La risposta corretta è la D
Nel caso di un paziente affetto da fibrillazione atriale non valvolare con un punteggio CHA2DS2-VASc di 3 e un punteggio HASBLED di 4, in assenza di altre controindicazioni, la migliore strategia per la profilassi del tromboembolismo sistemico è rappresentata dal trattamento anticoagulante con anticoagulanti orali ad azione diretta, accompagnato da frequenti follow-up per intervenire sui fattori di rischio di sanguinamento modificabili. Questa strategia è prediletta perché offre un equilibrio tra la prevenzione degli eventi tromboembolici e la gestione del rischio di sanguinamento.
La fibrillazione atriale (FA) è una patologia caratterizzata da battiti cardiaci irregolari e spesso rapidi che possono portare alla formazione di coaguli di sangue nelle cavità atriali del cuore. Questi coaguli rappresentano una fonte significativa di rischio per lo sviluppo di eventi tromboembolici, come l'ictus. Il rischio di eventi tromboembolici nei pazienti con FA è valutato mediante diversi punteggi di rischio, tra cui il più utilizzato è il CHA2DS2-VASc, che considera vari fattori quali età, sesso, storia di insufficienza cardiaca o ipertensione, diabete, ictus/TIA/tromboembolismo, malattia vascolare e sesso femminile.
D'altra parte, il punteggio HASBLED viene utilizzato per valutare il rischio di sanguinamento in pazienti in trattamento anticoagulante, tenendo conto di fattori come ipertensione non controllata, funzione renale/epatica alterata, ictus, sanguinamenti pregressi o predisposizione al sanguinamento, labilità dell'INR (per pazienti in trattamento con warfarin), età avanzata, uso di farmaci o alcol che potrebbero aumentare il rischio di sanguinamento.
Gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOACs), quali dabigatran, rivaroxaban, apixaban e edoxaban, hanno dimostrato di essere efficaci nella prevenzione degli eventi tromboembolici in pazienti con FA non valvolare, rappresentando una scelta preferibile rispetto ai dicumarolici per la gestione a lungo termine di questi pazienti, grazie al loro profilo di sicurezza, alla necessità ridotta di monitoraggio e alla minore interazione con alimenti e altri farmaci.
Il trattamento con DOACs, unito a un attento follow-up per gestire e modificare i fattori di rischio di sanguinamento quando possibile, rappresenta un approccio bilanciato che mira a minimizzare sia il rischio tromboembolico sia il rischio emorragico. Il follow-up frequente è fondamentale per monitorare la presenza di eventuali effetti collaterali dei farmaci, nonché per assicurare l'adhoc a una terapia che possa necessitare di aggiustamenti basati su cambiamenti nella condizione del paziente o nella comparsa di nuovi fattori di rischio.
In conclusione, nel contesto del paziente con fibrillazione atriale non valvolare con punteggi CHA2DS2-VASc e HASBLED che indicano rispettivamente un moderato-alto rischio di eventi tromboembolici e un rischio significativo ma gestibile di sanguinamento, l'approccio terapeutico ottimale include l'uso di anticoagulanti orali ad azione diretta e un’intensiva gestione del rischio emorragico attraverso modifiche dello stile di vita e controllo medico frequente. Questo approccio consente di bilanciare efficacemente il rischio di tromboemboli e quello di sanguinamento, aumentando la sicurezza e l'efficacia della terapia nel lungo termine.