Simulazione

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1 di 101 Domande

Se la caratteristica è situata sul cromosoma sessuale X e il gene alterato per quella caratteritica ha una frequenza del 10%, quale percentuale dei maschi la presenterà?














La risposta corretta e' la '

10%

'.


2 di 101 Domande

Il virus HIV, responsabile dell'AIDS, penetra:














La risposta corretta e' la '

Nei linfociti

'.


3 di 101 Domande

Nell'uomo si ha identità genotipica:














La risposta corretta e' la '

tra gemelli monozigotici

'.


4 di 101 Domande

Gli introni presenti nel DNA:














La risposta corretta e' la '

possono determinare un aumento della diversità genetica

'.


5 di 101 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


6 di 101 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

7 di 101 Domande

Nel lobo frontale e parietale del cervello, lungo il solco centrale, si trovano la corteccia motoria e la corteccia sensoriale. Dalla corteccia motoria partono gli stimoli destinati ai muscoli scheletrici. Più esattamente gli stimoli partono da aree specifiche corrispondenti alle singole regioni del corpo. L' estensione di queste aree:














La risposta corretta e' la '

è proporzionale alla capacità di ottenere movimenti molto precisi

'.


8 di 101 Domande

Se in una cellula diploide nella fase G2 della meiosi la quantità di DNA è' pari a Y, quale sarà la quantità di DNA presente in metafase II in ogni singola cellula?














La risposta corretta e' la '

0,5 Y

'.


9 di 101 Domande

In quali strutture cellulari degli eucarioti si può trovare il DNA?














La risposta corretta e' la '

Nel nucleo e nei mitocondri

'.


10 di 101 Domande

Se un neurone riceve due segnali, entrambi al di sotto del livello di soglia ma distanziati da un brevissimo intervallo di tempo, come si comporta?














La risposta corretta è la B
Se un neurone riceve due segnali, entrambi al di sotto del livello di soglia ma distanziati da un brevissimo intervallo di tempo, come si comporta? Non trasmette alcun segnale. Ciò accade perché l’inizio del potenziale d’azione al segmento iniziale obbedisce alla legge del tutto-o-nulla: se la depolarizzazione risultante non raggiunge la soglia in nessun momento, non si genera alcun spike e quindi non si propaga alcun segnale lungo l’assone. Due EPSP sub-soglia possono sommarsi temporalmente solo entro la costante di tempo di membrana; se la loro somma rimane comunque sotto soglia, l’effetto resta un potenziale locale che decade elettrotonicamente. In assenza di superamento della soglia non c’è attivazione massiva dei canali Na+ voltaggio-dipendenti e non si innesca la rigenerazione del segnale. In termini funzionali, quindi, si ha solo modulazione sub-soglia, ma nessuna trasmissione nervosa in senso “tutto-o-nulla”.

11 di 101 Domande

I dendriti trasmettono l'impulso nervoso:














La risposta corretta è la D
I dendriti trasmettono l’impulso nervoso in senso centripeto, verso il corpo cellulare. I dendriti rappresentano la porzione “in ingresso” del neurone: ricevono segnali sinaptici chimici sui recettori delle spine dendritiche, generando potenziali postsinaptici locali (EPSP/IPSP) che si propagano elettrotonicamente verso il soma. Questi segnali, soggetti a attenuazione secondo le proprietà di cavo della membrana, si sommano temporalmente e spazialmente al livello del soma/cono d’emergenza; se la depolarizzazione supera la soglia, si genera un potenziale d’azione nell’assone. L’assone, al contrario, conduce l’impulso in senso centrifugo, dal corpo cellulare verso le terminazioni sinaptiche, spesso in modo saltatorio se mielinizzato. Pur esistendo backpropagating action potentials che risalgono nei dendriti con funzione modulatrice (plasticità sinaptica), la direzione fisiologica prevalente del flusso di informazione dendritico resta centripeta.

12 di 101 Domande

Quale funzione è tipica del tRNA?














La risposta corretta e' la '

Trasporto di amminoacidi

'.


13 di 101 Domande

10 micrometri corrispondono a:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede a quanti metri corrispondono 10 micrometri, e la risposta corretta è 1/100.000 di metro. Un micrometro è un'unità di misura della lunghezza che equivale a un milionesimo di metro, o 10^-6 metri. Quando si considerano 10 micrometri, si moltiplica questa quantità per 10, ottenendo 10 x 10^-6 metri, che è uguale a 10^-5 metri. Questo valore può essere espresso come una frazione, 1/100.000 di metro, poiché 10^-5 è l'inverso di 100.000. Pertanto, 10 micrometri equivalgono esattamente a 1/100.000 di metro, confermando la correttezza della risposta fornita.

14 di 101 Domande

Il numero di atomi di idrogeno contenuti in una mole di H2O è:














La risposta corretta è la A
Il numero di atomi di idrogeno contenuti in una mole di H?O è 12,046*10^23. Questa risposta è corretta perché una mole di qualsiasi sostanza contiene un numero di Avogadro di entità elementari, che è pari a 6,022*10^23. L'acqua, H?O, è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno per molecola. Pertanto, in una mole di molecole di acqua, ci sono 2 moli di atomi di idrogeno. Moltiplicando il numero di Avogadro per 2, si ottiene il numero totale di atomi di idrogeno in una mole di acqua: 2 * 6,022*10^23 = 12,044*10^23. La leggera discrepanza nel valore finale potrebbe derivare da un errore di arrotondamento nella risposta riportata, ma il concetto di base rimane valido.

15 di 101 Domande

Una soluzione 2N contiene:














La risposta corretta e' la '

Due grammi equivalenti di soluto per litro di soluzione

'.


16 di 101 Domande

Quale tra le seguenti sostanze appartiene alla categoria dei composti eterociclici con carattere aromatico?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale tra le seguenti sostanze appartiene alla categoria dei composti eterociclici con carattere aromatico e la risposta corretta è la piridina. La piridina è un composto eterociclico aromatico che contiene un anello a sei membri con cinque atomi di carbonio e un atomo di azoto. La presenza dell'azoto conferisce alla piridina proprietà basiche, mentre l'anello aromatico le conferisce stabilità. L'aromaticità della piridina è dovuta alla delocalizzazione degli elettroni ? lungo l'anello, che segue la regola di Hückel per l'aromaticità, ovvero la presenza di (4n+2) elettroni ?, dove n è un numero intero. Nel caso della piridina, ci sono sei elettroni ?, rispettando così la regola di Hückel. Questa delocalizzazione elettronica contribuisce alla stabilità dell'anello e alle sue proprietà chimiche. Rispetto ad altri composti eterociclici, la piridina è particolarmente nota per il suo utilizzo in sintesi organica e come solvente grazie alla sua capacità di coordinarsi con i metalli e partecipare a reazioni di sostituzione elettrofila aromatica.

17 di 101 Domande

L'equazione di secondo grado: ax2 + b=0 ha radici reali quando:














La risposta corretta è la C
L'equazione di secondo grado: ax² + b = 0 ha radici reali quando: a e b hanno segni opposti. Questa affermazione è corretta perché l'equazione data è una forma particolare dell'equazione quadratica, in cui manca il termine lineare, riducendosi a ax² + b = 0. Per determinare le condizioni in cui l'equazione ha radici reali, possiamo riscriverla come ax² = -b e quindi x² = -b/a. Affinché x² sia un numero reale, il rapporto -b/a deve essere maggiore o uguale a zero, il che implica che a e b devono avere segni opposti. Se a è positivo, allora b deve essere negativo affinché -b/a sia positivo, e viceversa. Se i segni di a e b fossero uguali, -b/a sarebbe negativo, rendendo x² un numero negativo, il che non è possibile per i numeri reali. Pertanto, la condizione necessaria per avere radici reali è che a e b abbiano segni opposti.

18 di 101 Domande

(a+b)2 =














La risposta corretta è la B
La domanda chiede di espandere l'espressione (a+b)² e la risposta corretta è a² + b² + 2ab. Questa è un'applicazione del quadrato di un binomio, una formula fondamentale in algebra che permette di espandere l'espressione quadratica di un binomio. Quando si ha un binomio elevato al quadrato, come (a+b)², si applica la formula (a+b)² = a² + 2ab + b². Questa formula deriva dal prodotto notevole che si ottiene moltiplicando il binomio per se stesso: (a+b)(a+b). Espandendo questo prodotto, si ottiene a² + ab + ab + b², che semplificato risulta in a² + 2ab + b². È importante notare che il termine centrale 2ab rappresenta il doppio prodotto dei due termini del binomio, mentre a² e b² sono i quadrati dei singoli termini. Questa identità è utile per semplificare calcoli algebrici e risolvere equazioni quadratiche.

19 di 101 Domande

Un millimetro cubo di sangue contiene circa 5 milioni di globuli rossi; un individuo adulto ha circa 5 litri di sangue; il numero totale dei globuli rossi dell'individuo in questione e' circa:














La risposta corretta e' la '

2,5 * 1013

'.


20 di 101 Domande

Quale fra le seguenti è un’opera di Niccolò Machiavelli?














La risposta corretta e' la '

Il principe.

'.


21 di 101 Domande

Nel ciclo della PCR, l’utilizzo della temperatura alta (95°C) ha lo scopo di














La risposta corretta e' la '

Denaturare la molecola di DNA nella fase iniziale del processo.

'.


22 di 101 Domande

In un celebre esperimento Hershey e Chase per dimostrare se il materiale genetico fosse composto da proteine o da acidi nucleici marcarono il fago T2 con isotopi radioattivi utilizzando alternativamente 35 S e  32 P  perché














La risposta corretta e' la '

L’isotopo 35S viene inglobato nelle proteine del capside virale e l’isotopo  32P nell’acido nucleico del virus.

'.


23 di 101 Domande

Quale dei seguenti accoppiamenti tra struttura cellulare e funzione svolta è corretto?














La risposta corretta e' la '

Nucleolo – Sintesi di RNA ribosomiale.

'.


24 di 101 Domande

Quale fra le seguenti affermazioni riguardanti molecole organiche è corretta?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale affermazione riguardante molecole organiche sia corretta, e la risposta giusta è che le ammidi contengono il gruppo carbonilico. Le ammidi sono composti organici derivati dagli acidi carbossilici in cui il gruppo -OH è sostituito da un gruppo -NH?, -NHR o -NR?. La struttura delle ammidi include il gruppo carbonilico (C=O) legato direttamente all'atomo di azoto del gruppo amminico. Questo conferisce alle ammidi proprietà chimiche specifiche, come la capacità di formare legami idrogeno, influenzando la loro solubilità e punto di fusione. Inoltre, il gruppo carbonilico è responsabile della reattività delle ammidi in reazioni chimiche, come l'idrolisi acida o basica, che porta alla formazione di acidi carbossilici e ammine. La presenza del gruppo carbonilico nelle ammidi le distingue da altre classi di composti organici, come le ammine, che non contengono questo gruppo funzionale.

25 di 101 Domande

Quale è la caratteristica fondamentale dei retrovirus?














La risposta corretta e' la '

Avere un genoma costituito da RNA

'.


26 di 101 Domande

Quale tra le seguenti NON è un’arteria della circolazione sistemica? 














La risposta corretta è la E
Quale tra le seguenti NON è un’arteria della circolazione sistemica? Arteria polmonare. La circolazione sistemica origina dal ventricolo sinistro attraverso l’aorta e distribuisce sangue ossigenato ai tessuti mediante arterie come carotidi, succlavie, renali e iliache, tornando al cuore per le vene cave. L’arteria polmonare, invece, nasce dal ventricolo destro e convoglia sangue venoso (poveri di O2, ricchi di CO2) ai polmoni per l’ematosi, appartenendo alla circolazione polmonare. È una delle eccezioni alla regola che le arterie trasportano sangue ossigenato, insieme alle arterie ombelicali nel feto. Emodinamicamente opera a pressioni inferiori rispetto alla sistemica e si ramifica in arterie lobari e segmentarie fino ai capillari alveolari. Pertanto, pur essendo un’arteria per direzione del flusso (dal cuore alla periferia), non fa parte del distretto sistemico.

27 di 101 Domande

Il complesso di animali e vegetali di un determinato ecosistema è denominato: 














La risposta corretta e' la '

Biocenosi

'.


28 di 101 Domande

Il sistema nervoso autonomo viene suddiviso in: 














La risposta corretta è la D
Il sistema nervoso autonomo viene suddiviso in sistema parasimpatico, sistema ortosimpatico e sistema enterico. Questa classificazione è corretta perché identifica le tre componenti che regolano in modo involontario l’omeostasi viscerale: l’ortosimpatico (origine toracolombare) media risposte di “lotta o fuga”, con neuroni pregangliari colinergici nicotinici e postgangliari per lo più noradrenergici; il parasimpatico (origine craniosacrale: nervi III, VII, IX, X e sacrali S2–S4) favorisce “riposo e digestione”, con postgangliari colinergici muscarinici; il sistema enterico, formato dai plessi mienterico di Auerbach e sottomucoso di Meissner, coordina motilità, secrezione e flusso ematico gastrointestinali in modo semi-autonomo, pur essendo modulato da simpatico e parasimpatico. L’antagonismo funzionale tra ortosimpatico e parasimpatico su cuore, muscolo liscio e ghiandole consente un controllo fine, rapido e adattivo delle funzioni viscerali.

29 di 101 Domande

La soluzione S1 è ipertonica rispetto alla soluzione S2, pertanto: 














La risposta corretta è la C
La soluzione S1 è ipertonica rispetto alla soluzione S2, pertanto: nelle stesse condizioni di temperatura la tensione di vapore di S2 è maggiore della tensione di vapore di S1. Essere ipertonica significa che S1 ha concentrazione di soluto più alta (e maggiore pressione osmotica) rispetto a S2; per un soluto non volatile, secondo la legge di Raoult la pressione di vapore della soluzione è P = x_solvente·P*solvente, quindi all’aumentare della frazione molare del soluto diminuisce la frazione molare del solvente e la sua attività, abbassando la tensione di vapore. Di conseguenza S1, più concentrata, presenta Pv più bassa di S2 alla stessa temperatura. Questo è coerente con le altre proprietà colligative: S1 avrà anche punto di ebollizione più alto e punto di congelamento più basso rispetto a S2.

30 di 101 Domande

4. Classificare le seguenti strutture biologiche in base alla loro massa, in ordine crescente:
 1. il gene CFTR umano
 2. il cromosoma Y umano
 3. un nucleotide
 4. la timina
 5. il cromosoma X umano














La risposta corretta e' la '

4, 3, 1, 2, 5 

'.


31 di 101 Domande

L’elettroforesi su gel è una tecnica comunemente utilizzata per l’analisi del DNA. Quale delle
seguenti affermazioni relative a questa tecnica è corretta?














La risposta corretta e' la '

Permette di separare frammenti di DNA in base alle loro dimensioni

'.


32 di 101 Domande

Quale tra i seguenti elementi NON è coinvolto nella duplicazione del DNA? 














La risposta corretta e' la '

Anticodone 

'.


33 di 101 Domande

La minima differenza tra due alleli è relativa a:














La risposta corretta e' la '

Un nucleotide 

'.


34 di 101 Domande

La nascita della pecora Dolly ha rappresentato il primo caso documentato di:














La risposta corretta è la A
La pecora Dolly è stata il primo mammifero ottenuto mediante trasferimento nucleare da una cellula somatica adulta, dimostrando che il nucleo di una cellula differenziata conserva l’intero patrimonio genetico necessario a riprogrammare lo sviluppo embrionale. La novità non era la “clonazione” in senso lato, già realizzata in precedenza da cellule embrionali o fetali, ma l’uso di un nucleo proveniente da una cellula adulta (una cellula della ghiandola mammaria), riprogrammato all’interno di un ovocita enucleato. Questo processo, detto trasferimento nucleare di cellula somatica, prevede l’asportazione del nucleo dall’ovocita, l’inserimento del nucleo somatico, l’attivazione dell’ovocita e la coltura dell’embrione fino allo stadio idoneo per l’impianto in un utero ricevente. Dolly non era un animale “transgenico” né il prodotto di fecondazione in vitro o di scissione embrionale; era geneticamente quasi identica alla donatrice del nucleo, con eventuali differenze limitate al DNA mitocondriale dell’ovocita ricevente. L’evento ha fornito una prova cruciale della reversibilità funzionale della differenziazione cellulare tramite meccanismi epigenetici, aprendo la strada a concetti poi estesi alla riprogrammazione cellulare e alla medicina rigenerativa. Dal punto di vista biologico e traslazionale, la clonazione riproduttiva tramite trasferimento nucleare ha mostrato limiti importanti: bassissima efficienza, alta frequenza di perdite fetali e neonatali, e anomalie legate a un’incompleta riprogrammazione epigenetica (per esempio disturbi dell’imprinting e della crescita). Per queste ragioni, oltre a questioni etiche sostanziali, la clonazione riproduttiva umana è vietata o fortemente regolamentata in molte giurisdizioni. Il principio di riprogrammazione, invece, ha contribuito allo sviluppo di approcci non riproduttivi, come la derivazione di cellule staminali embrionali tramite trasferimento nucleare o, più diffusamente, la generazione di cellule staminali pluripotenti indotte, che consentono modelli di malattia e prospettive terapeutiche senza creare un individuo clonato. In sintesi, la nascita di Dolly ha rappresentato il primo caso documentato di clonazione di un mammifero a partire dal nucleo di una cellula adulta, segnando una svolta nella biologia dello sviluppo e nelle scienze biomediche.

35 di 101 Domande

I gatti dell’isola di Man sono eterozigoti per una mutazione (dominante) che causa l’assenza della coda. La mutazione omozigote risulta letale già a livello embrionale. Pertanto l’incrocio tra due gatti di Man originerà:














La risposta corretta e' la '

Un rapporto fenotipico di 2:1 tra i gatti nati vivi, cioè 2 gatti di Man e 1 con coda normale

'.


36 di 101 Domande

«Arsenico, diossina, radiazioni in piccole dosi possono addirittura far bene, secondo la discussa teoria dell’ormesi [...] che risale alla fine dell’800. Nel 1887 il farmacologo tedesco Hugo Schulz, per esempio, aveva dimostrato che basse dosi di sostanze tossiche erano in grado di stimolare la crescita del lievito. In seguito si scoprì che questo valeva anche per piante, funghi e batteri. [..] Basse dosi di radiazioni [...] sono risultate utili nella terapia di malattie infiammatorie negli esseri umani. John Cameron [...] rileva come dosi moderate di radiazioni aumentino la durata della vita senza un corrispettivo aumento dei tumori. [...] Ma i risultati più sorprendenti vengono dal recentissimo lavoro di W. L. Chen [...] sulla città di Taipei dove circa diecimila persone sono state esposte per un ventennio al cobalto 60. Sorgenti del radioisotopo vennero fuse per caso nell’acciaio di circa 180 tra scuole e appartamenti negli Anni ’80. Ma solo nel ’92 si scoprì l’accaduto. Ebbene, in questi anni controlli medici periodici non hanno rilevato un numero significativo di mutazioni cromosomiche [...]. Addirittura i morti per tumore nella popolazione esposta si sono ridotti in maniera significativa e costante nel tempo. Tuttavia, avverte Cameron, i dati forniti dalle ricerche sono ancora troppo limitati per stabilire se la teoria dell’ormesi abbia realmente efficacia in ogni campo.»
(Da Roberto Vacca, “Un po’ di veleno al giorno...”, Newton, n° 3, marzo 2005, pp. 114, 116, 118.)
Quanto affermato nel brano NON autorizza a trarre una delle seguenti conclusioni. La si individui:














La risposta corretta e' la '

Gli studi finora effettuati dimostrano la diminuzione dei casi di tumore in una data popolazione al crescere delle dosi di radiazioni alle quali si trova esposta

'.


37 di 101 Domande

L’osso etmoide presente nel cranio: 














La risposta corretta e' la '

 E' un osso impari che delimita le cavità nasali  

'.


38 di 101 Domande

La temperatura interna di un serpente è:














La risposta corretta e' la '

Variabile

'.


39 di 101 Domande

Il pentene reagisce con l’idrogeno, con l'acqua ossigenata e con lo iodio; si tratta, in tutti e tre icasi, di reazioni di :














La risposta corretta è la D
Il pentene reagisce con l’idrogeno, con l'acqua ossigenata e con lo iodio; si tratta, in tutti e tre i casi, di reazioni di addizione elettrofila. Questa risposta è corretta perché il pentene è un alchene, che contiene un doppio legame carbonio-carbonio caratterizzato da una nube elettronica densa e ricca di elettroni. Queste nubi elettroniche sono siti reattivi per le reazioni di addizione elettrofila, dove un elettrofilo, che è una specie chimica povera di elettroni, attacca il doppio legame. Nel caso dell'idrogeno, la reazione è un'idrogenazione, mentre con acqua ossigenata e iodio si hanno reazioni di addizione che coinvolgono la formazione di nuovi legami con gli atomi del doppio legame. In tutte queste reazioni, il meccanismo prevede l'attacco iniziale di un elettrofilo al doppio legame, seguito dall'apertura del doppio legame e dalla formazione di nuovi legami covalenti, tipico delle reazioni di addizione elettrofila.

40 di 101 Domande

Un elettrolita debole:














La risposta corretta e' la '

E' tanto meno dissociato quanto più concentrata è la soluzione
 

'.


41 di 101 Domande

La fecondazione artificiale in campo zootecnico è utile perché consente una:














La risposta corretta e' la '

Trasmissione rapida e sicura del patrimonio genetico migliore

'.


42 di 101 Domande

La soluzione salina fisiologica è una soluzione allo 0,90% di NaCl. Un eritrocita posto in una soluzione allo 0,5% di Na Cl:














La risposta corretta è la C
La soluzione salina fisiologica è una soluzione allo 0,90% di NaCl. Un eritrocita posto in una soluzione allo 0,5% di NaCl subisce emolisi. Questo fenomeno si verifica perché la soluzione allo 0,5% di NaCl è ipotonica rispetto all'interno dell'eritrocita, che ha una concentrazione di soluti simile a quella della soluzione fisiologica allo 0,9% di NaCl. In una soluzione ipotonica, l'acqua tende a entrare nell'eritrocita per osmosi, cercando di equilibrare la concentrazione di soluti tra l'interno e l'esterno della cellula. L'aumento del volume di acqua all'interno dell'eritrocita genera una pressione osmotica che può superare la capacità della membrana cellulare di espandersi, portando alla rottura della membrana stessa e al rilascio del contenuto cellulare, un processo noto come emolisi. Questo è un esempio classico di come le differenze di concentrazione tra l'interno e l'esterno di una cellula possono influenzare la sua integrità strutturale.

43 di 101 Domande

 “Molte reazioni che avvengono per via fotochimica non potrebbero svolgersi senza la luce, perché richiedono un notevole apporto di energia. In altri casi, l’azione della luce è simile a quella di un catalizzatore; l’assorbimento della luce provoca cioè nelle molecole del reagente una modificazione, per cui la molecola stessa reagisce assai rapidamente, ma allo stesso modo in cui potrebbe reagire, molto più lentamente, in assenza di luce”, Quale delle seguenti informazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale informazione può essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è che le modalità dell'azione della luce non sono le stesse in tutte le reazioni fotochimiche. Questa risposta è corretta perché il brano descrive due modi distinti in cui la luce può influenzare le reazioni chimiche: in alcuni casi, la luce fornisce l'energia necessaria per avviare reazioni che altrimenti non avverrebbero, mentre in altri casi agisce come un catalizzatore, accelerando reazioni che potrebbero comunque avvenire senza luce, ma a una velocità molto inferiore. Questa differenziazione implica che l'azione della luce varia a seconda del tipo di reazione fotochimica, confermando che non esiste un unico meccanismo d'azione per tutte le reazioni fotochimiche. Pertanto, la risposta corretta riflette la comprensione che la luce può avere ruoli diversi in contesti chimici diversi, a seconda delle specifiche esigenze energetiche delle reazioni coinvolte.

44 di 101 Domande

Durante la duplicazione del DNA eucariote si formano le bolle di replica. Indicare quale enzima, tra quelli sottoelencati, determina la rottura dei legami ad idrogeno fra le basi azotate: 














La risposta corretta e' la '

Elicasi

 

'.


45 di 101 Domande

Le giraffe hanno un collo lungo circa 5 m. Assumendo per il sangue una densità pari a quella dell'acqua, che differenza di pressione ci aspettiamo alla base del collo tra quando la giraffa ha il collo disteso in verticale e quando ha il collo disteso in orizzontale? 














La risposta corretta e' la '

Circa 0,5 atm

'.


46 di 101 Domande

Il deuterio e il tritio sono:














La risposta corretta è la E
Il deuterio e il tritio sono più pesanti dell’idrogeno ordinario. Il deuterio e il tritio sono isotopi dell'idrogeno, il che significa che hanno lo stesso numero di protoni ma differiscono nel numero di neutroni presenti nel loro nucleo. L'idrogeno ordinario, o prozio, ha un solo protone e nessun neutrone, mentre il deuterio ha un protone e un neutrone, e il tritio ha un protone e due neutroni. Questa differenza nel numero di neutroni aumenta la massa atomica del deuterio e del tritio rispetto all'idrogeno ordinario. La presenza di neutroni aggiuntivi rende il deuterio circa il doppio più pesante dell'idrogeno ordinario e il tritio circa il triplo più pesante. Tale differenza di massa è fondamentale in vari campi scientifici, come la chimica e la fisica nucleare, dove le proprietà isotopiche influenzano le reazioni e le applicazioni pratiche, come nella fusione nucleare.

47 di 101 Domande

Thomas Malthus scrisse nel " Saggio sui principi della Popolazione" che la crescita di popolazioni di piante o animali, ivi compreso l'uomo, segue una progressione geometrica, mentre la capacità di aumentare le fonti di cibo segue una progressione aritmetica. Quale delle seguenti risposte è logicamente collegata all'affermazione di Malthus?














La risposta corretta e' la '

Le fonti di cibo limitano automaticamente l'espandersi di una popolazione

'.


48 di 101 Domande

In una reazione chimica reversibile la velocità della reazione da sinistra a destra è uguale a quella da destra a sinistra quando:














La risposta corretta e' la '

La reazione è all'equilibrio.

'.


49 di 101 Domande

Quale tra le seguenti caratteristiche è esclusiva delle cellule eucariotiche e non si trova nelle cellule procariotiche?














La risposta corretta e' la '

Presenza di mitocondri.

'.


50 di 101 Domande

Affermare che la produzione di latte ha un’ereditabilità del 20% vuol dire che, della somma di tutte le differenze osservabili nella popolazione, il 20% è imputabile a:














La risposta corretta e' la '

Differenze genetiche esistenti tra gli animali (varianza genetica).

'.


51 di 101 Domande

Nelle cellule che svolgono attività secretoria è particolarmente sviluppato:














La risposta corretta e' la '

L’apparato del Golgi.

'.


52 di 101 Domande

Il sistema endocrino è in grado di:














La risposta corretta e' la '

Tutte le altre risposte sono corrette.

'.


53 di 101 Domande

Quale delle seguenti affermazioni sui numeri quantici atomici è FALSA?














La risposta corretta è la A
Quale delle seguenti affermazioni sui numeri quantici atomici è FALSA? Il numero quantico secondario dipende dal numero quantico magnetico. Questa affermazione è falsa perché il numero quantico secondario, noto anche come numero quantico azimutale (l), determina la forma dell'orbitale ed è indipendente dal numero quantico magnetico (m). Il numero quantico azimutale può assumere valori interi da 0 a n-1, dove n è il numero quantico principale, mentre il numero quantico magnetico può assumere valori interi che vanno da -l a +l. Pertanto, m dipende da l e non viceversa. In altre parole, una volta determinato il valore di l, i possibili valori di m vengono determinati di conseguenza, ma il valore di l non è influenzato dai valori di m. Questo riflette la gerarchia dei numeri quantici, dove n determina l, e l determina m, ma non vi è una dipendenza inversa.

54 di 101 Domande

In un etere:














La risposta corretta e' la ' l’atomo di O è legato a due C '.


55 di 101 Domande

Disporre in ordine di forza crescente le seguenti basi: a) Cl; b) NaOH; c) NH3














La risposta corretta è la A
Disporre in ordine di forza crescente le seguenti basi: a) Cl?; b) NaOH; c) NH?, con risposta corretta: a < c < b. La forza di una base è determinata dalla sua capacità di accettare protoni. Cl? è l'anione del forte acido HCl e quindi è una base molto debole poiché è poco propensa a riacquistare un protone. NH?, o ammoniaca, è una base debole ma più forte di Cl?, grazie alla sua capacità di accettare un protone formando NH??. NaOH è un idrossido di metallo alcalino, una base forte che dissocia completamente in soluzione acquosa rilasciando ioni OH?, che sono altamente efficienti nell'accettare protoni. Pertanto, l'ordine corretto di forza crescente è Cl? < NH? < NaOH.

56 di 101 Domande

Una beuta vuota pesa 20g e ha la capacità di 50ml. Quanto pesa dopo essere stata riempita con 15ml di mercurio che ha densità 13,6g/ml?














La risposta corretta è la E
Una beuta vuota pesa 20g e ha la capacità di 50ml; quanto pesa dopo essere stata riempita con 15ml di mercurio che ha densità 13,6g/ml? La risposta corretta è 224g. Per determinare il peso totale della beuta riempita, è necessario calcolare il peso del mercurio aggiunto e sommarlo al peso della beuta vuota. La densità del mercurio è data come 13,6g/ml, quindi per trovare il peso del mercurio, moltiplichiamo la densità per il volume: 13,6g/ml × 15ml = 204g. Questo è il peso del mercurio contenuto nella beuta. Aggiungendo il peso della beuta vuota, 20g, al peso del mercurio, 204g, otteniamo il peso totale: 20g + 204g = 224g. Pertanto, il peso della beuta riempita con 15ml di mercurio è 224g.

57 di 101 Domande

Scegliere la risposta in cui tutti i nomi dei composti scritti di seguito sono corretti:
KClO – HCN – Zn(NO2)2 – AlBr3














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di scegliere la risposta in cui tutti i nomi dei composti scritti sono corretti, e la risposta corretta è: ipoclorito di potassio – acido cianidrico – nitrito di zinco – bromuro di alluminio. La risposta è corretta perché i nomi dei composti corrispondono alle rispettive formule chimiche. KClO è l'ipoclorito di potassio, dove K rappresenta il potassio e ClO l'ipoclorito. HCN è l'acido cianidrico, una molecola composta da idrogeno (H), carbonio (C) e azoto (N), noto per essere un acido debole. Zn(NO?)? è il nitrito di zinco, in cui Zn indica lo zinco e NO? è il gruppo nitrito, con due gruppi nitrito legati allo zinco. Infine, AlBr? è il bromuro di alluminio, composto da un atomo di alluminio (Al) e tre atomi di bromo (Br). Questi nomi seguono la nomenclatura chimica standard, che associa le formule chimiche ai nomi dei composti in modo univoco.

58 di 101 Domande

La reazione di metanazione è esotermica:
?
Quale di queste combinazioni di azioni fa sempre spostare l’equilibrio verso i prodotti?














La risposta corretta è la C
La reazione di metanazione è esotermica e l'equilibrio si sposta verso i prodotti con un aumento di pressione e una diminuzione di temperatura. La spiegazione risiede nei principi dell'equilibrio chimico, in particolare nel principio di Le Chatelier, che afferma che un sistema in equilibrio reagisce a un cambiamento di condizioni per minimizzare tale cambiamento. Poiché la reazione di metanazione è esotermica, una diminuzione della temperatura favorisce la formazione dei prodotti, poiché l'equilibrio si sposta nella direzione che produce calore. Inoltre, un aumento della pressione favorisce la formazione di metano e acqua, poiché il numero di moli di gas diminuisce passando dai reagenti ai prodotti, riducendo così il volume totale del sistema. Pertanto, entrambe le azioni, aumento di pressione e diminuzione di temperatura, spostano l'equilibrio verso la produzione di metano e acqua, rendendo queste condizioni ottimali per ottenere un maggior rendimento di prodotti.

59 di 101 Domande

Le costanti di dissociazione dell’ acido acetico e dell’ acido formico a 25 °C sono rispettivamente 1,8 x 10-5 M e 1,8 x 10-4 M. Identificare la considerazione corretta.














La risposta corretta e' la ' Una soluzione 0,1 M di acido acetico presenta una pressione osmotica inferiore rispetto a quella mostrata da una soluzione 0,1 M di acido formico '.


60 di 101 Domande

Una mole di un composto molecolare:














La risposta corretta e' la ' contiene un numero di Avogadro di molecole '.


61 di 101 Domande

Un catione monoatomico:














La risposta corretta e' la ' possiede uno o più elettroni in meno del corrispondente atomo neutro '.


62 di 101 Domande

Si consideri l'acido solforico in cui lo zolfo ha numero di ossidazione 6. La corrispondente anidride è :














La risposta corretta è la C
La corrispondente anidride dell'acido solforico, in cui lo zolfo ha numero di ossidazione 6, è SO?. L'acido solforico è H?SO? e contiene zolfo con numero di ossidazione +6. Per trovare l'anidride di un acido ossigenato, si rimuove l'acqua dalla formula dell'acido. Nel caso dell'acido solforico, la rimozione di una molecola di H?O da H?SO? porta a SO?, che è l'anidride solforica. L'anidride è un composto che, reagendo con l'acqua, ricostituisce l'acido di partenza. SO? è quindi l'anidride corrispondente perché, in presenza di acqua, si trasforma nuovamente in H?SO?. Questo processo di rimozione dell'acqua e formazione dell'anidride è comune per gli acidi ossigenati e conferma la corretta corrispondenza tra l'acido solforico e SO?.

63 di 101 Domande

Un sale è composto da:














La risposta corretta è la A
Un sale è composto da uno o più ioni positivi e uno o più ioni negativi legati tra loro dall'attrazione elettrostatica. Questa definizione è corretta perché un sale è il risultato della reazione tra un acido e una base, dove gli ioni idrogeno (H?) dell'acido sono sostituiti da cationi metallici o altri cationi positivi provenienti dalla base. Gli ioni positivi e negativi si combinano per formare un reticolo cristallino stabile attraverso legami ionici, che sono forze di attrazione elettrostatica tra cariche opposte. Questo tipo di legame è caratteristico dei composti ionici, come i sali, e conferisce loro proprietà specifiche come l'elevata temperatura di fusione e la solubilità in acqua. In soluzione acquosa, i sali si dissociano nei loro ioni costituenti, il che è fondamentale per molte reazioni chimiche e processi biologici.

64 di 101 Domande

Due isotopi dello stesso elemento hanno:














La risposta corretta è la E
Due isotopi dello stesso elemento hanno lo stesso numero di protoni, ma un numero di neutroni differente. Gli isotopi sono varianti dello stesso elemento chimico che condividono il medesimo numero atomico, ovvero il numero di protoni nel nucleo, ma differiscono nel numero di massa a causa di una differente quantità di neutroni. Questa caratteristica non altera le proprietà chimiche dell'elemento, poiché queste sono determinate principalmente dalla configurazione elettronica, che dipende dal numero di protoni. Tuttavia, la differenza nel numero di neutroni influisce sulle proprietà fisiche, come la massa atomica e la stabilità nucleare. Alcuni isotopi possono essere stabili, mentre altri sono radioattivi e possono decadere nel tempo. La comprensione degli isotopi è fondamentale in vari campi scientifici, tra cui la chimica, la fisica nucleare e le applicazioni mediche, come la datazione radiometrica e la medicina nucleare.

65 di 101 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


66 di 101 Domande

Dove avviene il ciclo di Krebs nelle cellule eucariotiche?














La risposta corretta è la E
Il ciclo di Krebs (o ciclo dell’acido citrico) nelle cellule eucariotiche avviene nella matrice mitocondriale. Questa sede è funzionale: nella matrice arrivano l’acetil-CoA prodotto dall’ossidazione del piruvato tramite il complesso della piruvato deidrogenasi e i prodotti della ?-ossidazione degli acidi grassi; qui sono presenti quasi tutti gli enzimi del ciclo. Fa eccezione la succinato deidrogenasi, ancorata alla membrana mitocondriale interna come complesso II della catena respiratoria. La contiguità tra matrice e membrana interna consente il trasferimento immediato degli equivalenti riducenti (NADH e FADH2) alla fosforilazione ossidativa, massimizzando l’efficienza energetica. Per ogni acetil-CoA, il ciclo genera 3 NADH, 1 FADH2 e 1 GTP (o ATP), oltre a CO2; questi cofattori alimentano la catena di trasporto degli elettroni sulla membrana interna, dove il gradiente protonico guida l’ATP sintasi. In termini di compartimentazione, questo contrasta con le cellule procariotiche, che non hanno mitocondri: in esse il ciclo si svolge nel citosol e la catena respiratoria è sulla membrana plasmatica. L’idea che il ciclo avvenga nel citoplasma in eucarioti è quindi errata. È pure errato collocarlo nello spazio intermembrana, che serve principalmente da compartimento per l’accumulo di protoni durante la respirazione. Il ciclo di Krebs è anche un crocevia metabolico: fornisce intermedi per biosintesi (citrato per lipidi, ?-chetoglutarato e ossalacetato per aminoacidi) e richiede reazioni anaplerotiche, come la carbossilazione del piruvato a ossalacetato, per rimpiazzare gli intermedi sottratti. In clinica, deficit di tiamina o esposizione ad arsenico inibiscono rispettivamente il complesso della piruvato deidrogenasi e l’?-chetoglutarato deidrogenasi, riducendo il flusso nel ciclo e predisponendo ad acidosi lattica e disfunzione neurologica; la fluorocitrato-tossicità (da fluoroacetato) inibisce l’aconitasi bloccando il ciclo. Nelle malattie mitocondriali, il danno della matrice o della catena respiratoria compromette la produzione di ATP con affaticabilità, intolleranza all’esercizio e miopatie. Questi esempi ribadiscono perché la corretta localizzazione nella matrice mitocondriale è cruciale per l’integrazione tra metabolismo del carbonio e produzione di energia.

67 di 101 Domande

Il glicogeno è :














La risposta corretta è la A
La risposta corretta è “un polisaccaride” perché il glicogeno è un polimero di glucosio costituito esclusivamente da residui di ?-D-glucosio uniti da legami glicosidici ?(1?4) lungo la catena e ?(1?6) ai punti di ramificazione; è quindi un omopolisaccaride altamente ramificato. Questa architettura produce moltissimi capi non riducenti, che consentono un rapido accesso enzimatico sia per la sintesi sia per la demolizione, caratteristica fondamentale per una riserva energetica prontamente mobilizzabile. La presenza di una proteina nucleante centrale, la glicogenina, e l’organizzazione in granuli citoplasmatici ne completano la struttura funzionale. Sul piano fisiologico, il glicogeno è la principale forma di deposito del glucosio negli animali. Nel fegato serve a mantenere la glicemia durante il digiuno tramite glicogenolisi; nel muscolo scheletrico fornisce energia locale durante l’esercizio, dove la glicogenolisi è attivata rapidamente e il glucosio-6-fosfato entra nella glicolisi per la produzione di ATP. La sintesi (glicogenosintesi, catalizzata da glicogeno sintasi e dall’enzima ramificante) è favorita dall’insulina dopo i pasti; la degradazione (mediata da glicogeno fosforilasi e dall’enzima deramificante) è stimolata da glucagone ed adrenalina e modulata dal calcio nel muscolo. Queste vie permettono di bilanciare in modo fine l’omeostasi del glucosio. Chiarire che è un polisaccaride aiuta anche a escludere distrattori tipici: non è un monosaccaride né un disaccaride, perché non è una singola molecola di zucchero o una coppia, ma una macromolecola polimerica; non è un lipide o una proteina, benché interagisca con proteine regolatorie ed enzimatiche durante il metabolismo. Il rilievo clinico è concreto: nelle glicogenosi, difetti enzimatici della sintesi o della degradazione del glicogeno causano ipoglicemia a digiuno e epatomegalia nelle forme epatiche o intolleranza allo sforzo, crampi e mioglobinuria nelle forme muscolari. In medicina d’urgenza e nello sport, conoscere il ruolo del glicogeno aiuta a interpretare ipoglicemie, affaticamento precoce e strategie nutrizionali per ottimizzare la performance e il recupero.

68 di 101 Domande

Quale dei seguenti ormoni ha la funzione di inibire la liberazione di calcio da parte delle ossa, riducendo la calcemia?














La risposta corretta e' la ' Calcitonina '.


69 di 101 Domande

Quale delle seguenti NON è una malattia autoimmune?














La risposta corretta e' la ' Cirrosi epatica '.


70 di 101 Domande

Che cosa caratterizza l'acido stearico?














La risposta corretta e' la ' Essere un acido grasso saturo '.


71 di 101 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON può rientrare nella formulazione della teoria cellulare moderna?














La risposta corretta e' la ' Ogni organismo pluricellulare può riprodursi solo per via sessuata '.


72 di 101 Domande

Quale delle seguenti affermazioni riguardanti i chiasmi è corretta?














La risposta corretta e' la ' Si tratta di punti di connessione tra cromatidi di cromosomi omologhi in cui è avvenuta la rottura e la ricombinazione dei cromatidi stessi '.


73 di 101 Domande

Per organismo “ diploide” si intende un organismo:














La risposta corretta e' la ' in cui ogni cromosoma è rappresentato due volte '.


74 di 101 Domande

Nella fermentazione alcolica quale molecola si ossida?














La risposta corretta e' la ' Il NADH '.


75 di 101 Domande

Quale atomo di carbonio della molecola del ribosio differisce da quello del desossiribosio per avere un atomo di ossigeno in più ?














La risposta corretta è la A
Quale atomo di carbonio della molecola del ribosio differisce da quello del desossiribosio per avere un atomo di ossigeno in più? C 2’. Nel ribosio (zucchero dell’RNA) il carbonio 2’ porta un gruppo ossidrilico (-OH), mentre nel 2-deossiribosio (zucchero del DNA) al 2’ c’è solo un idrogeno, quindi manca l’ossigeno. Gli altri carboni (1’, 3’, 4’, 5’) presentano la stessa ossigenazione in entrambe le pentosi, perciò la differenza specifica è localizzata al 2’. Questa 2’-OH rende l’RNA più reattivo e meno stabile in ambiente basico poiché può partecipare ad attacchi intramolecolari sul legame fosfodiestere. La presenza della 2’-OH favorisce anche una diversa conformazione dello zucchero (pucker C3’-endo) e quindi l’elica A nell’RNA, mentre l’assenza nel DNA favorisce il pucker C2’-endo e l’elica B. Inoltre, la 2’-OH consente interazioni H-bond addizionali con proteine e ioni, influenzando riconoscimento e catalisi ribozimica.

76 di 101 Domande

I frammenti di Okazaki sono:














La risposta corretta e' la ' piccoli frammenti di DNA sintetizzati dalla polimerasi durante la replicazione del filamento lento della doppia elica '.


77 di 101 Domande

Da che cosa è costituito il materiale genetico dei retrovirus come l’ HIV?














La risposta corretta e' la ' RNA a singolo filamento che viene usato come stampo per la sintesi di DNA '.


78 di 101 Domande

Qual è il termine che indica il movimento dell'acqua attraverso una membrana semipermeabile da un'area a maggiore concentrazione di acqua a un'area a minore concentrazione di acqua?














La risposta corretta e' la ' Osmosi '.


79 di 101 Domande

Nei procarioti, i geni funzionalmente correlati sono talvolta posizionati in modo adiacente l'uno all'altro nel genoma e possono essere sotto il controllo dello stesso meccanismo di regolazione. Come vengono chiamati?














La risposta corretta è la C
La descrizione si riferisce agli operoni, unità genetiche tipiche dei procarioti in cui più geni funzionalmente correlati sono adiacenti e trascritti insieme sotto il controllo di uno stesso promotore e di elementi regolatori condivisi. Un operone include di norma un promotore, una o più sequenze operatrici dove si legano repressori/attivatori, e i geni strutturali; la trascrizione produce un unico mRNA policistronico, da cui vengono tradotte proteine diverse ma coinvolte nella stessa via metabolica o funzione cellulare. Questo assetto consente una regolazione coordinata, rapida ed energeticamente efficiente in risposta alle variazioni ambientali. Esempi canonici sono il lac operon, inducibile: in presenza di lattosio (allolattosio) il repressore è inattivato e, in condizioni di basso glucosio, il complesso cAMP-CAP funge da attivatore, potenziando la trascrizione; e il trp operon, reprimibile: quando il triptofano è abbondante agisce da corepressore legandosi al repressore e spegnendo l’espressione; nello stesso sistema opera anche l’attenuazione, un meccanismo dipendente dalla traduzione che modula l’elongazione della trascrizione. Questi modelli illustrano sia la regolazione negativa sia quella positiva tipiche degli operoni batterici. È importante distinguerli dai reguloni, che raggruppano geni/operoni dispersi nel genoma ma controllati da un medesimo fattore regolatore, non necessariamente contigui. Il concetto ha risvolti clinici e diagnostici. Molti fattori di virulenza, sistemi di secrezione e vie per la biosintesi di tossine o biofilm sono organizzati in operoni, permettendo ai patogeni di accendersi o spegnersi in blocco in base al microambiente, con impatto su patogenicità e resistenza. Anche i test di laboratorio sfruttano fenotipi legati ad operoni: per esempio, la fermentazione del lattosio (MacConkey) riflette l’espressione coordinata di geni regolati in modo simile al lac. Farmaci che colpiscono la trascrizione o la traduzione batterica, come rifampicina o macrolidi, inibendo rispettivamente RNA polimerasi o sintesi proteica, interrompono l’espressione di interi operoni, contribuendo all’efficacia antimicrobica. Nei eucarioti, al contrario, l’mRNA è tipicamente monocistronico e gli operoni sono rari, a sottolineare la specificità procariotica del concetto.

80 di 101 Domande

Qual è uno dei principali vantaggi della riproduzione sessuata rispetto a quella asessuata?














La risposta corretta e' la ' Aumento della variabilità genetica '.


81 di 101 Domande

Quale fra le seguenti è la dimensione media tipica di una cellula batterica come E. Coli?














La risposta corretta e' la ' Circa 2 μ '.


82 di 101 Domande

L’ oogenesi produce cellule che sono?














La risposta corretta e' la ' Aploidi e geneticamente differenti le une dalle altre '.


83 di 101 Domande

Glicemia, uricemia e molti altri termini che finiscono con -emia indicano:














La risposta corretta e' la ' la concentrazione di una specifica sostanza nel sangue '.


84 di 101 Domande

Quale fra le seguenti affermazioni riguardanti i virus è falsa?














La risposta corretta è la D
È falsa l’affermazione secondo cui i virus contengono sempre sia DNA sia RNA. Per definizione, il genoma virale è costituito da un solo tipo di acido nucleico: o DNA o RNA. Questo principio è alla base della classificazione dei virus e vale indipendentemente dalla forma del genoma, che può essere a singolo o doppio filamento, lineare o circolare, e in alcuni casi segmentato. I retrovirus, ad esempio, hanno un genoma a RNA ma durante il ciclo replicativo sintetizzano una copia di DNA che si integra nel genoma dell’ospite; al contrario gli hepadnavirus hanno un genoma a DNA e utilizzano un intermedio a RNA per la retrotrascrizione. In entrambi i casi, però, la particella virale matura contiene un solo tipo di acido nucleico. Questa distinzione ha ricadute cliniche e diagnostiche importanti. I test molecolari sono progettati per rilevare specificamente DNA o RNA virale (per esempio PCR o RT-PCR), e la scelta delle terapie antivirali dipende spesso dagli enzimi coinvolti: gli inibitori della trascrittasi inversa sono efficaci contro virus che impiegano retrotrascrizione, mentre gli analoghi nucleosidici che inibiscono DNA-polimerasi sono usati per molti DNA-virus. Inoltre, i virus a RNA tendono a mutare più rapidamente, favorendo variabilità antigenica (come nell’influenza), mentre molti DNA-virus mostrano maggiore stabilità genetica e capacità di latenza (come gli herpesvirus). Altre proprietà generali dei virus utili per escludere alternative veritiere: sono parassiti intracellulari obbligati privi di metabolismo autonomo e ribosomi; la particella virale è costituita da un capside proteico che talvolta è avvolto da un pericapside lipidico; i virus con envelope sono in genere più sensibili a solventi lipidici e detergenti, mentre i virus nudi sono più resistenti nell’ambiente. Alcuni virus a RNA presentano genomi segmentati che possono riassortire, ma i segmenti sono tutti dello stesso tipo di acido nucleico. In sintesi, i virioni non contengono mai contemporaneamente DNA e RNA; il “misto” avviene solo come intermedio del ciclo replicativo, non come composizione del genoma virale nella particella infettiva.

85 di 101 Domande

Dalla divisione mitotica di una cellula somatica umana si originano:














La risposta corretta è la C
La mitosi è il processo con cui una cellula somatica umana mantiene stabile il patrimonio genetico nei tessuti. Una cellula diploide (2n) con 46 cromosomi replica il proprio DNA in fase S del ciclo cellulare: ogni cromosoma diventa costituito da due cromatidi fratelli uniti al centromero. Nonostante il raddoppio del contenuto di DNA (da 2C a 4C), il numero di cromosomi resta convenzionalmente 46, perché si conta il numero di centromeri. Nella mitosi vera e propria, il fuso mitotico allinea i cromosomi in metafase e separa i cromatidi in anafase, distribuendone uno per ciascun polo. La citodieresi divide poi il citoplasma, producendo due cellule figlie diploidi, ciascuna con 46 cromosomi. Il risultato è quindi due cellule geneticamente quasi identiche alla cellula madre, con lo stesso cariotipo diploide. Questo è essenziale per crescita, rinnovamento e riparazione dei tessuti. Fa eccezione la gametogenesi, che avviene per meiosi e genera cellule aploidi (23 cromosomi), e alcuni tessuti specializzati in cui esistono cicli modificati con poliploidia o endomitosi (per esempio megacariociti). In condizioni fisiologiche, la correttezza della segregazione cromosomica è garantita da checkpoint del ciclo cellulare (G1/S, G2/M e del fuso mitotico) che impediscono la progressione in presenza di danni al DNA o attacchi al fuso incompleti. Errori mitotici possono condurre ad aneuploidie a mosaico (per esempio trisomie a mosaico) o a instabilità cromosomica, un tratto frequente dei tumori solidi e delle emopatie maligne. La distinzione tra mitosi e meiosi ha ricadute cliniche: l’identificazione di anomalie del numero dei cromosomi nelle biopsie o nei preparati citologici aiuta nella diagnosi oncologica, e molti farmaci antitumorali sfruttano la vulnerabilità delle cellule in mitosi. Taxani e alcaloidi della vinca interferiscono con i microtubuli del fuso, bloccando la metafase e inducendo morte cellulare; inibitori di chinasi ciclina-dipendenti modulano i checkpoint per prevenire la proliferazione incontrollata. In sintesi, dalla divisione mitotica di una cellula somatica umana derivano due cellule figlie con 46 cromosomi ciascuna, assicurando la continuità genetica dei tessuti.

86 di 101 Domande

L'Helicobacter pylori può causare:














La risposta corretta è la B
Helicobacter pylori è un batterio gram?negativo spiraliforme, ureasi?positivo, che colonizza selettivamente la mucosa gastrica e rappresenta la causa più frequente di gastrite cronica attiva. La produzione di ureasi scinde l’urea in ammoniaca, creando un microambiente meno acido che facilita la sopravvivenza batterica; la motilità e l’adesione all’epitelio, insieme a fattori di virulenza (es. cagA, vacA), innescano una risposta infiammatoria con infiltrato neutrofilo e linfoplasmocitario. L’infezione può presentarsi come gastrite acuta paucisintomatica e progredire a gastrite cronica, con possibili esiti di atrofia, metaplasia intestinale e aumentato rischio di ulcera peptica e neoplasie gastriche. Un coinvolgimento antrale predominante tende ad aumentare la secrezione acida (ipercloridria) e si associa a ulcera duodenale; una gastrite corporale/pangastrite riduce l’acidità (ipocloridria) e si associa ad ulcera gastrica e rischio neoplastico. Clinicamente, molti soggetti sono asintomatici; quando presenti, i sintomi includono dispepsia, dolore epigastrico, nausea o senso di pienezza precoce. In pratica clinica, nei pazienti con dispepsia non allarmante si adotta spesso una strategia “test and treat” per H. pylori. La diagnosi si pone con test non invasivi che documentano infezione attiva, come test del respiro all’urea o ricerca dell’antigene fecale; la sierologia non distingue infezione attiva da pregressa. In caso di endoscopia, la biopsia consente test rapidi all’ureasi e valutazione istologica. L’eradicazione dell’H. pylori risolve la gastrite in molti casi e riduce il rischio di recidiva ulcerosa e di complicanze. Le terapie di prima linea dipendono dall’epidemiologia locale della resistenza antibiotica; regimi comunemente raccomandati includono la quadrupla con bismuto (inibitore di pompa protonica, bismuto, tetraciclina e metronidazolo) per 10–14 giorni o schemi alternativi guidati da suscettibilità. La tradizionale triplice con claritromicina si evita quando la resistenza è elevata. È essenziale verificare l’eradicazione con test del respiro o antigene fecale almeno 4 settimane dopo la terapia, sospendendo gli inibitori di pompa protonica per circa 2 settimane prima del test. In sintesi, H. pylori causa gastrite attraverso un meccanismo infiammatorio cronico della mucosa gastrica; il riconoscimento e l’eradicazione dell’infezione sono cardini della gestione di dispepsia, ulcera e delle sequele correlate.

87 di 101 Domande

Quale dei seguenti lipidi è un importante precursore degli ormoni steroidei?














La risposta corretta è la C
Il colesterolo è il precursore universale di tutti gli ormoni steroidei. Nelle cellule steroido-secernenti di surrene, gonadi e placenta, il colesterolo libero viene trasferito dal citosol al mitocondrio tramite la proteina StAR; qui l’enzima mitocondriale CYP11A1 (P450scc, desmolasi della catena laterale) scinde la catena alifatica del colesterolo formando pregnenolone. Da questo intermedio derivano, attraverso vie enzimatiche sequenziali, progesterone, mineralcorticoidi (aldosterone), glucocorticoidi (cortisolo) e androgeni/estrogeni. Dunque, senza colesterolo non è possibile la steroidogenesi. Il colesterolo cellulare può provenire da sintesi endogena (via dell’HMG-CoA reduttasi) o da captazione di LDL plasmatiche tramite il recettore LDL; viene stoccato come estere di colesterolo e riconvertito a colesterolo libero dalla colesteril-ester idrolasi per essere utilizzato. La regolazione ormonale è cruciale: ACTH nel surrene e LH/hCG in gonadi stimolano l’afflusso mitocondriale di colesterolo e l’attività degli enzimi steroideogenici, adeguando la produzione agli stimoli fisiologici (stress, ritmo circadiano, ciclo mestruale, gravidanza). Altri lipidi comunemente proposti come distrattori, quali trigliceridi, fosfolipidi o sfingolipidi, non partecipano alla biosintesi degli steroidi; sono componenti energetici o strutturali di membrana. Anche gli esteri di colesterolo rappresentano una forma di deposito, ma il substrato immediato utilizzabile dagli enzimi steroideogenici è il colesterolo libero. Il nesso clinico è rilevante: difetti genetici del trasporto o della conversione del colesterolo (deficit di StAR o di CYP11A1) causano iperplasia surrenalica congenita lipoidea con grave insufficienza surrenalica e ipogonadismo. Farmaci che inibiscono enzimi della steroidogenesi (ad esempio ketoconazolo o abiraterone) riducono la sintesi di ormoni steroidei; la conoscenza del ruolo centrale del colesterolo aiuta a prevedere effetti e monitorare la terapia. Al contrario, la terapia con statine riduce la sintesi epatica di colesterolo ma, in condizioni ordinarie, non compromette la produzione surrenalica grazie a vie compensatorie e all’apporto da LDL. In sintesi, il colesterolo è il mattone biochimico essenziale da cui derivano tutti gli ormoni steroidei.

88 di 101 Domande

Il daltonismo è una malattia recessiva determinata da un gene legato al sesso. Se una femmina portatrice sana si accoppia con un maschio daltonico, quale sarà la percentuale di individui daltonici nella loro prole?














La risposta corretta è la A
Il daltonismo rosso–verde è un tratto recessivo legato al cromosoma X. Nei maschi, che possiedono un solo cromosoma X (XY), la presenza dell’allele mutato è sufficiente per manifestare la condizione; nelle femmine (XX), sono necessari due alleli mutati per essere affette, mentre con un solo allele mutato sono portatrici sane. Indichiamo XN l’allele normale e Xd quello daltonico. Una madre portatrice ha genotipo XNXd; un padre daltonico ha genotipo XdY. Dalle possibili combinazioni germinali, le figlie ricevono sempre l’X paterno mutato (Xd): se ereditano dalla madre XN saranno XNXd (portatrici, fenotipicamente sane), se ereditano Xd saranno XdXd (affette). I figli ricevono il cromosoma Y dal padre: se ereditano dalla madre XN saranno XNY (sani), se ereditano Xd saranno XdY (daltonici). In condizioni di segregazione mendeliana e rapporto tra i sessi 1:1, ciò produce il 50% di prole daltonica e il 50% sana: metà delle figlie (25% del totale) saranno affette e metà portatrici; metà dei figli (25% del totale) saranno affetti e metà sani. Pertanto, la risposta corretta è “metà daltonici e metà sani”. Clinicamente, i difetti rosso–verde sono le anomalie visive congenite più comuni e spiegano la maggiore prevalenza nei maschi per la natura X?linked. Le portatrici sono in genere asintomatiche, anche se raramente possono mostrare lievi alterazioni per inattivazione X non casuale. La diagnosi si basa su test di discriminazione cromatica, come tavole di Ishihara e, nei casi dubbi, anomaloscopia. Non esiste una terapia risolutiva; la gestione è orientata all’educazione, all’adattamento (filtri/ausili per il contrasto) e alla consulenza sulle scelte professionali quando la corretta percezione cromatica è essenziale. In consulenza genetica è importante comunicare che il rischio è del 50% per ciascun nuovo figlio, indipendente dagli esiti di gravidanze precedenti, e che da un padre affetto e una madre portatrice possono nascere anche figlie femmine affette, evenienza non possibile se il padre è sano e solo la madre è portatrice.

89 di 101 Domande

Quali cellule del fegato sono responsabili della produzione di bile?














La risposta corretta è la B
Gli epatociti sono le cellule parenchimali del fegato responsabili della formazione della bile primaria. All’interno degli epatociti avvengono la sintesi degli acidi biliari a partire dal colesterolo (via della 7??idrossilasi), la loro coniugazione con glicina o taurina, la secrezione di fosfolipidi e colesterolo e l’escrezione nella bile di sostanze di scarto come la bilirubina coniugata e numerosi xenobiotici. La bile viene riversata nel lume dei canalicoli biliari, piccoli spazi delimitati da giunzioni serrate tra epatociti; il trasporto canalicolare è attivo e mediato da pompe ATP?dipendenti, tra cui BSEP per i sali biliari, MRP2 per la bilirubina coniugata e MDR3 per la fosfatidilcolina. L’osmosi dei soluti canalicolari richiama acqua, generando un flusso biliare isotono. Le cellule colangiari (colangiociti), che rivestono i dotti biliari, non producono la bile primaria: ne modulano il volume e la composizione aggiungendo bicarbonato e acqua, soprattutto sotto stimolo della secretina, e la convogliano verso la colecisti e il duodeno. Altre cellule epatiche hanno funzioni diverse: le cellule di Kupffer sono macrofagi residenti, le cellule stellate immagazzinano vitamina A e partecipano alla fibrogenesi, e le cellule endoteliali sinusoidali regolano gli scambi ematici. Clinicamente, la bile è essenziale per l’emulsione e l’assorbimento dei lipidi e delle vitamine liposolubili, oltre che per l’eliminazione di bilirubina e colesterolo. Alterazioni della produzione o della secrezione canalicolare da parte degli epatociti causano colestasi intraepatica, con prurito, iperbilirubinemia prevalentemente coniugata e aumento di fosfatasi alcalina e GGT; difetti dei trasportatori (es. BSEP) possono determinare colestasi familiari progressive. Le colangiopatie (es. colangite biliare primitiva o colangite sclerosante) colpiscono soprattutto i dotti e il flusso, non la produzione primaria. Nei quadri di ittero da coniugazione compromessa (es. deficit di UGT1A1), il problema è epatocitario ma riguarda specificamente il metabolismo della bilirubina, confermando che la generazione della bile, nel suo complesso, è una funzione propria degli epatociti.

90 di 101 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


91 di 101 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


92 di 101 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


93 di 101 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


94 di 101 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


95 di 101 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


96 di 101 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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Quale/i delle seguenti affermazioni relative a una soluzione tampone acida è /sono corretta/e? 1. Il pH non varia qualunque sia la quantità di acido o base aggiunti alla soluzione 2. È formata da un sale di un acido disciolto in una soluzione dello stesso acido 3. Le soluzioni tampone possono avere solo valori di pH compresi tra 3 e 6














La risposta corretta è la A
Quale/i delle seguenti affermazioni relative a una soluzione tampone acida è/sono corretta/e? Solo 2. Una soluzione tampone acida è composta da un acido debole e il suo sale, che contiene la base coniugata dell'acido. Questa combinazione permette alla soluzione di resistere a variazioni di pH quando vengono aggiunte piccole quantità di acido o base. L'affermazione 1 è errata perché il pH di una soluzione tampone può variare leggermente con l'aggiunta di acido o base, ma rimane comunque relativamente stabile. L'affermazione 3 è sbagliata perché le soluzioni tampone possono avere un ampio intervallo di pH, non limitato tra 3 e 6, a seconda degli acidi e delle basi coniugate utilizzate. L'affermazione 2 è corretta perché descrive accuratamente la composizione di una soluzione tampone acida.

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Quale dei seguenti NON è un componente della catena di trasporto degli elettroni?














La risposta corretta è la D
Il piruvato non è un componente della catena di trasporto degli elettroni (CTE). La CTE è localizzata nella membrana mitocondriale interna ed è composta dai complessi I–IV, dai trasportatori mobili ubichinone (coenzima Q) e citocromo c, e dall’ATP sintasi (talvolta chiamata complesso V, che utilizza il gradiente proton-motrice generato dai complessi I, III e IV per sintetizzare ATP). Gli elettroni arrivano alla catena principalmente come NADH (che cede elettroni al complesso I) e FADH2 (che cede elettroni al complesso II, la succinato deidrogenasi, unico enzima a cavallo tra ciclo di Krebs e CTE). Da lì gli elettroni fluiscono a coenzima Q, complesso III, citocromo c e complesso IV, dove l’ossigeno è l’accettore finale e viene ridotto ad acqua. Il piruvato, invece, è il prodotto finale della glicolisi. Una volta trasportato nel mitocondrio tramite il carrier del piruvato, viene convertito dal complesso della piruvato deidrogenasi in acetil-CoA con produzione di NADH. L’acetil-CoA alimenta il ciclo di Krebs, generando ulteriore NADH e FADH2 che a loro volta forniscono elettroni alla CTE. Pertanto, il piruvato è un substrato “a monte” che rifornisce di equivalenti riducenti la CTE, ma non fa parte della catena né come complesso proteico, né come trasportatore mobile di elettroni. In condizioni anaerobiche, il piruvato viene ridotto a lattato per rigenerare NAD+ citosolico, un processo che avviene al di fuori della CTE. Dal punto di vista clinico, è utile distinguere il ruolo del piruvato da quello dei veri componenti della CTE. Difetti della CTE (p.es. mutazioni dei complessi I–IV, CoQ o citocromi) causano encefalomiopatie, intolleranza allo sforzo e acidosi lattica per ridotta ossidazione del NADH. Inibitori acuti come il cianuro bloccano il complesso IV, mentre il complesso I è bersaglio di alcune sostanze e farmaci. Viceversa, deficit del complesso della piruvato deidrogenasi portano ad accumulo di piruvato e lattato, ma non coinvolgono direttamente i componenti della catena respiratoria. Questa distinzione aiuta a interpretare correttamente quadri biochimici e clinici.

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Che cosa passa attraverso il canale dell’ ATP sintetasi durante il processo chemiosmotico che avviene nei mitocondri?














La risposta corretta è la B
Passano ioni H+ attraverso il canale dell’ATP sintetasi durante la chemiosmosi mitocondriale. La catena di trasporto degli elettroni, nella membrana interna, ossida NADH e FADH2 e usa l’energia liberata per pompare protoni dalla matrice allo spazio intermembrana. Si genera così una forza proton-motrice composta da un gradiente elettrico (??) e da un gradiente di pH (?pH). L’ATP sintetasi (complesso V), un enzima F0F1, sfrutta proprio il flusso passivo dei protoni lungo questo gradiente: gli H+ rientrano nella matrice attraverso il canale F0, provocando la rotazione del rotore e cambi conformazionali nelle subunità catalitiche di F1, che consentono la sintesi di ATP da ADP e fosfato inorganico secondo il meccanismo del “binding change”. Né elettroni, né sodio, né ossigeno attraversano l’ATP sintetasi: gli elettroni scorrono nei complessi I–IV e l’ossigeno è l’accettore finale che si riduce ad acqua; il trasporto di ADP/ATP e del fosfato è mediato da traslocasi dedicate, non dal canale dell’enzima. Questo principio ha risvolti clinici rilevanti. Se il gradiente protonico viene dissipato, la sintesi di ATP crolla: gli “disaccoppianti” (ad esempio salicilati ad alte dosi o sostanze come il DNP) aumentano la permeabilità ai protoni bypassando l’ATP sintetasi e convertendo l’energia in calore, con ipertermia e acidosi lattica. Al contrario, l’oligomicina blocca il canale F0 impedendo il flusso di H+ e quindi l’ATP; la respirazione rallenta perché il gradiente si satura. Veleni come cianuro o monossido di carbonio arrestano la catena respiratoria, bloccano il pompaggio di protoni e abbattono la forza proton-motrice, con rapida deplezione di ATP. Nei tessuti adiposi bruni, una proteina disaccoppiante fisiologica (UCP1) fa passare H+ per produrre calore. In condizioni ischemiche e in alcune malattie mitocondriali, l’inefficiente generazione/uso del gradiente protonico contribuisce a disfunzione energetica e danno cellulare. In sintesi, il flusso di ioni H+ attraverso l’ATP sintetasi è l’evento meccanicistico chiave che trasduce l’energia del gradiente elettrochimico in legami fosfato ad alta energia, rendendo possibile la maggior parte dell’ATP aerobico cellulare.

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L'etere di metilico è un composto con formula bruta C2H6O. Che tipo di ibridazione presentano gli atomi di carbonio?














La risposta corretta è la E
L'etere metilico è un composto con formula bruta C?H?O e gli atomi di carbonio presentano un'ibridazione sp³. Questa configurazione è dovuta al fatto che ciascun atomo di carbonio nell'etere metilico è legato a quattro gruppi diversi: uno è legato a un atomo di ossigeno e tre a idrogeni (nel caso del metanolo) o a un altro gruppo metilico e idrogeni (nell'etere dimetilico). L'ibridazione sp³ implica che gli orbitali ibridi risultanti hanno una geometria tetraedrica, che consente ai legami di disporsi il più lontano possibile l'uno dall'altro, minimizzando la repulsione elettronica. Questa disposizione è tipica degli atomi di carbonio negli alcani e in molti composti organici contenenti ossigeno, come gli eteri, che mantengono una struttura molecolare stabile e prevedibile.

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