Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 64 Domande

La potenza ((X2) 4 ) 5 è uguale a:














La risposta corretta è la C
La potenza ((X2)4)5 è uguale a X40. Per risolvere questa espressione, è necessario applicare la proprietà delle potenze che afferma che (am)n = am*n. In questo caso, si inizia calcolando la potenza interna (X2)4, che diventa X2*4 = X8. Successivamente, si eleva il risultato a un'ulteriore potenza di 5, quindi (X8)5 diventa X8*5 = X40. Questa semplificazione mostra chiaramente come il prodotto degli esponenti attraverso le potenze successive conduca all'esponente finale di 40, confermando che la risposta corretta è X40.

2 di 64 Domande

Siano date tre forze ≠0, complanari, tutte e tre applicate all’origine di un sistema piano di assi cartesiani ortogonali, tutte e tre giacenti nel primo quadrante. Per quali dei seguenti valori dei moduli può essere nulla la loro risultante ?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quali valori dei moduli di tre forze complanari e giacenti nel primo quadrante possano rendere nulla la loro risultante, con la risposta corretta che afferma: "Mai, qualsiasi siano i valori di F?, di F? e di F?". La risposta è corretta perché, essendo le tre forze tutte giacenti nel primo quadrante, esse hanno componenti positive lungo entrambi gli assi x e y. Per annullare la risultante di forze, le componenti lungo ciascun asse dovrebbero sommarsi a zero, il che è impossibile se tutte le componenti sono positive. In altre parole, affinché la somma vettoriale di più forze sia nulla, è necessario che ci siano componenti con direzioni opposte che si annullano a vicenda. Tuttavia, nel primo quadrante, tutte le forze hanno direzioni positive, quindi non possono mai annullarsi reciprocamente.

3 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


4 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

5 di 64 Domande

Nelle cellule degli eucarioti, durante il processo catabolico che porta alla demolizione di una molecola di glucosio, in quale delle seguenti fasi viene liberato il maggior numero di molecole di CO2?














La risposta corretta e' la '

Il ciclo di Krebs

'.


6 di 64 Domande

Nella Tavola Periodica l'elemento R appartiene al Gruppo 17, l'elemento X al Gruppo 1 e l'elemento T al Gruppo 16. Se questi elementi reagiscono tra loro formando dei composti binari, quale combinazione descrive il carattere più probabile di ciascun legame?














La risposta corretta è la A
Nella Tavola Periodica l'elemento R appartiene al Gruppo 17, l'elemento X al Gruppo 1 e l'elemento T al Gruppo 16; se questi elementi reagiscono tra loro formando dei composti binari, la combinazione più probabile di ciascun legame è: R + X = ionico; R + T = covalente; X + T = ionico. Gli elementi del Gruppo 17 sono alogeni, altamente elettronegativi, e tendono a formare legami ionici con elementi del Gruppo 1, i metalli alcalini, che hanno bassa elettronegatività e tendono a perdere elettroni. Questo crea un forte legame ionico tra R e X. L'elemento T del Gruppo 16, essendo un calcogeno, può formare legami covalenti con gli alogeni del Gruppo 17, come R, poiché entrambi tendono a condividere elettroni per completare il loro ottetto. Infine, T forma legami ionici con gli elementi del Gruppo 1, come X, dato che T tende ad acquisire elettroni mentre X tende a perderli, favorendo la formazione di un legame ionico.

7 di 64 Domande

I cateti di un triangolo rettangolo misurano rispettivamente √6 − √2 e √6 + √2 . Quanto misura l'ipotenusa?














La risposta corretta è la A
I cateti di un triangolo rettangolo misurano rispettivamente ?6 ? ?2 e ?6 + ?2, e l'ipotenusa misura 4. Per determinare l'ipotenusa, si applica il teorema di Pitagora, che afferma che la somma dei quadrati dei cateti è uguale al quadrato dell'ipotenusa. Calcoliamo i quadrati dei cateti: (?6 ? ?2)² = 6 ? 2?12 + 2 = 8 ? 2?12 e (?6 + ?2)² = 6 + 2?12 + 2 = 8 + 2?12. Sommando i due risultati otteniamo (8 ? 2?12) + (8 + 2?12) = 16, eliminando i termini con ?12 poiché si annullano. Quindi, l'ipotenusa è ?16, che è pari a 4. Pertanto, l'ipotenusa misura 4, confermando la correttezza della risposta.

8 di 64 Domande

Date le seguenti tre modalità di regolazione dell'espressione genica in eucarioti, quale/i avviene/avvengono prima della traduzione?

1. Splicing alternativo di pre-mRNA. 2. Alterazione epigenetica del DNA attraverso metilazione. 3. Rimozione per via enzimatica di peptidi segnale da una proteina precursore.














La risposta corretta e' la '

Solo 1 e 2

'.


9 di 64 Domande

Un corpo di massa m e' inizialmente a riposo. La velocità del corpo varia uniformemente da zero a v nel tempo t. Cosa rappresenta l'espressione mv/t per il corpo considerato?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede cosa rappresenta l'espressione mv/t per un corpo di massa m inizialmente a riposo, la cui velocità varia uniformemente da zero a v nel tempo t, e la risposta corretta è che rappresenta la forza risultante. Questa risposta è corretta perché, secondo la seconda legge di Newton, la forza risultante agisce su un corpo è uguale alla variazione della quantità di moto del corpo nel tempo. La quantità di moto di un corpo è data dal prodotto della sua massa m e della sua velocità v. Se la velocità di un corpo varia uniformemente da zero a v in un tempo t, la variazione della quantità di moto è mv. Dividendo questa variazione per il tempo t si ottiene la forza media risultante che ha agito sul corpo durante l'intervallo di tempo considerato. Quindi, mv/t rappresenta la forza media che ha causato l'accelerazione del corpo da una velocità iniziale di zero a una velocità finale di v in un tempo t.

10 di 64 Domande

Nell'uomo, durante la digestione degli alimenti, il pH acido:














La risposta corretta e' la '

Favorisce l'attivazione del pepsinogeno

'.


11 di 64 Domande

Una sola delle seguenti affermazioni concernenti lo ione potassio (Z = 19, P.A. = 39) e' ERRATA. Quale?














La risposta corretta è la D
Una sola delle seguenti affermazioni concernenti lo ione potassio (Z = 19, P.A. = 39) è ERRATA: nel nucleo sono presenti 39 neutroni. Questa affermazione è errata perché il numero di massa (P.A.) di un elemento è dato dalla somma di protoni e neutroni nel nucleo. Per il potassio, con numero atomico (Z) pari a 19, ci sono 19 protoni. Pertanto, per calcolare il numero di neutroni, si sottrae il numero atomico dal numero di massa: 39 (P.A.) - 19 (protoni) = 20 neutroni. La presenza di 39 neutroni nel nucleo indicherebbe un numero di massa pari a 58, il che non corrisponde al potassio. Quindi, l'affermazione che nel nucleo siano presenti 39 neutroni è errata, poiché il corretto numero di neutroni per l'isotopo più comune del potassio è 20.

12 di 64 Domande

sen2α + cos2α = 1 vale per:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede per quali valori di α vale l'identità sen²α + cos²α = 1, e la risposta corretta è "tutti i valori di α". Questa identità è una delle più fondamentali e conosciute nella trigonometria ed è nota come identità pitagorica. Deriva dal Teorema di Pitagora applicato al cerchio unitario, dove il raggio è uguale a 1. In un cerchio unitario, il seno e il coseno di un angolo α rappresentano rispettivamente le coordinate y e x di un punto sulla circonferenza. Secondo il Teorema di Pitagora, la somma dei quadrati delle lunghezze dei cateti di un triangolo rettangolo è uguale al quadrato della lunghezza dell'ipotenusa. Nel caso del cerchio unitario, l'ipotenusa è il raggio del cerchio, che è 1, quindi sen²α + cos²α = 1 per tutti i valori di α. Questa identità è valida indipendentemente dall'angolo α scelto, sia esso positivo, negativo o superiore a 360 gradi, poiché il cerchio trigonometrico è periodico con periodo 2?.

13 di 64 Domande

Quale dei seguenti cariotipi determina la sindrome di Klinefelter?














La risposta corretta e' la '

47, XXY

'.


14 di 64 Domande

In ciascun gamete di un essere umano si trovano:














La risposta corretta e' la '

23 cromosomi

'.


15 di 64 Domande

"..?.." sta a "Pistola" come "Freccia" sta a "..?..".














La risposta corretta e' la '

Proiettile - Arco

'.


16 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


17 di 64 Domande

In un matraccio contenente 400 mL di acqua distillata, vengono trasferiti 25 mL di una soluzione 0,4 M di NaOH e 75 mL di una soluzione 0,2 M di HCl. Quale tra i seguenti è il
valore corretto del pH della soluzione risultante? 














La risposta corretta è la A
In un matraccio contenente 400 mL di acqua distillata, vengono trasferiti 25 mL di una soluzione 0,4 M di NaOH e 75 mL di una soluzione 0,2 M di HCl. Quale tra i seguenti è il valore corretto del pH della soluzione risultante? La risposta corretta è 2. Per determinare il pH della soluzione risultante, bisogna calcolare il numero di moli di NaOH e HCl presenti inizialmente. La soluzione di NaOH contiene 0,4 M × 0,025 L = 0,01 moli di NaOH, mentre quella di HCl contiene 0,2 M × 0,075 L = 0,015 moli di HCl. Poiché HCl è un acido forte e NaOH è una base forte, reagiscono completamente formando acqua e NaCl. Dopo la reazione, rimangono 0,015 - 0,01 = 0,005 moli di HCl in eccesso. Questo eccesso di HCl determina la concentrazione di ioni H? nella soluzione finale di 500 mL (400 mL di acqua più 100 mL di soluzioni iniziali), che è 0,005 moli / 0,5 L = 0,01 M. Il pH è quindi calcolato come -log(0,01) = 2, confermando che la risposta corretta è 2.

18 di 64 Domande

Quale dei seguenti processi è indispensabile per l’avvio della trascrizione in una cellula
eucariotica? 














La risposta corretta e' la '

Il legame di alcuni fattori della trascrizione al promotore

'.


19 di 64 Domande

Nei topi l’allele che determina il pelo nero (B) è dominante su quello che determina il pelo marrone (b) e l’allele che determina la coda corta (T) è dominante su quello che determina la coda lunga (t). Sapendo che i due geni responsabili del colore e della lunghezza del pelo non sono associati, con quale probabilità dall’incrocio di due individui con genotipo rispettivamente Bbtt e BbTt si otterranno individui con pelo nero e coda corta? 














La risposta corretta e' la '

3/8 

'.


20 di 64 Domande

Quale è la reazione che avviene nello stomaco a seguito della ingestione di bicarbonato di sodio come antiacido?














La risposta corretta e' la '

NaHCO3 + HCl → NaCl + CO2 + H2

'.


21 di 64 Domande

Quale dei seguenti abbinamenti è errato? 














La risposta corretta e' la '

Terra rara: area coltivabile in ambiente desertico 

'.


22 di 64 Domande

0. Un campione di roccia contenente ferro (55,8 u.m.a.) viene triturato e disciolto in una soluzione di HCl concentrato. Dalla reazione, da bilanciare, si liberano 4 g di H2. Calcolare la quantità di ferro presente inizialmente nel campione.
 Fe + HCl → FeCl2 + H2














La risposta corretta e' la '

111,6 g 

'.


23 di 64 Domande

Tra gli esempi sotto-riportati solo UNO NON si riferisce al tipo degli epiteli semplici. Quale?














La risposta corretta e' la '

Epidermide

'.


24 di 64 Domande

 Si definisce elettronegatività la capacità di un elemento di: 














La risposta corretta e' la '

Attirare gli elettroni di legame
 

'.


25 di 64 Domande

Meselson e Stahl nel 1957 fornirono prove sperimentali che ciascun filamento di DNA serviva da stampo per il nuovo DNA, dimostrando così il processo di duplicazione semiconservativa del
DNA. Essi fecero crescere un ceppo di Escherichia coli in un terreno contenente azoto pesante(15N), quindi lo passarono in un terreno contenente azoto leggero (14N). Dopo una generazione esaminarono i risultati e constatarono che la percentuale di DNA composto da un’elica pesante (con azoto 15) e da una leggera (con azoto 14) era: 














La risposta corretta e' la '

100%  

'.


26 di 64 Domande

Il cuore di una mucca presenta nel suo insieme














La risposta corretta e' la '

 4 cavità, comunicanti tra loro due a due

'.


27 di 64 Domande

Gli eteri si ottengono dalla reazione tra:














La risposta corretta e' la '

Due alcoli, uguali o differenti, con eliminazione di acqua


'.


28 di 64 Domande

Se nel sangue di un vertebrato non fosse presente l’emoglobina, si verificherebbe che: 














La risposta corretta è la E
Se nel sangue di un vertebrato non fosse presente l’emoglobina, si verificherebbe che nel sangue dell’animale sarebbe presente una quantità inferiore di ossigeno. L’emoglobina moltiplica la capacità di trasporto dell’O2 perché lega reversibilmente fino a quattro molecole per tetramero (?1,34 mL O2 per grammo di Hb), portando il contenuto a ~20 mL O2 per 100 mL di sangue, contro soli ~0,3 mL/100 mL che possono restare disciolti nel plasma a una normale PaO2 per la bassa solubilità dell’ossigeno (legge di Henry). La cooperatività dell’Hb e l’effetto Bohr favoriscono il carico nei polmoni e lo scarico nei tessuti mantenendo gradienti efficaci. In assenza di Hb, la PaO2 potrebbe essere simile ma il contenuto totale di O2 sarebbe decine di volte inferiore, insufficiente per il fabbisogno metabolico salvo aumenti impraticabili della portata cardiaca. I rari pesci ghiaccio privi di Hb confermano il principio: sangue povero di O2 e adattamenti estremi per compensare.

29 di 64 Domande

“La clorurazione e la bromurazione degli idrocarburi aromatici, che consiste nella sostituzione
elettrofila di un atomo di idrogeno dell’idrocarburo con un atomo di alogeno, si compie di solito senza difficoltà, per azione diretta dell’alogeno sull’idrocarburo in questione, in presenza obbligatoria di un trasportatore di alogeno, cioè di una sostanza che aumenta cataliticamente la velocità di reazione. Si usano come trasportatori il cloruro o il bromuro ferrico, il cloruro o il bromuro di molibdeno, il pentacloruro o il pentabromuro di antimonio.”Quale delle seguenti affermazioni N O N può essere dedotta dalla lettura del brano precedente? 














La risposta corretta è la A
La sostituzione di un idrogeno aromatico con un alogeno può essere effettuata in presenza o meno di specifici catalizzatori. La risposta è corretta perché il brano specifica che la clorurazione e la bromurazione degli idrocarburi aromatici avviene in presenza obbligatoria di un trasportatore di alogeno, che funge da catalizzatore. Questo implica che la reazione non può avvenire senza tale catalizzatore, contraddicendo l'affermazione che suggerisce la possibilità di effettuare la reazione anche in assenza di esso. I trasportatori di alogeno, come i cloruri o bromuri ferrici e altri composti menzionati, sono essenziali per aumentare la velocità di reazione, facilitando l'attacco elettrofilo dell'alogeno sull'anello aromatico. Pertanto, l'affermazione che la reazione possa avvenire senza catalizzatori non è supportata dal testo, rendendola la scelta che non può essere dedotta.

30 di 64 Domande

La mitosi è importante per gli organismi pluricellulari in quanto permette:














La risposta corretta e' la '

La sostituzione delle cellule invecchiate

'.


31 di 64 Domande

I mammiferi che vivono in ambienti aridi, per eliminare i rifiuti azotati:














La risposta corretta e' la '

Producono un'urina molto concentrata 

'.


32 di 64 Domande

 A 0° C, e alla pressione di 1 atmosfera, due moli di gas N2














La risposta corretta è la B
A 0° C e alla pressione di 1 atmosfera, due moli di gas N? occupano un volume di poco meno di 45 litri. Questo risultato si può spiegare utilizzando la legge dei gas ideali, PV = nRT, dove P è la pressione, V è il volume, n è il numero di moli, R è la costante universale dei gas e T è la temperatura in Kelvin. A 0°C, che corrisponde a 273,15 K, e con una pressione di 1 atm, la costante R assume il valore di 0,0821 L·atm/(mol·K). Inserendo questi valori nell'equazione, V = (nRT)/P, otteniamo V = (2 mol × 0,0821 L·atm/(mol·K) × 273,15 K) / 1 atm, che risulta in un volume di circa 44,8 litri. Questo calcolo conferma che due moli di gas N? occupano poco meno di 45 litri in queste condizioni standard di temperatura e pressione.

33 di 64 Domande

 Le principali reazioni chimiche in cui viene utilizzato l'ossigeno assunto nella respirazione avvengono:














La risposta corretta e' la '

Nei mitocondri 

'.


34 di 64 Domande

In due triangoli simili, le misure dei lati del più piccolo sono uguali al 50% delle corrispondenti misure del più grande; il rapporto tra l' area del triangolo maggiore e quella del triangolo minore è:














La risposta corretta è la C
In due triangoli simili, le misure dei lati del più piccolo sono uguali al 50% delle corrispondenti misure del più grande; il rapporto tra l'area del triangolo maggiore e quella del triangolo minore è 4. La spiegazione di questo risultato si basa sulla proprietà dei triangoli simili, secondo cui il rapporto tra le aree di due triangoli simili è uguale al quadrato del rapporto tra le lunghezze dei loro lati corrispondenti. In questo caso, il rapporto tra i lati del triangolo maggiore e quello del minore è 2 (poiché le misure del più piccolo sono il 50% di quelle del più grande, quindi 1:2). Pertanto, il rapporto tra le aree è 2 al quadrato, ossia 4. Questo principio è una conseguenza diretta del fatto che l'area di un triangolo è proporzionale al quadrato delle sue dimensioni lineari.

35 di 64 Domande

Qual è la formula generale degli alcani? (n=1,2,3,4...)














La risposta corretta è la B
La formula generale degli alcani è CnH?n+2. Questa formula è corretta perché gli alcani sono idrocarburi saturi, il che significa che contengono solo legami semplici tra gli atomi di carbonio, e ogni carbonio è ibridato sp³. La formula CnH?n+2 deriva dal fatto che ogni atomo di carbonio si lega a quattro atomi, massimizzando così il numero di atomi di idrogeno che possono essere legati alla catena carboniosa. Per ogni atomo di carbonio aggiunto alla catena, vengono aggiunti due atomi di idrogeno in più rispetto al numero di carbonio, più due atomi di idrogeno per i due carboni terminali. Questo schema si applica indipendentemente dalla lunghezza della catena, rendendo la formula CnH?n+2 una rappresentazione generale per tutti gli alcani lineari.

36 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni è falsa? 














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale delle seguenti affermazioni è falsa, e la risposta corretta è: "Tra i multipli di 12 ci sono tutti i numeri pari". Questa affermazione è falsa perché non tutti i numeri pari sono multipli di 12. I multipli di 12 sono numeri che possono essere espressi come 12n, dove n è un intero, il che significa che devono essere divisibili per 12. Tuttavia, ci sono molti numeri pari che non sono divisibili per 12, come ad esempio 2, 4, 6, 8, 10, 14, 16, 18, 20, ecc. Questi numeri sono divisibili per 2, ma non soddisfano la condizione di essere divisibili anche per 3, che è necessaria affinché siano multipli di 12. Pertanto, l'affermazione che tra i multipli di 12 ci sono tutti i numeri pari è chiaramente falsa, poiché esistono numeri pari che non rientrano tra i multipli di 12.

37 di 64 Domande

Il composto formato dagli ioni Fe+++
 e SO4 2- ha formula:  














La risposta corretta è la C
Il composto formato dagli ioni Fe+++ e SO?²? ha formula: Fe?(SO?)?. La formula corretta del solfato ferrico, Fe?(SO?)?, si determina bilanciando le cariche degli ioni coinvolti. L'ione ferro(III), Fe³?, ha una carica di +3, mentre l'ione solfato, SO?²?, ha una carica di -2. Per ottenere un composto neutro, è necessario bilanciare le cariche positive e negative. Due ioni Fe³? contribuiscono con un totale di +6 cariche, mentre tre ioni SO?²? forniscono un totale di -6 cariche. Questo bilanciamento delle cariche, +6 da parte del ferro e -6 da parte del solfato, assicura che il composto complessivo sia neutro, confermando così la formula Fe?(SO?)?.

38 di 64 Domande

Una persona è in piedi su una bilancia a molla posta su di un ascensore. Prima che l'ascensore cominci a salire la bilancia segna 637 Newton. Quando l'ascensore accelererà verso l'alto la bilancia segnerà:














La risposta corretta e' la '

Un valore maggiore a causa dell’accelerazione verso l’alto 

'.


39 di 64 Domande

La mutarotazione del glucosio in soluzione acquosa: 














La risposta corretta e' la '

Fa raggiungere un potere ottico intermedio tra i due anomeri dello zucchero 

'.


40 di 64 Domande

L’ozono:














La risposta corretta è la D
L'ozono è costituito da molecole più pesanti rispetto a quelle del diossigeno. L'ozono (O?) è una forma allotropica dell'ossigeno composta da tre atomi di ossigeno, mentre il diossigeno (O?) è la forma molecolare più comune dell'ossigeno composta da due atomi. La massa molecolare dell'ozono è quindi maggiore di quella del diossigeno, poiché l'ozono ha una massa molecolare di circa 48 unità di massa atomica (uma), mentre il diossigeno ha una massa molecolare di circa 32 uma. Questa differenza di massa è dovuta alla presenza di un atomo di ossigeno in più nell'ozono. La maggiore massa molecolare dell'ozono rispetto al diossigeno ha implicazioni nelle sue proprietà fisiche e chimiche, come la densità e la reattività. L'ozono è un gas bluastro a temperatura ambiente e ha un odore caratteristico, ed è noto per il suo ruolo nella protezione della Terra dai raggi ultravioletti del sole nella stratosfera, nonché per la sua reattività come ossidante nell'atmosfera terrestre.

41 di 64 Domande

L'aorta nasce:














La risposta corretta e' la '

Dal ventricolo sinistro del cuore

'.


42 di 64 Domande

La legge di Ostwald afferma che:














La risposta corretta è la E
La legge di Ostwald afferma che il grado di dissociazione di un acido o di una base debole varia in funzione della sua concentrazione in soluzione. Questa affermazione è corretta perché la legge di diluizione di Ostwald descrive quantitativamente come la dissociazione di acidi e basi deboli dipenda dalla loro concentrazione. In particolare, la legge stabilisce che il grado di dissociazione aumenta con la diluizione della soluzione. Questo comportamento è spiegato dal fatto che, in soluzioni più diluite, la forza ionica diminuisce, riducendo l'effetto di schermatura tra gli ioni e permettendo una maggiore dissociazione. Matematicamente, la legge è espressa dalla relazione \( \alpha = \sqrt{\frac{K_c}{c}} \), dove \( \alpha \) è il grado di dissociazione, \( K_c \) è la costante di dissociazione dell'acido o della base, e \( c \) è la concentrazione iniziale della soluzione. Pertanto, con una diminuzione della concentrazione \( c \), il grado di dissociazione \( \alpha \) aumenta, confermando l'affermazione della legge di Ostwald.

43 di 64 Domande

Quale tipo informazioni relative a un composto chimico si possono ricavare dalla sua analisi elementare?














La risposta corretta è la E
Quale tipo informazioni relative a un composto chimico si possono ricavare dalla sua analisi elementare? Risposta corretta: quali elementi chimici sono presenti e in che quantità (di solito espresse in %). L’analisi elementare (tipicamente CHNS, talvolta alogeni e O) si basa sulla combustione del campione e sulla quantificazione dei gas prodotti (CO2, H2O, N2, SO2), da cui, tramite bilanci stechiometrici, si ricavano le percentuali in massa degli elementi. Da queste percentuali si può dedurre la formula empirica convertendo le masse in moli e normalizzando, ma non si ottiene direttamente la struttura né la massa molare senza tecniche complementari (es. MS). L’ossigeno è spesso stimato per differenza, mentre metalli e alogeni richiedono protocolli specifici (ICP, combustione di Schöniger). La precisione dipende da purezza, omogeneità e completa combustione: contaminanti o solventi residui falsano le percentuali. In definitiva, l’informazione fondamentale fornita è la composizione elementare percentuale del campione.

44 di 64 Domande

Il nitrito ferrico si può ottenere dalla reazione tra:














La risposta corretta è la C
Il nitrito ferrico si può ottenere dalla reazione tra acido nitroso e idrossido ferrico. Questa reazione chimica avviene quando l'acido nitroso (HNO?) reagisce con l'idrossido ferrico (Fe(OH)?), portando alla formazione di nitrito ferrico (Fe(NO?)?) e acqua. L'acido nitroso agisce come donatore di ioni nitrito (NO??), mentre l'idrossido ferrico fornisce ioni ferrici (Fe³?) necessari per formare il composto desiderato. Durante la reazione, gli ioni idrossido (OH?) dell'idrossido ferrico si combinano con gli ioni idrogeno (H?) dell'acido nitroso per produrre acqua, un sottoprodotto comune nelle reazioni di neutralizzazione tra un acido e una base. Questo processo di scambio di ioni è tipico delle reazioni di doppio scambio, in cui i cationi e gli anioni dei reagenti si scambiano per formare nuovi composti.

45 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


46 di 64 Domande

Una carenza di vitamina K può causare:














La risposta corretta è la A
La vitamina K è un cofattore indispensabile nel fegato per la ?-carbossilazione di specifici residui di glutammato dei fattori della coagulazione II (protrombina), VII, IX e X e delle proteine regolatrici C e S. Questa modificazione consente il legame al calcio e quindi l’attivazione funzionale dei fattori. In caso di carenza, il fegato produce proteine “incompiute” (PIVKA), incapaci di partecipare in modo efficace alla coagulazione: il risultato clinico è una diatesi emorragica, quindi problemi della coagulazione del sangue. Il quadro clinico va da manifestazioni lievi (ecchimosi, epistassi, sanguinamento gengivale, menorragie, sanguinamento eccessivo dopo prelievi o procedure) fino a emorragie importanti gastrointestinali o intracraniche. Nei neonati non profilassati la carenza può causare malattia emorragica del neonato, con sanguinamenti potenzialmente letali. Fattori predisponenti includono malassorbimento dei grassi (celiachia, pancreatite cronica, fibrosi cistica), colestasi/ostruzione biliare, epatopatie, terapia prolungata con antibiotici ad ampio spettro, nutrizione parenterale totale e diete fortemente carenti; i farmaci antagonisti della vitamina K (es. warfarin) inducono uno stato funzionalmente equivalente alla carenza. In laboratorio il segno più precoce è il prolungamento del tempo di protrombina/INR, per la breve emivita del fattore VII; nelle carenze più gravi può allungarsi anche l’aPTT, mentre conta piastrinica e fibrinogeno restano in genere normali. La correzione rapida del PT/INR dopo somministrazione di vitamina K supporta la diagnosi; il dosaggio del des-?-carbossi-protrombina (PIVKA-II) può essere utile in casi selezionati. In pratica clinica è utile distinguere la carenza di vitamina K dall’insufficienza epatica: il fattore V tipicamente rimane normale nella carenza di vitamina K e il PT migliora con la vitamina, cosa che non accade nelle epatopatie gravi. Il trattamento consiste in fitonadione (vitamina K1) per os nelle forme lievi o per via endovenosa se c’è sanguinamento o INR molto elevato; nelle emorragie maggiori si associano concentrati di complesso protrombinico o plasma fresco congelato. Nei neonati è raccomandata la profilassi con vitamina K intramuscolo alla nascita.

47 di 64 Domande

A quale classe appartengono gli enzimi responsabili del legame tra due molecole?














La risposta corretta è la E
La classe enzimatica responsabile del legame tra due molecole è quella delle ligasi (classe EC 6). Le ligasi catalizzano la formazione di un nuovo legame covalente tra substrati distinti (ad esempio C–C, C–O, C–N, C–S o P–O) accoppiando la reazione all’idrolisi di una fonte di energia, di solito ATP o GTP; per questo motivo sono spesso chiamate anche “synthetases” (da non confondere con le “synthases”, che non richiedono necessariamente nucleotidi ad alta energia e di frequente appartengono ad altre classi). Il meccanismo tipico prevede l’attivazione di uno dei substrati mediante adenilazione o fosforilazione, seguita dall’attacco nucleofilo dell’altro substrato e dal rilascio di un pirofosfato o di ADP, rendendo termodinamicamente favorevole la formazione del nuovo legame. Esempi rilevanti includono le DNA ligasi, che sigillano i legami fosfodiesterici tra frammenti di DNA (fondamentali nella saldatura dei frammenti di Okazaki e nella riparazione del DNA); le aminoacil-tRNA sintetasi, che esterificano un amminoacido al suo tRNA specifico garantendo la fedeltà della traduzione; e le carbossilasi biotina-dipendenti (come piruvato carbossilasi e acetil-CoA carbossilasi), che formano legami C–C incorporando CO2 in vie anaplerotiche e lipogeniche. Anche la glutammina sintetasi è una ligasi, formando un legame ammidico tra glutammato e ammoniaca con consumo di ATP. Clinicamente, le DNA ligasi sono cruciali per l’integrità genomica: deficit genetici (ad esempio di LIG1 o LIG4) possono causare instabilità del DNA con immunodeficienza, ritardo della crescita e ipersensibilità alle radiazioni ionizzanti. Le aminoacil-tRNA sintetasi sono bersagli farmacologici: mupirocina inibisce l’isoleucil-tRNA sintetasi batterica, bloccando la sintesi proteica; mutazioni in alcune sintetasi sono associate a neuropatie ereditarie. Le carbossilasi dipendenti da biotina sono sensibili allo stato vitaminico: la carenza di biotina o difetti della biotinidasi determinano acidosi metabolica, dermatite e alopecia per compromissione di reazioni di fissazione della CO2. In contrasto, le transferasi trasferiscono gruppi funzionali tra molecole senza necessaria spesa diretta di ATP per unire interamente due substrati; le idrolasi scindono legami con acqua; le liasi aggiungono o rimuovono gruppi formando doppi legami senza idrolisi o ossidoriduzione; le isomerasi riorganizzano atomi nella stessa molecola; le ossidoreduttasi catalizzano reazioni redox. Queste distinzioni spiegano perché gli enzimi che “incollano” due molecole appartengono alle ligasi.

48 di 64 Domande

Quale fra le seguenti caratteristiche è più importante per la “ fitness” evolutiva?














La risposta corretta è la D
In biologia evoluzionistica la “fitness” (o fitness darwiniana) non indica forza fisica o semplice sopravvivenza, ma il contributo di un individuo al pool genetico della generazione successiva. In termini operativi, è misurata dal successo riproduttivo lungo l’intero arco di vita: quanti discendenti vitali produce e quanti di essi arrivano a riprodursi. Per questo, “avere molti figli” coglie l’aspetto centrale: più figli, a parità di sopravvivenza e fecondità della prole, aumentano la probabilità di lasciare più copie dei propri geni nella popolazione. La fitness dipende sia dalla quantità sia dalla qualità della prole. Non basta sopravvivere a lungo se non ci si riproduce; viceversa, avere molti figli che non raggiungono l’età riproduttiva non massimizza la fitness. La metrica più usata è il successo riproduttivo a vita, che integra accoppiamento, fecondità e sopravvivenza della progenie. Inoltre, la fitness è ambiente-dipendente: la stessa caratteristica può aumentare o ridurre il successo riproduttivo a seconda del contesto ecologico e sociale. In specie sociali come l’uomo, comportamenti che favoriscono la sopravvivenza dei consanguinei possono contribuire all’“inclusive fitness”, ma nelle domande di base la componente diretta (produrre più figli) resta la più rilevante. Il collegamento clinico è duplice. Primo, condizioni che riducono la fertilità o la sopravvivenza neonatale (infertilità, malattie croniche non controllate, carenze nutrizionali, infezioni in gravidanza) diminuiscono la fitness a livello di popolazione; interventi di sanità pubblica che migliorano la salute riproduttiva e perinatale aumentano il successo riproduttivo e modificano la selezione naturale. Secondo, la teoria dell’antagonismo pleiotropico spiega perché l’evoluzione possa favorire tratti che aumentano la riproduzione precoce anche se comportano costi in età avanzata, contribuendo alla persistenza di malattie legate all’invecchiamento. In sintesi, tra le possibili caratteristiche, quella più direttamente legata alla fitness è la capacità di generare numerosa prole vitale che a sua volta si riproduce; dunque “avere molti figli” è la risposta più corretta nel senso della definizione darwiniana di fitness.

49 di 64 Domande

Il termine "soma" viene generalmente utilizzato per indicare quale corpo cellulare?














La risposta corretta è la B
In neurobiologia, “soma” (o pericarion) indica il corpo della cellula neuronale. È la porzione che contiene il nucleo e la maggior parte degli organelli deputati al metabolismo e alla sintesi proteica, in particolare i corpi di Nissl (reticolo endoplasmatico rugoso) e l’apparato di Golgi. Dal soma originano i dendriti, che ricevono i segnali sinaptici, mentre l’assone emerge dal cono d’impianto (axon hillock), regione povera di corpi di Nissl e specializzata nell’integrazione dei potenziali sinaptici eccitatori e inibitori; il potenziale d’azione si genera tipicamente nel segmento iniziale dell’assone, non nel soma. La funzione principale del soma è quindi metabolica e integrativa: produce le proteine necessarie al mantenimento di dendriti e assoni e integra l’informazione sinaptica che determina l’attività elettrica del neurone. Anatomicamente, i somi neuronali si concentrano nella sostanza grigia del sistema nervoso centrale e nei gangli del sistema nervoso periferico. Esempi clinicamente rilevanti sono i motoneuroni con soma nelle corna anteriori del midollo spinale e i neuroni pseudounipolari con soma nei gangli delle radici dorsali. Questo uso è distinto dal significato più generale di “somatico” in biologia, dove “soma” può riferirsi all’insieme delle cellule corporee non germinali. Nel linguaggio medico del sistema nervoso, tuttavia, “soma” si usa quasi esclusivamente per il corpo della cellula nervosa. La rilevanza clinica è ampia: lesioni che interrompono l’assone possono indurre cromatolisi del soma (dispersione dei corpi di Nissl per aumentata sintesi proteica), segno di risposta rigenerativa; molte inclusioni patologiche si localizzano nel soma, come i corpi di Lewy nel Parkinson. Danni diretti al soma, come nell’ischemia o in alcune malattie del motoneurone, compromettono irreversibilmente la vitalità del neurone, poiché il soma è il centro di controllo e sintesi di cui dipendono tutte le proiezioni neuronali. Anche i processi di trasporto assonale anterogrado e retrogrado presuppongono proteine sintetizzate nel soma, spiegando perché la sua integrità sia cruciale per la funzione e la sopravvivenza neuronale.

50 di 64 Domande

Le cellule animali e vegetali differiscono tra loro perché solo le cellule vegetali possiedono:














La risposta corretta è la B
La risposta corretta è “Plastidi” perché questi organelli sono caratteristici delle cellule vegetali (e di molte alghe) e sono assenti nelle cellule animali. I plastidi sono organelli delimitati da doppia membrana, dotati di proprio DNA circolare e ribosomi di tipo batterico (70S), con capacità di divisione per scissione binaria: caratteristiche che riflettono la loro origine endosimbiotica da cianobatteri. Possono differenziarsi e riconvertirsi in diverse forme funzionali a seconda dei bisogni del tessuto: i cloroplasti svolgono la fotosintesi grazie ai tilacoidi e ai pigmenti come la clorofilla, i cromoplasti accumulano carotenoidi conferendo colore a frutti e fiori, i leucoplasti svolgono funzioni di riserva e sintesi (amiloplasti per l’amido, elaioplasti per i lipidi, proteinoplasti per le proteine). Questa diversificazione spiega funzioni chiave delle piante, dall’autotrofia all’immagazzinamento di nutrienti e alla biosintesi di metaboliti secondari. La presenza di plastidi distingue in modo netto le cellule vegetali da quelle animali, nelle quali non si riscontrano organelli equivalenti. Altri elementi spesso citati nei confronti piante-animali, come la parete cellulare di cellulosa o il grande vacuolo centrale, sono tipici delle cellule vegetali ma non sono organelli endosimbiotici; al contrario, mitocondri e ribosomi sono comuni a entrambi i regni, per cui non possono spiegare la differenza richiesta. Clinicamente e nel laboratorio biomedico, la conoscenza dei plastidi è utile per riconoscere materiale vegetale: ad esempio, i granuli di amido degli amiloplasti si evidenziano con iodio e aiutano a distinguere tessuti vegetali in campioni alimentari o istologici. Inoltre, molti composti di interesse nutrizionale e farmacologico (carotenoidi, terpenoidi) derivano da vie metaboliche plastidiche, con ricadute su nutrizione umana e sviluppo di farmaci di origine vegetale. In sintesi, i plastidi rappresentano l’organello esclusivo delle cellule vegetali che consente funzioni metaboliche assenti nelle cellule animali, costituendo la base biologica della risposta corretta.

51 di 64 Domande

La placenta umana deriva da:














La risposta corretta e' la ' corion '.


52 di 64 Domande

Il termine osteoporosi indica?














La risposta corretta e' la ' La riduzione della massa e il deterioramento della microstruttura del tessuto osseo che conducono a una fragilità ossea e a un conseguente aumento del rischio di frattura '.


53 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

product image













La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


54 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

product image













La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


55 di 64 Domande

Quale, tra i seguenti, ormoni è detto "ormone della fame"?














La risposta corretta è la D
Il glucagone è l’ormone chiave dello stato di digiuno: viene secreto dalle cellule alfa pancreatiche quando la glicemia e l’insulina diminuiscono (per esempio tra i pasti, durante la notte o in esercizio prolungato) e in risposta a catecolamine e amminoacidi. La sua azione principale è aumentare la disponibilità di carburante per il sistema nervoso centrale, stimolando glicogenolisi e gluconeogenesi epatiche, lipolisi e chetogenesi, e opponendosi agli effetti dell’insulina. In altre parole, segnala all’organismo che le riserve devono essere mobilizzate perché l’apporto esogeno di nutrienti è assente: è quindi strettamente associato allo “stato di fame” dal punto di vista metabolico. Per questo, in alcuni contesti didattici, viene indicato come “ormone della fame”. È utile distinguere tuttavia tra segnali periferici del digiuno e segnali centrali dell’appetito. La grelina, prodotta dallo stomaco, è il principale segnale orexigeno che aumenta la sensazione di fame agendo sull’ipotalamo e cresce poco prima dei pasti; il glucagone, invece, non stimola direttamente l’appetito ma coordina la risposta catabolica che accompagna la fame, mantenendo la glicemia entro limiti di sicurezza fino alla successiva alimentazione. Questo chiarisce perché il glucagone sia la risposta giustificabile se si intende l’“ormone della fame” come l’ormone cardine del digiuno e della controregolazione insulinica. In clinica, il ruolo del glucagone è evidente: è farmaco di emergenza per l’ipoglicemia grave nei pazienti con diabete trattati con insulina; la sua carenza o la sua inappropriata soppressione riducono la tolleranza al digiuno, mentre l’iperproduzione contribuisce all’iperglicemia del diabete e, nel raro glucagonoma, a diabete, perdita di peso e altri segni sistemici. Comprendere che il glucagone rappresenta il segnale “metabolico” di fame aiuta a collegare fisiologia e pratica: quando il corpo percepisce carenza di energia, il glucagone sale, libera glucosio e acidi grassi e permette di attraversare in sicurezza il periodo di digiuno fino al pasto successivo.

56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

product image













La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

product image













La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

product image













La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

product image













La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

product image













La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


61 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

product image













La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Tra le seguenti caratteristiche, quale non appartiene al toluene?














La risposta corretta è la C
Tra le seguenti caratteristiche, quella che non appartiene al toluene è "È un cicloalcano". Il toluene (metilbenzene) è un idrocarburo aromatico: possiede un anello benzenico planare con 6 elettroni ? delocalizzati che soddisfano la regola di Hückel (4n+2) e carboni dell’anello ibridati sp2, dunque non è un alcano ciclico. I cicloalcani sono anelli saturi con soli legami ? e carboni sp3 (es. cicloesano) e seguono la formula generale CnH2n, mentre il toluene ha formula C7H8, fortemente insatura rispetto sia agli alcani (CnH2n+2) sia ai cicloalcani. La sua reattività tipica è la sostituzione elettrofila aromatica, favorita e diretta orto/para dal gruppo metile, non le reazioni degli alcani saturi. Pur essendo ciclico, l’aromaticità lo colloca negli areni, non nei cicloalcani.

63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

product image













La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

product image













La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


Consegna il compito!


Tempo Rimasto 50 minuti!

Dottore, non aggiorni questa pagina prima del completamento della correzione.
Clicchi su "Consegna il Compito" per ottenere la correzione del compito.

consegna v3 il compito