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1 di 5 Domande

In quale dei seguenti tipi di leucemia l'uso di imatinib è l’elemento terapeutico chiave per il controllo della malattia a lungo termine?














La risposta corretta è la B
La terapia con imatinib, antineoplastico biologico appartenente alla classe degli inibitori delle tirosin chinasi, rappresenta l’elemento terapeutico chiave per il controllo della leucemia mieloide cronica e viene utilizzato anche nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta.

2 di 5 Domande

Quale dei seguenti parametri NON fa parte dell'International Prognostic Scoring System (IPSS) per le sindromi mielodisplastiche?














La risposta corretta è la C
Il parametro che non fa parte dell'International Prognostic Scoring System (IPSS), che valuta la severità della sindrome mielodisplastica del paziente ed indirizza il medico verso l’opzione terapeutica più opportuna, è la dipendenza dalla trasfusione di concentrati eritrocitari. In particolare i parametri che definiscono l’IPSS sono:
- percentuale di blasti nel midollo osseo (risposta A errata);
- entità della citopenia e quindi la conta piastrinica nel sangue periferico (risposta D errata);
- presenza di alterazioni cromosomiche nelle cellule patologiche evidenzialbili al cariotipo (risposta B errata).

3 di 5 Domande

Quale di queste complicazioni NON è tipica della leucemia linfatica cronica?














La risposta corretta è la A
La leucemia linfatica cronica, proliferazione maligna di linfociti B maturi, non comprende tra le sue complicazioni la trombosi venosa.
In particolare, nella fase iniziale i linfociti si accumulano nel midollo osseo, successivamente però si diffondono ai linfonodi e agli altri tessuti linfoidi, con comparsa di splenomegalia ed epatomegalia. Inoltre, con il progredire della malattia l’alterata emopoiesi condurrà ad anemia, neutropenia, trombocitopenia. Al contrario, sarà ridotta la produzione di immunoglobuline e l’ipogammaglobulinemia aumentando la suscettibilità alle complicanze infettive (risposta B errata). All’opposto, questi pazienti sono maggiormente predisposti allo sviluppo di anemia emolitica autoimmune e trombocitopenia autoiummune (risposta D ed E errate). Infine, nel 10% dei pazienti si riscontra la comparsa di seconde neoplasie, tra cui le più frequenti sono i carcinomi del polmone, della cute e dell’apparato gastroenterico (risposta C errata).

4 di 5 Domande

Donna afro-caraibica di 47 anni senza antecedenti di interesse giunge al pronto soccorso con febbre, astenia, malessere, visione offuscata e disestesie nella parte sinistra del corpo. L'esame obiettivo è normale. In laboratorio si rileva anemia (Hb 9 g/dl), trombocitopenia grave (piastrine 16.000/μl) e marcata elevazione di LDH. Per quanto riguarda questo caso, la risposta corretta è:














La risposta corretta è la B
La presenza di anemia e di un aumento dell’LDH insieme alla presenza di trombocitopenia con febbre e alterazioni neurologiche pongono il sospetto di una microangiopatia di tipo porpora trombotica citopenica che richiede l’esecuzione di uno striscio di sangue periferico per verificare la presenza di schistociti. Al contrario, pur essendo indicato il saggio dei livelli di ADAMTS 13, il trattamento con plasmaferesi non può essere posticipato ma deve essere intrapreso il prima possibile (risposta C errata). All’opposto, non avendo rilevato un test di Coombs positivo è possibile escludere sia l’ipotesi di porpora trombocitopenica autoimmune che quella di un’anemia emolitica autoimmune (risposte A e D errate).

5 di 5 Domande

Uomo di mezza eta', in buona salute fino alla diagnosi di linfoma non Hodgkin, è stato trattato con chemioterapia (CHOP) e anticorpi anti-CD20 (Rituximab). Ha ottenuto la remissione completa, ma dopo aver terminato il trattamento ha presentato infezioni respiratorie di lunga durata e due ricoveri per polmonite. Indicare lo studio complementare meno utile per riconoscere e trattare una possibile immunodeficienza secondaria:














La risposta corretta è la B
Nel paziente del caso clinico la presenza di infezioni respiratorie ricorrenti e la pregressa terapia con Rituximab, anti CD-20 che lisa i linfociti B e che quindi può indurre ipogammaglobulinemia, pongono il sospetto di una immunodeficienza umorale per cui il test meno opportuno da eseguire in questo caso è quello che valuta l’attività battericida dei fagociti.
Al contrario, i test che è necessario realizzare sono:
- quantitativi, come la concentrazione di immunoglobuline (IgG, IgA, IgM) nel sangue periferico ed il conteggio delle popolazioni di linfociti T e B circolanti (risposte A e C corrette);
- qualitativi, come la titolazione di anticorpi anti-pneumococco specifici prima e dopo la vaccinazione (risposta D errata).

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