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1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


5 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


6 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


7 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


8 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


9 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


10 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


11 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


12 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


13 di 62 Domande

LA ROTTURA DI UN ANEURISMA ENDOCRANICO DETERMINA UN'EMORRAGIA:














La risposta corretta e' la D
La rottura di un aneurisma endocranico, ovvero di una dilatazione patologica di un vaso arterioso encefalico, determina un'emorragia subaracnoidea caratterizzata da uno spandimento di una variabile quantita’ di sangue nello spazio subaracnoideo (risposte A, B, C ed E errate). Nello specifico, l’ aneurisma endocranico puo’ avere aspetto sacculare o fusiforme ed essere associato a specifiche condizioni patologiche quali la sindrome del rene policistico, la sindrome di Marfan, la neurofibromatosi o presentarsi in maniera acquisita in soggetti con taluni fattori di rischio (ipertensione arteriosa, diabete mellito, fumo di sigaretta). Quando non complicato, esso puo’ persistere in maniera asintomatica e passare inosservato mentre in caso di rottura comportera’ l’ insorgenza di un’ improvvisa e violenta cefalea di tipo trafittivo, eventualmente associata a nausea, vomito, diplopia e perdita di coscienza.

14 di 62 Domande

IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE, DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA:














La risposta corretta e' la A
Il responsabile della prevenzione, della corruzione e della trasparenza (RPCT) deve essere nominato in ogni pubblica amministrazione (P.A.), comprese le Aziende Sanitarie (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, tale figura, centrale nella lotta alla corruzione e nella sua prevenzione, agisce predisponendo il “ Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza” (PTPC), verificandone l’ effettiva attuazione e la sua idoneita’ e proponendo modifiche dello stesso quando necessario; egli segnala, inoltre, all’ organo di indirizzo e all’ Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) le “ disfunzioni” inerenti all’ attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, indicando i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure. Infine, compito del RPCT e’ di redigere una relazione annuale che descriva i risultati dell’ attivita’ svolta, tra cui il rendiconto sull’ attuazione delle misure di prevenzione definite nei PTPC.

15 di 62 Domande

FACENDO RIFERIMENTO ALLE LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DA CATETERI INTRAVASCOLARI EMANATE DAL CDC/MMWR NEL 2002, QUALE TRA LE SEGUENTI RACCOMANDAZIONI PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI E' VERA?














La risposta corretta e' la D
E’ vero che le linee infusive usate per la somministrazione di emoderivati o emulsioni di lipidi devono essere cambiate entro 24 ore dall'inizio dell'infusione (risposte A, B, C ed E errate). Al contrario, nel caso in cui i set non siano stati utilizzati per la infusione di sangue, emoderivati o emulsioni lipidiche, tali set (comprendendo nel set anche tutti i dispositivi aggiunti, quali rubinetti, rampe, connettori, prolunghe, etc.) potranno essere sostituiti non piu’ frequentemente che ogni 96 ore ma almeno ogni 7 giorni.

16 di 62 Domande

PER "SPETTRO ANTIBIOTICO" SI INTENDE:














La risposta corretta e' la B
Per "spettro antibiotico" si intende l'insieme degli agenti patogeni sensibili all'azione di un determinato antibiotico (risposte A, C, D ed E errate)Per tale motivo, il termine “ antibiotico ad ampio spettro” si riferira’ ad un antibiotico capace di agire contro una vasta gamma di patogeni, solitamente includendo i due principali gruppi batterici (gram-positivi e gram-negativi); esempi sono i farmaci aminoglicosidi, l’ amoxicillina, i chinoloni, il cotrimossazolo o le tetracicline, utili nella terapia empirica effettuata in attesa di un eventuale antibiogramma. Di contro, “ un antibiotico a spettro ristretto”  sara’ un antibiotico efficace contro un limitato gruppo di batteri; questa tipologia di antibiotici, se non usata in maniera adeguata, puo’ comportare la nascita di pericolose resistenze batteriche.

17 di 62 Domande

IL CATETERE PIU' INDICATO PER LA PVC E' QUELLO DI SWAN-GANZ. QUESTO VIENE POSIZIONATO:














La risposta corretta e' la A
Il catetere di Swan-Ganz e’ un catetere a piu’ lumi, utilizzato nel monitoraggio emodinamico invasivo, il quale viene posizionato a livello dell’ atrio destro, per valutare la funzionalita’ del ventricolo destro (risposte B, C, D ed E errate)In particolare, il lume prossimale del catetere, posizionato a livello dell’ atrio destro, permette il monitoraggio della pressione atriale destra (PVC) e la determinazione della portata cardiaca mentre Il lume distale e’ connesso ad un trasduttore di pressione che permette il monitoraggio pressorio in arteria polmonare (PAP) e la rilevazione della pressione di incuneamento capillare polmonare (PCWP o Wedge). L’ utilizzo del catetere di Swan-Ganz trova indicazione in quadri patologici complessi sostanzialmente cardiologici come, ad esempio, in caso di infarto del miocardio complicato (rottura del setto interventricolare, disfunzioni dei muscoli papillari), diagnosi differenziale di scompenso cardiaco destro-sinistro o biventricolare, grave coronaropatia ma anche nella valutazione diagnostica e terapeutica in pazienti affetti da shock severo e nella valutazione diagnostica di pazienti con ipertensione polmonare.

18 di 62 Domande

A CHI SPETTA LA DETERMINAZIONE DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA:














La risposta corretta e' la C
La determinazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero delle prestazioni e dei servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) e’ tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), spetta allo Stato (risposte A, B, D ed E errate). Introdotti dal decreto legislativo del 30 dicembre 1992, i LEA sono stati recentemente rivisti nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017 nel quale vengono definite le attivita’ , i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini, descritte con maggiore dettaglio e precisione le  prestazioni e le attivita’ gia’ incluse nei livelli essenziali di assistenza, aggiornati gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all’ esenzione dal ticket ed innovati i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell’ assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete. L’ aggiornamento continuo e sistematico, basato su regole chiare e criteri scientificamente validi, dei Livelli essenziali di assistenza e’ oggi delegato alla Commissione nazionale per l'aggiornamento dei LEA.

19 di 62 Domande

NEL PAZIENTE ETILISTA, LA SOSPENSIONE DELL'ASSUNZIONE DI ALCOOL PROVOCA:














La risposta corretta e' la C
Nel paziente etilista, la sospensione dell'assunzione di alcool provoca la comparsa di delirium tremens, ovvero di uno stato confusionale che compare dopo circa 3-5 giorni dall'inizio dell'astinenza, protraendosi per un eguale periodo di tempo (risposte A, B e D errate). Nello specifico, tale condizione si presenta con attacchi di panico e stato confusionale crescente associato a tachicardia e sudorazione profusa; possono presentarsi disturbi del sonno (come incubi o illusioni notturne), allucinazioni e disturbi vestibolari con senso di instabilita’ . Sebbene tale sindrome possa essere fatale nei soggetti in condizioni generali compromesse, il decorso e’ in genere autolimitante e si conclude con un sonno prolungato. Al contrario, la cirrosi epatica, ovvero una patologia epatica cronica caratterizzata dal sovvertimento diffuso della struttura del fegato associata a compromissione funzionale dell'organo, e’ una condizione irreversibili che non puo’ regredire con la cessazione dell’ insulto che l’ ha determinata (nello specifico caso il potus o alcolismo) (risposta E errata).

20 di 62 Domande

LA LEGGE 251/2000 PREVEDE:














La risposta corretta e' la B
La legge 251/2000, anche nota come “ la legge della dirigenza” , prevede l'istituzione di dirigenti sanitari, infermieri, tecnici, ostetriche, ecc, la disattivazione dei corsi per dirigente infermieristico (DAI, IID, DDSI) e l'autonomia professionale della figura infermieristica (risposta C errata). Nello specifico, viene stabilito che il professionista sanitario sia dotato di caratteristiche di autonomia e responsabilita’ , non dipendendo piu’ dal medico ma possedendo un agire indipendente; in relazione al nuovo profilo della figura del professionista sanitario, tra cui rientra anche l’ infermiere, le aziende sanitarie possono, quindi, attribuire ai singoli l’ incarico di dirigente del medesimo servizio al fine di migliorare l’ assistenza e la qualificazione delle risorse (risposte A ed E errate). Di contro, i corsi di carattere manageriale per l’ infermiere abilitato a funzioni direttive, quali il DAI (dirigente dell’ assistenza infermieristica), l’ IID (Infermiere insegnante dirigente) e il DDSI (dirigente e docente di scienze infermieristiche) sono disattivati, contestualmente alla attivazione di specifici corsi universitari (risposta D errata).

21 di 62 Domande

QUALE DIETA DEVE SEGUIRE UN PAZIENTE AFFETTO DA PATOLOGIA INFIAMMATORIA CRONICA DELL'INTESTINO IN FASE DI RIACUTIZZAZIONE ?














La risposta corretta e' la D
In fase di riacutizzazione, un paziente affetto da patologia infiammatoria cronica dell'intestino deve seguire una dieta iperproteica, ipolipidica, ipervitaminica, iperidratante ed ipercalorica (risposte A, B, C ed E errate). Nello specifico la dieta ipercalorica ed iperproteica, associata ad aumentato apporto di liquidi (iperidratante), e’ necessaria per sopperire le carenze nutrizionali e le disidratazione cui la flogosi intestinale e la diarrea espongono; al contrario, la componente ipolipidica, insieme all’ eliminazione di quei prodotti che possono aggravare la sintomatologia, quali scorie, zuccheri raffinati, grassi e alcool, previene l’ aumento dell’ infiammazione e il peggioramento dei sintomi. Invece, l’ integrazione orale o parenterale di talune vitamine, quali la vitamina B12, B9 e la vitamina D, e di taluni oligoelementi, Fe, Ca, Mg, K, risulta importante per sopperire le carenze associate alla condizione stessa. In ultimo, e’ raccomandabile limitare il consumo di ossalati, contenuti soprattutto in fave, spinaci, bietole, fichi, cacao e the’ , i quali, specie in caso di estese resezioni ileali, sono causa di iperossaluria secondaria e conseguente nefrolitiasi.

22 di 62 Domande

LA TEORICA DELL' ASSISTENZA INFERMIERISTICA CHE HA ELABORATO IL MODELLO DELL' ASSISTENZA TRANSCULTURALE E':














La risposta corretta e' la D
La teorica dell’ assistenza infermieristica che ha elaborato il modello dell’ assistenza transculturale e’ Madeleine Leininger (risposte A, B, C ed E errate). Nel dettaglio, l’ infermieristica transculturale rappresenta una specialita’ dell’ infermieristica che consiste nell’ erogazione dell’ assistenza in un contesto nel quale interagiscono un numero piu’ o meno ampio di culture differenti. Fondatrice e massimo esponente dell’ infermieristica transculturale e’ l’ infermiera antropologa americana Madeleine Leininger, la quale analizza i principi del Nursing Transculturale: accoglienza, nel rispetto di ciascun individuo come essere unico e irripetibile, la conoscenza dei problemi prioritari di salute che colpiscono determinati gruppi culturali, l’ accertamento del substrato culturale e delle credenze relative alle pratiche sanitaria e l’ elaborazione di un piano di assistenza compatibile con il sistema di credenze sulla salute di ogni individuo. Acquisire competenze transculturali rappresenta un ulteriore progresso per la professione infermieristica, un passo avanti verso l’ erogazione di prestazioni assistenziali che non feriscano la dignita’ culturale, parte importante della dignita’ dell’ individuo, per fare cio’ l’ infermiere deve stare attento a non incorrere nei tre tipici errori di etnocentrismo, ovvero la convinzione che la propria sia l’ unica etnia “ giusta” , stereotipizzazione, ovvero la credenza che tutti i membri di un gruppo condividano gli stessi valore e generalizzazione, ovvero il non osservare il singolo individuo, ma agire basandosi sull’ attribuzione di un ampio mix di credenze e comportamenti ai componenti di un certo gruppo.

23 di 62 Domande

LA LEGGE ATTUALE CHE TUTELA I LAVORATORI IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO E':














La risposta corretta e' la C
La legge attuale che tutela i lavoratori in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e’ il D.Lgs 81/2008 e s.m.i., ovvero il decreto legislativo n ° 81 del 2008 e le successive modifiche ed integrazioni, anche noto come “ Testo Unico per la sicurezza sul lavoro” (risposte A, B, D ed E errate)Nello specifico, il testo unico 81/08 si pone come provvedimento normativo emanato al fine di riordinare e di coordinare, all’ interno di un unico testo, tutte le norme in materia di salute e di sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro; esso deve essere applicato a tutte le aziende, siano esse private o pubbliche, di qualsiasi settore di attivita’ , e a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, nonche’ ai soggetti che possono essere equiparati ad essi. Nel decreto viene stabilito il modo in cui debbano essere obbligatoriamente effettuate una serie di azioni preventive, come la valutazione dei rischi in azienda e, conseguentemente, debbano essere adottati una serie di interventi per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori; il datore di lavoro dovra’ procedere ad effettuare una valutazione dei rischi presenti in azienda, adottare le misure di prevenzione e di protezione che possano eliminare o contenere i rischi, ma anche di assicurarsi che ogni lavoro sia adeguatamente formato e informato.

24 di 62 Domande

LA NUTRIZIONE PARENTERALE UNA VOLTA PREPARATA:














La risposta corretta e' la A
La nutrizione parenterale (NPT), ovvero l’ introduzione direttamente nel torrente circolatorio di substrati nutrizionali mediante accessi venosi periferici o centrali, una volta preparata deve essere somministrata entro 24 ore e deve essere conservata in frigorifero (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, la soluzione nutritiva dovra’ essere preparata in locali idonei e specificamente adibiti, da personale qualificato del servizio centralizzato di farmacia o del servizio di Nutrizione Clinica dell’ ospedale su prescrizione medica ed in base alle specifiche esigenze del paziente; la tecnica di preparazione dovra’ essere asettica ed attuata mediante l’ uso di cappa a flusso laminare di aria sterile per ridurre la contaminazione dei liquidi. L’ infermiere dovra’ controllare l’ integrita’ della sacca prima dell’ inizio dell’ infusione della stessa e provvedere alla conservazione adeguata nel caso in cui essa non venga immediatamente somministrata. Infine, in caso di somministrazione il deflussore e la linea utilizzati per l’ infusione dovranno essere sostituiti entro 24 ore dall’ inizio dell’ infusione per ridurre il rischio di infezioni.

25 di 62 Domande

IL BARTHEL INDEX E':














La risposta corretta e' la A
Il Barthel index e’ uno degli strumenti piu’ utilizzati per accertare le attivita’ di base della vita quotidiana di una persona e quindi la sua autosufficienza, al fine di valutare la necessita’ di assistenza (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, l’ indice di Barthel vengono presi in considerazione 10 parametri, rappresentati dalla capacita’ di:
- Alimentarsi;
- Farsi il bagno;
- Igiene personale;
- Vestirsi;
- Controllo del retto;
- Controllo della vescica;
- Trasferimenti in bagno;
- Trasferimenti sedia/letto;
- Deambulazione;
- Salire le scale.
A ciascuna abilita’ saranno assegnati 10 punti se il soggetto e’ in grado di compierla autonomamente e 0 punti nel caso in cui sia completamente dipendente; in questo modo, al paziente sara’ assegnato il punteggio massimo di 100 (autonomia totale) se lo stesso e’ capace, in piena autonomia, di svolgere le sue azioni senza la presenza di personale sanitario o assistenziale.

26 di 62 Domande

SECONDO LE INDICAZIONI DEL CDC DI ATLANTA (CAT.II), OGNI QUANTO DEVE AVVENIRE NORMALMENTE IL CAMBIO DELLA MEDICAZIONE DI UNA VIA VENOSA PERIFERICA?














La risposta corretta e' la B
Secondo le indicazioni del CDC di Atlanta (CAT.II), normalmente il cambio della medicazione di una via venosa periferica, ovvero di un catetere la cui parte terminale si localizzi in qualunque vaso tributario della vena cava superiore o inferiore, deve avvenire ogni 48/72 ore, allo scopo di ridurre il rischio di infezione e di flebite (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, una catetere in via venosa periferica puo’ essere posizionato quando si prevedano somministrazioni endovenose per una durata di tempo < 6 giorni; al contrario, per somministrazioni di durata maggiore o in caso di sostanze che non possono essere iniettate nel circolo periferico (trattamenti nutrizionali, chemioterapia), si consiglia il posizionamento di un catetere centrale a medio o lungo termine (ad esempio PICC o Port-a-Cath).

27 di 62 Domande

QUALE E' IL MECCANISMO DI AZIONE DEGLI ANALGESICI OPPIACEI?














La risposta corretta e' la D
Il meccanismo di azione degli analgesici oppiacei consiste nell’ interazione con i recettori delle encefaline e delle endorfine, le quali rappresentano, insieme alle dinorfine, le principali famiglie di peptidi oppioidi endogeni; tali recettori, accoppiati a proteine G, sono localizzati primariamente nel cervello e nel midollo spinale e risultano coinvolti nella trasmissione e nella modulazione del dolore (risposta A errata). Nello specifico, i farmaci oppioidi comprendono composti con attivita’ agonista piena, agonista parziale (agonista-antagonista), e antagonista; ad esempio, la morfina e’ un agonista pieno per il recettore µ (mu) per gli oppioidi (il principale recettore oppioide analgesico) mentre la codeina funziona come agonista parziale o "debole" per tale recettore. Altri sottotipi di recettori oppioidi comprendono i recettori o’ (delta) e x (kappa). Di contro, l’ inibizione della sintesi delle prostaglandine risulta rappresenta il meccanismo di azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (risposta B errata).
Infine, blocco della trasmissione dolorifica lungo le vie nervose e la depressione dei nocicettori periferici puo’ essere prerogativa di alcuni farmaci anestetici ad azione loco-regionale (risposte C ed E errate).

28 di 62 Domande

SE, DURANTE UNA TRASFUSIONE DI GLOBULI ROSSI, IL PAZIENTE MANIFESTA BRIVIDI, CEFALEA, DOLORI, SENSAZIONE DI CALORE, E' NECESSARIO IMMEDIATAMENTE:














La risposta corretta e' la B
Se, durante una trasfusione di globuli rossi, il paziente manifesta brividi, cefalea, dolori, sensazione di calore, si puo’ verosimilmente supporre che lo stesso stia andando incontro ad una reazione allergica per cui sara’ necessario sospendere immediatamente la trasfusione, mantenere la vena aperta con soluzione fisiologica e chiamare il medico che provvedera’ alla somministrazione di farmaci antistaminici, corticosteroidi e/o di altri farmaci in relazione alla gravita’ del quadro clinico (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, in corso di emotrasfusione e’ relativamente frequente la comparsa di reazioni allergiche verso un componente ignoto del sangue del donatore, di solito in relazione a uno o piu’ allergeni presenti nel plasma del donatore o, meno spesso, ad anticorpi provenienti da un donatore allergico;  l'anafilassi e’ un evento molto raro che si verifica piu’ frequentemente in caso di riceventi con carenza di IgA totali. Infine, in un paziente con un'anamnesi positiva per allergie o con un precedente episodio di reazione trasfusionale allergica puo’ essere somministrato un antistaminico come profilassi appena prima o all'inizio della trasfusione

29 di 62 Domande

QUALE NORMATIVA SANCISCE L'ABROGAZIONE DEL MANSIONARIO DELL'INFERMIERE E LA FINE DELL'AUSILIARIETA' DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA?:














La risposta corretta e' la A
Il decreto legislativo n. 42/1999 sancisce l’ abrogazione del mansionario dell’ infermiere e la fine dell’ ausiliarieta’ della professione infermieristica (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, grazie al D. Lgs. n ° 42 del 26 febbraio 1999, l’ attivita’ dell’ infermiere ha ottenuto il pieno riconoscimento sul piano sia giuridico che formale, abolendo la denominazione di professione sanitaria ausiliare e riconoscendo la professione sanitaria di infermiere. Di contro, viene riconosciuta la piena responsabilita’ nelle decisioni e nelle scelte assistenziali dell’ infermiere, il quale non rappresenta piu’ un semplice esecutore ma e’ soggetto attivo nello svolgimento del proprio lavoro

30 di 62 Domande

L'INSIEME DELLE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE E DEI PROBLEMI COLLABORATIVI VIENE DEFINITO:














La risposta corretta e' la B
L’ insieme delle diagnosi infermieristiche, nelle quali l’ infermiere e’ protagonista, e dei problemi collaborativi, ovvero delle situazioni durante le quali collabora con altri professionisti, viene definito Modello bifocale (risposte A, C, D ed E errate). In particolare, la diagnosi infermieristica descrive la risposta umana, reale o potenziale, a un problema di salute per il quale l’ infermiere ha la competenza di trattamento indipendente mentre i problemi collaborativi rappresentano le complicanze che il personale infermieristico monitora per individuarne la comparsa o una modificazione; essi  gestiscono il problema collaborativo con interventi di prescrizione medica e infermieristica volti a ridurre al minimo le complicanze di determinati eventi. Per tale motivo, i problemi collaborativi rappresentano la capacita’ di lavorare in e’ quipe dell’ infermiere, nel rispetto di tutte le professioni e sempre diretta al bene dell’ assistito.

31 di 62 Domande

RISPETTO ALLA NORMATIVA SULLA PRIVACY, LA PATOLOGIA DEL PAZIENTE RIENTRA FRA:














La risposta corretta e' la D
Rispetto alla normativa sulla privacy, la patologia del paziente rientra fra i dati sensibili, ovvero tra quei dati personali la cui raccolta e trattamento sono soggetti al consenso dell'interessato (risposte B ed E errate). In particolare, sono considerati dati sensibili i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, politiche, lo stato di salute e la vita sessuale. Al contrario, i dati genetici rappresentano le informazioni relative alle caratteristiche genetiche ereditarie o acquisite, risultanti dall'analisi di un campione biologico della persona fisica (risposta A errata). 
Invece, i dati personali rappresentano le informazioni che identificano o rendono identificabile, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, o la sua situazione economica (risposta C errata).  

32 di 62 Domande

L'INTERNATIONAL CLASSIFICATION FOR NURSING PRACTICE {ICPN) E' UN PROGETTO DI CLASSIFICAZIONE:














La risposta corretta e' la A
L'international classification for nursing practice (ICPN) e’ un progetto di classificazione del linguaggio infermieristico promosso dall'lnternatiornal Council of Nurses nel 1966; esso si propone di favorire l’ espressione univoca dei tre elementi fondamentali per la descrizione della pratica professionale infermieristica, ovvero la diagnosi, gli interventi e risultati infermieristici (risposte B, C, D ed E errate). In particolare, la terminologia ICPN e’ costituita da un insieme di termini, il cui impiego e’ utile per descrivere la pratica infermieristica in tutto il mondo, raggruppati in sette assi, cosi’ da facilitare il loro utilizzo per costruire diagnosi, interventi e risultati infermieristici tenendo conto del contesto culturale e professionale in cui si intendono applicare; tali termini sono stati valutati, definiti e validati attraverso un rigoroso processo di sviluppo della terminologia.
In questo modo e’ possibile facilitare la comunicazione sia all’ interno della disciplina infermieristica stessa che nella sua relazione con le altre discipline e ambiti del sapere.

33 di 62 Domande

IL PERIODO DI INCUBAZIONE DI UNA MALATTIA E' IL LASSO DI TEMPO INTERPOSTO TRA:














La risposta corretta e' la E
Il periodo di incubazione di una malattia rappresenta il lasso di tempo interposto tra Il momento del contagio e lo sviluppo di sintomi clinici; esso puo’ variare da un tempo relativamente breve, come poche ore in caso di intossicazione alimentare, a giorni, come in caso di alcune infezioni virali quali influenza o morbillo, fino anche ad anni, come avviene in caso di lebbra. Al contrario, il periodo di incubazione di una malattia non e’ correlato alla recidiva di una patologia, ne’ tantomeno alla guarigione clinica, alla produzione di immunoglobuline o al momento di attivazione del sistema immunitario (risposte A, B C e D errate).

34 di 62 Domande

IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE, DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA:














La risposta corretta e' la A
Il responsabile della prevenzione, della corruzione e della trasparenza (RPCT) deve essere nominato in ogni pubblica amministrazione (P.A.), comprese le Aziende Sanitarie (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, tale figura, centrale nella lotta alla corruzione e nella sua prevenzione, agisce predisponendo il “ Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza” (PTPC), verificandone l’ effettiva attuazione e la sua idoneita’ e proponendo modifiche dello stesso quando necessario; egli segnala, inoltre, all’ organo di indirizzo e all’ Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) le “ disfunzioni” inerenti all’ attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, indicando i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure. Infine, compito del RPCT e’ di redigere una relazione annuale che descriva i risultati dell’ attivita’ svolta, tra cui il rendiconto sull’ attuazione delle misure di prevenzione definite nei PTPC.

35 di 62 Domande

NELLE MANOVRE DI PRIMO SOCCORSO, QUALE E' IL MODO MIGLIORE PER FERMARE UNA MODESTA EMORRAGIA:














La risposta corretta e' la B
Nelle manovre di primo soccorso, il modo migliore per fermare una modesta emorragia consiste nell’ applicare una pressione continua sul punto di fuoriuscita del sangue, posizionando, eventualmente, una fasciatura compressiva ottenuta con i mezzi disponibili (una benda, una sciarpa o una camicia arrotolata); nel caso in cui la fasciatura posizionata inizi ad imbibirsi di sangue, e’ sconsigliata la sua sostituzione ed e’ , piuttosto, preferibile sovrapporre una nuova fasciatura (risposta A errata). Al contrario, l’ applicazione del laccio emostatico, e/o di un’ eventuale compressione a monte del punto di rottura del vaso, puo’ essere effettuata solo in caso di sanguinamento arterioso, visualizzato come un sanguinamento rosso vivo e zampillante, quando le precedenti azioni siano inefficaci e solo da parte di personale esperto della manovra; difatti, la compressione a monte di un’ arteria, se mantenuta per un tempo eccessivamente lungo, puo’ causare ischemia dell’ arto con danni irreversibili (risposta C errata). Di contro, l’ utilizzo di sostanze emostatiche, quali cotone emostatico o sostanze endovenose, non rappresenta il modo migliore di agire nelle manovre di primo soccorso di un’ emorragia, anche perche’ spesso tali sostanze non sono immediatamente disponibili ma possono essere utilizzate come adiuvanti soprattutto in caso di presenza di coagulopatie associate (risposte D ed E errate).

36 di 62 Domande

UN UOMO, AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA NON BEN COMPENSATA DA MOLTI ANNI, DA UN PO' DI TEMPO PRESENTA DISPNEA PER PICCOLI SFORZI ED E' COSTRETTO A DORMIRE CON TRE CUSCINI PER EVITARE L'AFFANNO RESPIRATORIO DURANTE LA NOTTE, DEVO PENSARE A:














La risposta corretta e' la C
I sintomi descritti dal caso clinico, ovvero la comparsa di dispnea per piccoli sforzi e la necessita’ di dormire con piu’ cuscini per evitare l’ affanno respiratorio (condizione nota come ortopnea), in un soggetto con anamnesi positiva per ipertensione arteriosa non ben compensata sono riconducibili ad un danno cardiaco secondario all’ ipertensione stessa e quindi ad una cardiopatia ipertensiva con associato scompenso cardiaco sinistro (risposte A, B, D ed E errate). Nello specifico, un’ ipertensione arteriosa non controllata di lunga durata provoca un sovraccarico di lavoro cardiaco che puo’ condurre, nel tempo, ad uno sfiancamento muscolare e alla comparsa di scompenso cardiaco, ovvero di un’ incapacita’ del cuore di pompare il sangue in maniera efficace e con la giusta pressione. Piu’ precisamente, in caso di scompenso cardiaco sinistro sara’ il ventricolo sinistro ad essere incapace di pompare efficacemente il sangue nell'aorta e, quindi nella circolazione sistemica, con comparsa di astenia, pallore cutaneo ed ipotensione, e con conseguente aumento della pressione venosa polmonare in maniera retrograda e, conseguentemente, disturbi dell’ ossigenazione con comparsa di dispnea da sforzo e/o ortopnea, collegata all’ aumento del ritorno venoso al cuore che si verifica in posizione supina.

37 di 62 Domande

NEL PAZIENTE INCOSCIENTE IN DECUBITO SUPINO LA CAUSA PRINCIPALE DI OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE E':














La risposta corretta e' la D
Nel paziente incosciente in decubito supino la causa principale di ostruzione delle vie aeree e’ la caduta della lingua all’ indietro a causa della perdita di tonicita’ della muscolatura; in questa situazione occorrera’ praticare immediatamente la manovra di iperestensione del capo, ponendo una mano sulla fronte del soggetto ed alzando il medio con due dita, grazie alla quale la lingua verra’ spostata verso l'alto, rendendo possibile il passaggio dell'aria (risposte A, B, C ed E errate). In particolare, nel caso in cui vi sia un sospetto di trauma cervicale l’ iperestensione del capo non e’ consigliata ed andrebbe effettuata la manovra di sublussazione della mandibola, realizzata spingendo l’ angolo della mandibola in avanti e verso l’ alto in modo da portare l’ arcata dentaria inferiore davanti alla superiore.

38 di 62 Domande

VALUTANDO IL SITO DI INSERIMENTO DI UN CATETERE VENOSO PERIFERICO UTILIZZANDO LA SCALA VIPS (VISUAL INFUSION PHLEBITIS SCORE), LA CANNULA VA RIMOSSA SE IL PUNTEGGIO E' UGUALE O SUPERIORE A:














La risposta corretta e' la B
Valutando il sito di inserimento di un catetere venoso periferico, in relazione alla scala VIPS (Visual Infusion Phlebitis Score), la cannula va rimossa se il punteggio e’ uguale o superiore a 2 (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, la scala VIPS prevede l’ attribuzione di un punteggio che puo’ variare da 0 punti, in caso di completa assenza di segni e sintomi di flebite, fino ad un massimo di 5 punti, in caso di arrossamento, presenza di cordone palpabile di lunghezza superiore a 7,5 centimetri associato o meno a materiale purulento; ad ogni punteggio corrispondera’ un trattamento o un’ azione specifica da intraprendere, la quale dovra’ essere annotata in cartella infermieristica insieme anche la tipologia degli eventuali farmaci infusi. In particolare, per punteggi < 2 sara’ sufficiente la stretta osservazione della cannula, mentre in caso di punteggi > 2 sara’ necessario il riposizionamento, valutando se associare o meno un trattamento farmacologico.

39 di 62 Domande

LA QUALITA' MEDIA DEL CONTROLLO GLICEMICO IN UN ARCO TEMPORALE DI 2-3 MESI SI PUO' CONTROLLARE CON UN ESAME CHE SI CHIAMA:














La risposta corretta e' la E
La qualita’ media del controllo glicemico in un arco temporale di 2-3 mesi si puo’ controllare con un esame che si chiama “ test dell’ emoglobina glicosilata o glicata (HbA1c)” (risposte A, B, C e D errate). In particolare, l’ emoglobina glicata e’ la risultante di una reazione non enzimatica, che si verifica a seguito dell’ esposizione dell’ emoglobina normale ad alti livelli di glucosio plasmatico, durante la quale gli zuccheri presenti in circolo vanno a legarsi alla parte proteica dell’ emoglobina stessa; un aumento di emoglobina glicata all'interno dei globuli rossi riflette, pertanto, il livello medio di glucosio al quale l'emazia e’ stata esposta durante il suo ciclo vitale, che ha una durata di 120 giorni (3 mesi), e quindi puo’ fornire un’ idea dello stato di compenso/scompenso glicemico dei 3 mesi precedenti.

40 di 62 Domande

L'ATASSIA E':














La risposta corretta e' la B
L’ atassia puo’ essere definita come la mancata coordinazione nell’ esecuzione dei movimenti volontari come camminare o afferrare oggetti; in taluni casi, possono essere coinvolti anche il linguaggio, la deglutizione e il movimento degli occhi (risposte A, C, D ed E errate).
Nello specifico, e’ possibile distinguere quattro forme di atassia: l’ atassia cerebellare, conseguente a lesioni neoplastiche, infiammatorie o vascolari del cervelletto; l’ atassia sensitiva, successiva a lesioni localizzate a livello delle fibre propriocettive del sistema nervoso periferico o lungo i cordoni posteriori del midollo spinale; l’ atassia labirintica, che segue a danno dell'orecchio interno e l’ atassia cerebrale, seguente a lesioni della corteccia frontale, temporale o parietale. L’ atassia puo’ , inoltre, presentarsi nell’ ambito delle cosiddette sindromi atassiche, malattie genetiche a carattere ereditario,  come l'atassia-teleangectasia, l'atassia di Friedreich, le atassie spinocerebellari e l'atassia di Charcot-Marie-Tooth, oppure in caso di intossicazione da sostanze come il bromuro di metile e alcool o esposizione a radiazioni.

41 di 62 Domande

CON IL TERMINE STRANGURIA SI INTENDE:














La risposta corretta e' la E
Con il termine stranguria si intende una minzione difficoltosa e dolorosa, spesso a gocce. Nello specifico, tale sintomo puo’ seguire ad infiammazioni delle basse vie urinarie, come cistiti, uretriti e, piu’ raramente, prostatiti, ma anche a calcolosi renale o a neoplasie che interessano le basse vie urinarie.
All’ opposto, la necessita’ frequente di eliminazione dell’ urina durante il riposo notturno prende il nome di nicturia; tale condizione puo’ associarsi a varie patologie quali alterazioni prostatiche, cardiovascolari, diabete mellito o diabete insipido (risposta A errata). Di contro, la produzione di eccessiva quantita’ di urina prende il nome di poliuria e puo’ ritrovarsi principalmente in caso di diabete mellito, diabete insipido o polidipsia psicogena (risposta B errata). Invece, l’ elevata frequenza di minzioni e’ nota come pollachiuria, e puo’ associarsi a ridotta capacita’ funzionale della vescica in relazione a stati flogistici in atto, presenza di masse che comprimono la vescica (fibromi uterini o masse ovariche), a disordini neurologici o a patologie psichiatriche (risposta C errata). Infine, la perdita involontaria di urina configura un’ incontinenza urinaria, spesso conseguenza di un’ ipermobilita’ uretrale causata da indebolimento dei muscoli e dei legamenti del pavimento pelvico successivo a parto naturale (risposta E errata).

42 di 62 Domande

LA GUARIGIONE DI UNA FERITA PER SECONDA INTENZIONE:














La risposta corretta e' la C
La guarigione di una ferita per seconda intenzione avviene quando il tessuto di riparazione della ferita viene prodotto in eccesso e la cicatrice si presenta estesa ed eccedente. In particolare, cio’ si verifica quando, a causa del rischio di infezione o di una perdita significativa di tessuto, non e’ possibile accostare i margini sono per cui esse sono lasciate aperte; in questi casi, la guarigione richiedera’ piu’ tempo rispetto alla classica per prima intenzione perche’ il tessuto mancante o non vitale dovra’ essere rimpiazzato da nuove cellule e la cicatrice che ne derivera’ sara’ certamente piu’ evidente (risposte A ed E errate). Al contrario, si parla di guarigione per prima intenzione quando i suoi margini sono ben affrontati tra loro, vi e’ scarso tessuto di granulazione, la guarigione e’ rapida e la cicatrice minima (risposta B errata). Infine, alcune ferite chirurgiche suturate normalmente possono andare incontro ad una infezione nell'immediato decorso postoperatorio, in questi casi si rende necessaria la riapertura della ferita, per detergerla e liberarla da residui organici e da tessuti necrotici ed, in alcuni casi, si procede nuovamente alla sua sutura della ferita; il tipo di guarigione che seguira’ e’ definito per terza intenzione (risposta D errata).  

43 di 62 Domande

IL QUADRO CLINICO DELLA DISIDRATAZIONE E' CARATTERIZZATO DA:














La risposta corretta e’ la C.
Il quadro clinico della disidratazione e’ caratterizzato da secchezza della cute, ipotensione, tachicardia e oliguria (risposte A, B, D ed E errate). Nello specifico, si intende con disidratazione  uno stato patologico che si instaura quando il bilancio idrico, ovvero quantita’ di acqua assunta meno l'acqua persa, e’ negativo; cio’ puo’ avvenire in caso di insufficiente apporto idrico con la dieta e/o in caso di perdite eccessive, come accade nella diarrea profusa, in caso di vomito o di ustioni estese. La manifestazione iniziale della disidratazione e’ la sete, a cui si assoceranno segni e sintomi quali secchezza della cute, ipotensione, tachicardia, oliguria, astenia, palpitazioni e vertigini fino alla progressiva diminuzione di coscienza e al decesso.

44 di 62 Domande

TRA I SEGUENTI IL FARMACO CHEMIOTERAPICO CHE DEVE ESSERE CONSERVATO AL RIPARO DALLA LUCE IN QUANTO FOTOSENSIBILE E':














La risposta corretta e' la C
Il farmaco chemioterapico che deve essere conservato al riparo dalla luce in quanto fotosensibile e’ la vincristina (risposte A, B, D ed E errate)Nello specifico, la vincristina e’ un farmaco neoplastico appartenente al gruppo degli alcaloidi della vinca, utilizzato, in monoterapia o in associazione, in differenti condizioni patologiche tra cui il linfoma di Hodgkin (protocollo BEACOPP), i linfomi non Hodgkin, la eucemia linfatica acuta, sarcomi, il neuroblastoma e il tumore di Wilms. Il meccanismo di azione della vincristina prevede il legame di quest’ ultima ai monomeri di tubulina con inibizione della formazione dei microtubuli del fuso mitotico durante il processo di replicazione cellulare e conseguente blocco della replicazione cellulare. 

45 di 62 Domande

QUALE DEI SEGUENTI PAZIENTI NON PUO' ESSERE SOTTOPOSTO A RISONANZA MAGNETICA?














La risposta corretta e' la C
Non puo’ essere sottoposto a risonanza magnetica un paziente portatore di pace-maker, ad eccezione dei pacemaker di nuovo impianto “ MR-conditional” , ovvero compatibili con RMN, nel cui caso e’ , altresi’ , necessaria un’ attenta valutazione della indispensabilita’ dell’ esame e la presenza di un cardiologo elettrofisiologo che agisca sul dispositivo prima e dopo l’ esame stesso. Al contrario, la presenza di corpi estranei ferromagnetici in sedi non vitali e di claustrofobia rappresentano controindicazioni relative e non assolute all’ esame RMN, il quale puo’ essere eseguito previa valutazione del rapporto rischio/beneficio (risposte B e D errate). Infine, in caso di paziente operato di resezione intestinale in prima giornata chirurgica e di paziente trapiantato d’ organo non sussistono controindicazione all’ esecuzione dell’ esame (risposte A ed E errate).

46 di 62 Domande

LA DEFINIZIONE DI DIAGNOSI INFERMIERISTICA PROPOSTA DA L. CARPENITO ED ELABORATA ED ACCETTATA DAL NANDA NEL 1990 E':














La risposta corretta e' la B
La definizione di diagnosi infermieristica proposta da L. Carpenito ed elaborata ed accettata dal NANDA (North American Nursing Diagnosis Association) nel 1990 e’ quella di “ un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunita’ a problemi di salute/processi vitali attuali o potenziali. Le diagnosi infermieristiche costituiscono la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici per raggiungere dei risultati che rientrano nella sfera di competenza dell’ infermiere” (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, la diagnosi infermieristica non corrisponde alla diagnosi medica in quanto mentre la diagnosi medica riguarda la patologia, ed e’ dedotta dalle alterazioni strutturali e funzionali dei vari organi, la diagnosi infermieristica riguarda i problemi della persona, descrive la risposta umana, reale o potenziale, a un problema di salute per il quale l’ infermiere ha la competenza di trattamento indipendente. La NANDA, ovvero l’ istituzione ufficiale per la promozione e la revisione delle diagnosi infermieristiche, propone un linguaggio condiviso e universale, organizzando le diagnosi in quattro modelli: reali, ovvero condizione della persona o della famiglia o della collettivita’ che e’ stata convalidata dai dati raccolti dall’ accertamento; rischio, ovvero giudizio clinico secondo il quale una persona, una famiglia o una comunita’ e’ piu’ vulnerabile nei confronti di un certo problema di altre in condizioni uguali o simili; benessere, presuppongono un termine qualificatore positivo come “ miglioramento” o “ efficace” e sindrome, la quale presuppone come termine qualificatore del tipo “ sindrome da” .

47 di 62 Domande

IL PERIODO DI INCUBAZIONE DELLA MENINGITE MENINGOCOCCICA E':














La risposta corretta e' la A
Il periodo di incubazione della meningite meningococcica e’ di 3-4 giorni (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, Il meningococco e’ un batterio Gram-negativo, aerobio, immobile, asporigeno, che puo’ ritrovarsi nel nasofaringe di portatori asintomatici; nonostante gli elevati tassi di colonizzazione (10-40% delle persone sane) documentati, il passaggio alla malattia invasiva e’ raro e si verifica soprattutto in pazienti precedentemente non infettati, immunodepressi, bambini di eta’ <5 anni ed individui di eta’ compresa tra i 12 e i 21 anni, esposizione a fumo attivo e passivo; la trasmissione si verifica in genere per contatto diretto con le secrezioni respiratorie di un portatore sano del microrganismo a livello del nasofaringe. Dopo il periodo di incubazione, la patologia esordisce con cefalea, anoressia e sonnolenza; a tali sintomi si aggiungono successivamente febbre, vomito, rigidita’ nucale, e fotofobia. In alcuni casi si associa un rash maculopapulare o di tipo petecchiale emorragico, indicativi di prognosi sfavorevole.

48 di 62 Domande

NELLA SOMMINISTRAZIONE DI SACCHE PER NPT, L'INFERMIERE HA ATTRIBUITE PRECISE RESPONSABILITA':














La risposta corretta e' la C
Nella somministrazione di sacche per la nutrizione parenterale, l’ infermiere e’ responsabile del controllo di eventuali precipitati, dell’ applicazione di filtri, della conservazione e della somministrazione in tempi opportuni; inoltre l’ infermiere puo’ e deve partecipare alla scelta della via di accesso del dispositivo da impiantare (PICC, port) (risposte A, B, D ed E errate)In particolare, l’ infermiere dovra’ registrare nella documentazione infermieristica tutti i dati riferiti alla gestione dell’ accesso e della nutrizione artificiale, prevedendo una valutazione nutrizionale, con valutazione del peso e del BMI, ogni 7 giorni e un monitoraggio dei parametri fisici/biochimici nutrizionali (bilancio idrico, elettroliti sierici, glicemia, creatinina, funzionalita’ epatica e renale, comparsa di intolleranze nutrizionali con diarrea, stipsi, nausea/vomito), segnalando immediatamente la comparsa di complicanze.

49 di 62 Domande

NELL'ESAME EMOCROMOCITOMETRICO, IL VALORE NORMALE DEI LEUCOCITI PER UN SOGGETTO ADULTO SANO E':














La risposta corretta e' la E
Nell’ esame emocromocitometrico, il valore normale dei leucociti per un soggetto adulto sano e’ 4.000-10.000; valori superiori o inferiori possono essere indicativi di patologie infettive, allegiche e/o ematologiche in atto o, talvolta, di effetti avversi farmacologici (risposte A, B, C e D errate)In particolare, i leucociti o globuli bianchi sono elementi cellulari del sangue deputati alla difesa dell'organismo nei confronti di agenti infettivi, sostanze estranee e altre cause di danno; essi sono suddivisi in due sottogruppi: i granulociti (eosinofili, neutrofili e basofili) e le cellule mononucleate (linfociti e monociti), che possono modificarsi in maniera differente a seconda delle diverse situazioni. Per tale motivo, la presenza nell’ esame emocromocitometrico della conta differenziale dei globuli bianchi, o formula leucocitaria, puo’ utile per discriminare tra le cause di aumento/diminuzione degli stessi.

50 di 62 Domande

DEVO SOMMINISTRARE 600 mg DI AMPICILLINA. SONO A DISPOSIZIONE FIALE DI AMPICILLINA 1gr DA DILUIRE CON 3 ml. QUANTI ml DEVO UTILIZZARE














La risposta corretta e' la A
In caso di necessita’ di somministrare 600 mg, ovvero 0,6 gr, di ampicillina, avendo a disposizione fiale di ampicillina 1gr da diluire con 3 ml di acqua per preparazioni iniettabili, sara’ necessario utilizzare 1,8 ml di tale sostanza (risposte B, C, D ed E errate)Nello specifico, tale valutazione viene effettuata sulla base di una semplice proporzione per la quale se 1 gr: 3ml= 0,6 gr: x; conseguentemente x= (3x0,6)/1 e quindi x=1,8 ml.

51 di 62 Domande

Quali segni e sintomi sono caratteristici del quadro di scompenso cardiaco?














La risposta corretta e' la E
Sono caratteristici del quadro di scompenso cardiaco ortopnea, edemi declivi ed astenia (risposte A, B, C e D errate). Nello specifico, lo scompenso cardiaco e’ definito come l’ incapacita’ del cuore di fornire  sangue in quantita’ adeguata rispetto all'effettiva richiesta dell'organismo o come la capacita’ di soddisfare tale richiesta solamente a pressioni di riempimento ventricolari superiori alla norma; tale condizione puo’ seguire diverse patologie quali infarto miocardico acuto, miocarditi, cardiomiopatie, stenosi aortica/insufficienza mitralica. Lo scompenso cardiaco puo’ inoltre essere diviso in destro e sinistro; se nel primo caso, l’ insufficienza del ventricolo destro comportera’ mancata espulsione di sangue verso il circuito polmonare e marcata ritenzione venosa nel distretto addominale e periferico (con edemi periferici, turgore delle giugulari), in caso di scompenso sinistro ci sara’ una diminuzione dell’ immissione di sangue verso il circolo periferico con astenia, ipotensione e stasi polmonare retrograda con dispnea da sforzo ed ortopnea.   

52 di 62 Domande

Chi supera la malattia Ebola, di solito:














La risposta corretta e' la D
Chi supera la malattia Ebola, di solito guarisce completamente (risposte A, B, C ed E errate). Nello specifico, la malattia Ebola e’ causata dal virus Ebola, un filovirus altamente contagioso trasmesso attraverso contatto con cute, mucose e fluidi corporei (saliva, sangue, feci, sudore) di soggetti umani sintomatici e, piu’ raramente di primati non umani; al contrario, i soggetti non sintomatici, in fase di incubazione, non sono risultati essere infettivi. Dopo un periodo compreso tra i 2 e i 20 giorni, si sviluppa una “ febbre emorragica” , la quale esordisce con febbre, mialgie, cefalea, dolori addominali, interessamento delle alte vie respiratorie, petecchie, ecchimosi e comparsa di un rash maculopapulare, principalmente al tronco. Successivamente, in genere, durante la 2a settimana di malattia, il paziente puo’ sviluppare un'insufficienza multiorgano o andare incontro a guarigione, con un tasso di mortalita’ che varia dal 25 al 90%; la guarigione e’ lenta e puo’ essere complicata da epatite ricorrente, mielite trasversa e orchite ma, una volta guariti, i pazienti sopravvissuti, solitamente, eliminano completamente il virus.

53 di 62 Domande

Secondo il Decreto legislativo n. 81/2008 i lavoratori:














La risposta corretta e' la B
Secondo il Decreto legislativo n. 81/2008, anche noto come “ Testo unico sulla sicurezza” , i lavoratori sono obbligati ad utilizzare correttamente ed a mantenere in buono stato di efficienza i DPI messi a loro disposizione (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, si intende per DPI, ovvero  dispositivo di protezione individuale (DPI), qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o piu’ rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonche’ ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo; di contro, i DPI devono essere impiegati solo nel caso in cui i rischi non possano essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. Infine, e’ compito dei lavoratori utilizzare i DPI messi a loro disposizione, conformemente all’ informazione e alla formazione ricevute, avendone cura e non apportano modifiche di propria iniziativa, condizione che porta ad un’ alterazione dell’ efficacia del DPI stesso e alla possibile sanzione del lavoratore e del datore di lavoro; i lavoratori dovranno, poi, segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.

54 di 62 Domande

Nel processo di pianificazione assistenziale l'analisi dei dati e':














La risposta corretta e' la E
Nel processo di pianificazione assistenziale l'analisi dei dati e’ un processo di conferma dell'accuratezza dei dati raccolti che ha lo scopo di comparare i dati oggettivi e soggettivi, di assicurare la consistenza degli indizi, ed attuare un duplice controllo sui dati fortemente alterati (risposte A, B, C e D errate). Nello specifico, la pianificazione assistenziale e’ un ottimo strumento di comunicazione per l’ assistenza ai pazienti; gli infermieri aggiornano continuamente il piano mentre eseguono interventi pianificati nei rispettivi turni. Il modello piu’ comunemente utilizzato include diagnosi, dati, risultati attesi, interventi e valutazione: la diagnosi si concentra sul miglioramento della salute e sul benessere generale dell’ assistito e puo’ essere ulteriormente collegata a cause scatenanti correlate come situazioni e condizioni problematiche; la raccolta dati, strumento importante capire come sta il paziente, ovvero se si e’ in presenza di determinate condizioni come debolezza generalizzata, tachipnea, ritardata guarigione della ferita; i risultati attesi, rappresentano gli obiettivi del piano di assistenza infermieristica realizzato cosicche’ il piano di cura realizzato viene considerato efficace una volta raggiunti i risultati previsti; interventi, ovvero le azioni che aiuteranno a raggiungere i risultati desiderati per il paziente e la valutazione, la quale v determina l’ efficacia degli interventi attuati e guida l’ infermiere successivo nella creazione o nell’ aggiornamento del piano di assistenza infermieristica del paziente per il turno successivo.

55 di 62 Domande

Le "cause pre-renali" di insufficienza renale acuta sono:














La risposta corretta e' la A
Le "cause pre-renali" di insufficienza renale acuta (IRA), ovvero di una rapida riduzione della funzionalita’ renale responsabile dell’ aumento dell’  azotemia e della creatininemia, di alterazioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base, sono problemi di vasocostrizione e ipoperfusione che determinano una ridotta pressione di filtrazione (risposte B, C, D ed E errate). In particolare, l’ insufficienza renale acuta puo’ essere distinta in tre sottogruppi: forma prerenale, forma renale, secondaria a danno glomerulare/tubulare, e forma post renale, secondaria ad alterazioni delle vie escretrici. La forma prerenale rappresenta la forma piu’ comune di insufficienza renale acuta e puo’ conseguire a differenti condizioni capaci di ridurre il flusso ematico renale, come ad esempio insufficiente gittata cardiaca legata a scompenso cardiaco, riduzione del volume di sangue circolante secondario ad emorragie o disidratazione, stenosi,  compressione o riduzione di calibro congenita delle arterie renali; nelle fasi iniziali tale condizione puo’ essere reversibile andando a ristabilire la normale perfusione ma puo’ diventare irreversibile in caso di danno ischemico e necrosi tubulare acuta.

56 di 62 Domande

Secondo il Decreto legislativo n. 81/2008 il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e':














La risposta corretta e' la E
Secondo il Decreto legislativo n. 81/2008 il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), ovvero l’ esponente incaricato di rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro, e’ eletto o designato dai lavoratori stessi (risposte A, B, C e D errate). Nello specifico, per le aziende il cui numero di lavoratori sia uguale o inferiore a 15, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e’ scelto tra i dipendenti stessi mentre nelle aziende in cui si contino piu’ di 15 lavoratori, egli e’ scelto all’ interno delle rappresentanze sindacali aziendali; nel caso in cui l’ azienda non dovesse disporre di tali organismi, anche in questo caso, il rappresentante e’ scelto tra i lavoratori tramite votazione. Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce, inoltre, che la nomina dei RLS avvenga in un’ unica giornata per tutta la nazione, in quella che viene celebrata come “ la giornata nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro” .

57 di 62 Domande

Per svolgere un R.C.T. e' necessario scegliere un campione:














La risposta corretta e' la C
Per svolgere un R.C.T., ovvero uno Studio Controllato Randomizzato, e’ necessario scegliere un campione randomizzato (risposte A, B, D ed E errate). Nello specifico, uno studio controllato randomizzato (RCT) rappresenta uno studio sperimentale nel quale i membri del campione iniziale sono assegnati in modo randomizzato, cioe’ causale, a due diversi gruppi: cio’ consente di costituire due gruppi in cui i fattori prognostici, sia noti che non, siano equamente distribuiti, in modo che i due gruppi siano tra loro “ identici” ad eccezione del trattamento sperimentato; in questo modo, qualsiasi effetto rilevato, in un gruppo piuttosto che in un altro (gruppo trattato vs gruppo senza trattamento o di controllo),  potra’ essere attribuito al solo trattamento e non a fattori confondenti. Per tale motivo, il tipo di studio RCT e’ spesso considerato il gold standard per la sperimentazioni clinica ed e’ spesso usato nello studio dell'efficacia di vari tipi di intervento medico e per l’ ottenimento di informazioni riguardo i possibili effetti avversi.

58 di 62 Domande

Quale tra i seguenti dati raccolti durante l'accertamento infermieristico e' un dato oggettivo?














La risposta corretta e' la A
Rappresenta un dato oggettivo, ovvero corrispondente alla realta’ e non dipendente da fattori individuali, un valore della pressione arteriosa pari a 135/70mmHg rilevato durante l’ accertamento infermieristico (risposte B, C, D ed E errate). In particolare, l’ accertamento infermieristico consiste in una raccolta sistematica di dati, oggettivi e soggettivi, ovvero influenzati dalla coscienza del paziente e dell’ ascoltatore, volti a verificare lo stato di salute e ad identificare problemi reali o potenziali del paziente. In base al momento in cui viene effettuato, l’ accertamento puo’ essere distinto in quattro tipologie: l’ accertamento iniziale o globale, il quale consente di avere un quadro generale delle condizioni di salute del paziente al momento della presa in carico; l’ accertamento mirato, che rappresenta parte integrante delle quotidiane cure infermieristiche e si concentra su un aspetto specifico per definire e valutare l’ insorgenza e/o l’ evoluzione di uno specifico problema; l’ accertamento d’ urgenza o emergenza, eseguito durante l’ insorgenza di una crisi fisica o psichica di un paziente e necessario per individuare condizioni che possano minacciarne la vita e l’ accertamento di follow up o di rivalutazione, il quale e’ attuato dopo un determinato periodo di tempo per rivalutare un particolare aspetto o problema del paziente, confrontando le condizioni attuali con quelle basali. Infine, per raccogliere ed elaborare i singoli elementi, l’ attivita’ di accertamento si divide in quattro momenti temporali rappresentati da: raccolta dati, validazione, organizzazione e registrazione.

59 di 62 Domande

Nel programma di Educazione Continua in Medicina quale delle seguenti rappresenta una tipologia di Formazione Residenziale?














La risposta corretta e' la B
Nel programma di Educazione Continua in Medicina (ECM), rappresentano una tipologia di formazione residenziale, ovvero una tipologia di formazione in cui vi sia la contemporanea presenza di uno o piu’ docenti e di uno o di un gruppo di alunni, le conferenze (risposte A, C, D ed E errate). Nello specifico, il programma di  educazione continua in medicina, o ECM, e’ un programma nazionale di attivita’  formative, attivo in Italia dal 2002, che prevede il mantenimento di un elevato livello di conoscenze relative alla teoria, pratica e comunicazione in campo sanitario attraverso corsi di formazione in presenza o a distanza. Esso prevede l'attribuzione di un determinato numero di crediti formativi, che devono essere obbligatoriamente raggiunti entro l’ anno, per ogni area specialistica medica e per tutte le professioni sanitarie; ogni operatore sanitario provvedera’ alla propria formazione in ambito ECM in completa autonomia, non potendosi il datore di lavoro opporsi alle richieste di aggiornamento, nonche’ riconoscendo i giorni d'aggiornamento come giornate lavorative.

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All' emogasanalisi arteriosa i range di normalita' della Pa02 in un soggetto sano corrispondono a:














La risposta corretta e' la D
All' emogasanalisi arteriosa i range di normalita’ della Pa02 in un soggetto sano corrispondono a 80-100 mm Hg (risposte A, B, C ed E errate). In particolare, l’ emogasanalisi arteriosa e’ un esame che permette di ottenere misurazioni precise della pressione parziale dell'ossigeno arterioso (PaO2), che nel soggetto normale e’ di 80-100 mmHg, della pressione parziale di diossido di carbonio arteriosa (PaCO2), normalmente di 35-45 mmHg, e del pH arterioso, compreso tra 7.35-7.45, misurati su sangue arterioso prelevato, in genere, dall’ arteria radiale. L'emogasanalisi e’ indispensabile per la diagnosi di insufficienza respiratoria, per valutarne la gravita’ e seguirne il decorso durante la terapia, cosi’ come risulta utile nella valutazione dei diversi meccanismi fisiopatologici dell'insufficienza respiratoria.

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La denuncia all'autorita' giudiziaria deve essere redatta:














La risposta corretta e' la A
La denuncia all'autorita’ giudiziaria deve essere redatta, per iscritto e trasmessa senza ritardo, da un Pubblico Ufficiale o da un Incaricato di Pubblico Servizio che nell'esercizio, o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, abbiano notizia di un reato perseguibile di ufficio; nel caso piu’ persone siano obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto. (risposte B, C, D ed E errate). Nello specifico, sono considerati pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa mentre, agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestino un pubblico servizio, ovvero un’ attivita’ disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest’ ultima, e con esclusione, dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Tradizionalmente, il ruolo di pubblico ufficiale, in virtu’ dei poteri certificativi che gli competono, viene attribuito al medico il quale li espleta in diverse occasioni (prescrizioni, diagnosi, etc.), mentre l’ infermiere viene solitamente riconosciuto come un incaricato di pubblico servizio; nonostante cio’ , non mancano in giurisprudenza casi in cui gli venga riconosciuta la funzione di pubblico ufficiale.

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Il consenso all'atto medico deve essere richiesto al paziente:














La risposta e’ la C
Il consenso all'atto medico deve sempre essere richiesto al paziente (risposte A, B, D ed E errate). Nello specifico, il consenso dell'interessato e’ il presupposto per la legittimita’ dell’ attivita’ medica; vige, infatti, il principio per il quale nessuno puo’ essere sottoposto a trattamenti medici contro la sua volonta’ (art. 32 della Costituzione). In tutti i casi, il consenso deve essere libero, consapevole e informato, ovvero deve essere preceduto da una adeguata informativa riguardo alle caratteristiche, ai rischi e alle finalita’  dell’ intervento, e puo’ essere revocato in qualunque momento. Nel caso in cui il soggetto interessato non sia nelle condizioni di esprimere validamente il consenso, questo deve essere richiesto al soggetto che il paziente ha delegato mentre in caso di paziente minorenne, il consenso va espresso dal soggetto che esercita la responsabilita’ dei genitori.

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