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1 di 10 Domande

Scenario CR45S: Una donna di 63 anni a un controllo di esami di routine presenta: creatinina sierica 1.4 mg/dL, calcemia 11.2 mg/dL, fosforemia 2.4 mg/dL, PTH intatto 220 pg/mL, fosfatasi alcalina 280 UI/L; esame urine: PS 1.016, pH 7.0, proteinuria ass, GR 4-5/campo, leucociti 25/campo. Tredici anni fa è stata sottoposta a quadrantectomia per carcinoma mammario, con successivo follow-up negativo; da circa 8 anni riferisce valori moderatamente elevati di pressione arteriosa, per cui assume in modo irregolare un diuretico tiazidico; da circa 5 anni soffre di nefrolitiasi, inizialmente espulsiva, ultimamente complicatasi con nefrolitiasi a stampo infetta. L'esame obiettivo generale è sostanzialmente nei limiti di norma, con un modico grado di ipertensione sistolica (148/82). Formulata la diagnosi, quale delle seguenti indicazioni terapeutiche è la più appropriata?  














La risposta corretta è la B.
L’unico trattamento curativo per l’iperparatiroidismo primitivo è l’intervento chirurgico di paratiroidectomia. La tecnica chirurgica varia in base al coinvolgimento ghiandolare, in dettaglio, nel caso di adenoma si asporta la ghiandola patologica dopo aver studiato le altre, mentre nel caso di iperplasia ghiandolare si pratica una paratiroidectomia subtotale o totale.

2 di 10 Domande

L’ipotiroidismo subclinico è caratterizzato da:














La risposta corretta è la A.
L’ipotiroidismo subclinico è caratterizzato da elevati livelli sierici di TSH e normali livelli di ormoni tiroidei liberi (FT3 e FT4), in assenza di sintomi clinici, da cui il nome subclinico. La disfunzione tiroidea subclinica è relativamente diffusa, particolarmente in coloro che presentano una sottostante tiroidite di Hashimoto.

3 di 10 Domande

Qual e' l’effetto indesiderato più grave in corso di terapia con metformina nel paziente diabetico?














La risposta corretta è la D.
La metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale che viene somministrato nel diabete di tipo II, può avere come effetto indesiderato l’acidosi lattica in corso di terapia nel paziente diabetico.


4 di 10 Domande

Un uomo di 50 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante lamentando periodi transitori di tachicardia accompagnati da sudorazione, vampate di calore e un sensazione di morte imminente. L'esame obiettivo è negativo , senza evidenze di aritmia. La moglie dell'uomo è un’ infermiera e il medico le chiede di prendere i parametri vitali la prossima volta che sperimenta uno degli episodi descritti dal paziente. La moglie lo fa ed i parametri riscontrati in uno di tali episodi sono: una pressione arteriosa di 190/140 mmHg con frequenza cardiaca di 161 bpm/min. Visti tali parametri la moglie lo porta al pronto soccorso per le valutazioni del caso. Quale dei seguenti test è il più sensibile per la diagnosi del disturbo presentato da questo paziente?














La risposta corretta è la C.  

La storia clinica di questo paziente è suggestiva per feocromocitoma, una neoplasia che origina dalle cellule enterocromaffini localizzate nella midollare del surrene per il 90% dei casi; nel restante 10% dei casi la localizzazione è extra surrenalica e prende il nome di paraganglioma. Questa neoplasia si caratterizza per la secrezione di catecolamine e peptidi vasoattivi. Per questo motivo, nelle forme secernenti, i sintomi sono legati proprio alla liberazione di catecolamine che agiscono sui recettori adrenergici, attivandoli. Le manifestazioni più evidenti sono tachicardia e palpitazioni,crisi ipertensive e diaforesi. Le crisi ipertensive possono provocare cefalea improvvisa e attacchi d’ansia. La contemporaneità di questi sintomi si riscontra solo nel 15% dei pazienti affetti. La diagnosi viene fatta mediante esami di laboratorio, con la ricerca di metanefrina e normatanefrina, che sono metaboliti urinari di adrenalina e noradrenalina insieme all’acido  vanilmandelico ( VMA ) e all’acido omovanillico, quindi lo screening di raccolta delle urine di 24 ore per queste sostanze può essere utile per stabilire o escludere queste diagnosi. Sebbene le metanefrine urinarie abbiano una sensibilità del 97%, non rappresentano il test più sensibile per la diagnosi di feocromocitoma, come descritto sopra, in quanto ha una sensibilità solo del 87% per la rilevazione feocromocitoma.  Il test più sensibile per la rilevazione feocromocitoma è metanefrine libere frazionate plasmatiche  .     

Per la conferma della sede (o delle sedi) di localizzazione del feocromocitoma e del paraganglioma, così come anche nella ricerca delle recidive, è utile l’esecuzione della scintigrafia con metaiodobenzilguanidina marcata con iodio-131. Questo, un analogo della guanetidina, si accumula a livello delle terminazioni nervose presinaptiche delle cellule adrenergiche e nei granuli intracitoplasmatici delle cellule cromaffini.

 

Le risposte A ed E non sono corrette.

La diagnosi, come detto, viene fatta mediante esami di laboratorio, con la ricerca di metanefrina e normatanefrina, che sono metaboliti urinari di adrenalina e noradrenalina insieme all’acido  vanilmandelico ( VMA ) e all’acido omovanillico, quindi lo screening di raccolta delle urine di 24 ore per queste sostanze può essere utile per stabilire o escludere queste diagnosi. Sebbene le metanefrine urinarie abbiano una sensibilità del 97%, non rappresentano il test più sensibile per la diagnosi di feocromocitoma, come descritto sopra, in quanto ha una sensibilità solo del 87% per la rilevazione feocromocitoma.  Il test più sensibile per la rilevazione feocromocitoma è metanefrine libere frazionate plasmatiche .     

 

La risposta B non è corretta. 

La tomografia computerizzata addominale  è utile per localizzare il sito del tumore, ma non darà una diagnosi specifica: il f feocromocitoma è più spesso localizzato nella midollare del surrene .         

 

La risposta D non è corretta. 

Il dosaggio di acido 5-idrossiindolacetico  è utile per la diagnosi di sindrome carcinoide .     


5 di 10 Domande

Scenario clinico AA90:
La sig.ra Xian, una donna cinese di 47 anni, si reca presso lo studio del Dott. Ginevra, specialista ortopedico, presentando un referto radiografico di frattura al polso destro “a dorso di forchetta”, causata da una caduta domestica. In particolare dall’RX si evince la presenza di una frattura scomposta del radio di destra, associata ad osteoporosi delle ossa. All’anamnesi la donna afferma di aver goduto di ottima salute, anche se nell’ultimo anno ha lamentato dolore alla schiena. Domanda 1 ( riferita allo scenario clinico AA90): quale tra le seguenti affermazioni è vera?














La risposta corretta è la E.

L’osteoporosi colpisce circa 75 milioni di persone in Europa, USA e Asia ed 1 donna su 3 ed 1 uomo su 5 oltre i 50 anni sperimenterà fratture osteoporotiche nel corso della vita.

Complessivamente, il 61% delle fratture osteoporotiche si verifica nelle donne, con un rapporto donna-uomo di 1,6. Quasi il 75% delle fratture dell’anca, della colonna vertebrale e dell’avambraccio distale si verificano in pazienti con età uguale o superiore a 65 anni. Il numero massimo di fratture dell’anca si verifica a 75-79 anni di età per entrambi i sessi; per tutte le altre fratture, il numero massimo si è verifica a 50-59 anni. L’osteoporosi richiede un enorme spesa personale ed economica. Un numero piuttosto importante di dati suggerisce che molte donne che sperimentano una frattura da fragilità ossea non vengono diagnosticate e trattate in modo appropriato per osteoporosi.


6 di 10 Domande

Nei pazienti in cui e' stata modificata la terapia ipoglicemizzante oppure l’obbiettivo terapeutico non e' ancora stato raggiunto o non e' stabile nel tempo, l’esame HbA1c deve essere effettuato ogni?














La risposta corretta è la D
“Nei pazienti in cui è stata modificata la terapia ipoglicemizzante oppure l’obbiettivo terapeutico non è ancora stato raggiunto o non è stabile nel tempo, l’esame HbA1c deve essere effettuato ogni 3 mesi”.
(Fonte: STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO)

7 di 10 Domande

Un valore di glicemia a digiuno di 125 mg/dl può essere definito come:














La risposta corretta è la C
Definiamo IFG (Impaired Fasting Glucose) come il riscontro di valori di glicemia a digiuno superiori al valore normale, ma inferiori alla soglia che ci farebbe porre diagnosi di diabete mellito. Dunque, i valori della glicemia ematica che oscillano tra i 100 e i 125 mg/dl identificano l’IFG.

8 di 10 Domande

Le caratteristiche clinico-laboratoristiche tipiche dell’iperaldosteronismo primitivo sono:














La risposta corretta è la E
Le caratteristiche clinico-laboratoristiche tipiche dell’iperaldosteronismo primitivo sono: ipertensione, aumento dei livelli sierici di aldosterone, renina soppressa, ipokaliemia.

9 di 10 Domande

Qual e' il farmaco di prima scelta nel diabete di tipo 2?














La risposta corretta è la A
Esistono 2 principali categorie di diabete mellito: il tipo 1 e il tipo 2. In caso di diabete di tipo 2, la metformina è il farmaco di prima scelta.

10 di 10 Domande

NEL PAZIENTE OBESO AFFETTO DA DIABETE NON INSULINO DIPENDENTE, IL TRATTAMENTO CON INSULINA INDUCE UN ULTERIORE AUMENTO DEL PESO CORPOREO?














Tutti gli obesi producono una quantità aumentata d'insulina che essendo un ormone anabolizzante determina un aumento di peso, soprattutto all'inizio della terapia

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