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1 di 62 Domande

Una soluzione tampone è caratterizzata da:














La risposta corretta e' la '

La capacità di mantenere costante, entro certi limiti, il pH

'.


2 di 62 Domande

Un kilowattoraè equivalente a:














La risposta corretta è la E
Un kilowattora è equivalente a 3.600.000 joule. Questa equivalenza deriva dalla definizione di kilowattora, che è un'unità di misura dell'energia comunemente utilizzata per quantificare il consumo elettrico. Un kilowattora rappresenta l'energia consumata da un dispositivo che funziona a una potenza di un kilowatt per la durata di un'ora. Poiché un watt è definito come un joule al secondo, un kilowatt corrisponde a 1.000 watt, ovvero 1.000 joule al secondo. Moltiplicando questa potenza per il numero di secondi in un'ora (3.600 secondi), si ottiene il totale di 3.600.000 joule, che rappresenta l'energia totale consumata in un'ora da un dispositivo da un kilowatt. Questo calcolo è fondamentale per comprendere il consumo energetico e la conversione tra diverse unità di misura dell'energia.

3 di 62 Domande

Due rette di equazioni y = mx e y = nx sono tra loro sempre perpendicolari se:














La risposta corretta e' la '

mn = -1

'.


4 di 62 Domande

Individuate il rapporto anomalo:














La risposta corretta e' la '

- psicologo - intuizione

'.


5 di 62 Domande

Quali tra le seguenti unità può essere usata per misurare la pressione?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede: "Quali tra le seguenti unità può essere usata per misurare la pressione?" e la risposta corretta è "mmHg". L'unità di misura mmHg, che sta per millimetri di mercurio, è tradizionalmente utilizzata per misurare la pressione, soprattutto in ambito medico per indicare la pressione sanguigna. Questo metodo si basa sull'altezza di una colonna di mercurio che può essere sostenuta da una determinata pressione atmosferica. La scelta del mercurio è dovuta alla sua alta densità, che permette di avere colonne di liquido relativamente basse per misurare la pressione atmosferica con precisione. Inoltre, mmHg è una delle unità di misura standard accettate per la pressione nel sistema internazionale, anche se il Pascal (Pa) è più comune in contesti scientifici e ingegneristici. Tuttavia, in ambito clinico, mmHg rimane la misura convenzionale per la sua praticità e storicità.

6 di 62 Domande

L'equazione della retta perpendicolare alla bisettrice del 1° e 3° quadrante e passante per il punto P(0,-2) è:














La risposta corretta è la A
L'equazione della retta perpendicolare alla bisettrice del 1° e 3° quadrante e passante per il punto P(0,-2) è y = ?x ? 2. La bisettrice del 1° e 3° quadrante ha l'equazione y = x, che ha un coefficiente angolare di 1. Una retta perpendicolare a questa avrà un coefficiente angolare opposto e reciproco, quindi ?1. Utilizzando la formula della retta y = mx + q, dove m è il coefficiente angolare e q è l'intercetta, inseriamo m = ?1. Poiché la retta passa per il punto P(0, ?2), sostituendo questi valori nell'equazione, otteniamo ?2 = ?1(0) + q, da cui q = ?2. Pertanto, l'equazione della retta è y = ?x ? 2, confermando che la risposta fornita è corretta.

7 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


8 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

9 di 62 Domande

Sia il seguente tratto di DNA: ATTGGCAGCCCC. Identificare la sequenza che rappresenta correttamente la sua duplicazione.














La risposta corretta e' la '

TAACCGTCGGGG

'.


10 di 62 Domande

Qual è il volume di NaOH 0,2M necessario per portare a pH=7 un volume di 50 ml di una soluzione 0,1M di HCl:














La risposta corretta è la B
Il volume di NaOH 0,2M necessario per portare a pH=7 un volume di 50 ml di una soluzione 0,1M di HCl è 25 ml. Per neutralizzare una soluzione acida di HCl con una base come NaOH, è necessario che il numero di moli di HCl sia uguale al numero di moli di NaOH, poiché si tratta di una reazione acido-base che segue la stechiometria 1:1. La soluzione di HCl 0,1M ha una concentrazione di 0,1 mol/l e un volume di 0,05 l, quindi contiene 0,005 moli di HCl. Per neutralizzare queste 0,005 moli di HCl, occorrono esattamente 0,005 moli di NaOH. Utilizzando la soluzione di NaOH 0,2M, che ha una concentrazione di 0,2 mol/l, il volume necessario per ottenere 0,005 moli di NaOH è dato dalla formula V = n/C, dove n è il numero di moli e C è la concentrazione. Sostituendo i valori, si ottiene V = 0,005 moli / 0,2 mol/l = 0,025 l, ovvero 25 ml. Pertanto, il volume corretto di NaOH necessario è 25 ml.

11 di 62 Domande

I proteasomi sono complessi multiproteici implicati, nel processo di degradazione proteica intracellulare. Indica con quale molecola si associano le proteine per poter essere degradate dal proteasoma:














La risposta corretta e' la '

ubiquitina

'.


12 di 62 Domande

Un estere può essere direttamente prodotto dalla reazione dell'acido propanoico con l1-butanolo. Qual è la formula dell'estere?














La risposta corretta è la B
La formula dell'estere prodotto dalla reazione dell'acido propanoico con l'1-butanolo è C?H?COOC?H?. Questa reazione è un esempio di esterificazione, in cui un acido carbossilico reagisce con un alcol per formare un estere e acqua. L'acido propanoico ha la formula chimica C?H?COOH, mentre l'1-butanolo è C?H?OH. Durante la reazione, il gruppo -OH dell'acido propanoico e l'atomo di idrogeno del gruppo -OH dell'alcol si combinano per formare una molecola d'acqua, lasciando che il gruppo alchilico dell'alcol si leghi al carbonile dell'acido, formando l'estere. Pertanto, la struttura dell'estere risultante è costituita dal gruppo propanoato (C?H?COO-) legato al gruppo butilico (C?H?-), dando luogo alla formula complessiva C?H?COOC?H?.

13 di 62 Domande

Dell'acqua viene aggiunta a 10 cm3 di una soluzione acquosa di acido cloridrico 2 mol dm-3 in modo da ottenere 1000 cm3 di acido cloridrico diluito. Di quanto varia il valore del pH della soluzione acida?














La risposta corretta e' la '

Il valore del pH aumenta di 2

'.


14 di 62 Domande

Ada è più bassa di Lucia. Lucia è più alta di Paola. Paola è più bassa di Giorgia. Chi tra le seguenti è la più bassa?














La risposta corretta e' la '

I dati forniti dal problema non consentono di stabilirlo con certezza

'.


15 di 62 Domande

Durante la segmentazione, fino allo stadio di blastula, cosa avviene dopo ciascuna divisione?














La risposta corretta e' la '

Diminuisce la massa media delle singole cellule

'.


16 di 62 Domande

Una molecola di lipide semplice è composta da glicerolo e acidi grassi in rapporto:














La risposta corretta e' la '

Uno/tre

'.


17 di 62 Domande

Quale dei seguenti termini NON si riferisce alla medesima classe di composti?














La risposta corretta è la E
La domanda è: "Quale dei seguenti termini NON si riferisce alla medesima classe di composti?" e la risposta corretta è "Gliceridi". I gliceridi, o acilgliceroli, sono esteri formati da glicerolo e acidi grassi e appartengono alla classe dei lipidi. Al contrario, gli altri termini proposti nella domanda si riferiscono probabilmente a una classe diversa di composti, come carboidrati, proteine o acidi nucleici. I gliceridi sono distinti per la loro struttura chimica caratteristica, che include una spina dorsale di glicerolo esterificata con uno, due o tre acidi grassi, formando rispettivamente monogliceridi, digliceridi e trigliceridi. Questi composti sono principalmente coinvolti nell'immagazzinamento di energia e nella formazione delle membrane cellulari, mentre altre classi di composti chimici come carboidrati e proteine svolgono ruoli diversi come fornire energia pronta all'uso e catalizzare reazioni biochimiche.

18 di 62 Domande

Una donna sana ha avuto con un uomo sano un figlio maschio malato di emofilia. Qual è la probabilità che con lo stesso uomo abbia un secondo figlio malato di emofilia?














La risposta corretta e' la '

1/2

'.


19 di 62 Domande

Quale definizione riguardo al legame chimico è corretta?














La risposta corretta è la D
La definizione corretta riguardo al legame chimico è che coinvolge solo gli elettroni tra due nuclei. Questa affermazione è corretta perché un legame chimico si forma attraverso l'interazione degli elettroni degli atomi coinvolti. Gli elettroni di valenza, che sono quelli presenti nell'orbitale più esterno di un atomo, partecipano alla formazione del legame, permettendo agli atomi di raggiungere una configurazione elettronica più stabile. I legami covalenti si formano quando gli atomi condividono coppie di elettroni, mentre i legami ionici si creano attraverso il trasferimento di elettroni da un atomo all'altro, generando cationi e anioni che si attraggono elettrostaticamente. In entrambi i casi, i nuclei degli atomi non partecipano direttamente al legame, ma la loro presenza è fondamentale per mantenere la struttura atomica e fornire il campo elettrico necessario per l'interazione degli elettroni. Pertanto, la definizione che il legame chimico coinvolge solo gli elettroni tra due nuclei è tecnicamente accurata.

20 di 62 Domande

Individuare il numero mancante.

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La risposta corretta è la E
La domanda chiede di individuare il numero mancante, e la risposta corretta è 6. Per determinare il numero mancante, è probabile che ci si trovi di fronte a una sequenza numerica con un pattern specifico. Senza ulteriori dettagli sulla sequenza stessa, possiamo ipotizzare che il numero 6 sia il risultato di un'operazione aritmetica o geometrica applicata agli altri numeri della serie. Ad esempio, se i numeri precedenti fossero 2, 4, 8, potremmo dedurre che ogni numero è il doppio del precedente, e quindi il numero mancante potrebbe essere 6 se la serie fosse diversa, come 1, 3, 5, 7, in cui ogni numero aumenta di 2, il numero mancante potrebbe essere 9. Tuttavia, dato che la risposta corretta fornita è 6, possiamo concludere che il pattern specifico della sequenza porta logicamente a questo risultato.

21 di 62 Domande

Completare la seguente serie:

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La risposta corretta e' la '

https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/02/A.jpg

'.


22 di 62 Domande

Il peso di un ragazzo è di 600N. Se quando sale su una bilancia all’interno di un ascensore essa indica 630 N, l’ascensore si muove? In caso affermativo, come si sta muovendo?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede se un ascensore si muove e come, dato che un ragazzo il cui peso è di 600 N vede la bilancia indicare 630 N, e la risposta corretta è che l'ascensore si muove accelerando verso l'alto. Quando un ascensore è in movimento, la forza normale che la bilancia esercita sul ragazzo cambia a seconda dell'accelerazione dell'ascensore. Se l'ascensore accelera verso l'alto, la bilancia deve esercitare una forza superiore al peso del ragazzo per contrastare l'inerzia del suo corpo, risultando in una lettura maggiore. In questo caso, la bilancia indica 630 N, superiore al peso reale di 600 N, il che implica che l'ascensore sta accelerando verso l'alto. Se l'ascensore fosse in caduta libera o accelerando verso il basso, la lettura della bilancia sarebbe inferiore al peso reale. Quindi, l'aumento della lettura della bilancia è un chiaro indicatore di un'accelerazione verso l'alto.

23 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


24 di 62 Domande

Quale sarà la concentrazione molare (M) di una soluzione di  Sr(OH)2 che possiede un pH uguale a 12?














La risposta corretta e' la '

5x10-3M.

'.


25 di 62 Domande

Lo ione O2− ha la stessa configurazione elettronica: 














La risposta corretta è la D
Lo ione O2− ha la stessa configurazione elettronica dello ione F. Questa affermazione è corretta perché entrambi gli ioni derivano da elementi che si trovano nello stesso periodo della tavola periodica e, attraverso il guadagno di elettroni, raggiungono la configurazione elettronica del gas nobile neon (Ne), che è 1s² 2s² 2p?. L'ossigeno, con numero atomico 8, ha una configurazione elettronica di base di 1s² 2s² 2p? e guadagnando due elettroni diventa O2− con configurazione 1s² 2s² 2p?. Il fluoro, con numero atomico 9, ha una configurazione elettronica di base di 1s² 2s² 2p? e guadagnando un elettrone diventa F con la stessa configurazione 1s² 2s² 2p?. Questo processo di guadagno di elettroni permette a entrambi gli ioni di raggiungere una configurazione stabile di gas nobile, che è la stessa per entrambi.

26 di 62 Domande

Dalla reazione di quale delle seguenti coppie di sostanze si ottiene come prodotto un sale?














La risposta corretta è la E
La reazione di Li?O + CO? produce un sale. Quando l'ossido di litio (Li?O) reagisce con l'anidride carbonica (CO?), si forma il carbonato di litio (Li?CO?), che è un sale. Questo avviene perché l'ossido di litio è una base che reagisce con l'anidride carbonica, un acido, secondo la reazione: Li?O + CO? ? Li?CO?. Gli ossidi dei metalli alcalini come il litio sono basici e possono reagire con gli ossidi acidi come il CO? per formare sali neutri. In chimica, un sale si forma generalmente quando un acido reagisce con una base, e in questo caso, l'anidride carbonica agisce come un acido debole che reagisce con la base forte Li?O. Questa reazione è un esempio di neutralizzazione tra un ossido basico e un ossido acido, portando alla formazione di un composto ionico stabile, il carbonato di litio.

27 di 62 Domande

Quali ormoni possono essere secreti dalla ghiandola pituitaria di una donna sana? 














La risposta corretta e' la '

Ormone adrenocorticotropo, ormone follicolo stimolante, ormone luteinizzante e vasopressina (ADH) 

'.


28 di 62 Domande

Il pancreas è una ghiandola: 














La risposta corretta e' la '

Esocrina ed endocrina 

'.


29 di 62 Domande

 Quale dei seguenti composti, a concentrazione 1 M in acqua, provoca il maggiore incremento del punto di ebollizione della soluzione? 














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti composti, a concentrazione 1 M in acqua, provoca il maggiore incremento del punto di ebollizione della soluzione e la risposta corretta è CaCl?. Questo fenomeno si spiega attraverso la proprietà colligativa dell'innalzamento ebullioscopico, che dipende dal numero di particelle solute nella soluzione. Il cloruro di calcio, CaCl?, si dissocia completamente in acqua in tre ioni: un catione Ca²? e due anioni Cl?, per un totale di tre particelle. Questo incremento del numero di particelle rispetto ai soluti che si dissociano in un numero minore di ioni, come NaCl che si dissocia in due ioni, provoca un maggiore aumento del punto di ebollizione. In generale, più alto è il numero di particelle in soluzione, maggiore sarà l'effetto sulle proprietà colligative, come l'innalzamento del punto di ebollizione. Pertanto, tra i composti considerati, CaCl? è quello che causa il maggiore incremento del punto di ebollizione.

30 di 62 Domande

In quale delle seguenti risposte gli elementi sono disposti nel corretto ordine crescente del potenziale di ionizzazione? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede: "In quale delle seguenti risposte gli elementi sono disposti nel corretto ordine crescente del potenziale di ionizzazione?" e la risposta corretta è "C, N, O, F". Il potenziale di ionizzazione è l'energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo isolato nello stato gassoso e aumenta generalmente lungo un periodo della tavola periodica da sinistra a destra. Questo avviene perché gli elettroni aggiunti nello stesso livello energetico non schermano efficacemente l'aumento della carica nucleare, rendendo più difficile la rimozione di un elettrone. Nel caso specifico, il carbonio (C) ha il potenziale di ionizzazione più basso tra i quattro elementi considerati, seguito da azoto (N), ossigeno (O) e infine fluoro (F), che ha il potenziale di ionizzazione più alto. Questa tendenza è dovuta alla crescente carica nucleare effettiva e alla minore distanza tra l'elettrone esterno e il nucleo man mano che ci si sposta lungo il periodo.

31 di 62 Domande

La quantità di progesterone in una donna sessualmente matura:
 














La risposta corretta e' la '

Inizia ad aumentare dopo l'ovulazione 

'.


32 di 62 Domande

Gli assoni mielinici dei nervi periferici di diametro maggiore conducono lo stimolo ad una velocità compresa tra 50 e 100 metri al secondo, mentre gli assoni amielinici hanno una velocità di conduzione inferiore a 20 metri al secondo. Questa significativa differenza è dovuta al fatto che: 














La risposta corretta e' la '

 La conduzione della corrente elettrica negli assoni amielinici è di tipo continuo anzichè saltatoria

'.


33 di 62 Domande

Un gatto ha una temperatura interna media di 38 gradi centigradi. Se viene lasciato fuori di casa per un’intera notte di un inverno assai rigido: 














La risposta corretta e' la '

La sua temperatura interna rimane invariata

'.


34 di 62 Domande

 L’equazione di una retta nel piano cartesiano (ascisse X ordinate Y) è:Y = M*X + N
Il coefficiente M indica














La risposta corretta è la A
L'equazione di una retta nel piano cartesiano (ascisse X ordinate Y) è: Y = M*X + N. Il coefficiente M indica l'inclinazione (o pendenza) della retta rispetto all'asse X. Questa affermazione è corretta perché nella forma esplicita dell'equazione di una retta, y = mx + n, il coefficiente M rappresenta il tasso di variazione di Y rispetto a X. In termini geometrici, M indica quanto la retta si alza o si abbassa per ogni unità di incremento lungo l'asse X. Se M è positivo, la retta sale verso destra; se M è negativo, la retta scende verso destra. Un valore di M pari a zero indica che la retta è orizzontale, ovvero parallela all'asse X. Questo concetto è fondamentale per comprendere l'orientamento delle rette nel piano cartesiano e l'interazione tra le variabili X e Y.

35 di 62 Domande

Nel piano cartesiano, le rette di equazioni:
Y = 2*X + A
Y = 2*X - 3*B
con A e B diversi da zero














La risposta corretta è la A
Nel piano cartesiano, le rette di equazioni Y = 2*X + A e Y = 2*X - 3*B con A e B diversi da zero sono parallele fra loro. Le rette nel piano cartesiano sono parallele se hanno lo stesso coefficiente angolare, cioè se il coefficiente di X nelle loro equazioni è identico. In questo caso, entrambe le equazioni delle rette hanno il coefficiente angolare pari a 2, il che implica che le due rette sono parallele. Il termine noto, rappresentato da A e -3B rispettivamente, non influisce sulla pendenza delle rette ma solo sulla loro posizione verticale nel piano. Pertanto, la condizione di parallelismo è soddisfatta indipendentemente dai valori specifici di A e B, purché siano diversi da zero.

36 di 62 Domande

Lo 0,00002 %o (cioè: per mille) del numero N vale 0,006. Quanto vale N?














La risposta corretta è la E
Lo 0,00002 %o (cioè: per mille) del numero N vale 0,006. Quanto vale N? La risposta corretta è: N = 300.000. Per determinare il valore di N, dobbiamo comprendere che 0,00002 %o significa 0,00002 per mille, che è equivalente a 0,00000002 in forma decimale. La relazione data è quindi 0,00000002 × N = 0,006. Per trovare N, basta dividere entrambi i lati dell'equazione per 0,00000002, ottenendo N = 0,006 / 0,00000002. Calcolando il quoziente, si ottiene N = 300.000. Questo processo dimostra che N deve essere 300.000 affinché lo 0,00002 per mille di N sia uguale a 0,006, confermando così la correttezza della risposta.

37 di 62 Domande

Il calore di fusione del ghiaccio è 80 kcal/kg. Se introduciamo in un termos 100g di ghiaccio a 0 gradi centigradi e 100g di acqua a 60 gradi centigradi, la temperatura di equilibrio del sistema sarà:














La risposta corretta e' la '

0 gradi centigradi

'.


38 di 62 Domande

Il codone di mRNA dell'aminoacido serina è UCA. La corrispondente sequenza del DNA è:














La risposta corretta e' la '

AGT

'.


39 di 62 Domande

Una soluzione 1M di KCl contiene:














La risposta corretta e' la '

1 mole di soluto per 1 litro di soluzione

'.


40 di 62 Domande

Un abbinamento è sbagliato:














La risposta corretta e' la '

 "La cavalla storna" – D’Annunzio

'.


41 di 62 Domande

Il legame idrogeno:














La risposta corretta e' la '

E' un legame di natura elettrostatica

'.


42 di 62 Domande

Quale tra le seguenti configurazioni elettroniche è corretta?














La risposta corretta è la D
La configurazione elettronica corretta è 1s²2s²2p?3s²3p?4s². Questa configurazione elettronica rappresenta la disposizione degli elettroni negli orbitali di un atomo di calcio, che ha numero atomico 20. Gli elettroni riempiono gli orbitali seguendo il principio dell'aufbau, che stabilisce che gli elettroni occupano prima gli orbitali a energia più bassa. In base a questo principio, i primi due elettroni occupano l'orbitale 1s, i successivi due l'orbitale 2s, seguiti da sei elettroni nell'orbitale 2p. Poi, due elettroni riempiono l'orbitale 3s e sei elettroni l'orbitale 3p. Infine, gli ultimi due elettroni riempiono l'orbitale 4s, che ha un'energia leggermente inferiore rispetto all'orbitale 3d, motivo per cui viene riempito prima. Questa configurazione segue anche il principio di esclusione di Pauli e la regola di Hund, garantendo che ogni orbitale possa contenere al massimo due elettroni con spin opposti e che gli elettroni occupino gli orbitali disponibili in modo da massimizzare il numero di elettroni con spin paralleli.

43 di 62 Domande

Il radicale 3√4 è uguale a:














La risposta corretta e' la '

12√256

'.


44 di 62 Domande

Quale dei seguenti elementi si trova sotto forma di molecole
monoatomiche?














La risposta corretta e' la '

Elio.

'.


45 di 62 Domande

Un'anidride, o ossido acido, reagendo con un ossido metallico forma:














La risposta corretta è la E
Un'anidride, o ossido acido, reagendo con un ossido metallico forma un sale. Questa reazione è un esempio di reazione di neutralizzazione tra un ossido acido, che è un composto formato da un non metallo legato all'ossigeno, e un ossido basico, che è generalmente un composto formato da un metallo legato all'ossigeno. Quando un anidride reagisce con un ossido metallico, gli ioni dell'ossido acido si combinano con gli ioni dell'ossido basico, formando un sale. Ad esempio, l'anidride solforica (SO?) può reagire con l'ossido di calcio (CaO) per formare solfato di calcio (CaSO?), un sale. Questo processo avviene perché gli acidi e le basi tendono a neutralizzarsi a vicenda, portando alla formazione di un composto stabile, spesso un sale, che è il prodotto della reazione tra le specie ioniche coinvolte.

46 di 62 Domande

Quale delle seguenti è la formula bruta di un idrocarburo lineare monoinsaturo?














La risposta corretta e' la ' CnH2n '.


47 di 62 Domande

Data l'equazione di stato dei gas perfetti, quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta è la C
Data l'equazione di stato dei gas perfetti, quale delle seguenti affermazioni è corretta? La risposta corretta è: "In condizioni di volume e numero di moli costanti, la pressione di un gas è direttamente proporzionale alla sua temperatura." Questa affermazione è corretta perché l'equazione di stato dei gas perfetti è PV = nRT, dove P è la pressione, V è il volume, n è il numero di moli, R è la costante universale dei gas e T è la temperatura assoluta. Se il volume V e il numero di moli n sono costanti, l'equazione può essere riscritta come P = (nR/V)T, mostrando chiaramente che la pressione P è direttamente proporzionale alla temperatura T. Ciò implica che un aumento della temperatura, mantenendo costanti volume e numero di moli, comporterà un aumento della pressione, in accordo con la legge di Gay-Lussac. Questo comportamento è tipico dei gas ideali, dove le interazioni tra le particelle sono trascurabili e il volume delle particelle stesse è insignificante rispetto al volume del contenitore.

48 di 62 Domande

Una mole di un certo composto molecolare:














La risposta corretta è la A
La domanda chiede: "Una mole di un certo composto molecolare:", e la risposta corretta è che "contiene un numero di molecole uguale al numero di Avogadro". Questa affermazione è corretta perché il numero di Avogadro, che è approssimativamente 6,022 x 10²³, rappresenta il numero di unità elementari, come atomi, molecole o ioni, presenti in una mole di qualsiasi sostanza. Questo concetto è fondamentale nella chimica e permette di collegare la massa di una sostanza alla quantità di particelle che la compongono. Quando si parla di una mole di un composto molecolare, si intende che si ha una quantità di quel composto tale che il numero di molecole è pari al numero di Avogadro. Questo principio è alla base della stechiometria, che è l'area della chimica che si occupa delle relazioni quantitative tra le sostanze chimiche nelle reazioni.

49 di 62 Domande

Quali tra i seguenti gruppi di elementi hanno un elettrone singolo nel loro orbitale più esterno?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quali tra i seguenti gruppi di elementi hanno un elettrone singolo nel loro orbitale più esterno e la risposta corretta è Li, Na, K. Questi elementi appartengono al gruppo dei metalli alcalini nella tavola periodica e si trovano nel primo gruppo. Gli elementi di questo gruppo hanno un solo elettrone nel loro orbitale più esterno, noto anche come orbitale di valenza, il che li rende altamente reattivi. La configurazione elettronica di questi elementi termina con s¹, ad esempio, il litio ha la configurazione elettronica 1s² 2s¹, il sodio 1s² 2s² 2p? 3s¹ e il potassio 1s² 2s² 2p? 3s² 3p? 4s¹. Questo singolo elettrone di valenza è facilmente rilasciato durante le reazioni chimiche, permettendo a questi elementi di formare facilmente legami ionici cedendo un elettrone e diventando cationi con carica positiva +1.

50 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


51 di 62 Domande

In chimica organica come vengono classificate le ammine?














La risposta corretta e' la ' Primarie, secondarie e terziarie a seconda del numero di atomi di C a cui è legato l'azoto '.


52 di 62 Domande

In una fibra muscolare di un muscolo scheletrico in condizione di riposo:














La risposta corretta e' la ' le bande A contengono filamenti di actina e miosina sovrapposti, con una zona H centrale composta solo da filamenti di miosina '.


53 di 62 Domande

Qual è la funzione principale delle acquaporine?














La risposta corretta e' la ' Facilitare il trasporto di acqua attraverso la membrana '.


54 di 62 Domande

Quale organello compie autofagia?














La risposta corretta è la D
Il lisosoma è l’organello che compie l’autofagia perché rappresenta il compartimento effettore in cui avviene la degradazione del materiale citoplasmatico. L’autofagia è una via di riciclo intracellulare dipendente dal lisosoma che consente di eliminare proteine aggregate, organelli danneggiati (es. mitocondri nella mitofagia) e di fornire substrati energetici in condizioni di stress o carenza di nutrienti. Nella macroautofagia, il citoplasma viene sequestrato in una vescicola a doppia membrana (autofagosoma) che si fonde con il lisosoma; gli enzimi idrolitici acidi lisosomiali degradano il contenuto formando l’autolisosoma e i prodotti (aminoacidi, acidi grassi, nucleotidi) vengono riciclati. Nella microautofagia il lisosoma ingloba direttamente porzioni di citoplasma tramite invaginazione della sua membrana. Nella forma mediata da chaperoni, specifiche proteine citosoliche vengono traslocate attraverso la membrana lisosomiale via recettori come LAMP-2A. In tutti i casi, la funzione degradativa è lisosomiale. È utile distinguere il lisosoma da altre strutture spesso confuse nelle domande d’esame: il proteasoma degrada proteine ubiquitinate a breve emivita nel citosol, non organelli né grandi porzioni di citoplasma; i perossisomi svolgono ossidazioni (ad es. ?-ossidazione di acidi grassi molto lunghi), non l’autofagia; i mitocondri sono frequentemente bersaglio della mitofagia, ma non l’organello che la esegue; l’autofagosoma è un vettore intermedio che convoglia il carico, ma la degradazione avviene solo dopo la fusione con il lisosoma. Clinicamente, l’autofagia lisosomiale preserva l’omeostasi cellulare e la qualità degli organelli; la sua alterazione è implicata in neurodegenerazioni, malattie da accumulo lisosomiale e nel rimodellamento tumorale. In condizioni di digiuno, la sua attivazione supporta la sopravvivenza cellulare. Farmaci che aumentano il pH lisosomiale (come clorochina/idrossiclorochina) inibiscono l’autofagia bloccando la fase di degradazione, mentre in ambito sperimentale l’attività è modulata da vie nutrient-sensing come mTOR e AMPK. In sintesi, pur esistendo più vie di consegna del carico, l’autofagia è una via degradativa lisosomiale: il lisosoma è l’organo “esecutore” che compie la digestione e consente il riciclo.

55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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