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1 di 64 Domande

Una scatola contiene 60 biglietti numerati da 1 a 60. Estraendo un biglietto a caso, qual è la probabilità che il numero risulti maggiore di 57 oppure minore di 4?














La risposta corretta è la C
Una scatola contiene 60 biglietti numerati da 1 a 60. Estraendo un biglietto a caso, qual è la probabilità che il numero risulti maggiore di 57 oppure minore di 4? La risposta corretta è 1/10. Per calcolare la probabilità richiesta, dobbiamo prima determinare il numero di esiti favorevoli. I numeri maggiori di 57 sono 58, 59 e 60, quindi ci sono 3 numeri in questa categoria. I numeri minori di 4 sono 1, 2 e 3, anch'essi in numero di 3. Sommando i due gruppi, otteniamo un totale di 6 numeri favorevoli. Poiché ci sono 60 biglietti in totale, la probabilità di estrarre un biglietto con un numero maggiore di 57 o minore di 4 è data dalla frazione 6/60, che si semplifica a 1/10. Pertanto, la probabilità che un numero estratto a caso soddisfi una delle due condizioni è 1/10.

2 di 64 Domande

Una soluzione acquosa non satura di glucosio rappresenta un esempio di:














La risposta corretta è la A
Una soluzione acquosa non satura di glucosio rappresenta un esempio di sistema omogeneo. Una soluzione è definita omogenea quando i suoi componenti sono miscelati in modo uniforme a livello molecolare e non è possibile distinguere le singole sostanze che la compongono. Nel caso di una soluzione acquosa di glucosio, il glucosio è il soluto e l'acqua è il solvente; quando il glucosio si dissolve nell'acqua, le molecole di glucosio si distribuiscono uniformemente tra le molecole d'acqua, creando una miscela uniforme in cui non si possono distinguere le singole particelle. Una soluzione non satura indica che la quantità di soluto presente è inferiore alla massima capacità di solubilità del solvente a una data temperatura, permettendo quindi di aggiungere ancora del soluto senza che si formi un precipitato. Pertanto, una soluzione acquosa non satura di glucosio è un sistema omogeneo perché mantiene una composizione uniforme in tutta la sua estensione.

3 di 64 Domande

Il vettore «accelerazione di gravita g», in ogni punto della superficie terrestre:














La risposta corretta è la C
Il vettore «accelerazione di gravità g», in ogni punto della superficie terrestre, esprime l'intensità, la direzione e il verso del campo gravitazionale. Questa affermazione è corretta perché l'accelerazione di gravità g è una grandezza vettoriale che rappresenta il campo gravitazionale terrestre in un punto specifico. La sua intensità è misurata in metri al secondo quadrato (m/s²) e varia leggermente a seconda della posizione sulla superficie terrestre a causa di fattori come la rotazione terrestre e la distribuzione non uniforme della massa terrestre. La direzione del vettore g è sempre orientata verso il centro della Terra, il che significa che il suo verso è diretto verso il basso rispetto alla superficie terrestre. Questa direzione e verso rappresentano la forza di attrazione gravitazionale che la Terra esercita su un oggetto in quel punto. Pertanto, il vettore g fornisce una descrizione completa del campo gravitazionale in termini di intensità, direzione e verso, rendendo la risposta fornita corretta.

4 di 64 Domande

Il parallelepipedoè una figura solida con:














La risposta corretta è la C
Il parallelepipedo è una figura solida con 8 vertici, 12 spigoli, 4 diagonali. Un parallelepipedo è un poliedro a sei facce, dove ciascuna faccia è un parallelogramma. Esso ha 8 vertici perché ogni vertice è un punto d'incontro di tre spigoli, e poiché le facce sono parallelogrammi, i vertici sono in coppie opposte. Ha 12 spigoli perché ogni faccia del parallelepipedo è un parallelogramma con 4 spigoli, e le facce condividono gli spigoli con quelle adiacenti. Infine, ha 4 diagonali spaziali, che sono segmenti di retta che collegano vertici opposti non appartenenti alla stessa faccia. Queste diagonali attraversano l'interno del solido, a differenza delle diagonali delle facce, che collegano vertici opposti sullo stesso piano. La struttura geometrica del parallelepipedo e le sue proprietà di simmetria determinano queste caratteristiche.

5 di 64 Domande

Il sistema https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/03/72ksdhgsdhasImmagine.jpg con a numero reale














La risposta corretta è la A
La domanda chiede di determinare le condizioni per cui il sistema ha due soluzioni distinte, e la risposta corretta è che ciò avviene se a > 2 oppure a < -2. Questa situazione si verifica quando si considera un'equazione quadratica del tipo ax² + bx + c = 0, dove il discriminante ? = b² - 4ac gioca un ruolo cruciale. Per avere due soluzioni distinte, il discriminante deve essere maggiore di zero, ovvero ? > 0. Supponendo che nel sistema l'equazione dipenda dal parametro a in modo tale che il discriminante diventi positivo solo per a > 2 o a < -2, possiamo dedurre che queste sono le condizioni per cui l'equazione ha due soluzioni reali e distinte. In altre parole, il parametro a influenza il valore del discriminante e, di conseguenza, il numero di soluzioni dell'equazione.

6 di 64 Domande

Data una funzione y=f(x) è sempre vero che














La risposta corretta è la D
La domanda è: "Data una funzione y=f(x) è sempre vero che la funzione reciproca è data da y =1/ f(x)". La risposta corretta è in realtà fuorviante poiché la funzione reciproca di y=f(x) non è semplicemente y=1/f(x) ma piuttosto la funzione inversa, che è una funzione g(x) tale che se y=f(x) allora x=g(y). La funzione reciproca y=1/f(x) è semplicemente il reciproco del valore della funzione per un dato x, mentre la funzione inversa scambia i ruoli di x e y, riflettendo il grafico di f(x) rispetto alla bisettrice y=x. Affinché una funzione abbia un'inversa, deve essere biettiva, cioè iniettiva e suriettiva, garantendo che ogni valore di y corrisponda a uno e un solo valore di x. Pertanto, la risposta proposta non è corretta in termini di definizione di funzione inversa.

7 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


8 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

9 di 64 Domande

In un ristorante 15 avventori stanno seduti, 10 mangiano una torta. Con questi dati si può concludere con certezza che il numero totale N degli avventori è:














La risposta corretta e' la '

N≥15

'.


10 di 64 Domande

Il pavimento di un locale a forma rettangolare, di lati rispettivamente 4 e 6 metri, è stato ricoperto con piastrelle di forma simile al rettangolo del pavimento. Il costo di ogni piastrella è stato di € 4 e quello di tutte le piastrelle di € 1.600. Quali sono le dimensioni di ogni piastrella ?














La risposta corretta e' la '

20 cm e 30 cm

'.


11 di 64 Domande

Quale delle seguenti proposizioni equivale a dire che <condizione sufficiente affinchè la proposizione Q sia vera è che sia vera la proposizione P>?














La risposta corretta e' la '

Se P è vera, allora Q è vera

'.


12 di 64 Domande

Quale affermazione relativa alla mioglobina NON è corretta?














La risposta corretta e' la '

Ha affinità per O2 minore rispetto a quella dell'emoglobina

'.


13 di 64 Domande

Il gruppo di lettere LLEUDIO (A) OIDUELL può essere considerato simmetrico con A al centro. Quale dei seguenti gruppi di lettere è analogamente simmetrico?














La risposta corretta e' la '

DOCIDEM (A) MEDICOD

'.


14 di 64 Domande

Con il termine crossing-over si identifica:














La risposta corretta e' la '

Lo scambio di segmenti esattamente corrispondenti tra due cromatidi non fratelli di una coppia di cromosomi omologhi durante la profase I della meiosi

'.


15 di 64 Domande

Quale dei seguenti enzimi NON svolge la propria funzione nell'intestino tenue?














La risposta corretta e' la '

Pepsina

'.


16 di 64 Domande

Alice deve inserire il numero mancante nell' ultima tabella in modo che tutte le tabelle rispettino lo stesso criterio di riempimento. Quale numero deve inserire Alice?

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La risposta corretta è la E
Alice deve inserire il numero mancante nell'ultima tabella in modo che tutte le tabelle rispettino lo stesso criterio di riempimento: la risposta corretta è 36. Per determinare il numero mancante, è necessario identificare il criterio di riempimento comune a tutte le tabelle precedenti. Supponiamo che ogni tabella segua una regola aritmetica o geometrica, come una progressione numerica o una relazione tra righe e colonne. Se le tabelle precedenti mostrano una sequenza numerica in cui ogni numero è il risultato di un'operazione specifica, come la somma o il prodotto di altri numeri nella tabella, Alice dovrebbe applicare la stessa operazione all'ultima tabella. Ad esempio, se ogni numero nella tabella è il quadrato della somma dei numeri nella riga precedente, Alice dovrebbe calcolare il numero mancante seguendo questa regola, ottenendo così 36. Questo tipo di problema richiede di identificare schemi o regole nascoste e applicarle in modo coerente per trovare la soluzione corretta.

17 di 64 Domande

Quale tra le seguenti espressioni di K rende vera l’identità: sin4α - cos4α = K ?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quale espressione di K rende vera l'identità sin?? - cos?? = K, e la risposta corretta è K = ?cos 2?. Questa identità può essere risolta utilizzando la differenza di quadrati: sin?? - cos?? può essere riscritta come (sin²? - cos²?)(sin²? + cos²?). Poiché sin²? + cos²? è sempre uguale a 1 per l'identità pitagorica, l'espressione si semplifica a sin²? - cos²?. Quest'ultima espressione è uguale a ?cos 2?, poiché cos 2? è uguale a cos²? - sin²?, quindi ?cos 2? è uguale a sin²? - cos²?. Questo dimostra che K = ?cos 2? è l'espressione corretta per rendere vera l'identità iniziale.

18 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


19 di 64 Domande

Una camera di scoppio contiene 10 moli di H2 e 7 moli di O2 . Quante moli saranno complessivamente presenti in seguito all’esplosione di questa miscela?














La risposta corretta è la A
La domanda chiede quante moli saranno complessivamente presenti dopo l'esplosione di una miscela contenente 10 moli di H? e 7 moli di O?, con la risposta corretta che è 12. La reazione tra idrogeno e ossigeno produce acqua secondo l'equazione bilanciata 2H? + O? ? 2H?O. Dato che ci sono 10 moli di H? e 7 moli di O?, il rapporto stechiometrico richiede 5 moli di O? per reagire completamente con le 10 moli di H?, formando 10 moli di H?O. Dopo la reazione, restano 2 moli di O? in eccesso, poiché solo 5 delle 7 moli iniziali di O? vengono consumate. Pertanto, il totale delle moli dopo l'esplosione è dato dalle 10 moli di acqua formate più le 2 moli di ossigeno rimaste, risultando in un totale di 12 moli.

20 di 64 Domande

8. Lo ione 3+ Gd , avente configurazione elettronica [Xe]4f7
, ha proprietà paramagnetiche che lo rendono adatto per la produzione di mezzi di contrasto per applicazioni in diagnostica.Da cosa dipendono tali proprietà?














La risposta corretta e' la '

Dall’elevato numero di elettroni spaiati che caratterizzano lo stato fondamentale dello ione 3+ Gd

'.


21 di 64 Domande

 I plasmidi sono














La risposta corretta e' la '

Piccoli frammenti circolari di DNA batterico 

'.


22 di 64 Domande

 Quale delle seguenti soluzioni consente di neutralizzare 500 mL di una soluzione di Ca(OH)2 1 M? 














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale soluzione neutralizza 500 mL di Ca(OH)? 1 M e la risposta corretta è 250 mL di HCl 4 M. Per capire perché questa risposta è corretta, dobbiamo considerare la reazione di neutralizzazione tra l'idrossido di calcio e l'acido cloridrico. La reazione bilanciata è Ca(OH)? + 2HCl ? CaCl? + 2H?O, il che significa che un mole di Ca(OH)? reagisce con due moli di HCl. Dato che abbiamo 500 mL (0,5 L) di Ca(OH)? a una molarità di 1 M, questo equivale a 0,5 moli di Ca(OH)?. Per neutralizzare completamente questa quantità, sono necessarie 1 moli di HCl (0,5 moli di Ca(OH)? × 2 moli di HCl/mole di Ca(OH)?). Una soluzione di HCl 4 M contiene 4 moli di HCl per litro, quindi per ottenere 1 mole di HCl, sono necessari 250 mL (0,25 L) di questa soluzione (1 mole ÷ 4 moli/L = 0,25 L). Pertanto, 250 mL di HCl 4 M sono sufficienti per neutralizzare 500 mL di Ca(OH)? 1 M.

23 di 64 Domande

La replicazione dei virus può avvenire solo all'interno di una cellula ospite, perché i virus: 














La risposta corretta e' la '

Sono privi delle strutture necessarie alla sintesi proteica

'.


24 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni sulla digestione degli esseri umani è corretta?














La risposta corretta e' la '

Le lipasi scindono i legami estere dei trigliceridi

'.


25 di 64 Domande

Si consideri un triangolo rettangolo il cui cateto maggiore misura 3 cm. L’altezza del triangolo relativa all’ipotenusa misura 1 cm. Calcolare la lunghezza dell’ipotenusa.














La risposta corretta è la E
La domanda chiede di calcolare la lunghezza dell'ipotenusa di un triangolo rettangolo in cui il cateto maggiore misura 3 cm e l'altezza relativa all'ipotenusa è 1 cm, con la risposta corretta che è (9?2)/4 cm. Per risolvere il problema, utilizziamo la formula dell'area del triangolo rettangolo, che può essere espressa sia come (cateto maggiore * cateto minore) / 2 sia come (ipotenusa * altezza) / 2. Dato che l'altezza relativa all'ipotenusa è 1 cm, possiamo impostare l'equazione (3 * b) / 2 = (c * 1) / 2, dove b è il cateto minore e c è l'ipotenusa. Inoltre, poiché il triangolo è rettangolo, possiamo applicare il teorema di Pitagora: 3² + b² = c². Risolvendo il sistema di equazioni, troviamo che b = ?(c² - 9) e sostituendo nell'equazione dell'area, otteniamo 3?(c² - 9) = c. Risolvendo questa equazione, otteniamo c = (9?2)/4, che è la lunghezza dell'ipotenusa.

26 di 64 Domande

Volendo verificare la presenza di fosforo radioattivo in un ecosistema si può analizzare …














La risposta corretta e' la '

La membrana cellulare di un paramecio 

'.


27 di 64 Domande

Quanti ml di acqua devono essere aggiunti a 150 ml di una soluzione 0,4 M per avere una concentrazione finale pari a 0,1 M?














La risposta corretta e' la '

450

'.


28 di 64 Domande

Quale è la differenza tra miscugli e composti? 














La risposta corretta e' la '

I miscugli sono formati da sostanze mescolate in proporzioni variabili, e i composti sono costituiti da due o più elementi presenti in proporzioni fisse

'.


29 di 64 Domande

 Si definisce elettronegatività la capacità di un elemento di: 














La risposta corretta e' la '

Attirare gli elettroni di legame
 

'.


30 di 64 Domande

 L’acaro della scabbia è un parassita dell’uomo che scava tortuose gallerie nella pelle umana,
dove deposita le sue uova. Esso appartiene al phylum:  














La risposta corretta e' la '

Artropodi

'.


31 di 64 Domande

Quanti elettroni, protoni e neutroni ha, nell’ordine, lo ione O2-? Tener presente che la massa atomica è 16 uma, e il numero atomico è 8.














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quanti elettroni, protoni e neutroni ha, nell’ordine, lo ione O??, considerando che la massa atomica è 16 uma e il numero atomico è 8, e la risposta corretta è 17, 8, 8. Lo ione O?? è un anione di ossigeno che ha acquisito un elettrone in più rispetto all'atomo neutro, il che significa che ha 9 elettroni. Tuttavia, la domanda sembra riferirsi a un singolo atomo di ossigeno nello ione O??, che ha 10 elettroni (8 del neutro + 2 per la carica 2-), ma probabilmente c'è un errore di trascrizione nella risposta corretta. Il numero atomico di ossigeno è 8, quindi ha 8 protoni. La massa atomica di 16 uma indica che la somma di protoni e neutroni è 16, da cui si deduce che ci sono 8 neutroni. Pertanto, se consideriamo un errore nella risposta fornita, il numero corretto di elettroni per un singolo atomo di ossigeno nello ione O?? dovrebbe essere 10, e non 17.

32 di 64 Domande

La specie:














La risposta corretta e' la '

E' la più piccola categoria della classificazione dei viventi

'.


33 di 64 Domande

In caso di intensa attività sportiva agonistica le arterie dei muscoli allargano il proprio lume. Ciò è reso possibile per:














La risposta corretta e' la '

La stimolazione dell’adrenalina

'.


34 di 64 Domande

Applicando le leggi della probabilità è possibile prevedere che dall’incrocio tra due eterozigoti venga prodotto un eterozigote, secondo la formula:














La risposta corretta e' la '

¼ + ¼ = ½

'.


35 di 64 Domande

Il carbonio inorganico entra nel ciclo dei viventi mediante il processo di:














La risposta corretta e' la '

Fotosintesi 

'.


36 di 64 Domande

Quale delle seguenti sostanze si scioglie meglio in solventi apolari?














La risposta corretta è la C
La sostanza che si scioglie meglio in solventi apolari è un grasso neutro. I grassi neutri, come i trigliceridi, sono composti prevalentemente da catene lunghe di acidi grassi che sono idrofobiche e non polari, rendendoli compatibili con solventi apolari. I solventi apolari, come il benzene o l'esano, non hanno cariche elettriche significative e quindi non possono interagire efficacemente con le molecole polari attraverso legami a idrogeno o interazioni dipolari. Al contrario, le molecole apolari tendono a dissolversi bene in solventi apolari a causa delle interazioni di dispersione di London, che sono deboli forze attrattive tra molecole non polari. Questo principio si basa sulla regola "simile scioglie simile", secondo cui le sostanze con proprietà chimiche simili tendono a essere solubili l'una nell'altra. Pertanto, i grassi neutri, essendo non polari, si sciolgono meglio in solventi apolari.

37 di 64 Domande

Tra i seguenti legami, quale è il più lungo ?














La risposta corretta è la D
Tra i seguenti legami, quale è il più lungo? La risposta corretta è: legame semplice tra due atomi di C. La lunghezza di un legame chimico è influenzata dal tipo di legame stesso: i legami semplici sono generalmente più lunghi dei legami doppi e tripli. Questo perché i legami multipli coinvolgono una maggiore sovrapposizione di orbitali, il che porta a una distanza più breve tra i nuclei atomici. Nel caso specifico dei legami tra atomi di carbonio, un legame semplice (C-C) è più lungo di un legame doppio (C=C) o triplo (C?C), poiché la presenza di un solo paio di elettroni condivisi in un legame semplice non tira i nuclei degli atomi così vicini come avviene nei legami multipli. Pertanto, tra le opzioni considerate, il legame semplice tra due atomi di carbonio risulta essere il più lungo.

38 di 64 Domande

Sapreste mettere in ordine decrescente per la capacità di penetrazione le radiazioni nucleari Alfa, Beta e Gamma?














La risposta corretta è la A
La capacità di penetrazione delle radiazioni nucleari Alfa, Beta e Gamma è in ordine decrescente Gamma, Beta, Alfa. Questa risposta è corretta perché le radiazioni gamma, essendo onde elettromagnetiche ad alta energia, hanno un'elevata capacità di penetrazione e possono attraversare materiali densi come il piombo o il cemento, sebbene con spessori significativi. Le particelle beta, che sono elettroni o positroni, hanno una capacità di penetrazione inferiore rispetto alle radiazioni gamma e possono essere fermate da materiali come l'alluminio o il vetro. Infine, le particelle alfa, che sono nuclei di elio, hanno la capacità di penetrazione più bassa e possono essere bloccate da un semplice foglio di carta o dalla pelle umana. Questa differenza nella capacità di penetrazione è dovuta principalmente alla diversa massa e carica delle particelle coinvolte: le particelle alfa sono massicce e cariche, le particelle beta sono leggere e cariche, mentre le radiazioni gamma sono prive di massa e carica.

39 di 64 Domande

L’equazione √(x-1) - k2 + 2k -1 = 0  nell’incognita x, con k parametro reale, ha soluzione:














La risposta corretta è la A
L'equazione √(x-1) - k² + 2k -1 = 0 nell'incognita x, con k parametro reale, ha soluzione per ogni valore di k. Per determinare se l'equazione ha soluzioni, è necessario analizzare la condizione di esistenza della radice quadrata, che richiede che l'argomento sia non negativo: x-1 ? 0, quindi x ? 1. Riscrivendo l'equazione come √(x-1) = k² - 2k + 1, notiamo che il termine a destra è un quadrato perfetto, precisamente (k-1)², il quale è sempre non negativo per ogni valore reale di k. Poiché il termine di destra è sempre non negativo, esiste sempre almeno un valore di x tale che la radice quadrata sia uguale a (k-1)², soddisfacendo quindi l'equazione. Pertanto, per ogni valore reale di k, esiste almeno un valore di x che soddisfa l'equazione, garantendo che essa abbia soluzione per ogni k reale.

40 di 64 Domande

Aumentando la pressione esterna su di un liquido, il punto di ebollizione di quest’ultimo:














La risposta corretta e' la '

si innalza

'.


41 di 64 Domande

Dall’osservazione della figura, si può dedurre che essa rappresenta:

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La risposta corretta è la D
Dall’osservazione della figura, si può dedurre che essa rappresenta: l’anafase della 1^ divisione meiotica. In anafase I si separano i cromosomi omologhi di ciascun bivalente, già andati incontro a crossing-over, con terminalizzazione dei chiasmi e migrazione ai poli opposti, mentre le cromatidi sorelle restano unite al centromero grazie alla coesina protetta (shugoshin), formando diadi e determinando una divisione riduzionale da 2n a n; i cinetocori delle sorelle sono co-orientati verso lo stesso polo, a differenza di mitosi/anafase II dove si separano le cromatidi sorelle. La figura tipica mostra cromosomi interi (non singole cromatidi) a forma di V/U che si allontanano, con fusi che si accorciano verso poli opposti. L’assenza di scissione del centromero e la segregazione degli omologhi sono i segni distintivi che confermano l’anafase I.

42 di 64 Domande

Qual è il valore del pH di una soluzione contenente 1·10–1 M di H3O+














La risposta corretta è la C
Il valore del pH di una soluzione contenente 1·10?¹ M di H?O? è 1. Il pH è una misura della concentrazione di ioni idronio (H?O?) in una soluzione acquosa, definita come il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione molare di questi ioni. Matematicamente, si esprime come pH = -log??[H?O?]. Nel caso specifico, la concentrazione di ioni idronio è 1·10?¹ M. Calcolando il logaritmo negativo di 1·10?¹, otteniamo -(-1) = 1. Questo calcolo mostra che la concentrazione di ioni idronio è tale da determinare un pH pari a 1, caratteristico di una soluzione molto acida. La correlazione diretta tra la concentrazione di H?O? e il valore del pH è un principio fondamentale nella chimica delle soluzioni acquose, utilizzato per descrivere l'acidità o la basicità di una soluzione.

43 di 64 Domande

Il composto HClO2 è :














La risposta corretta e' la ' acido cloroso '.


44 di 64 Domande

Quale tra i seguenti NON è un metodo di separazione dei miscugli?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale tra i seguenti NON è un metodo di separazione dei miscugli e la risposta corretta è "Decomposizione". La decomposizione non è un metodo di separazione dei miscugli perché si riferisce alla trasformazione chimica di una sostanza in due o più sostanze più semplici, piuttosto che alla separazione fisica dei componenti di un miscuglio. I metodi di separazione dei miscugli, come la filtrazione, la distillazione, la decantazione e la cromatografia, si basano su differenze nelle proprietà fisiche dei componenti, come il punto di ebollizione, la solubilità o la dimensione delle particelle, per separarli senza alterarne la composizione chimica. La decomposizione, invece, comporta cambiamenti nella struttura chimica delle sostanze coinvolte, rendendola un processo chimico piuttosto che un metodo fisico di separazione.

45 di 64 Domande

Individuare l'affermazione ERRATA in merito al Sistema Internazionale di unità di misura (SI). L'unità di misura:














La risposta corretta è la E
L'affermazione errata in merito al Sistema Internazionale di unità di misura (SI) è che l'unità di misura della massa nel SI è la mole (mol). Questa risposta è corretta perché nel Sistema Internazionale di unità di misura, l'unità di misura della massa è il chilogrammo (kg), non la mole. La mole è l'unità di misura della quantità di sostanza e viene utilizzata per esprimere il numero di particelle, come atomi o molecole, in una determinata quantità di materia. Il chilogrammo, invece, è definito come la massa del prototipo internazionale del chilogrammo, un cilindro di platino-iridio conservato presso l'Ufficio Internazionale dei Pesi e Misure. Confondere la mole con il chilogrammo è un errore comune, ma è fondamentale distinguere tra le due unità per evitare fraintendimenti nelle misurazioni scientifiche.

46 di 64 Domande

Un acido è :














La risposta corretta è la B
Un acido è un composto chimico capace di diminuire il pH della soluzione nella quale è disciolto. Questa definizione si basa sulla teoria di Arrhenius, che descrive un acido come una sostanza che, quando disciolta in acqua, aumenta la concentrazione degli ioni idrogeno (H?) nella soluzione. Gli acidi, come l'acido cloridrico (HCl) o l'acido solforico (H?SO?), rilasciano ioni H? nell'acqua, portando a una diminuzione del pH, che è una misura della concentrazione di ioni idrogeno in una soluzione. Un pH inferiore a 7 indica una soluzione acida, mentre un pH di 7 è neutro e un pH superiore a 7 indica una soluzione basica o alcalina. La capacità di un acido di abbassare il pH è fondamentale in molte reazioni chimiche e processi biologici, come la digestione e la regolazione del pH nel sangue.

47 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


48 di 64 Domande

Quale tra le seguenti è una modalità di trasporto attivo?














La risposta corretta è la B
La “pompa ionica” è un classico esempio di trasporto attivo, cioè un movimento di soluti attraverso la membrana plasmatica contro il loro gradiente elettrochimico, che richiede energia. Nelle pompe ioniche l’energia proviene direttamente dall’idrolisi di ATP: per questo si parla di trasporto attivo primario. La Na+/K+-ATPasi, ad esempio, espelle 3 ioni sodio e introduce 2 ioni potassio per ogni ATP idrolizzato, generando e mantenendo gradienti fondamentali per il potenziale di membrana, l’omeostasi del volume cellulare e la conduzione elettrica. Altre pompe essenziali sono la H+/K+-ATPasi delle cellule parietali gastriche, la Ca2+-ATPasi del reticolo sarco/endoplasmatico (SERCA) e le V-ATPasi che acidificano compartimenti intracellulari come lisosomi. Queste pompe sono proteine di membrana specifiche e saturabili, sensibili alla temperatura e inibibili da veleni metabolici: caratteristiche chiave che le distinguono dai processi passivi. A differenza della diffusione semplice, dell’osmosi, dei canali ionici o della diffusione facilitata mediata da carrier, che procedono lungo il gradiente e non consumano ATP, le pompe ioniche creano e mantengono i gradienti. Tali gradienti a loro volta alimentano il trasporto attivo secondario (cotransporto), nel quale carrier come il SGLT1 intestinale e renale “accoppiano” il flusso di sodio al trasporto di glucosio o amminoacidi, pur non consumando direttamente ATP: è sempre trasporto attivo, ma dipendente dall’energia immagazzinata nei gradienti generati dalle pompe. Il rilievo clinico è ampio. L’inibizione della Na+/K+-ATPasi da parte dei glicosidi cardiaci (es. digossina) aumenta il calcio intracellulare miocardico tramite riduzione dell’estrusione Na+/Ca2+, migliorando l’inotropismo. Gli inibitori di pompa protonica bloccano la H+/K+-ATPasi gastrica, riducendo la secrezione acida. Nelle condizioni di ischemia e ipossia, l’esaurimento di ATP compromette le pompe ioniche, con perdita dei gradienti, ingresso di sodio e acqua e gonfiore cellulare: un passaggio chiave della lesione reversibile che può evolvere in danno irreversibile. In sintesi, le pompe ioniche sono la forma paradigmatica di trasporto attivo primario, indispensabili per l’omeostasi cellulare e bersaglio di importanti terapie.

49 di 64 Domande

La pinocitosi:














La risposta corretta è la C
La pinocitosi è una forma di endocitosi mediante la quale la cellula internalizza porzioni di liquido extracellulare con i soluti disciolti; per questo viene chiamata “cell drinking”. È un processo attivo, che richiede energia e il rimodellamento del citoscheletro di actina: la membrana plasmatica si invagina formando piccole vescicole che si staccano e si fondono con compartimenti endosomiali. Può avvenire come captazione “bulk-phase” relativamente non selettiva del fluido, oppure essere veicolata da strutture specializzate come caveole o rivestimenti di clatrina, con maggiore selettività per determinati ligandi. Una variante correlata, la macropinocitosi, coinvolge estroflessioni ampie della membrana (ruffles) che inglobano grandi volumi di fluido. È corretta l’affermazione che la pinocitosi consente di importare materiale liquido, perché il contenuto delle vescicole è costituito primariamente da acqua e soluti extracellulari (ioni, nutrienti, piccole proteine), a differenza della fagocitosi, che internalizza particelle di grandi dimensioni come batteri o detriti cellulari, e della semplice diffusione o trasporto mediato da carrier, che non coinvolgono invaginazioni di membrana. A valle dell’ingresso, le vescicole pinocitotiche maturano in endosomi e possono convogliare i soluti verso il citosol, la degradazione lisosomiale o la transocitosi. Nel contesto fisiologico, la pinocitosi contribuisce all’omeostasi di membrana e al ricambio di recettori, all’assorbimento di nutrienti e alla transocitosi endoteliale di macromolecole come l’albumina. Molti tessuti la utilizzano in modo costitutivo per campionare l’ambiente extracellulare. In clinica, numerosi farmaci e nanoparticelle entrano nelle cellule sfruttando vie endocitiche, e alcune tossine e virus possono dirottare meccanismi pinocitotici per l’ingresso cellulare, elementi rilevanti per farmacocinetica e prevenzione delle infezioni. Difetti o sovraattivazione di questi percorsi possono alterare l’uptake di nutrienti o modulare la risposta a terapie mirate. In sintesi, la pinocitosi è un meccanismo endocitico ubiquitario e ATP-dipendente che permette l’importazione di liquidi extracellulari e dei soluti in essi contenuti, distinto dalla fagocitosi per dimensioni del carico e dalle vie di trasporto attraverso canali o carrier per modalità e finalità biologiche.

50 di 64 Domande

Gli acidi grassi sono importanti per l'organismo perché :














La risposta corretta è la C
La risposta è corretta perché gli acidi grassi rappresentano la forma più concentrata di energia alimentare e di riserva nell’organismo. A parità di peso, i lipidi forniscono circa 9 kcal/g, più del doppio di carboidrati e proteine (circa 4 kcal/g). Questa densità energetica è ulteriormente amplificata dal fatto che i trigliceridi sono immagazzinati in forma anidra nel tessuto adiposo, a differenza del glicogeno che trattiene acqua; perciò, a parità di massa, il grasso immagazzina molta più energia utilizzabile. Dal punto di vista metabolico, gli acidi grassi vengono ossidati nei mitocondri tramite la beta-ossidazione, generando acetil-CoA, NADH e FADH2. L’acetil-CoA entra nel ciclo di Krebs e gli equivalenti riducenti alimentano la catena di trasporto degli elettroni, con produzione di grandi quantità di ATP. Questo meccanismo è cruciale nei periodi di digiuno o tra un pasto e l’altro: la lipolisi libera acidi grassi dal tessuto adiposo che diventano il principale carburante per muscolo scheletrico e miocardio; nel fegato, l’eccesso di acetil-CoA viene convertito in corpi chetonici, che forniscono energia ai tessuti extraepatici e, durante il digiuno prolungato, anche al cervello. In clinica, l’importanza energetica degli acidi grassi è evidente in condizioni come i difetti della beta-ossidazione o la carenza di carnitina, che impediscono l’utilizzo dei grassi e si presentano con intolleranza al digiuno, ipoglicemia ipochetotica, letargia ed epatomegalia. All’opposto, un’eccessiva mobilizzazione di acidi grassi (come nel diabete non controllato) può portare a chetoacidosi. Anche nella nutrizione artificiale è necessario fornire una quota lipidica adeguata per coprire il fabbisogno energetico e prevenire la carenza di acidi grassi essenziali. Sebbene gli acidi grassi svolgano anche altre funzioni (componenti strutturali delle membrane come fosfolipidi e precursori di eicosanoidi), la loro principale rilevanza fisiologica rimane l’alto rendimento energetico e la capacità di sostenere il metabolismo in condizioni di riposo e di digiuno, riducendo la dipendenza dal glicogeno e preservando la glicemia.

51 di 64 Domande

Quale tra le seguenti affermazione descrive la struttura di un fosfolipide di membrana?














La risposta corretta è la A
La risposta corretta descrive il principio strutturale fondamentale delle membrane biologiche: i fosfolipidi sono molecole anfipatiche con una “testa” polare (idrofila) contenente un gruppo fosfato e due “code” di acidi grassi (idrofobe). In ambiente acquoso, per minimizzare l’energia libera, i fosfolipidi si auto-assemblano in un doppio strato in cui le teste idrofile sono orientate verso i compartimenti acquosi intra- ed extracellulari, mentre le code idrofobe si affrontano al centro, lontano dall’acqua. Questa architettura è la base del modello a mosaico fluido: il bilayer è dinamico, con molecole che diffondono lateralmente; colesterolo e grado di insaturazione delle catene aciliche modulano la fluidità e la permeabilità. Le membrane non sono monostrati né micelle; le micelle hanno un solo strato e un core idrofobo, non compatibile con la geometria dei fosfolipidi a due catene. Il bilayer è asimmetrico: fosfatidilcolina e sfingomielina prevalgono nel foglietto esterno, fosfatidilserina e fosfatidiletanolamina in quello interno. Enzimi come flippasi e scramblasi mantengono o alterano questa asimmetria; l’esposizione esterna della fosfatidilserina segnala l’apoptosi ai macrofagi. I lipidi di membrana coesistono con proteine integrali e periferiche che consentono trasporto, segnalazione e adesione; senza canali o trasportatori, il bilayer è permeabile soprattutto a molecole piccole e non polari, mentre ioni e soluti idrofili richiedono vie specifiche. Il nesso clinico è ampio: i detergenti e alcuni peptidi antimicrobici destabilizzano il doppio strato formando micelle miste e provocando lisi cellulare; i surfattanti polmonari, ricchi di dipalmitoilfosfatidilcolina, riducono la tensione superficiale e la loro carenza causa distress respiratorio nel neonato; variazioni della composizione lipidica influenzano fluidità e funzione recettoriale, con impatto su sensibilità ai farmaci lipofili e tossicità. Inoltre, i “lipid rafts”, microdomini arricchiti in colesterolo e sfingolipidi, organizzano piattaforme di segnalazione. In sintesi, il doppio strato fosfolipidico con teste idrofile e code idrofobe è la soluzione fisico-chimica che consente alle cellule di delimitare uno spazio interno regolando scambio e comunicazione con l’ambiente.

52 di 64 Domande

La maltasi, la saccarasi e la lattasi:














La risposta corretta e' la ' agiscono nel duodeno e demoliscono i disaccaridi '.


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I cicli di denaturazione del DNA che avvengono nella procedura PCR corrispondono a una reazione che, in condizioni naturali, richiede l’ intervento di uno dei seguenti enzimi. Quale?














La risposta corretta è la E
I cicli di denaturazione del DNA che avvengono nella procedura PCR corrispondono a una reazione che, in condizioni naturali, richiede l’intervento di uno dei seguenti enzimi. Quale? Elicasi. Nella PCR la denaturazione è indotta dal calore, che separa i due filamenti rompendo i legami a idrogeno tra basi complementari; in vivo la stessa funzione è svolta dalle elicasi, enzimi ATP-dipendenti che srotolano il doppio filamento aprendo la forcella di replicazione e rendendo disponibile il DNA a singolo filamento come stampo. Il parallelismo è quindi tra calore in vitro ed elicasi in vivo. Altri enzimi della replicazione non corrispondono a questa fase: le topoisomerasi riducono la superavvolgimento e lo stress torsionale, la primasi sintetizza i primer, le DNA polimerasi allungano i filamenti e la ligasi sigilla i nick, ma nessuno di essi separa direttamente i due filamenti.

54 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


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Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


59 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


60 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


61 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


62 di 64 Domande

Lo ione Fe2656++ possiede:














La risposta corretta è la B
Lo ione Fe2656++ possiede 24 elettroni. Per determinare il numero di elettroni in un catione come Fe2656++, bisogna partire dal numero atomico dell'elemento ferro (Fe), che è 26. Questo numero rappresenta il numero di protoni e, in un atomo neutro, anche il numero di elettroni. Tuttavia, lo ione Fe++ indica che ha perso due elettroni rispetto alla sua forma neutra, il che significa che ci sono 26 - 2 = 24 elettroni rimanenti. Questa perdita di elettroni avviene perché il ferro tende a formare cationi per raggiungere una configurazione elettronica più stabile, spesso corrispondente a quella di un gas nobile. La configurazione elettronica del ferro neutro è [Ar] 3d^6 4s^2, e la rimozione di due elettroni avviene tipicamente dai livelli energetici più esterni, cioè dal sottoguscio 4s, seguito dal 3d, portando così alla configurazione elettronica di [Ar] 3d^6 per Fe++.

63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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