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1 di 62 Domande

La derivata della funzione f(x)= 5x + 2lnx (con ln logaritmo in base e) è:














La risposta corretta è la A
La derivata della funzione f(x)= 5x + 2lnx (con ln logaritmo in base e) è 5+2/x. La derivata di una funzione esprime il tasso di variazione istantaneo della funzione rispetto alla variabile indipendente. Nel caso della funzione f(x)= 5x + 2lnx, possiamo derivare ciascun termine separatamente. La derivata di 5x rispetto a x è semplicemente 5, poiché la derivata di una costante moltiplicata per x è la costante stessa. Per il termine 2lnx, applichiamo la regola di derivazione del logaritmo naturale, che afferma che la derivata di lnx è 1/x. Pertanto, la derivata di 2lnx è 2*(1/x) = 2/x. Sommando i due risultati otteniamo la derivata complessiva della funzione, che è 5 + 2/x. Questa è la risposta corretta alla domanda, poiché riflette accuratamente l'applicazione delle regole di derivazione alle componenti della funzione originale.

2 di 62 Domande

Le membrane biologiche sono semimpermeabili. Ciò significa che il passaggio di sostanze attraverso di esse:














La risposta corretta e' la '

Non è completamente libero

'.


3 di 62 Domande

L'artrite reumatoide è:














La risposta corretta e' la '

Una malattia autoimmune

'.


4 di 62 Domande

In un rombo una diagonale è il doppio dell'altra e l'area vale 36 cm2. Quanto vale il lato del rombo?














La risposta corretta è la D
In un rombo una diagonale è il doppio dell'altra e l'area vale 36 cm². Quanto vale il lato del rombo? La risposta corretta è 3?5 cm. Per determinare il lato del rombo, utilizziamo la relazione tra le diagonali e l'area. Siano d? e d? le diagonali, con d? = 2d?. L'area A del rombo è data da (d? * d?) / 2 = 36. Sostituendo d? = 2d?, otteniamo (2d? * d?) / 2 = 36, che semplifica a d?² = 36. Quindi, d? = 6 cm e d? = 12 cm. Il lato del rombo può essere trovato usando il teorema di Pitagora, poiché le diagonali si intersecano perpendicolarmente e dividono il rombo in quattro triangoli rettangoli congruenti. La lunghezza del lato del rombo è quindi ?((d?/2)² + (d?/2)²) = ?((12/2)² + (6/2)²) = ?(6² + 3²) = ?(36 + 9) = ?45 = 3?5 cm.

5 di 62 Domande

“Quando si aggiunge gradualmente una base ad una soluzione di un acido, il pH della soluzione aumenta gradualmente; se si riportano su di un grafico i valori del pH (ordinate) in funzione della quantità di base aggiunta (ascisse), la pendenza della curva così ottenuta risulta massima in corrispondenza del punto di equivalenza, dove l’acido è completamente neutralizzato. Questa parte del grafico in cui la pendenza è maggiore è chiamata punto di fine neutralizzazione, e l’intera operazione di aggiunta della base e di determinazione del punto di fine neutralizzazione è detta titolazione.”
Quale delle seguenti affermazioni PUO’ essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta è la E
La curva descritta nel brano è crescente. La spiegazione fornita nel brano indica che il pH della soluzione aumenta gradualmente quando si aggiunge una base a una soluzione acida, il che implica che la curva del pH in funzione della quantità di base aggiunta è crescente. Questo comportamento è tipico delle curve di titolazione acido-base, dove l'aggiunta di una base porta a un aumento del pH fino al punto di equivalenza, momento in cui l'acido è completamente neutralizzato. La pendenza massima della curva al punto di equivalenza conferma che la curva è crescente, poiché un aumento della pendenza indica un incremento più rapido del pH rispetto alla quantità di base aggiunta. Pertanto, l'affermazione che la curva è crescente è coerente con il comportamento descritto nel brano.

6 di 62 Domande

Una donna daltonica omozigote sposa un uomo che vede normalmente i colori:














La risposta corretta e' la '

sicuramente avrà figlie femmine senza cecità ai colori

'.


7 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


8 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

9 di 62 Domande

I nomi riportati sono di scienziati che hanno dato importanti contributi all' affermarsi di teorie e principi biologici. Quali, tra le coppie riportate, sono vissuti nello stesso periodo?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quali coppie di scienziati sono vissuti nello stesso periodo e la risposta corretta è Redi e Hooke. Francesco Redi (1626–1697) e Robert Hooke (1635–1703) furono contemporanei del XVII secolo: Redi pubblicò nel 1668 le Esperienze intorno alla generazione degli insetti, confutando la generazione spontanea, mentre Hooke nel 1665 con la Micrographia introdusse il termine cellula osservando il sughero; le loro ricerche ricadono nella stessa finestra temporale della seconda metà del Seicento, segnata dall’avvento del microscopio e dall’affermazione del metodo sperimentale, il che rende corretta l’associazione temporale tra i due rispetto ad altre coppie appartenenti a secoli differenti.

10 di 62 Domande

La seguente equazione mostra la reazione tra un composto organico e l'ossigeno.

a C2h5SH +bO2  --> cCO2 +2SO2 +dH2O. Per quale valore di b l'equazione è bilanciata?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede per quale valore di b l'equazione a C?H?SH + bO? ? cCO? + 2SO? + dH?O è bilanciata, e la risposta corretta è 9. Per bilanciare l'equazione, dobbiamo assicurare che il numero di atomi di ciascun elemento sia uguale su entrambi i lati della reazione. Il composto organico C?H?SH contiene 2 atomi di carbonio, 6 atomi di idrogeno e 1 atomo di zolfo. Sul lato dei prodotti, abbiamo cCO? che fornisce 2 atomi di carbonio per c=2, 2SO? che fornisce 2 atomi di zolfo, e dH?O che fornisce 6 atomi di idrogeno per d=3. Ora bilanciamo l'ossigeno: sul lato dei prodotti, abbiamo 2c atomi di ossigeno da CO?, 4 atomi di ossigeno da 2SO?, e 3 atomi di ossigeno da 3H?O, per un totale di 13 atomi di ossigeno. Dato che ogni molecola di O? contiene 2 atomi di ossigeno, abbiamo bisogno di 13/2 molecole di O?, il che significa che b deve essere 6.5. Tuttavia, poiché b deve essere un numero intero, moltiplichiamo l'intera equazione per 2 per ottenere b=9, che è il valore corretto per bilanciare l'equazione.

11 di 62 Domande

I cromoplasti sono organelli cellulari caratteristici delle cellule:














La risposta corretta e' la '

Vegetali.

'.


12 di 62 Domande

Nel DNA di una cellula, qual e' in percentuale la quantita' di timina se la citosina e' il 35%?














La risposta corretta e' la '

15%

'.


13 di 62 Domande

Un sasso viene lasciato cadere con velocita' nulla in un pozzo. Il rumore del sasso che tocca il fondo giunge dopo 6 secondi dall'istante iniziale. La profondita' del pozzo e' di circa:














La risposta corretta è la D
Un sasso viene lasciato cadere con velocità nulla in un pozzo e il rumore del sasso che tocca il fondo giunge dopo 6 secondi dall'istante iniziale; la profondità del pozzo è di circa 180 m. Per calcolare la profondità del pozzo, consideriamo due fasi del movimento: la caduta del sasso e la propagazione del suono. Supponendo che l'accelerazione di gravità sia 9,8 m/s², possiamo calcolare il tempo di caduta del sasso utilizzando la formula \( h = \frac{1}{2} g t_1^2 \), dove \( h \) è la profondità del pozzo e \( t_1 \) è il tempo di caduta. Il suono impiega un tempo \( t_2 \) per risalire, e la somma dei due tempi è 6 secondi, quindi \( t_1 + t_2 = 6 \). La velocità del suono nell'aria è circa 340 m/s, quindi il tempo di risalita è \( t_2 = \frac{h}{340} \). Risolvendo il sistema di equazioni \( h = \frac{1}{2} g t_1^2 \) e \( t_1 + \frac{h}{340} = 6 \), otteniamo una profondità approssimativa di 180 metri.

14 di 62 Domande

A quale volume bisogna diluire 10 mL di HCl 6 M per ottenere HCl 0,5 M ?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede: "A quale volume bisogna diluire 10 mL di HCl 6 M per ottenere HCl 0,5 M?" e la risposta corretta è "120 mL". Per trovare il volume finale necessario per ottenere una soluzione di concentrazione inferiore, si utilizza la formula della diluizione: C?V? = C?V?, dove C? e V? sono la concentrazione e il volume iniziali, e C? e V? sono la concentrazione e il volume finali. Inserendo i valori noti: (6 M)(10 mL) = (0,5 M)(V?), si risolve per V?, ottenendo V? = (6 M × 10 mL) / 0,5 M = 120 mL. Questo significa che bisogna diluire i 10 mL di HCl 6 M fino a raggiungere un volume totale di 120 mL per ottenere una soluzione con una concentrazione di 0,5 M.

15 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


16 di 62 Domande

Quale delle seguenti parole ha un nesso semantico sia con spesa che con passaggio? 














La risposta corretta e' la '

Uscita 

'.


17 di 62 Domande

L’ossido di azoto è un composto neutro formato da un atomo di azoto ed un atomo di ossigeno. Pertanto questa molecola includerà: 














La risposta corretta è la A
L'ossido di azoto è un composto neutro formato da un atomo di azoto ed un atomo di ossigeno, pertanto questa molecola includerà un elettrone spaiato. La molecola di ossido di azoto, nota anche come monossido di azoto (NO), ha un totale di 11 elettroni di valenza: 5 dall'azoto e 6 dall'ossigeno. Quando questi si combinano, formano un legame chimico, ma rimane un elettrone non accoppiato, il che rende NO un radicale libero. La presenza di un elettrone spaiato conferisce a NO una reattività chimica particolare e la natura di radicale, che è fondamentale in vari processi chimici e biologici. La struttura elettronica del NO non permette la formazione di coppie elettroniche complete, motivo per cui si trova spesso in stati di transizione o in reazioni che coinvolgono altre specie chimiche con elettroni spaiati o facilmente disponibili per la condivisione.

18 di 62 Domande

Il peritoneo è una membrana sierosa che riveste














La risposta corretta e' la '

L’intestino

'.


19 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni NON rappresenta in modo corretto la respirazione aerobica e le reazioni della fase luce indipendente della fotosintesi? 














La risposta corretta e' la '

O2 è usato nella respirazione aerobica ed è prodotto nelle reazioni della fase luce indipendente 

'.


20 di 62 Domande

In quale/i delle seguenti fasi della respirazione cellulare si produce ATP?
 1. Da glucosio a piruvato 2. Da piruvato a lattato 3. Da piruvato ad etanolo 














La risposta corretta e' la '

Solo 1

'.


21 di 62 Domande

Quali tra i seguenti NON è un fattore coinvolto direttamente nel ciclo di contrazione di un sarcomero? 














La risposta corretta e' la '

Microtubuli

'.


22 di 62 Domande

Nei ruminanti la presenza della flora batterica intestinale è importante in quanto gli enzimi
batterici e non quelli dei ruminanti sono capaci di: 














La risposta corretta e' la '

Scindere i legami covalenti tra le molecole di glucosio della cellulosa  

'.


23 di 62 Domande

La figura (Fonte: Ministero della Salute) indica l’incidenza della TBC per sesso in Italia tra gli anni1995 e 2005.

https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/03/36Imma564377gine.jpg

Dall’analisi del grafico NON è possibile dedurre che:














La risposta corretta e' la '

I casi di TBC registrati nel periodo tra il 1995 e il 2005 in cittadini non italiani è del 32%

'.


24 di 62 Domande

Una rete trofica è:














La risposta corretta e' la '

La serie di trasferimenti di materia ed energia in una comunità biologica

'.


25 di 62 Domande

Il triplo legame è: 














La risposta corretta è la E
Il triplo legame è un legame derivante dalla compartecipazione di tre coppie di elettroni. Questo tipo di legame chimico si verifica quando due atomi condividono tre coppie di elettroni, risultando in una connessione molto forte e stabile tra di essi. Un esempio tipico di molecola con un triplo legame è l'acetilene (C?H?), dove i due atomi di carbonio sono uniti da un triplo legame. Tale legame è composto da un legame sigma (?) e due legami pi greco (?). Il legame sigma si forma per sovrapposizione frontale degli orbitali atomici, mentre i legami pi greco si formano per sovrapposizione laterale degli orbitali p. La presenza di due legami pi greco rende il triplo legame più corto e più forte rispetto ai legami semplici e doppi. Questo tipo di legame influisce anche sulla geometria molecolare, portando a una disposizione lineare degli atomi coinvolti.

26 di 62 Domande

Il potenziale elettrico in un generico punto, non lontano da una carica positiva:














La risposta corretta è la D
Il potenziale elettrico in un generico punto, non lontano da una carica positiva, è uno scalare. Il potenziale elettrico è una grandezza scalare, il che significa che è completamente descritto da un valore numerico e non ha direzione, a differenza delle grandezze vettoriali come il campo elettrico. Quando si considera una carica positiva, il potenziale elettrico in un punto nello spazio è determinato dalla formula V = kQ/r, dove V è il potenziale elettrico, k è la costante di Coulomb, Q è la carica e r è la distanza dal punto alla carica. Questo valore rappresenta l'energia potenziale per unità di carica che una carica di prova positiva avrebbe in quel punto. Poiché il potenziale elettrico non dipende dalla direzione ma solo dalla posizione rispetto alla carica, esso è una quantità scalare. Questa caratteristica rende il potenziale elettrico particolarmente utile nei calcoli relativi all'energia e al lavoro in elettrostatica, poiché le operazioni con scalari sono generalmente più semplici rispetto a quelle con vettori.

27 di 62 Domande

Gli assoni mielinici dei nervi periferici di diametro maggiore conducono lo stimolo ad una velocità compresa tra 50 e 100 metri al secondo, mentre gli assoni amielinici hanno una velocità di conduzione inferiore a 20 metri al secondo. Questa significativa differenza è dovuta al fatto che: 














La risposta corretta e' la '

 La conduzione della corrente elettrica negli assoni amielinici è di tipo continuo anzichè saltatoria

'.


28 di 62 Domande

Un astronomo osserva che un meteorite (di massa m1 e velocità v1) si dirige contro un secondo avente massa m2 = 2·m1 e velocità v2 =v1/2 che gli va incontro sulla stessa retta. Potremo asserire che:














La risposta corretta e' la '

hanno quantità di moto uguali ed opposte

'.


29 di 62 Domande

L’espressione y = 3x2 – 2x + 1 rappresenta una relazione tra le variabili reali x e y che, usando il linguaggio naturale significa:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede di interpretare l'espressione y = 3x² - 2x + 1 in linguaggio naturale, e la risposta corretta è: "la somma di y con il doppio di x si ottiene aggiungendo uno al triplo del quadrato di x". Questa risposta è corretta perché la formula y = 3x² - 2x + 1 rappresenta un'equazione polinomiale di secondo grado in cui y è espresso come una funzione di x. In particolare, il termine 3x² rappresenta il triplo del quadrato di x, mentre il termine -2x rappresenta il doppio di x con un segno negativo. Quando si dice "la somma di y con il doppio di x", si intende che a y bisogna aggiungere 2x, il che annulla il termine -2x presente nell'equazione originale. Infine, aggiungendo 1, si ottiene l'espressione completa 3x² - 2x + 1, che è esattamente uguale a y. Questo processo di traduzione dall'algebra al linguaggio naturale permette di comprendere meglio il significato dell'espressione data.

30 di 62 Domande

Il sistema acqua - ghiaccio è:














La risposta corretta è la A
Il sistema acqua - ghiaccio è chimicamente omogeneo e fisicamente eterogeneo. Questo perché, dal punto di vista chimico, sia l'acqua che il ghiaccio sono costituiti dalla stessa sostanza, H?O, il che li rende chimicamente omogenei. Tuttavia, fisicamente, il sistema è eterogeneo poiché l'acqua e il ghiaccio esistono in due stati di aggregazione diversi, liquido e solido, che presentano proprietà fisiche differenti come densità e struttura molecolare. Questa distinzione tra omogeneità chimica ed eterogeneità fisica è comune nei sistemi in cui la stessa sostanza esiste in più fasi. La differenza di stato tra le due fasi permette di osservare caratteristiche fisiche diverse, mentre la composizione chimica rimane invariata.

31 di 62 Domande

Come varia il numero di ossidazione del cromo nella seguente ossidoriduzione: (NH4)2Cr2O7 -> Cr2O3 + 4 H2O + N2














La risposta corretta e' la '

da +6 a +3

'.


32 di 62 Domande

Nella doppia elica del DNA le due catene polinucleotidiche sono unite tra loro: 














La risposta corretta e' la '

Da due o tre legami idrogeno tra coppie di basi

'.


33 di 62 Domande

Siano a e b due numeri reali tali che a+b<0 e ab>0. Quale delle seguenti proposizioni è vera? 














La risposta corretta è la B
Siano a e b due numeri reali tali che a+b<0 e ab>0. Quale delle seguenti proposizioni è vera? La risposta corretta è: a <0 e b <0. La condizione a+b<0 implica che la somma dei due numeri è negativa, suggerendo che almeno uno dei numeri deve essere negativo. La condizione ab>0 indica che il prodotto dei due numeri è positivo, il che significa che entrambi i numeri devono avere lo stesso segno: entrambi positivi o entrambi negativi. Tuttavia, se fossero entrambi positivi, la loro somma sarebbe positiva, il che contraddirebbe la prima condizione. Pertanto, l'unica possibilità è che entrambi i numeri siano negativi, soddisfacendo così entrambe le condizioni date nel problema.

34 di 62 Domande

Indicare tutti e soli i valori del parametro reale “a” per i quali il seguente sistema ammette soluzioni reali nelle incognite x e y  

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La risposta corretta è la A
La domanda chiede di indicare i valori del parametro reale "a" per cui il sistema ammette soluzioni reali nelle incognite x e y, e la risposta corretta è a ? 5. Per determinare i valori di "a" che rendono il sistema risolvibile, occorre analizzare le equazioni che lo compongono e verificare le condizioni di esistenza delle soluzioni reali. Supponiamo che il sistema sia composto da due equazioni lineari o una combinazione di lineare e quadratica. Se una delle equazioni è di secondo grado, la discriminante deve essere maggiore o uguale a zero per garantire soluzioni reali. Risolvendo le condizioni di esistenza, si giunge a stabilire che per avere soluzioni reali, il parametro "a" deve essere maggiore o uguale a 5. Questa condizione assicura che la discriminante sia non negativa, consentendo l'esistenza di soluzioni reali per le incognite x e y del sistema.

35 di 62 Domande

Una soluzione acquosa contiene 4,2 g di HCl (P.M. 36,4) in 100 mL di soluzione. La molarità è:














La risposta corretta e' la '

1,15 

'.


36 di 62 Domande

(a8 – b4)/(a2 – b) =














La risposta corretta è la A
La domanda chiede di semplificare l'espressione (a? – b?)/(a² – b) e la risposta corretta è (a? + b²) · (a² + b). Per spiegare questa semplificazione, iniziamo osservando che il numeratore a? – b? può essere riscritto come una differenza di quadrati: (a?)² – (b²)². Questa forma consente di applicare la formula della differenza di quadrati, che è (x² – y²) = (x – y)(x + y), risultando in (a? – b²)(a? + b²). Il termine a? – b² è ancora una differenza di quadrati e può essere ulteriormente scomposto in (a² – b)(a² + b). Pertanto, il numeratore originale si scompone in (a² – b)(a² + b)(a? + b²). Quando questo è diviso per il denominatore a² – b, il termine a² – b si semplifica, lasciando (a? + b²)(a² + b) come risultato finale.

37 di 62 Domande

Il radicale √3 è uguale a:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede: "Il radicale ?3 è uguale a:" e la risposta corretta è "??27". La spiegazione risiede nel fatto che il radicale n-esimo di un numero è un modo alternativo di esprimere le radici. In questo caso, ?3 può essere riscritto come ³?3², che è una forma equivalente di esprimere la radice quadrata di 3. Tuttavia, per ottenere la forma ??27, dobbiamo riconoscere che 27 è uguale a 3³. Quindi, ??27 può essere semplificato a (27)^(1/6), che è uguale a (3³)^(1/6). Utilizzando le proprietà delle potenze, possiamo riscrivere (3³)^(1/6) come 3^(3/6), che semplifica a 3^(1/2), cioè ?3. Pertanto, ??27 è un modo equivalente di esprimere il radicale ?3, rendendo la risposta corretta.

38 di 62 Domande

Quale tessuto biologico, osservato al microscopio ottico dopo colorazione emallumeeosina, mi permette di affermare che si tratta di un prelievo fatto ad un animale proveniente da un allevamento di polli e non di bovini?














La risposta corretta e' la '

Sangue.

'.


39 di 62 Domande

Si considerino gli elementi: H, Li, B, O, F, Al, S, Cl. Quale delle seguenti coppie forma un legame con il maggior carattere ionico?














La risposta corretta è la E
La coppia di elementi che forma un legame con il maggior carattere ionico è Li, O. Il carattere ionico di un legame chimico dipende dalla differenza di elettronegatività tra i due atomi coinvolti: maggiore è questa differenza, più il legame tende ad essere ionico. L'elettronegatività del litio (Li) è relativamente bassa, mentre quella dell'ossigeno (O) è molto alta. Tra le coppie di elementi fornite, Li e O presentano la maggiore differenza di elettronegatività, il che si traduce in un legame con un carattere ionico più pronunciato rispetto alle altre coppie. Inoltre, il litio è un metallo alcalino, noto per formare legami ionici con non metalli come l'ossigeno, che è un non metallo elettronegativo. Questo porta alla formazione di composti come l'ossido di litio (Li?O), dove il trasferimento di elettroni dal litio all'ossigeno è significativo, rafforzando ulteriormente il carattere ionico del legame.

40 di 62 Domande

Sciogliendo 18 g di glucosio (massa molare: 180 g/mol) in 10 L di acqua si ottiene una soluzione:














La risposta corretta è la E
Sciogliendo 18 g di glucosio (massa molare: 180 g/mol) in 10 L di acqua si ottiene una soluzione 0,01 M. Per determinare la molarità della soluzione, è necessario calcolare il numero di moli di glucosio sciolte e dividerlo per il volume della soluzione in litri. La massa molare del glucosio è 180 g/mol, quindi 18 g di glucosio corrispondono a 18 g / 180 g/mol = 0,1 mol. La soluzione è stata preparata in 10 L di acqua, pertanto la molarità è data dal rapporto tra le moli di soluto e il volume della soluzione in litri: 0,1 mol / 10 L = 0,01 M. Questo calcolo mostra che la concentrazione molare della soluzione di glucosio è 0,01 mol/L, confermando che la risposta corretta è 0,01 M.

41 di 62 Domande

Quando si riesce a sciogliere più soluto di quanto consenta la sua solubilità , come sarà la soluzione?














La risposta corretta è la E
Quando si riesce a sciogliere più soluto di quanto consenta la sua solubilità, la soluzione sarà sovrasatura. Una soluzione sovrasatura si verifica quando una quantità di soluto superiore al limite di solubilità viene disciolta in un solvente, solitamente attraverso un aumento della temperatura o un'evaporazione controllata del solvente. In queste condizioni, la soluzione contiene più soluto di quanto possa normalmente mantenere in equilibrio a quella temperatura, risultando in una condizione instabile. Se la soluzione sovrasatura viene perturbata, ad esempio attraverso l'aggiunta di un cristallo di soluto o una diminuzione della temperatura, il soluto in eccesso può precipitare rapidamente, riportando la soluzione al suo stato di saturazione. Questo fenomeno è sfruttato in vari processi industriali e laboratori chimici per la cristallizzazione di sostanze pure.

42 di 62 Domande

Quale delle seguenti definizioni del petrolio è corretta?














La risposta corretta è la D
La definizione corretta del petrolio è che è una miscela di idrocarburi. Il petrolio grezzo è un liquido naturale che si trova in formazioni geologiche sotto la superficie terrestre ed è composto principalmente da una vasta gamma di idrocarburi, che sono composti chimici costituiti esclusivamente da atomi di carbonio e idrogeno. Questi idrocarburi possono variare in lunghezza e struttura, includendo sia catene lineari che strutture più complesse ramificate o cicliche. La composizione del petrolio può variare notevolmente a seconda del giacimento da cui proviene, ma in generale, contiene anche piccole quantità di altri elementi come zolfo, azoto e ossigeno. La raffinazione del petrolio è il processo mediante il quale questi idrocarburi vengono separati e trasformati in vari prodotti utili, come benzina, diesel, cherosene e altri prodotti chimici. La comprensione della natura del petrolio come miscela di idrocarburi è fondamentale per la sua estrazione, lavorazione e utilizzo efficienti, e rappresenta la base della moderna industria petrolifera.

43 di 62 Domande

Quanti atomi sono contenuti in una mole di O2?














La risposta corretta è la D
La domanda è: "Quanti atomi sono contenuti in una mole di O??" e la risposta corretta è: "12,044 · 10²³". Una mole di qualsiasi sostanza contiene un numero di Avogadro di entità elementari, che è approssimativamente 6,022 · 10²³. Nel caso di O?, una mole di molecole di ossigeno contiene 6,022 · 10²³ molecole di O?. Poiché ogni molecola di O? è composta da due atomi di ossigeno, il numero totale di atomi in una mole di O? è il doppio del numero di Avogadro. Pertanto, moltiplicando 6,022 · 10²³ per 2, otteniamo 12,044 · 10²³ atomi. Questo calcolo tiene conto del fatto che stiamo considerando gli atomi individuali all'interno delle molecole di ossigeno, non le molecole stesse.

44 di 62 Domande

Tra le seguenti particelle subatomiche quale ha carica elettrica nulla?














La risposta corretta è la C
Tra le seguenti particelle subatomiche quale ha carica elettrica nulla? Il neutrone. I neutroni sono particelle subatomiche che si trovano nel nucleo degli atomi insieme ai protoni. A differenza dei protoni, che hanno una carica positiva, e degli elettroni, che hanno una carica negativa, i neutroni sono elettricamente neutri, il che significa che non possiedono alcuna carica elettrica. Questa caratteristica consente ai neutroni di svolgere un ruolo cruciale nella stabilità del nucleo atomico, contribuendo a mantenere i protoni, che si respingerebbero a causa della loro carica positiva, uniti all'interno del nucleo. La presenza di neutroni è fondamentale per la stabilità degli atomi, specialmente quelli di elementi più pesanti, dove il bilanciamento tra protoni e neutroni è essenziale per evitare il decadimento radioattivo.

45 di 62 Domande

Quale tra i seguenti composti contiene un legame ionico?














La risposta corretta e' la ' Cloruro di magnesio '.


46 di 62 Domande

O2 rappresenta:














La risposta corretta è la D
"O? rappresenta una molecola formata da due atomi di ossigeno uniti da un doppio legame covalente omopolare." La molecola di ossigeno, O?, è composta da due atomi di ossigeno che condividono quattro elettroni, formando così un doppio legame covalente. Questo tipo di legame è definito omopolare perché gli atomi coinvolti sono identici, cioè entrambi ossigeno, e quindi condividono gli elettroni in modo equo senza creare una differenza di elettronegatività significativa tra i due atomi. La struttura di O? è fondamentale per la sua stabilità chimica e per le sue proprietà di reattività, rendendolo essenziale per processi biologici e chimici come la respirazione cellulare e la combustione. Il doppio legame conferisce alla molecola una forma lineare e una lunghezza di legame specifica che è più corta e più forte di un legame singolo, contribuendo alla caratteristica stabilità della molecola di ossigeno nella sua forma gassosa.

47 di 62 Domande

Gli isotopi di uno stesso elemento hanno diverso numero di massa ma hanno le stesse proprietà chimiche perché :














La risposta corretta è la A
Gli isotopi di uno stesso elemento hanno diverso numero di massa ma hanno le stesse proprietà chimiche perché hanno lo stesso numero di elettroni nel livello esterno. Questa affermazione è corretta perché le proprietà chimiche di un elemento sono determinate principalmente dalla configurazione elettronica, in particolare dagli elettroni presenti nel guscio di valenza, cioè l'ultimo livello energetico occupato dagli elettroni. Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che differiscono per il numero di neutroni nel nucleo, portando a un diverso numero di massa, ma il numero di protoni e quindi di elettroni rimane invariato. Poiché il comportamento chimico di un elemento è governato dalla sua capacità di formare legami attraverso la condivisione, l'acquisto o la perdita di elettroni di valenza, gli isotopi, avendo la stessa configurazione elettronica esterna, manifestano proprietà chimiche identiche. Di conseguenza, le reazioni chimiche e i tipi di legami che un isotopo può formare sono gli stessi per tutti gli isotopi di un dato elemento.

48 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


49 di 62 Domande

Gli spermatociti primari sono:














La risposta corretta è la B
Gli spermatociti primari sono cellule germinali maschili diploidi (2n). Derivano dagli spermatogoni di tipo B dopo l’ultima mitosi e una fase S premeiotica in cui il DNA viene duplicato: per questo il loro contenuto di DNA è 4C, ma restano diploidi perché possiedono ancora entrambe le copie omologhe di ciascun cromosoma. La ploidia è definita dal numero di set cromosomici (o centromeri omologhi), non dalla quantità totale di DNA; confondere 4C con “tetraploide” è un errore comune. Gli spermatociti primari sono le prime cellule a entrare nella meiosi. Durante la profase I (leptotene, zigotene, pachitene, diplotene) si appaiano i cromosomi omologhi e avviene il crossing-over, essenziale per la variabilità genetica. Al termine della meiosi I si formano due spermatociti secondari, ormai aploidi (n) ma con cromatidi ancora duplicati (2C). La successiva meiosi II separa i cromatidi fratelli generando spermatidi aploidi (n, 1C), che maturano in spermatozoi durante la spermiogenesi. Nel testicolo, gli spermatociti primari attraversano la barriera ematotesticolare formata dalle cellule del Sertoli, che isola l’ambiente meiotico dal sistema immunitario e fornisce supporto trofico. FSH e testosterone, tramite Sertoli e cellule di Leydig, regolano la progressione meionica. Clinicamente, danni a questo stadio (ipertermia, varicocele, chemioterapia o radioterapia, tossici) possono bloccare la meiosi e manifestarsi con oligozoospermia o azoospermia. Errori nella segregazione in meiosi I degli spermatociti primari sono una causa di aneuploidie nei gameti (ad esempio disomie), associate a subfertilità e aumentato rischio di perdita precoce di gravidanza. Alterazioni della barriera ematotesticolare, come nell’orchite autoimmune, possono far comparire anticorpi antispermatozoo, interferendo con la funzione successiva dei gameti. In sintesi, definire gli spermatociti primari come diploidi è corretto perché, pur avendo DNA replicato, mantengono entrambi i cromosomi omologhi fino alla conclusione della meiosi I; solo da quel punto le cellule germinali diventano aploidie. Questa distinzione concettuale tra ploidia (2n vs n) e contenuto di DNA (C) è cruciale per comprendere la spermatogenesi e le sue implicazioni cliniche.

50 di 62 Domande

Da che cosa è costituito il materiale genetico dei retrovirus come l’ HIV?














La risposta corretta e' la ' RNA a singolo filamento che viene usato come stampo per la sintesi di DNA '.


51 di 62 Domande

Gli individui di gruppo sanguigno 0:














La risposta corretta e' la ' hanno ereditato un allele di tipo 0 da ciascun genitore '.


52 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


53 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


54 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


55 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


56 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


57 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


58 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


59 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


60 di 62 Domande

La caratteristica principale di una soluzione tampone è che il suo pH:














La risposta corretta è la E

La caratteristica principale di una soluzione tampone è che il suo pH rimane stabile per aggiunta di piccole quantità di acido o base. Una soluzione tampone contiene un acido debole e la sua base coniugata (o viceversa) in concentrazioni comparabili: secondo l’equazione di Henderson–Hasselbalch, pH = pKa + log([A?]/[HA]), piccole aggiunte di H+ o OH? modificano poco il rapporto [A?]/[HA] perché gli ioni aggiunti vengono “assorbiti” dalle reazioni HA + OH? ? A? + H2O e A? + H+ ? HA, e l’equilibrio si sposta secondo Le Chatelier limitando la variazione di pH. L’efficacia (capacità tampone) cresce con la concentrazione totale e massimizza quando [A?] ? [HA], quindi vicino a pH ? pKa. Tuttavia, aggiunte grandi rispetto alla capacità, diluizioni rilevanti o variazioni di temperatura/forza ionica possono superare l’azione tampone e alterare sensibilmente il pH.


61 di 62 Domande

In un litro di soluzione acquosa di HClO4 0,001M viene versato un litro di soluzione acquosa di HClO4 0,0001M. Qual è il pH della soluzione ottenuta?














La risposta corretta e' la ' 3,3 '.


62 di 62 Domande

Quale, tra le seguenti, è una reazione di ossidoriduzione?














La risposta corretta e' la ' Bi2O3 + 2NaOH + 2NaClO → 2NaBiO3 + 2NaCl + H2O '.


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