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Malattia di Buerger

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Definizione


  • La tromboangioite obliterante (TAO) o Malattia di Buerger è una malattia infiammatoria non-aterosclerotica che colpisce più comunemente i vasi di piccole e medie dimensioni degli arti superiori e inferiori. Di solito si tratta di un trombo altamente occlusivo che crea aree patologiche alternate a zone “skip” (cioè normali) sulla parete dei vasi sanguigni. Sebbene l’eziologia sia sconosciuta, è fortemente associata all’uso del tabacco.
  • La TAO è una patologia infiammatoria non-aterosclerotica di eziologia sconosciuta tipica dei giovani uomini, anche se l’incidenza nelle donne è in aumento. Colpisce più comunemente i vasi di piccole e medie dimensioni degli arti superiori ed inferiori ed è fortemente associata all’uso del tabacco. Di solito è formata da un trombo altamente occlusivo che crea aree patologiche alternate a zone “skip” segmentale nella distribuzione. Di solito si manifesta con tromboflebite migratoria o con segni di insufficienza arteriosa nelle estremità.
  • Può anche essere chiamata mlattia di Buerger o di Winiwarter Buerger.

Epidemiologia


  • Si verifica più spesso nei giovani maschi fumatori ed era stato finora riportato nelle donne in meno dell’1% dei casi, mentre le stime attuali suggeriscono che l’11%-23% dei pazienti sono di sesso femminile.
  • La prevalenza esatta è difficile da determinare a causa di:
    • differenze geografiche;
    • mancanza di metodi diagnostici non invasivi che consentano di differenziare la tromboangioite obliterante dall’aterosclerosi obliterante in pazienti con ischemia lieve;
    • dati limitati che descrivono la prevalenza della TAO nella popolazione generale.
  • La prevalenza complessiva è diminuita notevolmente negli ultimi 30 anni, probabilmente grazie della diminuzione del consumo di tabacco o del miglioramento delle condizioni socioeconomiche. La prevalenza in crescita nelle donne potrebbe essere dovuta all’aumento dell’uso del tabacco. Tra tutti i pazienti con malattia arteriosa periferica inoltre ritroviamo:
    • 0,5%-5,6% dei casi in Europa occidentale;
    • 45%- 63% in India;
    • 16%- 66% in Corea e Giappone.
  • L’80% della prevalenza è stata segnalata in Israele tra gli ebrei aschenaziti, tuttavia questo alto tasso è stato dovuto ad un errore scientifico ed i dati sono in realtà simili a quelli dell’Europa occidentale.
  • Tra i principali fattori di rischio, ritroviamo l’uso del tabacco, tanto che periodi di remissione e ricadute sono correlate con la cessazione o la ripresa del fumo. Sono sufficienti solo 1-2 sigarette al giorno così come il tabacco da masticare o i sostituti della nicotina. Secondo uno studio inoltre, il 43% dei pazienti con TAO ricoverati in unità chirurgiche ha dichiarato di aver fumato solo 0,5-7,5 pacchetti all’anno.  
  • Secondo un altro studio l’uso della cannabis in aggiunta al tabacco è associato ad una diminuzione dell’età d’esordio ed a un maggiore coinvolgimento unilaterale degli arti.
  • Riguardo le patologie associate, secondo uno studio del 2003, il 28% dei pazienti con tromboangite obliterante può anche avere la sindrome di Raynaud.
  • Rispetto ai pazienti con altre malattie angiologiche inoltre, i pazienti con TAO hanno una maggiore prevalenza di malattia parodontale, a causa delle scarse abitudini igieniche e del fumo. Si stima infatti che quasi il 57% dei pazienti con TAO che richiedono un trattamento chirurgico presenti una grave malattia parodontale (di grado C o D).

Eziologia e patogenesi


  • L’esposizione al tabacco è stato riconosciuto come fattore scatenante per la comparsa e la progressione della tromboangioite obliterante, anche se l’eziologia primaria rimane sconosciuta. Allo stesso modo, una possibile sensibilità ai componenti del tabacco porterebbe a malattie infiammatorie che causano l’occlusione di piccoli vasi sanguigni.
  • Una maggiore sensibilità al collagene di tipo I e III è stata dimostrata nei pazienti con TAO rispetto ai soggetti sani o affetti da arteriosclerosi obliteranti.
  • Bensì il ruolo dell’immunità nella patogenesi della malattia non sia chiaro, nel corso degli anni sono state avanzate delle ipotesi secondo cui:
    • la TAO potrebbe essere un disturbo autoimmune con formazione di anticorpi prodotti in risposta al tabacco e diretti contro l’endotelio vascolare; a sostegno di ciò anticorpi antinucleari, antielastina, anticollageni I e III, e anticorpi contro l’antinicotina sono stati trovati nei vasi sanguigni dei pazienti insieme a depositi di immunoglobuline e complemento;
    • livelli elevati di immunoglobuline contro gli agenti patogeni parodontali possono essere correlati allo sviluppo della TAO.
  • Anche senza prove certe, il corredo genetico giocherebbe un ruolo fondamentale nella comparsa della TAO.
  • Riguardo la coagulazione del sangue sappiamo che:
    • l’ipercoagulabilità è stata proposta per svolgere un ruolo nella patogenesi, ma potrebbe non avere una correlazione diretta;
    • una maggiore prevalenza di anticorpi antifosfolipidici (come l’anticardiolipina [aCL]) sono stati trovati in pazienti con TAO rispetto ai pazienti con aterosclerosi o sani e potrebbero essere associati ad una forma più grave della patologia;
    • sono stati segnalati altri disturbi nei sistemi di coagulazione e nella fibrinolisi.
  • Anche valori elevati di omocisteina, disfunzioni endoteliali ed infezioni (il DNA di batteri orali è stato trovato nelle lesioni TAO) potrebbero essere una possibile eziologia.

Immagine 01


Immagine 01. Necrosi del quarto dito.

  • La tromboangioite obliterante è caratterizzata da 3 fasi in base alle caratteristiche patologiche:
    • fase acuta:
      • caratterizzata da trombosi occlusiva con infiammazione acuta che coinvolge tutti gli strati delle pareti dei vasi; i leucociti polimorfonucleari (PMN) predominano nel sito di infiammazione e possono formare microascessi all’interno dei trombi;
    • fase subacuta (intermedia):
      • l’infiammazione granulomatosa circonda i PMN in microascessi;
      • si verifica la formazione progressiva di trombi occlusivi e può portare alla ricanalizzazione del flusso;
      • infiammazione più moderata della parete dei vasi;
    • fase finale (cronica):
      • i trombi appaiono maturi, composti di fibrosi avventiziale e perivascolare; questi sono responsabili della ricanalizzazione del flusso e della vascolarizzazione importante della tunica media.
  • La struttura del vaso interessato subadiacente alla trombosi occlusiva rimane normale (in particolare la lamina elastica interna) in tutte e 3 le fasi della TAO, differenziandola da altre forme di vasculite:
    • nell’arteriosclerosi ed in altre vasculopatie sistemiche, c’è di solito un’alterazione più evidente della lamina e della media elastica interna (sproporzionata rispetto all’invecchiamento);
    • la TAO ha una distribuzione “a pezzi” all’interno dei vasi:
      • è comune ritrovare un’alternanza di segmenti sani e patologici;
      • segmenti diversi di uno stesso vaso possono avere una reazione periavventiziale variabile.

Immagine 02


Immagine 02. Sindrome di Raynaud.

Anamnesi ed esame obiettivo


  • I pazienti possono presentare:
    • primi dolori o sensazione di freddo alle dita;
    • successivamente dolori anche a riposo, ulcere cutanee o gangrena.
  • Altri segni comuni di tromboflebite migratoria o insufficienza arteriosa delle estremità causata da tromboangioite obliterante includono: calo della temperatura della pelle; parestesie, Sindrome di Raynaud (che coinvolge le parti distali degli arti superiori o inferiori), claudicatio intermittente, dolore a riposo nel palmo della mano o sotto la piante del piede, ulcerazione dolorosa o gangrena e flebite superficiale migrante.
  • Al momento della diagnosi il 75% dei pazienti lamenta una sensazione di bruciore ed ha episodi di TAO recidivanti-remittenti.
  • I segni clinici più frequenti della TAO includono: freddezza ai piedi, cambiamenti nella colorazione della pelle ed ulcere ischemiche, dove la maggior parte dei pazienti presenta un raro interessamento degli arti inferiori.
  • Sintomi di ischemia degli arti superiori e inferiori sono comuni e richiedono trattamento chirurgico.
  • All’anamnesi, è importante chiedere informazioni su pregressa malattia parodontale e sull’uso del tabacco e suoi derivati come: sigarette, sigari, sigarette elettroniche e cerotti alla nicotina.
  • Infine, indagare sull’uso della Cannabis.
  • Durante l’esame obiettivo, di solito si evidenzia:
    • temperatura inferiore della pelle negli arti superiori o inferiori o nelle aree distali delle dita dei piedi o delle mani;
    • polso arterioso compromesso nella zona periferica di un vaso e polso prossimale affievolito;
    • valore inferiore dell’indice di pressione caviglia-brachiale determinato con il metodo Doppler.
  • Altri segni e sintomi di coinvolgimento sistemico possono essere:
    • ischemia digestiva che può manifestarsi come dolore addominale, diarrea, perdita di peso o melena con segni di tromboangite obliterante che si presenta inizialmente come ischemia del piccolo intestino ed ostruzione del colon;
    • il coinvolgimento del sistema nervoso centrale può presentarsi sotto forma di attacchi ischemici transitori o ictus;
    • il coinvolgimento delle coronarie è estremamente raro, ma può presentarsi come infarto del miocardio;
    • coinvolgimento delle articolazioni.
  • Secondo uno studio giapponese del 2000, al momento della diagnosi più del 50% dei pazienti era in stadio III o IV secondo la classificazione di Fontaine e più del 45% aveva una storia di ulcera pregressa.  

Immagine 03


Immagine 03. Necrosi delle falangi distali agli arti superiori bilaterali.

  • A livello della pelle, è possibile notare:
    • temperatura inferiore della pelle negli arti superiori o inferiori o nelle parti distali delle dita dei piedi o delle mani e/o ulcerazione digitale.
  • A livello delle estremità ritroviamo:
    • polso arterioso compromesso nel segmento periferico di un vaso, con polso prossimale affievolito;
    • valore inferiore dell’indice caviglia-braccio determinato con il metodo Doppler;
    • temperatura inferiore della pelle negli arti superiori o inferiori o nelle parti distali delle dita dei piedi o delle mani;
    • ulcerazione ischemica digitale.
  • Coinvolgimento degli arti:
    • la claudicatio sull’arco plantare è il primo segno di malattia occlusiva dei vasi infrapoplitei e più di 2 arti sono quasi sempre coinvolti. Inoltre l’ischemia degli arti inferiori è più comune, ma sono possibili anche ischemie degli arti superiori e tromboflebiti superficiali.  Il fenomeno di Raynaud può essere presente fino al 25% dei pazienti.     

Immagine 04


Immagine 04. Controllo del polso pedideo in paziente affetto da malattia di Buerger.

Diagnosi


  • La diagnosi di tromboangioite obliterante viene formulata utilizzando liste di criteri stabiliti come quelli di Shionoya o Olin. Successivamente gli studi di immagistica possono confermare la malattia occlusiva distale (flebite superficiale migratoria). La diagnosi però viene formulata solo:
    • in assenza di altri disturbi vascolari;
    • dopo aver escluso arteriosclerosi, diabete mellito, arterite vera e propria, fonti emboliche prossimali ed ipercoagulabilità del sangue.
  • La diagnosi è stabilita in base a criteri clinici, più comunemente criteri di Shionoya o Olin, ma sono necessari test per escludere altre diagnosi.
  • Gli esami del sangue di routine sono di solito normali nei pazienti con tromboangioite obliterante, ma devono comunque essere eseguiti per escludere altre diagnosi.
  • Le indagini paracliniche possono essere utili per confermare la presenza di una malattia occlusiva (più comunemente con l’arteriografia) ed escludere altre cause, compresi i potenziali emboli.
  • La biopsia è raramente indicata, tranne nei casi di coinvolgimento dell’arterie prossimali o di presentazioni insolite.
  • Si può prendere in considerazione l’dea di effettuare un’analisi delle urine compresa di screening tossicologico per cocaina e cannabis.
  • I criteri diagnostici di Shionoya sono i più comunemente usati. La TAO viene confermata se tutti e 5 i requisiti sono soddisfatti. Essi comprendono:
    • storia di tabagismo;
    • insorgenza a < 50 anni;
    • occlusioni arteriose intrapoplitee;
    • coinvolgimento degli arti superiori o flebite migrante;
    • assenza di altri fattori di rischio aterosclerotico diversi dal fumo.
  • I criteri di Olin invece comprendono:
    • insorgenza a < 45 anni;
    • uso attuale (o recente) di tabacco;
    • ischemia dell’estremità distale (infrapoplitea e/o intrabrachiale) rappresentate da sintomi quali claudicatio, dolore a riposo, ulcere ischemiche e gangrena documentate da test non invasivi;
    • risultati arteriografici coerenti in arti coinvolti e clinicamente non coinvolti;
    • esclusione della fonte prossimale di emboli con ecocardiografia e arteriografia;
    • esami di laboratorio per escludere malattie autoimmuni o del tessuto connettivo e diabete mellito.
  • Altri criteri diagnostici della TAO includono il sistema di punteggio Papa.

Tabella 1. Sistema di punteggio Papa per la diagnosi della malattia di Buerger

  • I criteri diagnostici della TAO del Ministero della Salute giapponese comprendono:
    • segni clinici (≥ 1 presenti):
      • freddezza e parestesia degli arti e sindrome di Raynaud su mani e piedi;
      • claudicatio intermittente;
      • dolore a riposo ai piedi o alle mani;
      • dolorosa ulcerazione digitale o gangrena;
      • flebite superficiale migrante.
    • All’esame obiettivo (≥ 1):
      • valore inferiore alla norma dell’indice caviglia-braccio determinato tramite Doppler;
      • temperatura più bassa della pelle negli arti superiori o inferiori, o nella punta delle dita di piedi e mani;
      • polso distale alterato, polso prossimale affievolito.
    • I risultati dei test di laboratorio sono solitamente normali.
    • All’arteriografia (≥ 1 richiesto):
      • occlusioni segmentali multiple nell’arteria distale (sotto il gomito e il ginocchio);
      • occlusione vascolare cronica dovuta a trombosi secondaria;
      • nessuna evidenza di aterosclerosi (come da calcificazione delle pareti vascolari);
      • brusche occlusioni di vasi, che assumono un andamento tortuoso;
      • vasi collaterali “a cavatappi” o “a radice d’albero” (segno Martorell).
    • Altri disturbi vascolari che devono essere esclusi sono:
      • aterosclerosi obliterante;
      • trombosi arteriosa traumatica;
      • sindrome da intrappolamento popliteo;
      • disturbi vascolari associati a lupus eritematoso sistemico o sclerosi sistemica generalizzata;
      • Malattia di Behçet.
  • I sistemi di classificazione utilizzati per classificare l’attività delle arterie periferiche includono:
    • Gradi e categorie di Rutherford:
      • Grado 0, categoria 0: paziente asintomatico;
      • Grado I
        • Categoria 1: leggera claudicatio;
        • Categoria 2: moderata claudicatio;
        • Categoria 3: grave claudicatio;
      • Grado II, categoria 4: dolore ischemico a riposo;
      • Grado III, categoria 5: minore perdita di tessuto;
      • Grado IV, categoria 6: ulcerazione o gangrena.
    • Stadiazione secondo Fontaine:
      • I: paziente asintomatico;
      • Iia: claudicatio leggera;
      • Iib: claudicatio moderata-severa;
      • III: dolore ischemico a riposo;
      • IV: ulcerazione o gangrena.
  • Il Test di Allen viene usato per valutare la circolazione delle mani e delle dita. Si esegue così:
    • il paziente fa il pugno (causando lo svuotamento del sangue dalle mani e dalle dita);
    • l’esaminatore preme il pollice verso il basso sulle eminenze thenar e ipotenar del polso (causando l’occlusione delle arterie radiali e ulnari);
    • il paziente apre la mano senza allungare troppo le dita (per evitare un falso positivo);
    • la pressione sull’arteria ulnare viene quindi rilasciata mentre l’arteria radiale è ancora compressa e la mano non si riempie di sangue (l’occlusione dell’arteria ulnare distale al polso indica un risultato positivo);
    • se la mano riprende colore (indicando un risultato negativo), la pressione sull’arteria radiale viene rilasciata mentre l’arteria ulnare rimane compressa;
    • risultati anormali in giovani fumatori con ulcere alle gambe è altamente suggestivo di malattia.
  • Alcune possibili comorbidità dovute alla TAO possono essere:
    • scarsa attività fisica che può portare ad obesità ed a disturbi del metabolismo dei carboidrati, come nei pazienti con storia di amputazione legata all’ischemia;
    • processo aterosclerotico generalizzato coesistente, evidente in alcuni pazienti.

Terapia


  • Il primo passo per un buon successo terapeutico è rappresentato dall’astinenza dal fumo.
  • Al fine di prevenire ulcerazioni ed amputazioni è fondamentale la cura di ferite e piaghe, ed in particolare:
    • si raccomanda di seguire gli attuali standard di cura delle ferite a seconda del loro stadio, intervenendo con appropriate medicazioni e sbrigliamento chirurgico in caso di necessità;
      • le specie batteriche che colonizzano le  piaghe ed i loro livelli di resistenza possono variare molto (le specie gram-positive di solito dominano);
      • all’inizio della terapia antibiotica, è importante tener conto delle possibili specie anaerobiche e delle resistenze multi-farmacologiche;
    • la terapia antibiotica può essere necessaria in quanto le ferite possono andar incontro ad ischemia nonché a comuni infezioni, guarendo molto lentamente.
  • Trattamenti aggiuntivi possono essere utilizzati per diminuire i sintomi e migliorare la guarigione, anche se esiste di ciò limitata evidenza scientifica.
    • Alcuni farmaci dovrebbero essere considerati di prima linea, come:
      • terapia antipiastrinica, che può trattare la claudicatio intermittente e prevenire la trombosi;
      • terapia vasodilatatoria con prostacicline, calcio-antagonisti o agenti recettoriali endoteliali al fine di guarire le ulcere;
      • una gestione efficace del dolore è importante in quanto i dolori ischemici e neuropatici sono percepiti come intensi.
    • Possono essere necessarie procedure chirurgiche per cercare di migliorare il dolore o controllare i sintomi e prevenire l’amputazione:
      • la simpatectomia ha dimostrato di riuscire a controllare i sintomi, promuovere la guarigione delle ulcere e fornire sollievo dal dolore a breve termine in alcuni pazienti con lesioni ischemiche non cicatrizzanti;
      • la rivascolarizzazione è stata utilizzata per trattare l’ischemia critica degli arti, ma è tecnicamente impegnativa e spesso impossibile da eseguire in pazienti affetti da tromboangite obliterante;
      • l’omentopessia è considerata una tecnica valida per il recupero degli arti.
    • Infine, sono state utilizzate altre procedure, ma sono in gran parte ancora sperimentali, come:
      • l’angiogenesi terapeutica mediante trapianto autologo di cellule staminali del midollo osseo, che è risultata efficace per migliorare il dolore e la guarigione delle ulcere;
      • la stimolazione del midollo spinale può essere presa in considerazione per la gestione del dolore neurogenico.