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1 di 39 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 39 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 39 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 39 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


5 di 39 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


6 di 39 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


7 di 39 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


8 di 39 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


9 di 39 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


10 di 39 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


11 di 39 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


12 di 39 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


13 di 39 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


14 di 39 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


15 di 39 Domande

Quale delle seguenti corrisponde all'arteria mesenterica superiore?

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La risposta corretta è la B
La freccia 2, indica l’ arteria mesenterica superiore alla sinistra della vena mesenterica superiore. Al contrario, la freccia 1 indica l’ aorta addominaleche decorre davanti al corpo vertebrale e alla sinistra della vena cava inferiore (risposta A errata). All’ opposto, la freccia 3 indica la vena mesenterica superiore (risposta C errata). Infine, la freccia 4 indica la cistifellea (risposta D errata).

16 di 39 Domande

Quale delle seguenti affermazioni è FALSA rispetto alla struttura anatomica indicata con la freccia blu nell’ immagine?

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La risposta corretta è la B
Il muscolo indicato è il pronatore quadrato, responsabile insieme al pronatore rotondo della pronoazione dell’ avambraccio, quindi è falso che la sua funzione sia la supinazione dell’ avambraccio. Al contrario, è innervato da un ramo del nervo mediano, il nervo interosseo (risposta A errata) e partecipa alla stabilizzazione dell’ articolazione radio-ulnare distale (risposta C errata). Inoltre, origina dalla faccia anteriore del quarto distale dell’ ulna e si inserisce sulla faccia anteriore del quarto distale del radio (risposta D errata) e le sue fibre sono perpendicolari all’ asse longitudinale dell’ avambraccio (risposta E errata).

17 di 39 Domande

Rispetto alla foto del caso clinico, dove si trova l’ arteria basilare?

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La risposta corretta è la B
La freccia che indica l’ arteria basilare è la 2. In particolare, l’ arteria basilare si forma dall’ unione delle due arterie vertebrali e costituisce la porzione posteriore del Poligono di Willis, che si completa anteriormente con la confluenza delle due carotidi interne. Al contrario, le arterie appaiono scure alla RMN T2 per l’ assenza di segnale, mentre il liquido cefalorachidiano appare iperintenso (bianco) come nel quarto ventricolo (risposta C errata).  All’ opposto, la freccia 1 indica la carotide interna destra vicina alla parete laterale del seno sfenoidale (risposta A errata). Infine, la freccia 4 potrebbe indicare la cisterna cerebello-midollare (o cisterna magna) dove frequentemente hanno sede malformazioni e lesioni espansive ma potrebbe anche indicare le due arterie cerebellari posteroinferiori (PICA) che si uniscono sulla faccia mediale degli emisferi cerebellari (risposta D errata).

18 di 39 Domande

Uomo di 73 anni con emottisi. Lo studio radiologico mostra un’ opacità polmonare che richiede una biopsia. La diagnosi istopatologica dell'immagine microscopica della biopsia è :

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La risposta corretta è la C
La diagnosi istopatologica dell’ immagine microscopica della biopsia è di carcinoma squamoso. In particolare, l’ immagine presenta un agglomerato cellulare in cui è possibile apprezzare un certo grado di atipia cellulare con colorazione rosa-rosso per l’ eosinofilia che caratterizza la differenziazione squamosa. Al contrario, sono assenti i vacuoli intracitoplasmatici ripieni di muco caratteristici delle cellule dell’ adenocarcinoma, che apparirebbero chiare e non rosa eosinofile (risposta A errata). Inoltre, assente anche il tipico quadro pleomorfo con cellule di grandi dimensioni tipico del carcinoma a grandi cellule (risposta E errata). Infine, non è presente neanche la disposizione compatta “ a palizzata” delle cellule rotondeggianti, con scarso citoplasma e nucleo intensamente cromofilo, tipica del carcinoma neuroendocrino (risposta D errata).

19 di 39 Domande

Donna di 25 anni con adenopatia palpabile e indolore della regione sopraclavicolare. La paziente riferisce di avere avuto periodi febbrili. Viene eseguita una biopsia e colorazione con ematossilina-eosina. Il referto anatomopatologico riporta che la lesione mostra una componente di grandi cellule che esprimono CD15 e CD30, ma non CD45, con presenza di infiltrato infiammatorio. La sua diagnosi e'?

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La risposta corretta è la B
L’ aspetto istopatologiaco e la clinica sono fortemente suggestive di linfoma di Hodgkin, una neoplasia maligna del sistema linforeticolare che può colpire non solo i linfonodi ma anche milza, fegato e midollo osseo. Si manifesta frequentemente con adenopatie cervicali, sopraclavicolari o ascellari indolori, a cui possono associarsi febbre, sudorazione, calo ponderale, prurito ed epatosplenomegalia. La diagnosi si basa sulla biopsia che rivela tipiche cellule di Reed-Sternberg (grosse cellule binucleate “ a pop corn” ) in un infiltrato cellulare pleomorfo con istiociti, plasmacellule, monociti, linfociti ed eosinofili. Questo quadro istopatologico insieme alle altre caratteristiche immunoistochimiche descritte nel quesito (CD15+, CD30+ e CD45-) delineano il quadro di linfoma di Hodgkin varietà classica sottotipo scleronodulare.

20 di 39 Domande

Davanti al seguente ECG e sapendo che corrisponde ad un paziente di 78 anni con storia di esteso infarto anteriore e moderata disfunzione ventricolare residua, quale sarebbe il tuo primo sospetto diagnostico?

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La risposta corretta è la C
L’ ECG mostra una tachicardia regolare con QRS largo che, in un paziente con precedente IMA, suggerisce, come prima opzione diagnostica, una tachicardia ventricolare. Al contrario, la tachicardia atriale, la tachicardia sopraventricolare dovuta al rientro intranodale, la tachicardia ventricolare, il flutter atriale atipico e la fibrillazione atriale si presentano usualmente come tachicardie con QRS stretto.

21 di 39 Domande

Una donna di 39 anni, alla 34 ° settimana di gestazione con parto in corso, dopo l’ inserimento di un catetere epidurale per analgesia, riferisce vertigini. Si rileva una pressione arteriosa pari a 104/57 mmHg e una frequenza cardiaca di 45 bpm. Si somministrano 9 mg di efedrina i.v. dopo i quali riferisce palpitazioni e senso d’ oppressione alla base del collo. Si effettua un ECG (vedi immagine). Quale dei seguenti processi patofisiologici è stato in grado di contribuire allo sviluppo del quadro clinico presentato da questa paziente?

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La risposta corretta è la C
Il processo patofisiologico in grado di contribuire allo sviluppo del quadro clinico è un’ ischemia miocardica correlata all'aumento della domanda di ossigeno miocardico. In particolare, dopo l’ inserimento del catetere epidurale compare un episodio vagale per il quale si somministra efedrina (agonista adrenergico). Quest’ ultima stimola i recettori beta miocardici e alpha periferici aumentando la richiesta di ossigeno del miocardio e determinando, in questo caso, un evento ischemico con angina e sottoslivellamento diffuso di ST all’ ECG. Al contrario, lo spasmo coronario di solito determina un sopraslivellamento transitorio di ST in un territorio specifico (risposta B errata). All’ opposto, la rottura di placca con trombo non occlusivo sovrapposto è la causa principale di sindrome coronarica acuta senza elevazione di ST ma normalmente è circoscritta ad un territorio specifico (risposta A errata).

22 di 39 Domande

Una donna di 42 anni giunge al pronto soccorso riferendo mancanza di respiro durante la notte che la costringe ad alzarsi e che regredisce progressivamente. Inoltre, segnala progressivo peggioramento della sua capacità funzionale nelle ultime due settimane, con difficoltà a salire una rampa di scale a causa di "asfissia". Otto giorni fa è andata nel suo centro di cura per un episodio di palpitazioni che insorgevano e scomparivano improvvisamente. Avendo a disposizione un ecocardiogramma portatile si esegue un'esplorazione il cui esito è quello mostrato nell’ immagine (immagini ecocardiografiche transtoraciche ottenute in telesistole, in proiezione apicale-3-camere. Pannello A: immagine in scala di grigi (modalità B). Pannello B: Immagine color-Doppler della stessa sede del Pannello A. VI: ventricolo sinistro; AI: atrio sinistro; Ao: Aorta.). L'opzione terapeutica che risolverebbe il problema di questa paziente è :

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La risposta corretta è la C
L'opzione terapeutica che risolverebbe il problema della paziente del caso clinico è un intervento sulla valvola mitrale con l’ intento, se possibile, di effettuare una riparazione. In particolare, è mostrato un ecocardiogramma, con proiezione apicale-3-camere, in cui si evidenzia un rigurgito sistolico dal ventricolo sinistro all’ atrio sinistro, perciò si tratta di una insufficienza mitrale, il cui trattamento d’ elezione, una volta diventata sintomatica, è chirurgico

23 di 39 Domande

Uomo di 50 anni, diabetico e sovrappeso. Giunge al pronto soccorso per dolore retrosternale e alla mandibola insorto nel sonno e che perdura da 3 ore. Viene effettuato questo elettrocardiogramma. Qual è la diagnosi?

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La risposta corretta è la D
La diagnosi suggerita dall’ elettrocardiogramma del caso clinico è di un infarto infero-laterale acuto, poiché si osserva un sovraslivellamento di ST nelle derivazioni II, III e aVF (sede inferiore) ma anche nelle derivazioni V5-V6 (sede laterale). Al contrario, in caso di infarto antero-settale avremmo un’ elevazione di ST in V1-V4 (risposta A errata). All’ opposto, in caso di pericardite acuta avremmo un sovraslivellamento diffuso di ST ed un sottoslivellamento di PR (risposta B errata). Invece, se fosse stato un infarto inferiore avremmo rilevato un’ elevazione solo in II, III, aVF (risposta C errata). Infine, in caso di infarto laterale avremmo un’ elevazione di ST in I, aVL, V5-V6 (risposta E errata).

24 di 39 Domande

Una donna di 80 anni con una storia di ipertensione, dislipidemia e artrosi cervicale in trattamento con enalapril/idroclorotiazide e simvastatina da anni e sporadicamente con paracetamolo. Riferisce lesioni cutanee pruriginose sul tronco e alle estremità da due settimane, per le quali non ha eseguito trattamenti medici (immagine). La paziente è emodinamicamente stabile e apiretica quando giunge al pronto soccorso. Indica l'opzione corretta:

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La risposta corretta è la C
Il quadro clinico presentato pone il sospetto di una malattia bollosa autoimmune come il pemfigoide bolloso, che suole affliggere gli anziani e che si manifesta con un’ eruzione pruriginosa eczematoso-orticarioide. In particolare, a diffrenza del pemfigo compaiono vescicole e bolle tese che si sviluppano su cute di aspetto eritematoso con segno di Nikolsky negativo. Solo in un terzo dei pazienti possono comparire lesioni a livello delle mucose. La diagnosi si avvale della biopsia delle bolle subepidermiche, con IFD che mostrerà depositi lineari di IgG e C3 nella membrana basale, senza acantolisi. Nei casi molto estesi viene intrapresa una terapia corticosteroidea sistemica a dosi di 0,5-1 mg/kg/die, da sola o associata ad immunosoppressori.

25 di 39 Domande

Paziente di 78 anni con una storia di sigmoidectomia per diverticolite 12 anni anni prima. Il quadro clinico prevede distensione addominale, accompagnata da dolore addominale diffuso, nausea e vomito alimentare, con evacuazioni scarse e liquide. All'esame obiettivo, è apiretico, emodinamicamente stabile, con dolore diffuso alla palpazione dell'addome, che è disteso e con timpanismo senza peritonismo. I rumori idro-aerei sono aumentati. Le analisi di laboratorio, che includono emocromo, test biochimici, sull’ emostasi e l'emogasanalisi, sono normali. Nell'immagine si mostrano Rx di addome e TC Qual è la diagnosi?

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La risposta corretta è la D
Il quadro clinico è suggestivo di ostruzione intestinale la cui causa più frequente è il cancro del colon. In particolare, il quadro ostruttivo è caratterizzato da dolore addominale, nausea, vomito e distensione addominale. L’ RX diretta dell’ addome ci indirizza verso una ostruzione dell’ intestino crasso in quanto mostra una dilatazione del colon trasverso con assenza di gas a valle, com’ è possibile notare osservando la mancanza di gas a livello dell’ ala iliaca sinistra. La neoplasia appare alla TC con contrasto venoso come un ingrossamento focale della parete delineando il tipico aspetto “ a torsolo di mela” . Le cause principali di occlusione dell’ intestino tenue sono: aderenze (60%), ernie (25%), cancro (10%). Invece, le cause principali di occlusione dell’ intestino crasso sono: cancro (60%), volvolo (20%), diverticolite (10%).

26 di 39 Domande

Paziente di 58 anni con una storia clinica di pirosi di lunga data. Viene eseguita un'endoscopia del tratto digestivo superiore, mostrata nell'immagine. Qual è la diagnosi più ’ probabile?

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La risposta corretta è la A.
La diagnosi più probabile in un paziente con storia clinica di pirosi di lunga data è un esofago di Barret, metaplasia determinata dall’ insulto cronico dei succhi acidi gastrici sulla mucosa esofagea in pazienti che soffrono della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). In particolare, l’ endoscopia mostra un’ area rosso salmone a livello della giunzione esofago-gastrica ma è solo con la biopsia e successivo esame istopatologico che sarà possibile ottenere una diagnosi di conferma. Invece, nonostante l’ immagine endoscopica possa apparire simile anche nell’ esofagite peptica, il dato della lunga storia di pirosi e quindi di MRGE ci orienta verso il Barret (risposta B errata). Al contrario, l’ esofagite eosinofila è tipica di pazienti più giovani che presentano dispepsia, disfagia, malnutrizione e l’ immagine endoscopica mostra una mucosa esofagea edematosa con presenza di solchi, stenosi ed anelli (risposta C errata). All’ opposto, la malattia di Mallory-Weiss è una lacerazione della mucosa dell’ esofago distale e dello stomaco prossimale causata da vomito violento (risposta D errata). Infine, la candidosi esofagea, solitamente associata negli immunodepressi ad un’ infezione del cavo orofaringeo, presenta placche biancastre che possono ulcerarsi e determinare stenosi del lume (risposta E errata)

27 di 39 Domande

Donna di 65 anni senza antecedenti d’ interesse giunge al pronto soccorso di un ospedale per nausea e per un dolore persistente nell'ipocondrio destro che è peggiorato nelle ultime 24 ore; è associato ad anoressia con un certo grado di astenia e distermia. Entrando nel pronto soccorso, è febbricitante (38.2 º C), normoteso (125/75 mm Hg), e con dolore alla palpazione selettiva dell'ipocondrio destro; il resto dell’ esame fisico è negativo. L'analisi effettuata rivela che gli unici parametri alterati sono una leucocitosi di 13.000/mm con associata neutrofilia. In questo contesto clinico, il chirurgo di turno richiede un'ecografia addominale. Indica la risposta corretta:

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La risposta corretta è la A
L'ecografia addominale mostra una colecisti distesa, pareti ispessite, edematose e un’ immagine iperecogena con ombra acustica posteriore, compatibile con una litiasi infundibolare. Questi risultati suggeriscono la diagnosi di colelitiasi acuta. In particolare, il quadro clinico della paziente caratterizzato da dolore all’ epicondrio destro, segno di Murphy positivo e febbre è fortemente suggestivo di colecistite acuta che nel 90% dei casi è dovuta alla presenza di calcoli. Al contrario, la TC non è il primo test da eseguire nel sospetto di colelitiasi in quanto rileva esclusivamente i calcoli a base di calcio (risposta D errata). 

28 di 39 Domande

Vediamo in ambulatorio un uomo di 31 anni. Viene accompagnato da sua madre, con cui ancora vive e dalla quale dipende. Non trova lavoro da due anni e negli ultimi mesi si è rinchiuso in casa. Il paziente afferma di sentirsi stanco e debole e per questo preferisce non uscire di casa. La madre sospetta che il paziente sia depresso ed entrambi riconoscono che probabilmente è aumentato di peso, sebbene non si sia pesato. Nell'esame clinico, ciò che più attrae la nostra attenzione è una PA di 150/100 mmHg e un addome prominente mostrato nell’ immagine. In questa situazione, quale sarebbe il comportamento immediato più appropriato?

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La risposta corretta è la A
In questa situazione il comportamento immediato più appropriato sarebbe considerare che tutti i dati del paziente sono compatibili con un eccesso di glucocorticoidi. In particolare, dopo aver escluso tramite un’ indagine l'apporto esterno (orale, in creme) e, aver richiesto un’ analisi standard che include studio del profilo lipidico e glicemico, è necessario effettuare diverse misurazioni del cortisolo libero nelle urine e una misurazione del cortisolo plasmatico al mattino presto, dopo somministrazione orale di desametasone la sera prima.
Infatti, nell’ immagine sono evidenti le striature rosso-vinose localizzate al basso ventre e alla radice degli arti che insieme alle alterazioni dell’ umore, come la depressione, possono manifestarsi nella sindrome di Cushing (risposta B e C errata). I dati a disposizione non sono compatibili con una condizione di epatopatia cronica con ipertensione portale ed ascite ed anche l’ aumento della circonferenza addominale è da riferirsi alla caratteristica redistribuzione del tessuto adiposo e non all’ accumulo del liquido ascitico (risposta D errata) 

29 di 39 Domande

Paziente affetto da gozzo tiroideo. Nell'immagine si mostra la sua ecografia tiroidea in scala di grigi e color Doppler. Alla luce di questi risultati, indica la risposta corretta:

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La risposta corretta è la C
L’ immagine dell’ ecografia tiroidea del paziente con gozzo del caso clinico mostra una ghiandola ingrandita e leggermente ipoecogena, senza noduli, di ecostruttura eterogenea e ipervascolarizzata. I risultati suggeriscono la malattia di Graves, ma ci sono tiroiditi subacute che possono mostrare risultati simili. Per distinguere le diverse condizioni può essere utile la gammagrafia, in cui osserviamo la captazione del radionuclide dovuta all’ iperfunzione della ghiandola presente nel morbo di Graves ed assente invece in caso di tiroidite. Al contrario, poiché nell’ ecostruttura della tiroide non si rilevano lesioni focali l’ aumento delle sue dimensioni non può essere attribuito ad un gozzo multinodulare e non risulta utile procedere alla PAAF data l’ assenza di lesioni potenzialmente neoplastiche (risposta A e D errate).
 

30 di 39 Domande

Una donna nera di 54 anni presenta astenia, sonnolenza, parestesie, disturbo dell’ andatura, perdita di forza e sensibilità in entrambi gli arti inferiori. Le analisi mostrano Hb 10,4 g/dL, MCV 107 fL, piastrine 110.000/mm3, leucociti 5.000/mm3, neutrofili 1900/mm3, linfociti 2500/mm3, monociti 300/mm3, eosinofili 300/mm3, reticolociti 1,0% (valore normale: 0,5-2), reticolociti totali 5,400/mm3, aptoglobina 0 g/L (valore normale: 0,3-2 g / L), LDH 1,114 U/L, AST (GOT) 50 U/L, ALT (GPT) 30 U/L, GGT 16 U/L, fosfatasi alcalina 90 U/L, bilirubina totale 1,03 mg/dL. Test di Coombs negativo. Lo striscio di sangue periferico è mostrato nell'immagine. Valutato il quadro clinico e analitico, qual è il trattamento che dovrebbe essere somministrato a questo paziente?

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La risposta corretta è la C
Valutato il quadro clinico e analitico, il trattamento che dovrebbe essere somministrato a questo paziente è la vitamina B12 per via parenterale, in quanto l’ ipotesi diagnostica che scaturisce dall’ insieme dei dati laboratoristici e della clinica con deficit neurologici è di un’ anemia megaloblastica da carenza di vitamina B12. In particolare, nell’ immagine è possibile notare i PMNs polisegmentati tipici di questa condizione. L’ MCV elevato indica che siamo davanti ad una anemia macrocitica che in questo caso, essendo megaloblastica, si accompagna a deficit della sintesi del DNA con emolisi associata ed infatti sono presenti un’ aptoglobina pari a zero ed un aumento di LDH. Il valore non elevato dei reticolociti permette di escludere un’ anemia emolitica primaria.  Al contrario, sebbene anche la carenza di acido folico sia associato ad una anemia megaloblastica le manifestazioni neurologiche come parestesie, disturbo dell’ andatura, perdita di forza e sensibilità in entrambi gli arti inferiori sono esclusivamente attribuibili ad una carenza di B12, per questo motivo non trova indicazione un trattamento che preveda acido folico e splenectomia (risposta D errata). All’ opposto, la plasmaferesi sarebbe stato un trattamento opportuno in caso di porpora trombotica trombocitopenica e in quel caso avremmo ritrovato schistociti nello striscio (risposta A errata). Invece, dato che il test di Coombs è negativo, è possibile escludere un’ eziologia autoimmune e quindi la terapia corticosteroidea associata (risposta B errata). Infine, la flebotomia, cioè il prelievo di un certo quantitativo di sangue, è un trattamento raccomandato nei pazienti affetti da policitemia (risposta E errata).

31 di 39 Domande

Un giovane paziente di 22 anni ci viene inviato dal medico di assistenza primaria. Originario della Giamaica, vive in Spagna da cinque mesi. La ragione per la quale ha consultato il medico di medicina generale era una sensazione di stanchezza. Riferisce storia di dolori articolari da diversi anni, di intensità moderata, senza segni infiammatori, che non erano stati studiati nel suo paese. L'esame clinico mostra pallore delle mucose e una dolorosa lesione ulcerata alla gamba, presente da tre anni, per la quale non si era mai consultato con un medico. Non ricorda alcun trauma locale. I test di laboratorio mostrano un HB di 7,6 g/dL, reticolociti 417.000/uL, HCT 22,8%, 13.540 leucociti/uL, con il 51% dei neutrofili e il 36% dei linfociti, piastrine 286.000/uL, 2,12 bilirubina mg/dL, (diretta 0,4 mg/dl) e lattato deidrogenasi 318 U/L (v.n. 190 U/L). I test standard della coagulazione rientrano nei range normali. La radiografia del torace è normale, così come l’ Eco-Doppler degli arti inferiori. Che tipo di anemia sospetteresti prima di iniziare i corrispondenti studi di conferma?

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La risposta corretta è la A
In base alla clinica riferita dal paziente e ai risultati dei test analitici effettuati il sospetto diagnostico è quello di un’ anemia a cellule falciformi, emoglobinopatia causata dall’ eredità omozogote di Hb S che fa assumere agli eritrociti la tipica forma a falce determinando occlusione vasale ed emolisi. In particolare, è tipica della razza nera (il paziente proviene dalla Giamaica) ed è caratterizzata da astenia, pallore, dolori articolari e lesioni ulcerative dovute alle occlusioni vascolari. Viene inquadrata tra le anemie emolitiche croniche con aumento dei reticolociti, bilirubina indiretta e LDH (risposte C, D, E errate) ma non è autommune in quanto non viene fatta menzione di positività al test di Coombs (risposta B errata).

32 di 39 Domande

Indicare a cosa corrisponde l'immagine:

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La risposta corretta è la A
L’ immagine mostra un grafico per valutare il bias di pubblicazione, cioè la tendenza da parte dei ricercatori, revisori/editori ad inviare o accettare gli studi per la pubblicazione sulla base della direzione o forza dei risultati ottenuti nello studio e deriva dal fatto che studi con esito positivo vengono pubblicati più spesso degli studi che riportano risultati statisticamente non significativi o negativi. In particolare, si tratta di un “ funnel plot” , cioè un grafico che ha in ascissa la dimensione dell’ effetto (OR, “ Odd Ratio” ) e in ordinata la dimensione campionaria o qualche misura della precisione dello studio. Il nome, che significa “ grafico a imbuto” , deriva dal fatto che la precisione delle stime aumenta al crescere della numerosità della casistica o al calo della variabilità delle stime, per cui la forma ideale del grafico è quella di un imbuto rovesciato. Ogni punto nel grafico corrisponde ad uno studio pubblicato e possiamo osservare la loro assenza nella parte inferiore sinistra del grafico che corrisponde a studi di minore dimensione d’ effetto, maggiore errore standard, minor precisione e minore dimensione campionaria.

33 di 39 Domande

Si riceve in laboratorio un campione di urina di un paziente in studio per insufficienza renale. Un'analisi viene effettuata per mezzo di una striscia reattiva, che viene mostrata nell'immagine. Qual è la sua diagnosi?

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La risposta corretta è la B
Il risultato dell’ esame del campione d’ urina del paziente con striscia reattiva, che mostra ematuria e proteinuria, delinea il quadro di sindrome nefritica. In particolare, si manifesta con oliguria, ipertensione, edemi ed aumento della creatinina sierica mentre all’ esame microscopico del sedimento è possibile rilevare cilindri di eritrociti ed eritrociti dismorfici. Al contrario della nefropatia interstiziale cronica, della necrosi tubulare acuta e dell’ insufficienza renale prerenale il danno è a livello del glomerulo (risposte C, D ed E errate). Infine, nella sindrome nefrosica dovuta a lesioni minime non si riscontra ematuria ma una proteinuria in un range nefrosico (risposta A errata)

34 di 39 Domande

Paziente di 65 anni, fumatore, riferisce ematuria con coaguli. Nell’ indagine diagnostica è stata eseguita una uretrocistoscopia visualizzando nella vescica questa immagine. Quale sarebbe la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B
L’ immagine della mucosa vescicale visualizzata con l’ uretrocistoscopia mostra una lesione ipervascolarizzata compatibile con un tumore della vescica. In particolare, il fumo rappresenta il fattore di rischio più importante delle neoplasie vescicali che rappresentano la causa piu comune di ematuria isolata (risposte A, C, D e E errate).

35 di 39 Domande

Un uomo di 65 anni con insufficienza renale cronica e ipertensione è in trattamento con enalapril. Giunge al pronto soccorso per malessere generale e nausea senza dolore al petto. All'arrivo in ospedale viene sottoposto a un ECG mostrato di seguito. Quale test vorresti richiedere per confermare la diagnosi sospettata?

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La risposta corretta è la B
Il quadro di un paziente con insufficienza renale, in terapia con ACE inibitori che presenta le tipiche alterazioni elettrocardiografiche mostrate nell’ immagine (assenza di onde P, QRS larghi e onde T appuntite) è fortemente suggestivo di iperkaliemia (K>5,5 mEq/l), il cui test di conferma è un esame del sangue con ionogramma.
In particolare, è frequente il riscontro di iperkaliemia in caso di insufficienza renale acuta con oliguria, nella rabdomiolisi, nelle ustioni, nelle emorragie dei tessuti molli o del tubo digerente e nell'insufficienza surrenalica. Nell'’ nsufficienza renale cronica, l'iperkaliemia compare raramente fino a che la velocità di filtrazione glomerulare diventa minore di 15 mL/min tranne nei casi in cui sia aumentata l'assunzione di K nella dieta o per terapie con ACE inibitori o diuretici risparmiatori di K.

36 di 39 Domande

Il paziente di cui vengono mostrati i reperti radiodiagnostici richiede un consulto pneumologico per una broncopolmonite ostruttiva cronica. Nella sua storia clinica è presente una tubercolosi trattata, senza segni di riattivazione. Lamenta un aumento, nell'ultimo anno, della tosse e più espettorazione del solito, con espettorato emoftoico occasionale. La radiografia toracica diretta mostrata è simile a quella eseguita nei controlli annuali ad eccezione di un leggero aumento della radiopacità a livello della lesione del lobo superiore destro. Si è deciso di eseguire la TC toracica in posizione supina e prona le cui immagini sono mostrate in una sezione dei campi polmonari superiori. La diagnosi più probabile è ?

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La risposta corretta è la B
I risultati delle indagini di imaging del paziente affetto da broncopolmonite cronica ostruttiva, con anamnesi patologica remota positiva per tubercolosi, sono suggestivi di micetoma polmonare formatosi in una cavità preesistente.
In particolare, la radiografia toracica diretta mostra una lesione iperdensa a livello del lobo superiore destro unita, tramite tratti di parenchima infiammato all’ ilo che risulta risalito. Questo quadro è tipico di un’ atelettasia cicatriziale determinata da un processo infiammatorio di origine infettiva come la TBC. Nella TC si osserva la distruzione del parenchima polmonare con formazione di cavità che contengono all’ interno i micetomi o “ fungus ball” che si distinguono per il “ segno dell’ alone” o “ della luna crescente” dovuti al fatto che si spostano in base alla posizione assunta dal corpo durante la TC (risposta A, D ed E errate). Al contrario, l’ ascesso polmonare si visualizza come una cavitazione polmonare che presenta un livello idroaereo al suo interno con il liquido in basso separato, tramite una linea retta, dalla componente aerea al di sopra (risposta C errata).

37 di 39 Domande

Un uomo di 58 anni, senza antecedenti clinici o chirurgici d’ interesse, è un fumatore che lamenta una dispnea ad insorgenza progressiva. Giunge al pronto soccorso a causa di un peggioramento della dispnea. La radiografia del torace eseguita è mostrata nell'immagine. Indicare in quale gruppo semiologico deve essere inquadrato:

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La risposta corretta è la C
La dispnea ad insorgenza progressiva del paziente associata al risultato della radiografia del torace, che mostra un aumento di densità dell’ emitorace destro con sbandieramento del mediastino verso destra, delineano il quadro dell’ atelettasia con collasso completo del polmone destro, suggestiva di carcinoma polmonare.
Al contrario, i tumori dei tessuti molli della parete toracica non determinano alterazioni radiografiche del parenchima polmonare o del mediastino (risposta A errata). All’ opposto, in caso di consolidamento del parenchima polmonare non abbiamo spostamento delle strutture mediastiniche (risposta B errata). Invece, il versamento pleurico determina uno sbandieramento mediastinico verso il lato opposto a quello malato (risposta D errata). Infine, in caso di fibrosi polmonare idiopatica alla radiografia diretta del torace si rilevano: ispessimento della trama broncovascolare e pattern reticolare simmetrico, più evidente alle basi (risposta E errata).

38 di 39 Domande

Donna di 35 anni, casalinga, senza cattive abitudini. Riferisce una dispnea sibilante da tre anni. Lo studio con radiografia del torace e spirometria dal medico curante conduce alla diagnosi di asma bronchiale estrinseco. Durante l'ultimo anno la clinica è peggiorata nonostante abbia iniziato il trattamento con un inalatore (formoterolo ogni 12 ore) ed è stata inviata alla clinica pneumologica della zona. Si esegue una spirometria con il risultato di: FVC 2.900 ml (103% del valore teorico); FEV1 1800 ml (77% del valore teorico); FEV1/FVC 65% (78% del valore teorico). Test con broncodilatatore negativo. Nell'immagine viene mostrata la curva flusso-volume della spirometria. Quale test diagnostico dei seguenti richiederesti in primo luogo?

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La risposta corretta è la B
In base al grafico flusso-volume, risultato della spirometria eseguita sul paziente, l’ ipotesi diagnostica che ne deriva è di una ostruzione costante del flusso aereo (per esempio da carcinoma tracheale o da corpo estraneo), perciò il test diagnostico da richiedere in primo luogo è la fibrobroncoscopia.
In particolare, è presente una compromissione di entrambe le fasi, sia inspiratoria (con l’ appiattimento del flusso negativo nella parte inferiore del grafico) che espiratoria (con l’ appiattimento del flusso positivo nella parte superiore del grafico). Nel caso di una patologia ostruttiva intratoracica, come asma e BPCO, si avrebbe solo una compromissione della fase espiratoria, mentre nel caso di una patologia ostruttiva extratoracica, come tracheomalacia e croup laringeo, si avrebbe solo una compromissione della fase inspiratoria. Si osserva anche la diminuizione del flusso espiratorio massimo (FEM) a circa 2 l/sec, rispetto a 6-8 l/sec normali, allo stesso modo del flusso inspiratorio massimo (FIM), che da essere uguale o di poco superiore al FEM risulta ridotto anch’ esso a 2 l/sec. La morfologia normale aspettata viene indicata invece con una linea tratteggiata. Al contrario, la pletismografia sarebbe indicata in caso di sospetta sindrome restrittiva quando sono ridotti FEV1 e FVC (in questo caso è normale) e c’ è bisogno della conferma misurando la riduzione di TLC al di sotto dell’ 80% (risposta A errata). All’ opposto, il test di iperreattività bronchiale con metacolina o istamina e la prova di provocazione con l'esercizio non sarebbero utili in quanto siamo di fronte ad una diagnosi già fatta di asma bronchiale estrinseco e non aggiungerebbero nessuna informazione ulteriore (risposte C e D errate)

39 di 39 Domande

Un uomo di 45 anni senza antecedenti di interesse, giunge al pronto soccorso per dispnea insorta nelle ultime 24 ore, da quando cioè è tornato da un viaggio in Messico. Nel reparto di emergenza, vengono eseguiti i test d’ imaging mostrati. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la C
La diagnosi più probabile in questo paziente dispnoico che ha affrontato un viaggio aereo di molte ore e presenta tali reperti radiografici è fortemente suggestivo di infarto polmonare secondario a tromboembolia polmonare di cui ne rappresenta l’ evoluzione nel 10% dei casi.
La radiografia toracica diretta evidenzia un aumento di densità a livello della base del polmone destro con morfologia triangolare a base periferica, contenente un broncogramma aereo al suo interno. La TC toracica con contrasto intravenoso mostra l’ addensamento polmonare, definito come processo di “ epatizzazione” del polmone, che appare associato alla presenza di versamento pleurico. Al contrario, anche nella polmonite batterica può esser presente un versamento pleurico ma dovrebbe essere accompagnato anche dalle altre manifestazioni cliniche dei processi flogistico-infettivi come febbre e tosse (risposta A errata). Inoltre, anche nel caso di empiema, evoluzione di polmoniti batteriche refrattarie a terapia antibiotica, dovremmo riscontrare gli altri sintomi di accompagnamento e per la diagnosi occorrerebbe una toracentesi del liquido pleurico torbido, caratterizzato da ph e glucosio basso con alto contenuto di PMNs (risposta B errata). All’ opposto, in caso di tubercolosi polmonare la radiografia avrebbe mostrato cavitazioni e il quadro clinico avrebbe previsto febbre, calo ponderale, malessere generale ed emottisi (risposta D errata). Infine, in caso di pneumotorace avremmo riscontrato alla radiografia zone di radiotrasparenza con presenza di dolore toracico associato alla dispnea (risposta E errata).

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