Simulazione

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1 di 64 Domande

Quali tra queste strutture sono omologhe tra loro?














La risposta corretta e' la '

La zampa anteriore del cane e l'ala del pipistrello

'.


2 di 64 Domande

Il numero di massa di un atomo è 27; il numero atomico è 13; i neutroni contenuti nel nucleo sono:














La risposta corretta e' la '

14.

'.


3 di 64 Domande

Quali dalle seguenti caratteristiche è comune al benzene e all'etene?














La risposta corretta e' la '

l'ibridazione sp2

'.


4 di 64 Domande

L' ischio si trova:














La risposta corretta e' la '

nella cintura pelvica

'.


5 di 64 Domande

Quale delle seguenti forze ha intensità (modulo) minore ?














La risposta corretta e' la '

100 dine

'.


6 di 64 Domande

Sia la figura: https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/03/41dfagiogha.jpg

La struttura indicata con la lettera A rappresenta:














La risposta corretta e' la '

il pancreas

'.


7 di 64 Domande

Una macchina termica compie un ciclo di Carnot con i seguenti dati: L>0 (lavoro fatto verso l’esterno e utile per l’utente), T1 e T2 le temperature dei 2 termostati (con T2>T1), Q1<0 e Q2>0 le quantità di calore scambiate con i due termostati.














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di determinare la relazione tra il lavoro L e le quantità di calore Q? e Q? in un ciclo di Carnot, e la risposta corretta è "L = Q? + Q?". In un ciclo di Carnot, che rappresenta un ciclo termodinamico ideale e reversibile, il lavoro netto compiuto dalla macchina termica è dato dalla differenza tra il calore assorbito dalla sorgente calda e il calore rilasciato alla sorgente fredda. Poiché Q? è negativo (calore ceduto) e Q? è positivo (calore assorbito), l'espressione L = Q? + Q? riflette correttamente il principio di conservazione dell'energia per il ciclo, dove il lavoro netto L è uguale alla somma algebrica dei calori scambiati. Questo è coerente con il primo principio della termodinamica e descrive come l'energia interna del sistema non cambi dopo un ciclo completo, dato che la macchina termica ritorna al suo stato iniziale.

8 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


9 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

10 di 64 Domande

Quale meccanismo permette il giusto allineamento degli amminoacidi in una catena polipeptidica, secondo l'informazione genica?














La risposta corretta e' la '

Il legame tra codone e anticodone

'.


11 di 64 Domande

Il seguente diagramma presenta i dati sulla mortalità infantile in base a determinate caratteristiche socio-economiche. Le cifre riportate rappresentano la probabilità di decesso prima del quinto anno di vita, stimate in base a dati raccolti in 63 Paesi in via di sviluppo (anni 1998-2006). Dall’esame del diagramma NON si può dedurre che:

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La risposta corretta è la C
Dall’esame del diagramma NON si può dedurre che: nei paesi industrializzati si ha una diminuzione della mortalità infantile: da 40 a 6 decessi annui. La risposta è corretta perché il grafico si basa esclusivamente su dati di 63 Paesi in via di sviluppo (1998-2006) e quindi non consente inferenze sui Paesi industrializzati; inoltre le cifre rappresentano probabilità/ tassi di morte prima dei 5 anni (tipicamente per 1000 nati vivi), non “decessi annui” in senso assoluto. La formulazione “da 40 a 6” implica un confronto temporale che il diagramma non necessariamente fornisce, mentre il grafico verosimilmente mostra differenze per caratteristiche socio-economiche, non un trend storico nei Paesi sviluppati. In sintesi, l’affermazione riguarda un insieme di Paesi e una dinamica temporale non coperti dai dati del diagramma e travisa anche l’unità di misura riportata.

12 di 64 Domande

Il sistema di endomembrane è una caratteristica di:














La risposta corretta e' la '

tutte le cellule eucariotiche

'.


13 di 64 Domande

I legami idrogeno in una proteina possono influenzare la struttura ...














La risposta corretta e' la '

Secondaria, terziaria e quaternaria

'.


14 di 64 Domande

Una data quantità di gas perfetto, a partire da uno stato di equilibrio, subisce una trasformazione sino a raggiungere un nuovo stato di equilibrio in cui sia il volume che la temperatura sono il doppio di quelli iniziali. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?














La risposta corretta è la D
Una data quantità di gas perfetto, a partire da uno stato di equilibrio, subisce una trasformazione sino a raggiungere un nuovo stato di equilibrio in cui sia il volume che la temperatura sono il doppio di quelli iniziali. Quale delle seguenti affermazioni è corretta? Nessuna delle altre affermazioni è corretta. Quando un gas perfetto subisce una trasformazione in cui sia il volume che la temperatura raddoppiano, possiamo applicare l'equazione di stato dei gas perfetti: PV = nRT. Se il volume (V) e la temperatura (T) raddoppiano, per mantenere l'equazione bilanciata, la pressione (P) deve rimanere costante, poiché il numero di moli (n) e la costante universale dei gas (R) non cambiano. Tuttavia, senza ulteriori informazioni sulle affermazioni specifiche fornite nelle opzioni di risposta, non possiamo confermare nessuna di esse come corretta, rendendo "Nessuna delle altre affermazioni è corretta" la risposta più appropriata.

15 di 64 Domande

Cosa sono i raggi infrarossi?














La risposta corretta è la B
I raggi infrarossi sono raggi di natura elettromagnetica, che in assenza di dispositivi speciali, non possono essere visti dall'occhio umano normale. Questa affermazione è corretta perché i raggi infrarossi fanno parte dello spettro elettromagnetico e si trovano tra le microonde e la luce visibile. La loro lunghezza d'onda è maggiore di quella della luce visibile, generalmente compresa tra 700 nanometri e 1 millimetro, il che li rende invisibili all'occhio umano. Tuttavia, possono essere rilevati come calore, poiché molti oggetti caldi emettono naturalmente radiazioni infrarosse. Per visualizzare o rilevare i raggi infrarossi, sono necessari dispositivi speciali come telecamere termiche o sensori infrarossi. Questi strumenti sono in grado di convertire le radiazioni infrarosse in segnali visibili o misurabili, permettendo così di osservare fenomeni che altrimenti non sarebbero percepibili a occhio nudo.

16 di 64 Domande

Quanti sono i numeri naturali formati da al più quattro cifre dispari distinte ?














La risposta corretta è la E
La domanda è: "Quanti sono i numeri naturali formati da al più quattro cifre dispari distinte?" e la risposta corretta è: "205". Per determinare il numero di numeri naturali con al più quattro cifre dispari distinte, consideriamo le cifre dispari disponibili: 1, 3, 5, 7 e 9. Possiamo formare numeri di una, due, tre o quattro cifre. Per i numeri di una cifra, ci sono 5 scelte (una per ciascuna cifra dispari). Per i numeri di due cifre, scegliamo 2 cifre tra le 5 disponibili e le disponiamo in 2 posizioni, ottenendo 5P2 = 20 possibilità. Per i numeri di tre cifre, scegliamo 3 cifre tra le 5 e le disponiamo in 3 posizioni, ottenendo 5P3 = 60 possibilità. Infine, per i numeri di quattro cifre, scegliamo tutte e 4 le cifre tra le 5 e le disponiamo in 4 posizioni, ottenendo 5P4 = 120 possibilità. Sommando tutte queste possibilità, otteniamo 5 + 20 + 60 + 120 = 205 numeri naturali distinti formati da al più quattro cifre dispari.

17 di 64 Domande

Individuare quale diagramma soddisfa la relazione insiemistica esistente fra i tre termini seguenti: quadri, fiori, pittori.

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La risposta corretta è la E
La domanda chiede di individuare quale diagramma soddisfa la relazione insiemistica esistente fra i tre termini: quadri, fiori, pittori, e la risposta corretta è il Diagramma 1. Questo diagramma è corretto perché rappresenta correttamente le relazioni di inclusione e intersezione tra i tre insiemi. I pittori sono un insieme che può sovrapporsi con i quadri, poiché i pittori creano quadri. I fiori, invece, possono essere parte dei quadri come soggetto, ma non sono pittori né creano quadri. Pertanto, il diagramma corretto dovrebbe mostrare un'intersezione tra pittori e quadri, mentre i fiori dovrebbero essere rappresentati come un insieme separato che può intersecarsi con i quadri, ma non con i pittori. Diagramma 1 rappresenta queste relazioni in modo accurato, mostrando la connessione tra pittori e quadri e l'eventuale presenza di fiori nei quadri senza una connessione diretta con i pittori.

18 di 64 Domande

Trascurando la resistenza dell’aria, sia v la velocità di fuga da un pianeta Y di massa M e raggio R per un veicolo spaziale vuoto di massa m. Quale sarebbe la velocità di fuga dal pianeta Y per un satellite carico di massa totale 1.44m rispetto a quello vuoto?














La risposta corretta è la B
La domanda chiede quale sarebbe la velocità di fuga dal pianeta Y per un satellite carico di massa totale 1.44m rispetto a un veicolo spaziale vuoto, e la risposta corretta è v. La velocità di fuga di un corpo celeste dipende unicamente dalla massa e dal raggio del pianeta da cui si vuole sfuggire, non dalla massa del veicolo o satellite che tenta di abbandonare il pianeta. La formula per calcolare la velocità di fuga è v = ?(2GM/R), dove G è la costante di gravitazione universale, M è la massa del pianeta, e R è il suo raggio. Poiché la formula non include la massa del veicolo, la velocità di fuga rimane invariata indipendentemente dal fatto che il veicolo sia vuoto o abbia una massa maggiore come nel caso del satellite carico. Pertanto, la velocità di fuga per il satellite carico rimane v, proprio come per il veicolo spaziale vuoto.

19 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


20 di 64 Domande

Ad un palloncino contenente 1,0 moli di elio gas a 25 °C vengono aggiunte altre 3,0 moli di elio. Se la temperatura resta costante e il volume del palloncino raddoppia, come sarà modificata la pressione rispetto a quella originale all’interno dello stesso palloncino?














La risposta corretta è la E
Ad un palloncino contenente 1,0 moli di elio gas a 25 °C vengono aggiunte altre 3,0 moli di elio. Se la temperatura resta costante e il volume del palloncino raddoppia, la pressione sarà doppia. Questa situazione può essere spiegata utilizzando l'equazione dei gas ideali PV = nRT, dove P è la pressione, V il volume, n il numero di moli, R la costante dei gas e T la temperatura. Inizialmente, il palloncino ha 1,0 moli di elio, e quindi l'equazione è P?V? = n?RT. Dopo l'aggiunta di 3,0 moli, il numero totale di moli diventa 4,0 e il volume raddoppia, quindi l'equazione diventa P?(2V?) = 4RT. Poiché la temperatura e R rimangono costanti, possiamo confrontare le due equazioni: P?V? = RT e 2P?V? = 4RT. Dividendo la seconda equazione per la prima, otteniamo 2P?/P? = 4, da cui si ricava che P? = 2P?. Questo dimostra che la pressione finale è il doppio di quella iniziale.

21 di 64 Domande

La configurazione elettronica dello ione Li +è rappresentata da:














La risposta corretta è la C
La configurazione elettronica dello ione Li+ è rappresentata da 1s2. Lo ione Li+ si forma quando un atomo di litio perde un elettrone per raggiungere una configurazione elettronica stabile. Un atomo neutro di litio ha tre elettroni con configurazione elettronica 1s2 2s1. Quando perde un elettrone per formare lo ione Li+, l'elettrone del livello 2s viene rimosso, lasciando solo i due elettroni nel livello 1s. Pertanto, la configurazione elettronica dello ione Li+ è 1s2, che corrisponde alla configurazione elettronica del gas nobile elio, rendendola una configurazione particolarmente stabile. Questo processo di perdita dell'elettrone esterno è comune per gli elementi del gruppo 1 della tavola periodica, che tendono a formare cationi con una configurazione elettronica simile a quella dei gas nobili.

22 di 64 Domande

Se in un triangolo rettangolo i lati misurano 6, 8 e 10 cm quali sono, in cm, rispettivamente le misure dei raggi delle circonferenze inscritta e circoscritta? 














La risposta corretta è la E
In un triangolo rettangolo con lati di 6, 8 e 10 cm, le misure dei raggi delle circonferenze inscritta e circoscritta sono rispettivamente 2 e 5 cm. Questo triangolo è un triangolo rettangolo particolare, noto come triangolo pitagorico, perché i suoi lati soddisfano il teorema di Pitagora (6² + 8² = 10²). Per calcolare il raggio della circonferenza inscritta, si utilizza la formula r = (a + b - c) / 2, dove a, b e c sono i lati del triangolo e c è l'ipotenusa. Sostituendo i valori, si ottiene r = (6 + 8 - 10) / 2 = 2 cm. Per il raggio della circonferenza circoscritta, in un triangolo rettangolo, il raggio è metà dell'ipotenusa, quindi R = 10 / 2 = 5 cm. Questi calcoli confermano che le misure dei raggi sono corrette.

23 di 64 Domande

 Quanti isomeri costituzionali sono possibili nella molecola C3H8O? 














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quanti isomeri costituzionali sono possibili nella molecola C?H?O e la risposta corretta è 3. Gli isomeri costituzionali sono composti che hanno la stessa formula molecolare ma differiscono nel modo in cui gli atomi sono collegati tra loro. Per C?H?O, i possibili isomeri costituzionali sono: il propanolo, che può presentarsi come 1-propanolo e 2-propanolo, e l'etere metil-etilico. Nel 1-propanolo, il gruppo -OH è legato al primo atomo di carbonio, mentre nel 2-propanolo è legato al secondo carbonio, creando due alcoli con diverse proprietà fisiche. L'etere metil-etilico, invece, presenta un ossigeno legato a due gruppi alchilici, metile ed etile. Queste diverse strutture sono tutte compatibili con la formula molecolare C?H?O, giustificando così l'esistenza di tre isomeri costituzionali distinti.

24 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni relative agli eteri è corretta?














La risposta corretta e' la '

Contengono un atomo di ossigeno legato a due atomi di carbonio 

'.


25 di 64 Domande

Quali, tra i termini proposti, completano correttamente la seguente proporzione verbale?
camicia : X = Y : suola 














La risposta corretta e' la '

X = manica; Y = scarpa 

'.


26 di 64 Domande

Cos'è l'atlante? 














La risposta corretta e' la '

Una vertebra cervicale 

'.


27 di 64 Domande

Qual è la posizione dell’elemento X nella Tavola Periodica? 














La risposta corretta e' la '

Periodo: 3; Gruppo: 13

'.


28 di 64 Domande

Un atomo ha la configurazione elettronica che termina in s2. Qual è il suo numero atomico?














La risposta corretta è la A
Un atomo ha la configurazione elettronica che termina in s². Qual è il suo numero atomico? La risposta corretta è 12. La configurazione elettronica di un atomo descrive la distribuzione degli elettroni nei vari livelli di energia. Un atomo che termina in s² indica che l'ultimo elettrone si trova in un orbitale s completo. Gli elementi con configurazione elettronica che termina in s² appartengono al gruppo dei metalli alcalino-terrosi nel blocco s della tavola periodica. Il magnesio (Mg), con numero atomico 12, ha una configurazione elettronica completa di 1s² 2s² 2p? 3s², terminando appunto in 3s². Ciò significa che ha due elettroni nel suo orbitale s più esterno, corrispondente al terzo livello energetico, confermando che il numero atomico 12 è corretto per la configurazione indicata.

29 di 64 Domande

Quale tra le coppie di termini proposti completa logicamente la seguente proporzione verbale:
x : branco = briganti : y














La risposta corretta e' la '

x = lupi y = masnada 

'.


30 di 64 Domande

Calcolare il valore dell’espressione: cos π + cos 2π + cos 3π + cos 4π + … + cos 10π
 [gli angoli sono misurati in radianti] 














La risposta corretta è la E
Calcolare il valore dell’espressione: cos ? + cos 2? + cos 3? + cos 4? + … + cos 10? risulta in 0. Gli angoli sono misurati in radianti e osservando la periodicità della funzione coseno, si nota che cos(n?) alterna tra -1 e 1 per n dispari e pari rispettivamente. In particolare, cos(?) = -1, cos(2?) = 1, cos(3?) = -1, e così via. Poiché l'espressione include termini da cos(?) a cos(10?), si ha un numero uguale di termini pari e dispari. I termini con n pari (cos(2?), cos(4?), ..., cos(10?)) sono tutti uguali a 1, mentre quelli con n dispari (cos(?), cos(3?), ..., cos(9?)) sono tutti uguali a -1. La somma dei valori pari e dispari si annulla reciprocamente, risultando in un totale di 0.

31 di 64 Domande

La stenosi delle valvole cardiache è causata da rigidità e calcificazione dei loro lembi e
conseguente riduzione del flusso sanguigno attraverso di esse. La stenosi mitralica comporta riduzione del flusso sanguigno tra: 














La risposta corretta e' la '

Atrio sinistro e ventricolo sinistro 

'.


32 di 64 Domande

Gli anticorpi sono costituiti da:














La risposta corretta e' la '

Proteine a struttura quaternaria

'.


33 di 64 Domande

Indicare la definizione CORRETTA di molecola:














La risposta corretta è la B
La definizione corretta di molecola è "la più piccola quantità di una sostanza chimica che ne conserva le caratteristiche chimiche". Questa definizione è corretta perché una molecola rappresenta l'entità più piccola di una sostanza chimica che mantiene la composizione chimica e le proprietà caratteristiche di quella sostanza. Le molecole sono costituite da due o più atomi legati insieme tramite legami chimici, e possono variare da semplici, come nel caso dell'ossigeno molecolare (O?), a complesse, come le proteine o gli acidi nucleici. Quando una sostanza subisce una reazione chimica, sono le molecole che interagiscono, si rompono e si riformano, determinando nuove combinazioni e proprietà. Pertanto, la molecola è l'unità fondamentale per comprendere le proprietà chimiche e fisiche di una sostanza.

34 di 64 Domande

In un terreno di coltura sono lasciati crescere insieme 2 ceppi di un batterio: i due ceppi si distinguono perché uno è in grado di produrre due aminoacidi (A e B), l’altro due aminoacidi diversi (C e D). Dopo un po’ di tempo compare un batterio capace di produrre tutti e quattro gli aminoacidi. Tale evento evidenzia un fatto importante, e cioè: 














La risposta corretta e' la '

La presenza di una fase sessuale di coniugazione nel ciclo batterico

'.


35 di 64 Domande

Un elettrolita debole:














La risposta corretta e' la '

E' tanto meno dissociato quanto più concentrata è la soluzione
 

'.


36 di 64 Domande

Applicando le leggi della probabilità è possibile prevedere che dall’incrocio tra due eterozigoti venga prodotto un eterozigote, secondo la formula:














La risposta corretta e' la '

¼ + ¼ = ½

'.


37 di 64 Domande

Due atomi di carbonio asimmetrici sono entrambi:














La risposta corretta è la E
La domanda chiede se due atomi di carbonio asimmetrici sono entrambi ibridati sp³, e la risposta corretta è che lo sono. Un atomo di carbonio asimmetrico, noto anche come centro chirale, è un atomo di carbonio legato a quattro gruppi o atomi differenti. Questa configurazione richiede un'ibridazione sp³, poiché un atomo di carbonio ibridato sp³ forma quattro legami sigma, ognuno dei quali è orientato verso i vertici di un tetraedro, permettendo così la massima separazione angolare tra i legami e minimizzando la repulsione elettronica. Questa geometria tetraedrica è essenziale per la formazione di centri chirali, poiché consente la disposizione spaziale necessaria affinché il carbonio possa essere legato a quattro sostituenti diversi, creando così una struttura non sovrapponibile alla sua immagine speculare. Pertanto, la presenza di due atomi di carbonio asimmetrici implica che entrambi devono avere una struttura tetraedrica con ibridazione sp³.

38 di 64 Domande

Il prefisso nano, indicato con la lettera n, (ad esempio 3 nF) indica che l’unità di misura che segue la n (nell’esempio il farad) deve essere moltiplicata per:














La risposta corretta è la B
Il prefisso nano, indicato con la lettera n, (ad esempio 3 nF) indica che l’unità di misura che segue la n (nell’esempio il farad) deve essere moltiplicata per 10??. Questo perché il sistema internazionale di unità di misura (SI) utilizza prefissi per denotare potenze di dieci e il prefisso "nano" è specificamente assegnato alla potenza di dieci elevata a meno nove. I prefissi sono utilizzati per facilitare la scrittura e la lettura di valori molto grandi o molto piccoli, riducendo il numero di zeri necessari. Nel caso del prefisso nano, viene frequentemente utilizzato in campi come l'elettronica e la chimica per misurare grandezze estremamente piccole, come la capacità elettrica in farad o le dimensioni di particelle in nanometri. Ad esempio, 1 nanofarad (nF) equivale a 1 × 10?? farad, il che rende la notazione più pratica e comprensibile rispetto alla scrittura di 0,000000001 farad.

39 di 64 Domande

Il peso molecolare dell'acqua è 18 u.m.a. Quante moli sono contenute in 2 litri di acqua a 4 gradi centigradi ? 














La risposta corretta è la B
Il peso molecolare dell'acqua è 18 u.m.a. Quante moli sono contenute in 2 litri di acqua a 4 gradi centigradi? Circa 111. Per determinare quante moli di acqua sono contenute in 2 litri, bisogna innanzitutto conoscere la densità dell'acqua a 4 gradi centigradi, che è di circa 1 kg/L. Pertanto, 2 litri di acqua corrispondono a 2 kg, ovvero 2000 grammi. Il peso molecolare dell'acqua è 18 g/mol, quindi per trovare il numero di moli si divide la massa dell'acqua per il suo peso molecolare: 2000 g / 18 g/mol = 111,11 mol. Arrotondando, si ottengono circa 111 moli, che corrisponde alla risposta corretta. Questo calcolo presuppone che l'acqua sia pura e che le condizioni di temperatura e pressione non alterino significativamente la densità.

40 di 64 Domande

Quale dei seguenti composti è il più solubile in acqua ?














La risposta corretta e' la '

CH3-CH2OH

'.


41 di 64 Domande

Considerando un elefante ed una formica, quale di queste affermazioni è VERA?














La risposta corretta e' la '

L'elefante contiene un maggior numero di cellule

'.


42 di 64 Domande

Le giraffe hanno un collo lungo circa 5 m. Assumendo per il sangue una densità pari a quella dell'acqua, che differenza di pressione ci aspettiamo alla base del collo tra quando la giraffa ha il collo disteso in verticale e quando ha il collo disteso in orizzontale? 














La risposta corretta e' la '

Circa 0,5 atm

'.


43 di 64 Domande

Attacco gli estremi di un lunghissimo e sottilissimo filo di rame (tanto lungo da avere un’elevata resistenza ohmica) ai poli di una pila (generatore di differenza di potenziale, d.d.p.). Fino a quando la pila non si è esaurita, nel filo passa una corrente elettrica che:














La risposta corretta è la E
La corrente elettrica che passa nel filo di rame collegato ai poli di una pila dipende dalla capacità della pila. La capacità della pila, espressa in ampere-ora (Ah), indica la quantità di carica elettrica che la pila può fornire prima di esaurirsi. Tuttavia, la corrente che fluisce attraverso il filo in un dato momento è determinata dalla legge di Ohm, che afferma che la corrente è uguale alla differenza di potenziale (fornita dalla pila) divisa per la resistenza del circuito (che in questo caso è principalmente la resistenza del filo di rame). La capacità della pila non influisce direttamente sull'ammontare istantaneo della corrente, ma determina quanto tempo la pila può mantenere una certa corrente prima di esaurirsi. In un circuito ideale con una resistenza costante, la corrente rimarrà costante fino a quando la pila avrà la capacità di fornire energia, e quindi la durata della corrente nel circuito è legata alla capacità della pila.

44 di 64 Domande

Elementi che hanno lo stesso numero di elettroni nella configurazione elettronica esterna:














La risposta corretta è la E
Gli elementi che hanno lo stesso numero di elettroni nella configurazione elettronica esterna fanno parte dello stesso gruppo della tavola periodica. Questa affermazione è corretta perché nella tavola periodica gli elementi sono organizzati in gruppi verticali, e ciascun gruppo contiene elementi che condividono lo stesso numero di elettroni di valenza, ossia gli elettroni presenti nel livello energetico più esterno. Gli elettroni di valenza determinano le proprietà chimiche e la reattività degli elementi, poiché sono coinvolti nei legami chimici. Pertanto, gli elementi appartenenti allo stesso gruppo mostrano comportamenti chimici simili e formano composti analoghi. Ad esempio, gli elementi del gruppo 1, noti come metalli alcalini, hanno tutti un singolo elettrone di valenza e tendono a perdere questo elettrone per formare cationi con una carica di +1. Questa configurazione elettronica esterna comune è la ragione per cui gli elementi dello stesso gruppo hanno proprietà chimiche simili.

45 di 64 Domande

Nei batteri il materiale genetico














La risposta corretta e' la '

Si trova nel citoplasma.

'.


46 di 64 Domande

Gli enzimi sono catalizzatori biologici di natura:














La risposta corretta è la D
La risposta “proteica” è corretta perché, nella stragrande maggioranza dei casi, gli enzimi sono proteine globulari la cui struttura tridimensionale crea un sito attivo capace di legare il substrato con elevata specificità e di stabilizzare lo stato di transizione, abbassando l’energia di attivazione senza spostare l’equilibrio della reazione. Catene laterali di amminoacidi polari, acidi o basici nel sito attivo forniscono microambienti chimici per catalisi acido-base, covalente o per effetti elettrostatici. Molti enzimi richiedono cofattori: ioni metallici (per esempio Zn2+, Mg2+, Fe2+) o coenzimi organici derivati da vitamine (NAD+, FAD, coenzima A). La componente proteica priva di cofattore è detta apoenzima; insieme al cofattore forma l’oloenzima funzionalmente attivo. L’attività enzimatica dipende da pH e temperatura, che influenzano la conformazione proteica; denaturazione o misfolding aboliscano la catalisi, a conferma della natura proteica del meccanismo. Pur esistendo rare eccezioni di RNA catalitici (ribozimi), nel contesto della biologia e della medicina l’enunciato generale rimane che gli enzimi sono di natura proteica. Clinicamente, gli enzimi sono centrali nella fisiopatologia, nella diagnosi e nella terapia. Difetti genetici di enzimi causano errori congeniti del metabolismo (per esempio deficit di fenilalanina idrossilasi nella fenilchetonuria o di G6PD con anemia emolitica da stress ossidativo). La misurazione di attività o concentrazioni enzimatiche nel siero supporta la diagnosi: aumento di AST/ALT nelle epatopatie, amilasi e lipasi nella pancreatite, creatin-chinasi e lattato deidrogenasi in danno muscolare. Molti farmaci sono inibitori enzimatici razionalmente disegnati, come le statine che inibiscono la HMG-CoA reduttasi o gli ACE-inibitori che modulano l’enzima di conversione dell’angiotensina. La regolazione allosterica e l’inibizione a feedback coordinano vie metaboliche complesse; la sintesi come zimogeni inattivi e l’attivazione proteolitica (per esempio pepsinogeno in pepsina, enzimi della coagulazione) garantiscono controllo spaziale e temporale della catalisi. Infine, carenze vitaminiche possono compromettere coenzimi essenziali, riducendo la funzione enzimatica, mentre intossicazioni da metalli pesanti inibiscono in modo non competitivo l’attività proteica. Tutti questi aspetti derivano dalla fondamentale natura proteica degli enzimi.

47 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


48 di 64 Domande

In quale struttura cellulare eucariota avviene la duplicazione del DNA?














La risposta corretta è la A
La duplicazione del DNA nelle cellule eucariotiche avviene nel nucleo, dove è contenuto il genoma cromosomico associato agli istoni. Durante la fase S del ciclo cellulare, le origini di replicazione vengono “licenziate” in G1 e poi attivate in S da complessi proteici nucleari (ORC, MCM) sotto controllo delle chinasi ciclina?dipendenti, consentendo una sintesi del DNA bidirezionale e semiconservativa da migliaia di origini per cromosoma. Le DNA polimerasi nucleari principali (? per l’innesco con primer RNA/DNA, ? per il filamento ritardato, ? per il filamento guida) operano all’interno di “fabbriche di replicazione” ancorate alla matrice nucleare, coadiuvate da PCNA, RFC, eliche, topoisomerasi, nucleasi e DNA ligasi per unire i frammenti di Okazaki. La replicazione dei telomeri richiede la telomerasi, anch’essa nucleare, che evita l’accorciamento progressivo alle estremità cromosomiche. È importante distinguere che, sebbene i mitocondri possiedano un piccolo genoma circolare che si replica nel mitocondrio, la duplicazione del DNA cui si fa riferimento in senso generale per le cellule eucariotiche riguarda il DNA nucleare. Per contrasto, nei procarioti la replicazione avviene nel citoplasma a livello del nucleoide, privo di membrana. Il contesto clinico sottolinea la centralità della replicazione nucleare: molti farmaci antitumorali colpiscono processi della fase S o enzimi nucleari, come antimetaboliti che esauriscono i nucleotidi o inibitori delle topoisomerasi che impediscono il corretto svolgimento della forcella replicativa. Difetti nei meccanismi nucleari di replicazione e riparo causano instabilità genomica e predisposizione al cancro (es. sindromi da deficit di eliche o di ricombinazione), mentre l’attività aberrante della telomerasi è tipica di molte neoplasie. All’opposto, antivirali nucleosidici sfruttano la dipendenza di alcuni virus dalla replicazione nucleare, incorporandosi come terminatori di catena. In sintesi, la sede corretta della duplicazione del DNA eucariotico è il nucleo, dove l’architettura cromatinica, la regolazione del ciclo cellulare e il macchinario enzimatico specializzato garantiscono una replicazione accurata e coordinata del genoma.

49 di 64 Domande

Le funzioni principali delle fimbrie dell'ovidotto sono:














La risposta corretta e' la ' aiutare a raccogliere l'ovulo dopo l'ovulazione '.


50 di 64 Domande

Negli eucarioti, quale tra le seguenti proteine forma la trama di microfilamenti del citoscheletro?














La risposta corretta e' la ' Actina '.


51 di 64 Domande

Indicare quale delle seguenti affermazioni sul coenzima Q è FALSA:














La risposta corretta è la E
L’affermazione falsa sul coenzima Q è: è anche detto vitamina K. Il coenzima Q (ubichinone, in umana forma principale CoQ10) è una benzochinone lipofila con coda isoprenoide che trasporta elettroni nella catena respiratoria mitocondriale tra i complessi I/II e III e funge anche da antiossidante; la vitamina K invece è una famiglia di naftochinoni (fillochinone K1 e menachinoni K2) che agiscono come cofattori della carbossilasi gamma-glutammica per l’attivazione dei fattori della coagulazione. Pur essendo entrambe liposolubili e appartenenti alla classe delle chinoni, differiscono per struttura, funzione biologica e vie metaboliche; inoltre il CoQ è sintetizzato endogenamente (via del mevalonato) e non è classificato come vitamina. Talvolta CoQ10 viene impropriamente chiamato “vitamina Q”, ma non “vitamina K”, per cui l’affermazione proposta è errata.

52 di 64 Domande

Secondo la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Darwin, quale dei seguenti elementi spiega meglio il meccanismo di evoluzione delle specie?














La risposta corretta è la D
La risposta alla domanda “Secondo la teoria dell’evoluzione per selezione naturale di Darwin, quale dei seguenti elementi spiega meglio il meccanismo di evoluzione delle specie?” è: Sopravvivenza del più adatto. Nella selezione naturale, variazioni ereditabili influenzano l’idoneità (fitness) e gli individui con tratti che conferiscono un vantaggio in un dato ambiente tendono a sopravvivere e soprattutto a produrre più discendenti, alterando nel tempo le frequenze alleliche della popolazione. “Più adatto” significa meglio adattato, non necessariamente più forte, e la metrica cruciale è il successo riproduttivo, non la mera sopravvivenza. La selezione agisce sui fenotipi, mentre l’evoluzione è un cambiamento genetico a livello di popolazione. Le fonti di variazione includono mutazioni, ricombinazione e, talvolta, flusso genico; la deriva genetica opera in parallelo ma non è selettiva. L’adattamento è specifico dell’ambiente: un tratto vantaggioso in un contesto può essere neutro o svantaggioso in un altro. L’espressione, coniata da Spencer e adottata da Darwin in edizioni successive, riassume efficacemente il meccanismo pur restando una semplificazione.

53 di 64 Domande

Nei gatti, il gene per il colore arancio del pelo si trova sul cromosoma X. E’ un gene recessivo, il cui allele dominante dà pelo nero. Le gatte eterozigoti per questo gene però non sono nere, ma hanno un pelame a chiazze nere e arancio. Come si spiega questo fatto?














La risposta corretta e' la ' Nelle femmine, un cromosoma X a caso viene inattivato durante lo sviluppo '.


54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Quale delle seguenti è la formula chimica di un composto lineare costituito da 4 molecole di glucosio legate tra loro mediante disidratazione?














La risposta corretta e' la ' C24 H42 O21 '.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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