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Plasmocitoma solitario

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Nei pazienti con diagnosi istologicamente documentata di Plasmocitoma solitario (PS), deve essere inizialmente eseguita una valutazione comprensiva di screening radiologico (CT whole body a basse dosi, RMN whole body o dello scheletro assile, PET), esami ematici (tabella 1 e 2) e valutazione midollare. Tali accertamenti sono indispensabili per discriminare tra malattia localizzata e MM. Il PS viene distinto in osseo ed extraosseo. Il PS osseo è, per definizione, una tumefazione patologica che origina da una lesione ossea, in assenza di altre lesioni o segni attribuibili a MM. Il PS extraosseo è invece una lesione che si riscontra nel contesto dei tessuti molli, in assenza di altre lesioni attribuibili a MM.

La gestione clinica in presenza di un sospetto PS prevede l’intervento chirurgico a scopo bioptico/asportazione della massa (ove indicato) e successivo trattamento radioterapico localizzato (RT IF, 45-50Gy), indipendentemente che si tratti di PS osseo od extraosseo (9). La valutazione al termine del trattamento prevede esecuzione di esami ematochimici completi, comprensivi di elettroforesi, immunofissazione (per evidenziare un’eventuale CM sierica residua) ed indagini strumentali (RMN/TAC/ PET). La diagnostica strumentale è indispensabile per confermare la risposta al trattamento.

In seguito, il paziente eseguirà controllo periodico clinico/strumentale ogni 4-6 mesi al fine di escludere una recidiva di malattia locale o un’evoluzione a patologia sistemica (MM) (vedi flow-chart per plasmocitoma).

Fonte: Linee Guida AIOM – aiom.it