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1 di 10 Domande

Olga, infermiera di 52 anni, si presenta presso il PS dell’ospedale di Varese con disfasia. Metastasi cerebrali multiple alla TC cerebrale. Quale dei seguenti è il sito più probabile del tumore primario?














La risposta corretta è la C.
Il cancro del polmone, il melanoma e il cancro al seno sono i tumori più frequentemente associati alla 
diffusione metastatica al cervello, pertanto il melanoma maligno è la risposta corretta in questo caso. Il trattamento delle metastasi cerebrali è generalmente dettato dal tipo di cancro, dallo stato neurologico del paziente e dall'entità della malattia sistemica.


2 di 10 Domande

Gianluca, 63 anni, presenta una storia di diabete di tipo 2 e ipertensione ed è stato ricoverato presso il PS del Policlinico di Torino per debolezza del lato destro del viso e del braccio destro insorta circa cinque ore prima. Presenta ictus acuto e debolezza. In questa situazione la pressione sistolica al di sopra di quale livello richiederebbe un trattamento acuto?














La risposta corretta è la A.
Nel paziente del caso clinico con ictus ischemico se la P.A. fosse superiore a 220/120 mmHg meriterebbe un intervento acuto (a pressioni sanguigne inferiori non si riscontra invece evidenza di beneficio clinico in acuto). Labetalolo e nicardipina sono gli agenti di prima linea per il trattamento in acuto dell’ipertensione arteriosa, mentre il nitroprussiato è generalmente considerato un'opzione di seconda linea perché teoricamente può aumentare la pressione intracranica o compromettere la funzione piastrinica.


3 di 10 Domande

Letizia, 49 anni, viene ricoverata presso il reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Lecco per l’esecuzione di una ERCP terapeutica per la rimozione di numerosi grossi calcoli del dotto biliare comune. Ha una storia di cardiopatia ischemica e sta attualmente assumendo aspirina e clopidogrel come profilassi secondaria. Inoltre, assume simvastatina, lansoprazolo e bisoprololo, non riferisce allergie a farmaci. Secondo le linee guida BSG del 2008 sulla gestione degli anticoagulanti in endoscopia qual è la linea d'azione più appropriata?














La risposta corretta è la E.
Secondo le linee guida BSG del 2008 sulla gestione degli anticoagulanti in endoscopia, la linea d’azione più appropriata da seguire nel caso clinico in questione è rappresentata dall’interruzione del clopidogrel, sette giorni prima della procedura e continuare l’aspirina. Infatti, l’ERCP con sfinterotomia è una procedura endoscopica ad alto rischio di emorragia. Aspirina e clopidogrel, entrambi inibitori irreversibili della funzione piastrinica, devono essere sospesi almeno sette giorni prima della procedura per ridurre significativamente il rischio associato di sanguinamento. L'aspirina non è associata allo stesso grado di sanguinamento di clopidogrel e può essere portata avanti nei pazienti che già la assumevano prima dell'intervento.


4 di 10 Domande

Luigi, 71 anni, si presenta presso il PS del Policlinico di Torino con debolezza bilaterale alle gambe e diminuzione della capacità vitale. Due settimane prima ha avuto un breve episodio di gastroenterite. Viene fatta diagnosi di sindrome di Guillain-Barrè (GBS). Quale dei seguenti interventi va somministrato all'inizio della malattia?














La risposta corretta è la E.
Al momento è stato dimostrato che solo la plasmaferesi e l'infusione di immunoglobuline per via endovenosa modificano il decorso della sindrome di Guillain-Barré-Strohl (GBS). In dettaglio, tale sindrome è una polineuropatia infiammatoria acuta, in genere rapidamente progressiva ma autolimitante caratterizzata da debolezza muscolare e lieve perdita della sensibilità distale. La causa sembra essere di tipo autoimmune. La diagnosi è clinica. La terapia comprende immunoglobuline EV, plasmaferesi (scambi plasmatici) e, per i casi più gravi, ventilazione assistita.


5 di 10 Domande

Fiorenza, 72 anni, si reca dal suo medico curante per l’insorgenza di disfagia. Quale dei seguenti auto-anticorpi è altamente specifico per questa condizione?                    

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La risposta corretta è la B.
La paziente del caso clinico presenta la sindrome di CREST. Tale acronimo inglese è formato dalle iniziali dei principali segni clinici (Calcinosis, Raynaud’s phenomenon, Esophageal dysmotility, Sclerodactyly, and Teleangiectasia). Dal punto di vista laboratoristico, gli anticorpi anti-centromero sono fortemente specifici. 


6 di 10 Domande

Ilaria, una studentessa di medicina dell'ultimo anno di 23 anni, si reca dal suo medico curante per insorgenza da circa due mesi di cefalea sinistra, ad insorgenza graduale che si verifica almeno una volta alla settimana. Il mal di testa accompagnato da nausea e fotofobia, le impedisce di studiare. Quale delle seguenti affermazioni è corretta sul mal di testa della ragazza?














La risposta corretta è la A.
La paziente del caso clinico presenta emicrania. In tale patologia è comune il riscontro di una storia familiare di mal di testa e responsività ai beta-bloccanti.  Invece, la lacrimazione e l'iniezione congiuntivale sono caratteristiche della cefalea a grappolo per cui è possibile ottenere sollievo acuto inalando ossigeno al 100% per 10-15 minuti (risposte C, D ed E errate). All’opposto, nell'arterite temporale, insolita prima dei 60 anni, riscontriamo solitamente VES elevata (risposta B errata).


7 di 10 Domande

Gabriele, studente di 27 anni con la sindrome di Down, lamenta intenso fastidio perianale e prurito. Vive in una struttura di assistenza a lungo termine e ha recentemente completato un ciclo di antibiotici della durata di sette giorni per un'infezione toracica. All'esame obiettivo viene rivelata un'escoriazione perianale e il tampone perianale viene inviato per l’analisi microscopica. Qual è la causa dei sintomi? 

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La risposta corretta è la C.
La causa dei sintomi presentati dal paziente è l'infezione da Enterobius vermicularis, patologia non rara nei bambini e nei pazienti istituzionalizzati. La trasmissione segue la via oro-fecale e il prurito anale intenso è il sintomo predominante. Per il trattamento si raccomanda mebendazolo.


8 di 10 Domande

Giorgio, affetto da sordità neurosensoriale, si reca presso l’ambulatorio di Nefrologia dell’ospedale Sant’Andrea a causa di ematuria microscopica e insufficienza renale. Ha una storia familiare di malattie renali e viene posta diagnosi di sindrome di Alport. La sua compagna ha appena dato alla luce un maschio. Assumendo la modalità di ereditarietà più comune di questa condizione, qual è la probabilità che suo figlio abbia la malattia?














La risposta corretta è la A.
Il paziente del caso clinico presenta la sindrome di Alport, una patologia genetica causata da difetti nella sintesi del collagene di tipo IV, localizzato a livello della membrana basale del rene, dell'orecchio interno e dell'occhio. Tale sindrome può essere autosomica dominante, recessiva o determinata da una nuova mutazione spontanea. Tuttavia, nell'85% dei casi ha eredità X-linked e poiché solo il cromosoma Y viene trasmesso di padre in figlio, nel caso clinico non vi è alcuna possibilità che il figlio abbia la malattia. In particolare, nell'85% dei casi la malattia è correlata al cromosoma X, poiché l'anomalia genetica più comune è una mutazione del gene COL4A5 (coinvolto nella sintesi del collagene di tipo IV) sul cromosoma X. Invece, COL4A3 e COL4A4 (geni coinvolti nella sintesi del collagene di tipo IV) sono localizzati sul cromosoma 2, spiegando perché questa patologia può avere anche ereditarietà autosomica recessiva o dominante. 


9 di 10 Domande

Giorgia, studentessa di 25 anni con una storia di linfoma di Hodgkin sclerosante nodulare in remissione da nove mesi dopo sei cicli di chemioterapia ABVD, si presenta dal suo medico curante per comparsa di tosse secca da circa un mese. La RX del torace mostra un allargamento mediastinico e la PET una malattia toracica attiva. La biopsia della massa mediastinica rivela Hodgkin sclerosante nodulare. Qual è l'opzione di gestione più appropriata per la paziente?














La risposta corretta è la E.
La recidiva precoce di linfoma di Hodgkin (meno di un anno dalla remissione) deve essere gestita in modo aggressivo con chemioterapia di salvataggio, seguita dal trapianto autologo di cellule staminali condizionato con terapia BEAM. Invece, la ripetizione della chemioterapia ABVD è un'opzione in caso di recidiva tardiva (risposta C errata).


10 di 10 Domande

Gianmarco, idraulico di 45 anni, è stato ricoverato presso il Reparto di Gastroenterologia del policlinico di Napoli per peggioramento dell'ascite da epatopatia alcolica scompensata, per la quale è stato trattato con spironolattone 100 mg per os, furosemide 40 mg per os e albumina per via endovenosa.  Nei successivi 10 giorni durante il ricovero ha sviluppato oliguria e la sua creatinina sierica è passata da 130 μmol/L a 380 μmol/L (v.n. 60-110). I diuretici sono stati sospesi, ma i livelli di creatinina sierica non sono migliorati. I dipstick delle urine non hanno evidenziato proteinuria o ematuria. L'ecografia dei reni era normale. L'esame del liquido ascitico non ha rivelato alcuna evidenza di infezione microbica. La sua P.A. è stata mantenuta a 120/70 mmHg. Quale farmaco, somministrato per via endovenosa, ha maggiori probabilità di migliorare la sua funzione renale?














La risposta corretta è la E.
Il paziente presenta la sindrome epatorenale di tipo 2. Sulla base della conoscenza degli aspetti fisiopatologici, l’approccio terapeutico più appropriato per tale patologia è rappresentato dall’utilizzo di farmaci ad azione vasocostrittrice. La terlipressina è il vasocostrittore maggiormente utilizzato nella terapia della HRS, in associazione all’albumina per via endovenosa. La loro combinazione determina una remissione dall’insufficienza renale acuta in circa il 46% dei casi. 


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