Simulazione

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1 di 64 Domande

Quanti elettroni possono essere contenuti al massimo in un orbitale?














La risposta corretta e' la '

2

'.


2 di 64 Domande

L'equazione 0,01x + 4 = 14 ha come soluzione:














La risposta corretta è la D
L'equazione 0,01x + 4 = 14 ha come soluzione -0,5. Per risolvere questa equazione, iniziamo isolando il termine esponenziale: sottraiamo 4 da entrambi i lati dell'equazione, ottenendo 0,01x = 10. Ora, per eliminare la base decimale, possiamo riscrivere 0,01 come una potenza di 10: 0,01 è equivalente a 10-2. Quindi, l'equazione diventa (10-2)x = 10. Utilizzando le proprietà delle potenze, possiamo riscrivere il lato sinistro come 10-2x. Pertanto, abbiamo 10-2x = 101. Poiché le basi sono uguali, possiamo eguagliare gli esponenti: -2x = 1. Risolvendo per x, dividiamo entrambi i lati per -2, ottenendo x = -0,5. Questo dimostra che la soluzione corretta è effettivamente -0,5.

3 di 64 Domande

"L'acqua è un liquido dotato di ottime proprietà solventi; molti sali, come ad esempio il cloruro di sodio, si sciolgono rapidamente in acqua, mentre sono praticamente insolubili in solventi apolari come il cloroformio e il benzene. Questa proprietà è una conseguenza del carattere dipolare della molecola dell'acqua; il reticolo cristallino di un sale è tenuto unito da attrazioni elettrostatiche molto forti tra gli ioni positivi e quelli negativi; quando il cloruro di sodio cristallino è posto in acqua, le molecole polari di quest'ultima sono fortemente attratte dagli ioni Na+ e Cl-, e strappano questi ioni al reticolo". Quale delle seguenti affermazioni PUO' essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Le molecole d'acqua interagiscono con Na+ e Cl-

'.


4 di 64 Domande

Il numero di ossidazione del Manganese nel composto HMnO4 è:














La risposta corretta è la E
Il numero di ossidazione del Manganese nel composto HMnO? è +7. Per determinare il numero di ossidazione del Manganese in HMnO?, si considerano i numeri di ossidazione degli altri elementi nel composto: l'idrogeno ha un numero di ossidazione di +1 e l'ossigeno ha un numero di ossidazione di -2. Poiché la somma dei numeri di ossidazione in un composto neutro deve essere zero, si imposta l'equazione: +1 (per H) + x (per Mn) + 4(-2) (per O) = 0. Risolvendo per x, si ottiene +1 + x - 8 = 0, quindi x = +7. Pertanto, il numero di ossidazione del Manganese in HMnO? è +7, confermando che il Manganese in questo composto è nello stato di ossidazione più alto possibile, dato che può assumere numeri di ossidazione che variano da +2 a +7.

5 di 64 Domande

L'appaiamento dei filamenti polinucleotidici complementari in una molecola di DNA è dovuto a:














La risposta corretta e' la '

legami idrogeno

'.


6 di 64 Domande

Se in una città ci fosse un medico ogni 500 abitanti, quale sarebbe la percentuale di medici?














La risposta corretta e' la '

0.2%

'.


7 di 64 Domande

Se si volesse riprendere delle immagini per un documentario in cui far vedere i cromosomi in movimento durante la divisione cellulare, sarebbe necessario utilizzare:














La risposta corretta e' la '

il microscopio ottico perchè il preparato è vivo

'.


8 di 64 Domande

In un ambiente, in cui è stato fatto il vuoto, lascio cadere (in caduta libera) una piuma di 10 g, una sfera di legno da 200 g e una piccola sferetta di ferro da 1 g e misuro i tempi di caduta (dalla stessa quota, nelle stesse condizioni di partenza, per uno stesso percorso). Quale di questi tempi è il minore e quale il maggiore ?














La risposta corretta è la E
In un ambiente in cui è stato fatto il vuoto, lascio cadere in caduta libera una piuma di 10 g, una sfera di legno da 200 g e una piccola sferetta di ferro da 1 g e misuro i tempi di caduta; la risposta corretta è che non vi è minore né maggiore perché i tre tempi sono uguali. In condizioni di vuoto, l'assenza di resistenza dell'aria fa sì che tutti gli oggetti, indipendentemente dalla loro massa, subiscano la stessa accelerazione gravitazionale, che sulla Terra è approssimativamente pari a 9,81 m/s². Questo principio deriva dalla seconda legge del moto di Newton, F = ma, dove la forza gravitazionale F è proporzionale alla massa m dell'oggetto. Quando la resistenza dell'aria è assente, l'unica forza che agisce sugli oggetti è la forza gravitazionale, e quindi tutti gli oggetti accelerano alla stessa velocità. Di conseguenza, il tempo di caduta da una stessa altezza è identico per tutti gli oggetti, indipendentemente dalla loro massa o forma, confermando così che i tre tempi di caduta sono uguali.

9 di 64 Domande

“L’energia di attivazione, cioè l’energia necessaria a formare un composto ad alta energia potenziale, intermedio della reazione (il cosiddetto complesso attivato), è una grandezza caratteristica di ciascuna reazione chimica. Più alta è tale energia, più la reazione avviene lentamente, perché è minore il numero delle molecole con energia sufficiente a formare il complesso attivato”.
Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale affermazione non può essere dedotta dal brano, e la risposta corretta è: "Il valore dell'energia di attivazione è lo stesso per tutte le reazioni chimiche". La spiegazione di questa risposta si basa sul fatto che il brano sottolinea come l'energia di attivazione sia una grandezza caratteristica di ciascuna reazione chimica, implicando che essa varia da reazione a reazione. Questa caratteristica è fondamentale per determinare la velocità con cui una reazione avviene, poiché un'energia di attivazione più alta significa che meno molecole avranno l'energia sufficiente per raggiungere lo stato di complesso attivato, risultando in una reazione più lenta. Pertanto, l'affermazione che l'energia di attivazione sia la stessa per tutte le reazioni è contraria a quanto descritto nel testo, rendendola non deducibile.

10 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


11 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

12 di 64 Domande

Un elemento è costituito da atomi:














La risposta corretta è la C
Un elemento è costituito da atomi aventi tutti lo stesso numero di protoni. Questa affermazione è corretta perché la definizione di elemento chimico si basa sul numero di protoni presenti nel nucleo dei suoi atomi, noto come numero atomico. Il numero di protoni determina l'identità chimica dell'elemento, distinguendo un elemento dall'altro nella tavola periodica. Ad esempio, tutti gli atomi di idrogeno hanno un protone, mentre tutti gli atomi di elio ne hanno due. Sebbene gli atomi di uno stesso elemento possano avere un diverso numero di neutroni, formando isotopi, il numero di protoni rimane costante per definire l'elemento. Questo concetto è fondamentale in chimica, poiché le proprietà chimiche di un elemento sono principalmente determinate dalla sua configurazione elettronica, che dipende dal numero di protoni nel nucleo.

13 di 64 Domande

Nel solfato di alluminio sono presenti:














La risposta corretta è la D
Nel solfato di alluminio sono presenti 2 atomi di alluminio, 3 di zolfo e 12 di ossigeno. La formula chimica del solfato di alluminio è Al?(SO?)?, che indica la presenza di due atomi di alluminio (Al), tre gruppi solfato (SO?) e quindi complessivamente tre atomi di zolfo (S) e dodici atomi di ossigeno (O) poiché ogni gruppo solfato contiene un atomo di zolfo e quattro atomi di ossigeno. La struttura del solfato di alluminio si basa sulla sua natura di sale derivato dall'acido solforico, dove l'alluminio agisce come catione e i gruppi solfato come anioni. Questo bilanciamento tra cationi e anioni è essenziale per mantenere la neutralità elettrica del composto.

14 di 64 Domande

In seguito all' infezione di una cellula batterica da parte di un unico batteriofago, il cui DNA è marcato con 32  P,vengono prodotte 100 nuove particelle fagiche. Se si esclude che avvengano processi di ricombinazione, quanti dei nuovi fagi prodotti avranno il DNA marcato?














La risposta corretta è la A
Il DNA dei batteriofagi è replicato in modo semiconservativo: ogni nuova doppia elica contiene una catena “vecchia” (parentale) e una “nuova” sintetizzata ex novo. Se il singolo fago infettante possiede DNA marcato con 32P (che etichetta il fosfato dello scheletro zucchero?fosfato del DNA, non le proteine) e la cellula ospite fornisce nucleotidi non radioattivi, allora solo le due catene parentali originarie sono radioattive. Dopo la prima replicazione si ottengono due molecole di DNA virale, ciascuna con una catena marcata e una non marcata. Anche proseguendo con molte ulteriori replicazioni, il numero di molecole contenenti le catene originarie non aumenta: le due catene parentali persisteranno, ognuna in una singola doppia elica, perché la semiconservatività non “crea” nuove catene marcate ma mantiene le esistenti. Pertanto, qualunque sia il numero totale di genomi virali prodotti e impacchettati in nuove particelle (100 nel caso proposto), solo quei genomi che ereditano direttamente una delle due catene parentali con 32P risulteranno marcati. In assenza di ricombinazione o scambio di frammenti (che potrebbero disseminare la radioattività su più molecole), il conteggio dei genomi marcati rimane pari a 2. Tutte le restanti particelle conterranno DNA completamente non radioattivo, sintetizzato a partire da nucleotidi non marcati. Questo principio è lo stesso che ha permesso esperimenti classici sulla natura del materiale genetico e sulla modalità di replicazione del DNA: il 32P traccia il destino del DNA, mentre marcatori come il 35S tracciano le proteine del capside. In microbiologia clinica, la comprensione della dinamica replicativa dei fagi è rilevante perché i fagi mediano trasferimento genico orizzontale e conversione lisogenica, contribuendo alla diffusione di fattori di virulenza e, indirettamente, alla resistenza antimicrobica. Nel problema proposto, la risposta corretta è dunque 2.

15 di 64 Domande

Quale tra le seguenti modalità di trasporto attraverso la membrana plasmatica richiede normalmente idrolisi di ATP?














La risposta corretta e' la '

Pompa ionica.

'.


16 di 64 Domande

Una batteria ideale fornisce una differenza di potenziale di 6 V. Se tra i terminali viene collegata una resistenza di 24 ohm, quale sara' la potenza dissipata per effetto Joule?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale sarà la potenza dissipata per effetto Joule quando una batteria ideale fornisce una differenza di potenziale di 6 V a una resistenza di 24 ohm, con la risposta corretta che è 1,5 W. La potenza dissipata per effetto Joule in un circuito elettrico può essere calcolata utilizzando la formula P = V²/R, dove P è la potenza, V è la tensione e R è la resistenza. In questo caso, la tensione V è 6 V e la resistenza R è 24 ohm. Sostituendo questi valori nella formula, otteniamo P = (6 V)² / 24 ohm = 36 V² / 24 ohm = 1,5 W. Pertanto, la potenza dissipata è correttamente calcolata come 1,5 watt, confermando la risposta fornita nella domanda.

17 di 64 Domande

Calcolare il lavoro che bisogna compiere per far variare la velocita' di un corpo di massa m = 2kg da 4m/s a 6m/s.














La risposta corretta è la A
Calcolare il lavoro che bisogna compiere per far variare la velocità di un corpo di massa m = 2kg da 4m/s a 6m/s, con risposta corretta: 20 J. Per determinare il lavoro necessario a cambiare la velocità di un corpo, si utilizza il teorema dell'energia cinetica, che afferma che il lavoro compiuto su un corpo è uguale alla variazione della sua energia cinetica. L'energia cinetica iniziale del corpo è data dalla formula \( E_{c_i} = \frac{1}{2} m v_i^2 \), dove \( m = 2 \, \text{kg} \) e \( v_i = 4 \, \text{m/s} \), risultando in \( E_{c_i} = \frac{1}{2} \times 2 \times 4^2 = 16 \, \text{J} \). L'energia cinetica finale è \( E_{c_f} = \frac{1}{2} m v_f^2 \), con \( v_f = 6 \, \text{m/s} \), quindi \( E_{c_f} = \frac{1}{2} \times 2 \times 6^2 = 36 \, \text{J} \). La variazione di energia cinetica è \( \Delta E_c = E_{c_f} - E_{c_i} = 36 \, \text{J} - 16 \, \text{J} = 20 \, \text{J} \), che rappresenta il lavoro necessario per aumentare la velocità del corpo da 4 m/s a 6 m/s.

18 di 64 Domande

L'immagine formata da una lente convergente:














La risposta corretta è la B
L'immagine formata da una lente convergente è reale o virtuale a seconda della distanza tra l'oggetto e la lente. Questa affermazione è corretta perché una lente convergente può formare immagini diverse a seconda della posizione relativa dell'oggetto rispetto al fuoco della lente. Se l'oggetto è posizionato oltre il doppio della lunghezza focale, l'immagine formata è reale, capovolta e ridotta, situata tra il fuoco e il doppio della lunghezza focale dalla parte opposta della lente. Se l'oggetto si trova tra una e due lunghezze focali, l'immagine è ancora reale, capovolta, ma ingrandita e situata oltre il doppio della lunghezza focale. Quando l'oggetto è posizionato esattamente sulla lunghezza focale, la lente non riesce a formare un'immagine definita. Infine, se l'oggetto si trova tra la lente e il fuoco, l'immagine formata è virtuale, diritta e ingrandita, apparendo sullo stesso lato dell'oggetto rispetto alla lente.

19 di 64 Domande

In una progressione geometrica il primo elemento è 2 e il sesto è 0,0625. Il quinto valore della progressione è:














La risposta corretta è la B
In una progressione geometrica il primo elemento è 2 e il sesto è 0,0625, il quinto valore della progressione è 0.125. Per determinare il quinto valore, si utilizza la formula generale di una progressione geometrica: \( a_n = a_1 \times r^{(n-1)} \), dove \( a_n \) è l'elemento n-esimo, \( a_1 \) è il primo elemento e \( r \) è la ragione della progressione. Dato che il primo elemento \( a_1 \) è 2 e il sesto elemento \( a_6 \) è 0,0625, possiamo scrivere l'equazione \( 0,0625 = 2 \times r^5 \). Risolvendo per \( r \), otteniamo \( r^5 = \frac{0,0625}{2} = 0,03125 \), quindi \( r = 0,5 \). Ora, per trovare il quinto elemento \( a_5 \), usiamo la stessa formula: \( a_5 = 2 \times (0,5)^4 = 2 \times 0,0625 = 0,125 \). Pertanto, il quinto valore della progressione è 0.125.

20 di 64 Domande

Tra i seguenti organi, quale rappresenta negli esseri umani la prima difesa importante nei confronti dell'invasione da parte di virus e batteri?














La risposta corretta e' la '

La cute

'.


21 di 64 Domande

A una soluzione acquosa acida di KBrO3 (100 mL, 0,1 mol/L) vengono aggiunti 100 mL di una soluzione acquosa contenente 0,006 moli di K2S2O3 e 0,09 moli di KI. Avvengono le seguenti reazioni quantitative: (vedi foto). La reazione (2) è istantanea, mentre la reazione (1) è relativamente lenta. Nel momento in cui tutto l’anione S2O32− presente in soluzione avrà reagito, quante moli di BrO3- saranno state consumate?

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La risposta corretta è la D
In una soluzione acquosa acida, quando 100 mL di KBrO? (0,1 mol/L) vengono mescolati con 100 mL di una soluzione contenente 0,006 moli di K?S?O? e 0,09 moli di KI, sono consumate 0,001 moli di BrO??. La spiegazione risiede nel fatto che la reazione (1) tra BrO?? e I? è lenta e produce I?, mentre la reazione (2) tra I? e S?O?²? è istantanea. Quando tutto l’anione S?O?²? è stato consumato, significa che ha reagito con l’I? prodotto fino a quel momento. Poiché la stechiometria della reazione (2) è tale che 1 mol di I? reagisce con 2 mol di S?O?²?, 0,006 moli di S?O?²? possono reagire con 0,003 moli di I?. La reazione (1) ha una stechiometria di 1:3 tra BrO?? e I?, quindi per produrre 0,003 moli di I? sono necessarie 0,001 moli di BrO??, spiegando così il consumo di 0,001 moli di BrO??.

22 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


23 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni rappresenta la prima legge di Keplero?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale affermazione rappresenta la prima legge di Keplero, e la risposta corretta è che i pianeti percorrono orbite ellittiche intorno al sole, che occupa uno dei due fuochi. Questa risposta è corretta perché la prima legge di Keplero, nota anche come la legge delle orbite, stabilisce che il percorso orbitale di un pianeta attorno al sole non è circolare ma ellittico, con il sole posizionato in uno dei due fuochi dell'ellisse. Questa scoperta fu rivoluzionaria al tempo di Keplero, poiché contraddiceva il modello tolemaico che sosteneva orbite circolari perfette. L'idea di orbite ellittiche spiegava meglio le osservazioni astronomiche dell'epoca, in particolare il moto retrogrado apparente dei pianeti. La forma ellittica delle orbite è fondamentale per comprendere la dinamica del sistema solare e le variazioni di velocità dei pianeti lungo il loro percorso orbitale, poiché essi si muovono più velocemente quando sono più vicini al sole e più lentamente quando sono più lontani, un fenomeno descritto dalla seconda legge di Keplero.

24 di 64 Domande

Quali dei seguenti sistemi è eterogeneo?














La risposta corretta e' la '

Latte

'.


25 di 64 Domande

Nei topi l’allele che determina il pelo nero (B) è dominante su quello che determina il pelo marrone (b) e l’allele che determina la coda corta (T) è dominante su quello che determina la coda lunga (t). Sapendo che i due geni responsabili del colore e della lunghezza del pelo non sono associati, con quale probabilità dall’incrocio di due individui con genotipo rispettivamente Bbtt e BbTt si otterranno individui con pelo nero e coda corta? 














La risposta corretta e' la '

3/8 

'.


26 di 64 Domande

Quale/i dei seguenti acidi è/sono monoprotico/i in soluzione acquosa?
 1. CH3COOH 2. HNO3 3. H3PO4














La risposta corretta è la E
Alla domanda «Quale/i dei seguenti acidi è/sono monoprotico/i in soluzione acquosa? 1. CH3COOH 2. HNO3 3. H3PO4», la risposta corretta è: solo 1 e 2. Un acido monoprotico può cedere una sola mole di H+ per molecola in acqua; l’acido acetico CH3COOH ha un solo protone acido nel gruppo carbossilico e, una volta deprotonato, dà l’acetato CH3COO? senza ulteriori H+ disponibili; l’acido nitrico HNO3 possiede un unico protone acido e si dissocia in H+ e NO3?, risultando anch’esso monoprotico; l’acido fosforico H3PO4 invece è poliprotico (triprotico) perché contiene tre protoni acidi che si dissociano in tre stadi successivi, con pKa1 ? 2,15, pKa2 ? 7,2 e pKa3 ? 12,3, quindi non può essere classificato come monoprotico.

27 di 64 Domande

Quale espressione NON descrive gli eventi in modo sequenziale? 














La risposta corretta e' la '

 Il milite morì e fu ferito

'.


28 di 64 Domande

La molecola di un trigliceride è costituita da: 














La risposta corretta è la D
La molecola di un trigliceride è costituita da una molecola di glicerolo e tre molecole di un acido grasso. I trigliceridi sono esteri derivati dalla reazione di esterificazione tra il glicerolo, un alcol a tre gruppi ossidrilici, e acidi grassi, che sono acidi carbossilici a lunga catena. Ogni gruppo ossidrilico del glicerolo reagisce con il gruppo carbossilico di un acido grasso, formando un legame estere e rilasciando una molecola di acqua per ciascun legame. Questo processo porta alla formazione di una struttura tridimensionale in cui il glicerolo funge da spina dorsale, mentre le catene degli acidi grassi si estendono, contribuendo alle proprietà idrofobiche del trigliceride. I trigliceridi sono la forma principale di riserva energetica nei tessuti animali e vegetali e la loro struttura è fondamentale per la loro funzione di immagazzinamento dell'energia, isolamento termico e protezione degli organi interni.

29 di 64 Domande

Qual è la formula bruta dell’etanale? 














La risposta corretta è la A
La formula bruta dell'etanale è C?H?O. L'etanale, noto anche come acetaldeide, è un'aldeide semplice con due atomi di carbonio; la sua formula chimica riflette la presenza di un gruppo carbonile (C=O) legato a un idrogeno e a un gruppo metilico (CH?). La struttura dell'etanale consiste in un atomo di carbonio centrale legato a due idrogeni e a un gruppo metilico, mentre l'altro atomo di carbonio è parte del gruppo carbonile. Questa disposizione conferisce all'etanale le sue proprietà chimiche distintive, come la capacità di partecipare a reazioni di addizione nucleofila tipiche delle aldeidi. La formula bruta C?H?O rappresenta il numero totale di ciascun tipo di atomo presente nella molecola, senza fornire dettagli sulla struttura molecolare, ma è sufficiente per identificare la sostanza in contesti chimici generali.

30 di 64 Domande

Le mappe genetiche possono essere stabilite mediante: 














La risposta corretta e' la '

La frequenza di ricombinazione di geni associati

'.


31 di 64 Domande

Indicare la successione anatomica corretta: 














La risposta corretta è la A
Indicare la successione anatomica corretta: la risposta corretta è “Digiuno, ileo, cieco”. Nel tratto intestinale, dopo il duodeno si susseguono il digiuno e poi l’ileo; l’ileo termina alla giunzione ileocecale, dove tramite la valvola ileocecale sbocca nel cieco, primo segmento del colon. Il digiuno è la porzione prossimale dell’intestino tenue, ricca di pliche circolari e con maggiore capacità di assorbimento iniziale, mentre l’ileo è più distale, con lume più piccolo e presenza di placche di Peyer. Anatomicamente il digiuno occupa prevalentemente i quadranti addominali superiori sinistri, l’ileo quelli inferiori destri, con sbocco nel cieco in fossa iliaca destra. La valvola ileocecale regola il passaggio dei contenuti e limita il reflusso dal colon, confermando la progressione fisiologica digiuno ? ileo ? cieco.

32 di 64 Domande

Negare che “ogni uomo ha un cane” equivale a dire che: 














La risposta corretta e' la '

Esistono uomini senza cane

'.


33 di 64 Domande

“Numerosi sali di cobalto hanno, allo stato solido, sei molecole d’acqua coordinate al catione Co++ ; in generele molecole d’acqua dipolari, coordinate ai cationi, vengono considerate legami ione - dipolo; nel caso inesame, però, i legami tra acqua e Co++ vanno considerati come covalenti molto polarizzati.”
Quale delle seguenti informazioni NON è contenuta nel brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Tutti i legami tra acqua e cationi sono covalenti polarizzati 

'.


34 di 64 Domande

Quale delle parole sotto elencate è etimologicamente anomala?














La risposta corretta e' la '

 Equino

'.


35 di 64 Domande

Se si rimane a lungo a bagno nell’acqua di mare la pelle dei polpastrelli si raggrinzisce, formando delle pieghe. Il fenomeno è dovuto al fatto che:














La risposta corretta e' la '

Le cellule dei tessuti, immerse in ambiente ipertonico, perdono acqua riducendo il proprio volume  

'.


36 di 64 Domande

La soluzione di un acido forte: 














La risposta corretta e' la '

Ha pOH maggiore di quello di una soluzione di un acido debole ad uguale concentrazione

'.


37 di 64 Domande

La figura si riferisce ad uno dei meccanismi di trasporto attraverso la membrana cellulare. Si può affemare che: 

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La risposta corretta è la A
La domanda è: «La figura si riferisce ad uno dei meccanismi di trasporto attraverso la membrana cellulare. Si può affermare che:», e la risposta corretta è: «M è una molecola che si muove contro gradiente». Il movimento contro gradiente (di concentrazione o elettrochimico) non può avvenire per diffusione semplice o facilitata, ma richiede trasporto attivo. In tal caso l’energia è fornita direttamente dall’idrolisi di ATP (trasporto attivo primario, es. pompe ATPasiche) oppure indirettamente sfruttando il gradiente di un altro soluto (trasporto attivo secondario, simporto/antiporto). Il processo è mediato da proteine carrier integrali, è specifico e saturabile, e consente l’accumulo di M anche quando la sua concentrazione è maggiore nel compartimento di arrivo. Un’eventuale indicazione in figura di frecce da bassa ad alta concentrazione, di un potenziale di membrana sfavorevole o di consumo di ATP/co-trasporto confermerebbe il moto contro gradiente. Pertanto M non segue un flusso spontaneo ma viene pompata a spese di energia, in accordo con la risposta.

38 di 64 Domande

Il timo:














La risposta corretta e' la '

Stimola lo sviluppo dei linfociti T

'.


39 di 64 Domande

L'1/1/1995 era domenica; che giorno della settimana sarà l'1/1/2001?














La risposta corretta e' la '

 Lunedì

'.


40 di 64 Domande

Che cosa avviene durante la combustione di una candela?














La risposta corretta è la B
La domanda è: "Che cosa avviene durante la combustione di una candela?" e la risposta corretta è: "Un processo chimico." Durante la combustione di una candela, avviene una reazione chimica tra la cera, che è un idrocarburo, e l'ossigeno presente nell'aria. Quando la candela viene accesa, il calore della fiamma scioglie la cera, che viene poi assorbita dallo stoppino e vaporizzata. I vapori di cera reagiscono con l'ossigeno, producendo anidride carbonica, acqua e calore, che mantiene la fiamma accesa. Questo processo è una tipica reazione di combustione, che è esotermica, poiché rilascia energia sotto forma di calore e luce. La combustione di una candela è quindi un esempio di trasformazione chimica, in cui le sostanze iniziali, la cera e l'ossigeno, vengono trasformate in nuove sostanze, l'anidride carbonica e l'acqua, attraverso il processo di ossidazione.

41 di 64 Domande

La mia città dista 600 km dalla città di Agnese e 1400 km da quella di Barbara. Di quanti km almeno distano le città di Agnese e Barbara? 














La risposta corretta è la E
La distanza minima tra le città di Agnese e Barbara è di 800 km. Questa conclusione si basa sul principio della disuguaglianza triangolare, che afferma che in un triangolo la lunghezza di un lato deve essere minore o uguale alla somma delle lunghezze degli altri due lati e maggiore o uguale alla loro differenza. Se consideriamo la mia città, la città di Agnese e la città di Barbara come i vertici di un triangolo, la distanza tra la mia città e quella di Agnese è di 600 km, mentre quella tra la mia città e quella di Barbara è di 1400 km. Applicando la disuguaglianza triangolare, la distanza tra le città di Agnese e Barbara deve essere almeno 1400 km - 600 km, ovvero 800 km, per soddisfare la condizione che un lato di un triangolo non può essere più corto della differenza degli altri due lati.

42 di 64 Domande

Un cilindro contiene gas perfetto mantenuto a temperatura costante T. Se il suo volume viene ridotto lentamente fino a raggiungere la metà del valore iniziale:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede cosa accade alla pressione di un gas perfetto in un cilindro quando il suo volume viene ridotto alla metà mantenendo la temperatura costante, e la risposta corretta è che la pressione esercitata dal gas si raddoppia. Questo fenomeno è spiegato dalla legge di Boyle, che afferma che per un gas perfetto a temperatura costante, la pressione è inversamente proporzionale al volume. In formule, P?V? = P?V?, dove P rappresenta la pressione e V il volume. Se il volume iniziale V? viene ridotto alla metà, cioè V? = V?/2, per mantenere l'equazione bilanciata, la pressione finale P? deve essere il doppio della pressione iniziale P?. Questo perché il prodotto tra pressione e volume deve rimanere costante se la temperatura non cambia. La relazione inversa tra pressione e volume è una delle caratteristiche fondamentali dei gas ideali e dimostra come le variazioni di volume influenzano direttamente la pressione quando altre condizioni rimangono invariate.

43 di 64 Domande

Un terreno a forma rettangolare di lati AB = 60 m e BC = 80 m è stato diviso in tre appezzamenti equivalenti per permettere ai tre eredi di accedere alla fonte d’acqua posta in P. Sapendo che P appartiene alla diagonale AC del rettangolo, qual é il rapporto di AP rispetto alla diagonale AC?

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La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale sia il rapporto di AP rispetto alla diagonale AC di un terreno rettangolare diviso in tre appezzamenti equivalenti, e la risposta corretta è 2/3. Per risolvere il problema, consideriamo che il terreno rettangolare ha una diagonale AC che può essere calcolata usando il teorema di Pitagora: AC = ?(AB² + BC²) = ?(60² + 80²) = 100 m. Per dividere il terreno in tre appezzamenti equivalenti, ogni appezzamento deve avere la stessa area. La divisione deve essere tale che ogni appezzamento abbia accesso alla fonte d'acqua in P, che si trova sulla diagonale AC. Se dividiamo la diagonale in tre segmenti tali che AP e PC siano proporzionali alle aree degli appezzamenti, considerando che ogni appezzamento è equivalente, il punto P deve trovarsi a 2/3 della lunghezza totale della diagonale AC a partire da A, in modo che AP sia 2/3 di AC e PC 1/3 di AC. Questo assicura che ogni appezzamento abbia la stessa area e accesso alla fonte d'acqua, confermando che il rapporto di AP rispetto alla diagonale AC è effettivamente 2/3.

44 di 64 Domande

Confrontando le soluzioni 0,1 M di fruttosio (C6H12O6), 0,1 M di cloruro di potassio (KCl) e 0,1 M di cloruro di calcio (CaCl2) a 25 ° C, si può affermare che:














La risposta corretta è la B
Confrontando le soluzioni 0,1 M di fruttosio (C?H??O?), 0,1 M di cloruro di potassio (KCl) e 0,1 M di cloruro di calcio (CaCl?) a 25° C, si può affermare che la soluzione contenente fruttosio è quella con la minore pressione osmotica. La pressione osmotica di una soluzione dipende dalla concentrazione delle particelle solute; nel caso di soluzioni elettrolitiche, come KCl e CaCl?, queste si dissociano in acqua in più particelle rispetto al fruttosio, che è un composto non elettrolita e rimane come singola molecola in soluzione. KCl si dissocia in due ioni (K? e Cl?), mentre CaCl? si dissocia in tre ioni (Ca²? e due Cl?), aumentando così il numero di particelle e quindi la pressione osmotica. Di conseguenza, a parità di concentrazione molare, la soluzione di fruttosio avrà una pressione osmotica inferiore rispetto alle soluzioni di KCl e CaCl?, poiché produce meno particelle in soluzione.

45 di 64 Domande

Quando, in una reazione di ossido-riduzione, una specie chimica perde elettroni:














La risposta corretta e' la ' si ossida, quindi è l'agente riducente perché riduce l'altra specie chimica '.


46 di 64 Domande

Gli atomi di carbonio di una molecola di benzene hanno ibridazione:














La risposta corretta è la E
Gli atomi di carbonio di una molecola di benzene hanno ibridazione sp². Il benzene è un composto aromatico costituito da un anello esagonale di sei atomi di carbonio, ciascuno dei quali è legato a un atomo di idrogeno. Gli atomi di carbonio nel benzene sono ibridati sp², il che significa che ciascun atomo di carbonio forma tre legami sigma: due con gli atomi di carbonio adiacenti e uno con un atomo di idrogeno. Questa ibridazione comporta la formazione di un legame pi greco tra ciascuna coppia di atomi di carbonio adiacenti, che si sovrappongono lateralmente, creando un sistema di elettroni delocalizzati sopra e sotto il piano dell'anello. Questa delocalizzazione elettronica conferisce al benzene la sua stabilità caratteristica e le proprietà aromatiche, rendendo la struttura planare e simmetrica. L'ibridazione sp² è quindi essenziale per comprendere la geometria e le proprietà chimiche uniche del benzene.

47 di 64 Domande

Una soluzione è :














La risposta corretta è la C
Una soluzione è un miscuglio omogeneo. Una soluzione è definita come un sistema fisico costituito da due o più componenti che formano una fase unica e uniforme. Questo significa che, a livello macroscopico, non è possibile distinguere le diverse sostanze presenti nella soluzione, poiché le particelle del soluto sono distribuite uniformemente all'interno del solvente. Esempi comuni di soluzioni includono l'acqua salata e l'aria, dove rispettivamente il sale e i gas sono distribuiti uniformemente nel solvente. La caratteristica chiave di un miscuglio omogeneo è proprio questa uniformità nella distribuzione delle componenti, che contrasta con i miscugli eterogenei, dove le diverse sostanze sono distinguibili e separate in fasi diverse. Questa uniformità è dovuta alle interazioni a livello molecolare che permettono al soluto di dissolversi completamente nel solvente, creando una miscela che appare e si comporta come una sostanza unica.

48 di 64 Domande

Cosa differenzia gli atomi di carbonio primari dai secondari?














La risposta corretta e' la ' Il primario è legato a un solo altro atomo di carbonio, il secondario è legato ad altri due atomi di carbonio '.


49 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


50 di 64 Domande

Il termine metabolismo indica:














La risposta corretta e' la ' tutte le trasformazioni di materia e di energia che si verificano in un organismo vivente '.


51 di 64 Domande

Quale dei seguenti elementi chimici è presente negli ormoni tiroidei?














La risposta corretta e' la ' Iodio '.


52 di 64 Domande

La struttura presente sia nella cellula eucariotica sia nella procariotica è :














La risposta corretta e' la ' il ribosoma '.


53 di 64 Domande

Quale delle seguenti definizioni descrive meglio una mutazione cromosomica?














La risposta corretta e' la ' Una mutazione che comporta cambiamenti nella struttura dei cromosomi '.


54 di 64 Domande

Se cambia una sola base azotata in una sequenza codificante di un gene eucariotico, quale fra quelli elencati NON è un risultato possibile? Ottenere una proteina:














La risposta corretta è la B
Se cambia una sola base azotata in una sequenza codificante di un gene eucariotico, quale fra quelli elencati NON è un risultato possibile? Ottenere una proteina: con più aminoacidi sostituiti. Una singola sostituzione nucleotidica nella regione codificante altera al massimo un codone, perché il codice genetico è a triplette e la cornice di lettura non cambia; quindi gli esiti possibili sono mutazione silente (stesso amminoacido), missenso (un solo amminoacido diverso) o nonsenso (stop prematuro con proteina tronca), e talvolta perdita del codone di stop con estensione C-terminale. Non può invece causare la sostituzione di più amminoacidi, evento che richiederebbe uno spostamento della cornice (frameshift) dovuto a inserzioni/delezioni o più mutazioni indipendenti. Anche eventuali effetti su splicing o inizio/terminazione della traduzione, sebbene possibili, non producono “più amminoacidi sostituiti” nella stessa sequenza codificata.

55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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