Dettagli
- Definizione
- Epidemiologia
- Eziologia e patogenesi
- Sintomatologia e E.O
- Diagnosi
- Trattamento
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- Immagine 02
- Immagine 03
- immagine 04
- Immagine 05
Impetigine
Definizione
- L’Impetigine è un’infezione batterica contagiosa della pelle, caratterizzata nella maggior parte dei casi da croste color miele. Può verificarsi in qualsiasi età, ma è più comune nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni, rappresentando ben il 10% dei disturbi della pelle nella popolazione pediatrica.
- Dal punto di vista clinico può presentarsi sia in forma bollosa che non bollosa:
- nel caso dell’Impetigine non bollosa, lo Staphylococcus aureus è di gran lunga l’agente patogeno più comune, seguito dallo Streptococco pyogenes;
- l’Impetigine bollosa è quasi sempre dovuta a S. Aureus; è bene notare che l’MRSA sta diventando sempre più frequente, soprattutto nei pazienti ospedalizzati.
- Qualsiasi trauma della pelle, come tagli, bruciature o punture di insetto, predispone all’impetigine.
- Bisogna distinguere, a seconda dello spessore di cute coinvolta, diversi tipi di infezioni della pelle:
- impetigine: infezione superficiale caratterizzata da pustole o vescicole, che progrediscono fino alla formazione di croste o bolle;
- ectima: variante più profonda dell’Impetigine che si evolve in ulcera;
- cellulite: infezione acuta della pelle che coinvolge il derma profondo e il grasso sottocutaneo;
- erisipela: infezione superficiale della pelle che coinvolge i linfatici.
Sottotipi
- L’ Impetigine non bollosa, la tipologia più comune (70% dei casi), viene anche denominata “Impetigine contagiosa”, perché caratterizzata appunto da un’elevata contagiosità:
- è di solito causata dallo Staphylococcus aureus, ma anche lo Streptococcus pyogenes può esserne coinvolto, soprattutto nei climi più caldi e umidi;
- può essere:
- primaria: invasione batterica diretta della pelle sana e intatta;
- secondaria (più comune): infezione della pelle alterata a causa di traumi, punture di insetti, scabbia o altre affezioni cutanee, come eczema o focolai erpetici;
- inizia solitamente con lesioni maculo-papulose multiple che si trasformano subito in vescicole a parete sottile. Quest’ultime, rompendosi rapidamente, lasciano erosioni superficiali, a volte pruriginose o dolorose, coperte successivamente dalle classiche croste “mieliceriche”;
- i siti più comunemente colpiti comprendono le zone esposte del viso (narici, regione periorale) e le estremità del corpo;
- è possibile sviluppare una linfadenite regionale, ma i sintomi sistemici restano altamente improbabili;
- dopo la caduta della crosta, la zona guarisce senza cicatrici.
- L’Impetigine bollosa invece, è causata esclusivamente dallo S. aureus e rappresenta la causa più comune di eruzione cutanea ulcerosa sulle natiche dei neonati:
- le lesioni sono tipicamente presenti sul tronco, sull’ascelle e sulle estremità, e nelle aree intertriginose coperte dal pannolino;
- è caratterizzata dalla formazione di bolle più grandi, causate da tossine esfoliative prodotte dai ceppi di S. aureus, che producono la perdita di adesione delle cellule nell’epidermide superficiale;
- la tipica disposizione periferica delle squame si sviluppa a seguito della rottura delle bolle, che lascia una sottile crosta marrone sulle erosioni residue;
- i sintomi sistemici non sono frequenti, ma possono includere febbre, diarrea e debolezza;
- risolve solitamente entro 2-3 settimane senza cicatrici.
Epidemiologia
- L’Impetigine è l’infezione cutanea più comune nei bambini di età compresa tra 2 e 5 anni, ma può colpire individui di qualsiasi età.
- Rappresenta il 33% delle infezioni della pelle e dei tessuti molli nei viaggiatori (solitamente secondaria alle punture di zanzara che si infettano).
Eziologia e patogenesi
- Gli organismi causali includono:
- Stafilococco aureus;
- Streptococcus pyogenes;
- combinazione di entrambi;
- batteri anaerobi (meno comuni).
- Questi batteri colonizzano temporaneamente le aree nasali, ascellari, faringee o perineali del portatore sano. Successivamente, dalle narici o dal perineo i batteri vengono trasferiti tramite autoinoculazione sulla cute sana e, in un secondo momento, sulla cute lesionata, provocandone la malattia.
- Alcuni fattori dell’ospite infatti, come l’immunosoppressione e il danno tissutale cutaneo, sembrano essere determinanti nell’insorgenza della malattia e sono considerati fondamentali nel processo patologico.
- I batteri compaiono nella pelle dei bambini sani circa 10 giorni prima della comparsa delle lesioni e possono essere isolati dall’orofaringe tra 14 e 20 giorni dopo la comparsa sulla pelle.
- La patogenicità dello streptococco di gruppo A è superiore a quella degli altri gruppi, e può raggiungere diversi piani tissutali, come l’epidermide (impetigine), il derma (ectima), o il tessuto sottocutaneo più profondo (cellulite).
- Essendo un’infezione contagiosa, può essere diffusa dai pazienti ai contatti ravvicinati.
Sintomatologia e E.O
- Le lesioni caratteristiche sopracitate possono essere occasionalmente pruriginose od essere accompagnate da una linfadenite. I sintomi sistemici si osservano, seppur raramente, con il sottotipo bolloso e comprendono:
- debolezza;
- febbre;
- diarrea.
- L’Impetigine non bollosa inizia come lesioni maculo-papulose che si trasformano in vescicole a parete sottile che si rompono rapidamente, lasciando erosioni superficiali, a volte pruriginose, o dolorose, coperte da croste color miele. Queste lesioni, maculo-papule, vescicole o pustole color miele, tendono a disporsi sul viso o alle estremità del corpo.
- L’Impetigine bollosa è caratterizzata da bolle più grandi, flaccide e piene di liquido, con margini netti e non circondate da alone infiammatorio. La rottura delle bolle provoca una desquamazione periferica patognomonica, la formazione di essudato e una conseguente sottile crosta marrone. Le lesioni dell’Impetigine bollosa sono spesso multiple e tendono a formarsi nelle pieghe cutanee umide, come l’area del pannolino, le ascelle e le pieghe del collo.
- È inoltre fondamentale chiedere informazioni sulle condizioni che possono predisporre all’infezione, come ad esempio traumi della pelle, punture di insetti, eczemi, scabbia, focolai di herpes, diabete mellito o altre comorbidità mediche.
Diagnosi
- La diagnosi è basata principalmente sulla presentazione clinica tipica.
- La conferma della diagnosi di solito non è richiesta, ma può essere fatta con la colorazione di Gram e la coltura batterica. Non è possibile comunque distinguere tra infezione e colonizzazione.
Panoramica dei test
- I test solitamente non sono necessari, soprattutto nel caso si tratti di una presentazione tipica.
- Nel caso di insuccesso della terapia di prima linea, la coltura di materiale proveniente dalla suppurazione, dalla bolla, o dalla pelle lesionata, può essere utile per l’identificazione degli agenti patogeni e studiarne la sensibilità agli antibiotici.
- È inoltre fortemente raccomandato eseguire la colorazione di Gram e la coltura del pus o degli essudati da lesioni cutanee di Impetigine ed ectima, per stabire quale, tra lo Staphylococcus aureus e lo Streptococco pyogenes, sia l’organismo causale.
Trattamento
- Gli antibiotici topici forniscono solitamente una terapia adeguata nella maggior parte dei pazienti.
- Tra le terapie di prima linea troviamo:
- Muropicina 2% unguento (Bactroban, Centany): 3 volte al giorno per 5-7 giorni;
- Retapamulina 1% unguento (Altabax): due volte al giorno per 5 giorni;
- Acido fusidico 2% crema (Fucidin): 3 volte al giorno fino a completa guarigione o fino a 14 giorni per l’Impetigine nei bambini;
- Ozenoxacina 1% crema: due volte al giorno per 5 giorni, che migliora la guarigione delle lesioni da impetigine.
- Gli antibiotici per via orale sono consigliati esclusivamente nel caso di numerose lesioni, focolai che colpiscono più persone o nell’ectima:
- la terapia empirica raccomandata è caratterizzata da Dicloxacillina o la Cefalexina per 7 giorni;
- se la coltura produce solo streptococchi, si raccomanda la Penicillina per via orale;
- se si sospetta o si conferma la presenza di Staphylococcus aureus resistente alla Meticillina (MRSA), si raccomanda la Doxiciclina, la Clindamicina o il Cotrimoxazolo;
- nonostante vi sia purtroppo carenza di dati circa l’efficacia compativa tra i vari antibiotici per via orale per l’impetigine, la Penicillina sembra essere comunque meno efficace dell’Eritromicina o della Cloxacillina.
Immagine 01
Immagine 01. Impetigine bollosa: da notare le bolle ripiene di materiale purulento e la squama periferica caratteristica dopo la rottura delle bolle.
Immagine 02
Immagine 02. Impetigine non bollosa della narice, sede molto caratteristica.
Immagine 03
Immagine 03. Impetigine diffusa.
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Immagine 04. Impetigine delle palpebre inferiori, secondaria a congiuntivite.
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Immagine 05. Diffusione della lesione nella stessa paziente per autoinoculazione; necessario in questo caso antibiotico per via sistemica.