di Lyme è endemica nel nord-est degli USA e si manifesta con un eritema cronico migrante, come descritto in questo caso, ovvero una lesione cutanea a carattere papulomatoso, fortemente eritematosa, che poi gradualmente si estende a formare una lesione molto più estesa, con al centro una zona necrotica o maggiormente rossastra e con dei bordi finemente rilevati.

I sintomi iniziali comprendono: malessere generalizzato e rash cutaneo di carattere eritematoso migrante, che può essere seguito dopo alcune settimane o mesi da alterazioni articolari, neurologiche o cardiache.

La diagnosi è fondamentalmente clinica negli stadi precoci della malattia, ma i test sierologici possono essere di sostegno nella diagnosi delle eventuali complicanze reumatologiche, neurologiche e/o cardiache che si manifestano nelle fasi avanzate della malattia. La terapia generalmente prevede la somministrazione di antibiotici come doxiciclina o ceftriaxone, mentre nelle donne incinta si predilige l’ amoxicillina, un antibiotico appartenente alla classe dei β-lattamici, che è il trattamento di scelta nelle donne in gravidanza e in allattamento, nonché i bambini di età inferiore a 8 anni.

 

La risposta A è errata

La miocardite è una flogosi miocardica accompagnata da necrosi dei miociti che solo raramente comporta un’ eruzione cutanea localizzata. Spesso segue un’ infezione virale (Il virus della Coxsackie B rappresenta la causa più comune di miocardite, che può anche portare a cardiomiopatia dilatativa) e si presenta con un quadro clinico caratterizzato da coinvolgimento delle vie aeree superiori, febbre, dispnea e dolore toracico. Il trattamento è volto a ridurre le richieste energetiche del miocardio. L’ uso della terapia immunosopressiva e antinfiammatoria dipende dalla causa sottostante e rimane ancora controverso.

 

La risposta B è errata

La storia clinica di una recente escursione in una zona endemica per la patologia di Lyme è altamente suggestiva di una patologia causata da una puntura di zecca. La meningite rappresenta una condizione patologica caratterizzata da un’ infiammazione delle delle meningi, in particolare dell’ aracnoide e della pia madre, cioè le leptomeningi, provocate dalla localizzazione diretta di un agente infettivo. Raramente si riconosce un’ eziologia non infettiva riconducibile ad una irritazione meningea da farmaci o agenti chimici. Molto spesso l’ infezione non interessa solo le meningi ma anche il sottostante parenchima cerebrale: si parla in questo caso di meningoencefaliti. Le meningiti batteriche sono le più frequenti e le più gravi. Anche quelle virali sono molto frequenti, a differenza di quelle da micoplasma, rickettsie, clamidie, protozoi, elminti che sono meno frequenti. La diagnosi di meningite si fa con l’ esame del liquor. Basta un sospetto di meningite a rendere indicata la puntura lombare che è l’ unico accertamento che ci dice con esattezza se è una meningite e che eziologia ha.

Tuttavia è sempre un bene fare un’ attenta diagnosi differenziale ed escludere una condizione di meningite, perché a volte se causata dalla Neisseria Meningitidis, può determinare un’eruzione cutanea, benchè di tipo petecchiale, associata a febbre alta, mal di testa, nausea e/o vomito, torcicollo e fotofobia, tutti sintomi che il nostro paziente nega.

 

La risposta C è errata

Gli stafilococchi sono microrganismi Gram-positivi aerobi. Lo Staphylococcus aureus è il germe più patogeno; causa tipicamente infezioni cutanee e talvolta polmoniti, endocarditi e osteomieliti. Porta spesso alla formazione di ascessi.

Lo Staphylococcus aureus è la causa predominante di impetigine non-bollosa e di ogni impetigine bollosa (la formazione delle bolle è dovuta all’ azione della tossina esfoliativa prodotta dagli stafilococchi).

Lo S. aureo infine può sovrainfettare anche delle lesioni cutanee come le punture di zecche, provocando delle lesioni ulcerative su base eritematosa. Nulla a che vedere, insomma, con l’ eritema cronico migrante presentato da Ferdinando. Sebbene si stiano rapidamente sviluppando dei ceppi resistenti a questi antibiotici, il trattamento prevede generalmente penicillina o vancomicina.

 

La risposta E è errata

La febbre maculosa delle Montagne Rocciose è un’infezione batterica, dovuta al batterio Rickettsia rickettsii, che si trasmette all’uomo con il morso della zecca del legno o del cane, correlata ad una mortalità stimata fino al 40%. La sintomatologia comprende l’ improvvisa comparsa di iperpiressia seguita dalla comparsa si un esantema dell’ area articolare di polsi e caviglie che si estende a volto, tronco, ascelle, glutei e alle aree palmari e plantari di mani e piedi: l’ eruzione descritta dal nostro paziente è molto più indicativa di malattia di Lyme, in quanto il rash della febbre maculosa delle Montagne Rocciose è più diffusa e presenta localizzazione preferenziale differente.

Inoltre anche in questa patologia si presentano sintomi neurologici quali cefalea, insonnia fino al coma.

Il trattamento si basa su doxiciclina o tetraciclina.


26 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


27 di 62 Domande

Il Sig. Tursi, un anziano signore, si presenta presso il PS di Magenta. Lamenta estrema stanchezza dopo sforzo, tanto che non è in grado di camminare più di due isolati e richiede tre cuscini per dormire comodamente di notte. L’ anamnesi patologica remota risulta positiva per due pregressi infarti del miocardio. In passato non è stato in grado di tollerare una terapia con l’ enalapril, a causa di una tosse stizzosa come reazione avversa. L’ esame obiettivo rivela una iperdistensione venosa giugulare. Quale fra quelle sottoelencate è la terapia farmacologica più appropriata da attuare?














La risposta corretta è la C.

I sartani sono dei farmaci molto importanti, che bloccano le azioni dell’ angiotensina in modo ancora più preciso e completo rispetto agli ACE inibitori (in quanto esistono anche altri enzimi, oltre all’ ACE che sono in grado di produrre l’ angiotensina II). Fra questi farmaci ricordiamo: losartan, valsartan, candesartan, eprosartan, irbesartan ed altri.

Sono bloccanti dei recettori AT1 dell’ angiotensina, sono teratogeni per il feto, ma non determinano tosse (dunque possono essere utilizzati al posto degli ACE-inibitori).

La risposta A non è corretta.

Gli inibitori dell’ enzima convertente l’ angiotensina (ACE) riducono la formazione di Angiotensina II, inibendo la conversione dell’ Angiotensina I in Angiotensina II.

Questi farmaci hanno numerosi effetti: dilatazione arteriosa e venosa, riduzione della secrezione di aldosterone, aumento della gittata cardiaca, riduzione del rimodellamento cardiaco.

Fra questi farmaci ricordiamo il lisinopril, captopril, enalapril, lisinopril, quinapril, ramipril, trandolapril.

Gli ACE inibitori (ad eccezione di fosinopril, moexipril) sono eliminati dal rene, di conseguenza le dosi devono essere ridotte in caso di IR.

Sono dei farmaci estremamente utili per il trattamento dell’ insufficienza cardiaca congestizia dopo infarto del miocardio (è stato dimostrato che riducono la mortalità ).

Sostituire un ACE-inibitore con un altro ACE inibitore non ha senso: per questo caso clinico è meglio utilizzare i sartani.

Le risposte B e D non sono corrette.

Il warfarin e eparina non sono farmaci utili per l’ insufficienza cardiaca, ma rientrano nella categoria degli anticoagulanti ed

antiaggreganti.

La risposta E non è corretta.

Il più usato e utile glicoside cardiaco, la digossina, si ottiene dalla digitale bianca e si assorbe per il 65-80% dopo somministrazione orale. Tutti i glicosidici inibiscono l’ ATP-asi Na+/K+ dipendente, il trasportatore legato alla membrana, spesso chiamato “ pompa del sodio” . La digossina per quanto riguarda l’ insufficienza cardiaca congestizia non ha effetti sul miglioramento della sopravvivenza e della progressione della malattia, anche se può diminuire i giorni di ospedalizzazione in questi pazienti, dato che può essere utilizzato come farmaco sintomatico.


28 di 62 Domande

Remo, è un paziente di 69 anni ricoverato in elezione presso il reparto di chirurgia dell’ ospedale Gemelli per un intervento routinario di ernia. Nella fase preoperatoria ha una concentrazione sierica di sodio pari a 122 mmol / L. L'equipe chirurgica ha chiesto un parere medico circa la causa della sua iponatriemia; a seguito della valutazione si pensa che sia associata ad una disidratazione indotta da diuretici. Secondo le linee guida, quale fluido dovrebbe essere usato per migliorare la situazione?














La risposta corretta è la E.

Le recenti linee guida, approvate da organizzazioni professionali che rappresentano chirurghi, anestesisti, biochimici e medici, compresi i nefrologi, suggeriscono che in presenza di iponatriemia, ad esempio a causa di eccessiva esposizione diuretici, è meglio gestire il paziente con una soluzione elettrolitica bilanciata come quella di Hartmann.

In altre condizioni cliniche coma diarrea, ileostomia, fistola intestinale, ileo od ostruzione intestinale devono essere trattate con le soluzioni di tipo Ringer lattato.

Perdite eccessive dovute al vomito gastrico devono essere trattate prima dell’intervento con una soluzione appropriata che includa un adeguato supplemento di potassio.

L’ipocloremia, infine, è un’indicazione per l’uso di soluzioni saline allo 0,9%, con appropriate aggiunte di potassio e con una particolare attenzione a non produrre un sovraccarico di sodio.


29 di 62 Domande

Scenario AGEX50: Carla, 32 anni, alla 23esima settimana, si reca al pronto soccorso, presentando febbre, minzione dolorosa e mal di testa. La pressione sanguigna è 110/65 mm Hg, la frequenza cardiaca è 92 bpm/min, la frequenza respiratoria è di 17 atti/minuto e la temperatura corporea è di 38,5 °C. L'esame obiettivo mostra una linfoadenopatia inguinale bilaterale, dolente alla palpazione e lesioni genitali che determinano fastidio e dolore. A un esame più attento delle lesioni genitali si può apprezzare un contenuto liquido trasparente e una misura di circa 5-6 mm di diametro. Di che tipo di lesioni stiamo parlando e di quale malattia?














La risposta corretta è la C.

Dal caso presentato la diagnosi è suggestiva di vescicole da Herpes Simplex. Entrambi i tipi di virus herpes simplex (HSV) possono causare infezioni orali o genitali. HSV-1 causa solitamente gengivo-stomatite, herpes labiale e cheratite erpetica, mentre, l’HSV-2 determina solitamente lesioni genitali.

L’herpes genitale è la più diffusa patologia ulcerativa a trasmissione sessuale dei paesi sviluppati.

La natura vescicolare e dolorosa delle lesioni, mostrate nel caso clinico, indica che la paziente presenta herpes genitale. La trasmissione dell’HSV avviene per contatto stretto con una persona, che elimina attivamente il virus.

Dopo l’infezione iniziale, l’HSV rimane quiescente nei gangli nervosi, a partire dai quali può periodicamente riattivarsi, causando manifestazioni cliniche che possono includere sintomi sistemici, dolore locale, prurito, linfoadenopatia dolorosa e disuria. I pazienti, inoltre, spesso presentano una fase prodromica di parestesia prima della eruzione vescicolare.

La risposta A non è corretta.

Un’ulcera è una regione di necrosi dermica ed epidermica con coinvolgimento variabile dei tessuti sottostanti, spesso causata da traumi o infezioni. La diagnosi differenziale delle ulcere si basa sulla localizzazione (orale, genitale o altra localizzazione cutanea).

La risposta B non è corretta.

Una pustola è una lesione contenente materiale purulento.

La risposta D non è corretta.

Una papula è una lesione solida e rialzata con bordi distinti con meno di 5 mm di diametro.

La diagnosi differenziale delle papule è importante per suddividerle in eruzioni papulose (es. infettive) e lesioni papulari isolate (es. maligne).

Il morbillo è una malattia virale esantematica, sostenuta da Paramyxovirus, che colpisce più spesso i bambini. Dal punto di vista clinico in genere si presenta con tosse, rinite, congiuntivite e successivamente con la comparsa delle “ macchie di Koplik” sulla mucosa buccale.

L’esantema virale ha inizio 1-2 giorni dopo i sintomi prodromici ed è caratterizzato da un’ eruzione cutanea maculo-papulare eritematosa, che si diffonde in senso cranio-caudale.

La risposta E non è corretta.

Una bolla è una lesione pari o superiore a 1 cm di diametro, contenente liquido trasparente, mentre il pemfigo volgare è una patologia a base autoimmune, dove ritroviamo autoanticorpi IgG diretti contro le “ Ca-dependent cadherins desmoglein 1” e “ desmoglein 3” , che causano una compromissione dell’ adesione cellula-cellula e della segnalazione tra le cellule epidermiche; questo processo esita in l’acantolisi (perdita di adesione intracellulare).

Dal punto di vista clinico possiamo ritrovare bolle flaccide, che causano anche dolore cutaneo, erosioni orali e di altre mucose. Le bolle si rompono e lasciano un’ area con disepitelizzazione.

Circa il 50% dei pazienti mostra solo lesioni orali (queste bolle tendono a rompersi, e rimangono sotto forma di lesioni croniche e dolorose) e questa è una caratteristica peculiare di tale quadro clinico.


30 di 62 Domande

Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA41):
La signora Giannelli si reca insieme al proprio figlio Matteo, di 9 anni, presso lo studio medico del Dott. Farelli, pediatra curante del bambino. Il paziente presenta un rash pruriginoso a livello del volto, delle braccia e del petto. La madre riferisce che è comparso 2 giorni prima, quando ha notato che il figlio ha iniziato a grattarsi costantemente e con particolare veemenza. Il bimbo lamenta inoltre mal di testa e malessere generale. All’ esame obiettivo il Dott. Farelli individua la presenza di lesioni vescicolari a contenuto liquido, e riscontra inoltre la presenza di febbricola. In quale stadio questa patologia cessa di essere contagiosa?















La risposta corretta è la D.

Le vescicole della varicella si trovano in diversi stadi di guarigione. Nuove lesioni di solito smettono di svilupparsi entro quattro giorni: pertanto un paziente rimane infettivo per 4-5 giorni dopo che l’eruzione cutanea si è sviluppata, quando l’ultima ondata di vescicole comparse si trasforma in formazione crostose (scelta D).


31 di 62 Domande

Una tra le seguenti e' la definizione di xantelasmi: Quale?














La risposta corretta e' la 'accumuli di macrofagi carichi di lipidi a carico delle palpebre'.


32 di 62 Domande

In cosa consiste l'intervento di stabilizzazione di spalla secondo Latarjet?














La risposta corretta è la D.
L’ intervento di Latarjet viene utilizzato nel caso di  instabilità gleno-omerale, in cui la testa dell’ omero non aderisce completamente alla  galena.
Normalmente il cercine glenoideo aumenta la congruenza tra queste due strutture ma nel caso in cui vi siano delle lussazioni o delle sublussazioni, esso subisce delle lesioni con conseguente instabilità articolare.
L’ intervento di Laterjet viene effettuato in anestesia loco-regionale a cui può essere associata una blanda sedazione del paziente e prevede che, dopo aver praticato una piccola incisione nella regione anteriore della spalla, venga staccata la coracoide, una prominenza ossea della scapola in cui inserisce il tendine del bicipite, modellata adeguatamente e poi fissata con due viti al margine anteriore della glenoide. Questo consente di aumentare il diametro della glenoide che insieme al tendine bicipite impedisce alla testa dell’ omero di lussarsi.
Dopo l’ intervento può essere utile indossare un tutore di spalla e il dolore, generalmente lieve o moderato, può essere facilmente controllato con antidolorifici ed eventualmente ghiaccio posto localmente.

33 di 62 Domande

L'emianopsia omonima è:














La risposta corretta e' la '

Perdita di una parte o di tutta la metà sinistra o destra di entrambi i campi visivi

'.


34 di 62 Domande

In un paziente, di 30 anni viene eseguita la manovra di Phalen. Questa manovra potrebbe evocare la sintomatologia dolorosa nei pazienti affetti da:














La risposta corretta è la A.

La sindrome del tunnel carpale (CTS) è una patologia provocata dalla compressione del nervo mediano mentre viaggia attraverso il tunnel carpale. I pazienti comunemente avvertono dolore e parestesia, e meno comunemente debolezza, nella distribuzione del nervo mediano. La CTS è la mono-neuropatia focale a compressione più frequente osservata nella pratica clinica. Le manovre provocatorie per CTS includono: Phalen, Tinel, compressione manuale carpale e test di elevazione della mano.

Un segno di Phalen positivo è definito come dolore e/o parestesia a livello delle dita innervate del nervo mediano. Le meta-analisi hanno mostrato una sensibilità media del 68% e una specificità del 73% per un test di Phalen positivo.

Uno studio prospettico, inoltre, ha trovato che il test di Phalen correla alla gravità della CTS.


35 di 62 Domande

Un paziente di 69 anni riferisce di essere portatore di un soffio cardiaco. Un mese prima era stato sottoposto ad avulsione dentaria e, 10 giorni dopo, aveva accusato febbre e artralgia. Si era recato dal medico di famiglia, che aveva confermato la presenza di un soffio cardiaco e aveva prescritto terapia antibiotica orale che non aveva avuto beneficio. Nello scenario descritto:














La risposta corretta è la B

Nel caso clinico, l’ ipotesi diagnostica di un’ endocardite infettiva deve essere prioritariamente considerata. Il primo elemento, che suggerisce una diagnosi di endocardite infettiva è rappresentato dalla presenza di un soffio cardiaco, segno di valvulopatia e fattore di rischio importante per tale patologia. Secondo elemento, che suggerisce la diagnosi, è il precedente intervento di avulsione dentaria, che ha causato una batteriemia transitoria con febbre e artralgia, che ha spinto il medico di famiglia ad intraprendere una terapia antibiotica orale, che non ha avuto alcun beneficio.


36 di 62 Domande

Uomo di 59 anni, fumatore attivo, con storia di ipertensione, dislipidemia e alcolismo. Mostra quadro progressivo negli ultimi 2 anni di difficoltà nel salire le scale con debolezza agli arti inferiori e superiori che fluttua durante il giorno e migliora leggermente con l'esercizio prolungato. Occasionalmente ha presentato episodi di diplopia. Si è aggiunta una tosse secca persistente. Come parte dello studio viene eseguita un’ elettromiografia che mostra aumenti incrementali nel potenziale di azione muscolare in risposta alla stimolazione nervosa ripetitiva. Una TC del torace mostra una linfoadenopatia sottocarenale e un nodulo di 3,1 cm nel lobo inferiore sinistro. Questi risultati sono coerenti con la neoplasia polmonare primaria. Qual è la diagnosi del quadro clinico associato?














La risposta corretta è la D
Il quadro clinico neurologico del paziente del caso clinico risulta compatibile con quello della sindrome di Eaton-Lambert, sindrome paraneoplastica immunomediata di tipo presinaptico causata da un deficit di liberazione di acetilcolina dalle terminazioni nervose.
Prevede:
- affaticabilita, astenia che migliora leggermente dopo l’ esercizio prolungato, dolore della muscolatura prossimale degli arti;
- parestesie periferiche;
- secchezza delle fauci, tosse secca persistente, disturbi dell'erezione e ptosi palpebrale;
- aumenti incrementali nel potenziale di azione muscolare, in risposta alla stimolazione nervosa ripetitiva, misurati all’ elettromiografia;

37 di 62 Domande

Un ragazzo di 15 anni si presenta ad una valutazione nefrologica ambulatoriale per il riscontro all’ esame urine spot di microematuria e albuminuria di 70 mg/dL. L’ anamnesi familiare evidenzia microematuria nella madre e microematuria e malattia renale cronica stadio 3b nella nonna. Gli esami clinici di approfondimento evidenziano una ipoacusia per le alte frequenze. Quale tra le seguenti mutazioni geniche è più probabilmente associata a questo caso?














La risposta corretta è la E.

Tra le seguenti mutazioni geniche è più probabilmente associata a questo caso la mutazione del gene COL4A5. Le anomalie renali descritte, accompagnate da compromissione uditiva, fanno ipotizzare una diagnosi di Sindrome di Alport. La frequente incidenza di malattie renali nella linea materna del paziente suggerisce una modalità di trasmissione dominante legata al cromosoma X, causata da una mutazione del gene COL4A5.


38 di 62 Domande

Scenario BN2M: Una donna di 30 anni riferisce dispnea da sforzo. Agli esami ematici non leucocitosi. PCR e VES nei limiti di norma. All'ecocardiogramma si evidenzia un prolasso della mitrale da rottura di corda. Qual e' l'eziologia piu' probabile?














La risposta corretta e' la 'Degenerativa, malattia di Barlow'.


39 di 62 Domande

Nella protesica di anca, un insufficiente offset mediale comporta:














La risposta corretta è la C.
L’ offset mediale della testa femorale è , per definizione, la distanza tra il centro della testa femorale (o centro di rotazione della testa del femore) e una linea passante per la diafisi femorale (asse anatomico) o lo stelo di una protesi qualora ci si trovasse di fronte a un paziente protesizzato. Qualora questo fosse insufficiente risulterebbe accorciato un parametro che deriva indirettamente dall’ offset: il braccio di leva degli abduttori. Diminuendo questo braccio, diminuisce la forza degli abduttori, l’ articolarità dell’ anca e il disequilibrio del bacino.
La risposta A non è corretta.
Non è ininfluente in quanto una diminuzione dell’ offset porterebbe ad un accorciamento del braccio di leva degli abduttori.
La risposta B non è corretta.
La lussazione anteriore rappresenta un fallimento dell’ impianto della protesi. Questa non è collegata all’ offset mediale bensì alla tecnica chirurgica e al tipo di accesso utilizzato che porta al sacrificio di una componente muscolare e tendinea che non crea più una protezione verso la lussazione in questa direzione.
La risposta D non è corretta.
La lussazione posteriore rappresenta un fallimento dell’ impianto della protesi. Questa non è collegata all’ offset mediale bensì alla tecnica chirurgica e al tipo di accesso utilizzato che porta al sacrificio di una componente muscolare e tendinea che non crea più una protezione verso la lussazione in questa direzione.
 

40 di 62 Domande

Dei seguenti microrganismi quali hanno antigeni comuni con il Proteus vulgaris (OX19, OX2, OXK)














La risposta corretta e' la ' Rickettsie '.


41 di 62 Domande

Il ciclo asessuato della malaria avviene














La risposta corretta e' la ' esclusivamente nell'uomo '.


42 di 62 Domande

L'artrosi e' una affezione che ha come bersaglio principale:














La risposta corretta e' la 'la cartilagine'.


43 di 62 Domande

QUALE TRA I SEGUENTI ORGANI/APPARATI HA UNA BASSA RADIOSENSIBILITA':














La risposta corretta e' la 'apparato respiratorio'.


44 di 62 Domande

A che eta', nel bambino normale, inizia la produzione delle prime frasi di 3 parole?














La risposta corretta e' la ' 24 mesi '.


45 di 62 Domande

Marcare un radiofarmaco significa:














La risposta corretta e' la ' incorporare stabilmente un radionuclide in una molecola complessa '.


46 di 62 Domande

La famiglia nucleare e' tipica di una delle seguenti organizzazioni sociali:














La risposta corretta e' la ' Societa' industriale '.


47 di 62 Domande

Quale di queste condizioni morbose controindica l'uso di acque cloruro-sodiche:














La risposta corretta e' la C
La presenza dell’ ulcera duodenale controindica l’ uso di acque cloruro-sodiche, perché tali acque presentano effetti sull’ apparato digestivo quali aumento della velocità di svuotamento dello stomaco, stimolo della secrezione gastrica, biliare e pancreatica con attivazione di alcuni enzimi digestivi, variazioni del pH gastrico e duodenale che contribuirebbero al peggioramento della condizione clinica del paziente. Infatti, si ritiene che il principale responsabile della formazione dell’ ulcera duodenale sia l’ ipersecrezione acida gastrica a cui si assocerebbero alterazioni dello svuotamento gastrico (con passaggio troppo rapido del chimo acido nel duodeno) e riduzione della secrezione di bicarbonato nel muco duodenale. 

48 di 62 Domande

Il difetto del setto interatriale:














La risposta corretta e' la B
Il difetto del setto interatriale, ovvero una cardiopatia congenita caratterizzata da un’ apertura del setto interatriale che mette in comunicazione tra loro i due atri del cuore generando iperafflusso polmonare, pone indicazione alla chiusura chirurgica in età prescolare qualora lo shunt creato dall’ apertura stessa risulti emodinamicamente significativo (ovvero il rapporto tra la portata polmonare e quella sistemica sia Qp/Qs>1,5) in presenza di dilatazione delle cavità cardiache destre oppure in caso di rapporto Qp/Qs >1,7 o, ancora, per shunt non emodinamicamente significativi associati ad embolia paradossa documentata. All’ opposto, tale patologia rappresenta il 6-10% di tutte le cardiopatie congenite (risposta A errata) e si presenta con una maggiore prevalenza nel sesso femminile (risposta D errata) potendo esistere sotto forma di tre differenti tipologie: il tipo ostium secundum, il quale rappresenta la forma più frequente, è caratterizzato da una soluzione di continuo della porzione media del setto a livello della fossa ovale, per cui entra in diagnosi differenziale con il forame ovale pervio, variante nella norma presente in un terzo della popolazione; il tipo ostrium primum è , invece, localizzato nella parte inferiore del setto interatriale in prossimità delle valvole atrioventricolari e si associa spesso a fessurazione o cleft della cuspide mitralica anteriore; infine, il tipo seno venoso interessa la porzione superiore del setto interatriale in prossimità dello sbocco della vena cava superiore nell'atrio destro. Invece, la prima manifestazione clinica del difetto interatriale è rappresentata dalla dispnea, che compare tardivamente in caso di ostium secundum per sviluppo di ipertensione polmonare, e dall’ insufficienza cardiaca, che compare più precocemente in caso di ostium primum, a causa dell’ insufficienza mitralica associata, mentre la cianosi rappresenta una manifestazione tardiva di malattia che conseguirà ad inversione dello shunt causata dalla presenza di ipertensione polmonare severa (risposta C errata).

49 di 62 Domande

Quali sono i meccanismi di emergenza nella termoregolazione umana:














La risposta corretta e' la ' Sudorazione e brivido '.


50 di 62 Domande

Circa la disfagia funzionale, quali delle seguenti affermazioni e' falsa?














La risposta corretta e' la ' e' sempre prevalente per i cibi solidi '.


51 di 62 Domande

L'ACCOMODAZIONE E' LA PREROGATIVA PROPRIA DEL MUSCOLO SANO DI:














La risposta corretta e' la 'di non contrarsi se stimolato con impulsi esponenziali di bassa intensita''.


52 di 62 Domande

LA FIM E'














La risposta corretta e' la 'una scala che valuta l'indipendenza di un soggetto nelle ADL'.


53 di 62 Domande

L'eritromelalgia e' una condizione morbosa rappresentata da:














La risposta corretta e' la ' arrossamento e dolore dell'estremita' '.


54 di 62 Domande

Nella intossicazione da organofosfati trova indicazione:














La risposta corretta e' la ' Atropina '.


55 di 62 Domande

Per quanto tempo le lendini si mantengono vitali dopo la loro deposizione?














La risposta corretta e' la ' 7-8 giorni '.


56 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti la malattia da Clostridium Difficile e' vera?














La risposta corretta e' la ' la maggior parte delle diarree associate all'uso di antibiotici non sono dovute a C. Difficile '.


57 di 62 Domande

I sali biliari:














La risposta corretta e' la ' Sono indispensabili all'assorbimento dei grassi '.


58 di 62 Domande

Le forme istogenetiche piu' frequenti nel carcinoma dell'ovaio sono:














La risposta corretta e' la ' di derivazione dall'epitelio celomatico '.


59 di 62 Domande

Una demenza post-anossica e' una demenza:














La risposta corretta e' la ' Stabilizzata '.


60 di 62 Domande

LE ULCERE TORPIDE DEGLI ARTI INFERIORI SONO PIU' FREQUENTI NELLA:














La risposta corretta e' la 'LEBBRA '.


61 di 62 Domande

In un paziente demente, un punteggio di Hachinski modificato superiore a 4 e' indicativo di :














La risposta corretta e' la ' demenza multinfartuale '.


62 di 62 Domande

Indicare quale tra i seguenti farmaci e' un antagonista dei recettori H2:














La risposta corretta e' la ' nizatidina '.


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