Simulazione

Cliccando in alto a destra sul pulsante 2 è possibile "Consegnare", "Salvare e Interrompere", "Salvare e Continuare" il compito.

1 di 61 Domande

Un corpo puntiforme di massa M è dotato di un moto con componente tangenziale dell’accelerazione uguale a zero, e con componente radiale (o centripeta) dell’accelerazione costante e diversa da zero. Il modulo della velocità è V. Quale delle seguenti affermazioni è ERRATA?














La risposta corretta e' la '

Il corpo puntiforme esegue un moto con traiettoria elicoidale

'.


2 di 61 Domande

Un particolare tipo di riproduzione permette ai batteri di inserire nel proprio DNA nuove informazioni. Tale tipo di riproduzione è detta:














La risposta corretta e' la '

coniugazione

'.


3 di 61 Domande

L’uomo galleggia facilmente in acqua: basta che trattenga il fiato (a fine inspirazione) o si muova leggermente. Questo è dovuto al fatto che la densità media dell’uomo in unità del sistema C.G.S. è circa uguale a:














La risposta corretta è la A
La densità media dell'uomo in unità del sistema C.G.S. è circa uguale a 1. Questo valore di densità è simile a quello dell'acqua, che è di 1 g/cm³ nel sistema C.G.S., e spiega perché l'uomo galleggia facilmente. Quando una persona è immersa in acqua, la spinta di Archimede, che è la forza esercitata dal fluido verso l'alto, bilancia il peso della persona se la densità dell'acqua è simile alla densità media del corpo umano. Trattenendo il fiato, i polmoni si riempiono d'aria, che ha una densità molto inferiore a quella dell'acqua, riducendo ulteriormente la densità media del corpo e facilitando il galleggiamento. Questo principio è alla base del galleggiamento e spiega perché anche piccoli movimenti o cambiamenti nel volume polmonare possono influenzare la capacità di galleggiare.

4 di 61 Domande

Il plasma di un donatore di sangue, sottoposto ad analisi di laboratorio, risulta contenere anticorpi anti-A e anticorpi anti-B. Il gruppo sanguigno di questo individuo è:














La risposta corretta e' la '

0

'.


5 di 61 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


6 di 61 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

7 di 61 Domande

I difetti di rifrazione della vista, il diabete, il labbro leporino, la spina bifida, il glaucoma e lo strabismo tendono a ricorrere all'interno di un gruppo familiare, ma non è stato possibile ricondurli alla mutazione di un singolo gene. Per questo motivo, disturbi o malattie similari vengono definite:














La risposta corretta è la E
I difetti di rifrazione della vista, il diabete, il labbro leporino, la spina bifida, il glaucoma e lo strabismo, se non riconducibili a un singolo gene, vengono definiti poligenici. Queste condizioni derivano dall’effetto combinato di molte varianti genetiche, ciascuna di piccolo effetto, che sommandosi aumentano la suscettibilità individuale. La ricorrenza familiare si spiega con la condivisione di molte di queste varianti tra consanguinei, ma l’assenza di una segregazione mendeliana semplice indica che non c’è un gene maggiore unico. Spesso intervengono anche fattori ambientali, motivo per cui si parla di eredità complessa o multifattoriale, ma il termine “poligeniche” sottolinea il contributo di più geni. Il modello della soglia di liability descrive bene malformazioni come labbro leporino e spina bifida: la malattia si manifesta quando il carico genetico-ambientale supera una soglia. La penetranza variabile e l’eterogeneità clinica sono comuni, coerenti con una base poligenica. Studi GWAS identificano numerosi loci associati a queste condizioni, confermando l’architettura poligenica e consentendo lo sviluppo di polygenic risk scores. In sintesi, la presenza di aggregazione familiare senza un singolo gene causale è caratteristica delle malattie poligeniche.

8 di 61 Domande

L'anemia falciforme è una malattia genetica causata da una mutazione:














La risposta corretta e' la '

puntiforme autosomica che determina la sostituzione della valina con l'acido glutammico in una catena beta dell'emoglobina

'.


9 di 61 Domande

Si definiscono amminoacidi essenziali quelli che:














La risposta corretta e' la '

Non possono essere sintetizzati dall'organismo umano

'.


10 di 61 Domande

"Vittorio ha 50 CD di musica rock e 41 CD di musica jazz suddivisi in 10 ripiani di un mobile porta-CD". Quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera?














La risposta corretta è la A
Il problema si risolve con il principio dei cassetti (o principio dei contenitori). Vittorio possiede in totale 91 CD (50 rock + 41 jazz) riposti in 10 ripiani. Se ogni ripiano contenesse al massimo 9 CD, il numero totale non potrebbe superare 9 × 10 = 90. Poiché i CD sono 91, questa configurazione è impossibile: per forza di cose almeno un ripiano deve contenere più di 9 CD, cioè almeno 10. In altre parole, quando si distribuiscono n oggetti in k contenitori, esiste sempre almeno un contenitore con almeno ceil(n/k) oggetti; qui ceil(91/10) = 10. L’affermazione “Esiste almeno un ripiano in cui ci sono più di 9 CD” è quindi necessariamente vera. È importante notare che il principio garantisce solo un vincolo sul conteggio totale per ripiano, non sulla composizione per genere. Non possiamo dedurre, ad esempio, che esista un ripiano con più di 9 CD rock oppure più di 9 CD jazz; entrambe le categorie potrebbero essere distribuite in modo eterogeneo purché la somma per ripiano soddisfi il vincolo. Allo stesso modo, non si può concludere che ci sia un ripiano con esattamente 10 CD: il principio assicura “almeno 10”, non un valore preciso. Questo tipo di ragionamento è utile anche in contesti clinici e organizzativi. Se 91 pazienti devono essere distribuiti in 10 turni di triage in un pronto soccorso, almeno un turno avrà 10 o più accessi; analogamente, se 91 campioni di laboratorio devono essere processati in 10 batch, almeno un batch conterrà almeno 10 campioni. Anticipare questi picchi consente di pianificare risorse e personale, riducendo colli di bottiglia e migliorando la sicurezza delle cure. Il principio dei cassetti fornisce dunque un limite minimo inevitabile sul carico in uno dei “contenitori” (ripiani, turni, batch), indipendentemente da come si provi a distribuire gli elementi.

11 di 61 Domande

La teoria dell'endosimbiosi, formulata da Lynn Margulis negli anni '80 del secolo scorso, giustifica:














La risposta corretta e' la '

La presenza di mitocondri e cloroplasti all'interno delle cellule eucariotiche

'.


12 di 61 Domande

In un'enoteca è attualmente in corso la seguente offerta (vedi foto). Quale delle seguenti affermazioni ha la stessa struttura logica della suddetta offerta?

product image













La risposta corretta è la A
L’offerta dell’enoteca (come spesso accade in promozioni su bottiglie o calici) ha una struttura “a scaglioni”: il primo pezzo ha un prezzo distinto e ogni pezzo successivo costa una cifra fissa, inferiore o comunque diversa dal primo. In termini logici, il costo totale per n unità non è il prezzo unitario moltiplicato per n, né uno sconto percentuale applicato a tutte le unità, ma una funzione a tratti del tipo: costo = prezzo del primo pezzo + (prezzo marginale) × (numero di pezzi successivi). È quindi un meccanismo di prezzo con primo elemento “speciale” e costo marginale costante per i successivi. La frase corretta sull’hotel riproduce esattamente questa struttura: la prima notte costa 40 euro; ciascuna notte aggiuntiva costa 20 euro. Ne consegue che 1 notte = 40 euro; 2 notti = 40 + 20 = 60 euro; 3 notti = 40 + 20 + 20 = 80 euro, e così via. Esattamente come nell’offerta dell’enoteca, la prima unità ha un prezzo dedicato, mentre le unità successive hanno un prezzo marginale fisso. Non si tratta di un “2×1”, né di uno sconto che si applica a tutte le unità acquistate, né di una soglia oltre la quale tutto diventa gratuito: questi schemi avrebbero una logica diversa (bundle, sconto uniforme, tetto massimo), che modificherebbe anche il prezzo della prima unità o il costo medio per unità in modo non lineare. Un’analogia utile nel contesto clinico è la tariffazione di molte prestazioni sanitarie: la prima visita specialistica può costare di più perché include anamnesi completa, esame obiettivo e impostazione del percorso; i controlli successivi hanno un costo inferiore e relativamente costante. Allo stesso modo, in laboratorio esistono spesso costi di set-up iniziali, cui si aggiunge un costo marginale per ciascun test aggiuntivo. Comprendere la struttura “primo elemento distinto + costo marginale costante” aiuta a stimare correttamente il totale e a confrontare offerte o piani tariffari senza confondere sconti percentuali, promozioni a pacchetto o soglie di gratuità.

13 di 61 Domande

Quale/i dei seguenti vasi sanguigni trasporta/no sangue ossigenato?

1. Arteria polmonare 2. Vena polmonare 3. Arteria renale














La risposta corretta e' la '

Solo 2 e 3

'.


14 di 61 Domande

Negli esseri umani, quale tra le seguenti cellule è normalmente priva di nucleo?














La risposta corretta e' la '

Eritrocita maturo

'.


15 di 61 Domande

Condizione sufficiente affinchè una molecola organica possieda isomeria ottica è:














La risposta corretta è la E
La condizione sufficiente affinché una molecola organica possieda isomeria ottica è la presenza di almeno un atomo di carbonio chirale. Un atomo di carbonio chirale, noto anche come centro stereogenico, è un atomo di carbonio legato a quattro gruppi diversi, il che provoca l'esistenza di due configurazioni spaziali non sovrapponibili, note come enantiomeri. Questi enantiomeri sono immagini speculari l'una dell'altra e non possono essere sovrapposti, conferendo alla molecola la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata, una caratteristica fondamentale dell'isomeria ottica. La presenza di un singolo carbonio chirale è sufficiente per determinare questa proprietà, anche se molecole con più centri chirali possono avere un comportamento più complesso. Tuttavia, è importante notare che la presenza di un carbonio chirale è una condizione sufficiente ma non necessaria, poiché esistono molecole achirali che possono comunque mostrare isomeria ottica a causa di altri elementi strutturali, come i piani di simmetria interni.

16 di 61 Domande

Luca vuole tuffarsi da una scogliera a picco sul mare, ma non riesce a valutarne l'altezza. Decide di lasciar cadere in acqua un sasso e con un cronometro misura il tempo che intercorre tra il momento in cui l'ha lasciato cadere e il momento in cui lo vede toccare l'acqua. Se il tempo misurato è 2 secondi, trascurando l'attrito con l'aria, è possibile calcolare approssimativamente l'altezza della scogliera?














La risposta corretta è la B
Luca vuole tuffarsi da una scogliera e misura il tempo di caduta di un sasso in 2 secondi, la scogliera è alta circa 20 metri. La risposta è corretta perché per calcolare l'altezza di caduta libera di un oggetto si utilizza la formula \( h = \frac{1}{2} g t^2 \), dove \( h \) è l'altezza, \( g \) è l'accelerazione di gravità (approssimativamente 9,81 m/s²) e \( t \) è il tempo di caduta. Nel caso di Luca, il tempo \( t \) è di 2 secondi. Inserendo questi valori nella formula, otteniamo \( h = \frac{1}{2} \times 9,81 \times (2)^2 \), che semplificando dà \( h = \frac{1}{2} \times 9,81 \times 4 = 19,62 \) metri. Questo valore è approssimativamente 20 metri, il che conferma che la risposta fornita è corretta, trascurando l'attrito dell'aria che potrebbe influire leggermente sul risultato finale.

17 di 61 Domande

Quale fra quelle di seguito elencate NON rappresenta una unita' di misura dell'energia?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale fra le unità elencate NON rappresenta una misura di energia e la risposta corretta è Joule/sec. Joule è l'unità di misura dell'energia nel Sistema Internazionale e rappresenta il lavoro compiuto quando una forza di un newton sposta un oggetto di un metro nella direzione della forza. Tuttavia, Joule/sec non è un'unità di energia, ma piuttosto un'unità di potenza, conosciuta come watt. La potenza è definita come il tasso al quale l'energia viene trasferita o convertita, quindi i watt misurano quanta energia viene utilizzata o prodotta per unità di tempo. Altre unità di energia includono calorie, kilowattora e electronvolt, tutte misurano quantità di energia, mentre Joule/sec, o watt, misura la velocità del suo utilizzo o trasferimento.

18 di 61 Domande

Una coppia vuole avere due figli dello stesso sesso: quanti figli deve avere per essere sicura che almeno due siano dello stesso sesso?














La risposta corretta e' la '

3

'.


19 di 61 Domande

Una soluzione 2N contiene:














La risposta corretta e' la '

Due grammi equivalenti di soluto per litro di soluzione

'.


20 di 61 Domande

In quale dei seguenti composti il carbonio presenta un numero di ossidazione negativo?














La risposta corretta è la C
In quale dei seguenti composti il carbonio presenta un numero di ossidazione negativo? La risposta corretta è C?H?. Nei composti organici, il numero di ossidazione del carbonio può variare a seconda degli atomi a cui è legato. In C?H?, noto come etano, il carbonio è legato solo ad altri atomi di carbonio e idrogeno. Gli atomi di idrogeno hanno un numero di ossidazione di +1. Per bilanciare la somma dei numeri di ossidazione dell'intero composto a zero, il carbonio deve avere un numero di ossidazione negativo. In particolare, ogni atomo di carbonio nell'etano è legato a tre idrogeni e a un altro carbonio. Poiché l'idrogeno è meno elettronegativo del carbonio, il carbonio assume un numero di ossidazione di -3 in questo contesto. Questo rende C?H? un esempio di composto in cui il carbonio ha un numero di ossidazione negativo, in contrasto con molti altri composti organici dove il carbonio può avere numeri di ossidazione positivi o zero.

21 di 61 Domande

La costante di equilibrio di una reazione chimica, all'aumentare della temperatura:














La risposta corretta è la D
La costante di equilibrio di una reazione chimica, all'aumentare della temperatura, può aumentare o diminuire, a seconda della reazione. Questo fenomeno è spiegato dal principio di Le Chatelier, che afferma che un sistema in equilibrio reagisce a un cambiamento esterno in modo da contrastare tale cambiamento. Se una reazione è esotermica, un aumento di temperatura provoca uno spostamento dell'equilibrio verso i reagenti, diminuendo la costante di equilibrio. Al contrario, in una reazione endotermica, l'aumento di temperatura favorisce i prodotti, aumentando la costante di equilibrio. La dipendenza della costante di equilibrio dalla temperatura è descritta matematicamente dall'equazione di van 't Hoff, che collega la variazione della costante di equilibrio alla variazione di entalpia della reazione. In sintesi, la risposta corretta riflette la complessità delle interazioni termodinamiche che determinano il comportamento delle reazioni chimiche in funzione della temperatura.

22 di 61 Domande

Nell'insieme dei numeri reali la disequazione |x - 1| ≤ 2 è verificata per:














La risposta corretta è la D
La disequazione nell'insieme dei numeri reali |x - 1| ? 2 è verificata per -1 ? x ? 3. Questa disequazione assoluta può essere risolta considerando che |x - 1| rappresenta la distanza tra x e 1 sulla retta dei numeri reali, e tale distanza deve essere minore o uguale a 2. Pertanto, possiamo tradurre la disequazione assoluta in due disuguaglianze lineari: x - 1 ? 2 e -(x - 1) ? 2. Risolvendo la prima disuguaglianza, otteniamo x ? 3, mentre risolvendo la seconda, che si può riscrivere come -x + 1 ? 2, otteniamo -x ? 1, quindi x ? -1. Combinando queste due soluzioni, otteniamo l'intervallo -1 ? x ? 3, il quale rappresenta l'insieme di tutti i valori di x per cui la disequazione originale è soddisfatta.

23 di 61 Domande

Una soluzione con pH = 9 è da considerarsi:














La risposta corretta è la A
Una soluzione con pH = 9 è da considerarsi basica. Questa affermazione è corretta perché il pH è una misura della concentrazione di ioni idrogeno (H?) in una soluzione acquosa, e la scala del pH varia da 0 a 14. Un pH di 7 è considerato neutro, come nell'acqua pura, mentre un pH inferiore a 7 indica una soluzione acida e un pH superiore a 7 indica una soluzione basica o alcalina. Nel caso specifico di un pH pari a 9, la soluzione ha una concentrazione di ioni idrossido (OH?) maggiore rispetto agli ioni idrogeno, conferendole proprietà basiche. Le soluzioni basiche sono caratterizzate dalla capacità di neutralizzare gli acidi e spesso hanno una sensazione scivolosa al tatto.

24 di 61 Domande

Quanto pesa una mole di ferro (numero di massa 56, numero atomico 26)?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede: "Quanto pesa una mole di ferro (numero di massa 56, numero atomico 26)?" e la risposta corretta è "56g". La massa molare di un elemento è numericamente uguale alla sua massa atomica espressa in unità di massa atomica (uma), ma espressa in grammi per mole. Nel caso del ferro, il numero di massa è 56, il che significa che una mole di atomi di ferro ha una massa di 56 grammi. Questo valore deriva dalla somma dei protoni e neutroni presenti nel nucleo dell'atomo di ferro, che sono le particelle subatomiche che contribuiscono significativamente alla sua massa. Pertanto, quando si considera una mole di ferro, si considera un insieme di 6,022 x 10²³ atomi (numero di Avogadro) ciascuno con una massa di 56 uma, risultando in una massa totale di 56 grammi per mole.

25 di 61 Domande

Qual è la soluzione della disequazione (x - 5)(x - 5) > 0?














La risposta corretta è la A
La soluzione della disequazione (x - 5)(x - 5) > 0 è x ? 5. Questa disequazione rappresenta un prodotto di due fattori identici, (x - 5)², che è maggiore di zero. Poiché il quadrato di un numero reale è sempre non negativo, (x - 5)² è maggiore di zero per tutti i valori di x eccetto quando x = 5, dove il prodotto diventa esattamente zero. Pertanto, la soluzione della disequazione è l'insieme di tutti i numeri reali tranne x = 5, poiché solo in quel punto l'espressione non soddisfa la condizione di essere maggiore di zero. In termini di intervalli, la soluzione si esprime come x ? ? \ {5}, il che significa che x può assumere qualsiasi valore reale eccetto 5.

26 di 61 Domande

Quale delle seguenti molecole NON contiene azoto?














La risposta corretta e' la '

Un trigliceride

'.


27 di 61 Domande

Quali delle seguenti coppie di grandezze fisiche non hanno la stessa equazione dimensionale? 














La risposta corretta e' la '

Forza e pressione

'.


28 di 61 Domande

Quale dei seguenti composti è un elettrolita? 














La risposta corretta è la C
La domanda chiede quale dei seguenti composti sia un elettrolita, e la risposta corretta è il nitrato di potassio. Un elettrolita è una sostanza che, quando disciolta in acqua, si dissocia in ioni e conduce elettricità. Il nitrato di potassio (KNO?) è un sale ionico che, in soluzione acquosa, si dissocia completamente nei suoi ioni costituenti: ioni potassio (K?) e ioni nitrato (NO??). Questi ioni mobili permettono il passaggio della corrente elettrica attraverso la soluzione, rendendo il nitrato di potassio un elettrolita forte. Al contrario, i composti covalenti o molecolari, come lo zucchero, non si dissociano in ioni in soluzione e quindi non conducono elettricità. Pertanto, la capacità del nitrato di potassio di dissociarsi in ioni lo classifica come un elettrolita, giustificando la correttezza della risposta.

29 di 61 Domande

"Se i candidati si applicano, conseguiranno l'idoneità". Sulla base dell’affermazione precedente, quale delle seguenti affermazioni è vera? 














La risposta corretta e' la '

Se un candidato consegue l'idoneità è possibile che si sia applicato

'.


30 di 61 Domande

 Quale/i delle seguenti affermazioni è/sono corretta/e relativamente ai legami carbonio−carbonio?
 1. L’energia di legame cresce nell’ordine C−C, C=C, C≡C
 2. La lunghezza del legame C−C è doppia rispetto a quella del legame C=C
 3. Nel legame C=C gli atomi di carbonio condividono quattro elettroni














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quale/i delle seguenti affermazioni è/sono corretta/e relativamente ai legami carbonio-carbonio, con la risposta corretta che è "Solo 1 e 3". L'affermazione 1 è corretta perché l'energia di legame effettivamente cresce nell'ordine C-C, C=C, C?C, poiché i legami multipli sono più forti dei legami singoli a causa della maggiore sovrapposizione degli orbitali e del numero maggiore di elettroni condivisi. L'affermazione 3 è corretta perché nel legame C=C, ogni carbonio condivide due elettroni con l'altro, per un totale di quattro elettroni condivisi nel doppio legame. L'affermazione 2 è errata in quanto la lunghezza del legame C-C non è doppia rispetto a quella del legame C=C; in realtà, i legami doppi sono più corti dei legami singoli a causa della maggiore forza di attrazione tra gli atomi. Pertanto, solo le affermazioni 1 e 3 sono corrette.

31 di 61 Domande

Nel cuore dei mammiferi la valvola mitrale mette in comunicazione:














La risposta corretta e' la '

Atrio sinistro e ventricolo sinistro 

'.


32 di 61 Domande

Qual è la formula bruta del cicloesano? 














La risposta corretta è la B
La formula bruta del cicloesano è C?H??. Il cicloesano è un cicloalcano, un tipo di idrocarburo saturo che forma una struttura ad anello chiusa. Gli alcani ciclici seguono la formula generale C?H??, dove n rappresenta il numero di atomi di carbonio nell'anello. Nel caso del cicloesano, n è uguale a 6, quindi la formula diventa C?H??. Questa formula riflette il fatto che, nonostante il cicloesano abbia lo stesso numero di atomi di carbonio di un esano lineare (C?H??), la chiusura dell'anello elimina due idrogeni, portando alla formula C?H??. Questo è dovuto alla necessità di formare legami sigma tra gli atomi di carbonio per chiudere l'anello, riducendo il numero di idrogeni rispetto agli alcani lineari.

33 di 61 Domande

Per una proteina formata da 150 amminoacidi, qual è il numero minimo di codoni che deve
avere l’mRNA che l’ha prodotta? 














La risposta corretta e' la '

150

'.


34 di 61 Domande

Il diaframma è:














La risposta corretta e' la '

Una lamina muscolare che separa la cavità toracica da quella addominale

'.


35 di 61 Domande

È stato possibile iniziare a costruire una mappa cromosomica:














La risposta corretta e' la '

Associando la frequenza del crossing-over alla distanza relativa dei geni sui cromosomi  

'.


36 di 61 Domande

Dall’incrocio di un cane maschio e di un gatto femmina può nascere:














La risposta corretta e' la '

Nulla

'.


37 di 61 Domande

La relazione pH + pOH =14 è valida : 














La risposta corretta è la B
La relazione pH + pOH = 14 è valida per tutte le soluzioni acquose. Questa relazione è derivata dal prodotto ionico dell'acqua, che a 25 °C è 1,0 x 10?¹?. In una soluzione acquosa, la concentrazione di ioni idrogeno [H?] e la concentrazione di ioni idrossido [OH?] sono correlate da questo prodotto ionico, il che implica che il logaritmo negativo di queste concentrazioni, rispettivamente pH e pOH, si sommano per dare 14. Questa relazione è valida solo a 25 °C, poiché il prodotto ionico dell'acqua varia con la temperatura. Tuttavia, per la maggior parte delle condizioni standard di laboratorio, la relazione è applicabile e fornisce un modo semplice per calcolare il pH o il pOH di una soluzione se si conosce l'altro valore.

38 di 61 Domande

Il nome ufficiale del composto Al2O3 è: 














La risposta corretta e' la '

Triossido di dialluminio

'.


39 di 61 Domande

- Azoto e fosforo:














La risposta corretta è la B
La domanda è: "- Azoto e fosforo:" e la risposta corretta è: "Possiedono lo stesso numero di elettroni nell'ultimo livello." Azoto e fosforo appartengono entrambi al gruppo 15 della tavola periodica, noto anche come gruppo dell'azoto. Questo implica che entrambi gli elementi hanno cinque elettroni nel loro guscio di valenza, ovvero l'ultimo livello energetico. Gli elettroni di valenza determinano molte delle proprietà chimiche di un elemento, inclusa la sua reattività e la capacità di formare legami. L'azoto ha un numero atomico di 7, mentre il fosforo ha un numero atomico di 15, ma la configurazione elettronica del guscio di valenza è simile per entrambi: azoto 2s² 2p³ e fosforo 3s² 3p³. Questo porta a comportamenti chimici simili, come la formazione di composti con lo stesso stato di ossidazione, tipicamente -3.

40 di 61 Domande

(Simboli: T = periodo; n = frequenza; p = 3,1416.. ).
Per descrivere un moto armonico si utilizza anche la velocità angolare w. Quale delle seguenti relazioni è ERRATA ?














La risposta corretta è la A
La relazione errata per descrivere un moto armonico è T = 2*p*w. La velocità angolare w è definita come w = 2*pi*n, dove n è la frequenza del moto armonico, e il periodo T è l'inverso della frequenza, quindi T = 1/n. Di conseguenza, la relazione corretta tra il periodo e la velocità angolare è T = 2*pi/w, non T = 2*p*w come indicato nella risposta errata. In questa equazione, pi rappresenta il numero pi greco (approssimato a 3,1416), che è una costante fondamentale nelle formule che coinvolgono cicli e rotazioni. La confusione potrebbe derivare dall'errato posizionamento di pi nella formula; tuttavia, è essenziale mantenere l'integrità delle relazioni matematiche per descrivere accuratamente il moto armonico.

41 di 61 Domande

2 kg di ossigeno vengono introdotti in una bombola della capacità di 10 dm3. Il volume occupato
dal gas è di:














La risposta corretta è la E
2 kg di ossigeno vengono introdotti in una bombola della capacità di 10 dm³: il volume occupato dal gas è 10 dm³. In un recipiente rigido e chiuso un gas si espande fino a occupare tutto il volume disponibile; la massa non determina il volume ma, a temperatura fissata, la pressione secondo l’equazione dei gas ideali p = nRT/V. Di conseguenza, indipendentemente da quanta sostanza si introduca, finché l’ossigeno resta in fase gassosa riempie completamente la bombola e il suo volume coincide con quello del contenitore, cioè 10 dm³. L’elevata massa comporta un aumento di pressione e densità, non del volume; eventuali fenomeni di liquefazione richiederebbero condizioni particolari che l’esercizio non considera.

42 di 61 Domande

I cateti di un triangolo rettangolo sono lunghi, rispettivamente, 303 e 404. Determinare la lunghezza dell'ipotenusa.














La risposta corretta è la A
I cateti di un triangolo rettangolo sono lunghi, rispettivamente, 303 e 404. Determinare la lunghezza dell'ipotenusa. Risposta corretta: 505. Per determinare la lunghezza dell'ipotenusa di un triangolo rettangolo, si applica il teorema di Pitagora, che stabilisce che la somma dei quadrati dei cateti è uguale al quadrato dell'ipotenusa. In questo caso, calcoliamo i quadrati dei cateti: 303² = 91809 e 404² = 163216. Sommando questi valori, otteniamo 91809 + 163216 = 255025. Infine, calcoliamo la radice quadrata di 255025 per trovare la lunghezza dell'ipotenusa: ?255025 = 505. Pertanto, l'ipotenusa del triangolo è lunga 505 unità, confermando che la risposta fornita è corretta.

43 di 61 Domande

Una sostanza aeriforme si comporta come un Gas Perfetto se:














La risposta corretta è la A
Una sostanza aeriforme si comporta come un Gas Perfetto se obbedisce alla legge (pressione) • (volume) = costante. Questa affermazione si riferisce alla legge di Boyle, una delle leggi fondamentali dei gas ideali, che stabilisce che per una data quantità di gas a temperatura costante, il prodotto della pressione e del volume rimane costante. I gas perfetti o ideali seguono una serie di leggi, tra cui quella di Boyle, la legge di Charles e la legge di Avogadro, che insieme formano l'equazione di stato dei gas ideali: PV = nRT, dove P è la pressione, V è il volume, n è il numero di moli, R è la costante universale dei gas e T è la temperatura in Kelvin. La legge di Boyle è valida solo quando il gas si comporta idealmente, ovvero quando le interazioni tra le molecole sono trascurabili e il volume delle molecole stesse è irrilevante rispetto al volume del contenitore. In condizioni di bassa pressione e alta temperatura, la maggior parte dei gas reali si avvicina al comportamento ideale, permettendo l'applicazione della legge di Boyle come una buona approssimazione.

44 di 61 Domande

Il deuterio e il tritio sono:














La risposta corretta è la E
Il deuterio e il tritio sono più pesanti dell’idrogeno ordinario. Il deuterio e il tritio sono isotopi dell'idrogeno, il che significa che hanno lo stesso numero di protoni ma differiscono nel numero di neutroni presenti nel loro nucleo. L'idrogeno ordinario, o prozio, ha un solo protone e nessun neutrone, mentre il deuterio ha un protone e un neutrone, e il tritio ha un protone e due neutroni. Questa differenza nel numero di neutroni aumenta la massa atomica del deuterio e del tritio rispetto all'idrogeno ordinario. La presenza di neutroni aggiuntivi rende il deuterio circa il doppio più pesante dell'idrogeno ordinario e il tritio circa il triplo più pesante. Tale differenza di massa è fondamentale in vari campi scientifici, come la chimica e la fisica nucleare, dove le proprietà isotopiche influenzano le reazioni e le applicazioni pratiche, come nella fusione nucleare.

45 di 61 Domande

 La perdita di un neutrone da parte di un nucleo di un atomo comporta:














La risposta corretta e' la '

Una diminuzione di un'unità di A per quel elemento  

'.


46 di 61 Domande

Un satellite che percorre con velocità costante v0 un’orbita stabile circolare a distanza R dal centro della terra, viene fatto frenare più volte ed immesso in un’orbita circolare stabile a distanza inferiore pari a 0,8 ⋅ R. Della velocità con cui percorre la nuova orbita possiamo dire che:














La risposta corretta e' la '

è più grande di v0 perché la forza centripeta (e quindi centrifuga) è maggiore

'.


47 di 61 Domande

Quale fra le seguenti non è una funzione del sistema linfatico?














La risposta corretta e' la '

Produzione dei globuli bianchi.

'.


48 di 61 Domande

Tra gli atomi di quale delle seguenti coppie si può formare un legame ionico?














La risposta corretta e' la ' Ca e Cl '.


49 di 61 Domande

Individuare l'affermazione ERRATA:














La risposta corretta e' la ' La solubilità di una sostanza la cui dissoluzione è un processo esotermico diminuisce al diminuire della temperatura '.


50 di 61 Domande

Il punto triplo di una sostanza è un particolare stato termodinamico determinato da valori di pressione e temperatura in corrispondenza del quale:














La risposta corretta è la D
Il punto triplo di una sostanza è un particolare stato termodinamico determinato da valori di pressione e temperatura in corrispondenza del quale gli stati solido, liquido e vapore coesistono in equilibrio. Questo fenomeno avviene in condizioni specifiche per ogni sostanza, dove le tre fasi possono esistere simultaneamente senza che una prevalga sulle altre. Il punto triplo è unico per ogni sostanza e rappresenta una delle condizioni fondamentali per definire le sue proprietà termodinamiche. A questo punto, le linee di equilibrio tra le fasi si intersecano, permettendo il passaggio diretto tra solido, liquido e gas senza variazioni di pressione o temperatura. È una caratteristica importante nello studio delle transizioni di fase e viene utilizzato per calibrare strumenti di misura della temperatura, come il termometro a gas. Ad esempio, il punto triplo dell'acqua è a 0,01°C e 611,657 pascal, condizioni sotto le quali il ghiaccio, l'acqua liquida e il vapore acqueo possono coesistere.

51 di 61 Domande

In una reazione chimica all’ equilibrio:














La risposta corretta è la C

In una reazione chimica all'equilibrio, la velocità della reazione diretta e della reazione inversa sono uguali. Questo avviene perché l'equilibrio chimico è uno stato dinamico in cui le reazioni diretta e inversa avvengono simultaneamente alla stessa velocità, il che significa che le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti rimangono costanti nel tempo. Sebbene le molecole continuino a reagire, non vi è un cambiamento netto nelle concentrazioni, poiché le molecole che si trasformano da reagenti a prodotti vengono bilanciate da quelle che si trasformano da prodotti a reagenti. Questo equilibrio dinamico non implica che le concentrazioni di reagenti e prodotti siano necessariamente uguali, ma piuttosto che il loro rapporto rimane costante. La costante di equilibrio, K, è una misura del rapporto tra le concentrazioni dei prodotti e dei reagenti a equilibrio raggiunto e dipende dalla temperatura. L'equilibrio può essere influenzato da cambiamenti di temperatura, pressione o concentrazione secondo il principio di Le Chatelier, che descrive come il sistema reagisce per minimizzare tali perturbazioni e ristabilire l'equilibrio.


52 di 61 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


53 di 61 Domande

Quale delle seguenti entità biologiche è una cellula procariotica?














La risposta corretta e' la ' Il batterio Salmonella '.


54 di 61 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 61 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 61 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 61 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 61 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 61 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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