Simulazione

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1 di 64 Domande

Un tale compra un oggetto a 2.000 lire e lo vende a 2.500 lire; lo ricompra a 3.000 lire e lo rivende a 3.500 lire. Quante lire guadagna?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quanto guadagna un tale che compra un oggetto a 2.000 lire e lo vende a 2.500 lire, poi lo ricompra a 3.000 lire e lo rivende a 3.500 lire, con la risposta corretta che è 1000 lire. Per calcolare il guadagno totale, si deve considerare la differenza tra i prezzi di vendita e di acquisto in ciascuna transazione. Nella prima operazione, l'oggetto viene acquistato per 2.000 lire e venduto per 2.500 lire, generando un guadagno di 500 lire. Nella seconda operazione, viene ricomprato per 3.000 lire e rivenduto per 3.500 lire, con un ulteriore guadagno di 500 lire. Sommando i guadagni delle due transazioni, si ottiene un guadagno totale di 1.000 lire. Questo calcolo dimostra che la risposta corretta è 1.000 lire, poiché si sommano i profitti netti di entrambe le operazioni di compravendita.

2 di 64 Domande

La potenza dissipata da un conduttore ohmico di resistenza elettrica R è data dalle formule W = VI = I2 R = V2/R. Quale delle seguenti affermazioni è CORRETTA?














La risposta corretta è la B
La potenza dissipata da un conduttore ohmico di resistenza elettrica R è data dalle formule W = VI = I²R = V²/R. Quale delle seguenti affermazioni è CORRETTA? La resistenza del conduttore non dipende né dalla tensione né dalla corrente. La resistenza elettrica di un conduttore ohmico è una proprietà intrinseca del materiale e della sua geometria, definita dalla legge di Ohm come R = V/I, dove V è la tensione e I è la corrente. Tuttavia, la resistenza stessa è costante per un dato conduttore e non varia con i cambiamenti di tensione o corrente, a meno che non ci siano modifiche fisiche o termiche significative nel materiale. Le formule della potenza dissipata, W = VI = I²R = V²/R, mostrano come la potenza dipenda da V e I, ma non implicano che R vari con questi parametri. Pertanto, la resistenza rimane costante per un conduttore ohmico, rendendo corretta l'affermazione che essa non dipende né dalla tensione né dalla corrente.

3 di 64 Domande

log 399255040041042 è un numero compreso tra:














La risposta corretta e' la '

14 e 15

'.


4 di 64 Domande

Un sistema portale vascolare tipico dell' organismo umano è quello che:














La risposta corretta e' la '

unisce intestino e fegato

'.


5 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (≥90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


6 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ≥1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

7 di 64 Domande

I nomi riportati sono di scienziati che hanno dato importanti contributi all' affermarsi di teorie e principi biologici. Quali, tra le coppie riportate, sono vissuti nello stesso periodo?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quali coppie di scienziati sono vissuti nello stesso periodo e la risposta corretta è Redi e Hooke. Francesco Redi (1626–1697) e Robert Hooke (1635–1703) furono contemporanei del XVII secolo: Redi pubblicò nel 1668 le Esperienze intorno alla generazione degli insetti, confutando la generazione spontanea, mentre Hooke nel 1665 con la Micrographia introdusse il termine cellula osservando il sughero; le loro ricerche ricadono nella stessa finestra temporale della seconda metà del Seicento, segnata dall’avvento del microscopio e dall’affermazione del metodo sperimentale, il che rende corretta l’associazione temporale tra i due rispetto ad altre coppie appartenenti a secoli differenti.

8 di 64 Domande

Molecole di DNA di organismi appartenenti a specie diverse differiscono tra loro in quanto:














La risposta corretta e' la '

presentano una diversa sequenza delle basi azotate

'.


9 di 64 Domande

A una batteria da automobile da 12 V vengono collegati in serie 2 elementi resistivi così costituiti:

1) due resistenze da 60 e 120 ohm collegate tra loro in parallelo;

2) una resistenza da 40 ohm.

Trascurando la resistenza dei conduttori, qual è il valore più probabile della corrente circolante nel circuito?














La risposta corretta e' la '

150,0 mA

'.


10 di 64 Domande

Per quanti atomi di idrogeno il benzene differisce dal cicloesano?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede per quanti atomi di idrogeno il benzene differisce dal cicloesano, e la risposta corretta è 6. Il benzene ha la formula chimica C₆H₆, mentre il cicloesano ha la formula C₆H₁₂. Entrambe le molecole sono composte da sei atomi di carbonio, ma differiscono nel numero di atomi di idrogeno. Il cicloesano è un cicloalcano saturo, il che significa che tutti i legami tra gli atomi di carbonio sono singoli, permettendo la massima saturazione con atomi di idrogeno, ovvero 12 atomi di idrogeno. Al contrario, il benzene è un composto aromatico con una struttura ad anello contenente tre doppi legami coniugati, che riducono il numero di atomi di idrogeno a 6. Questa differenza nei legami e nella saturazione è la ragione per cui il benzene ha 6 atomi di idrogeno in meno rispetto al cicloesano.

11 di 64 Domande

Da un incrocio tra due individui aventi genotipo eterozigote per due geni, entrambi a dominanza completa, qual e' la percentuale della progenie che avra' un fenotipo diverso da quello dei genitori (assumendo che tutti gli individui sopravvivano)?














La risposta corretta e' la '

44 %

'.


12 di 64 Domande

Quale elemento si riduce nella reazione Zn+FeCL2  ZnCL2+Fe?














La risposta corretta e' la '

Il ferro di FeCl2

'.


13 di 64 Domande

Una scalatrice di massa 50 kg si arrampica fino alla cima di una palestra di roccia verticale, compiendo un lavoro pari a 6.000 J. Quant'è alta approssimativamente la parete scalata?














La risposta corretta è la C
Una scalatrice di massa 50 kg si arrampica fino alla cima di una palestra di roccia verticale, compiendo un lavoro pari a 6.000 J. Quant'è alta approssimativamente la parete scalata? La risposta corretta è 12 m. Per determinare l'altezza della parete scalata, possiamo utilizzare la formula del lavoro compiuto contro la forza di gravità, che è data da \( L = m \cdot g \cdot h \), dove \( L \) è il lavoro, \( m \) è la massa della scalatrice, \( g \) è l'accelerazione di gravità (approssimativamente 9,81 m/s²), e \( h \) è l'altezza. Sostituendo i valori noti nella formula, otteniamo \( 6.000 = 50 \cdot 9,81 \cdot h \). Risolvendo l'equazione per \( h \), si trova che l'altezza è approssimativamente 12,23 m. Tuttavia, considerando che la domanda richiede un'approssimazione, l'altezza viene arrotondata a 12 m, confermando che la risposta corretta è 12 m.

14 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative alla duplicazione del DNA NON e' corretta?














La risposta corretta e' la '

Il DNA di nuova sintesi viene polimerizzato in direzione 3' -> 5' su uno dei due filamenti parentali e in direzione 5' -> 3' sull' altro

'.


15 di 64 Domande

Quale dei seguenti elementi appartiene agli elementi di transizione?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale dei seguenti elementi appartiene agli elementi di transizione e la risposta corretta è Mn. Gli elementi di transizione sono definiti come quelli che hanno un atomo incompleto nel loro sottostrato d o formano cationi con un sottostrato d incompleto. Il manganese (Mn) è un elemento di transizione perché nella sua configurazione elettronica ha un sottostrato 3d parzialmente riempito (3d^5 4s^2). Questo significa che può formare ioni con una varietà di stati di ossidazione, una caratteristica tipica degli elementi di transizione, che contribuisce alla loro versatilità chimica. Gli elementi di transizione sono noti per la loro capacità di formare complessi colorati, agire come catalizzatori e possedere proprietà magnetiche. Mn, in particolare, è utilizzato in diverse leghe metalliche e ha un ruolo importante in processi biologici come la fotosintesi.

16 di 64 Domande

Indicare le corrette associazioni:














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di indicare le corrette associazioni per alcuni simboli chimici, e la risposta corretta è: "Cu=rame Hg=mercurio K=potassio." Questa risposta è corretta perché i simboli chimici Cu, Hg e K corrispondono rispettivamente ai nomi degli elementi rame, mercurio e potassio nella tavola periodica degli elementi. Cu è il simbolo per il rame, derivato dal suo nome latino "cuprum". Hg è il simbolo per il mercurio, che deriva dal nome latino "hydrargyrum", mentre K è il simbolo per il potassio, che proviene dal nome latino "kalium". Questi simboli sono standardizzati dalla IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) e sono universalmente riconosciuti nella comunità scientifica per identificare gli elementi chimici nei composti, nelle reazioni e nelle formule chimiche. La corretta associazione di simboli e nomi è fondamentale per la comunicazione scientifica e per evitare fraintendimenti nel campo della chimica.

17 di 64 Domande

Individuare il numero che segue logicamente: 100, 95, 85, 70, 50, ?














La risposta corretta e' la '

25

'.


18 di 64 Domande

Completare la seguente proporzione: Tranquillo : X = Y : Discreto














La risposta corretta e' la '

X = Irrequieto, Y = Invadente

'.


19 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di β-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


20 di 64 Domande

Quale delle seguenti condizioni si verifica nelle reazioni dipendenti dalla luce della fotosintesi? 














La risposta corretta e' la '

L'O2 viene rilasciato a causa della scissione dell'H2O

'.


21 di 64 Domande

 In un volume di 100 mL di una soluzione 2,5 M di HCl vengono messi 10 g di CaCO3(s)(Massa molare = 100 g/mol). La reazione che si sviluppa è la seguente:
 CaCO3(s) + 2HCl(aq) → CaCl2(aq) + CO2(g) + H2O
 Individuare il reagente limitante della reazione e le moli di CO2 che verranno effettivamente prodotte. 














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di individuare il reagente limitante nella reazione tra CaCO₃ e HCl e di calcolare le moli di CO₂ prodotte, con la risposta corretta che indica CaCO₃ come reagente limitante e 0,1 moli di CO₂ prodotte. Per determinare il reagente limitante, è necessario calcolare le moli di ciascun reagente. La soluzione di HCl è 2,5 M, quindi in 100 mL ci sono 0,25 moli di HCl (2,5 mol/L * 0,1 L). Per il CaCO₃, con una massa molare di 100 g/mol, 10 g corrispondono a 0,1 moli. La stechiometria della reazione richiede 2 moli di HCl per ogni mole di CaCO₃, quindi per 0,1 moli di CaCO₃ servirebbero 0,2 moli di HCl. Tuttavia, ci sono 0,25 moli di HCl disponibili, pertanto CaCO₃ è il reagente limitante. Di conseguenza, la quantità di CO₂ prodotta sarà pari alle moli di CaCO₃ consumate, ovvero 0,1 moli.

22 di 64 Domande

Quale tra i seguenti composti è un idruro? 














La risposta corretta e' la '

CaH2

'.


23 di 64 Domande

Quale delle seguenti reazioni trasforma un alcol in un acido carbossilico? 














La risposta corretta e' la '

Ossidazione 

'.


24 di 64 Domande

Quale delle seguenti automobili ha l’accelerazione media più alta? 














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale delle seguenti automobili ha l'accelerazione media più alta e la risposta corretta è un'automobile che accelera da 20 m/s a 60 m/s in 4 s. L'accelerazione media si calcola come la variazione di velocità divisa per il tempo impiegato per tale variazione. In questo caso, l'automobile passa da 20 m/s a 60 m/s, quindi la variazione di velocità è di 40 m/s. Dividendo questa variazione per il tempo di 4 secondi, otteniamo un'accelerazione media di 10 m/s². Questa è la più alta rispetto ad altre opzioni, poiché un'accelerazione più alta implica una variazione di velocità più rapida nello stesso intervallo di tempo. Pertanto, l'opzione indicata rappresenta l'automobile con l'accelerazione media più elevata tra quelle considerate.

25 di 64 Domande

Quale delle seguenti sostanze può comportarsi sia da acido che da base secondo Brønsted-Lowry? 














La risposta corretta è la A
La sostanza che può comportarsi sia da acido che da base secondo Brønsted-Lowry è H₂PO₄⁻. Questa specie è un esempio di anfotero, il che significa che può donare un protone (H⁺) comportandosi da acido o accettare un protone comportandosi da base. Secondo la teoria di Brønsted-Lowry, un acido è un donatore di protoni mentre una base è un accettore di protoni. Nel caso di H₂PO₄⁻, quando agisce da acido, può donare un protone per formare HPO₄²⁻. Quando agisce da base, può accettare un protone per formare H₃PO₄. Questa duplice capacità di H₂PO₄⁻ di agire sia come acido che come base è ciò che lo rende anfotero, e questa caratteristica è comune in molte specie chimiche che contengono idrogeno e un atomo centrale elettronegativo, come nel caso del fosforo in H₂PO₄⁻.

26 di 64 Domande

Il sodio (Na) precede il potassio (K) nel Gruppo 1 della tavola periodica.
 Quale/i delle seguenti affermazioni è/sono corretta/e relativamente a questi due elementi?
 1. Un atomo di sodio è più grande di un atomo di potassio
 2. Il potassio è più reattivo del sodio
 3. Entrambi formano ioni 2+
 in composti presenti in natura
 4. Entrambi hanno una configurazione elettronica esterna s2p














La risposta corretta è la E
La risposta corretta alla domanda sulla reattività e le caratteristiche di sodio e potassio è "Solo la 2". Il potassio è più reattivo del sodio perché, essendo più in basso nel Gruppo 1 della tavola periodica, ha un raggio atomico maggiore, il che significa che l'elettrone esterno è meno attratto dal nucleo e può essere perso più facilmente, aumentando la reattività. L'affermazione 1 è errata poiché un atomo di potassio è più grande di un atomo di sodio a causa della presenza di un ulteriore livello energetico. L'affermazione 3 è sbagliata perché sia il sodio che il potassio formano tipicamente ioni 1+ nei loro composti, non 2+. L'affermazione 4 è incorretta poiché entrambi gli elementi hanno una configurazione elettronica esterna s¹, non s²p¹, poiché appartengono al Gruppo 1 e hanno un solo elettrone nel guscio più esterno.

27 di 64 Domande

La molecola di un trigliceride è costituita da: 














La risposta corretta è la D
La molecola di un trigliceride è costituita da una molecola di glicerolo e tre molecole di un acido grasso. I trigliceridi sono esteri derivati dalla reazione di esterificazione tra il glicerolo, un alcol a tre gruppi ossidrilici, e acidi grassi, che sono acidi carbossilici a lunga catena. Ogni gruppo ossidrilico del glicerolo reagisce con il gruppo carbossilico di un acido grasso, formando un legame estere e rilasciando una molecola di acqua per ciascun legame. Questo processo porta alla formazione di una struttura tridimensionale in cui il glicerolo funge da spina dorsale, mentre le catene degli acidi grassi si estendono, contribuendo alle proprietà idrofobiche del trigliceride. I trigliceridi sono la forma principale di riserva energetica nei tessuti animali e vegetali e la loro struttura è fondamentale per la loro funzione di immagazzinamento dell'energia, isolamento termico e protezione degli organi interni.

28 di 64 Domande

Se una soluzione tampone (1 litro) a pH = 4 viene diluita con acqua (a 10 litri), il pH della soluzione ottenuta è circa:  














La risposta corretta e' la '

4

'.


29 di 64 Domande

Quale tra le seguenti NON è una caratteristica di una specie di uccelli a forte rischio di estinzione?














La risposta corretta e' la '

Ha un’area o habitat di nidificazione molto esteso  

'.


30 di 64 Domande

L’H2O bolle a temperatura più alta rispetto all’H2S perché: 














La risposta corretta e' la '

Contiene legami a ponte di idrogeno, che invece non sono presenti nell’H2

'.


31 di 64 Domande

Nella capsula di Bowman che circonda il glomerulo renale il filtrato:














La risposta corretta è la B
Nella capsula di Bowman che circonda il glomerulo renale il filtrato: contiene anche glucosio. Il filtrato glomerulare è un ultrafiltrato del plasma generato attraverso una barriera di filtrazione selettiva per dimensione e carica (endotelio fenestrato, membrana basale glomerulare e podociti): consente il passaggio di acqua e soluti piccoli mentre trattiene cellule e proteine plasmatiche. Il glucosio, molecola piccola (~180 Da) e non legata alle proteine, ha coefficiente di setaccio vicino a 1 ed è quindi liberamente filtrato. La sua concentrazione nel filtrato eguaglia quella del plasma nell’acqua libera da proteine. In condizioni fisiologiche, il glucosio filtrato viene quasi completamente riassorbito nel tubulo prossimale tramite cotrasportatori sodio-glucosio (SGLT2 prevalentemente, poi SGLT1) e trasportatori basolaterali GLUT, motivo per cui non compare nelle urine. Glicosuria si osserva quando la glicemia supera la soglia renale (circa 180–200 mg/dL) o in difetti tubulari/terapie con inibitori SGLT2, ma ciò non nega la presenza del glucosio nel filtrato di Bowman.

32 di 64 Domande

La maggior parte dei geni legati al sesso:














La risposta corretta e' la '

Risiede sul cromosoma X, i cui alleli recessivi si manifestano nei maschi o nelle femmine omozigoti

'.


33 di 64 Domande

L'allele responsabile dell'anemia falciforme è letale in doppia dose, tuttavia non scompare  dal pool genetico della popolazione umana, perché:














La risposta corretta e' la '

Si conserva nell'eterozigote, avvantaggiato in casa di malaria
 

'.


34 di 64 Domande

Quale è il numero di ossidazione dell'idrogeno in KH (idruro di potassio) ?














La risposta corretta è la A
Il numero di ossidazione dell'idrogeno in KH (idruro di potassio) è -1. Questo perché negli idruri metallici, come KH, l'idrogeno assume un numero di ossidazione negativo. In genere, l'idrogeno ha un numero di ossidazione di +1, ma quando è legato a un metallo meno elettronegativo, come il potassio, l'idrogeno diventa l'elemento più elettronegativo e acquisisce un elettrone dal metallo. Di conseguenza, l'idrogeno ha un numero di ossidazione di -1, mentre il potassio, essendo un metallo alcalino, ha un numero di ossidazione di +1. Questo scambio di elettroni riflette la natura ionica del legame tra potassio e idrogeno nell'idruro di potassio, in cui l'idrogeno si comporta come un anione.

35 di 64 Domande

Quale, tra le frasi seguenti, contiene un errore ortografico? 














La risposta corretta e' la '

Gli antichi Romani si domandavano qual’ era lo strumento migliore per distruggere Cartagine 

'.


36 di 64 Domande

Quale, tra le frasi seguenti, contiene un errore di punteggiatura?














La risposta corretta e' la '

L’Australia, era stata per lungo tempo ridotta a luogo di deportazione di detenuti comuni, prima di essere investita dal processo di colonizzazione 

'.


37 di 64 Domande

Il deltoide è:














La risposta corretta e' la '

un muscolo che si attacca alla scapola, clavicola e omero

'.


38 di 64 Domande

Un fotone è caratterizzabile con la frequenza ν o con la lunghezza d'onda λ. Detta h la costante di Planck :














La risposta corretta è la A
Un fotone è caratterizzabile con la frequenza ν o con la lunghezza d'onda λ. Detta h la costante di Planck, h·ν è l'energia del fotone. Questa affermazione è corretta perché l'energia di un fotone è direttamente proporzionale alla sua frequenza, secondo la relazione E = h·ν, dove E rappresenta l'energia del fotone, h è la costante di Planck (circa 6.626 x 10⁻³⁴ Js) e ν è la frequenza del fotone. Questa relazione deriva dalla teoria quantistica di Max Planck, che descrive come l'energia sia quantizzata e si manifesti in pacchetti discreti chiamati quanti o fotoni. La lunghezza d'onda λ è inversamente proporzionale alla frequenza secondo la relazione c = λ·ν, dove c è la velocità della luce. Pertanto, conoscendo la frequenza di un fotone, è possibile calcolarne l'energia utilizzando la costante di Planck, che è una delle costanti fondamentali della fisica quantistica.

39 di 64 Domande

Moltiplicando i due membri di un’equazione per il numero -1, le soluzioni dell’equazione che si ottiene:














La risposta corretta è la B
Moltiplicando i due membri di un’equazione per il numero -1, le soluzioni dell’equazione che si ottiene sono le stesse di quella di partenza. Questa affermazione è corretta perché moltiplicare entrambi i membri di un'equazione per lo stesso numero diverso da zero, in questo caso -1, non altera l'insieme delle soluzioni dell'equazione. Questo è dovuto al fatto che l'operazione di moltiplicazione conserva l'uguaglianza, ovvero se a = b, allora -a = -b. Pertanto, l'equazione risultante è semplicemente una versione scalata dell'equazione originale, mantenendo invariati i valori di x che soddisfano l'equazione. In altre parole, le soluzioni dell'equazione originale rimangono valide anche per l'equazione trasformata, poiché l'operazione non introduce né elimina soluzioni.

40 di 64 Domande

Una calamita attira pezzetti di limatura di ferro:














La risposta corretta è la A
Una calamita attira pezzetti di limatura di ferro perché induce un momento di dipolo magnetico nei pezzetti di ferro. Quando un materiale ferromagnetico come il ferro si trova in prossimità di un campo magnetico esterno, i suoi domini magnetici, che sono regioni microscopiche in cui i momenti magnetici degli atomi sono allineati, tendono ad orientarsi nella direzione del campo applicato. Questo allineamento temporaneo dei domini magnetici conferisce ai pezzetti di ferro un momento di dipolo magnetico indotto. Di conseguenza, i pezzetti di ferro si comportano come piccoli magneti temporanei e vengono attratti dalla calamita. L'effetto è più pronunciato nei materiali ferromagnetici rispetto ai materiali paramagnetici o diamagnetici perché i primi possiedono una struttura interna che facilita l'allineamento dei momenti magnetici. Una volta rimosso il campo esterno, i domini magnetici del ferro possono tornare alla loro configurazione originale, perdendo così il momento di dipolo indotto.

41 di 64 Domande

Il cinto pelvico:














La risposta corretta e' la '

serve all’articolazione degli arti inferiori

'.


42 di 64 Domande

Si consideri la funzione trigonometrica y = tg x con 0 < x ≤ π (x esprime l’ampiezza dell’angolo in radianti). I valori della funzione : tg 1, tg π/3, tg 3, tg π, disposti in ordine crescente, risultano:














La risposta corretta è la A
La domanda chiede di ordinare i valori della funzione y = tg x per x tra 0 e π e fornisce la risposta corretta: "tg 3, tg π, tg 1, tg π/3". La funzione tangente, tg x, ha un comportamento peculiare nel suo dominio: è crescente nell'intervallo (0, π/2) e decrescente in (π/2, π). Calcolando i valori specifici, si ottiene che tg 3 è negativo poiché 3 è maggiore di π/2 e minore di π, quindi la tangente è negativa. tg π è esattamente 0, poiché la tangente di π è sempre 0. tg 1 è un valore positivo ma minore di √3, dato che 1 è compreso tra 0 e π/2. Infine, tg π/3 è √3, che è il valore massimo tra quelli considerati, poiché π/3 è nel primo quadrante dove la tangente è positiva e in crescita. Quindi l'ordine crescente corretto è tg 3, tg π, tg 1, tg π/3.

43 di 64 Domande

Le reazioni del ciclo di Calvin-Benson che servono a ridurre le molecole di anidride carbonica in molecole di 3-fosfoglicerato avvengono:  














La risposta corretta e' la '

Nello stroma dei cloroplasti

'.


44 di 64 Domande

Un vaso cade da un’altezza di 5 m. Trascurando l'attrito con l'aria, si può ritenere che la sua velocità al momento dell'impatto col suolo sia circa: 














La risposta corretta e' la '

 10 m/s 

'.


45 di 64 Domande

A proposito della retta y = mx + q rappresentata nella figura è possibile affermare che:  

product image













La risposta corretta è la C
La domanda chiede di affermare qualcosa riguardo alla retta y = mx + q e la risposta corretta è: "m < 0 ∧ q < 0". Una retta nel piano cartesiano è rappresentata dall'equazione y = mx + q, dove m è il coefficiente angolare e q è l'intercetta sull'asse y. Se m < 0, significa che la retta ha una pendenza negativa, cioè scende da sinistra a destra. Se q < 0, l'intercetta con l'asse y è sotto l'origine, indicando che la retta interseca l'asse y in un punto con ordinata negativa. Quindi, la descrizione m < 0 ∧ q < 0 si riferisce a una retta che scende attraversando l'asse y in un punto al di sotto dell'asse x, il che è coerente con la rappresentazione grafica di una retta con pendenza negativa e intercetta negativa.

46 di 64 Domande

 Quali scoperte scientifiche da Darwin in poi hanno confermato la teoria dell'evoluzione? Indicare la RISPOSTA ERRATA:














La risposta corretta e' la '

La scoperta che animali, piante, batteri e virus sono tutti costituiti da cellule nucleate 

'.


47 di 64 Domande

In uno stagno c'è una bellissima pianta acquatica: una ninfea. Questa ninfea si riproduce raddoppiando ogni giorno la propria estensione; in 30 giorni arriva a coprire tutto lo stagno. Quanto tempo impiega per coprirne la metà?  














La risposta corretta e' la '

29 giorni 

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48 di 64 Domande

Un esempio di acido è :














La risposta corretta è la A
Un esempio di acido è HClO. L'acido ipocloroso, indicato con la formula chimica HClO, è un acido debole che si forma dalla dissoluzione del cloro in acqua e rappresenta una delle forme ossidanti del cloro. Questo composto è caratterizzato dalla presenza di un atomo di idrogeno legato a un gruppo ossidrilico, rendendolo capace di donare un protone (H⁺) in soluzione, una caratteristica fondamentale degli acidi secondo la definizione di Brønsted-Lowry. HClO è comunemente utilizzato in soluzioni disinfettanti e ha proprietà battericide grazie alla sua capacità di ossidare le membrane cellulari dei microorganismi. La sua debolezza come acido è dovuta alla parziale dissociazione in soluzione, il che significa che non tutti i suoi protoni vengono rilasciati, mantenendo un equilibrio tra l'acido e i suoi ioni dissociati. Questo comportamento è tipico degli acidi ossigenati del cloro, che variano in forza a seconda del numero di atomi di ossigeno presenti nella molecola.

49 di 64 Domande

In una reazione chimica i reagenti reagiscono in determinate proporzioni a formare i prodotti. Questo rapporto tra i reagenti:














La risposta corretta e' la ' è indicato dai coefficienti stechiometrici '.


50 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu → Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


51 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative al ciclo di Krebs è ERRATA?














La risposta corretta è la B
L’affermazione è errata perché il ciclo di Krebs (o dell’acido citrico) nelle cellule eucariotiche avviene principalmente nella matrice mitocondriale, non nella membrana interna. Tutti gli enzimi del ciclo sono solubili nella matrice, con un’unica eccezione: la succinato deidrogenasi, che fa parte sia del ciclo sia della catena respiratoria come complesso II ed è ancorata alla membrana mitocondriale interna. Quest’ultima ospita invece i complessi della fosforilazione ossidativa (I–IV e ATP sintasi), che ricevono gli equivalenti riducenti prodotti dal ciclo. Il ciclo di Krebs ossida l’acetil-CoA a CO2 e per ogni giro genera 3 NADH, 1 FADH2 e 1 GTP (o ATP), fornendo la maggior parte dei riducenti per la produzione di ATP attraverso la catena di trasporto degli elettroni. Pur non richiedendo direttamente ossigeno, dipende da uno stato ossidato dei cofattori: in ipossia, l’accumulo di NADH inibisce il ciclo. È un via anfibolica, cruciale sia per il catabolismo energetico sia per la sintesi di precursori (citrato per lipidi, α-chetoglutarato e ossalacetato per amminoacidi), mantenuta da reazioni anaplerotiche come la carbossilazione del piruvato a ossalacetato. La regolazione avviene soprattutto su citrato sintasi, isocitrato deidrogenasi e α-chetoglutarato deidrogenasi, inibite da alti livelli di ATP e NADH e attivate da ADP e Ca2+ (specie nel muscolo e nel miocardio). Rilevanza clinica: la carenza di tiamina compromette l’attività dei complessi chetonici (α-chetoglutarato deidrogenasi) e, a monte, del piruvato deidrogenasi, favorendo acidosi lattica e disfunzioni neurologiche; l’arsenito inibisce i complessi deidrogenasici che richiedono il lipoato; il fluoroacetato blocca l’aconitasi; difetti di succinato deidrogenasi sono associati a paragangliomi e feocromocitomi. Nelle procarionti, pr prive di mitocondri, gli enzimi del ciclo sono nel citosol, a ulteriore conferma che il sito non è la membrana mitocondriale interna. In sintesi, il ciclo di Krebs è nella matrice; la membrana interna è la sede della catena respiratoria che utilizza i suoi prodotti.

52 di 64 Domande

La quantità di una sostanza in grado di uccidere, in una unica somministrazione, la metà della popolazione campione di animali da esperimento è indicata come:














La risposta corretta è la A
DL50 (dose letale 50% o “median lethal dose”) è la misura statistica che indica la quantità di una sostanza che, somministrata una sola volta, provoca la morte del 50% di un gruppo di animali da esperimento. Si esprime di solito in mg di sostanza per kg di peso corporeo e viene stimata a partire da curve dose–risposta di tipo quantale, tramite metodi statistici come analisi probit o logistica. Riflette l’acuto potenziale letale di un agente e dipende in modo marcato da specie, ceppo, sesso, via di esposizione (orale, cutanea, endovenosa, inalatoria), veicolo e condizioni sperimentali; per l’acutezza, l’osservazione si estende tipicamente fino a 14 giorni dopo la dose unica. È importante distinguerla da altri indicatori: ED50 è la dose efficace mediana (produce l’effetto terapeutico nel 50% dei soggetti), TD50 è la dose che causa un effetto tossico non letale nel 50%, LC50 è la concentrazione letale mediana (rilevante per esposizioni inalatorie o in ambiente acquatico), mentre NOAEL e LOAEL riguardano l’assenza o la comparsa di effetti avversi in studi, spesso cronici. Il rapporto tra LD50 e ED50 ha storicamente informato indici di sicurezza, ma oggi si preferiscono misure più aderenti all’uomo e all’uso clinico. Dal punto di vista clinico, la DL50 non si traduce direttamente nel rischio umano individuale, ma fornisce un ordine di grandezza della pericolosità acuta utile in tossicologia clinica, pronto soccorso e sanità pubblica, per priorizzare gli interventi, interpretare esposizioni accidentali e supportare la classificazione e l’etichettatura del pericolo. Per esempio, sostanze con DL50 molto bassa richiedono soglie di allerta più stringenti e dispositivi di protezione adeguati. Tuttavia, la DL50 non cattura tossicità subletale, effetti ritardati, meccanismi idiosincratici o interazioni farmaco–farmaco, né riflette la variabilità umana. Per questo, la valutazione del rischio integra la DL50 con dati su cinetica, organi bersaglio, evidenze cliniche, e, per gli inalanti, con LC50; l’approccio contemporaneo riduce l’uso di test letali sugli animali privilegiando metodi alternativi e modelli predittivi.

53 di 64 Domande

Un gene presenta tre alleli: due dominanti, codominanti tra loro, e uno recessivo. Quanti genotipi e fenotipi si possono avere?














La risposta corretta è la D
Con tre alleli di un gene, di cui due dominanti e codominanti tra loro (chiamiamoli D1 e D2) e uno recessivo (r), i possibili genotipi diploidi sono sei: D1D1, D1D2, D1r, D2D2, D2r e rr. Questo si ottiene considerando le tre combinazioni omozigoti (uno per ogni allele) più le tre eterozigoti distinti, senza contare l’ordine. Tuttavia, i fenotipi sono quattro perché dipendono dalle relazioni di dominanza: D1D1 e D1r danno lo stesso fenotipo D1 (l’allele D1 maschera r), D2D2 e D2r danno il fenotipo D2, D1D2 esprime un fenotipo combinato per codominanza (entrambi gli alleli dominanti si manifestano), mentre rr esprime il fenotipo recessivo. Quindi, 6 genotipi ma 4 fenotipi distinti. Un esempio classico e clinicamente rilevante è il sistema ABO dei gruppi sanguigni: gli alleli IA e IB sono codominanti, mentre i è recessivo. I sei genotipi possibili (IAIA, IAi, IBIB, IBi, IAIB, ii) corrispondono a quattro fenotipi: gruppo A, B, AB e O. Qui la codominanza si manifesta nel gruppo AB (presenza contemporanea degli antigeni A e B), mentre la recessività di i fa sì che i genotipi IAi e IBi siano fenotipicamente indistinguibili da IAIA e IBIB rispettivamente. Questa distinzione tra numero di genotipi e numero di fenotipi ha implicazioni pratiche in medicina trasfusionale, nell’assegnazione di donatori e riceventi compatibili e nella consulenza genetica. In sintesi, quando due alleli sono codominanti e un terzo è recessivo, il conteggio dei genotipi segue la combinatoria (n alleli → n(n+1)/2 genotipi; con n=3 si ottiene 6), mentre il numero dei fenotipi si riduce perché gli eterozigoti con il recessivo non aggiungono nuove manifestazioni cliniche rispetto agli omozigoti dominanti, lasciando quattro fenotipi complessivi.

54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-α, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-α sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-α, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine β2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un β-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ≤1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ≥2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ≥126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Un litro di soluzione acquosa di saccarosio 1M esercita una pressione osmotica pari a 23,2 atm a 10 °C. La soluzione viene diluita sino alla concentrazione 0,1M. Dopo la diluizione la pressione osmotica esercitata dalla soluzione diviene:














La risposta corretta e' la ' 2,32 atm '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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