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1 di 39 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 39 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 39 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 39 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


5 di 39 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


6 di 39 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


7 di 39 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


8 di 39 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


9 di 39 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


10 di 39 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


11 di 39 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


12 di 39 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


13 di 39 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


14 di 39 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


15 di 39 Domande

Un uomo di 72 anni riferisce dolore lombare e astenia nelle ultime settimane. In laboratorio, Hb 10 g/dL, MCV 82 fL, VES 110 mm/h, creatinina 2,5 mg/dl e proteinuria della catena leggera Kappa di 4,5 g nelle urine delle 24 h. Nell'aspirato midollare è stata osservata un'infiltrazione del 45% delle plasmacellule indifferenziate. Quale delle seguenti affermazioni è vera in relazione al trattamento raccomandato in questo paziente?














La risposta corretta è la C
La presenza nel paziente del caso clinico di:
- infiltrazione di plasmacellule del 45% nell’ aspirato midollare;
- proteinuria di catene leggere K;
- anemia ed astenia;
- VES aumentata;
- dolore lombare,
delineano il quadro di mieloma multiplo, per cui il trattamento di induzione più appropriato dovrebbe includere un regime di tre farmaci per esempio bortezomib insieme a melfalan e prednisone.
Al contrario, non c’ è necessità di scegliere il lenalidomide in base alla età avanzata del paziente (risposta D errata). All’ opposto, l’ età avanzata del paziente (>65 anni) non lo rende candidabile, dopo la terapia di induzione, al trapianto autologo di cellule progenitrici ematopoietiche da sangue periferico (risposta B errata). Infine, numerosi studi hanno dimostrato che l’ impiego dei corticosteroidi è fondamentale sia nella terapia d’ induzione che in quella di mantenimento.

16 di 39 Domande

Un paziente va dal suo medico riferendo che al mattino presenta secrezione uretrale dall'aspetto purulento da circa 2 settimane. Al momento della visita non è visibile la secrezione e il paziente nega che si sia prelevato alcun campione intrauretrale. Quale dei seguenti trattamenti ritieni più appropriato?














La risposta corretta è la B
Poiché non è stato possibile individuare il microrganismo reponsabile dell’ uretrite del paziente del caso clinico, è opportuno impostare una terapia empirica con cefixime e doxiciclina che colpisca i due più comuni batteri che la causano e che spesso possono dare origine ad una coinfezione, cioè Neisseria gonorrhoeae y Chlamydia trachomatis.
In particolare, le opzioni terapeutiche più comuni sono rappresentate da ceftriaxone+doxiciclina 100 mg per os bid per 7 giorni o ceftriaxone+azitromicina 1 g per os 1 volta/die sempre per una settimana. Al contrario, nelle altre combinazioni non viene garantita l’ efficacia per entrambi i batteri (risposte A, C, D ed E errate).

17 di 39 Domande

Davanti ad un paziente con neutropenia febbrile successiva a chemioterapia per leucemia, con sospetto di aspergillosi invasiva, quale dei seguenti test è considerato il più opportuno?














La risposta corretta è la D
Davanti ad un paziente con neutropenia febbrile successiva a chemioterapia per leucemia, con sospetto di aspergillosi invasiva, i test considerati più opportuni sono la rilevazione dell'antigene circolante e la TC del torace, per dimostrare la presenza di immagini compatibili come il segno dell’ alone (opacità a vetro smerigliato che circonda un nodulo o una massa), oppure il segno del menisco aereo (comparsa di un sottile strato di aria nella porzione superiore della cisti) o del segno della mezzaluna (tasca gassosa a forma di mezza luna che occupa l’ interfaccia di separazione tra un sequestro polmonare attribuibile a necrosi e un perimetro di polmone ancora funzionante).
Al contrario, il test della coltura dell’ espettorato emesso spontaneamente è inficiato da scarsa sensibilità e specificità (risposta A errata). All’ opposto, l’ esame del fondo oculare, la risonanza magnetica dell'addome, l’ urinocoltura e l’ ecografia non sono esami utili in caso di aspergillosi invasiva (risposte B, C ed E errate).

18 di 39 Domande

Indicare la risposta FALSA:














La risposta corretta è la D
È falso affermare che la zanzara Anopheles è un vettore che può trasmettere Zika, Chikunguña o Dengue poiché in realtà è il vettore del protozoo Plasmodium responsabile della malaria.
Al contrario, è vero che l'infezione causata dal virus Zika, Flavivirus che può trasmettersi sia tramite la puntura della zanzara Aedes che sessualmente, può essere associata alla sindrome di Guillain Barré (risposta A errata). All’opposto, è vero che il virus Ebola è un Filovirus che può essere trasmesso tramite i pipistrelli o altri animali oggetto di caccia o rituali sacrificali, ma anche tramite contatto interumano diretto o tramite l’esposizione a fluidi biologici e quindi sessualmente (risposta B errata). Inoltre, è vero che l'infezione da virus Chikungunya, Arbovirus trasmesso tramite la zanzara Aedes aegypti e Aedes albopictu, può produrre un quadro di artrite e artralgia che può durare diversi mesi (risposta C errata). Infine, è vero che la febbre gialla è causata da un Flavivirus che viene trasmesso tramite puntura delle zanzare Aedes aegypti (risposta E errata).

19 di 39 Domande

Paziente di 75 anni con diabete mellito di tipo 2 con scarso controllo glicemico negli ultimi anni. Presenta retinopatia proliferativa e microalbuminuria come segni di coinvolgimento degli organi bersaglio. E' stato 3 settimane fa al pronto soccorso per otalgia e otorrea. Gli e' stata prescritta ciprofloxacina per via topica. Oggi torna di nuovo per l'aumento del dolore locale e paralisi del settimo nervo cranico ipsilaterale. Nell'esplorazione del canale uditivo esterno si osserva tessuto di granulazione. Viene eseguita una TC cranica e si osserva la distruzione ossea nell'area dell’ osso temporale suggestiva di osteomielite. Quale delle seguenti affermazioni e' FALSA?














La risposta corretta è la B
Il paziente del caso clinico che presenta otalgia, otorrea, tessuto di granulazione nel condotto uditivo esterno e distruzione di un’ area del temporale è affetto da otite esterna maligna, causata più di frequente dallo Pseudomona aeruginosa. In particolare, è una grave condizione che spesso compare in anziani con diabete scompensato ma anche in immunodepressi affetti da AIDS e determina la distruzione di cartilagine e osso dell’ orecchio medio, mastoide e anche dell’ osso temporale. Inoltre, può portare alla paralisi del nervo faciale, glossofaringeo, vago e accessorio e il processo invasivo può raggiungere i seni venosi cerebrali con trombosi e meningite (risposta E errata). Al contrario, è importante prelevare campioni del canale uditivo esterno per la coltura microbiologica e se sono positivi è necessario eseguire un antibiogramma (risposta D errata). All’ opposto, la ceftazidima endovenosa ad alte dosi è un trattamento empirico ragionevole in attesa dell'esito delle colture (risposta C errata). Infine, è opportuno intraprendere un trattamento antibiotico endovenoso nella fase iniziale e la durata stimata del trattamento antibiotico totale sarà di circa 8 settimane (risposta A errata).

20 di 39 Domande

Qual e' l’ antibiotico più attivo nell'endocardite e nella batteriemia da Stafilococco aureo resistente all'oxacillina?














La risposta corretta è la D
L’ antibiotico più attivo nell'endocardite e nella batteriemia da Stafilococco aureo resistente all'oxacillina è la daptomicina, lipopeptide ciclico con via di somministrazione parenterale che è indicato in caso di processi infettivi della pelle e dei tessuti molli andati incontro a complicazioni, ma anche endocardite con batteriemia. Al contrario, la vancomicina è un’ opzione valida soprattutto in caso di endocardite sinistra ma meno efficace in generale rispetto alla daptomicina (risposta C errata). All’ opposto, il linezolid è indicato in caso di polmonite da stafilococco aureo perché ha una buona diffusione polmonare (risposta E errata). Infine, altri farmaci attivi contro lo stafilococco aureo resistente ad oxacillina sono le cefalosporine di 5 °generazione, come ceftarolina e ceftobiprol, unici beta-lattamici attivi contro questo batterio (risposta B errata) e i nuovi lipoglicopeptidi come ad esempio la oritavancina e la dalbavancina.

21 di 39 Domande

Uno dei seguenti patogeni trasmessi dalle zecche può essere confuso con la malaria, date le caratteristiche cliniche cun cui è solito manifestarsi, che comprendono febbre ed emolisi, così come il suo aspetto nello studio microscopico di strisci di sangue colorati con Giemsa. A quale dei seguenti corrisponde il patogeno descritto?














La risposta corretta è la D
Il patogeno che può essere confuso con la malaria, date le caratteristiche cliniche cun cui è solito manifestarsi ma anche per l’ aspetto microspico molto simile, è la Babesia spp. In particolare, la babesiosi è una zoonosi, soprattutto dei topi, che viene trasmessa tramite la zecca Ixodes ricinus o scapularis rispettivamente in Europa e in America. É possibile distinguere la Babesia microti dalla malaria grazie alla presenza, non frequente, di formazioni patognomoniche a “ Croce di Malta” , mentre il riscontro di parassiti piriformi, accoppiati e disposti in modo da disegnare una V sono invece suggestivi di infezione da Babesia divergens. Al contario, la Borrelia burgdorferi viene trasmesso sempre dallo stesso tipo di zecca ma causa una diversa patologia, la malattia di Lyme (risposta A errata). All’ opposto, la rickettsia conorii, trasmessa tramite la zecca riphicephallus sanguineus, causa la febbre bottonosa del mediterraneo con bruschi episodi di febbre elevata ed esantema eritemato-maculare diffuso (risposta C errata). Ancora, la francisella tularensis causa la tularemia e viene trasmessa tramite ingestione di cibo o acqua contaminati, morso di un vettore artropode infetto (zecche, tafani, pulci), inalazione o contatto diretto con tessuti o materiale infetti (risposta B errata). Infine, la brucella è associata alla febbre ondulante o maltese, e può essere trasmessa tramite contatto diretto con secrezioni ed escrezioni di animali infetti, ingestione di carne poco cotta, latte non pastorizzato, o prodotti lattiero-caseari contenenti microrganismi vitali, con inalazione di aerosol di materiale infetto e raramente, trasmissione da persona a persona (risposta E errata).

22 di 39 Domande

Quale dei seguenti costituisce un vantaggio del test di rilascio dell’ interferon-gamma (IGRA) rispetto al test cutaneo alla tubercolina nella diagnosi di infezione tubercolare latente?














La risposta corretta è la A
Un vantaggio del test di rilascio dell’ interferon-gamma (IGRA o Quantiferon) rispetto al test cutaneo alla tubercolina nella diagnosi di infezione tubercolare latente è che evita i falsi positivi in caso di precedente vaccinazione con BCG. In particolare, questo test si basa sul rilevamento di interferone gamma specifico per il micobacterium tuberculosis e, come la Mantoux, indica solo che il paziente è venuto in contatto col batterio, avendo quindi una funzione di screening. Al contrario, il test IGRA è indicato negli immunodepressi con Mantoux negativo ma non nei pazienti con una immunodepressione molto grave dove non riesce ad evitare i falsi negativi per anergia (risposta D errata). All’ opposto, il test IGRA non può predire l’ efficacia della profilassi con isoniazide nè prevedere la riattivazione della tubercolosi (risposta C e B errata). Infine, il Quantiferon ha un costo di circa 90-100 euro a dose, mentre la tubercolina costa solo 2,10 euro a dose (risposta  E errata).

23 di 39 Domande

Un paziente HIV positivo ritorna dal Guatemala con diarrea acquosa senza residui patologici e senza altri sintomi. Nella colorazione Kinyoun delle feci si osservano strutture ovali rosse di circa 9 micron di diametro. Molto probabilmente, si tratta di














La risposta corretta è la A
Un paziente HIV positivo che ritorna dal Guatemala con diarrea acquosa e che presenta strutture ovali rosse ottenute con colorazione Kinyoun delle feci è probabilmente affetto da cyclospora spp. che, come il cryptosporidium, è un coccidio con modalità di trasmissione oro-fecale che provoca infezioni gastrointestinali opportunistiche in pazienti con AIDS. Al contrario, la giardia lamblia o intestinalis è un protozoo flagellato che si rileva tramite un semplice esame microscopico individuando le cisti o i trofozoiti, oppure è possibile rilevare i suoi antigeni o genoma tramite PCR (risposta B errata). All’ opposto, l’ acanthamoeba spp. è associata encefalite granulomatosa amebica e ad una grave cheratite (risposta C errata). Ancora, l’ ascaris lumbricoides è un nematode intestinale che è più frequente riscontrare in rifugiati, immigrati o viaggiatori verso aree tropicali endemiche ed è associato a manifestazioni polmonari e gastrointestinali (risposta D errata). Infine, il necator americanus è un nematode associato all’ anchilostomiasi diffusa nelle aree in via di sviluppo. Le larve penetrano attraverso la pelle del piede quando il soggetto cammina su un terreno infestato, raggiungono i polmoni per via ematica, risalgono l'albero bronchiale e vengono deglutite. Nell'intestino tenue aderiscono alla parete e si nutrono di sangue, determinando in acuto coliche a livello dell’ epigastrio, anoressia, flatulenza, diarrea e calo ponderale, mentre cronicamente può insorgere anemia sideropenica (risposta E errata)

24 di 39 Domande

A quale famiglia appartiene l'agente causale del mollusco contagioso?














La risposta corretta è la C
L’ agente causale del mollusco contagioso appartiene alla famiglia dei poxvirus, che presentano un DNA di grandi dimensioni e che possono causare vaiolo e mollusco contagioso, malattie esclusivamente umane, mentre gli altri poxvirus causano rare zoonosi. In particolare, alcuni di questi virus, come quello del vaiolo, non esistono più in natura; mentre altri costituiscono ancora un pericolo per la salute umana come il virus dell’ ectima contagioso, quello del mollusco contagioso e quello del vaiolo delle scimmie. Al contrario, l’ HPV è un virus a DNA e appartiene alla famiglia papillomaviridae (risposta B errata). All’ opposto, i coxsackie virus sono costituiti da RNA e fanno parte dei picornaviridae (risposta D errata). Invece, gli arbovirus sono un vasto gruppo di virus  a RNA, che appartengono a famiglie diverse, responsabili di zoonosi, trasmesse occasionalmente agli uomini da artropodi vettori tramite una puntura. Infine, gli herpesvirus sono virus a DNA appartenenti alla famiglia herpesviridae (risposta E errata).

25 di 39 Domande

L’ angina di Ludwig e':














La risposta corretta è la A
L’ angina di Ludwig è un’ infezione del pavimento orale e degli spazi sottomandibolari potenzialmente grave a causa della possibile compromissione delle vie aeree. In particolare, può anche diffondersi allo spazio cervicale fino a causare una mediastinite.
Al contrario, le infezioni che possono coinvolgere il seno cavernoso sono quelle della zona del “ triangolo della morte” , zona del vestibolo nasale e del labbro superiore, o anche sinusiti associate a trombosi del seno cavernoso (risposta B errata). All’ opposto, una forma di tonsillite ulcerosa anaeroba, causata da Bacteroides e Fusobacterium, è l’ angina di Plaut-Vincent, con tumefazione monolaterale dei linfonodi cervicali e fetore ex ore (risposta C errata). Invece, gli ascessi retrofaringei sono causati dall’ infezione dei linfonodi retrofaringei da parte dello streptococco beta-emolitico, streptococchi anaerobi e stafilococco aureo che possono estendersi fino al mediastino. Sono più frequenti nei bambini prima dei 5 anni e tendono ad essere preceduti da faringiti, torcicollo, febbre e dolore alla deglutizione (risposta D errata).

26 di 39 Domande

In una persona che ha subito un trauma facciale, è FALSO che possa comparire:














La risposta corretta è la B
In una persona che ha subito un trauma facciale è falso che possa comparire ptosi palpebrale per lesione del nervo facciale, in quanto essa è dovuta ad una disfunzione del muscolo elevatore della palpebra superiore innervato dal III nervo cranico, cioè il nervo oculomotore comune.
In particolare, il nervo facciale, tramite il ramo zigomatico, innerva il muscolo orbicolare dell’ occhio che ha la funzione di chiudere l’ occhio mentre il muscolo elevatore della palpebra superiore ha invece la funzione di aprirlo. Al contrario, si può avere una lesione delle vie simpatiche che vanno dall’ ipotalamo all’ occhio con comparsa della sindrome di Bernard-Horner che comprende miosi, enoftalmo, anidrosi e ptosi per interessamento del muscolo di Mü ller che collabora con il muscolo elevatore della palpebra superiore all’ apertura dell’ occhio (risposta A errata). All’ opposto, si può avere anisocoria a causa della lesione delle fibre parasimpatiche del III nervo cranico che contraggono la pupilla (risposta C errata). Inoltre, esso innerva tutti i muscoli oculomotori tranne il retto laterale che viene innervato dal VI e l’ obliquo superiore innervato dal IV. Infine, si può avere ipoestesia della guancia a causa della lesione del nervo infraorbitale, secondo ramo del nervo trigemino (risposta D errata).

27 di 39 Domande

Le manovre di riposizionamento degli otoliti sono il trattamento appropriato per i pazienti che soffrono di:














La risposta corretta è la A
Le manovre di riposizionamento degli otoliti (la manovra di Epley, la manovra di Semont o gli esercizi di Brandt-Daroff) sono il trattamento appropriato per i pazienti che soffrono di vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB), causata dallo spostamento dei cristalli otoconiali, normalmente situati nella macula del sacculo e dell’ utricolo. In particolare, questi detriti vaganti stimolano le cellule capellute dei canali semicircolari, soprattutto nel canale posteriore, creando l’ illusione di movimento. Le cause possono essere:
- degenerazione delle membrane otolitiche utricolari;
- commozione labirintica;
- otite media;
- intervento chirurgico a carico dell’ orecchio;
- infezione virale;
- trauma cranico;
- lungo periodo di allettamento;
- malattia di Menier;
- occlusione dell’ arteria vestibolare anteriore.
La più comunemente impiegata è la manovra di Epley, efficace nell’ 80% dei casi, controindicata in caso di patologie cardiache o carotidee non stabilizzate o grave rigidità del collo. Al contrario, la malattia di Meniere è caratterizzata da improvvisi attacchi di vertigine, che perdurano solitamente 1-6 h (mentre nella VPPB durano solo qualche secondo), acufeni e ipoacusia neurosensoriale. Il trattamento si basa sulla somministrazione di antiemetici, antistaminici o benzodiazepine, diuretici e dieta povera di sale, mentre solo raramente c’ è necessità di intervenire con una ablazione vestibolare chimica con gentamicina oppure con la chirurgia (risposta B errata). All’ opposto, l’ emicrania vestibolare, associazione di attacchi di cefalea e di vertigine viene trattata con betaistina, la levosulpiride, la diidroergotamina, la cinnarizina, il dimenindrinato e i cortisonici. Infine, la deiscenza del canale semicircolare superiore o sindrome di Minor è un assottigliamento del canale determinato da una mancanza di sostanza ossea nella parte superiore rendendo l’ orecchio più sensibile alla pressione con ovattamento, al rumore e/o in generale alle stimolazioni meccaniche, con ipoacusia trasmissiva associata a acufeni e vertigini. Il trattamento si basa sull’ applicazione di un drenaggio di ventilazione trans- timpanico oppure sulla chirurgia che prevede due opzioni: la ricostruzione della parete deiscente del canale con la finalità di mantenerlo pervio e funzionalmente attivo, e l’ occlusione del canale stesso (risposta D errata).

28 di 39 Domande

Un uomo di 45 anni richiede un consulto per otorrea fetida intermittente dell’ orecchio destro presente da quattro anni. L’ esame otomicroscopico mostra una perforazione attica di piccola misura senza altre lesioni di accompagnamento. L’ audiometria rivela una ipoacusia trasmissiva moderata. In una precedente TC, si osserva un’ occupazione dell’ orecchio medio di materiale di densità di tessuto molle, così come una soluzione di continuità ossea del tetto del timpano, a livello della fossa cranica media. Data questa situazione, quale considera l’ opzione più appropriata?














La risposta corretta è la A
Il paziente con otorrea fetida recidivante, perforazione timpanica, ipoacusia trasmissiva ha un quadro suggestivo di colesteatoma, cisti a carattere espansivo seguente ad una otite media cronica, per cui è opportuno richiedere una RMN con tecniche di diffusione, utile:
1) nei casi in cui è necessario distinguerlo da una semplice otite media:
- otite media capta il contrasto ma non restringe la diffusione;
- il colesteatoma non capta il contrasto ma restringe la diffusione (ipointensa in ADC o coefficiente di diffusione apparente e iperintensa in diffusione o DWI);
2) per valutare la presenza di complicanze associate all’ erosione del tegmen timpani causata sia dalla pressione meccanica esercitata dalla lesione e sia alla presenza del tessuto di granulazione che attiva gli osteoclasti, i quali determinano:
- distruzione gli ossicini con ipoacusia trasmissiva;
- fistole labirintiche per erosione dei canali semicircolari;
- distruzione del canale del VII nervo cranico;
- complicazioni intracaraniali come meningite, cerebrite, ascesso, empiema subdurale ed epidurale, trombosi dei seni venosi ed encefalocele.

29 di 39 Domande

Uomo di 55 anni, fumatore da 1 pacco al giorno fin dalla giovane età . Presenta disfonia da 3 mesi e una massa dura laterocervicale e difficoltà respiratorie con sforzi moderati da un mese. Indica la diagnosi più probabile:














La risposta corretta è la D
In un fumatore incallito che presenta disfonia da 3 mesi e massa laterocervicale compatibile con una adenopatia metastatica cervicale con dispnea la diagnosi più probabile è quella di carcinoma a cellule squamose della laringe, che è la più frequente causa di massa cervicale neoplastica nell’ età adulta al contrario dell’ età pediatrica dove prevale il linfoma. In particolare, è importante tenere conto del contesto e delle condizioni di comparsa. L’ esame clinico, e soprattutto l’ esame otorinolaringoiatrico, è fondamentale, e permette di orientare nel miglior modo gli esami diagnostici: ecografia, tomodensitometria, TC, RMN possono essere molto utili per la diagnosi delle adenopatie maligne. Anche la PET può fornire elementi interessanti, mentre l’ agoaspirato permette, nella maggior parte dei casi, una diagnosi precisa rendendo oggi relativamente raro il ricorso a una cervicotomia esplorativa. Al contrario, il carcinoma indifferenziato del rinofaringe spesso si presenta con adenopatie cervicali metastatiche ma non presenta il tabacco tra i fattori di rischio e non si associa a disfonia (risposta A errata). All’ opposto, sia l’ adenocarcinoma della base della lingua che il carcinoma mucoepidermoide dell’ ipofaringe possono dare adenopatie metastatiche cervicali ma sono più rari rispetto al carcinoma a cellule squamose della stessa zona e non determinano disfonia (risposte B e C errate).

30 di 39 Domande

Quale delle seguenti affermazioni è vera in relazione alle diverse fasi delle sperimentazioni cliniche?














La risposta corretta è la D
In relazione alle diverse fasi delle sperimentazioni cliniche è vero che la ricerca delle dosi è uno degli obiettivi principali delle sperimentazioni cliniche di fase II, basata su studi in cieco e doppio cieco su soggetti volontari affetti dalla malattia target del farmaco e serve a
- ottenere informazioni preliminari circa l’ efficacia del farmaco;
- definire le dosi terapeuticamente attive;
- fornire una stima più precisa circa la tollerabilità e la sicurezza del farmaco.
Al contrario, gli studi di fase I sono condotti su un piccolo numero di volontari sani (risposta A errata) per fornire informazioni preliminari su sicurezza e tollerabilità ma anche sulla bioequivalenza analizzando la farmacocinetica e farmacodinamica del farmaco (risposta C errata). Invece, gli studi di fase III sono controllati e randomizzati e servono a valutare l’ efficacia e la sicurezza del farmaco in studio rispetto ai farmaci simili già in commercio con monitoraggio degli effetti del farmaco fino ai 3-5 anni successivi (risposta E errata). Infine, gli studi di fase IV sono studi di sorveglianza post-marketing o farmacovigilanza per valutare le reazioni avverse più rare evidenziabili solo con l’ uso in massa del farmaco dopo la sua immissione in commercio (risposta B errata).

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In uno studio di fase III volto a confermare l’ efficacia batteriologica di un nuovo antibiotico per il trattamento di pazienti con pielonefrite acuta grave, Quale tra i seguenti disegni dello studio clinico ritieni sia più appropriato?














La risposta corretta è la B
Gli studi clinici di fase III, che servono a valutare l’ efficacia e la sicurezza del farmaco in studio rispetto ai farmaci simili già in commercio, devono essere paralleli, randomizzati, in doppio cieco e controllati con un antibiotico. In particolare, è possibile classificare i tipi di disegno dello studio clinico:
- in base al metodo usato per assegnare i partecipanti al gruppo di trattamento o di controllo (studi clinici non randomizzati o randomizzati controllati);
- in base alla consapevolezza dei partecipanti o dei ricercatori o di entrambi relativamente al gruppo a cui i partecipanti sono assegnati (studio cieco semplice o in doppio cieco);
- in base all’ entità della differenza tra gruppi di trattamento e di controllo attesa (studi clinici di superiorità o di non inferiorità ).
Inoltre, è possibile individuare diversi tipi di disegno di studio clinico randomizzato:
- disegno di studio a gruppi paralleli, in cui dopo la randomizzazione ogni partecipante rimarrà nel braccio di trattamento a cui è stato assegnato per tutto il tempo dello studio;

- disegno di studio cross-over, in cui i partecipanti vengono sottoposti a una sequenza di trattamenti diversi.
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32 di 39 Domande

L’ NNT (number needed to treat), cioè il numero di pazienti che devono ricevere un trattamento per ottenere che uno di loro presenti l’ evento d’ interesse si ottiene:














La risposta corretta è la D
L'NNT (number needed to treat), cioè il numero di pazienti che devono ricevere un trattamento per ottenere che uno di loro presenti l'evento d'interesse si ottiene calcolando l'inverso della riduzione assoluta del rischio o differenza del rischio, cioè la differenza aritmetica tra le frequenze con cui si verifica un evento in seguito a due diversi trattamenti. In particolare, se la differenza del rischio risulta zero (i trattamenti sono perciò equivalenti), NNT ha valore infinito. L’ NNT è calcolabile in ogni trial i cui esiti siano espressi da risultati binari (guarigione/malattia, sopravvivenza/morte, ecc.). Un trattamento è tanto più efficace quanto più basso è NNT: un trattamento con il quale si risparmia un decesso ogni 10 pazienti è ovviamente migliore di uno che ottiene lo stesso risultato ogni 50 pazienti trattati.

33 di 39 Domande

Nel Centro internazionale di vaccinazione di Roma si intende condurre uno studio per determinare se l'incidenza e le caratteristiche degli effetti collaterali che appaiono nei suoi viaggiatori dopo la somministrazione del vaccino contro la febbre gialla corrispondano alle evidenze disponibili nella letteratura. Di che tipo di studio si tratta?














La risposta corretta è la D
Uno studio per determinare se l'incidenza e le caratteristiche degli effetti collaterali che appaiono nei suoi viaggiatori dopo la somministrazione del vaccino contro la febbre gialla corrispondano alle evidenze disponibili nella letteratura sarebbe uno studio di fase IV di vigilanza post-autorizzazione osservazionale prospettico. In particolare, gli studi di questa fase devono essere controllati e randomizzati e valutano la sicurezza del farmaco verificando la comparsa di reazioni avverse più rare evidenziabili solo con l’ uso in massa del farmaco. Inoltre, valutano anche la presenza di effetti secondari e la sua efficacia analizzando la possibilità di nuove indicazioni.

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Il disegno dello studio epidemiologico che meglio si adatta alla valutazione dell'associazione tra una reazione avversa rara e un trattamento farmacologico frequentemente utilizzato è :














La risposta corretta è la B
Il disegno dello studio epidemiologico che meglio si adatta alla valutazione dell'associazione tra una reazione avversa rara e un trattamento farmacologico frequentemente utilizzato è uno studio caso-controllo, perché , rispetto agli studi di coorte prospettici, richiede meno tempo ed è più economico ed inoltre, rende possibile studiare più fattori di rischio insieme per una singola malattia. In particolare, è uno studio analitico osservazionale in cui si analizzano i soggetti affetti (casi) e non affetti (controlli) dalla malattia, di cui si sta studiando l’ eziologia, per verificare se l’ esposizione nel passato ad un potenziale fattore di rischio abbia una maggiore prevalenza nella popolazione affetta rispetto a quella sana.

35 di 39 Domande

In uno studio caso-controllo, qual è l'impatto che avrebbe un errore di classificazione dell'esposizione di tipo "non differenziale" (cioè che si verifica con la stessa probabilità nel gruppo dei casi e nel gruppo dei controlli) sulla misura dell'associazione?














La risposta corretta è la A
In uno studio caso-controllo, l'impatto che avrebbe un errore di classificazione dell'esposizione di tipo "non differenziale" (cioè un errore che si verifica con la stessa probabilità nel gruppo dei casi e nel gruppo dei controlli) sulla misura dell'associazione la porterebbe al valore nullo portando ad una sottostima dell’ effetto di essa. In particolare, questo è vero solo nel caso di variabile di esposizione dicotomica mentre in caso di variabile di esposizione politomica un errore di classificazione dell’ esposizione “ non differenziale” tenderebbe ad allontanare il risultato dal valore nullo determinando al contrario, una sovrastima dell’ effetto dell’ associazione.

36 di 39 Domande

Il test "chi quadrato" può essere utilizzato per determinare:














La risposta corretta è la D
Il test "chi quadrato" di Pearson è uno dei test di verifica delle ipotesi che utilizza la distribuzione chi quadrato per decidere se rifiutare o meno l’ ipotesi nulla e determinare il grado di associazione per variabili qualitative o categoriche. In particolare, viene utilizzato per verificare che le frequenze dei valori osservati si adattino alle frequenze teoriche di una distribuzione di probabilità prestabilita. Al contrario, per misurare il grado di associazione per variabili quantitative è necessario considerare il numero di campioni da confrontare:
- il test t di Student, nel caso di 2 campioni;
- l’ analisi della varianza (ANOVA) in caso di 3 o più gruppi (risposta A errata)
All’ opposto, tra gli studi per determinare l'uguaglianza delle varianze in due gruppi ci sono il test F, test di Bartlett o quello di Levene (risposta C errata)

37 di 39 Domande

Lo spessore della piega del grasso sottocutaneo a livello del tricipite viene talvolta usato per valutare la quantità di grasso corporeo. Questa variabile non è normalmente distribuita nelle popolazioni. Vogliamo confrontare il valore medio di questa variabile in due popolazioni che assumiamo presentino diverse condizioni nutrizionali. Il test statistico più adeguato per la verifica delle ipotesi è :














La risposta corretta è la A
Il test statistico più adeguato per la verifica delle ipotesi in questo studio che prende in considerazione una variabile quantitativa (lo spessore della piega del grasso cutaneo) confrontando due popolazioni indipendenti che non seguono una distribuzione normale è il test U di Mann-Whitney, facente parte dei test non parametrici. Al contrario, nel caso in cui le popolazioni avessero seguito una distribuzione normale avremmo utilizzato il corrispettivo test parametrico t di Student (risposta B errata). All’ opposto, sia il test Snedecor F che il test di Bartlett vengono impiegati per determinare l'uguaglianza delle varianze in due gruppi (risposte D ed E errate). Infine, il calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson tra due variabili valuta un’ eventuale relazione di linearità tra esse e può assumere valore compreso tra -1 e +1, dove:
+1 corrisponde alla perfetta correlazione lineare positiva;
0 corrisponde ad un’ assenza di correlazione lineare;
+1 corrisponde alla perfetta correlazione lineare negativa (risposta C errata).

38 di 39 Domande

L'efficacia di tre trattamenti per la riduzione dell'acne è misurata dal numero di lesioni che scompaiono. Ogni trattamento viene applicato a un gruppo di volontari e i risultati vengono confrontati. Il test statistico più appropriato per valutare le differenze tra i gruppi è :














La risposta corretta è la A
Il test statistico più appropriato per valutare le differenze tra tre gruppi a cui sono stati somministrati tre trattamenti diversi per l’ acne confrontati in base al numero di lesioni che scompaiono è l’ analisi della varianza ad una via, in quanto si tratta di una variabile quantitativa per il confronto tra tre gruppi indipendenti che si assume seguano una distribuzione normale (visto che non viene specifato altrimenti).
Al contrario, il corrispettivo test non parametrico nel caso in cui i gruppi non seguissero una distribuzione normale sarebbe il test di
Kruskall-Wallis.

39 di 39 Domande

In uno studio si e' confrontato il trattamento di pazienti con diagnosi di artrite reumatoide con un nuovo farmaco antireumatico rispetto al trattamento standard con methotrexate. Il costo incrementale del nuovo farmaco antireumatico era di 28.000 euro per ogni anno di vita aggiustato per la qualità (QALY) aggiuntivo guadagnato rispetto al methotrexate. Indicare quale tipo di analisi farmacoeconomica e' stata eseguita:














La risposta corretta è la D
È stata eseguita un’ analisi costi-utilità , un tipo di studio di farmacoeconomia che prende in considerazione le preferenze dei pazienti ai fini del risultato, come ad esempio dare priorità alla qualità della vita rispetto al numero di anni che restano da vivere. Le analisi costi-utilità presentano come unità di misura l’ anno di vita aggiustato per la qualità (QALY). Al contrario, le analisi di minimizzazione dei costi richiedono che i risultati siano gli stessi mentre in questo caso il costo incrementale del nuovo farmaco antireumatico è stato di 28.000 euro per ogni QALY aggiuntivo guadagnato rispetto al methotrexate (risposta A errata). All’ opposto, poichè i risultati sono diversi anche nella analisi costi-efficacia c’ è un costo incrementale ma l’ unità di riferimento di queste analisi non è il QALY (risposta B errata). Infine, l’ analisi costi-benefici utilizza come unità di misura le unità monetarie e non i QALY (risposta C errata)

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