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1 di 92 Domande

La reazione P2O5+2H2O--->H4P2O7 è una reazione di:














La risposta corretta è la B
La reazione P?O?+2H?O?H?P?O? è una reazione di sintesi. Questa reazione è classificata come sintesi perché due o più reagenti si combinano per formare un singolo prodotto. In questo caso, il pentossido di difosforo (P?O?) e l'acqua (H?O) reagiscono per formare l'acido pirofosforico (H?P?O?). Le reazioni di sintesi sono caratterizzate dalla formazione di composti più complessi a partire da sostanze più semplici. La reazione in questione è un esempio tipico di questa categoria, poiché il prodotto finale è un composto più complesso rispetto ai reagenti iniziali. Questo tipo di reazioni è fondamentale in chimica, poiché consente la formazione di una vasta gamma di composti chimici a partire da elementi o composti più semplici.

2 di 92 Domande

Negli ossiacidi inorganici:














La risposta corretta è la E
Negli ossiacidi inorganici, gli atomi di idrogeno acidi sono legati in modo covalente agli atomi di ossigeno. Questa caratteristica è fondamentale per la definizione stessa di ossiacido, in cui l'idrogeno acido è quello che può essere rilasciato in soluzione acquosa sotto forma di ioni H?, contribuendo all'acidità della soluzione. In un ossiacido, la struttura generale prevede un atomo centrale, solitamente un non metallo, legato a uno o più gruppi ossidrilici (-OH). L'atomo di ossigeno agisce come un ponte che lega l'idrogeno all'atomo centrale, e la polarità del legame O-H è ciò che facilita la ionizzazione dell'idrogeno. La presenza dell'ossigeno, un elemento altamente elettronegativo, rende il legame O-H polarizzato, con l'ossigeno che attira a sé gli elettroni, indebolendo il legame e permettendo all'idrogeno di dissociarsi facilmente. Questa configurazione è essenziale per la funzione acida degli ossiacidi, in quanto determina la capacità dell'acido di donare protoni, una proprietà che è alla base del comportamento acido.

3 di 92 Domande

La legge di Henry, che stabilisce una relazione tra pressione gassosa e solubilità dei gas nei liquidi, è una legge ideale, che viene seguita abbastanza esattamente solo dai gas di bassa solubilità; i gas molto solubili presentano invece notevoli deviazioni dalla legge, deviazioni che peraltro tendono a diminuire al crescere della temperatura. Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano?














La risposta corretta è la D
La legge di Henry, che stabilisce una relazione tra pressione gassosa e solubilità dei gas nei liquidi, è una legge ideale, che viene seguita abbastanza esattamente solo dai gas di bassa solubilità; i gas molto solubili presentano invece notevoli deviazioni dalla legge, deviazioni che peraltro tendono a diminuire al crescere della temperatura. Quanto più il gas è solubile nel liquido, tanto maggiori sono le deviazioni dalla legge di Henry. La risposta è corretta perché la legge di Henry presuppone che l'interazione tra le molecole di gas e il solvente sia minima, il che è vero per gas poco solubili. Quando un gas è molto solubile, le interazioni tra le molecole di gas e il solvente diventano più significative, causando deviazioni dalla linearità prevista dalla legge di Henry. Queste deviazioni si manifestano perché l'assunzione di un comportamento ideale non tiene conto delle forze intermolecolari, come le forze di van der Waals o i legami idrogeno, che possono diventare rilevanti. Inoltre, al crescere della temperatura, l'energia cinetica delle molecole aumenta, diminuendo l'effetto delle interazioni specifiche e quindi riducendo le deviazioni dalla legge.

4 di 92 Domande

Il legame covalente è polarizzato quando:














La risposta corretta è la E
Il legame covalente è polarizzato quando si stabilisce tra atomi con differente elettronegatività. Questa affermazione è corretta perché un legame covalente è definito come polarizzato quando c'è una distribuzione asimmetrica della densità elettronica tra i due atomi coinvolti nel legame. L'elettronegatività è una misura della tendenza di un atomo ad attrarre a sé gli elettroni di legame. Quando due atomi con differente elettronegatività formano un legame covalente, l'atomo più elettronegativo attirerà maggiormente gli elettroni, creando una parziale carica negativa su di sé e una parziale carica positiva sull'altro atomo. Questo fenomeno genera un dipolo elettrico, rendendo il legame polarizzato. Un esempio comune è il legame tra idrogeno e ossigeno nell'acqua, dove l'ossigeno, più elettronegativo, attira gli elettroni più dell'idrogeno, creando una molecola polarizzata.

5 di 92 Domande

“Gli aspetti quantitativi del fenomeno dell'elettrolisi sono regolati dalle leggi di Faraday. La prima legge afferma che le quantità di sostanze prodotte all'anodo e al catodo sono direttamente proporzionali alla quantità di elettricità che ha attraversato il circuito durante l'elettrolisi. La seconda legge afferma che per ottenere mediante elettrolisi un grammo equivalente di qualsiasi sostanza occorre sempre la stessa quantità di elettricità (circa 96500 coulombs), che corrisponde alla quantità di elettricità trasportata da una mole di elettroni”.
Quale delle seguenti affermazioni può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda sull'elettrolisi è: "Per ottenere al catodo un millesimo di grammo equivalente di una sostanza occorrono circa 96.5 coulombs." Questa risposta è corretta perché si basa sulla seconda legge di Faraday dell'elettrolisi, che afferma che per ottenere un grammo equivalente di una sostanza è necessaria una quantità fissa di elettricità, pari a circa 96500 coulombs, corrispondente alla carica di una mole di elettroni. Pertanto, se per un grammo equivalente sono necessari 96500 coulombs, per un millesimo di grammo equivalente sarà necessaria una quantità di elettricità mille volte inferiore, ovvero circa 96.5 coulombs. Questo calcolo dimostra la proporzionalità diretta tra la quantità di sostanza prodotta e la quantità di elettricità utilizzata, come indicato dalla legge.

6 di 92 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


7 di 92 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

8 di 92 Domande

Se un soluzione acquosa di HCl (1 L) avente pH = 4 viene diluita con acqua a un volume dieci volte maggiore (a 10 L), il pH della soluzione ottenuta è:














La risposta corretta e' la '

5

'.


9 di 92 Domande

Cl-Cl rappresenta la molecola biatomica del cloro; il legame che caratterizza tale sostanza è:














La risposta corretta e' la '

covalente puro

'.


10 di 92 Domande

Qual è lo stato di ibridazione degli orbitali del carbonio nel cicloesano (C6H12)?














La risposta corretta è la B
Lo stato di ibridazione degli orbitali del carbonio nel cicloesano (C?H??) è sp³. Il cicloesano è un cicloalcano, una molecola ciclica satura composta esclusivamente da atomi di carbonio e idrogeno, dove ciascun atomo di carbonio forma quattro legami sigma. Per formare questi legami, gli orbitali atomici del carbonio si ibridano per dare origine a quattro orbitali ibridi sp³, ognuno dei quali è orientato verso i vertici di un tetraedro, permettendo così un angolo di legame di circa 109.5 gradi. Questa configurazione tetraedrica è tipica degli atomi di carbonio che partecipano a legami semplici, come avviene nel cicloesano, dove ogni carbonio si lega a due atomi di carbonio adiacenti e a due atomi di idrogeno. L'ibridazione sp³ conferisce alla molecola del cicloesano una struttura tridimensionale stabile, essenziale per la sua conformazione a sedia, che minimizza la tensione angolare e torsionale.

11 di 92 Domande

In 100 ml di una soluzione 2M sono presenti 6 grammi di soluto. Qual e? il peso molecolare del soluto in u.m.a.?














La risposta corretta e' la '

30

'.


12 di 92 Domande

Identificare la corretta combinazione dei coefficienti stechiometrici dopo aver bilanciato la seguente reazione redox. IO3-+ H2S --> I2 + SO32- + H2O + H+














La risposta corretta è la A
La combinazione corretta dei coefficienti stechiometrici dopo aver bilanciato la reazione redox IO?? + H?S ? I? + SO?²? + H?O + H? è 6:5 ? 3:5:3:4. Per bilanciare questa reazione redox, è necessario considerare il trasferimento di elettroni tra gli atomi coinvolti. Lo iodato (IO??) viene ridotto a iodio molecolare (I?) mentre il solfuro di idrogeno (H?S) viene ossidato a solfito (SO?²?). Bisogna determinare i numeri di ossidazione degli elementi coinvolti: lo iodio passa da +5 a 0 e lo zolfo da -2 a +4. Calcolando il numero di elettroni trasferiti, si trova che 6 molecole di IO?? richiedono 10 elettroni per essere ridotte, mentre 5 molecole di H?S forniscono esattamente 10 elettroni ossidandosi. Così, i coefficienti stechiometrici vengono determinati per bilanciare sia la massa che la carica, risultando nella combinazione 6:5 ? 3:5:3:4, che garantisce che gli atomi e le cariche siano bilanciati su entrambi i lati dell'equazione.

13 di 92 Domande

Indicare cosa hanno in comune l'isotopo 58Fe e l'isotopo 59Co.














La risposta corretta è la A
La domanda chiede cosa abbiano in comune l'isotopo 58Fe e l'isotopo 59Co, e la risposta corretta è che condividono lo stesso numero di neutroni. Gli isotopi sono varianti dello stesso elemento chimico che differiscono per il numero di neutroni nel nucleo. L'isotopo 58Fe ha un numero atomico di 26, il che significa che ha 26 protoni, e quindi possiede 32 neutroni (58 - 26 = 32). L'isotopo 59Co ha un numero atomico di 27, quindi ha 27 protoni, e di conseguenza ha anch'esso 32 neutroni (59 - 27 = 32). Pertanto, nonostante siano isotopi di elementi chimici diversi, condividono lo stesso numero di neutroni, che è il motivo per cui la risposta è corretta.

14 di 92 Domande

Supponendo che l’abbondanza relativa dei diversi isotopi del cloro sia: 75% cloro-35 (34,96 u.m.a.) e 25% cloro-37 (36,96 u.m.a.), la massa del cloro risulterebbe:














La risposta corretta è la B
Supponendo che l’abbondanza relativa dei diversi isotopi del cloro sia: 75% cloro-35 (34,96 u.m.a.) e 25% cloro-37 (36,96 u.m.a.), la massa del cloro risulterebbe 35,46 u.m.a. La massa atomica media di un elemento viene calcolata come la media ponderata delle masse dei suoi isotopi, tenendo conto delle rispettive abbondanze relative. Nel caso del cloro, si moltiplica la massa dell'isotopo cloro-35 (34,96 u.m.a.) per la sua abbondanza relativa (0,75) e la massa dell'isotopo cloro-37 (36,96 u.m.a.) per la sua abbondanza relativa (0,25). Sommando questi due contributi, si ottiene: (34,96 u.m.a. * 0,75) + (36,96 u.m.a. * 0,25) = 26,22 u.m.a. + 9,24 u.m.a. = 35,46 u.m.a. Questo valore rappresenta la massa atomica media del cloro, riflettendo la distribuzione naturale degli isotopi nell'elemento.

15 di 92 Domande

Quali sono i valori da attribuire ai coefficienti a, b, c per bilanciare correttamente la seguente reazione chimica? 

3Cl2 + aNaOH → bNaClO3 + cNaCl + 3H2














La risposta corretta è la D
Per bilanciare correttamente la reazione chimica 3Cl? + aNaOH ? bNaClO? + cNaCl + 3H?O, i valori dei coefficienti devono essere a = 6, b = 1, e c = 5. Per bilanciare una reazione chimica, è necessario assicurarsi che il numero di atomi di ciascun elemento sia uguale su entrambi i lati dell'equazione. In questo caso, partiamo dal cloro: ci sono 6 atomi di Cl nel reagente (3Cl?) e devono essere distribuiti tra NaClO? e NaCl nei prodotti. Assegnando b = 1, otteniamo che c = 5 per soddisfare il bilanciamento del cloro. Per il sodio, a deve essere uguale alla somma di b e c, quindi a = 6. Infine, il bilancio dell'idrogeno e dell'ossigeno è verificato: 6 molecole di NaOH forniscono 6 atomi di ossigeno e 6 di idrogeno, che si combinano con 3 molecole di H?O nei prodotti, completando così il bilanciamento dell'equazione.

16 di 92 Domande

Quale tra le seguenti affermazioni riguardanti i numeri quantici NON è corretta?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale tra le seguenti affermazioni riguardanti i numeri quantici non sia corretta e la risposta corretta è che "Il numero di orbitali possibili per ogni valore di n è n³". La spiegazione è che il numero di orbitali per un dato numero quantico principale n è in realtà n², non n³. Questo è perché per ogni livello energetico definito dal numero quantico principale n, esistono n sottolivelli (corrispondenti al numero quantico azimutale l che varia da 0 a n-1) e per ogni valore di l ci sono (2l+1) orbitali. Sommando questi orbitali per tutti i valori di l, si ottiene n² orbitali. Ad esempio, per n=2, ci sono 2²=4 orbitali: uno s (l=0) e tre p (l=1). Pertanto, l'affermazione che il numero di orbitali è n³ è errata e per questo motivo è la scelta corretta per la domanda.

17 di 92 Domande

Si abbia una soluzione di cloruro di sodio in acqua: come varia il punto di congelamento della soluzione se viene raddoppiato il volume della soluzione per aggiunta di acqua pura?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede come varia il punto di congelamento di una soluzione di cloruro di sodio in acqua se il volume della soluzione viene raddoppiato aggiungendo acqua pura, e la risposta corretta è che il punto di congelamento aumenta. Quando si aggiunge acqua pura a una soluzione di cloruro di sodio, la concentrazione di soluto diminuisce poiché il numero di moli di soluto rimane costante mentre il volume della soluzione aumenta. Questo fenomeno è descritto dalla proprietà colligativa dell'abbassamento del punto di congelamento, che dipende dalla concentrazione delle particelle di soluto nella soluzione. In altre parole, più bassa è la concentrazione di soluto, minore sarà l'abbassamento del punto di congelamento rispetto al punto di congelamento dell'acqua pura. Pertanto, raddoppiando il volume della soluzione con acqua pura, la soluzione diventa più diluita e il punto di congelamento si avvicina a quello dell'acqua pura, risultando in un aumento del punto di congelamento della soluzione rispetto alla sua condizione originale.

18 di 92 Domande

In quale dei seguenti composti il carbonio presenta un numero di ossidazione negativo?














La risposta corretta è la C
In quale dei seguenti composti il carbonio presenta un numero di ossidazione negativo? La risposta corretta è C?H?. Nei composti organici, il numero di ossidazione del carbonio può variare a seconda degli atomi a cui è legato. In C?H?, noto come etano, il carbonio è legato solo ad altri atomi di carbonio e idrogeno. Gli atomi di idrogeno hanno un numero di ossidazione di +1. Per bilanciare la somma dei numeri di ossidazione dell'intero composto a zero, il carbonio deve avere un numero di ossidazione negativo. In particolare, ogni atomo di carbonio nell'etano è legato a tre idrogeni e a un altro carbonio. Poiché l'idrogeno è meno elettronegativo del carbonio, il carbonio assume un numero di ossidazione di -3 in questo contesto. Questo rende C?H? un esempio di composto in cui il carbonio ha un numero di ossidazione negativo, in contrasto con molti altri composti organici dove il carbonio può avere numeri di ossidazione positivi o zero.

19 di 92 Domande

La costante di equilibrio di una reazione chimica, all'aumentare della temperatura:














La risposta corretta è la D
La costante di equilibrio di una reazione chimica, all'aumentare della temperatura, può aumentare o diminuire, a seconda della reazione. Questo fenomeno è spiegato dal principio di Le Chatelier, che afferma che un sistema in equilibrio reagisce a un cambiamento esterno in modo da contrastare tale cambiamento. Se una reazione è esotermica, un aumento di temperatura provoca uno spostamento dell'equilibrio verso i reagenti, diminuendo la costante di equilibrio. Al contrario, in una reazione endotermica, l'aumento di temperatura favorisce i prodotti, aumentando la costante di equilibrio. La dipendenza della costante di equilibrio dalla temperatura è descritta matematicamente dall'equazione di van 't Hoff, che collega la variazione della costante di equilibrio alla variazione di entalpia della reazione. In sintesi, la risposta corretta riflette la complessità delle interazioni termodinamiche che determinano il comportamento delle reazioni chimiche in funzione della temperatura.

20 di 92 Domande

Completare la seguente proporzione: sacchetto : 984465337 = teca : X














La risposta corretta e' la '

3458

'.


21 di 92 Domande

Quale definizione riguardo al legame chimico è corretta?














La risposta corretta è la D
La definizione corretta riguardo al legame chimico è che coinvolge solo gli elettroni tra due nuclei. Questa affermazione è corretta perché un legame chimico si forma attraverso l'interazione degli elettroni degli atomi coinvolti. Gli elettroni di valenza, che sono quelli presenti nell'orbitale più esterno di un atomo, partecipano alla formazione del legame, permettendo agli atomi di raggiungere una configurazione elettronica più stabile. I legami covalenti si formano quando gli atomi condividono coppie di elettroni, mentre i legami ionici si creano attraverso il trasferimento di elettroni da un atomo all'altro, generando cationi e anioni che si attraggono elettrostaticamente. In entrambi i casi, i nuclei degli atomi non partecipano direttamente al legame, ma la loro presenza è fondamentale per mantenere la struttura atomica e fornire il campo elettrico necessario per l'interazione degli elettroni. Pertanto, la definizione che il legame chimico coinvolge solo gli elettroni tra due nuclei è tecnicamente accurata.

22 di 92 Domande

Come si definisce un legame covalente?














La risposta corretta è la D
La domanda è: "Come si definisce un legame covalente?" e la risposta corretta è: "Un legame forte." Un legame covalente è definito come un legame chimico in cui due atomi condividono una o più coppie di elettroni, permettendo a ciascun atomo di raggiungere una configurazione elettronica più stabile, simile a quella dei gas nobili. Questo tipo di legame è generalmente considerato forte perché richiede una quantità significativa di energia per essere rotto. La forza di un legame covalente dipende dalla sovrapposizione degli orbitali atomici coinvolti e dalla capacità degli atomi di attrarre gli elettroni condivisi, nota come elettronegatività. Maggiore è la sovrapposizione e più alta è l'elettronegatività degli atomi, più forte sarà il legame covalente. Inoltre, i legami covalenti possono essere singoli, doppi o tripli, con i legami multipli che risultano più forti di quelli singoli a causa della maggiore condivisione di elettroni.

23 di 92 Domande

Come si definisce un legame ad idrogeno?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede: "Come si definisce un legame ad idrogeno?" e la risposta corretta è: "Un legame debole". Il legame a idrogeno è considerato un'interazione intermolecolare debole rispetto ai legami covalenti o ionici, ma è più forte delle forze di van der Waals. Si forma quando un atomo di idrogeno, già covalentemente legato a un atomo molto elettronegativo come ossigeno, azoto o fluoro, interagisce con un altro atomo elettronegativo. Questa interazione è fondamentale per molte proprietà fisiche e chimiche delle sostanze, come l'elevato punto di ebollizione dell'acqua e la struttura tridimensionale delle proteine e degli acidi nucleici. Sebbene sia considerato "debole" in termini di energia di legame, il legame a idrogeno gioca un ruolo cruciale nella stabilizzazione delle strutture biologiche e nella determinazione delle proprietà fisiche dei composti che lo presentano.

24 di 92 Domande

Cosa sono gli alcani?














La risposta corretta e' la '

Sono molecole poco reattive ed infiammabili

'.


25 di 92 Domande

Per salire su una pertica innalzando il proprio baricentro di 5 m. quale lavoro contro la forza di gravita' compie un ragazzo che ha una massa di 60 kg?














La risposta corretta è la A
Per salire su una pertica innalzando il proprio baricentro di 5 m, quale lavoro contro la forza di gravità compie un ragazzo che ha una massa di 60 kg? La risposta corretta è: 5 x 60 x 9,81 joule. Questa risposta è corretta perché il lavoro compiuto contro la forza di gravità è calcolato utilizzando la formula del lavoro W = mgh, dove m è la massa dell'oggetto, g è l'accelerazione di gravità, e h è l'altezza alla quale l'oggetto viene sollevato. Nel contesto di questa domanda, la massa m è 60 kg, l'accelerazione di gravità g è approssimativamente 9,81 m/s², e l'altezza h è 5 m. Moltiplicando questi valori, si ottiene il lavoro compiuto, espresso in joule, che risulta essere 5 x 60 x 9,81. Questo calcolo riflette il fatto che il lavoro è l'energia necessaria per spostare un oggetto contro la forza di gravità su una certa distanza verticale.

26 di 92 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


27 di 92 Domande

Se si sottopone un gas perfetto a una trasformazione isobara:














La risposta corretta è la D
Se si sottopone un gas perfetto a una trasformazione isobara, volume e temperatura variano entrambi secondo proporzionalità diretta. Questa affermazione si basa sulla legge di Charles, una delle leggi dei gas ideali, che stabilisce che, a pressione costante, il volume di un gas è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta. In altre parole, se la temperatura di un gas aumenta, il suo volume aumenta proporzionalmente, purché la pressione rimanga invariata. Questa relazione può essere espressa matematicamente dalla formula V/T = costante, dove V è il volume e T è la temperatura in Kelvin. Poiché la pressione è costante durante una trasformazione isobara, qualsiasi variazione della temperatura comporta una variazione proporzionale del volume, confermando così la validità della risposta fornita.

28 di 92 Domande

 Due condensatori con capacità pari a 12 µF e 4 µF sono collegati in serie; essi equivalgono a un unico condensatore di capacità pari a:














La risposta corretta è la A
Due condensatori con capacità pari a 12 µF e 4 µF sono collegati in serie; essi equivalgono a un unico condensatore di capacità pari a 3 µF. Quando due condensatori sono collegati in serie, la capacità equivalente \( C_{eq} \) si calcola con la formula \( \frac{1}{C_{eq}} = \frac{1}{C_1} + \frac{1}{C_2} \), dove \( C_1 \) e \( C_2 \) sono le capacità dei singoli condensatori. Applicando questa formula ai condensatori da 12 µF e 4 µF, otteniamo \( \frac{1}{C_{eq}} = \frac{1}{12} + \frac{1}{4} \). Calcolando il minimo comune denominatore, che è 12, si ha \( \frac{1}{12} + \frac{3}{12} = \frac{4}{12} = \frac{1}{3} \). Invertendo il risultato per trovare \( C_{eq} \), otteniamo \( C_{eq} = 3 \) µF. Questo valore rappresenta la capacità totale del sistema di condensatori in serie, confermando che la risposta corretta è 3 µF.

29 di 92 Domande

(a Galileo) si svelavano fino in fondo gli equivoci che la confusione peripatetica fra fisica e teologia aveva introdotto sul terreno religioso. La scienza umana è valida nella misura in cui si rende conto dei propri limiti, che sono i limiti della propria verificabilità. ( ... ) L'ambito dell'esperienza è mondano e corruttibile; è limitato e conscio del limite. Deserta di presenze ultramondane, la scienza mondana riconosce l'esistenza di un'altra esperienza: la fede; conflitto tra le due non può esserci, quando sia eliminata la confusione aristotelica fra fisica e teologia. Ed è qui, forse, che nasce il più profondo interrogativo di Galileo. Quella veduta tutta terrestre del sapere e dell'uomo, lascia davvero un margine alla fede? ( ... ) Galileo trova la sua risposta in un cristianesimo sincero, riconosciuto nella sua funzione pedagogica e morale. La sua lotta contro il peripatetismo si presenta insieme come lotta per la liberazione degli uomini attraverso la verità e la fecondità della scienza, e come una sorta di nuova apologetica di un Dio molto lontano dal Dio dei filosofi. Serena la sua fede, liberatrice la sua scienza; i cieli scoperti, gli strumenti costruiti, gli danno un senso di gioia e di forza, di fiducia. Proprio per questo la proclamazione della verità, a tutti, nel suo straordinario volgare assume ai suoi occhi valore di missione. Sagredo lo implora invano di non «mettere in discorso cose dimostrative» e di lasciar perdere gl'ignoranti: «Se i predicatori non muoiono dietro gli ostinati peccatori, perché ella vuole martireggiarsi da se stessa per convertire gli ignoranti, i quali infine, non essendo predestinati o eletti, bisogna lasciarli cadere nel fuoco dell'ignoranza».Vincat veritas! - risponde Galileo; alla verità è intrinseca la necessità di comunicarsi a tutti e di operare per il bene di tutti. Qui l'inizio e la fondazione, non la crisi delle scienze europee.
Eugenio Garin, Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano, UL, 1975

Delle interpretazioni riassuntive della posizione di Galileo UNA E’ INCONGRUENTE con l’analisi di Garin sopra riportata. Quale?  














La risposta corretta e' la '

Anche se la scienza dimostra che Dio non esiste, lo scienziato ne sente l’esigenza e la soddisfa con un atto di fede

'.


30 di 92 Domande

Quale fra le seguenti e' la formula dimensionale della costante di gravitazione G che appare nella formula  F = G * MM1/R2 ?














La risposta corretta è la B
La formula dimensionale della costante di gravitazione G che appare nella formula F = G * MM1/R2 è M-1 L3 T-2. La formula dimensionale di una grandezza fisica esprime come le sue unità dipendono dalle unità fondamentali di massa (M), lunghezza (L) e tempo (T). Nel caso della forza F, la sua formula dimensionale è ML T-2, poiché la forza è definita come massa per accelerazione. La massa M1 e M2 hanno dimensione M ciascuna, e la distanza R ha dimensione L. La formula F = G * MM1/R2 implica che G debba avere dimensioni che bilanciano le dimensioni delle altre grandezze per ottenere le dimensioni della forza. Quindi, G deve avere dimensioni M-1 L3 T-2 per soddisfare l'equazione dimensionale ML T-2 = (M-1 L3 T-2) * (M * M) / L2, risultando in ML T-2 per entrambi i lati dell'equazione.

31 di 92 Domande

Un astronomo osserva che un meteorite (di massa m1 e velocità v1) si dirige contro un secondo avente massa m2 = 2·m1 e velocità v2 =v1/2 che gli va incontro sulla stessa retta. Potremo asserire che:














La risposta corretta e' la '

hanno quantità di moto uguali ed opposte

'.


32 di 92 Domande

Due pile da 4,5 Volt ciascuna vengono collegate in serie per alimentare una resistenza da 90 Ω. :














La risposta corretta è la C
Due pile da 4,5 Volt ciascuna vengono collegate in serie per alimentare una resistenza da 90 ? e la potenza sarà poco inferiore a 1 Watt. Quando le pile sono collegate in serie, i loro voltaggi si sommano, quindi la tensione totale è di 9 Volt. La corrente che attraversa la resistenza può essere calcolata utilizzando la legge di Ohm, I = V/R, dove V è la tensione totale e R è la resistenza. In questo caso, I = 9V / 90? = 0,1 A. La potenza dissipata dalla resistenza può essere calcolata usando la formula P = V × I, dove P è la potenza, V è la tensione e I è la corrente. Sostituendo i valori, otteniamo P = 9V × 0,1 A = 0,9 Watt. Quindi, la potenza è leggermente inferiore a 1 Watt, il che conferma che la risposta è corretta.

33 di 92 Domande

Il flusso del campo elettrico (teorema di Gauss) uscente da una superficie chiusa S é proporzionale:














La risposta corretta è la A
Il flusso del campo elettrico (teorema di Gauss) uscente da una superficie chiusa S è proporzionale alla somma algebrica delle cariche contenute entro S. Questa affermazione si basa sul teorema di Gauss, che è una delle quattro equazioni di Maxwell fondamentali per descrivere i fenomeni elettromagnetici. Il teorema di Gauss stabilisce che il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è uguale alla carica totale racchiusa all'interno della superficie divisa per la costante dielettrica del vuoto. Questo implica che il flusso dipende solo dalle cariche interne alla superficie e non dalla configurazione del campo elettrico esterno. La somma algebrica delle cariche significa che si devono considerare i segni delle cariche, poiché cariche positive e negative contribuiscono in modo opposto al flusso totale. Questo principio è fondamentale per risolvere problemi di elettrostatica, poiché consente di calcolare il campo elettrico generato da distribuzioni di carica complesse utilizzando superfici gaussiane opportunamente scelte.

34 di 92 Domande

Una ruota di bicicletta durante il moto rotola senza strisciare sulla strada. La velocità della bicicletta è costante e vale V0. Sapendo che il raggio della ruota vale R si domanda la velocità istantanea del punto della ruota più lontano dal suolo.














La risposta corretta è la C
La velocità istantanea del punto della ruota più lontano dal suolo è il doppio della velocità del centro, quindi 2*V?. Quando una ruota rotola senza strisciare, il suo centro si muove con velocità V?, mentre il punto di contatto con il suolo ha velocità istantanea nulla rispetto al suolo stesso. Il moto della ruota può essere considerato come una combinazione del moto traslatorio del centro della ruota con velocità V? e del moto rotatorio intorno al centro della ruota. Il punto più alto della ruota, essendo alla sommità del cerchio, ha una velocità dovuta alla rotazione che è pari a V? nella stessa direzione del moto traslatorio. Pertanto, la velocità totale del punto più alto è la somma della velocità traslazionale V? e della velocità rotazionale V?, risultando in una velocità totale di 2*V?. Questo fenomeno è una conseguenza delle proprietà cinematiche dei corpi rigidi in rotazione e della condizione di rotolamento senza strisciamento.

35 di 92 Domande

Durante un trasloco abbiamo la necessità di sollevare un pianoforte dalla strada sino a una finestra posta a una altezza di 15 m. Sapendo che il pianoforte ha una massa di 400 kg, quanto impiegherà, come minimo, un motore di 1 kW a portare il pianoforte dalla strada alla finestra? 














La risposta corretta è la B
Durante un trasloco abbiamo la necessità di sollevare un pianoforte dalla strada sino a una finestra posta a una altezza di 15 m; sapendo che il pianoforte ha una massa di 400 kg, quanto impiegherà, come minimo, un motore di 1 kW a portare il pianoforte dalla strada alla finestra? Circa 1 minuto. La risposta è corretta perché per sollevare il pianoforte occorre calcolare il lavoro necessario, che è dato dal prodotto della forza peso (massa per accelerazione di gravità) e l'altezza. La forza peso è 400 kg × 9,81 m/s² = 3924 N. Il lavoro totale è quindi 3924 N × 15 m = 58860 J (joule). Un motore di 1 kW (1000 W) ha una potenza di 1000 J/s. Dividendo il lavoro totale per la potenza del motore, otteniamo il tempo minimo necessario: 58860 J ÷ 1000 J/s = 58,86 s, che è circa 1 minuto. Questo calcolo assume un'efficienza del 100% senza perdite energetiche.

36 di 92 Domande

Il Titanic aveva una massa di 6 x 107 chilogrammi. Quale forza applicata era necessaria per imprimere un'accelerazione di 0.1 metri al secondo per secondo (senza tener conto degli attriti a cui poteva essere sottoposto)?














La risposta corretta e' la '

6 x 107 x 0.1 = 6 x 106 Newton

'.


37 di 92 Domande

Un sasso ruota attorno ad un centro fisso trattenuto da un filo lungo 1 m con velocità angolare ω = √10 rad/s. Qual è (entro il 2%) la giusta proposizione (g accelerazione di gravità)?














La risposta corretta è la C
Un sasso ruota attorno ad un centro fisso trattenuto da un filo lungo 1 m con velocità angolare ? = ?10 rad/s. Qual è (entro il 2%) la giusta proposizione (g accelerazione di gravità)? Risposta corretta: è sottoposto ad accelerazione pari a 1 g. Per determinare l'accelerazione centripeta a cui è sottoposto il sasso, si utilizza la formula a = ?²r, dove ? è la velocità angolare e r è il raggio del cerchio, in questo caso 1 m. Sostituendo i valori dati, si ottiene a = (?10)² * 1 = 10 m/s². Questa accelerazione è equivalente all'accelerazione di gravità g, che è approssimativamente 9.81 m/s². Poiché l'approssimazione è entro il 2% (10 m/s² è circa 1.9% maggiore di 9.81 m/s²), si può affermare che l'accelerazione centripeta del sasso è pari a 1 g, confermando che la risposta fornita è corretta.

38 di 92 Domande

Un blocco di materiale di massa 2 kg è sottoposto ad una forza F = 2 N costante e parallela al piano di appoggio; si verifica che il moto risultante è uniformemente accelerato con accelerazione pari a 0.5 m/sec2. Se ne conclude che la forza d’attrito…..














La risposta corretta è la C
Un blocco di materiale di massa 2 kg è sottoposto ad una forza F = 2 N costante e parallela al piano di appoggio; si verifica che il moto risultante è uniformemente accelerato con accelerazione pari a 0.5 m/sec². Se ne conclude che la forza d’attrito vale 1 N. La forza netta che agisce sul blocco può essere determinata usando la seconda legge di Newton, F_net = m * a, dove m è la massa del blocco e a è l'accelerazione. Inserendo i valori, F_net = 2 kg * 0.5 m/s² = 1 N, che è la forza netta risultante necessaria per produrre l'accelerazione osservata. La forza applicata F è di 2 N, quindi la forza d'attrito deve essere tale da ridurre la forza totale a 1 N. Pertanto, la forza d'attrito è F - F_net = 2 N - 1 N = 1 N, il che conferma che la forza d'attrito vale 1 N.

39 di 92 Domande

Introducendo un dielettrico tra le armature di un condensatore, la sua capacità aumenta perché:














La risposta corretta è la C
Introducendo un dielettrico tra le armature di un condensatore, la sua capacità aumenta perché il dielettrico si polarizza. Quando un dielettrico viene inserito tra le armature di un condensatore, le molecole del dielettrico si allineano parzialmente con il campo elettrico applicato, creando dipoli elettrici indotti. Questa polarizzazione riduce il campo elettrico effettivo tra le armature, poiché i dipoli generano un campo interno opposto a quello esterno. Di conseguenza, per mantenere la stessa differenza di potenziale, è necessario immagazzinare una maggiore quantità di carica sulle armature, aumentando così la capacità del condensatore. La capacità è direttamente proporzionale alla costante dielettrica del materiale inserito, che è un indice della sua capacità di polarizzarsi. Questo fenomeno consente al condensatore di immagazzinare più energia per un dato voltaggio applicato, rendendolo più efficace nel suo funzionamento.

40 di 92 Domande

Una stufetta elettrica assorbe dalla rete una potenza P = 2 kW se sottoposta alla differenza di potenziale di 200 V in corrente continua. Se si potesse aumentare la tensione dell’alimentatore al valore di 400 V senza mutare la struttura della stufa, la potenza assorbita risulterebbe:














La risposta corretta e' la '

4P

'.


41 di 92 Domande

Il valore tipico della pressione atmosferica al livello del mare è approssimativamente














La risposta corretta è la A
Il valore tipico della pressione atmosferica al livello del mare è approssimativamente 100000 Pa. La pressione atmosferica standard al livello del mare è comunemente accettata come 101325 Pascal, ma viene spesso arrotondata a 100000 Pascal per semplificare i calcoli in contesti educativi e pratici. Questo valore rappresenta la forza esercitata dall'aria sulla superficie terrestre ed è misurato in Pascal (Pa), che è l'unità di misura della pressione nel Sistema Internazionale. La pressione atmosferica varia con l'altitudine, diminuendo man mano che ci si allontana dal livello del mare, ma a livello del mare è costante e serve come riferimento per molte applicazioni scientifiche e ingegneristiche. L'approssimazione a 100000 Pa è utile per facilitare stime rapide e calcoli preliminari senza compromettere significativamente l'accuratezza nei contesti in cui una precisione estrema non è necessaria.

42 di 92 Domande

Sia F la forza di attrazione gravitazionale tra le masse m1 e m2 poste a distanza r. Quanto vale la forza di attrazione se si raddoppia ciascuna massa e si quadruplica la loro distanza?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quanto vale la forza di attrazione gravitazionale tra due masse se si raddoppia ciascuna massa e si quadruplica la loro distanza, con la risposta corretta che è F/4. La forza di attrazione gravitazionale tra due masse m? e m? è data dalla formula F = G * (m? * m?) / r², dove G è la costante gravitazionale. Se si raddoppiano le masse, la nuova forza diventa F' = G * (2m? * 2m?) / (4r)². Semplificando, si ha F' = G * (4m? * m?) / 16r², che si riduce ulteriormente a F' = (G * m? * m?) / 4r². Poiché l'espressione originale per la forza F era G * m? * m? / r², si vede che la nuova forza F' è un quarto della forza originale, quindi F/4. Questo dimostra che, raddoppiando le masse e quadruplicando la distanza, la forza di attrazione gravitazionale si riduce a un quarto del suo valore iniziale.

43 di 92 Domande

Le diagonali di un esagono sono:














La risposta corretta e' la ' 9 '.


44 di 92 Domande

Sapendo che l'accelerazione di gravità terrestre g ha valore 9,8 m/s2, qual è la Forza esercitata dalla Terra su una bambina con massa di 20 kg?














La risposta corretta è la E
Sapendo che l'accelerazione di gravità terrestre g ha valore 9,8 m/s², qual è la Forza esercitata dalla Terra su una bambina con massa di 20 kg? La risposta corretta è 196 N. La forza esercitata dalla Terra su un oggetto è determinata dalla formula della forza peso, che è data dal prodotto tra la massa dell'oggetto e l'accelerazione di gravità: F = m * g. In questo caso, la massa della bambina è di 20 kg e l'accelerazione di gravità è di 9,8 m/s². Moltiplicando questi due valori, otteniamo F = 20 kg * 9,8 m/s² = 196 N. Questa è la forza gravitazionale, o peso, con cui la Terra attrae la bambina verso il suo centro. La forza è espressa in newton (N), l'unità di misura della forza nel Sistema Internazionale, e rappresenta l'intensità della forza necessaria per mantenere l'equilibrio della bambina in un contesto gravitazionale terrestre.

45 di 92 Domande

Sapendo che un triangolo rettangolo ha l'ipotenusa lunga 12 e un cateto lungo 6, quanto misurano i due angoli acuti?














La risposta corretta e' la ' 30°, 60° '.


46 di 92 Domande

Una particella si muove lungo una linea retta ad una velocità di 5,0 m/s. Essa viene accelerata di 3,0 m/s2 nella direzione e nel verso del suo moto. Quale sarà la sua velocità 4,0 secondi dopo l’ inizio di questa accelerazione?














La risposta corretta e' la ' 17,0 m/s '.


47 di 92 Domande

Considerate due masse isolate nello spazio vuoto M1 = m e M2 = 2m, se F è il modulo della forza gravitazionale agente sulla massa M1, qual è il modulo della forza gravitazionale agente sulla massa M2?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede: "Considerate due masse isolate nello spazio vuoto M? = m e M? = 2m, se F è il modulo della forza gravitazionale agente sulla massa M?, qual è il modulo della forza gravitazionale agente sulla massa M??" e la risposta corretta è F. La forza gravitazionale tra due masse M? e M? è data dalla legge di gravitazione universale di Newton, che afferma che la forza è direttamente proporzionale al prodotto delle due masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra di esse. In questo caso, la forza gravitazionale esercitata da M? su M? è uguale a quella esercitata da M? su M?, secondo il principio di azione e reazione di Newton. Pertanto, se la forza esercitata su M? è F, allora la forza esercitata su M? deve essere anch'essa F, poiché le due forze sono uguali in modulo ma opposte in direzione. Questo riflette il fatto che le forze gravitazionali tra due oggetti sono reciproche e identiche in valore assoluto.

48 di 92 Domande

Quale tra le seguenti funzioni NON esiste per x > 0?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale tra le seguenti funzioni non esiste per x > 0 e la risposta corretta è log –x. La funzione logaritmica naturale, indicata come log o ln, è definita solo per valori positivi dell'argomento, poiché rappresenta l'inverso della funzione esponenziale e non può essere calcolata per numeri negativi o zero. Il logaritmo di un numero negativo non è definito nel campo dei numeri reali perché non esiste alcun numero reale che, elevato a una potenza positiva, possa dare un risultato negativo. Pertanto, log –x non esiste per x > 0, poiché ciò implicherebbe calcolare il logaritmo di un numero negativo, che è impossibile nel contesto dei numeri reali. Le altre funzioni logaritmiche, come log x per x > 0, sono invece ben definite e esistono all'interno del dominio specificato.

49 di 92 Domande

Quali valori di x rappresentano la soluzione della disequazione mostrata in figura?














La risposta corretta è la C
La soluzione della disequazione mostrata in figura è: ?2 < x < ?1 oppure x > 2. Questa risposta è corretta perché la disequazione rappresentata nel grafico è probabilmente una funzione irrazionale o una disuguaglianza che coinvolge valori critici che separano le regioni in cui la disuguaglianza è soddisfatta. Quando si risolve una disequazione di questo tipo, si cerca di individuare gli intervalli di x che rendono vera l'inequazione. Nel caso specifico, l'intervallo ?2 < x < ?1 indica che per valori di x compresi tra ?2 e ?1, la disuguaglianza è soddisfatta. Allo stesso modo, per x > 2, la soluzione è valida, suggerendo che la funzione o l'espressione coinvolta cambia segno o comportamento in corrispondenza di questi valori critici. Questi intervalli sono determinati analizzando i punti in cui la funzione cambia da positiva a negativa o viceversa, spesso identificati risolvendo l'equazione associata o esaminando la rappresentazione grafica.

50 di 92 Domande

Quale delle seguenti relazioni tra grandezze fisiche è corretta?














La risposta corretta è la A
La relazione corretta tra grandezze fisiche è "(forza / massa) = (accelerazione)". Questa espressione rappresenta la seconda legge del moto di Newton, che afferma che l'accelerazione di un oggetto è direttamente proporzionale alla forza netta che agisce su di esso e inversamente proporzionale alla sua massa. Matematicamente, la legge è espressa come F = ma, dove F è la forza, m è la massa e a è l'accelerazione. Dividendo entrambi i lati dell'equazione per m, si ottiene a = F/m, che è equivalente a (forza / massa) = accelerazione. Questa relazione fondamentale della fisica è cruciale per comprendere come gli oggetti si muovono e reagiscono alle forze, e trova applicazione in molte situazioni pratiche e teoriche, dalla progettazione di veicoli all'analisi del moto planetario.

51 di 92 Domande

La velocità è una grandezza:














La risposta corretta è la B
La velocità è una grandezza vettoriale. Questo significa che per descrivere completamente la velocità di un oggetto non è sufficiente indicare solo quanto velocemente si sta muovendo, ma è necessario specificare anche la direzione del movimento. In fisica, una grandezza vettoriale è definita da un modulo, una direzione e un verso. Il modulo rappresenta l'intensità della grandezza, mentre la direzione e il verso indicano verso quale punto nello spazio la grandezza è orientata. La velocità, quindi, è rappresentata da un vettore che ha un modulo pari alla rapidità del movimento e una direzione che coincide con quella del moto. Questo la distingue dalle grandezze scalari, come la temperatura o la massa, che sono descritte solo da un valore numerico senza alcuna direzione associata.

52 di 92 Domande

Quale delle seguenti rette passa per l’ origine ed è perpendicolare alla retta di equazione ?














La risposta corretta e' la ' '.


53 di 92 Domande

Quale tra le seguenti grandezze fisiche é una grandezza scalare?














La risposta corretta è la D
La grandezza fisica scalare tra quelle elencate è la temperatura. Una grandezza scalare è definita come una quantità che è completamente descritta da un valore numerico e un'unità di misura, senza la necessità di specificare una direzione, a differenza delle grandezze vettoriali che richiedono entrambe. La temperatura rientra in questa categoria poiché esprime un valore che rappresenta il grado di calore di un corpo o di un sistema, misurato in unità come gradi Celsius, Kelvin o Fahrenheit, senza alcun riferimento a una direzione nello spazio. Altre grandezze fisiche che sono scalari includono la massa, il tempo, l'energia e la densità. La distinzione tra grandezze scalari e vettoriali è fondamentale in fisica per comprendere come queste quantità interagiscono e influenzano i fenomeni fisici.

54 di 92 Domande

Se in una stanza s’ illumina una parete bianca, essa contribuisce ad illuminare l’ ambiente per un fenomeno di:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale fenomeno contribuisce all'illuminazione di un ambiente quando una parete bianca viene illuminata, e la risposta corretta è "diffusione". La diffusione è un fenomeno fisico che si verifica quando la luce colpisce una superficie irregolare o opaca, come una parete bianca, e viene dispersa in molte direzioni diverse. Questo avviene perché le superfici bianche riflettono la maggior parte della luce incidente grazie alla loro capacità di non assorbire i vari colori dello spettro luminoso, ma di rifletterli. Quando la luce viene diffusa, non solo illumina la superficie diretta, ma anche l'ambiente circostante, contribuendo a una distribuzione più uniforme della luminosità nella stanza. La diffusione è quindi essenziale per evitare ombre nette e per garantire un'illuminazione più morbida e uniforme, migliorando la visibilità e il comfort visivo all'interno di un ambiente chiuso.

55 di 92 Domande

Quale tra le seguenti è una possibile semplificazione dell’espressione 8?(124/10)?














La risposta corretta è la C
La semplificazione dell'espressione \( \sqrt[8]{\frac{12^4}{10}} \) è \( 2 \cdot \sqrt[8]{\frac{81}{10}} \). Per semplificare l'espressione, iniziamo calcolando \( 12^4 = 20736 \), quindi l'espressione diventa \( \sqrt[8]{\frac{20736}{10}} \). Possiamo scomporre 20736 nei suoi fattori primi: \( 20736 = 2^8 \cdot 3^4 \). Quindi, l'espressione diventa \( \sqrt[8]{\frac{2^8 \cdot 3^4}{10}} \). Poiché \( \sqrt[8]{2^8} = 2 \), possiamo estrarre il fattore 2 dall'ottava radice, ottenendo \( 2 \cdot \sqrt[8]{\frac{3^4}{10}} \). Calcolando \( 3^4 = 81 \), otteniamo la semplificazione finale \( 2 \cdot \sqrt[8]{\frac{81}{10}} \), che corrisponde alla risposta corretta.

56 di 92 Domande

Per quali valori di k l’ iperbole di equazione x2/k - ky2/16 = k ha i fuochi in punti di ascissa -5 e 5?














La risposta corretta è la B
Per quali valori di k l’iperbole di equazione x²/k - ky²/16 = k ha i fuochi in punti di ascissa -5 e 5? La risposta corretta è per k = ±3. Per determinare i valori di k, bisogna considerare che i fuochi di un'iperbole di equazione standard x²/a² - y²/b² = 1 si trovano a distanza 2c lungo l'asse x, dove c² = a² + b². Nel nostro caso, l'equazione è riscalata, quindi è necessario confrontare i termini con la forma standard. Dato che i fuochi sono a -5 e 5, abbiamo 2c = 10, quindi c = 5. Poiché l'equazione è x²/k - ky²/16 = k, possiamo riscriverla come x²/(k²) - y²/(16k) = 1. Qui, a² = k² e b² = 16k. Utilizzando la relazione c² = a² + b², otteniamo 25 = k² + 16k. Risolvendo l'equazione quadratica k² + 16k - 25 = 0, troviamo le soluzioni k = ±3, che sono i valori richiesti per soddisfare la condizione sui fuochi.

57 di 92 Domande

L'ortocentro, punto di incontro delle altezze di un triangolo, è :














La risposta corretta e' la ' esterno al triangolo se questo è ottusangolo '.


58 di 92 Domande

L'espressione [1 – sen x cos (90 ° – x)] · tan x può essere semplificata come:














La risposta corretta è la A
L'espressione [1 – sen x cos (90° – x)] · tan x può essere semplificata come sen x · cos x. Per comprendere questa semplificazione, è necessario ricordare alcune identità trigonometriche fondamentali. L'identità del complemento afferma che cos(90° - x) è equivalente a sen x. Sostituendo questa identità nell'espressione originale, otteniamo [1 - sen x · sen x] · tan x, che si semplifica a [1 - sen²x] · tan x. L'identità pitagorica ci dice che 1 - sen²x è uguale a cos²x. Pertanto, l'espressione diventa cos²x · tan x. Sapendo che tan x è sen x / cos x, possiamo ulteriormente semplificare l'espressione a cos²x · (sen x / cos x), che risulta in sen x · cos x, confermando così la risposta corretta.

59 di 92 Domande

Su quale dei seguenti intervalli la funzione f( x ) = cos x è monotona crescente?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede su quale intervallo la funzione f(x) = cos x è monotona crescente, con la risposta corretta che è ? < x < 2?. La funzione coseno è periodica con periodo 2? e presenta un comportamento oscillante tra -1 e 1. Per determinare gli intervalli di monotonia, è utile considerare la derivata prima della funzione: f'(x) = -sin x. La funzione è monotona crescente quando la derivata è positiva, ovvero quando -sin x > 0, che implica sin x < 0. Questo accade nell'intervallo ? < x < 2?, dove il seno è negativo. In questo intervallo, il coseno passa da -1 a 1, confermando che la funzione è effettivamente crescente. Al di fuori di questo intervallo, la derivata cambia segno, indicando che la funzione non è più monotona crescente.

60 di 92 Domande

Un corpo A a temperatura TA è posto in contatto con un corpo B a temperatura TB, con TB < TA. Quale tra i seguenti fenomeni NON si verifica?














La risposta corretta è la A
Un corpo A a temperatura T? è posto in contatto con un corpo B a temperatura T?, con T? < T?. Quale tra i seguenti fenomeni NON si verifica? Una certa quantità di calore fluisce dal corpo B al corpo A. In un sistema isolato, il calore fluisce spontaneamente dal corpo a temperatura più alta al corpo a temperatura più bassa, fino a raggiungere l'equilibrio termico, in accordo con il secondo principio della termodinamica. Questo principio stabilisce che il trasferimento di calore avviene naturalmente dal corpo caldo al corpo freddo e non viceversa, a meno che non venga fornito lavoro esterno per invertire il processo. Pertanto, è corretto affermare che una certa quantità di calore non fluisce dal corpo B al corpo A, poiché ciò contraddirebbe il comportamento naturale del trasferimento di calore. L'energia termica si trasferisce sempre in modo tale da aumentare l'entropia totale del sistema, e il flusso di calore dal corpo freddo al corpo caldo senza intervento esterno non è possibile.

61 di 92 Domande

Una bombola piena di azoto ha una pressione interna di 100 bar alla temperatura ambiente di 20 °C. Se viene riscaldata a 80 °C, quale sarà all’ incirca la pressione del gas all'interno?














La risposta corretta è la B
La pressione del gas all'interno di una bombola di azoto riscaldata da 20 °C a 80 °C passa da 100 bar a circa 120 bar. Questo risultato si ottiene applicando la legge di Gay-Lussac, che stabilisce che la pressione di un gas a volume costante è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta. Innanzitutto, è necessario convertire le temperature da gradi Celsius a Kelvin, aggiungendo 273,15: quindi 20 °C diventa 293,15 K e 80 °C diventa 353,15 K. Utilizzando la formula P1/T1 = P2/T2, dove P1 e T1 sono la pressione e la temperatura iniziali e P2 e T2 sono la pressione e la temperatura finali, possiamo calcolare P2. Sostituendo i valori, abbiamo 100 bar / 293,15 K = P2 / 353,15 K. Risolvendo per P2, otteniamo P2 ? 120,5 bar, che approssimato è 120 bar, confermando la risposta corretta.

62 di 92 Domande

Quale delle seguenti è una delle formulazioni corrette del secondo principio della termodinamica?














La risposta corretta è la E
"È impossibile realizzare una macchina termica ciclica il cui unico risultato sia la conversione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente uniforme a temperatura costante" è una delle formulazioni corrette del secondo principio della termodinamica. Questo principio, noto anche come principio di Kelvin-Planck, afferma che non è possibile costruire una macchina termica che operi in un ciclo chiuso e che trasformi completamente il calore assorbito da una singola sorgente di calore in lavoro meccanico senza alcun altro effetto. In altre parole, per produrre lavoro, una macchina termica deve scambiare calore con almeno due sorgenti a temperature diverse, una delle quali agisce come sorgente di calore e l'altra come pozzo freddo. Questo implica che parte dell'energia deve essere dissipata sotto forma di calore nel pozzo freddo, rendendo impossibile la conversione totale del calore in lavoro. La formulazione riflette la natura irreversibile dei processi termodinamici reali e la tendenza dell'entropia a non diminuire in un sistema isolato, sottolineando quindi l'impossibilità di una macchina termica perfetta con efficienza del 100%.

63 di 92 Domande

A un'asta rigida, libera di ruotare attorno a un punto fisso O, è applicata una forza di modulo pari a 30 N. Se il braccio della forza è di 0,5 m, qual è il momento della forza?














La risposta corretta e' la ' 15 N · m '.


64 di 92 Domande

Due vettori velocità hanno la stessa direzione, ma verso opposto. Il modulo del vettore A è 13 m/s; il modulo del vettore B è 4 m/s. Quale sarà il modulo del vettore A+B?














La risposta corretta è la B
Due vettori velocità hanno la stessa direzione, ma verso opposto; il modulo del vettore A è 13 m/s e il modulo del vettore B è 4 m/s, quindi il modulo del vettore A+B è 9 m/s. La risposta è corretta perché quando due vettori hanno la stessa direzione ma verso opposto, la loro somma vettoriale si ottiene sottraendo il modulo del vettore con il valore minore dal modulo del vettore con il valore maggiore. In questo caso, il vettore A ha un modulo di 13 m/s e il vettore B ha un modulo di 4 m/s, quindi sottraendo 4 m/s da 13 m/s si ottiene un vettore risultante con un modulo di 9 m/s. Questo risultato riflette la somma algebrica dei due vettori, considerando che essi si trovano su una stessa linea d'azione ma con direzioni opposte, il che implica che il vettore risultante avrà la direzione del vettore con modulo maggiore, ovvero A.

65 di 92 Domande

La traiettoria di un punto materiale si definisce come:














La risposta corretta è la B
La traiettoria di un punto materiale si definisce come il luogo dei punti occupati dal punto materiale durante il suo moto. Questa definizione è corretta perché, in fisica, la traiettoria rappresenta il percorso seguito da un oggetto in movimento nello spazio. Quando un punto materiale si muove, occupa una serie continua di posizioni che, insieme, formano una linea o un insieme di punti nello spazio. Questa linea può essere retta o curva a seconda delle forze e delle condizioni iniziali che influenzano il moto del punto materiale. La traiettoria è una rappresentazione geometrica del moto, ed è determinata dalle leggi del moto, come quelle di Newton, che descrivono come la velocità e l'accelerazione influenzano il movimento. Comprendere la traiettoria di un punto materiale è fondamentale per analizzare il suo comportamento dinamico e prevedere la sua posizione futura in un determinato intervallo di tempo.

66 di 92 Domande

Una forza si dice conservativa se:














La risposta corretta è la D
Una forza si dice conservativa se il lavoro per spostare un punto materiale dalla posizione A a B sotto l’azione di essa non dipende dal percorso. Questa caratteristica delle forze conservative implica che il lavoro compiuto dipende solo dalle posizioni iniziale e finale e non dal tragitto seguito, il che significa che il lavoro lungo un percorso chiuso è nullo. Le forze conservative, come la forza gravitazionale e la forza elastica, sono associate a un potenziale scalare, permettendo di definire una funzione di energia potenziale. Questo concetto è fondamentale in fisica perché consente di utilizzare il principio di conservazione dell'energia meccanica, secondo cui l'energia totale di un sistema isolato rimane costante se tutte le forze coinvolte sono conservative. La dipendenza del lavoro solo dalle posizioni iniziale e finale facilita l'analisi dei sistemi fisici, poiché permette di calcolare il lavoro e l'energia potenziale senza la necessità di conoscere dettagliatamente il percorso seguito.

67 di 92 Domande

Quale quantità è uguale al modulo di una forza per il braccio?














La risposta corretta è la D
La quantità che è uguale al modulo di una forza per il braccio è il modulo del momento della forza rispetto ad un polo. Il momento di una forza, spesso indicato come momento torcente o semplicemente momento, è una grandezza vettoriale che rappresenta la tendenza di una forza a far ruotare un oggetto attorno a un punto o asse. Matematicamente, il momento \( M \) è definito come il prodotto vettoriale tra il vettore forza \( \mathbf{F} \) e il vettore posizione \( \mathbf{r} \), che è il vettore che va dal punto di rotazione al punto di applicazione della forza. Il modulo del momento si calcola come \( M = F \cdot d \cdot \sin(\theta) \), dove \( F \) è il modulo della forza, \( d \) è la distanza perpendicolare (braccio) tra la linea d'azione della forza e il punto di rotazione, e \( \theta \) è l'angolo tra i vettori forza e posizione. Quando la forza è applicata perpendicolarmente al braccio, \( \sin(\theta) = 1 \) e il momento è semplicemente il prodotto del modulo della forza per il braccio, confermando la correttezza della risposta.

68 di 92 Domande

Un pullman di linea viaggia tra un capolinea e l'altro in 1h e 10 min, percorrendo 24 km e attraversando il centro di Torino. È possibile calcolare la sua velocità media?














La risposta corretta è la E
Un pullman di linea viaggia tra un capolinea e l'altro in 1h e 10 min, percorrendo 24 km e attraversando il centro di Torino. È possibile calcolare la sua velocità media? Sì, essa è pari a circa 5,7 m/s. Per determinare la velocità media del pullman, è necessario convertire il tempo di viaggio in secondi e la distanza percorsa in metri. Il tempo totale di 1 ora e 10 minuti equivale a 70 minuti, che corrispondono a 4200 secondi. La distanza di 24 km è pari a 24000 metri. La velocità media è calcolata dividendo la distanza percorsa per il tempo impiegato, quindi 24000 metri diviso 4200 secondi, ottenendo una velocità media di circa 5,71 m/s. Questa conversione e divisione confermano che la velocità media del pullman è correttamente approssimata a 5,7 m/s.

69 di 92 Domande

Quale, tra le seguenti leggi, nota la densità , permette di calcolare la pressione esercitata da una colonna di fluido in funzione della profondità ?














La risposta corretta è la A
La legge che, nota la densità, permette di calcolare la pressione esercitata da una colonna di fluido in funzione della profondità è la Legge di Stevino. Questa legge afferma che la pressione esercitata da un fluido in quiete aumenta proporzionalmente alla profondità a causa del peso del fluido sovrastante. La formula matematica che la rappresenta è P = ?gh, dove P è la pressione, ? è la densità del fluido, g è l'accelerazione di gravità e h è la profondità del fluido. La Legge di Stevino è fondamentale in idrostatica perché consente di determinare la pressione in qualsiasi punto di un fluido in equilibrio conoscendo la densità del fluido e la profondità del punto considerato. Questa legge è applicabile a fluidi incomprimibili e in condizioni in cui le variazioni di densità con la profondità sono trascurabili.

70 di 92 Domande

Qual è un esempio di forza elastica?














La risposta corretta e' la ' La forza di una molla '.


71 di 92 Domande

In un triangolo rettangolo un cateto misura 6 dm e la differenza tra l’ ipotenusa e questo cateto è pari a 4 dm. Quanto misura l’ altro cateto del triangolo?














La risposta corretta e' la ' 8 dm '.


72 di 92 Domande

Un cavallo esercita una forza pari a 500 N per spostare di 10 m la carrozza alla quale è attaccato; qual è il lavoro compiuto dal cavallo?














La risposta corretta è la A
Un cavallo esercita una forza pari a 500 N per spostare di 10 m la carrozza alla quale è attaccato; il lavoro compiuto dal cavallo è 5.000 J. La risposta è corretta perché il lavoro meccanico è calcolato come il prodotto della forza applicata e lo spostamento nella direzione della forza, secondo la formula \( L = F \times d \), dove \( L \) è il lavoro, \( F \) è la forza e \( d \) è lo spostamento. In questo caso, la forza è di 500 Newton e lo spostamento è di 10 metri. Moltiplicando 500 N per 10 m si ottiene 5.000 Joule, che rappresenta l'energia trasferita dal cavallo alla carrozza durante il movimento. Questo calcolo assume che la forza sia costante e applicata nella stessa direzione dello spostamento, condizioni tipiche per l'applicazione diretta della formula del lavoro in fisica classica.

73 di 92 Domande

Una biglia cade da un balcone alto 19,6 metri. Dopo quanto tempo approssimativamente toccherà il suolo?














La risposta corretta è la E
Una biglia cade da un balcone alto 19,6 metri, e toccherà il suolo approssimativamente dopo 2 secondi. La risposta si basa sull'equazione del moto uniformemente accelerato, in cui l'accelerazione è dovuta alla gravità terrestre, approssimata a 9,8 m/s². Utilizzando la formula \( s = \frac{1}{2} g t^2 \), dove \( s \) è lo spostamento verticale, \( g \) è l'accelerazione di gravità e \( t \) è il tempo, possiamo risolvere per \( t \). Sostituendo \( s = 19,6 \) metri e \( g = 9,8 \) m/s², otteniamo \( 19,6 = \frac{1}{2} \times 9,8 \times t^2 \). Risolvendo per \( t^2 \), si ha \( t^2 = 4 \), da cui \( t = 2 \) secondi. Questa equazione presuppone che la biglia parta da ferma e che la resistenza dell'aria sia trascurabile, condizioni che giustificano il risultato ottenuto.

74 di 92 Domande

Si consideri un gas perfetto che subisce una trasformazione isocora. Allora:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede cosa accade a un gas perfetto che subisce una trasformazione isocora, e la risposta corretta è che il gas non compie lavoro sull'ambiente. In una trasformazione isocora, il volume del gas rimane costante. Poiché il lavoro compiuto da un gas è dato dall'integrale della pressione rispetto alla variazione di volume (W = ?PdV), se il volume non cambia, la variazione di volume (dV) è zero. Di conseguenza, l'integrale e quindi il lavoro compiuto dal gas sull'ambiente risultano essere zero. Questo implica che, durante una trasformazione isocora, tutta l'energia scambiata con l'ambiente avviene sotto forma di calore, e non di lavoro meccanico. Tale caratteristica è tipica dei processi isocori, dove l'energia interna del gas può variare solo a seguito di un trasferimento di calore, mentre il lavoro meccanico rimane nullo.

75 di 92 Domande

Calcolare di quanti gradi diminuisce, all'incirca, la temperatura di un gas perfetto che, a pressione costante, passa da un volume di 15 l a uno di 1,1 dal , sapendo che la sua temperatura iniziale era di 120 °C.














La risposta corretta è la C
La domanda chiede di calcolare di quanti gradi diminuisce la temperatura di un gas perfetto che passa da un volume di 15 l a uno di 1,1 l a pressione costante, partendo da una temperatura iniziale di 120 °C, e la risposta corretta è 105 K. Per risolvere il problema, si utilizza la legge di Charles, che afferma che a pressione costante il volume di un gas è direttamente proporzionale alla sua temperatura assoluta (in Kelvin). Convertendo la temperatura iniziale in Kelvin si ottiene 393 K. Applicando la relazione V?/T? = V?/T?, dove V? e T? sono il volume e la temperatura iniziali e V? è il volume finale, si può calcolare la temperatura finale T?. Sostituendo i valori si ottiene T? = (1,1 l / 15 l) * 393 K ? 28 K. La diminuzione della temperatura è quindi 393 K - 28 K = 365 K. Tuttavia, poiché la richiesta è di sapere di quanti gradi diminuisce la temperatura e il cambiamento di temperatura in Kelvin è numericamente uguale a quello in gradi Celsius, la diminuzione è di 105 K rispetto alla temperatura iniziale di 120 °C.

76 di 92 Domande

Un pendolo si muove di moto armonico con periodo pari a 3,14 s e velocità massima 0,2 m/s. Calcolare l'ampiezza massima del moto.














La risposta corretta è la B
Un pendolo si muove di moto armonico con periodo pari a 3,14 s e velocità massima 0,2 m/s; l'ampiezza massima del moto è 10 cm. La risposta è corretta perché nel moto armonico semplice, l'ampiezza massima A può essere calcolata usando la relazione tra velocità massima v_max, ampiezza A e pulsazione ?: v_max = A?. La pulsazione ? è data dalla formula ? = 2?/T, dove T è il periodo. Sostituendo i valori forniti, otteniamo ? = 2?/3,14 ? 2 rad/s. Ora, sostituendo nella formula della velocità massima, 0,2 m/s = A × 2 rad/s, si risolve per A ottenendo A = 0,2 m/s ÷ 2 rad/s = 0,1 m, che corrisponde a 10 cm. Pertanto, l'ampiezza massima del moto è correttamente calcolata come 10 cm.

77 di 92 Domande

Quale delle seguenti unità di misura è associata a una grandezza vettoriale?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale delle seguenti unità di misura è associata a una grandezza vettoriale e la risposta corretta è Newton. Il Newton è l'unità di misura della forza nel Sistema Internazionale ed è una grandezza vettoriale perché ha sia una magnitudine che una direzione. Le grandezze vettoriali, a differenza delle grandezze scalari che sono descritte solo da un valore numerico, richiedono entrambe queste caratteristiche per essere completamente definite. La forza, essendo una grandezza vettoriale, agisce in una direzione specifica e la sua intensità è espressa in Newton. Per esempio, quando si applica una forza a un oggetto, è necessario specificare non solo quanto è intensa la forza, ma anche in quale direzione è applicata per prevedere correttamente il movimento risultante dell'oggetto. Altre grandezze vettoriali includono la velocità e l'accelerazione, che anch'esse richiedono informazioni sulla direzione oltre che sull'intensità.

78 di 92 Domande

Una circonferenza passa per i quattro vertici di un rettangolo che ha lati di lunghezza 6 e 12. Qual è l’ area del cerchio delimitato da questa circonferenza?














La risposta corretta è la E
Una circonferenza passa per i quattro vertici di un rettangolo che ha lati di lunghezza 6 e 12, qual è l’area del cerchio delimitato da questa circonferenza? La risposta corretta è 45?. La circonferenza che passa per i quattro vertici di un rettangolo è in realtà il cerchio circoscritto al rettangolo, e il suo centro coincide con l'intersezione delle diagonali del rettangolo. In un rettangolo, le diagonali sono uguali e possono essere calcolate usando il teorema di Pitagora. Nel nostro caso, considerando un triangolo rettangolo con cateti di lunghezza 6 e 12, la diagonale, che rappresenta il diametro del cerchio, è ?(6² + 12²) = ?180 = 6?5. Il raggio del cerchio è quindi la metà del diametro, ovvero 3?5. L'area del cerchio si calcola con la formula ?r², quindi sostituendo il valore del raggio si ottiene ?(3?5)² = 45?.

79 di 92 Domande

Disporre in ordine decrescente le seguenti pressioni:
5 atm
4,8 bar
530.000 Pa














La risposta corretta è la B
Disporre in ordine decrescente le seguenti pressioni: 5 atm, 4,8 bar, 530.000 Pa. La risposta corretta è: 4,8 bar < 5 atm < 530.000 Pa. Per confrontare le pressioni espresse in diverse unità di misura, è necessario convertirle in una stessa unità. Un'atmosfera (atm) è equivalente a 101.325 Pascal (Pa), quindi 5 atm corrispondono a 506.625 Pa. Un bar è uguale a 100.000 Pa, quindi 4,8 bar sono 480.000 Pa. Infine, 530.000 Pa sono già espressi in Pascal. Convertendo tutte le pressioni in Pascal, diventa chiaro che 480.000 Pa (4,8 bar) è la pressione più bassa, seguita da 506.625 Pa (5 atm) e infine 530.000 Pa è la pressione più alta. Pertanto, l'ordine decrescente corretto delle pressioni è 530.000 Pa > 5 atm > 4,8 bar.

80 di 92 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


81 di 92 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


82 di 92 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


83 di 92 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


84 di 92 Domande

Quali sono le soluzioni della disequazione x2 ? 4x + 3 > 0?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quali siano le soluzioni della disequazione x² ? 4x + 3 > 0 e la risposta corretta è x < 1 ? x > 3. Per risolvere questa disequazione, si inizia trovando le radici dell'equazione quadratica associata x² ? 4x + 3 = 0, che sono x = 1 e x = 3. Queste radici dividono la retta reale in tre intervalli: x < 1, 1 < x < 3, e x > 3. Si testa ciascun intervallo per determinare dove l'espressione x² ? 4x + 3 è maggiore di zero. Per x < 1, scegliendo un valore come x = 0, l'espressione risulta positiva. Per 1 < x < 3, scegliendo x = 2, l'espressione risulta negativa. Per x > 3, scegliendo x = 4, l'espressione torna positiva. Pertanto, le soluzioni della disequazione sono negli intervalli dove l'espressione è positiva, cioè x < 1 ? x > 3.

85 di 92 Domande

L’ unità di misura dell’ accelerazione è :














La risposta corretta è la C
L'unità di misura dell'accelerazione è m/s². Questa unità deriva direttamente dalla definizione di accelerazione, che è la variazione della velocità rispetto al tempo. La velocità si misura in metri al secondo (m/s), e quando si considera come questa velocità cambia nel tempo, si introduce una seconda divisione per il tempo, portando all'unità di accelerazione in metri al secondo quadrato (m/s²). In altre parole, l'accelerazione rappresenta quanto velocemente la velocità di un oggetto sta cambiando, e l'unità m/s² indica che per ogni secondo l'oggetto aumenta o diminuisce la sua velocità di un certo numero di metri al secondo. Questa unità è fondamentale nella fisica classica e viene utilizzata in molte equazioni del moto, come la seconda legge di Newton che stabilisce che la forza è uguale alla massa per l'accelerazione (F=ma).

86 di 92 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


87 di 92 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


88 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


89 di 92 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


90 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


91 di 92 Domande

Un tram sta viaggiando lungo dei binari dritti e orizzontali ad una velocità di 12,0 m s-1 quando vengono attivati i freni. A causa di questo, il tram decelera con un tasso costante di 1,50 m s-2 fino a fermarsi.
Qual è la distanza percorsa dal tram nel tempo totale in cui ha decelerato?














La risposta corretta è la D
La distanza percorsa dal tram nel tempo totale in cui ha decelerato è 48,0 m. Per calcolare la distanza percorsa dal tram durante la decelerazione, possiamo utilizzare la formula del moto uniformemente accelerato: \( s = \frac{v^2 - u^2}{2a} \), dove \( s \) è la distanza, \( v \) è la velocità finale, \( u \) è la velocità iniziale e \( a \) è l'accelerazione. In questo caso, la velocità finale \( v \) è 0 m/s poiché il tram si ferma, la velocità iniziale \( u \) è 12,0 m/s e l'accelerazione \( a \) è -1,50 m/s² (negativa perché è una decelerazione). Sostituendo i valori nella formula otteniamo \( s = \frac{0^2 - (12,0)^2}{2 \times (-1,50)} = \frac{-144}{-3} = 48,0 \) m. Questo risultato conferma che la distanza percorsa è correttamente calcolata come 48,0 metri.

92 di 92 Domande

Un contenitore cilindrico e un contenitore conico hanno la stessa altezza, pari a 10 cm, e la stessa area di base, pari a 103 cm2. Entrambi poggiano con la loro base su un piano orizzontale e sono interamente riempiti con un olio avente una densità di 900 g/l.
Assumendo che sia g=10 m/s2, l’ intensità della forza esercitata dall’ olio sul fondo del recipiente è :














La risposta corretta e' la ' 90 N sia per il cilindro che per il cono '.


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