Dettagli
Ipomagnesemia
LâIpomagnesemia è definita come una concentrazione plasmatica di Magnesio < 1,5 mg/dl ed è considerata severa quando i livelli sierici di questo catione sono < 1 mg/dl. LâIpomagnesemia è di frequente riscontro nei pazienti ospedalizzati (7-12%) (5,6,7), ed è associata ad un aumento della mortalitĂ .(8,9.10,11)
Lâipomagnesemia è spesso associata ad altre alterazioni elettrolitiche come lâIpocalcemia e lâipokaliema, spesso refrattarie ad altri trattamenti. Bassi livelli plasmatici di Potassio associati ad una condizione di Ipomagnesemia rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di severe aritmie, pertanto nei pazienti critici il Magnesio viene spesso corretto fino a raggiungere i 2 mg/dl. (5,12)
CAUSE
LâIpomagnesemia può derivare da diverse cause (v. tabella). (3,8,13,14,15,16,17,18,19,20,21)
Diversi farmaci antibiotici e agenti chemioterapici (inclusi i farmaci biologici) possono inibire il riassorbimento del Magnesio e aumentare le perdite renali. (22,23,24,25,26,27).
In particolare la somministrazione di Cisplatino è associata alla comparsa di Ipomagnesemia in piĂš del 90% dei casi dopo 3 cicli di terapia con una dose cumulativa > di 300 mg/m2. LâIpomagnesemia indotta dalla somministrazione di Cisplatino può derivare da un danno farmaco-indotto a livello del tubulo renale distale, sebbene lâesatto meccanismo non sia chiaro. (28)
Il secondo e il terzo giorno dopo la somministrazione di cisplatino è indicata unâintegrazione con Magnesio e.v. (29,30)
Lâintegrazione di Magnesio attraverso la somministrazione endovenosa sembrerebbe essere correlata ad una riduzione del rischio di nefrotossicitĂ da cisplatino. (31, 32)
Gli anticorpi monoclonali anti EGFR causerebbero invece Ipomagnesemia inibendo il riassorbimento del Magnesio mediato dai canali TRPM6 attraverso il tubulo contorto distale, aumentando quindi le perdite renali. (33,34)
Da una metaanalisi di 25 studi clinici randomizzati è emerso che il trattamento con anticorpi monoclonali anti-EGFR è associato ad unâincidenza di Ipomagnesemia del 34%; inoltre lâutilizzo del Panitumumab sembrerebbe essere associato da unâincidenza maggiore rispetto al Cetuximab. (35)
Inoltre il riscontro di Ipomagnesemia in corso di trattamento con Cetuximab in pazienti affetti da carcinoma del colon-retto metastatico potrebbe rappresentare un fattore predittivo di efficacia, (36,37,38) sebbene altri studi non abbiano confermato questi risultati. (39)
Il ruolo prognostico
dellâIpomagnesemia è stato recentemente segnalato anche in pazienti affetti da
carcinoma squamocellulare del distretto testa-collo trattati con Cetuximab. (40)
MANIFESTAZIONI CLINICHE
I sintomi di solito non si manifestano fino a quando la concentrazione di Magnesio non scende sotto 1,2 mg/dl (0,49 mmol/l), sebbene la gravitĂ dei sintomi possa non essere correlata con i livelli sierici di magnesio. (41)
Le manifestazioni piĂš precoci dellâIpomagnesemia sono di solito disordini neuromuscolari e neuropsichiatrici (v. tabella).
Le alterazioni elettrocardiografiche possono includere lâallungamento degli intervalli PR e QT, appiattimento o inversione dellâonda T, perdita della concavitĂ verso lâalto dellâST .
DIAGNOSI
Il metodo piĂš utilizzato per determinare lo stato corporeo del Magnesio è la misurazione delle concentrazioni plasmatiche di questo ione, che spesso però non ne riflettono le reali riserve dellâorganismo, a causa della sua distribuzione.
Normali livelli di magnesio possono essere rilevati anche in caso di carenza a livello intracellulare, poichĂŠ le riserve vengono reclutate per mantenere i livelli sierici entro i valori di normalitĂ .
La valutazione dellâescrezione urinaria del Magnesio nelle 24 ore può essere utile nel valutare le perdite renali di magnesio. In alcuni pazienti può essere utile il test di tolleranza al Magnesio che misura lâescrezione urinaria del Magnesio nelle 24 ore dopo un bolo intravenoso e che probabilmente è il piĂš accurato per valutare lo stato del magnesio: la quantitĂ di Magnesio trattenuta risulta aumentata nei pazienti con Ipomagnesemia e nei pazienti con un rischio aumentato di sviluppare una carenza di magnesio. (12,42,43)
Questo test è particolarmente utile nei casi in cui ci sia un forte sospetto clinico di Ipomagnesemia in presenza di normali livelli di magnesio. (44)
In alternativa al magnesio sierico totale e al test di tolleranza al Magnesio potrebbero essere valutati i livelli sierici di Magnesio ionizzato, la forma attiva nel plasma; tuttavia è ancora oggetto di dibattito quali livelli di magnesio, totale o ionizzato, debbano essere monitorizzati nei pazienti critici. (45)
Per definire le cause dellâIpomagnesemia è importante misurare la frazione di escrezione del Magnesio (FEMg) e il rapporto tra il Calcio urinario e la creatinina (calcium-creatinina ratio) con un esame delle urine (v. tabella). (12,34,46)
FEMg: (magnesio urinario x creatinina plasmatica) / [0,7 (Magnesio plasmatico x creatinina urinaria)] x 100.
Una FEMg < 2% suggerisce un ridotto apporto alimentare, perdite a livello gastrointestinale o una ridistribuzione allâinterno delle cellule.
Una FEMg = 4% circa in un soggetto con funzionalitĂ renale normale indica la presenza di perdite renali.
TRATTAMENTO
Considerata la mancata disponibilitĂ di studi clinici analitici nei pazienti oncologici a supporto dei dati presenti in letteratura, le seguenti raccomandazioni relative al trattamento sono da considerarsi basate sullâopinione dei membri del gruppo di lavoro responsabile delle stesse. (LIVELLO DI EVIDENZA 4) e/o su disegni di studio non analitici come rePORT di casi e serie di casi (livello di evidenza 3), pertanto con GRADO DELLA RACCOMANDAZIONE D.
Dipende dalla severitĂ delle manifestazioni cliniche. Se possibile dovrebbero essere trattate le patologie sottostanti.
Nei pazienti a rischio di sviluppare una carenza di Magnesio dovrebbero essere valutati indici laboratoristici e sintomi clinici e andrebbe preso in considerazione un eventuale trattamento a scopo profilattico anche in presenza di normali livelli sierici di magnesio. (44)
La correzione dellâIpomagnesemia può essere effettuata per via orale o endovenosa. Ă necessario tenere presente la supplementazione di calcio, Potassio e fosfato nei pazienti con ipomagnesemia; è inoltre spesso presente un deficit di vitamina D che dovrebbe essere trattato.
LâIpomagnesemia lieve â moderata può essere trattata con la dieta o con la somministrazione di Magnesio per via orale. (47,48)
La somministrazione orale di sali di Magnesio viene preferita nei pazienti asintomatici (40 -60 mEq/die o 8- 32 mEq/die in dosi frazionate); tuttavia la diarrea può manifestarsi come effetto collaterale dose-limitante. Può essere somministrata una dose iniziale di 12 mmol/die, incrementabile a 48 mmol/die. (49)
I pazienti sintomatici dovrebbero ricevere 1-4 g (8-32 mEq, fino ad un massimo di 1.0 mEq/kg) di solfato di Magnesio e.v. infuso lentamente in 12-24 ore (1 g/ora). Questa dose può essere ripetuta se necessario per mantenere i livelli di Magnesio a circa 1,2 mg/dl. (47)
Per correggere lâIpomagnesemia severa sono spesso necessari da 4 a 6 g (32-48 mEq fino ad un massimo di 1.5 mEq/kg) di solfato di magnesio. (9,50)
La velocitĂ massima di infusione dovrebbe essere di 8 mEq/ora (1 g di solfato di Magnesio lâora fino a 100 mEq di Magnesio (approssimativamente 12 g di Magnesio solfato) in 12 ore nei pazienti asintomatici; fino a 32 mEq di Magnesio (4 g di Magnesio solfato) in 4â5 minuti nei pazienti con Ipomagnesemia severa sintomatica. (19,21,42)
Dosi < 6 g MgSO4 possono essere somministrate in 8-12 h, mentre dosi piĂš elevate andrebbero infuse in un periodo > 25 ore poichĂŠ la somministrazione rapida intravenosa di magnesio provoca un incremento delle concentrazioni sieriche di Magnesio al di sopra dei livelli fisiologici aumentandone lâescrezione renale; pertanto, vista la lenta distribuzione del Magnesio nei tessuti, la durata dellâinfusione è fondamentale per ottenere unâ adeguata correzione dellâipomagnesemia. (44)
Sempre a causa della lenta distribuzione nei tessuti, dopo lâinfusione, la concentrazione plasmatica di Magnesio può risultare falsamente elevata a causa della lenta distribuzione del Magnesio nei tessuti. (51)
LâIpomagnesemia severa, sintomatica o associata alla presenza di aritmia, rappresenta unâindicazione alla correzione endovenosa in emergenza con 8 mmol di Mg e.v. in 2-15 minuti seguiti da unâinfusione continua.(52)
Ă importante
valutare la funzionalitĂ renale del paziente prima di unâeventuale
somministrazione di magnesio. I pazienti con insufficienza renale sono a
rischio di sviluppare ipermagnesemia e dovrebbero ricevere il 25%-50% della
dose iniziale raccomandata per pazienti con funzionalitĂ renale normale. (47,
53)
Ă necessario un attento monitoraggio dei livelli di Magnesio durante la somministrazione endovenosa (ogni 24-48 ore). Lâinfusione endovenosa rapida di Magnesio può superare la soglia renale provocando un aumento dellâescrezione urinaria di Magnesio e del rischio di sviluppare effetti collaterali. (54)
In caso di intossicazione andrebbe somministrato Calcio e.v. (100-200 mg in 5-10 minuti) cosĂŹ da antagonizzare gli effetti neuromuscolari e cardiovascolari del Magnesio (53,55)
Recentemente alcuni autori hanno suggerito lâutilizzo di infusioni continue settimanali di Magnesio come unâopzione sicura ed efficace nella gestione dellâIpomagnesemia correlata al trattamento con farmaci antitumorali, sebbene siano necessari altri studi di conferma. (56)
Pazienti con ipomagnesemia
provocata da diuretici tiazidici o dellâansa cosĂŹ come i pazienti con perdite
renali o nefrotossicitĂ da cisplatino potrebbero beneficiarsi del trattamento
con diuretici risparmiatori di potassio.
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