Dettagli
- Compressione Del nervo ulnare al gomitoÂ
- EziologiaÂ
- Quadro clinicoÂ
- Diagnostica strumentaleÂ
- TerapiaÂ
Compressione del nervo cubitale
Compressione Del nervo ulnare al gomito
- La compressione del nervo ulnare al gomito a livello del tunnel cubitale (Box 01) è stata la prima sindrome canalicolare a essere descritta grazie a Panas nel 1878.
Box 01

Box 01: Il tunnel cubitale
Figura 01

Figura 01: tunnel cubitale. Nervo ulnare (A); legamento epitrocleo-olecranico (B); capo omerale del flessore ulnare del carpo (C); capo ulnare del flessore ulnare del carpo (d).
Eziologia
- La riflessione che il nervo ulnare compie intorno allâepitroclea fa sĂŹ che nella posizione di flessione del gomito, che è quella piĂš frequentemente assunta dallâarticolazione nelle attivitĂ della vita quotidiana, il nervo stesso sia sottoposto a stiramento. Pertanto, si ritiene che, pur riconoscendo il ruolo patogenetico prevalente della compressione del nervo, la trazione e lâattrito giochino un ruolo maggiore in questa sede rispetto a qualunque altra sindrome canalicolare, e ciò influenza la scelta del trattamento chirurgico di questa patologia.
La compressione del nervo ulnare al gomito può essere frequentemente idiopatica; esistono comunque numerose cause in grado di determinare la comparsa di questa sindrome.- Cause anatomiche: abnorme tensione dellâaponevrosi tesa tra i due capi del flessore ulnare del carpo; presenza di un muscolo anomalo epitrocleo-anconeo nella sede del legamento epitrocleo-olecranico.
- Cause traumatiche: un trauma diretto sulla faccia mediale del gomito flesso può causare una contusione del nervo, che a sua volta può determinare, se di intensitĂ adeguata, una fibrosi perineurale con compressione cronica. PiĂš spesso, il meccanismo è indiretto e consegue alla deformitĂ secondaria a una frattura o lussazione del gomito. In particolare, una frattura del condilo laterale dellâomero, sovracondiloidea, o una lussazione inveterata del capitello radiale produce un gomito valgo che aumenta la trazione cui è sottoposto il nervo ulnare. Una frattura del condilo mediale può produrre unâirregolaritĂ della doccia che forma il pavimento del tunnel cubitale e causare un conflitto con il nervo.
- Cause tumorali: tumori dei tessuti molli, cisti artrogene del gomito.
- Cause infiammatorio-degenerative: lâartrite reumatoide può produrre una tumefazione sinoviale in grado di comprimere il nervo che decorre a stretto contatto con la capsula articolare; lâartrosi del gomito può produrre osteofiti omero-ulnari o calcificazioni in sede mediale.
- Sublussazione recidivante del nervo: il nervo ulnare può scivolare sul davanti dellâepitroclea nei movimenti di flessione del gomito (segno di Childress). Il ripetersi di questo movimento può causare la sofferenza del nervo stesso.
Quadro clinico
- Il quadro clinico è caratterizzato in fase irritativa da dolore al gomito in sede mediale, irradiato lungo la faccia mediale dellâavambraccio verso il polso. Ă associato a parestesie riferite alle due dita ulnari. Queste parestesie tendono, rispetto alla STC, a unâevoluzione progressiva e divengono precocemente continue. Nella fase deficitaria compare debolezza muscolare della mano, della quale il paziente si rende conto soprattutto nellâesecuzione della pinza tra il pollice e lâindice, per lâinteressamento dellâadduttore del pollice e del I interosseo dorsale. Lâispezione evidenzia in fase deficitaria lâipotrofia della muscolatura intrinseca della mano innervata dallâulnare: essa è particolarmente evidente a carico dellâeminenza ipotenar e del I interosseo dorsale, ove si manifesta con un aspetto incavato della prima commissura sul lato dorsale. Può essere presente un atteggiamento âad artiglioâ del IV e V dito, che consiste nellâestensione della MF con flessione delle IF ed è causato dallo squilibrio tra lâazione dei muscoli estrinseci e la paralisi degli intrinseci che agiscono normalmente flettendo la MF ed estendendo le IF. Il II e III dito non presentano questo atteggiamento grazie allâattivitĂ del I e II lombricale innervati dal nervo mediano. A volte il V dito è atteggiato in abduzione rispetto al IV (segno di Wartenberg) per il deficit del III interosseo palmare che ha la funzione di addurre il V dito.
- Lâesame deve proseguire indagando la sensibilitĂ : nella fase deficitaria è presente una disestesia localizzata in sede volare al V dito e alla metĂ ulnare del IV dito, allâeminenza ipotenar e alla metĂ ulnare del dorso della mano.
Dopo lâesame della sensibilitĂ va eseguito il test provocativo che consiste nel far mantenere al paziente il gomito in flessione con polso in posizione neutra (elbow flexion test) con lo scopo di evocare dolore e parestesie nel territorio del nervo ulnare. Il test è positivo se i disturbi compaiono entro un minuto dallâassunzione della posizione descritta. - Il segno di Tinel è costantemente positivo a livello del decorso del nervo ulnare nel tunnel cubitale (Figura 02) e produce una sensazione di scossa irradiata verso il IV e V dito.
- Lâesame obiettivo è completato dallâesame muscolare che deve indagare la forza del flessore ulnare del carpo (flessione del polso), del flessore profondo del IV e V dito (flessione dellâinterfalangea distale, IFD) e di tutti i muscoli intrinseci innervati dal nervo ulnare.
- Gli interossei dorsali e palmari si possono valutare chiedendo al paziente di eseguire rispettivamente lâabduzione e lâadduzione delle dita (Figura 03). Lâadduttore del pollice viene studiato con il test di Froment che si esegue chiedendo al paziente di tenere un foglio di carta tra pollice e indice: il test è positivo se il paziente non è in grado di trattenere il foglio che lâesaminatore tenta di sfilare. In questo caso, infatti, il paziente tende a flettere con forza la IF del pollice per compensare il deficit dellâadduzione (Figura 04). Va notato che anche nelle fasi avanzate di questa sindrome canalicolare il flessore profondo delle dita e il flessore ulnare del carpo non presentano, se non raramente, un vero quadro di paralisi, verosimilmente perchĂŠ i fascicoli nervosi a essi diretti sono situati sulla superficie profonda del nervo ulnare allâinterno del tunnel cubitale.
Figura 02

Figura 02: Segno di tinel sul decorso del nervo ulnare al gomito.
Figura 03

Figura 03: Valutazione della forza di abduzione e adduzione delle dita contro resistenza.
Figura 04

Figura 04: test di Froment (si veda la spiegazione nel testo).
Diagnostica strumentale
- La diagnosi di una compressione del nervo ulnare al gomito impone una diagnosi differenziale a volte difficile con le radicolopatie cervicali inferiori (C8 e T1), in quanto queste rappresentano la causa piĂš frequente di parestesie riferite alla parte mediale della mano. Lâindicazione allâintervento chirurgico è data dal reperto elettromiografico di un rallentamento della conduzione del nervo in corrispondenza del tunnel cubitale. Ă necessario lo studio radiografico del gomito nelle due proiezioni ortogonali standard che può evidenziare patologie come lâartrosi (con osteofitosi della doccia epitrocleo-olecranica), calcificazioni periarticolari o condromatosi. Sono condizioni che influenzano la scelta della corretta indicazione chirurgica.
Terapia
- Nei pazienti con sintomatologia irritativa può essere indicato un approccio conservativo, consistente nella terapia medica con antinfiammatori e neurotrofici associata allâuso di un tutore che immobilizzi il gomito in lieve flessione per eliminare la trazione sul nervo durante la flessione e la frizione sullâepitroclea. Deve essere portato continuamente fino a una settimana dopo la remissione dei sintomi.
- Il trattamento chirurgico è indicato in caso di falli- nto della terapia conservativa oppure come scelta immediata in caso di deficit neurologico o di segni elettromiografici di danno assonale. Nelle forme idiopatiche la semplice decompressione del nervo con apertura dellâaponevrosi fibrosa tra i due capi del flessore ulnare del carpo rimuove la causa della compressione e consente buoni risultati. In alcune condizioni è necessario associare alla decompressione la trasposizione anteriore del nervo per spostarlo da un âlettoâ patologico a unâarea ben vascolarizzata: ciò è opportuno in caso di artrosi del gomito con osteofitosi e calcificazioni periarticolari, condromatosi, fibrosi perineurale in esiti di traumi contusivi diretti ed ematomi, viziosa consolidazione di fratture dellâomero. Esistono diverse tecniche di trasposizione anteriore tra le quali sono piĂš utilizzate la trasposizione sottocutanea e quella sottomuscolare. La trasposizione è indicata anche in caso di gomito valgo, di lussazione del nervo ulnare davanti allâepitroclea osservata intraoperatoriamente, oltre che nelle recidive dopo semplice decompressione.