Simulazione

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1 di 92 Domande

Nel liquido spermatico di una sola eiaculazione di un uomo sessualmente maturo sono presenti circa 4*108 spermatozoi. Quanti spermatociti di primo ordine hanno subito la meiosi per produrre un numero così elevato di spermatozoi?














La risposta corretta e' la '

108

'.


2 di 92 Domande

A quale tratto dell'elettrocardiogramma rappresentato nella figura corrisponde una pressione del sangue pari a 120 mm Hg?

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La risposta corretta è la B
La pressione del sangue pari a 120 mm Hg nell’ECG corrisponde al tratto QRS. Il valore di 120 mm Hg identifica la pressione arteriosa sistolica, raggiunta durante la contrazione ventricolare. Il complesso QRS rappresenta la depolarizzazione dei ventricoli che innesca la sistole: dopo un breve ritardo elettromeccanico si aprono le valvole semilunari e la pressione aortica sale rapidamente fino al picco sistolico intorno a 120 mm Hg. L’onda P riguarda la depolarizzazione atriale e non genera la pressione arteriosa sistemica, mentre durante l’onda T (ripolarizzazione ventricolare) inizia il rilasciamento e la pressione decresce verso il valore diastolico. Pertanto l’evento elettrico più strettamente associato al raggiungimento del picco pressorio è il QRS.

3 di 92 Domande

La struttura dell' occhio utile a variare la quantità di luce che entra è:














La risposta corretta e' la '

l' iride

'.


4 di 92 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


5 di 92 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

6 di 92 Domande

Una proprietà della maggior parte degli enzimi di restrizione consiste nella loro capacità di riconoscere:














La risposta corretta e' la '

sequenze palindromiche

'.


7 di 92 Domande

Quale/i delle seguenti affermazioni è/sono corretta/e?

1. I villi intestinali aumentano la superficie di assorbimento nel colon 2. I villi intestinali sono caratterizzati dalla presenza di molti capillari sanguigni 3. I villi intestinali sono caratterizzati dall'assenza di vasi linfatici














La risposta corretta e' la '

Solo 2

'.


8 di 92 Domande

Quale delle seguenti affermazioni descrive correttamente il glicogeno umano?

1. E' un polimero del glucosio. 2. E' un ormone prodotto dal pancreas. 3. Può essere accumulato come fonte di energia in cellule epatiche e muscolari.














La risposta corretta e' la '

Solo 1 e 3

'.


9 di 92 Domande

Secondo le regole di Chargaff, relative ai rapporti tra le 4 basi azotate del DNA:














La risposta corretta è la C
La regola indicata è corretta perché sintetizza il contenuto fondamentale delle regole di Chargaff per il DNA a doppio filamento: in una molecola di DNA nativa, la quantità totale di basi puriniche (Adenina + Guanina) è uguale alla quantità totale di basi pirimidiniche (Timina + Citosina), quindi il rapporto è 1:1. Ciò discende direttamente dall’appaiamento complementare di Watson-Crick: l’adenina si appaia con la timina mediante due legami a idrogeno e la guanina con la citosina mediante tre legami a idrogeno. Ne consegue anche l’uguaglianza puntuale A = T e G = C. Queste relazioni garantiscono la geometria costante della doppia elica, essenziale per la stabilità strutturale, per la replicazione fedele e per i sistemi di riparazione del DNA, che riconoscono le distorsioni eliche dovute a coppie errate (ad esempio purina–purina o pirimidina–pirimidina). Un secondo principio, spesso citato insieme a Chargaff, è che la composizione globale delle basi varia tra specie: il contenuto GC può differire ampiamente, pur mantenendo A = T e G = C. Questo ha conseguenze pratiche: regioni ricche in GC sono più stabili termicamente (tre legami a idrogeno) e richiedono temperature di denaturazione e annealing più elevate, informando la progettazione di primer e condizioni di PCR, ibridazione e sequenziamento. In ambito diagnostico-molecolare, la conoscenza del contenuto GC del patogeno o del bersaglio genico guida l’ottimizzazione delle reazioni e la scelta di additivi per amplificare regioni difficili (ad esempio genomi batterici ad alto GC). È importante ricordare i limiti del principio: le uguaglianze di Chargaff valgono rigorosamente per DNA a doppio filamento in condizioni stabili. Non si applicano ai genomi a singolo filamento (come alcuni virus ssDNA) o a tratti temporaneamente a singolo filamento. In DNA mitocondriale e in alcuni batteri esistono “skew” di composizione tra i due filamenti, ma considerando l’intera molecola a doppio filamento si mantiene l’equivalenza complessiva purine = pirimidine. Nell’RNA l’uracile sostituisce la timina e le stesse logiche di complementarità governano l’appaiamento A–U, senza però modificare la regola generale relativa al DNA.

10 di 92 Domande

Un individuo anziano può incorrere più facilmente in una frattura ossea rispetto ad un individuo giovane. Sulla base di questo assunto, quale cellula si può presumere che riduca maggiormente la propria attività con l'invecchiamento?














La risposta corretta e' la '

L'osteoblasto

'.


11 di 92 Domande

Se una cellula di mammifero osservata al microscopio risulta contenere uno o piu' nuclei, mitocondri, ribosomi e vari sistemi di membrane si puo' escludere che sia:














La risposta corretta e' la '

un eritrocita

'.


12 di 92 Domande

Due genitori normali hanno due figli: una femmina portatrice sana di emofilia ed un maschio emofilico. Quali sono i genotipi dei genitori?














La risposta corretta e' la '

XEX e XY

'.


13 di 92 Domande

Le cellule rappresentate in figura sono definite:

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La risposta corretta è la B
Le cellule rappresentate in figura sono definite osteociti. Gli osteociti sono le cellule mature del tessuto osseo, derivano da osteoblasti rimasti intrappolati nella matrice e risiedono in lacune tra le lamelle; si distinguono per il corpo cellulare piccolo e numerosi prolungamenti che decorrono nei canalicoli, attraverso cui comunicano con altre cellule tramite giunzioni gap, mantenendo l’omeostasi della matrice e fungendo da meccanosensori. La presenza di lacune con sottili canalicoli che connettono le cellule è tipica degli osteociti e permette il trasporto di nutrienti e segnali. A differenza degli osteoblasti (posti sulla superficie ossea, cuboidali e secernenti matrice) e degli osteoclasti (grandi, multinucleati, riassorbenti in lacune di Howship), gli osteociti non producono attivamente nuova matrice ma ne curano il mantenimento e regolano il rimodellamento osseo modulando l’attività delle altre linee cellulari.

14 di 92 Domande

Quale elemento NON fa parte del gruppo dei metalli alcalini?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale elemento non faccia parte del gruppo dei metalli alcalini, e la risposta corretta è Mg. Gli elementi del gruppo dei metalli alcalini si trovano nel gruppo 1 della tavola periodica e includono litio (Li), sodio (Na), potassio (K), rubidio (Rb), cesio (Cs) e francio (Fr). Questi metalli sono caratterizzati da avere un solo elettrone nel loro guscio di valenza, il che li rende altamente reattivi. Il magnesio (Mg), invece, si trova nel gruppo 2 della tavola periodica, noto come il gruppo dei metalli alcalino-terrosi. Gli elementi di questo gruppo, che includono anche berillio (Be), calcio (Ca), stronzio (Sr), bario (Ba) e radio (Ra), possiedono due elettroni nel guscio di valenza, conferendo loro proprietà chimiche diverse rispetto ai metalli alcalini. Pertanto, il magnesio non appartiene al gruppo dei metalli alcalini, rendendo la risposta corretta.

15 di 92 Domande

Quale dei seguenti amminoacidi contiene zolfo?














La risposta corretta e' la '

Metionina

'.


16 di 92 Domande

Quanti sono i numeri naturali formati da al più quattro cifre dispari distinte ?














La risposta corretta è la E
La domanda è: "Quanti sono i numeri naturali formati da al più quattro cifre dispari distinte?" e la risposta corretta è: "205". Per determinare il numero di numeri naturali con al più quattro cifre dispari distinte, consideriamo le cifre dispari disponibili: 1, 3, 5, 7 e 9. Possiamo formare numeri di una, due, tre o quattro cifre. Per i numeri di una cifra, ci sono 5 scelte (una per ciascuna cifra dispari). Per i numeri di due cifre, scegliamo 2 cifre tra le 5 disponibili e le disponiamo in 2 posizioni, ottenendo 5P2 = 20 possibilità. Per i numeri di tre cifre, scegliamo 3 cifre tra le 5 e le disponiamo in 3 posizioni, ottenendo 5P3 = 60 possibilità. Infine, per i numeri di quattro cifre, scegliamo tutte e 4 le cifre tra le 5 e le disponiamo in 4 posizioni, ottenendo 5P4 = 120 possibilità. Sommando tutte queste possibilità, otteniamo 5 + 20 + 60 + 120 = 205 numeri naturali distinti formati da al più quattro cifre dispari.

17 di 92 Domande

La funzione reale di variabile reale y=(x+2)/log(x-1) è definita per:














La risposta corretta è la C
La funzione reale di variabile reale y=(x+2)/log(x-1) è definita per x>1 con x?2. La funzione data è definita quando il denominatore è diverso da zero e il logaritmo è definito. Il logaritmo naturale log(x-1) è definito per x-1>0, cioè x>1. Inoltre, il denominatore log(x-1) non deve essere zero per evitare divisioni per zero. Il logaritmo naturale di 1 è zero, quindi log(x-1)=0 quando x-1=1, cioè x=2. Pertanto, la funzione è definita per x>1, escludendo il punto x=2 dove il denominatore si annulla.

18 di 92 Domande

In ciascun gamete di un essere umano si trovano:














La risposta corretta e' la '

23 cromosomi

'.


19 di 92 Domande

Alice apre la cabina armadio e conta le scatole delle sue scarpe. Se divide il numero delle scatole per 2 le rimane il resto di 1. Se divide per 3 nessun resto. Se divide per 5 le rimane il resto di 4. Sapendo che il numero delle scatole è maggiore di 4 e minore di 45, quante sono le possibili soluzioni al problema di determinare il numero delle scatole di scarpe di Alice?














La risposta corretta e' la '

Due.

'.


20 di 92 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


21 di 92 Domande

Quali molecole prodotte durante la fase luminosa della fotosintesi verranno utilizzate nel Ciclo di Calvin?














La risposta corretta e' la '

ATP e NADPH.

'.


22 di 92 Domande

La Hausmannite (MnO•Mn2O3) è un minerale dal quale è possibile ottenere manganese in forma metallica secondo la seguente reazione:
 aMnO•Mn2O3 + bAl → cAl2O3 + dMn
Quale delle seguenti combinazioni di coefficienti stechiometrici - a, b, c, d - deve essere
utilizzata per bilanciare la reazione? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale combinazione di coefficienti stechiometrici deve essere utilizzata per bilanciare la reazione tra Hausmannite e alluminio, con la risposta corretta che è a = 3; b = 8; c = 4; d = 9. Per bilanciare la reazione chimica aMnO•Mn?O? + bAl ? cAl?O? + dMn, è necessario assicurarsi che il numero di atomi di ciascun elemento sia uguale su entrambi i lati dell'equazione. Iniziamo bilanciando il manganese: la formula della Hausmannite contiene tre atomi di manganese, quindi con 3 unità di MnO•Mn?O? avremo 9 atomi di manganese. Questo richiede 9 atomi di manganese sul lato dei prodotti, quindi d = 9. L'alluminio viene bilanciato successivamente: 4 unità di Al?O? richiedono 8 atomi di alluminio, quindi b = 8. Infine, l'ossigeno è bilanciato con 12 atomi su entrambi i lati dell'equazione (3 unità di MnO•Mn?O? forniscono 12 atomi di ossigeno e 4 unità di Al?O? contengono anch'esse 12 atomi di ossigeno). Pertanto, la combinazione corretta dei coefficienti è a = 3, b = 8, c = 4, d = 9.

23 di 92 Domande

Quale dei seguenti composti non è anfotero? 














La risposta corretta e' la '

SO42-

'.


24 di 92 Domande

Quale dei seguenti elementi genetici è presente nel DNA di un gene eucariotico? 














La risposta corretta è la C
Quale dei seguenti elementi genetici è presente nel DNA di un gene eucariotico? Il promotore. Il promotore è una sequenza di DNA localizzata a monte del sito di inizio della trascrizione (TSS) che recluta i fattori generali di trascrizione e la RNA polimerasi II, determinando posizione, direzione ed efficienza dell’avvio trascrizionale. Include elementi core come TATA box, Inr, BRE e/o DPE e regioni prossimali (CAAT, GC box), spesso associate a isole CpG, che regolano l’espressione basale e la responsività ai segnali. A differenza di elementi tipicamente procariotici (operatore, Shine-Dalgarno) o di segnali post-trascrizionali, il promotore è un elemento canonico del DNA genico eucariotico. La sua attività dipende anche dal contesto cromatinico (posizionamento dei nucleosomi e modifiche istoniche) e dall’interazione con fattori specifici che integrano enhancer e segnali cellulari.

25 di 92 Domande

Dall'incrocio tra due individui con genotipo Aa, quali genotipi e con quali probabilità si potranno avere in F1?














La risposta corretta e' la '

25% AA, 50% Aa, 25% aa

'.


26 di 92 Domande

20 g di NaOH sono sciolti in 500 mLdi acqua. Qual è il volume minimo di questa soluzione necessario per neutralizzare 25 mL di una soluzione 1 mol/L di H2SO4(aq)?
“Si assuma massa atomica relativa: H = 1; O = 16; Na = 23; S = 32” 














La risposta corretta è la A
20 g di NaOH sono sciolti in 500 mL di acqua, qual è il volume minimo di questa soluzione necessario per neutralizzare 25 mL di una soluzione 1 mol/L di H?SO?(aq)? La risposta corretta è 50 mL. Per determinare il volume minimo necessario per la neutralizzazione, calcoliamo prima le moli di H?SO? nella soluzione acida: 25 mL di una soluzione 1 mol/L contengono 0,025 mol di H?SO?. La reazione di neutralizzazione tra NaOH e H?SO? è: 2 NaOH + H?SO? ? Na?SO? + 2 H?O, il che indica che servono 2 moli di NaOH per neutralizzare 1 mole di H?SO?. Pertanto, sono necessarie 0,050 mol di NaOH. La massa molare di NaOH è 40 g/mol, quindi 20 g di NaOH corrispondono a 0,5 mol. Poiché 0,5 mol di NaOH sono disciolti in 500 mL, la concentrazione della soluzione di NaOH è 1 mol/L. Per ottenere 0,050 mol di NaOH, sono necessari 50 mL di questa soluzione, confermando che la risposta corretta è 50 mL.

27 di 92 Domande

 Nel 1977 K. Itakura ha ottenuto batteri modificati capaci di produrre somatostatina, una
proteina umana di soli 14 amminoacidi implicata nella regolazione del metabolismo dei
carboidrati. La tecnica da lui usata venne in seguito utilizzata per produrre molti altri prodotti, come ormoni, enzimi, anticorpi, vaccini. Questa tecnologia è oggi nota come: 














La risposta corretta e' la '

 Tecnologia del DNA ricombinante 

'.


28 di 92 Domande

Nel 1796, Samuel Hahnemann coniò la frase “Similia similibus curentur” che significa “il simile guarisce il simile” e ideò una forma di terapia che mira a curare una patologia con un farmaco che ha lo stesso effetto della causa della patologia stessa. Il brano riportato si riferisce a:














La risposta corretta e' la '

Omeopatia 

'.


29 di 92 Domande

Una catena di m-RNA contiene la tripletta UUU corrispondente all’informazione per l’amminoacido fenilalanina. L’anticodone di t-RNA capace di legare questo amminoacido sarà:  














La risposta corretta e' la '

AAA 

'.


30 di 92 Domande

Quando l'agricoltura si diffuse a latitudini più elevate, venne inevitabilmente confinata in gran parte ad altipiani ben drenati e con terreni leggeri, sebbene questi fossero necessariamente meno produttivi delle terre basse e alluvionali: l'aratro semplice, infatti, non poteva domare questi terreni più ricchi.
(L.White, Tecnica e società nel medioevo, Il Saggiatore, Milano, 1967)
SOLO UNA, delle cinque considerazioni seguenti, è condivisa dall’autore. L'agricoltura primitiva si diffonde negli altipiani perchè:














La risposta corretta e' la '

I terreni leggeri erano più facilmente arabili dei ricchi ma duri terreni di pianura

'.


31 di 92 Domande

Nelle molecole degli acidi ossigenati gli atomi di idrogeno














La risposta corretta è la A
Nelle molecole degli acidi ossigenati gli atomi di idrogeno sono legati in modo covalente agli atomi di ossigeno. Questa affermazione è corretta perché gli acidi ossigenati, noti anche come acidi ossigenati o acidi ossigenati organici, sono composti chimici che contengono almeno un gruppo ossidrilico (-OH) legato a un atomo di carbonio. In questi acidi, l'idrogeno è legato covalentemente all'ossigeno, formando un legame covalente polare. Questo tipo di legame si verifica quando due atomi condividono una coppia di elettroni, ma l'ossigeno, essendo più elettronegativo dell'idrogeno, attira maggiormente gli elettroni condivisi, creando una parziale carica negativa sull'ossigeno e una parziale carica positiva sull'idrogeno. Questo legame è fondamentale per le proprietà acide di questi composti, poiché l'idrogeno può essere rilasciato come un protone (H?) in soluzioni acquose, conferendo all'acido la sua caratteristica di donatore di protoni.

32 di 92 Domande

Il diossido di carbonio, a temperatura e pressione ordinarie, è:














La risposta corretta è la A
Il diossido di carbonio, a temperatura e pressione ordinarie, è aeriforme. A temperatura ambiente, che è generalmente considerata intorno ai 20-25°C, e alla pressione atmosferica standard di 1 atm, il diossido di carbonio esiste come gas. Questo comportamento è dovuto alle sue proprietà chimico-fisiche, in particolare alla sua bassa temperatura di sublimazione, che è di circa -78,5°C. A questa temperatura, il diossido di carbonio passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso senza diventare liquido, un processo noto come sublimazione. Inoltre, il diossido di carbonio non è polare, il che riduce le forze intermolecolari di van der Waals tra le molecole, facilitando la sua esistenza come gas a condizioni standard. Queste caratteristiche spiegano perché, nelle condizioni comunemente incontrate sulla superficie terrestre, il diossido di carbonio si trovi prevalentemente in fase gassosa.

33 di 92 Domande

In questi ultimi tempi si è parlato e scritto molto di SARS. Questo acronimo, derivato dall’inglese, significa:














La risposta corretta e' la '

severe acute respiratory syndrome

'.


34 di 92 Domande

In quale tra le seguenti cellule si può verificare la plasmolisi? 














La risposta corretta e' la '

Cellula del mesofillo

'.


35 di 92 Domande

Le informazioni genetiche sono costituite da sequenze di:














La risposta corretta e' la '

Nucleotidi.

'.


36 di 92 Domande

Un gene è:














La risposta corretta e' la '

Un segmento di DNA che codifica una catena polipeptidica.

'.


37 di 92 Domande

Due animali appartengono alla stessa specie se:














La risposta corretta e' la '

Possono generare figli fertili.

'.


38 di 92 Domande

Una massa di 1 μg equivale a:














La risposta corretta è la A
Una massa di 1 μg equivale a 10-6g. Questa risposta è corretta perché il simbolo μ rappresenta il prefisso micro, che è un'unità del sistema internazionale di unità di misura (SI) utilizzata per indicare un fattore di 10-6, ovvero un milionesimo. Pertanto, quando si vede il simbolo μg, si sta effettivamente leggendo "microgrammo", che è un milionesimo di grammo. Questo è un concetto fondamentale in chimica e fisica, dove le misure di massa molto piccole sono comuni e l'uso di prefissi standardizzati aiuta a mantenere coerenza e chiarezza nelle comunicazioni scientifiche. Essere in grado di convertire correttamente tra queste unità è essenziale per risolvere problemi quantitativi in modo accurato.

39 di 92 Domande

Un individuo di sesso maschile riceve il corredo genetico sul cromosoma X














La risposta corretta e' la '

Dalla madre.

'.


40 di 92 Domande

Con peso specifico si intende:














La risposta corretta è la A
La domanda è: "Con peso specifico si intende:" e la risposta corretta è "Peso/volume." Il peso specifico è una grandezza fisica che esprime il rapporto tra il peso di un corpo e il suo volume, ed è comunemente utilizzato per descrivere le proprietà dei materiali. È importante distinguere il peso specifico dalla densità, che è il rapporto tra massa e volume; il peso specifico, infatti, tiene conto della forza di gravità, poiché il peso è una forza risultante dalla massa di un corpo moltiplicata per l'accelerazione gravitazionale. Questa caratteristica è particolarmente utile in applicazioni ingegneristiche e scientifiche per determinare come un materiale si comporterà in determinate condizioni, come il galleggiamento in un fluido. Inoltre, il peso specifico varia a seconda delle condizioni ambientali, come la temperatura e la pressione, che possono influenzare il volume di un materiale.

41 di 92 Domande

Negli eucarioti, quale tra le seguenti proteine forma la trama di microfilamenti del citoscheletro?














La risposta corretta e' la '

Actina.

'.


42 di 92 Domande

La reazione in fase acquosa

A + B ? AB

ha una costante di equilibrio Kc = 50.

Se all'equilibrio le concentrazioni molari di A e AB sono uguali, quale sarà la concentrazione molare di B?














La risposta corretta è la B

La reazione in fase acquosa A + B ? AB ha Kc = 50: se all’equilibrio [A] e [AB] sono uguali, la concentrazione molare di B è 0,02 M. Per la reazione A + B ? AB l’espressione della costante di equilibrio è Kc = [AB]/([A][B]) in soluzione diluita, dove le attività si approssimano alle concentrazioni; se all’equilibrio [AB] = [A], sostituendo si ottiene Kc = [A]/([A][B]) = 1/[B], da cui [B] = 1/Kc = 1/50 = 0,02 M; il risultato è coerente con un Kc > 1, che indica una certa tendenza alla formazione di AB e impone una concentrazione di B relativamente bassa affinché [A] e [AB] possano risultare uguali.


43 di 92 Domande

Alla fine di una reazione equimolare completa di neutralizzazione tra un acido forte monoprotico e una base forte monoprotica in soluzione avremo:














La risposta corretta è la B
Alla fine di una reazione equimolare completa di neutralizzazione tra un acido forte monoprotico e una base forte monoprotica in soluzione avremo un sale che da idrolisi neutra. Questa affermazione è corretta perché quando un acido forte come l'acido cloridrico (HCl) reagisce con una base forte come l'idrossido di sodio (NaOH), i prodotti della reazione sono acqua (H?O) e un sale, in questo caso cloruro di sodio (NaCl). Poiché sia l'acido che la base sono forti, si dissociano completamente in soluzione, e il sale risultante non subisce idrolisi significativa. Di conseguenza, la soluzione finale è neutra, con un pH approssimativamente pari a 7. Questo accade perché gli ioni derivanti dal sale, Na? e Cl?, non reagiscono ulteriormente con l'acqua per alterare il pH della soluzione, a differenza di quanto avverrebbe con sali derivanti da acidi o basi deboli.

44 di 92 Domande

Se due moli di HNO2 reagiscono con una mole di KOH si formano due prodotti, di cui uno è il nitrito di potassio. Nell'altro prodotto formatosi nella reazione da quale legame sono uniti gli atomi o gli ioni che lo costituiscono?














La risposta corretta e' la ' Covalente polare '.


45 di 92 Domande

Lo ione superossido viene decomposto in vivo da parte di enzimi che lo trasformano secondo la seguente reazione:
2 • ?
Quali sono i numeri di ossidazione degli atomi di ossigeno nelle tre specie: ione superossido, ossigeno molecolare, acqua ossigenata?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quali siano i numeri di ossidazione degli atomi di ossigeno nelle specie coinvolte nella decomposizione dello ione superossido, e la risposta corretta è: –0,5; 0; –1. Lo ione superossido (O??) è una specie in cui due atomi di ossigeno condividono una carica negativa, risultando in un numero di ossidazione di –0,5 per ciascun atomo. Nell'ossigeno molecolare (O?), gli atomi di ossigeno sono legati tra loro senza carica netta, quindi il numero di ossidazione è 0. Nell'acqua ossigenata (H?O?), ogni atomo di ossigeno è legato a un atomo di idrogeno e condivide una carica negativa complessiva, risultando in un numero di ossidazione di –1 per ciascun atomo di ossigeno. Questi valori di ossidazione riflettono la distribuzione degli elettroni tra gli atomi nelle rispettive molecole e ioni, e sono calcolati considerando le regole di assegnazione dei numeri di ossidazione, tra cui la priorità dell'attribuzione delle cariche agli elementi più elettronegativi.

46 di 92 Domande

Cosa esprime il Numero di Avogadro?














La risposta corretta è la A
Il Numero di Avogadro esprime il numero di entità elementari contenute in una mole di sostanza. Questo numero, pari a circa 6,022 x 10²³, è una costante fondamentale della chimica e fornisce il collegamento tra la scala microscopica degli atomi e delle molecole e la scala macroscopica delle quantità di sostanza che possiamo misurare e manipolare in laboratorio. Il concetto di mole e il Numero di Avogadro permettono di tradurre le masse atomiche e molecolari in quantità tangibili di sostanza, facilitando il bilanciamento delle equazioni chimiche e la determinazione delle proporzioni in cui le sostanze reagiscono. In sostanza, una mole di qualsiasi sostanza contiene esattamente il Numero di Avogadro di particelle, siano esse atomi, molecole, ioni o altre entità, rendendo questo concetto centrale per la comprensione e l'applicazione della chimica.

47 di 92 Domande

Individuare la formula chimica che corrisponde al solfato acido di bario.














La risposta corretta è la B
La formula chimica del solfato acido di bario è Ba(HSO?)?. Il solfato acido di bario è un sale acido derivato dall'acido solforico, H?SO?, in cui uno degli atomi di idrogeno è sostituito da un catione bario, Ba²?. In questa formula, il gruppo HSO?? rappresenta l'anione idrogenosolfato, che è il risultato della parziale neutralizzazione dell'acido solforico. Poiché il bario ha una valenza di +2, sono necessari due anioni HSO?? per bilanciare la carica positiva del catione bario, portando alla formula complessiva Ba(HSO?)?. Questa struttura riflette la natura del composto come un sale acido, che contiene ancora un atomo di idrogeno acido non completamente neutralizzato, distinguendolo da un normale solfato come BaSO?, in cui entrambi gli idrogeni dell'acido solforico sono sostituiti.

48 di 92 Domande

I metalli alcalini:














La risposta corretta è la C
I metalli alcalini tendono a formare cationi. Gli elementi del gruppo dei metalli alcalini, che includono litio, sodio, potassio, rubidio, cesio e francio, hanno un solo elettrone nel loro guscio di valenza. Questo rende energeticamente favorevole la perdita di questo elettrone per raggiungere una configurazione elettronica più stabile, simile a quella del gas nobile precedente. La perdita di un elettrone comporta la formazione di uno ione positivo, o catione, con una carica +1. Questa tendenza è ulteriormente facilitata dalla bassa energia di ionizzazione di questi elementi, che è la quantità di energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo neutro. Di conseguenza, i metalli alcalini sono altamente reattivi e formano facilmente cationi quando reagiscono con altri elementi, particolarmente con i non metalli, per formare composti ionici.

49 di 92 Domande

Qual è la massa approssimata di una mole di ferro (numero di massa 56, numero atomico 26)?














La risposta corretta e' la ' 56 g '.


50 di 92 Domande

Quali interazioni intermolecolari si possono formare tra molecole di HCl?














La risposta corretta è la A
Le interazioni intermolecolari che si possono formare tra molecole di HCl sono forze dipolo-dipolo. Questa risposta è corretta perché l'acido cloridrico (HCl) è una molecola polare, in cui l'atomo di cloro è più elettronegativo rispetto all'atomo di idrogeno, creando un dipolo permanente. Le forze dipolo-dipolo si verificano tra molecole polari quando il polo positivo di una molecola viene attratto dal polo negativo di un'altra. Nel caso di HCl, l'atomo di idrogeno parzialmente positivo di una molecola è attratto dall'atomo di cloro parzialmente negativo di un'altra molecola, formando così interazioni dipolo-dipolo. Queste interazioni sono più forti delle forze di dispersione di London, che sono presenti in tutte le molecole, ma più deboli dei legami idrogeno, che richiedono la presenza di atomi di idrogeno legati a elementi altamente elettronegativi come azoto, ossigeno o fluoro, che non sono presenti in HCl.

51 di 92 Domande

Mescolando volumi uguali di soluzioni acquose equimolari di ammoniaca (NH3) e acido cloridrico (HCl) si ottiene, a 25 °C, una soluzione:














La risposta corretta è la B
Mescolando volumi uguali di soluzioni acquose equimolari di ammoniaca (NH?) e acido cloridrico (HCl) si ottiene, a 25 °C, una soluzione acida. Quando si mescolano soluzioni equimolari di NH? e HCl, si ha una reazione di neutralizzazione in cui l'ammoniaca, una base debole, reagisce con l'acido cloridrico, un acido forte, per formare cloruro di ammonio (NH?Cl). L'equazione della reazione è NH?(aq) + HCl(aq) ? NH?Cl(aq). Poiché l'acido cloridrico è un acido forte e l'ammoniaca è una base debole, il cloruro di ammonio risultante si dissocia in NH?? e Cl?. Lo ione NH?? può donare un protone all'acqua, formando ioni H?O?, che rendono la soluzione acida. Questo effetto è dovuto al fatto che NH?? è un acido coniugato più forte rispetto alla base coniugata OH? prodotta dall'autoionizzazione dell'acqua, portando a una concentrazione di ioni H?O? maggiore rispetto a quella degli ioni OH?, il che conferisce alla soluzione un carattere acido.

52 di 92 Domande

Un atomo di carbonio che forma 4 legami con 4 diversi atomi ha ibridazione:














La risposta corretta è la A
Un atomo di carbonio che forma 4 legami con 4 diversi atomi ha ibridazione sp³. Questa ibridazione si verifica quando un atomo di carbonio ha i suoi orbitali ibridati per formare quattro nuovi orbitali equivalenti, ognuno dei quali è orientato verso i vertici di un tetraedro. Ciò avviene attraverso la combinazione di un orbitale s e tre orbitali p (px, py, pz), risultando in quattro orbitali ibridi sp³. Questa disposizione permette al carbonio di formare quattro legami sigma con altri atomi, massimizzando la distanza tra gli elettroni di legame e minimizzando la repulsione elettronica, il che è tipico di molecole come il metano (CH?). L'ibridazione sp³ è caratteristica di atomi di carbonio che formano legami singoli con altri atomi, conferendo alla molecola una geometria tetraedrica con angoli di legame di circa 109,5 gradi.

53 di 92 Domande

I termini "cis" e "trans" riguardano la disposizione degli atomi in molecole contenenti doppi legami o in strutture cicliche. Questi isomeri sono:














La risposta corretta è la D
I termini "cis" e "trans" riguardano la disposizione degli atomi in molecole contenenti doppi legami o in strutture cicliche, e questi isomeri sono isomeri geometrici. Gli isomeri geometrici, noti anche come stereoisomeri, si verificano quando vi è una differente disposizione spaziale degli atomi attorno a un doppio legame o all'interno di un anello, dove la rotazione è limitata. Nel caso di un doppio legame, gli isomeri "cis" hanno gruppi sostituenti simili sullo stesso lato del doppio legame, mentre negli isomeri "trans" questi gruppi si trovano su lati opposti. Questa differenza nella disposizione spaziale può influenzare significativamente le proprietà fisiche e chimiche delle molecole, come il punto di fusione, il punto di ebollizione e la solubilità. In strutture cicliche, la rigidità dell'anello impedisce la libera rotazione dei legami, portando alla formazione di isomeri geometrici simili a quelli osservati nei doppi legami. La comprensione di questi isomeri è cruciale in chimica, poiché la loro diversa disposizione spaziale può influenzare l'attività biologica e le interazioni molecolari.

54 di 92 Domande

Un idrossido è un composto ternario contenente:














La risposta corretta è la D
Un idrossido è un composto ternario contenente un metallo, ossigeno e idrogeno. Gli idrossidi sono composti chimici caratterizzati dalla presenza del gruppo ossidrilico (OH?) legato a un metallo. Questo gruppo è formato da un atomo di ossigeno legato covalentemente a un atomo di idrogeno e possiede una carica negativa complessiva, che viene bilanciata dalla carica positiva del catione metallico. Gli idrossidi sono generalmente formati da metalli alcalini o alcalino-terrosi, come sodio (Na) o calcio (Ca), e si dissolvono in acqua per liberare ioni idrossido, conferendo alle soluzioni un carattere basico. La presenza di ossigeno e idrogeno nel gruppo ossidrilico è ciò che definisce la natura ternaria di questi composti, in quanto coinvolge tre elementi distinti. Questi composti sono di grande importanza in chimica e trovano applicazione in vari processi industriali e reazioni chimiche.

55 di 92 Domande

Un esempio di acido è :














La risposta corretta è la A
Un esempio di acido è HClO. L'acido ipocloroso, indicato con la formula chimica HClO, è un acido debole che si forma dalla dissoluzione del cloro in acqua e rappresenta una delle forme ossidanti del cloro. Questo composto è caratterizzato dalla presenza di un atomo di idrogeno legato a un gruppo ossidrilico, rendendolo capace di donare un protone (H?) in soluzione, una caratteristica fondamentale degli acidi secondo la definizione di Brønsted-Lowry. HClO è comunemente utilizzato in soluzioni disinfettanti e ha proprietà battericide grazie alla sua capacità di ossidare le membrane cellulari dei microorganismi. La sua debolezza come acido è dovuta alla parziale dissociazione in soluzione, il che significa che non tutti i suoi protoni vengono rilasciati, mantenendo un equilibrio tra l'acido e i suoi ioni dissociati. Questo comportamento è tipico degli acidi ossigenati del cloro, che variano in forza a seconda del numero di atomi di ossigeno presenti nella molecola.

56 di 92 Domande

Nell'aria dell’ atmosfera terrestre sono presenti, in quantità variabili:














La risposta corretta è la C
Nell’aria dell’atmosfera terrestre sono presenti, in quantità variabili: azoto, ossigeno, piccole quantità di altri gas, pulviscolo e microrganismi. Questa è corretta perché l’atmosfera secca è composta per circa il 78% da azoto (N?) e per il 21% da ossigeno (O?), mentre il restante ~1% comprende gas in tracce come argon, anidride carbonica, neon, elio, metano, ozono e vapore acqueo in quantità molto variabile (0–4%) che rientra tra gli “altri gas”. Il termine “quantità variabili” riflette le fluttuazioni spaziali e temporali dovute a meteo, altitudine, stagionalità e inquinamento. Il pulviscolo indica aerosol solidi o liquidi (polveri minerali, sale marino, fuliggine, solfati) sospesi nell’aria, cruciali anche come nuclei di condensazione per le nuvole. I microrganismi (batteri, spore fungine, virus, pollini) formano bioaerosol trasportati dal vento, presenti soprattutto nella troposfera e con concentrazioni influenzate da suolo, vegetazione e attività umane.

57 di 92 Domande

Una soluzione a pH 9 è :














La risposta corretta e' la ' una soluzione in cui la concentrazione degli ioni idrogeno è minore di quella di una soluzione a pH 7 '.


58 di 92 Domande

In una reazione di ossidoriduzione:














La risposta corretta e' la ' l’elemento che si ossida cede elettroni ad un elemento che si riduce '.


59 di 92 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


60 di 92 Domande

Il reticolo endoplasmatico rugoso è coinvolto nella sintesi:














La risposta corretta è la A
Il reticolo endoplasmatico rugoso (RER) è la sede principale della sintesi delle proteine destinate alla secrezione, all’inserzione nella membrana o al compartimento lisosomiale. I ribosomi adesi alla sua superficie traducono gli mRNA in modo co-traduzionale: una sequenza segnale N-terminale appena emergente dal ribosoma viene riconosciuta dalla particella di riconoscimento del segnale, che convoglia il complesso ribosoma–mRNA verso il translocone del RER. La catena nascente entra nel lume del reticolo, dove subisce piegamento assistito da chaperoni, formazione di ponti disolfuro in ambiente ossidante e l’inizio della glicosilazione N-linked. Questo passaggio è seguito dal controllo qualità: le proteine correttamente ripiegate proseguono verso l’apparato di Golgi per ulteriori modifiche e smistamento, mentre quelle mal ripiegate vengono trattenute ed eliminate tramite degradazione associata al reticolo endoplasmatico. Questa funzione distingue il RER da altri compartimenti. Il reticolo endoplasmatico liscio è specializzato in sintesi lipidica e steroidea, detossificazione e, in alcune cellule, immagazzinamento del calcio; non è il sito primario della sintesi proteica. I ribosomi liberi nel citosol, invece, producono proteine citosoliche, nucleari, mitocondriali e perossisomiali che non transitano nel lume del RER. L’apparato di Golgi non sintetizza proteine, ma le modifica e le smista dopo il passaggio nel RER. Il collegamento clinico è diretto: cellule altamente secernenti (es. plasmacellule, cellule acinose pancreatiche) mostrano un RER molto sviluppato. Difetti nel ripiegamento o nell’eliminazione di proteine nel RER sono alla base di patologie come il deficit di alfa-1-antitripsina, in cui la variante Z si accumula negli epatociti, o alcune forme di fibrosi cistica, in cui la proteina CFTR mutata viene degradatta prima di raggiungere la membrana. Lo stress del reticolo endoplasmatico attiva la risposta UPR; se persistente, può condurre ad apoptosi e contribuire a malattie neurodegenerative e metaboliche. In sintesi, la risposta corretta è “delle proteine” perché il RER è il nodo centrale della via secretoria e della biogenesi delle proteine di membrana e lisosomiali, integrando sintesi, piegamento, modifiche precoci e controllo qualità prima dell’invio verso la destinazione finale.

61 di 92 Domande

Un frammento di DNA a doppia elica contiene 2700 nucleotidi, dei quali il 20% sono guanine. Il numero delle timine è :














La risposta corretta è la A
Nel DNA a doppia elica vigono le regole di Chargaff: le basi si appaiano in modo complementare (A con T, G con C) e, in una molecola a doppio filamento, le percentuali complessive di A e T sono uguali tra loro, così come quelle di G e C; inoltre A+T+G+C = 100%. Il testo indica che il frammento contiene 2700 nucleotidi totali e che il 20% è costituito da guanine. Il 20% di 2700 è 540: quindi ci sono 540 guanine. Per complementarità, il numero di citosine è uguale a quello delle guanine, ossia altre 540. La somma G+C è dunque 1080 nucleotidi, che corrisponde al 40% del totale; il restante 60% (A+T) equivale a 2700 ? 1080 = 1620 nucleotidi. Poiché adenine e timine devono essere in numero uguale, ciascuna rappresenta metà di 1620, cioè 810 nucleotidi. Pertanto, le timine sono 810. Un possibile equivoco è confondere “nucleotidi totali” con “coppie di basi”: qui 2700 indica il numero complessivo di nucleotidi presenti nei due filamenti, non il numero di coppie di basi. Se fossero 2700 coppie di basi, i nucleotidi sarebbero 5400; tuttavia, le proporzioni tra basi e quindi il risultato per T, una volta applicate le percentuali, resterebbero coerenti. Questi principi hanno implicazioni pratiche. La frazione G+C (qui 40%) influenza la stabilità termica del DNA: le coppie G?C, avendo tre legami idrogeno, conferiscono maggiore temperatura di melting rispetto alle coppie A=T. Nella progettazione di primer per PCR e nella diagnostica molecolare, conoscere il contenuto GC aiuta a impostare correttamente le temperature di annealing e a prevenire strutture secondarie indesiderate. Inoltre, in genomica, regioni a diverso contenuto GC hanno caratteristiche funzionali distinte, con impatto sull’espressione genica e sull’analisi bioinformatica. In ogni caso, la logica risolutiva del problema resta l’applicazione rigorosa delle regole di appaiamento e delle percentuali complementari.

62 di 92 Domande

Sia B un allele dominante per il colore rosso del fiore e b l'allele recessivo bianco, quale sarà il risultato se Bb è incrociato con Bb?














La risposta corretta è la E
Incrociando due eterozigoti Bb per un carattere a dominanza completa (B = rosso dominante, b = bianco recessivo), ciascun genitore produce gameti B e b in proporzioni uguali per effetto della legge della segregazione. Il quadrato di Punnett mostra quattro combinazioni equiprobabili di genotipi nella prole: BB, Bb, Bb e bb. Ne risulta un rapporto genotipico 1:2:1 (25% BB, 50% Bb, 25% bb). Poiché sia BB sia Bb esprimono il fenotipo dominante rosso, mentre solo bb è bianco, il rapporto fenotipico atteso è 3:1, cioè circa il 75% di fiori rossi e il 25% di fiori bianchi. In termini probabilistici, la probabilità di fenotipo dominante per ciascun figlio è 1/4 (BB) + 1/2 (Bb) = 3/4. Questo risultato presuppone dominanza completa, assenza di interazione genica o ambientale che modifichi l’espressione del tratto, e penetranza completa. Se invece il tratto mostrasse dominanza incompleta o codominanza, l’eterozigote avrebbe un fenotipo distinto e il rapporto fenotipico sarebbe 1:2:1, non 3:1. Anche la penetranza incompleta o la variabilità di espressività possono alterare la proporzione osservata, pur non modificando le probabilità genotipiche di base. Il principio è direttamente applicabile in genetica medica: per un disordine autosomico recessivo in cui l’allele patologico è recessivo (analogo a b), due portatori eterozigoti hanno, per ogni gravidanza, un rischio del 25% di avere un figlio affetto (omozigote recessivo), del 50% di avere un portatore sano e del 25% di avere un figlio non portatore. Le proporzioni emergono in campioni numerosi; ogni concepimento resta un evento indipendente con le stesse probabilità. Comprendere questi rapporti è cruciale per la consulenza genetica, la previsione del rischio familiare e l’interpretazione di alberi genealogici, dove un rapporto vicino a 3:1 suggerisce un singolo locus con dominanza completa.

63 di 92 Domande

Nei nucleotidi del DNA la base azotata si lega con l’ atomo di:














La risposta corretta e' la ' carbonio in posizione 1’ del desossiribosio '.


64 di 92 Domande

A quale periodo storico risale approssimativamente la teoria cellulare di Schwann?














La risposta corretta e' la ' Alla prima metà del XIX secolo '.


65 di 92 Domande

Quale tra i seguenti organi ha il rivestimento interno costituito da un epitelio di transizione?














La risposta corretta e' la ' Vescica '.


66 di 92 Domande

Quale dei seguenti abbinamenti NON è corretto?














La risposta corretta e' la ' Istamina – amminoacido basico '.


67 di 92 Domande

La pompa sodio-potassio:














La risposta corretta e' la ' trasporta ioni sodio verso l’esterno della cellula '.


68 di 92 Domande

La struttura quaternaria di una proteina:














La risposta corretta e' la ' risulta dall'associazione di due o più catene polipeptidiche '.


69 di 92 Domande

Quale parte dell’ encefalo coordina l’ attività muscolare e l’ equilibrio del corpo?














La risposta corretta e' la ' Cervelletto '.


70 di 92 Domande

L'allelismo multiplo comporta che:














La risposta corretta e' la ' un gene può essere presente con più di due alleli nella popolazione '.


71 di 92 Domande

Quale delle seguenti è una potenziale applicazione della PCR?














La risposta corretta e' la ' Diagnosi di malattie '.


72 di 92 Domande

Quale tra i seguenti è il meccanismo fondamentale alla base dell’ evoluzione secondo Darwin?














La risposta corretta è la B
La selezione naturale è il meccanismo cardine dell’evoluzione darwiniana: individui di una popolazione differiscono per tratti ereditabili che influenzano la loro idoneità riproduttiva; in un dato ambiente, chi possiede varianti che aumentano sopravvivenza e riproduzione lascia più discendenti, per cui la frequenza di quei tratti cresce nelle generazioni successive. Affinché operi la selezione servono tre condizioni: variazione fenotipica, ereditarietà dei tratti e differenze sistematiche di successo riproduttivo. Darwin non conosceva la genetica moderna, ma riconobbe la variabilità ereditaria e il ruolo dell’ambiente nel “selezionare” i più adatti. Mutazioni e ricombinazione forniscono la materia prima della variazione; la selezione naturale è il processo che le ordina in modo direzionale, generando adattamento. Altri processi (deriva genetica, flusso genico) possono cambiare le frequenze alleliche, ma non producono adattamenti prevedibili all’ambiente; la selezione sessuale, descritta dallo stesso Darwin, è un caso particolare in cui il vantaggio consiste nell’accoppiamento. In chiave clinica, la selezione naturale spiega fenomeni cruciali. Sotto pressione antibiotica, i batteri con mutazioni che conferiscono resistenza sopravvivono e si espandono, portando a ceppi resistenti; analogamente emergono resistenze a antivirali (HIV, influenza) e antimalarici. Nei tumori, la terapia seleziona cloni somatici resistenti, che determinano recidive: anche qui variazione, ereditarietà (a livello delle cellule figlie) e fitness sotto pressione farmacologica guidano l’evoluzione. Queste dinamiche informano la pratica: uso appropriato degli antibiotici, combinazioni terapeutiche e strategie che riducono la carica replicativa limitano l’opportunità di selezione; la sorveglianza genomica consente di intercettare varianti selezionate dall’immunità o dai farmaci. È importante evitare fraintendimenti: la selezione non “crea” nuove caratteristiche né persegue uno scopo; agisce su variazioni preesistenti, è specifica del contesto ambientale e comporta compromessi (un tratto vantaggioso in un ambiente può essere svantaggioso in un altro). Gli individui non “evolvono”; è la popolazione, attraverso generazioni, a cambiare la distribuzione dei tratti. In sintesi, la selezione naturale è l’unico meccanismo che, in media, produce adattamento, ed è per questo il fulcro della teoria evolutiva di Darwin.

73 di 92 Domande

Lo zucchero maggiormente rappresentato nell'alimentazione dell'uomo è :














La risposta corretta è la C
La risposta corretta è l’amido perché, a livello mondiale, rappresenta la quota quantitativamente maggiore dei carboidrati ingeriti dall’uomo. Con “zucchero” in ambito nutrizionale si intende spesso l’insieme dei carboidrati; tra questi, l’amido è un polisaccaride di deposito delle piante, formato da amilosio (catene lineari ?-1,4) e amilopectina (ramificata con legami ?-1,6), abbondante in cereali e derivati (frumento, riso, mais, pane, pasta), tuberi (patate), legumi e radici (manioca). In quasi tutte le diete tradizionali, questi alimenti coprono la maggior parte dell’apporto energetico quotidiano. Al contrario, i “zuccheri liberi” o semplici (saccarosio, fruttosio, glucosio) e il lattosio, pur presenti, contribuiscono in media a una frazione minore dell’energia totale rispetto all’amido. Dal punto di vista fisiologico, l’amido non è dolce al gusto, ma viene rapidamente idrolizzato a glucosio, che diventa la principale fonte energetica ossidabile. La digestione inizia con l’amilasi salivare, prosegue soprattutto grazie all’?-amilasi pancreatica e si completa all’orletto a spazzola con le disaccaridasi (maltasi, isomaltasi) che liberano glucosio, assorbito da SGLT1 e veicolato nel sangue tramite GLUT2. Alterazioni di questi passaggi (insufficienza pancreatica, deficit delle disaccaridasi, o inibizione farmacologica delle ?-glucosidasi come con acarbosio) riducono l’assorbimento e attenuano la glicemia postprandiale, ma possono aumentare la fermentazione colica con meteorismo. Clinicamente, la prevalenza dell’amido nell’alimentazione spiega perché la qualità delle fonti amidacee incide sul rischio cardiometabolico: cereali integrali, legumi e alimenti ricchi di amido resistente e fibra hanno un indice glicemico più basso e un profilo più favorevole su glicemia, insulinemia e salute cardiovascolare rispetto agli amidi raffinati. Nella gestione del diabete e della sindrome metabolica, educazione alimentare e conteggio dei carboidrati si concentrano soprattutto sulle porzioni e sul tipo di amidi consumati, più che sugli zuccheri semplici isolati. In sintesi, sebbene il termine “zucchero” faccia pensare al saccarosio, in termini quantitativi l’amido è il “zucchero” di gran lunga più rappresentato nella dieta umana.

74 di 92 Domande

Che cosa sono i cromosomi omologhi?














La risposta corretta è la C
I cromosomi omologhi sono le due copie di ciascun cromosoma presenti nelle cellule diploidi: uno ereditato dalla madre e uno dal padre. Sono definiti “omologhi” perché contengono gli stessi geni, organizzati negli stessi loci e nello stesso ordine lungo il cromosoma; possono però portare varianti diverse degli stessi geni (alleli). Condividono dimensioni, posizione del centromero e pattern di bande cromosomiche. Non vanno confusi con le cromatidi sorelle, che sono copie identiche dello stesso cromosoma generate dalla replicazione del DNA. La proprietà fondamentale dei cromosomi omologhi è la loro capacità di appaiarsi durante la meiosi I (sinapsi), formando bivalenti. In questa fase, il crossing-over tra cromatidi non fratelli consente la ricombinazione genetica, aumentando la variabilità nei gameti. Successivamente, i cromosomi omologhi si separano, riducendo il corredo cromosomico da diploide ad aploide. L’appaiamento non avviene in mitosi. Per i cromosomi sessuali, nelle femmine XX i due X sono omologhi; nei maschi XY, X e Y non sono omologhi salvo per le regioni pseudoautosomiche, che permettono un allineamento e una ricombinazione limitati. Il concetto ha ricadute cliniche dirette. Errori nella segregazione dei cromosomi omologhi in meiosi I (nondisjunction) causano aneuploidie come la trisomia 21, 18 o 13, mentre errori successivi riguardano le cromatidi sorelle. Anomalie strutturali (traslocazioni, inversioni) possono ostacolare l’appaiamento omologo, con rischio di infertilità, aborti ricorrenti e prole con squilibri cromosomici. La conoscenza che gli omologhi portano gli stessi geni spiega la trasmissione mendeliana dei tratti, la distinzione tra eterozigosi e omozigosi e la base dei test di linkage e del calcolo del rischio riproduttivo. In citogenetica, il riconoscimento di coppie omologhe è essenziale per interpretare il cariotipo (22 coppie di autosomi e una coppia di cromosomi sessuali). In sintesi, i cromosomi omologhi sono coppie materno-paterne che contengono gli stessi geni negli stessi loci, si appaiano in meiosi e, quando segregano correttamente, assicurano un numero cromosomico normale e una corretta trasmissione dell’informazione genetica.

75 di 92 Domande

Quale dei seguenti lipidi è un importante precursore degli ormoni steroidei?














La risposta corretta è la C
Il colesterolo è il precursore universale di tutti gli ormoni steroidei. Nelle cellule steroido-secernenti di surrene, gonadi e placenta, il colesterolo libero viene trasferito dal citosol al mitocondrio tramite la proteina StAR; qui l’enzima mitocondriale CYP11A1 (P450scc, desmolasi della catena laterale) scinde la catena alifatica del colesterolo formando pregnenolone. Da questo intermedio derivano, attraverso vie enzimatiche sequenziali, progesterone, mineralcorticoidi (aldosterone), glucocorticoidi (cortisolo) e androgeni/estrogeni. Dunque, senza colesterolo non è possibile la steroidogenesi. Il colesterolo cellulare può provenire da sintesi endogena (via dell’HMG-CoA reduttasi) o da captazione di LDL plasmatiche tramite il recettore LDL; viene stoccato come estere di colesterolo e riconvertito a colesterolo libero dalla colesteril-ester idrolasi per essere utilizzato. La regolazione ormonale è cruciale: ACTH nel surrene e LH/hCG in gonadi stimolano l’afflusso mitocondriale di colesterolo e l’attività degli enzimi steroideogenici, adeguando la produzione agli stimoli fisiologici (stress, ritmo circadiano, ciclo mestruale, gravidanza). Altri lipidi comunemente proposti come distrattori, quali trigliceridi, fosfolipidi o sfingolipidi, non partecipano alla biosintesi degli steroidi; sono componenti energetici o strutturali di membrana. Anche gli esteri di colesterolo rappresentano una forma di deposito, ma il substrato immediato utilizzabile dagli enzimi steroideogenici è il colesterolo libero. Il nesso clinico è rilevante: difetti genetici del trasporto o della conversione del colesterolo (deficit di StAR o di CYP11A1) causano iperplasia surrenalica congenita lipoidea con grave insufficienza surrenalica e ipogonadismo. Farmaci che inibiscono enzimi della steroidogenesi (ad esempio ketoconazolo o abiraterone) riducono la sintesi di ormoni steroidei; la conoscenza del ruolo centrale del colesterolo aiuta a prevedere effetti e monitorare la terapia. Al contrario, la terapia con statine riduce la sintesi epatica di colesterolo ma, in condizioni ordinarie, non compromette la produzione surrenalica grazie a vie compensatorie e all’apporto da LDL. In sintesi, il colesterolo è il mattone biochimico essenziale da cui derivano tutti gli ormoni steroidei.

76 di 92 Domande

Quali sono gli effetti delle mutazioni sull'interazione "base-stacking"?














La risposta corretta è la D
L’impilamento delle basi (“base stacking”) è l’interazione non covalente tra basi aromatiche adiacenti, dovuta soprattutto a forze ?–? e idrofobiche. È un determinante primario della stabilità della doppia elica, insieme alla geometria dei legami idrogeno. Le mutazioni che cambiano identità, dimensione o polarizzabilità delle basi, o che creano disallineamenti, possono quindi interrompere l’impilamento locale, oppure rafforzarlo, con conseguente stabilizzazione o destabilizzazione dell’elica e modifiche della conformazione del DNA. Le sostituzioni puntiformi alterano le energie di “nearest-neighbor”: passaggi da coppie ricche in G/C a coppie A/T in genere riducono lo stacking e abbassano la temperatura di fusione, mentre l’aggiunta di gruppi metilici (es. 5-metilcitosina) aumenta l’idrofobicità e può rafforzare l’impilamento, irrigidendo localmente l’elica. Le basi danneggiate, come 8?oxoG, siti abasic o mismatch, perturbano la coplanarità e l’allineamento, riducendo lo stacking, ampliando i solchi, inducendo curvature o “bulges” e facilitando la denaturazione locale. Inserzioni e delezioni generano loop?out che interrompono l’impilamento su uno o entrambi i filamenti. Queste variazioni si traducono in cambiamenti dei parametri conformazionali (twist, roll, tilt, rise), con effetti a valle su rigidità torsionale, propensione all’apertura dei filamenti e topologia del DNA. Il rilievo clinico è duplice. Primo, lo stato di impilamento modula il riconoscimento di sequenze da parte di proteine: alterazioni di forma e flessibilità del DNA possono favorire o impedire il legame di fattori trascrizionali, la collocazione dei nucleosomi e l’accessibilità cromatinica, influenzando l’espressione genica. Secondo, molte vie di sorveglianza del genoma (riparazione per escissione di basi, mismatch repair) “leggono” la distorsione elicoidale indotta da stacking anomalo; una destabilizzazione marcata può facilitare l’apertura per la riparazione, ma anche causare arresto della polimerasi e mutagenesi secondaria. In farmacologia, intercalanti e agenti alchilanti sfruttano lo stacking: inserendo sistemi aromatici tra le basi, stabilizzano un impilamento anomalo e bloccano replicazione e trascrizione. Infine, sequenze ripetute che formano strutture non B (p. es. hairpin in ripetizioni trinucleotidiche) derivano da pattern di stacking alterati e sono implicate in patologie da espansione di repeat.

77 di 92 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


78 di 92 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


79 di 92 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


80 di 92 Domande

Quale dei seguenti è un metodo comune per diagnosticare le malattie del fegato che prevede l'uso di onde sonore per creare immagini del fegato?














La risposta corretta è la D
L’ecografia è la risposta corretta perché è una metodica di imaging che utilizza onde sonore ad alta frequenza, emesse e ricevute da un trasduttore, per creare in tempo reale immagini del fegato senza impiego di radiazioni ionizzanti. È non invasiva, ripetibile e ampiamente disponibile, per questo rappresenta l’esame di prima linea nella valutazione delle patologie epatiche. In ambito clinico consente di stimare dimensioni e morfologia del fegato, di rilevare alterazioni diffuse del parenchima (aumento dell’ecogenicità nella steatosi, disomogeneità in fibrosi avanzata o cirrosi) e di identificare lesioni focali distinguendo grossolanamente tra cistiche e solide; molte lesioni benigne hanno aspetti tipici, ma la caratterizzazione definitiva può richiedere TC o RM con mezzo di contrasto. L’ecografia valuta inoltre le vie biliari, riconoscendo dilatazioni suggestive di ostacolo e calcoli della colecisti, ed è utile nei quadri colestatici o nel dolore ipocondriale destro. L’integrazione con Doppler permette di studiare il flusso nella vena porta, nelle vene epatiche e nell’arteria epatica, utile per diagnosticare trombosi portale, sindrome di Budd–Chiari e segni di ipertensione portale. L’ecografia è centrale anche nella gestione delle complicanze della cirrosi: documenta ascite, guida paracentesi e altre procedure interventistiche, e viene impiegata nella sorveglianza periodica del carcinoma epatocellulare nelle persone a rischio. Tecniche ecografiche derivate, come l’elastografia (transiente o a onde di taglio), misurano in modo non invasivo la “rigidità” epatica come surrogato della fibrosi, supportando la stadiazione nelle epatopatie croniche (epatite virale, NAFLD/NASH, alcol-correlata). I limiti principali sono la dipendenza dall’operatore, la ridotta sensibilità in pazienti obesi o con meteorismo e la minore accuratezza per lesioni molto piccole o profonde; in questi casi si ricorre a TC o RM per approfondimento. A differenza dell’ecografia, tali metodiche non si basano su onde sonore (la TC usa raggi X, la RM campi magnetici e radiofrequenze), confermando che l’ecografia è l’unico metodo tra i comuni esami d’imaging epatici fondato sull’uso di ultrasuoni.

81 di 92 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


82 di 92 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


83 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


84 di 92 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


85 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


86 di 92 Domande

In una delle seguenti risposte NON sono inclusi elementi metallici. Quale?














La risposta corretta e' la ' carbonio, fosforo, selenio, ossigeno '.


87 di 92 Domande

In quale delle seguenti proprietà differisce l'acqua salata dall'acqua pura?














La risposta corretta è la D
"In quale delle seguenti proprietà differisce l'acqua salata dall'acqua pura? La temperatura di ebollizione dell'acqua salata è più elevata." La temperatura di ebollizione dell'acqua salata è più alta rispetto a quella dell'acqua pura a causa del fenomeno noto come innalzamento ebullioscopico. Quando il sale viene disciolto nell'acqua, le molecole di soluto interferiscono con la capacità delle molecole d'acqua di evaporare, richiedendo quindi più energia, e quindi una temperatura più alta, per raggiungere l'ebollizione. Questo fenomeno è una conseguenza delle proprietà colligative delle soluzioni, che dipendono dal numero di particelle di soluto presenti piuttosto che dalla loro natura chimica. L'aumento della temperatura di ebollizione è proporzionale alla concentrazione del soluto, in questo caso il sale, e può essere calcolato utilizzando la formula dell'innalzamento ebullioscopico che tiene conto della costante ebullioscopica del solvente, l'acqua, e della molalità della soluzione.

88 di 92 Domande

Indicare quante moli corrispondono a 4,80 x 1023 molecole di C2 H6O.














La risposta corretta e' la ' 0,80 mol '.


89 di 92 Domande

Nel volume totale di un litro sono sciolte 0,1 moli di NH3 e 0,1 moli di HCl. Sapendo che per NH3 pKb = 4,75, la soluzione risultante avrà un pH:














La risposta corretta e' la ' acido '.


90 di 92 Domande

Le seguenti soluzioni acquose acide hanno diversi valori di pH:
1. 0,2 mol dm– 3 HCl
2. 0,1 mol dm– 3 HNO3
3. 0,2 mol dm– 3 H2SO4
4. 0,1 mol dm– 3 CH3COOH
Quale delle seguenti opzioni rappresenta la sequenza delle soluzioni in ordine crescente di pH (da sinistra a destra)?














La risposta corretta e' la ' 3, 1, 2, 4 '.


91 di 92 Domande

Quale, tra le seguenti, è una reazione di doppio scambio?














La risposta corretta è la E
La reazione di doppio scambio tra le opzioni date è: "2KOH + H?SO? ? K?SO? + 2H?O". In una reazione di doppio scambio, due composti reagiscono scambiando i loro ioni per formare due nuovi composti. Nel caso specifico, l'idrossido di potassio (KOH) e l'acido solforico (H?SO?) reagiscono tra loro. Gli ioni potassio (K?) si combinano con gli ioni solfato (SO?²?) per formare solfato di potassio (K?SO?), mentre gli ioni idrossido (OH?) si combinano con gli ioni idrogeno (H?) per formare acqua (H?O). Questo tipo di reazione è caratteristico delle reazioni di neutralizzazione tra un acido e una base, dove si forma un sale e acqua. La reazione è bilanciata, rispettando la legge di conservazione della massa, con un uguale numero di atomi di ciascun elemento nei reagenti e nei prodotti.

92 di 92 Domande

In una soluzione a pH 4,0:














La risposta corretta è la E
In una soluzione a pH 4,0, la concentrazione degli ioni H+ è maggiore di quella di una soluzione a pH 5. Il pH è una misura della concentrazione degli ioni idrogeno (H+) in una soluzione e si calcola come il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione molare degli ioni H+. Pertanto, un pH più basso indica una maggiore concentrazione di ioni H+. In una soluzione con pH 4,0, la concentrazione di ioni H+ è 10-4 M, mentre in una soluzione con pH 5,0, la concentrazione è 10-5 M. Questo significa che in una soluzione a pH 4, la concentrazione di ioni H+ è dieci volte superiore rispetto a una soluzione a pH 5, confermando che una diminuzione di una unità di pH comporta un aumento di dieci volte nella concentrazione degli ioni idrogeno.

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