Dettagli
- Definizione
- Epidemiologia
- Eziologia e patogenesi
- Fattori di rischio
- Decorso clinico
- Diagnosi
- Test di diagnostica strumentale
- Biopsia ed anatomia patologica
- Trattamento
- Complicanze
- Prognosi
- Immagine 01
- Immagine 02
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- Immagine 05
Malattia di Whipple
Definizione
- La Malattia di Whipple è un’infezione sintomatica causata da un bacillo gram-positivo noto come Tropheryma whipplei; essa si presenta generalmente con diarrea cronica, spesso accompagnata da artralgia o fenomeni artitrici.
- Tra le manifestazioni extra-gastrointestinali più frequenti, ritroviamo anche endocarditi, uveiti ed encefaliti.
Epidemiologia
- L’incidenza della Malattia di Whipple è stimata intorno ai 12 casi l’anno (verosimilmente molti casi sono misdiagnosticati e non segnalati) con massimo interessamento dei maschi caucasici di età compresa tra 40 e 50 anni.
- Di contro, l’infezione asintomatica da T. whipplei risulta molto diffusa nella popolazione adulta; difatti, circa il 50-70% dei soggetti adulti presenta sierologia positiva indicativa di una pregressa infezione. Un 1.5-7% di pazienti asintomatici può, tuttavia, comportarsi come carrier.
Eziologia e patogenesi
- Il Tropheryma whipplei è un bacillo gram-positivo appartenente alla famiglia degli Actinomiceti che può essere presente nel suolo.
- La modalità di trasmissione all’uomo non è ben nota ma si pensa che questa possa avvenire per via oro-fecale o per via oro-orale (attraverso la saliva).
- Anche la patogenesi della Malattia di Whipple non è completamente chiarita; dopo la trasmissione, la maggior parte dei soggetti è capace di eliminare il patogeno senza ammalarsi mentre una piccola quota presenta una risposta immunitaria inadeguata che porta ad una persistente replicazione all’interno dei macrofagi.
- L’esatto motivo per cui in alcuni casi l’infezione venga eliminata mentre in altri casi persista non è noto ma è verosimilmente da attribuire a predisposizioni genetiche o anomalie subcliniche del sistema immunitario.
- In questi casi, la replicazione batterica può causare sintomi locali intestinali (diarrea) o sintomi disseminati quando localizzata in altre sedi quali cervello, articolazioni ed occhi.
Fattori di rischio
- Il principale fattore di rischio per l’infezione da Tropheryma whipplei è rappresentato dall’esposizione ad acque inquinate o al suolo mentre il principale fattore di rischio per la malattia sintomatica è rappresentato dalla predisposizione genetica o da deficit immunologici.
Decorso clinico
- Le manifestazioni cliniche più comuni della Malattia di Whipple sono:
- diarrea (acquosa o steatorrea);
- perdita di peso;
- dolore addominale;
spesso accompagnati da artralgie e/o artrite.
- I fenomeni artritici interessano, generalmente, le grandi articolazioni, in maniera oligoarticolare e, talora, migratoria; la loro insorgenza può precedere la diarrea anche di molti anni, per cui la Malattia di Whipple va annoverata tra le cause di artropatia misconosciute.
- Inoltre, in circa il 50% dei casi che si manifestano con diarrea si possono ritrovare linfoadenopatie mesenteriche, più o meno significative fino a causare ostruzione intestinale.
- Altri sintomi comuni includono:
- febbre;
- malessere;
- mialgie;
- interessamento neurologico (25% dei casi):
- emicrania, compromissione della memoria, cambiamenti di personalità, depressione o demenza;
- deficit neurologici focali quali emiparesi, atassia cerebellare, oftalmoplegia o crisi epilettiche (con manifestazioni variabili in relazione alla zona coinvolta);
- encefaliti;
- interessamento oculare in <25% dei casi con uveite, cheratite, coroidite, neurite ottica e pseudotumor orbitale;
- endocardite, la quale può presentarsi con scompenso cardiaco, stroke o embolie periferiche. Tale condizione si verifica maggiormente in caso di preesistenti difetti valvolari e spesso si accompagna ad artralgie (solo raramente a diarrea).
- Invece, presentazioni meno comuni sono:
- massa toracica;
- massa retroperitoneale;
- pericardite;
- polmonite acuta, gastroenterite e batteremia (la diagnosi è basata sull’isolamento in coltura o con tecniche molecolari di Tropheryma whipplei nel sito interessato, in assenza di altri patogeni).
Diagnosi
- La diagnosi di Malattia di Whipple dovrebbe essere considerata in tutti i pazienti con clinica compatibile, ovvero con:
- diarrea cronica;
- artralgie o artrite;
- disturbi cognitivi;
- endocardite a coltura negativa.
- Tuttavia, la diagnosi definitiva richiede la dimostrazione della presenza del batterio nello specifico tessuto coinvolto:
- la biopsia endoscopica del tratto gastrointestinale rappresenta il metodo più utilizzato per la diagnosi;
- il prelievo bioptico dovrebbe essere eseguito in sedi multiple, comprendenti il duodeno prossimale e distale ed il digiuno;
- la colorazione istologica mostrerà macrofagi PAS- positivi (alla colorazione con acido periodico-reattivo di Schiff);
- talvolta, può essere visibile un coinvolgimento macroscopico della mucosa con placche bianco-giallastre ed erosioni;
- fluido sinoviale, umor vitreo, fluido cerebrospinale e tessuto valvolare cardiaco sono altri campioni usati meno comunemente.
- la biopsia endoscopica del tratto gastrointestinale rappresenta il metodo più utilizzato per la diagnosi;
- La presenza del microrganismo è in genere ricercata con la reazione a catena della polimerasi (PCR) ma, in taluni casi, possono essere necessarie integrazioni con l’immunoistochimica, la microscopia elettronica e/o l’esame colturale.
- Nonostante la ricerca del batterio con la reazione a catena della polimerasi (PCR) possa essere praticata anche su saliva e feci, qualora positiva essa non permette la diagnosi definitiva in quanto può essere indicativa anche di un semplice stato di portatore.
- Diversamente, i criteri di Duke modificati possono non essere adeguatamente sensibili in caso di endocardite da T. whipplei.
Test di diagnostica strumentale
- L’endoscopia del tratto gastrointestinale spesso non è specifica ma può mostrare:
- erosioni dell’epitelio del piccolo intestino;
- eritema e sparse placche bianco-giallastre.
- Diversamente, i test di imaging addominale possono essere normali o mostrare:
- ispessimento della parete del piccolo intestino e delle pliche;
- linfoadenopatia para-aortica e retroperitoneale.
- Nei pazienti con artrite, l’imaging può mostrare riduzione dello spazio periarticolare.
- Invece, nei pazienti con endocardite, l’ecocardiografia rileva vegetazioni vavolari nell’80% dei casi, più comunemente a livello della valvola aortica.
Biopsia ed anatomia patologica
- La biopsia del tratto gastrointestinale è il test più utilizzato per la diagnosi. Poiché l’interessamento è spesso discontinuo, più campioni dovrebbero essere prelevati per aumentare la sensibilità dell’esame (solitamente le biopsie sono praticate in duodeno prossimale, distale e digiuno).
- I campioni bioptici possono mostrare:
- macrofagi schiumosi (“foamy”) PAS-positivi, localizzati nel piccolo intestino;
- perdita dei microvilli con distruzione del tessuto linfatico;
- coinvolgimento del duodeno, digiuno ed ileo (altre sedi possibilmente interessate sono esofago, stomaco, colon e fegato).
- Di contro, l’istologia di valvole cardiache affette mostrerà:
- macrofagi schiumosi PAS-positivi;
- infiltrato linfocitario;
- fibrosi e tessuto cicatriziale.
Trattamento
- Il trattamento ottimale per la Malattia di Whipple non è ben definito:
- il trattamento di scelta è rappresentato dall’associazione trimetropim-sulfametossazolo, nonostante siano stati evidenziati casi di resistenza al sulfametossazolo;
- di contro, alcuni esperti raccomandano l’uso di doxiciclina associata ad idroclorochina;
- in caso di pazienti con coinvolgimento del sistema nervoso centrale (SNC), la scelta dovrebbe volgere su un farmaco capace di attraversare la barriera emato-encefalica.
- Allo stesso modo, anche la durata del trattamento non è unanime:
- alcuni esperti raccomandano una durata di 12 mesi;
- una terapia a vita può, tuttavia, essere considerata nei casi severi di malattia.
Complicanze
- Dopo trattamento con antibiotici sono state descritte complicanze quali:
- reazione di Jarisch-Herxheimer (febbre, rigidità ed ipotensione);
- sindrome da ricostituzione del sistema immunitario o sindrome infiammatoria da immunoricostituzione (IRIS), la quale si presenta fino al 10% dei casi.
- Altre complicanze frequentemente riportate sono:
- uveite cronica unilaterale;
- scompenso cardiaco secondario a pancardite;
- pancitopenia legata al coinvolgimento osseo midollare;
- lesioni cutanee;
- ipotiroidismo subclinico.
Prognosi
- Spesso la Malattia di Whipple si presenta come persistente e con frequenti recidive; nonostante i dati siano ancora scarsi, si stima che le forme persistenti/recidivanti costituiscano tra il 30 e il 50% dei casi e che i pazienti con interessamento del sistema nervoso centrale tendano ad avere maggior tasso di recidiva.
- In assenza di trattamento antibiotico, la Malattia di Whipple può risultare fatale.
Immagine 01
Immagine 01. Patogenesi della malattia di Whipple.
Immagine 02
Immagine 02. Tropheryma whipplei visibile all’interno di un macrofago con la colorazione PAS.
Immagine 03
Immagine 03. Visione endoscopica del digiuno prossimale che mostra aree biancaste carattristiche leggermente protrudenti in paziente con malattia di Whipple.
Immagine 04
Immagine 04. Biopsia duodenale: infiltrazione della lamina propria e della sottomucosa da parte dei macrofagi che assumono il colore rosso-viola con l’acido periodico di Schiff (PAS).
Immagine 05
Immagine 05. Poliartrite distruttiva nella malattia di Whipple: carpite fusionale bilaterale e simmetrica, anchilosi carpo-meta-carpale e pinza- mento radiocarpale bilaterale. Si noti il rispetto delle meta-carpo-falangee.