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1 di 114 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 114 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 114 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 114 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


5 di 114 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


6 di 114 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


7 di 114 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


8 di 114 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


9 di 114 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


10 di 114 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


11 di 114 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


12 di 114 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


13 di 114 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


14 di 114 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


15 di 114 Domande

Per quanto tempo si raccomanda di sospendere l'assunzione degli inibitori della pompa protonica prima di sottoporre il paziente all'“Urea breath test” o all'esame per la ricerca dell'antigene dell'Helicobacter pylori nelle feci, secondo le raccomandazioni NICE?














In questa domanda, viene richiesta una conoscenza specifica. Secondo le linee guida, bisogna sospendere l'assunzione di PPI per 2 settimane prima di effettuare l'urea breath test (la risposta A è corretta).

 


16 di 114 Domande

Che cosa definisce la scala di Bristol?














La seguente domanda è di natura nozionistica e riguarda la scala di Bristol, un sistema di classificazione utilizzato per valutare la forma e la consistenza delle feci (la risposta B è corretta).


17 di 114 Domande

L'umeclidinio bromuro è un:














L'umeclidinio bromuro è un anti-muscarinico (la risposta E è corretta). L'umeclidinio è un farmaco che agisce come antagonista dei recettori muscarinici e viene impiegato per trattare i sintomi nei pazienti adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Questo farmaco esercita un effetto particolarmente rilassante sulla muscolatura delle vie aeree quando viene somministrato per via inalatoria.


18 di 114 Domande

Quale tra i seguenti non è un fattore eziologico della steatosi epatica?














Non è un fattore eziologico della steatosi epatica l'ipervitaminosi C (la risposta E è corretta). Tutte le cause precedentemente descritte sono elementi eziologici che contribuiscono all'accumulo di grasso nel parenchima epatico, sia direttamente che indirettamente, poiché sono tutte componenti della sindrome metabolica. Tuttavia, l'ipervitaminosi C è l'unica eccezione.


19 di 114 Domande

Nella sorveglianza per una possibile evoluzione in epatocarcinoma di una epatopatia cronica non cirrotica si raccomanda l'esecuzione di un'ecografia addominale ogni:














Il tempo di follow-up ecografico raccomandato per la sorveglianza delle epatopatie croniche, secondo le linee guida dell'Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, è di 6 mesi (la risposta E è corretta).

 


20 di 114 Domande

Cosa si controlla in prima istanza in un paziente adulto con cefalea gravativa?














La presenza di un forte mal di testa in un adulto potrebbe essere causata dal fatto che la pressione arteriosa sistematica non viene adeguatamente controllata, specialmente di notte. Al contrario, le altre cause elencate non sono responsabili di questo tipo di mal di testa secondario (la risposta C è corretta).


21 di 114 Domande

Una concentrazione sierica normale di peptide natriuretico atriale:














Una concentrazione sierica normale di peptide natriuretico atriale ha un elevato valore predittivo negativo per scompenso cardiaco congestizio (la risposta B è corretta). Il peptide natriuretico atriale è una famiglia di peptidi che hanno proprietà natriuretiche e vasodilatatorie e sono prodotti dai miocardiociti atriali e ventricolari in risposta a stress meccanico. Tra questi peptidi, il BNP (Brain Natriuretic Peptide) è il più comunemente utilizzato in clinica per la diagnosi di insufficienza cardiaca. Tuttavia, il BNP non è specifico per questa condizione e può essere rilevato anche in altre situazioni. Nonostante la scarsa specificità, il BNP ha un elevato valore predittivo negativo per l'insufficienza cardiaca, ma un basso valore predittivo positivo. I livelli ematici normali di BNP non superano 100 pg/ml.


22 di 114 Domande

Qual è il limite di circonferenza vita oltre il quale si definisce l'obesità addominale nell'uomo?














Il limite di circonferenza vita oltre il quale si definisce l'obesità addominale nell'uomo è di 102 cm (la risposta A è corretta). Secondo i criteri NCEP-ATP III, la circonferenza della vita che supera i 102 cm negli uomini e i 88 cm nelle donne rappresenta l'obesità addominale. Non solo la quantità di tessuto adiposo è un fattore critico nell'obesità, ma anche e forse soprattutto la sua localizzazione. Esistono infatti due tipologie di obesità: l'obesità androide, con un accumulo di tessuto adiposo viscerale e in alto nel corpo come l'addome, il torace e il collo-nucale, prevalente negli uomini; e l'obesità ginoide, con accumulo di tessuto adiposo in basso come glutei e fianchi e scarsa presenza di adipe intraddominale, prevalente nelle donne.

 


23 di 114 Domande

Quale tra le seguenti è la corretta formula di Friedewald per il calcolo del Colesterolo LDL in mg/dL, partendo dai valori di colesterolo totale (CT), colesterolo HDL (HDL) e trigliceridi (TG)?














"CT - HDL - (TG/5)" è la corretta formula di Friedewald per il calcolo del Colesterolo LDL in mg/dL, partendo dai valori di colesterolo totale (CT), colesterolo HDL (HDL) e trigliceridi (TG) (la risposta D è corretta). Per determinare il valore di LDL si fa affidamento alla formula di Friedewald. Per utilizzare questa formula è necessario conoscere il valore di colesterolo totale, colesterolo HDL e trigliceridi. La formula in questione prevede la seguente operazione: CT - HDL - (TG/5). Tieni presente che questa formula è valida solo se i trigliceridi sono inferiori a 400 mg/dL.

 


24 di 114 Domande

Per una corretta valutazione del dolore determinato da cancro non è raccomandata la misurazione:














Per una corretta valutazione del dolore determinato da cancro non è raccomandata la misurazione dell'aspettativa di vita (la risposta C è corretta). La corretta valutazione del dolore oncologico è essenziale per stabilire una terapia antalgica efficace. Si comincia determinando le caratteristiche del dolore del paziente, tra cui la sua tipologia (nocicettiva, neuropatica o mista) e l'intensità (la risposta E non è corretta), al fine di selezionare il farmaco più adatto in base alla scala a tre gradini dell'OMS. Inoltre, data la variabilità del dolore oncologico nel corso delle 24 ore e la possibilità di esacerbazioni conosciute come "dolore episodico intenso (BTcP, breakthrough cancer pain)," è importante valutare la frequenza del dolore di base e delle eventuali esacerbazioni (la risposta B non è corretta). In caso di dolore oncologico continuo e intenso, può essere necessario prevedere un oppioide potente per gestire il dolore di base costante (ad esempio ossicodone a rilascio prolungato ogni 12 ore) e un farmaco "di soccorso" per la gestione delle esacerbazioni (ad esempio fentanil "instant release" sublinguale, spray nasale o buccale). Durante il trattamento, è importante tenere sotto controllo il paziente per verificare l'efficacia della terapia e apportare modifiche se necessario (la risposta D non è corretta). L'aspettativa di vita non dovrebbe mai influire sulla valutazione e sul trattamento del dolore oncologico, poiché tutti i pazienti meritano un controllo adeguato del dolore per migliorare la loro qualità della vita (la risposta C è corretta).


25 di 114 Domande

L'agente virale delta è un:














Il virus dell'epatite D, o HDV, è un esempio di virus difettivo o satellite che richiede la presenza di un virus helper per la sua replicazione (la risposta B è corretta). In particolare, il virus HDV dipende dall'infezione con il virus dell'epatite B (HBV), dal quale utilizza l'involucro pericapsidico e le proteine di superficie (HbsAg) per replicarsi. Il genoma del virus HDV è costituito da un singolo filamento circolare di RNA (le risposte A, E non sono corrette). Il virus appartiene al genere Deltavirus e fa parte del regno Ribozyviria (la risposta D non è corretta). La trasmissione del virus può avvenire attraverso la co-infezione simultanea con HBV o la superinfezione su uno stato di epatite B cronica.  Infine il concetto di provirus, non è pertinente alla descrizione del virus dell'epatite D, poiché il termine si riferisce al genoma di un virus integrato nel DNA dell'ospite, un fenomeno osservato ad esempio nell'infezione da HIV (la risposta C non è corretta).


26 di 114 Domande

Gli inibitori del PCSK-9 agiscono legandosi a:














Gli inibitori del PCSK-9 agiscono legandosi al recettore delle LDL (la risposta D è corretta). I farmaci inibitori del PCSK-9 sono un'aggiunta relativamente nuova alla classe di farmaci ipolipemizzanti. Questi farmaci sono costituiti da anticorpi monoclonali che agiscono bloccando l'azione della proteina PCSK9, che normalmente si lega al recettore delle LDL e impedisce il loro riciclo sulla membrana epatica cellulare. Questo comporta una diminuzione dell'assorbimento epatico di LDL e un aumento dei loro livelli circolanti. Bloccando l'azione di PCSK9, si aumenta l'espressione dei recettori per le LDL sugli epatociti, il che porta a un aumento dell'assorbimento epatico di LDL e una conseguente riduzione dei loro livelli circolanti. Le statine sono un'altra classe di farmaci ipolipemizzanti che agiscono inibendo l'attività dell'enzima HMG-CoA reduttasi, che converte il 3-idrossi-3-metilglutaril-CoA in acido mevalonico, un precursore del colesterolo. Inibendo la sintesi endogena del colesterolo, le statine riducono i livelli di colesterolo circolante. La risposta "HMG-CoA reduttasi" è sbagliata perché le statine non inibiscono la sintesi del colesterolo esclusivamente attraverso l'inibizione dell'HMG-CoA reduttasi, ma agiscono anche su altri enzimi coinvolti nella sintesi del colesterolo (la risposta E non è corretta). Il citocromo p450 è un'emoproteina coinvolta nel metabolismo epatico dei farmaci (la risposta A non è corretta). Il PPAR-gamma è il bersaglio dei farmaci antidiabetici detti glitazoni, che agiscono aumentando la sensibilità all'insulina a livello periferico (la risposta C non è corretta). In sintesi, i farmaci inibitori del PCSK-9 e le statine sono due classi di farmaci ipolipemizzanti che agiscono in modo diverso ma complementare per ridurre i livelli di colesterolo circolante e prevenire le malattie cardiovascolari.


27 di 114 Domande

Quale tra i seguenti esami strumentali presenta il più alto grado di sensibilità per la diagnosi di tumore prostatico?














La risonanza magnetica nucleare multiparametrica della prostata con mezzo di contrasto presenta il più alto grado di sensibilità per la diagnosi di tumore prostatico (la risposta C è corretta). L'esame considerato come la massima autorità per la diagnosi di neoplasia prostatica è la Risonanza Magnetica Multiparametrica con mezzo di contrasto. Questa metodologia è definita "gold standard" poiché permette una valutazione morfologica attraverso la sequenza T2, una valutazione della restrizione della diffusività protonica che indica un aumento della cellularità grazie alla sequenza DWI e una valutazione del potenziamento post contrasto. La radiografia addominale non è idonea alla visualizzazione della prostata, che invece può essere ottenuta tramite un'ecografia addominale. Tuttavia, l'ecografia addominale fornisce solo una valutazione approssimativa delle dimensioni della prostata. L'ecografia transrettale è spesso eseguita in un primo momento per rilevare eventuali anomalie e per guidare la biopsia in seguito a livelli anormali di PSA, tuttavia ha una sensibilità inferiore alla RM e fornisce solo una valutazione morfologica. La Tomografia Computerizzata (TC) non è utile per la diagnosi iniziale di neoplasia, ma ha un ruolo importante nella ricerca di eventuali metastasi.


28 di 114 Domande

Il sacubitril/valsartan (ARNI) è indicato nel trattamento di:














Il sacubitril/valsartan (ARNI) è indicato nel trattamento di scompenso cardiaco congestizio (la risposta A è corretta). La combinazione terapeutica Sacubitril/Valsartan, nota anche come ARNI, è costituita da un antagonista del recettore dell'ATII (Valsartan) e un inibitore della neprilisina o endopeptidasi neutra (Sacubitril). Questo farmaco è impiegato nella terapia del scompenso cardiaco congestizio e numerosi studi hanno dimostrato la sua efficacia nell'aumentare la sopravvivenza e nella riduzione di eventi cardiovascolari. Inoltre, le attuali linee guida ESC/EACTS 2021 lo raccomandano come farmaco di prima scelta per il trattamento del scompenso cardiaco cronico.


29 di 114 Domande

Nella profilassi dell'embolia cerebrale o sistemica dei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, le basse dosi degli anticoagulanti orali diretti (DOAC):














La dose terapeutica di alcuni anticoagulanti orali (NOACs) può essere adeguata per soddisfare specifiche condizioni del paziente, come l'età, il peso, la funzionalità renale o epatica compromessa, o un elevato rischio di sanguinamento. Tale adeguamento è stato valutato attraverso numerosi trial clinici randomizzati (la risposta C è corretta).


30 di 114 Domande

Quale tra i seguenti è il valore ematico minimo di 25-idrossivitamina D (25 OHD) oltre il quale si verifica un adeguato assorbimento intestinale di calcio?














20 ng/ml è il valore ematico minimo di 25-idrossivitamina D (25 OHD) oltre il quale si verifica un adeguato assorbimento intestinale di calcio (la riposta A è corretta). La vitamina D, nota anche come colecalciferolo, appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili, che comprende anche le vitamine A, E e K. La vitamina D è formata da diversi metaboliti e subisce un processo di idrossilazione prima a livello epatico e poi renale che la trasforma in calcifediolo e calcitriolo, rispettivamente. Quest'ultimo è la forma attiva e ha un effetto su vari sistemi, come l'aumento dell'assorbimento intestinale di calcio, la promozione della mineralizzazione ossea e il riassorbimento tubulare di calcio. Studi scientifici suggeriscono che un livello di vitamina D di almeno 20 ng/ml (50 nmol/L) sia sufficiente per garantire un adeguato assorbimento di calcio. Valori inferiori a questo punto di riferimento indicano un'insufficienza di vitamina D e potrebbero richiedere una supplementazione.


31 di 114 Domande

La definizione di “sensibilità” di un test diagnostico è:














La definizione di “sensibilità” di un test diagnostico è la capacità di identificare soggetti malati in una popolazione di studio (la risposta D è corretta). La sensibilità del test rappresenta la percentuale di individui affetti da una determinata malattia che risultano positivi al test stesso. Al contrario, la specificità del test indica la percentuale di soggetti sani che vengono identificati come tali dal test.

 


32 di 114 Domande

Un trattamento con inibitori del PCSK9 è raccomandato nei pazienti con ipercolesterolemia familiare se il goal terapeutico non è stato raggiunto con:














Un trattamento con inibitori del PCSK9 è raccomandato nei pazienti con ipercolesterolemia familiare se il goal terapeutico non è stato raggiunto con Il massimo dosaggio di statine tollerato + ezetimibe (la risposta C è corretta). L'inibizione del PCSK9, una proteina che partecipa alla degradazione del recettore delle LDL, rappresenta un approccio farmacologico altamente efficace per ridurre i livelli di LDL. Inibitori del PCSK9 come alirocumab ed evolocumab sono anticorpi monoclonali che aumentano l'espressione dei recettori per le LDL (LDL-R) sugli epatociti, riducendo così i livelli circolanti di C-LDL. Questi farmaci sono utili quando i trattamenti tradizionali non sono sufficienti o sono limitati dagli effetti collaterali o controindicati. La somministrazione avviene per via sottocutanea, una volta ogni 2 settimane o una volta al mese, e è indicata nei pazienti adulti con ipercolesterolemia primaria o dislipidemia mista in combinazione con altre terapie ipolipemizzanti. Inoltre, l'utilizzo è consigliato negli adolescenti di almeno 12 anni di età affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote.


33 di 114 Domande

Quali delle seguenti affermazioni riguardanti la sindrome di Sjögren (malattia infiammatoria sistemica cronica autoimmune) è falsa?














E' falso affermare che la sindrome di Sjögren si sviluppa nel 100% dei casi in pazienti affetti da altre patologie autoimmuni (la risposta E è corretta). La sindrome di SJOGREN è una malattia autoimmune che influisce sulla funzione delle ghiandole salivari e lacrimali, causando secchezza delle fauci e degli occhi. Potenzialmente, questa malattia può interessare tutte le ghiandole esocrine. Le donne di mezza età sono le più colpite e spesso presentano autoanticorpi, come gli Anti-SS-A (anti-Ro). La sindrome di SJOGREN può essere una forma primaria o associata ad altre malattie autoimmuni, come il LES e l'artrite reumatoide. Inoltre, la sindrome di SJOGREN può causare problematiche extra-ghiandolari come interstiziopatia polmonare, nefropatia intestinale, vasculite crioglobulinemica, linfomi e artrite. 


34 di 114 Domande

Quale è la terapia di elezione nella sindrome del QT lungo?














La terapia di elezione nella sindrome del QT lungo è con beta bloccanti (la risposta E è corretta). L'utilizzo di beta-bloccanti per trattare la sindrome del QT lungo mira a limitare la scarica adrenergica, con l'obiettivo di prevenire l'insorgenza di extrasistoli. Questa patologia aritmogena, che aumenta il pericolo di aritmie maligne potenzialmente letali, è spesso causata proprio dalla presenza di extrasistoli ventricolari. La terapia con beta-bloccanti si è dimostrata utile nella riduzione della mortalità e degli eventi cardiaci correlati a questa condizione genetica. Tra i vari beta-bloccanti, il propranololo si distingue per essere il più studiato e per la sua capacità di prevenire l'incremento della dispersione transmurale della ripolarizzazione in presenza di forti stimolazioni del sistema nervoso simpatico, grazie al suo effetto antiaritmico.


35 di 114 Domande

Secondo le linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2019) nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare è raccomandata una riduzione del colesterolo LDL fino a raggiungere un valore:














Secondo le linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2019) nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare è raccomandata una riduzione del colesterolo LDL fino a raggiungere un valore di <70 mg/dL (la risposta A è corretta). La gestione dei fattori di rischio cardiovascolare è cruciale nella prevenzione primaria e secondaria degli eventi cardiovascolari negativi. Le linee guida attuali dell'European Society of Cardiology (ESC) correlano il rischio cardiovascolare globale con raccomandazioni riguardanti parametri e stili di vita. Uno dei fattori di rischio più significativi è indubbiamente la concentrazione ematica di colesterolo a bassa densità (LDL-C). Sono riconosciute diverse categorie di rischio cardiovascolare e per ognuna di esse esiste un valore soglia per la concentrazione ematica di LDL-C: rischio basso: LDL < 116 mg/dL; rischio moderato: LDL < 100 mg/dL; rischio alto: LDL < 70 mg/dL; rischio molto alto: LDL < 50 mg/dL. In caso un paziente appartenente alla categoria di rischio molto alto subisca un evento avverso entro due anni, allora in tal caso la concentrazione di LDL-C deve essere mantenuta inferiore a 40 mg/dL.


36 di 114 Domande

Con che modalità si trasmette l'infezione da Legionella pneumophila (malattia del legionario)?














L'infezione da Legionella pneumophila (malattia del legionario) si trasmette con inalazione, aspirazione/microaspirazione di acque contaminate (la risposta C è corretta). La Legionella Pneumophila è un patogeno che causa una forma di polmonite severa nota come malattia del legionario. La via di trasmissione avviene attraverso l'inalazione, l'aspirazione o la microaspirazione di acqua contaminata dal batterio. Si ritiene che il batterio entri nell'organismo umano attraverso le mucose delle vie respiratorie a seguito dell'inalazione di aerosol contaminati. Nonostante le indagini approfondite, non si sono mai dimostrate la trasmissione inter-umana (le risposte A, D non sono corrette) o quella per contatto oro-fecale (le risposte B, E non sono corrette). Questi risultati suggeriscono che l'inalazione di aerosol contaminati è il principale meccanismo di trasmissione della Legionella Pneumophila (la risposta C è corretta).


37 di 114 Domande

Nello scompenso cardiaco a bassa frazione d'eiezione, quale delle seguenti classi di farmaci non è in grado di modificare la morbilità e la mortalità?














Nello scompenso cardiaco a bassa frazione d'eiezione, i diuretici dell'ansa non sono in grado di modificare la morbilità e la mortalità (la risposta A è corretta). In linea con le linee guida ESC 2021 sullo scompenso cardiaco, per il trattamento della forma a ridotta frazione d'eiezione, i farmaci di prima scelta sono ACEI/Sartani, ARNI, MRA, beta-bloccanti e SGLT2i. Questi farmaci hanno dimostrato di ridurre diverse endpoint cardiovascolari, compreso la mortalità e la morbilità, tramite trials clinici randomizzati.


38 di 114 Domande

Cosa misura il T-score utilizzato nella densitometria ossea con tecnica dual-energy x-ray absorptiometry (DEXA) secondo l'OMS?














Il T-score utilizzato nella densitometria ossea con tecnica dual-energy x-ray absorptiometry (DEXA) secondo l'OMS misura il numero di deviazioni standard rispetto al picco di massa ossea (la risposta A è corretta). La tecnica dual-energy x-ray absorptiometry (DEXA) è l'esame diagnostico più comunemente utilizzato per la valutazione dell'osteoporosi. La densità minerale ossea (bone mineral density o BMD), che rappresenta il rapporto tra il contenuto minerale osseo e la superficie ossea esaminata (g/cm2), viene misurata tramite la DEXA. Va tuttavia sottolineato che questa tecnica esprime una densità minerale di superficie e non volumetrica. Nella pratica clinica, i valori di BMD sono meno rilevanti rispetto ad altri due parametri, ovvero il T-score e lo Z-score. Il T-score rappresenta il numero di deviazioni standard rispetto al picco di massa ossea, mentre lo Z-score rappresenta il numero di deviazioni standard rispetto ad una popolazione di riferimento della stessa età. La DEXA viene di solito effettuata su femore (collo femore e femore totale) e colonna lombare (L 1-L4). L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito i seguenti risultati in base ai valori di T-score: Normale: +2.5> T-score >-1.0; Osteopenia: -1.0> T-score >-2.5; Osteoporosi: T-score <-2.5; Osteoporosi severa: qualsiasi valore di T score associato alla presenza di una o più fratture da fragilità (> al femore e/o alla colonna).


39 di 114 Domande

L'emianopsia omonima è:














La presenza di un'emianopsia omolaterale si verifica quando un individuo sperimenta la perdita di una parte o della totalità della metà sinistra o destra dei propri campi visivi, a causa di una lesione delle vie ottiche post-chiasmatiche (la risposta A è corretta). Al contrario, l'emianopsia eterolaterale bitemporale è caratterizzata dalla perdita del campo visivo temporale di ciascun occhio, dovuta a una lesione mediana del chiasma ottico (la risposta C non è corretta). La riduzione delle porzioni periferiche dei campi visivi, che lascia solo una piccola porzione centrale visibile, è un effetto secondario di patologie oculari come, ad esempio, il glaucoma (la risposta D non è corretta). Lo scotoma centrale, ovvero la perdita della capacità visiva al centro del campo visivo, è causata da patologie come la patologia maculare, la neuropatia ottica e l'atrofia ottica (la risposta E non è corretta). La dilatazione del punto cieco corrispondente alla testa nel nervo ottico, nota comunemente come macchia cieca, è generalmente causata dal papilledema (la risposta B non è corretta).

 

 


40 di 114 Domande

Quale tra i seguenti non è un inibitore della pompa protonica?














L'Econazolo non è un inibitore della pompa protonica (la risposta C è corretta). Nel contesto della famiglia dei PPI, è importante notare che i primi 4 composti appartengono a questa categoria, mentre l'econazolo è classificato come antifungino. Per rispondere correttamente a eventuali domande in merito, una strategia utile potrebbe essere quella di riconoscere la desinenza comune dei primi 4 composti, ovvero "prazolo", la quale non è presente nel composto che differisce per la sua classificazione.


41 di 114 Domande

Quali sono le attuali raccomandazioni del Ministero della Salute per la vaccinazione anti-influenzale nelle donne in gravidanza?














Le attuali raccomandazioni del Ministero della Salute indicano che è raccomandata in qualunque fase della gravidanza la vaccinazione anti-influenzale nelle donne in gravidanza (la risposta C è corretta). Durante la stagione epidemica, le donne incinte corrono un rischio maggiore di complicazioni gravi e decesso legati all'influenza. Per questo motivo, è importante che vengano vaccinate utilizzando un vaccino inattivato, che può essere somministrato in qualsiasi trimestre della gravidanza senza associare effetti avversi sul prodotto del concepimento. Nonostante ci siano più dati disponibili sulla sicurezza del vaccino per il secondo e terzo trimestre rispetto al primo, le autorità sanitarie internazionali (ECDC, OMS) raccomandano comunque la vaccinazione in qualsiasi trimestre, in quanto i vantaggi della vaccinazione superano i possibili rischi.

 

 

 


42 di 114 Domande

Quale tra i seguenti farmaci è indicato per la nefroprotezione nel paziente iperteso diabetico?














L'Irbesartan è indicato per la nefroprotezione nel paziente iperteso diabetico (la risposta E è corretta). Nel contesto della gestione del diabete in presenza di ipertensione arteriosa e microalbuminuria, sono indicate le terapie che agiscono sull'asse renina-angiotensina-aldosterone per rallentare l'evoluzione e la progressione della nefropatia diabetica. Tale effetto è raggiunto mediante la riduzione della pressione arteriosa sistemica e della glomerulosclerosi e fibrosi interstiziale.


43 di 114 Domande

Quale delle seguenti è la definizione corretta di allodinia?














La definizione corretta di allodinia è "Dolore suscitato da uno stimolo che normalmente non è in grado di provocare una sensazione dolorosa" (la rispsota B è corretta). L'allodinia è un tipo di dolore causato da uno stimolo che normalmente non dovrebbe essere doloroso, come ad esempio il tocco (la risposta C non è corretta). Al contrario, l'iperalgesia è un aumento della risposta dolorosa a uno stimolo doloroso o termico (le risposte A, E non sono corrette). Infine, l'iperestesia è un'eccessiva sensibilità nella percezione di determinati stimoli cutanei, come il tocco, il calore e il dolore (la risposta D non è corretta).


44 di 114 Domande

Quale tra le seguenti motivazioni può essere utilizzata per il rilascio del certificato di esenzione al vaccino per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2?














L'Ipersensibilità dimostrata al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nella composizione del farmaco può essere utilizzata per il rilascio del certificato di esenzione al vaccino per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 (la risposta D è corretta). Chi presenta condizioni cliniche documentate che impediscono o ritardano la vaccinazione ha diritto al certificato di esenzione. Una controindicazione implica un rischio elevato di reazioni avverse gravi per il ricevente. La vaccinazione non viene solitamente somministrata in presenza di controindicazioni perché il rischio di reazioni avverse è maggiore dei relativi vantaggi. Una reazione allergica grave dopo la somministrazione di una dose di vaccino o di uno dei suoi componenti è una controindicazione alla ricezione di ulteriori dosi dello stesso vaccino o di prodotti contenenti gli stessi componenti. Inoltre, a titolo gratuito, i medici vaccinatori dei servizi vaccinali regionali, il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, i medici degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera e i medici di assistenza sanitaria al personale navigante che operano nell'ambito della campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2 nazionale possono attestare l'esenzione dalla vaccinazione anti Covid-19 su richiesta del paziente.


45 di 114 Domande

In quale delle seguenti condizioni non è presente un iperaldosteronismo secondario?














Nell'ipertiroidismo non è presente un iperaldosteronismo secondario (la risposta E è corretta). L'iperaldosteronismo secondario rappresenta una patologia in cui vi è una condizione di eccesso di aldosterone che deriva da un'aumentata produzione di renina. Tale eccesso di aldosterone è conseguente ad un'ipovolemia, come ad esempio nel scompenso cardiaco, nella cirrosi epatica, nella sindrome nefrosica, oppure ad una riduzione del flusso renale, ad esempio a causa di una stenosi dell'arteria renale. In questi casi, l'aumento dei livelli di renina stimola la produzione di aldosterone, con l'obiettivo di ripristinare il volume circolante adeguato. In tale contesto, l'ipertiroidismo rappresenta l'unica condizione elencata che non determina una riduzione del volume circolante, e quindi non costituisce uno stimolo per la produzione di renina. 


46 di 114 Domande

Quanti sono gli stadi dell'insufficienza renale cronica?














Gli stadi dell'insufficienza renale cronica sono 5 (la risposta C è corretta). La classificazione K-DIGO suddivide la malattia renale cronica in 5 stadi in base al valore di filtrato glomerulare. Il primo stadio è identificato da un valore di eGFR superiore a 90 ml/min, il secondo stadio da un valore compreso tra 89 e 60 ml/min, il terzo stadio da un valore di eGFR compreso tra 59 e 30 ml/min, il quarto stadio da un valore compreso tra 29 e 15 ml/min, mentre il quinto stadio è indicato da un valore di filtrato inferiore a 15 ml/min.

 


47 di 114 Domande

La vareniclina è un:














La vareniclina è un agonista del recettore nicotinico (la risposta B è corretta). Questo farmaco si differenzia da altre terapie utilizzate per la cessazione del fumo perché non sostituisce la nicotina, bensì agisce direttamente sui recettori nicotinici presenti nel cervello. Il fine della Vareniclina è di mitigare i sintomi di dipendenza, astinenza e piacere associati al fumo grazie al suo ruolo di agonista parziale. Il farmaco si lega ai recettori nicotinici e funziona sia come stimolatore parziale (effetto agonista), sia come inibitore (effetto antagonista). Da un lato, aiuta a ridurre i sintomi di dipendenza e astinenza correlati alla cessazione del fumo grazie alla sua capacità di stimolare parzialmente la liberazione di dopamina. Dall'altro, inibisce il legame della nicotina con i recettori, riducendo la soddisfazione legata al fumo nel caso in cui il fumatore decida di riprendere a fumare.


48 di 114 Domande

Nei pazienti con diagnosi di trombosi venosa superficiale degli arti inferiori ed aumentato rischio di progressione a trombosi venosa profonda ed embolia polmonare si suggerisce di:














Al fine di prevenire la trombosi venosa profonda e l'embolia polmonare correlata, si consiglia di prescrivere un farmaco anticoagulante per almeno 45 giorni. Nel caso di trombosi venosa superficiale, risulta fondamentale valutare le condizioni fisiopatologiche e le cause che hanno condotto all'insorgenza di tale patologia e, ove possibile, intervenire per correggerle (la risposta B è corretta).


49 di 114 Domande

Per emiparesi si intende:














Per emiparesi si intende una forma di ipostenia limitata ad una metà del corpo (la risposta A è corretta). La forza muscolare può essere compromessa da una riduzione o abolizione, descritta come paresi, ipostenia o paralisi. Queste limitazioni possono colpire singoli gruppi muscolari (la risposta E non è corretta).  La paralisi di un solo emisoma è definita emiparesi (la risposta A è corretta), mentre la tetraparesi o tetraplegia implica la compromissione di tutti e quattro gli arti (la risposta C non è corretta). La diparesi o diplegia si verifica quando la motilità viene alterata in entrambi gli arti superiori o nel territorio facciale bilaterale (la risposta D non è corretta). Se la forza viene limitata solo ai muscoli oculari, si parla di oftalmoparesi (la risposta B non è corretta). 


50 di 114 Domande

L'Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti (AREB) è:














L'Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti (AREB) è una patologia mielodisplastica di alto grado (la risposta D è corretta). L'Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti (AREB) è inclusa nella vecchia classificazione FAB (Francese-Americana-Britannica) delle sindromi mielodisplastiche (le risposte A, C, E non sono corrette), la quale comprende cinque categorie di sindromi mielodisplastiche: l'Anemia Refrattaria (AR), l'Anemia Refrattaria con Sideroblasti ad Anello (ARSA), l'Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti (AREB), l'Anemia Refrattaria con Eccesso di Blasti in trasformazione (AREB-t) e la Leucemia Mielomonocitica Cronica (LMMC). L'AREB appartiene alle sindromi mielodisplastiche di alto grado, poiché esiste un maggiore rischio di evolvere in modo precoce in leucemia mieloide acuta. Attualmente, la classificazione diagnostica in uso è la classificazione WHO (World Health Organization), nella quale l'AREB è stata sostituita dalla Mielodisplasia con Eccesso di Blasti (MDS-EB). Inoltre, la classificazione WHO ha ridotto dal 30% al 20% il limite di blasti nel midollo per distinguere una sindrome mielodisplastica da una leucemia mieloide acuta.


51 di 114 Domande

Quale tra i seguenti farmaci può provocare una diarrea cronica da colite microscopica?














Il Lansoprazolo può provocare una diarrea cronica da colite microscopica (la risposta C è corretta). Va tenuto presente che, rispetto a tutti gli altri inibitori della pompa protonica, il Lansoprazolo è associato a una maggiore incidenza di effetti collaterali a causa delle sue caratteristiche farmacologiche intrinseche e della modifica che induce alla flora batterica gastrica e intestinale. Una delle complicanze più frequenti è la diarrea cronica da colite microscopica. È importante non confondere gli ACE-inibitori (come il Ramipril) che non causano colite microscopica con i Sartani o ARB, tra i principali responsabili di colite microscopica eosinofilica da farmaco. 


52 di 114 Domande

La principale causa di morte nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) lieve moderata è rappresentata da:














La principale causa di morte nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) lieve moderata è rappresentata da malattie cardiovascolari (la risposta C è corretta). I soggetti affetti da Bronchite Cronica ostruttiva (BPCO) spesso presentano patologie correlate, molte delle quali sono il risultato di abitudini di fumo. In questi pazienti, le malattie cardiovascolari rappresentano una delle cause più comuni di decesso nei casi di BPCO lieve-moderata, con una frequenza maggiore rispetto alla insufficienza respiratoria. D'altro canto, nei pazienti con BPCO severa, l'insufficienza respiratoria è la principale fonte di mortalità.


53 di 114 Domande

Quale tra i seguenti parametri non rientra nella classificazione di Child-Pugh per la valutazione della gravità delle epatopatie croniche?














La presenza di varici esofagee non rientra nella classificazione di Child-Pugh per la valutazione della gravità delle epatopatie croniche (la risposta B è corretta). La classificazione di Child-Pugh rappresenta un modello di valutazione quantitativa della severità delle epatopatie croniche. Questo sistema di punteggio considera diversi fattori, tra cui la presenza di encefalopatia, la presenza di ascite, i livelli di bilirubinemia, albuminemia e PT. La classificazione di Child-Pugh prevede la suddivisione dei pazienti in tre categorie, identificate in base al punteggio ottenuto: Classe A (5-6 punti), Classe B (7-9 punti), Classe C (10-15 punti). È importante notare che la presenza di varici esofagee non è un parametro preso in considerazione nella classificazione di Child-Pugh (la risposta B è corretta). Oltre alla classificazione di Child-Pugh, esiste un altro importante strumento per la valutazione della gravità della cirrosi epatica, ovvero lo score MELD (Model of End Liver Disease), che tiene conto dei livelli di bilirubinemia, PT INR e creatininemia per determinare il rischio di mortalità del paziente. Questi punteggi vengono utilizzati anche per stabilire l'idoneità del paziente per il trapianto epatico.

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54 di 114 Domande

L'asma è una patologia delle vie aeree. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?














L'enfisema polmonare è una patologia caratterizzata dalla distruzione del tessuto polmonare e dei setti alveolari, con conseguente aumento del rischio di collasso polmonare. L'asma, d'altra parte, è una condizione infiammatoria cronica delle vie aeree che si manifesta con una limitazione al flusso d'aria, generalmente reversibile e variabile nel tempo, come evidenziato da prove di funzionalità respiratoria. In presenza di sintomi compatibili con l'asma ma con prove spirometriche normali, la diagnosi può essere formulata attraverso un test di provocazione bronchiale con metacolina, che permette di dimostrare l'ipersensibilità bronchiale (la risposta D è corretta). 


55 di 114 Domande

Quale tra gli score di seguito riportati è validato dalla Società Europea di Cardiologia per la definizione del rischio trombo embolico?














Il CHA2DS2-VASc è validato dalla Società Europea di Cardiologia per la definizione del rischio trombo embolico (la risposta B è corretta). Per determinare la terapia anticoagulante appropriata in caso di diagnosi di fibrillazione atriale, è essenziale stratificare il rischio trombo-embolico del paziente. Attualmente, viene utilizzato il punteggio CHA2DS2-VASc, che considera diversi fattori. In conformità alle attuali linee guida della European Society of Cardiology (ESC), la terapia anticoagulante è raccomandata per un punteggio CHA2DS2-VASc di 3 o superiore nelle donne e di 2 o superiore negli uomini. Il punteggio SOFA viene utilizzato per la valutazione della gravità della sepsi in un paziente. Altri score vengono utilizzati per valutare il grado di instabilità clinica del paziente. 

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56 di 114 Domande

Come agisce il dabigatran?














Il dabigatran inibisce la trombina (la risposta B è corretta). Il Dabigatran è un nuovo anticoagulante orale (NAO) o anticoagulante orale diretto (DOAC) che appartiene alla classe degli inibitori diretti della trombina (fattore Ila). Questo farmaco agisce bloccando direttamente il sito attivo della trombina e prevenendo la degradazione del fibrinogeno in fibrina. A differenza di altri anticoagulanti, il Dabigatran non richiede il monitoraggio laboratoristico della coagulazione e viene principalmente escreto attraverso l'eliminazione renale. Tuttavia, è controindicato in pazienti con insufficienza renale e con un clearence della creatinina inferiore a 30 ml/min. È importante sottolineare che le altre opzioni di risposta non sono correlate all'azione del Dabigatran. La risposta "Blocca la proteina SPIKE del SARS-CoV-2" si riferisce all'azione degli anticorpi monoclonali contro SARS-CoV-2 (la risposta E non è corretta). La risposta "inibisce la xantina ossidasi" si riferisce all'effetto dell'ipouricemizzante allopurinolo che inibisce l'enzima xantina ossidasi (la risposta C non è corretta). La risposta "Blocca il TNF-alpha", invece, si riferisce all'azione degli anticorpi monoclonali contro il TNF-alpha, una citochina proinfiammatoria (la risposta A non è corretta).


57 di 114 Domande

L'aumentata mortalità associata alla fibrillazione atriale non dipende da:














L'aumentata mortalità associata alla fibrillazione atriale non dipende da rottura aneurisma dell’aorta (la risposta A è corretta). La fibrillazione atriale è una anomalia cardiaca di origine aritmogena che, se non adeguatamente gestita, può comportare conseguenze rilevanti per la salute cardiovascolare. Questa condizione aumenta la probabilità di trombo-embolismi e di embolie periferiche o distrettuali, che possono essere gravi e portare a un ictus. La dilatazione atriale sinistra associata può, inoltre, causare modifiche strutturali a lungo termine e portare a uno scompenso cardiaco cronico. In alcuni casi, la fibrillazione atriale con un pattern elettrogenico sottostante (ad esempio, pre-eccitazione) può attivare fenomeni aritmici potenzialmente pericolosi. Tuttavia, la condizione aritmica non è in alcun modo legata alla presenza di un aneurisma aortico.


58 di 114 Domande

La sintesi di più risultati scientifici sullo stesso argomento può essere ottenuta mediante:














La sintesi di più risultati scientifici sullo stesso argomento può essere ottenuta mediante metanalisi (la risposta C è corretta). La metanalisi è un'efficace tecnica statistica che combina i risultati di diversi studi per fornire una singola valutazione dell'impatto di un trattamento o di un fattore di rischio. Per garantire la validità di una metanalisi, i partecipanti, gli interventi, i fattori di rischio e le impostazioni degli studi coinvolti devono essere simili. Oltre a ciò, una metanalisi può essere eseguita quando esiste più di uno studio che affronta la stessa questione. In contrapposizione, gli studi osservazionali sono quelli in cui il ricercatore si limita a osservare ciò che accade nella realtà, come nel caso degli studi di coorte, caso-controllo o trasversali. D'altra parte, gli studi retrospettivi analizzano gli effetti verificatisi in un momento successivo, confrontando soggetti affetti da una malattia (casi) con quelli sani (controlli). In aggiunta, lo studio clinico randomizzato controllato è un tipo di studio in cui il ricercatore sperimenta un nuovo trattamento clinico, considerato il gold standard per la sperimentazione clinica. Infine, un report di casi clinici descrive dettagliatamente i sintomi, i segni, la diagnosi, il trattamento e il follow-up di uno o più pazienti.


59 di 114 Domande

Un paziente allettato, portatore di catetere vescicale a permanenza, a cui è stata cambiata la sacca di raccolta delle urine circa 24 ore prima, ha urinato 350 ml. Il paziente presenta:














Un paziente allettato, portatore di catetere vescicale a permanenza, a cui è stata cambiata la sacca di raccolta delle urine circa 24 ore prima, ha urinato 350 ml. Il paziente presenta oliguria (la risposta B è corretta). L'anuria è definita come la totale assenza o la produzione inferiore a 100 ml di urina in 24 ore, mentre l'oliguria è caratterizzata da una quantità di urina prodotta inferiore a 350 ml in un arco di tempo di 24 ore. La condizione di oligo-anuria può essere un risultato di una insufficienza renale acuta o di una nefropatia cronica in fase avanzata.


60 di 114 Domande

Per “riconciliazione della terapia farmacologica” si intende:














Per “riconciliazione della terapia farmacologica” si intende un processo formale di revisione della terapia del singolo paziente nelle transizioni di cura per evitare i rischi che potrebbero derivare dalla somministrazione di farmaci poco appropriati o che presentino interazioni pericolose (la risposta B è corretta). La riconciliazione farmacologica è un processo che mira a garantire una prescrizione farmacologica precisa e corretta. Inizia confrontando la lista dei farmaci attualmente prescritti al paziente con quelli raccomandati in una determinata situazione. Per raggiungere questo scopo, è fondamentale la cooperazione di diverse figure professionali, tra cui medici, farmacisti, infermieri, nonché del paziente e dei suoi familiari/caregiver durante la fase di ricognizione, che include un'anamnesi farmacologica dettagliata. L'OMS ritiene che la riconciliazione sia una delle migliori strategie per aumentare la qualità delle cure ai pazienti. In Italia, la riconciliazione farmacologica è un criterio e un requisito di accreditamento per le Regioni e Province Autonome, per fornire assistenza sanitaria di alta qualità ai propri pazienti.


61 di 114 Domande

Secondo le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2021), nei pazienti diabetici con rischio cardiovascolare alto o molto alto, l'ASA a basso dosaggio è:














Secondo le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2021), nei pazienti diabetici con rischio cardiovascolare alto o molto alto, l'ASA a basso dosaggio è indicato (la risposta B è corretta). L'impiego della terapia antiaggregante piastrinica singola (SAPT) con acido acetilsalicilico (ASA) per la prevenzione primaria continua a essere oggetto di dibattito a livello internazionale. Tuttavia, le linee guida europee della European Society of Cardiology (ESC) raccomandano l'utilizzo della SAPT in prevenzione primaria per i pazienti ad elevato rischio cardiovascolare, in particolare per quelli affetti da diabete mellito. L'utilizzo dell'ASA non dipende dalla funzionalità renale. Sebbene sia una buona prassi, specialmente in caso di politerapia, utilizzare un inibitore di pompa protonica, non è decisivo né necessario secondo le attuali linee guida.


62 di 114 Domande

Quando devono essere eseguiti i test di trombofilia in caso di tromboenbolismo venoso (TEV)?














L'esame trombofilico deve essere eseguito solo dopo la scomparsa dell'evento trombotico acuto e terminato l'effetto della terapia anticoagulante, che può essere eparina, dicumaroli o DOAC (la risposta E è corretta). Questo perché la trombosi acuta e gli anticoagulanti influenzano i livelli e le funzioni dei fattori analizzati durante lo screening trombofilico. Le risposte "Durante l'evento trombotico", "Un anno dopo l'insorgenza dell'evento trombotico", " Sei mesi dopo la sospensione della terapia anticoagulante" sono sbagliate perché indicano tempi non corretti. Ad esempio, non bisogna eseguire il dosaggio dell'antitrombina durante la terapia con eparina (che lega l'antitrombina) e non bisogna eseguire il dosaggio della proteina C e della proteina S durante la terapia con dicumarolici (antagonisti della vitamina K), in quanto queste proteine sono dipendenti dalla vitamina K. I DOAC possono causare una modifica del dosaggio di antitrombina, proteina C e proteina S (la risposta A non è corretta).

 


63 di 114 Domande

Quale di queste metodiche deve considerarsi l'esame diagnostico di elezione in caso di colica renale?














La tomografia computerizzata spirale multistrato dell'addome senza mezzo di contrasto deve considerarsi l'esame diagnostico di elezione in caso di colica renale (la risposta E è corretta). In caso di colica renale, l'ecografia è il primo esame a cui si fa riferimento, tuttavia la sua sensibilità è inferiore rispetto alla TC addome senza mdc, che rappresenta il metodo d'elezione per rilevare il 99% dei calcoli. D'altra parte, la radiografia dell'addome mostra una scarsa capacità di rilevamento e non è in grado di valutare i calcoli radio-trasparenti, come quelli di acido urico. La risonanza magnetica è poco diffusa nelle zone rurali, mentre l'urografia è considerata una tecnica obsoleta.


64 di 114 Domande

Le indagini microbiologiche di ferite da compressione con sospetta infezione devono essere effettuate:














Le indagini microbiologiche di ferite da compressione con sospetta infezione devono essere effettuate con esami colturali tramite prelievi in sedi profonde nei tessuti molli (la risposta A è corretta). Per ottenere campioni appropriati per l'analisi microbiologica delle ferite da compressione, è cruciale seguire una tecnica di prelievo adeguata. Prima di effettuare il prelievo, è necessario pulire la ferita con soluzione fisiologica, rimuovendo accuratamente il materiale necrotico e purulento che potrebbe causare risultati falsi negativi (la risposta C non è corretta). Il prelievo deve essere eseguito in profondità, sul fondo della ferita, per garantire la massima accuratezza dei risultati (la risposta A è corretta). In questi casi, l'emocultura non è di solito utile poiché le infezioni sono localizzate e non associate a batteriemia (la risposta E non è corretta).


65 di 114 Domande

Nel sospetto di disfunzione della tiroide quale esame è utile per iniziare l'inquadramento diagnostico?














Nel sospetto di disfunzione della tiroide il TSH reflex è utile per iniziare l'inquadramento diagnostico (la risposta C è corretta). Questo esame prevede la misurazione dei valori di TSH e, solo in caso di alterazioni di questi livelli, la misurazione concomitante degli ormoni tiroidei FT4 e FT3. La valutazione isolata degli ormoni tiroidei non fornisce una comprensione adeguata della funzionalità tiroidea, poiché il TSH è il parametro che si altera prima e più rapidamente (le risposte B, E non sono corrette). L'ecografia tiroidea fornisce informazioni sulle caratteristiche strutturali della ghiandola tiroidea, ma non fornisce informazioni sul suo funzionamento e quindi non è in grado di valutare la presenza di disfunzioni (la risposta D non è corretta). La scintigrafia tiroidea è un esame importante per la diagnosi differenziale delle diverse forme di ipertiroidismo e tireotossicosi, ma non è l'esame di primo livello da richiedere in presenza di sospetto di disfunzione tiroidea (la risposta A non è corretta).


66 di 114 Domande

Nel follow up di un/una paziente con ipotiroidismo, gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi devono essere controllati al fine di un corretto aggiustamento della posologia della levotiroxina?














Nel monitoraggio delle condizioni cliniche di un paziente affetto da ipotiroidismo, è fondamentale tenere sotto controllo i livelli di ormone tireostimolante (TSH), per verificare l'adeguatezza o la necessità di modificare la terapia con Levotiroxina. La dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi riveste particolare importanza per quanto riguarda la diagnosi eziologica dell'ipotiroidismo, poiché una delle cause più frequenti (soprattutto nei paesi occidentali) è rappresentata dalla tiroidite di Hashimoto. La positività di tali anticorpi consente di effettuare una corretta diagnosi eziologica. Una volta determinato il livello di anticorpi, non è più necessario ripetere il dosaggio poiché tale parametro serve esclusivamente ai fini diagnostici e non influisce sulla necessità di modificare la posologia della Levotiroxina (la risposta A è corretta). 


67 di 114 Domande

Quale tra le seguenti è la corretta definizione di steatosi epatica?














La steatosi epatica è un accumulo di grassi neutri nel fegato eccedenti il 5% del peso dell'organo (la risposta D è corretta). La steatosi epatica è una condizione caratterizzata dalla presenza di un accumulo di grassi neutri nel fegato. Non c'è alcun legame con l'accumulo di colesterolo. Quando si ha a disposizione un insieme di risposte che comprende due opzioni dettagliate e una più generica, è opportuno scegliere quella più specifica (la risposta A non è corretta). La risposta "Presenza nel fegato di vacuoli di grasso in rapporto 1 :3 con il restante parenchima" in questo caso, è errata poiché la quantità di grasso accumulata non deve superare il 5% del volume del fegato (la risposta C non è corretta). Le risposte "Presenza nel fegato di vescicole di colesterolo intorno al nucleo" e "Eccesso di lipoproteina (a) all'interno degli epatociti", non sono in alcun modo associate alla steatosi epatica (le risposte B, E non sono corrette).


68 di 114 Domande

L'ecocardiogramma è indicato nella gestione terapeutica dell'embolia polmonare per valutare:














L'ecocardiogramma è indicato nella gestione terapeutica dell'embolia polmonare per valutare il sovraccarico del ventricolo destro (la risposta B è corretta). L'ecocardiogramma transtoracico con color-doppler mi permette di identificare alcuni sintomi dell'embolia polmonare, sia segni diretti che indiretti. I segni diretti sono molto rari e difficili da scoprire, ma si possono osservare valutando la presenza di materiale trombotico nelle sezioni di destra e nell'arteria polmonare. L'embolia polmonare aumenta la pressione nelle sezioni di destra e questo può essere espresso da segni indiretti come, ad esempio, un aumento della pressione arteriosa polmonare media, una dilatazione del ventricolo destro con eventuale contrazione anomala, una deviazione verso sinistra del setto interventricolare e una disparità tra i ventricoli che danneggia il ventricolo sinistro.


69 di 114 Domande

Quale tra queste malattie infettive è caratterizzata da forte dolore oculare retro-orbitale accompagnato a cefalea, mialgie, nausea e vomito?














La febbre emorragica Dengue è caratterizzata da forte dolore oculare retro-orbitale accompagnato a cefalea, mialgie, nausea e vomito (la risposta B è corretta). Le zanzare del genere Aedes sono i vettori. La presentazione clinica tipica della dengue comprende febbre improvvisa, cefalea con dolore oculare intenso e retrooculare, mialgia, artralgia, nausea, vomito e esantema in circa il 50-80% dei casi. In rari casi, si sviluppa una febbre emorragica con trombocitopenia, emorragie, shock e addirittura exitus. Il forte dolore oculare retro-orbitale distingue la fase iniziale dell'infezione da Dengue virus dalle altre opzioni di risposta (malaria, West Nile Fever, toxoplasmosi e mononucleosi), che possono presentare un quadro simil-influenzale ma non il dolore acuto oculare retro-bulbare (le risposte A, C, D, E non sono corrette).

 


70 di 114 Domande

Quale è il cut-off dei livelli di PSA totale ematico fissato internazionalmente per lo screening del cancro della prostata?














Il valore di riferimento per lo screening del carcinoma prostatico mediante l'analisi dei livelli di PSA totale è stabilito a 4 ng/ml (la risposta C è corretta). Tuttavia, è importante tener presente che questo valore può variare in relazione a fattori come infezioni delle vie urinarie, traumi locali e procedure invasive, e pertanto deve essere contestualizzato per ogni singolo paziente. È noto che il PSA presenta una elevata sensibilità, ma una bassa specificità, perciò la sua valutazione deve essere sempre effettuata in correlazione con l'anamnesi e l'esame fisico del paziente. In presenza di ipertrofia prostatica benigna, inoltre, è importante prendere in considerazione non solo i valori di PSA, ma anche la densità del PSA rispetto al volume della prostata, la terapia a base di inibitori della 5-alfa-reduttasi e la dinamica del marcatore nel tempo. Questo permetterà di ottenere un quadro completo della situazione e di effettuare una valutazione più precisa e informata.


71 di 114 Domande

L'esame parassitologico delle feci può essere utile per indagare:














L'esame parassitologico delle feci può essere utile per indagare il prurito generalizzato (la risposta C è corretta). Il prelievo parassitologico delle feci, che di norma viene effettuato su tre campioni distinti, rappresenta una pratica comunemente adottata per investigare la presenza di disturbi gastrointestinali. In particolare, alcune parassitosi, come ad esempio la schistosomiasi, possono causare un aumento degli eosinofili e un prurito diffuso, rendendo pertanto opportuno effettuare un esame coproparassitologico in presenza di tali sintomi. La cefalea, invece, viene valutata mediante l'anamnesi, l'esame obiettivo neurologico e, se necessario, tecniche di imaging (la risposta B non è corretta). La disfunzione tiroidea, d'altra parte, viene indagata mediante esami ematici volti a verificare la funzionalità degli ormoni tiroidei e, eventualmente, mediante l'utilizzo di tecniche di imaging ecografico (la risposta D non è corretta). La tosse secca, inoltre, viene esaminata attraverso l'esame obiettivo, tecniche di imaging polmonare e, eventualmente, mediante indagini microbiologiche sull'espettorato (la risposta E non è corretta). Infine, le aritmie cardiache vengono valutate tramite elettrocardiogramma o mediante tecniche di imaging cardiaco (la risposta A non è corretta).


72 di 114 Domande

Cosa si intende per farmaco equivalente?














Un medicinale equivalente o generico è un farmaco che presenta la stessa composizione quantitativa e qualitativa delle sostanze attive e la stessa forma farmaceutica di un farmaco di riferimento. Inoltre, il farmaco equivalente dimostra una bioequivalenza con il farmaco di riferimento, la quale viene dimostrata attraverso appositi studi di biodisponibilità. I farmaci equivalenti o generici vengono commercializzati quando il brevetto del farmaco di riferimento è scaduto. In questo modo, i farmaci equivalenti sono più economici rispetto ai farmaci di marca, permettendo una maggiore accessibilità ai pazienti che necessitano di trattamenti farmacologici, senza tuttavia compromettere l'efficacia e la sicurezza terapeutica (la risposta C è corretta).

 


73 di 114 Domande

Quale tra le seguenti è la definizione corretta di ematocrito?














L'ematocrito è la percentuale del volume sanguigno occupata dai soli eritrociti (la risposta B è corretta). L'ematocrito ha un valore compreso tra il 40% e il 50%. La risposta "la misura del volume corpuscolare medio degli eritrociti" è errata, poiché corrisponde alla definizione del Volume Corpuscolare Medio (MCV) (la rispsota C non è corretta). Le risposte "La percentuale di emoglobina in ogni singolo eritrocita" e "La percentuale di emoglobina in ogni singolo eritrocita in rapporto alle dimensioni dello stesso", invece, sono errate perché si riferiscono rispettivamente alla Emoglobina Corpuscolare Media (MCH) e alla Concentrazione Emoglobinica Corpuscolare Media (MCHC), ovvero al contenuto e alla concentrazione media di emoglobina negli eritrociti. Questi valori, inoltre, non sono espressi in percentuale (le risposte A, D non sono corretta). Infine, la risposta "Un indicatore della variazione delle dimensioni degli eritrociti all'interno di un campione" riguarda l'Ampiezza della Distribuzione Eritrocitaria (RDW), che fornisce informazioni sull'anisocitosi (la risposta E non è corretta).


74 di 114 Domande

La metodica di elezione per la diagnosi di embolia polmonare è:














La metodica di elezione per la diagnosi di embolia polmonare è l'angio TC del torace (la risposta A è corretta). La tomografia computerizzata angiografica del polmone (angio-TC) rappresenta il test di imaging diagnostico di riferimento per la diagnosi della tromboembolia polmonare. Questa metodologia presenta numerosi vantaggi, tra cui una elevata precisione, la non invasività e una maggiore disponibilità. Inoltre, l'angio-TC può identificare altre patologie polmonari se non vi è la presenza di tromboembolia. La scintigrafia di ventilazione/perfusione (V/Q o scintigrafia polmonare) evidenzia aree del polmone che vengono ventilate ma non perfuse a causa dell'ostruzione da un coagulo. Questo esame è altrettanto preciso della tomografia computerizzata multistrato, tuttavia viene meno frequentemente utilizzato a causa della maggiore disponibilità della tecnologia TC (la risposta C non è corretta). La scintigrafia polmonare è particolarmente indicata per pazienti allergici al mezzo di contrasto iodato, con ridotta funzionalità renale o in stato di gravidanza, in quanto espone il paziente a una minore dose di radiazioni rispetto alla TC. La scintigrafia polmonare può essere eseguita sia con l'imaging bidimensionale che con la tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT), che permette un'imaging tridimensionale. L'ecografia e la risonanza magnetica del torace non sono in grado di visualizzare la tromboembolia (le risposte B, E non sono corrette).


75 di 114 Domande

In quali di queste condizioni sotto elencate è controindicato l'utilizzo degli inibitori diretti orali della coagulazione (DOAC)?














Nella sindrome da anticorpi antifosfolipidi è controindicato l'utilizzo degli inibitori diretti orali della coagulazione (DOAC) (la risposta C è corretta). Fornendo riferimento alla nota informativa del maggio 2019, emessa in collaborazione con le autorità regolatorie europee e l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), si evince che i DOAC (direct-acting oral anticoagulants) quali apixaban (Eliquis), dabigatran etexilato (Pradaxa), edoxaban (Lixiana/Roteas) e rivaroxaban (Xarelto) sono controindicati nella sindrome antifosfolipidica (APS) poiché associati ad un aumento del rischio di eventi trombotici ricorrenti. Lo studio multicentrico randomizzato TRAPS ha confermato che l'uso di rivaroxaban nei pazienti con APS e una storia di trombosi accertata è correlato ad un incremento del rischio di eventi trombotici rispetto al warfarin, un antagonista della vitamina K. L'impiego degli altri DOAC potrebbe presentare un analogo aumento del rischio rispetto al warfarin, pertanto risulta controindicato nella sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Tuttavia, le ultime linee guida EULAR 2019 indicano che l'uso dei DOAC potrebbe essere considerato per prevenire le trombosi venose nei pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi, che non riescono a raggiungere il target di INR prefissato, malgrado una buona compliance alla terapia con gli inibitori della vitamina K (AVK), o nei pazienti che presentano controindicazioni all'utilizzo degli AVK. Si raccomanda di evitare di passare dalla terapia con AVK ai DOAC solo per scarsa aderenza terapeutica. Inoltre, è sconsigliato l'uso di rivaroxaban nei pazienti con tripla positività agli anticorpi antifosfolipidi, data la maggiore incidenza di eventi trombotici. Infine, sempre secondo le stesse linee guida, l'uso dei DOAC non è consigliato nei pazienti con APS e una storia di trombosi arteriose.

 


76 di 114 Domande

Il virus dell'epatite virale C è:














Il virus dell'epatite C (HCV) è un membro della famiglia dei Flavivirus, genere Hepacivirus, e presenta un genoma costituito da una molecola ad angolo filamento di RNA a polarità positiva (la risposta D è corretta)(la risposta C non è corretta). Al contrario, un virus difettivo richiede la co-infezione con un virus helper per replicare, come avviene per il virus dell'epatite delta HDV (la risposta B non è corretta). Un provirus, invece, rappresenta il genoma di un virus che si è integrato all'interno della cellula ospite, come accade per il virus dell'HIV (la risposta E non è corretta).


77 di 114 Domande

Quale di questi fattori non determina un rischio aumentato di infezione delle lesioni da pressione?














Le varici venose non determinano un rischio aumentato di infezione delle lesioni da pressione (la risposta A è corretta). Le lesioni da pressione o da decubito sono una preoccupazione frequente per pazienti che sono allettati, anziani o che hanno patologie che limitano la loro mobilità. Inoltre, l'infezione è una complicazione temuta associata a queste lesioni. Essa può essere sospettata quando si verifica necrosi persistente, un cattivo odore o un mancato miglioramento nonostante la corretta terapia. La proliferazione batterica e l'infezione delle ulcere da pressione sono favoriti da fattori come l'età avanzata, la durata e l'intensità della compressione, la posizione della lesione, una scarsa igiene personale, malnutrizione, alcolismo, diabete, obesità, insufficienza renale cronica e patologie vascolari non compensate. L'eczema, che comporta un deficit di barriera cutanea e uno squilibrio nella flora batterica, può ulteriormente aumentare il rischio di infezione. Al contrario, la presenza di varici venose non rappresenta un aumento del rischio di infezione delle lesioni da pressione (la risposta A è corretta).

 


78 di 114 Domande

Nei pazienti con flutter atriale la terapia anticoagulante è raccomandata:














Nei pazienti con flutter atriale la terapia anticoagulante è raccomandata in accordo con lo stesso profilo di rischio utilizzato per la fibrillazione atriale (la risposta B è corretta). Nonostante i diversi meccanismi sottostanti, la fibrillazione atriale e il flutter atriale presentano un rischio trombo-embolico pressoché identico. Per giunta, la stratificazione del rischio e le indicazioni terapeutiche per i farmaci anticoagulanti sono condivise per entrambi i disturbi cardiaci.


79 di 114 Domande

Quale tra i seguenti parametri non rientra nella definizione di sindrome metabolica?














Non rientra nella definizione di sindrome metabolica l'uricemia >8,5 mg/dL (la risposta C è corretta). La sindrome metabolica è un insieme di anomalie metaboliche che comprendono ipertensione, insulino-resistenza, diabete di tipo 2, obesità centrale o viscerale e dislipidemia aterogenica (alti livelli di trigliceridi e colesterolo LDL e bassi livelli di colesterolo HDL) presenti contemporaneamente in un individuo. La diagnosi si basa sui criteri diagnostici NCEP-ATP III (National Cholesterol Education Program -Adult Treatment Panel III), che richiedono la presenza di 3 o più dei seguenti fattori: circonferenza vita superiore a 102 cm per gli uomini e 88 cm per le donne, glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dL, pressione arteriosa superiore a 130/85 mm Hg, trigliceridi superiori a 150 mg/dL, e colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dL per gli uomini e 50 mg/dL per le donne. Infine, l'iperuricemia non è un criterio per la diagnosi di sindrome metabolica.


80 di 114 Domande

In una paziente che presenta galattorrea, quale dei seguenti farmaci che sta assumendo potrebbe esserne la causa?














In una paziente che presenta galattorrea, la Levosulpiride che sta assumendo potrebbe esserne la causa (la risposta A è corretta). La galattorrea è la produzione di una secrezione lattescente dal capezzolo o da entrambi in donne al di fuori del periodo dell'allattamento (galattorrea non puerperale), e può essere associata o meno ad irregolarità mestruali. L'iperprolattinemia è una delle cause più comuni di galattorrea e può essere causata da un adenoma ipofisario secretore di prolattina, stati di ipotiroidismo con incremento dei livelli di TSH, o dall'uso di farmaci che interferiscono con la prolattina stessa, aumentandone i livelli. Gli antidepressivi triciclici, gli oppioidi, gli estro-progestinici, i farmaci neurolettici (come fenotiazine), gli antistaminici e la cimetidina sono farmaci che possono determinare iperprolattinemia. La levosulpride, un antipsicotico, rappresenta la risposta corretta in quanto è uno dei farmaci che più frequentemente determinano iperprolattinemia a causa del suo meccanismo patogenetico di antagonista della dopamina. La dopamina normalmente ha un effetto inibitorio sulla secrezione di prolattina. Pertanto, se l'azione della dopamina viene bloccata, verrà meno anche l'effetto inibitorio sulla prolattina, causando iperprolattinemia. Al contrario, la Sulodexide, l'amiodarone, la metformina e il pioglitazone non interferiscono con la prolattina (le risposte B, C, D, E non sono corrette).

 


81 di 114 Domande

Su quale tra i seguenti provvedimenti deve basarsi la prevenzione della malaria nella popolazione residente nelle aree endemiche?














La prevenzione della malaria nella popolazione residente nelle aree endemiche deve basarsi sul controllo dei vettori (la risposta B è corretta). La malaria è una parassitosi umana causata da protozoi del genere Plasmodium. Gli anopheles, le zanzare del genere, sono i vettori del parassita e le persone infettate in modo cronico costituiscono il serbatoio del parassita. Nelle aree endemiche, prevenire e controllare la malaria richiede il controllo dei vettori, ovvero delle zanzare, mediante metodi come l'utilizzo di repellenti, la disinfestazione e il controllo delle acque. Non è possibile la trasmissione interumana, pertanto il distanziamento sociale non è una strategia valida (la risposta A non è corretta). Non esistono serbatoi animali diversi dall'uomo e non è possibile la trasmissione attraverso gli alimenti, quindi il controllo della macellazione delle carni e degli alimenti non sono misure utili per prevenire la malaria (le risposte D, E non sono corrette). La terapia mirata è utile per trattare un'infezione già esistente (la risposta C non è corretta).


82 di 114 Domande

I pazienti affetti da COV1D-19 in forma grave presentano:














I pazienti affetti da COV1D-19 in forma grave presentano un aumentato rischio trombotico ed emorragico (la risposta E è corretta). In aggiunta alle complicanze polmonari, il virus può causare danni all'endotelio vascolare e una risposta infiammatoria sistemica, che porta ad un'attivazione aumentata dei fattori della coagulazione e alla formazione di microtrombi a livello arterioso, venoso e microvascolare (la risposta D non è corretta). Nei pazienti con malattia grave da COVID-19 si riscontra spesso un aumento dei livelli ematici di D-dimero e fibrinogeno. Le possibili complicanze includono embolia polmonare, trombosi venosa profonda, infarto e ictus, che possono portare al decesso del paziente (le risposte A, C non sono corrette). Tuttavia, l'eccessiva attivazione dei fattori della coagulazione può anche causare manifestazioni emorragiche, come l'emorragia intracranica (le risposte B, C non sono corrette). In conformità alle linee guida attuali, la profilassi antitrombotica con eparina è raccomandata nei pazienti con malattia grave da COVID-19.


83 di 114 Domande

Con quali delle seguenti terapie può essere corretta la carenza di vitamina B12 in presenza di atrofia gastrica?














Con vitamina B12 per via parenterale può essere corretta la carenza di vitamina B12 in presenza di atrofia gastrica (la risposta A è corretta). Le opzioni B, D e E possono essere facilmente eliminate, poiché la carenza di vitamina B12 richiede un'integrazione diretta di tale vitamina. La risposta corretta, pertanto, è "Vitamina B12 per via parenterale", poiché la carenza di vitamina B12 rappresenta una grave insufficienza che richiede una supplementazione intensiva, specialmente all'inizio. Inoltre, in questa situazione, si è in presenza di atrofia gastrica, che impedisce la produzione del fattore intrinseco necessario per la legatura della vitamina B12 a livello gastrico, rendendo così inefficace la supplementazione orale (la risposta C non è corretta). Pertanto, la via di somministrazione più appropriata è quella parenterale.


84 di 114 Domande

Quale tra le seguenti indagini non è di primo livello in un paziente adulto con subittero?














L'HCV-RNA non è di primo livello in un paziente adulto con subittero (la risposta B è corretta). In un caso di ittero o sub-ittero, la valutazione iniziale viene effettuata in un ambiente gastroenterologico e si concentra sulla definizione dell'ittero. Oltre a ciò, vengono valutati anche i marker sierologici, quali emocromo, transaminasi, fosfatasi alcalina, bilirubina reflex e gamma-GT, per distinguere in modo preliminare un ittero epatocellulare da uno colestatico o pre-epatico. La valutazione clinica del paziente è cruciale, comprendendo un esame obiettivo accurato con attenzione al colore delle urine e delle feci, alla distribuzione dell'ittero, a eventuali dolori addominali. In un reparto di medicina interna o gastroenterologia, dovrebbe essere possibile effettuare una ecografia "bedside", un esame veloce e sensibile che rileva alterazioni grossolane che possono causare ittero, come colelitiasi, coledocolitiasi, microlitiasi intra-epatica, cirrosi epatica, epatopatia cronica, dilatazione delle vie biliari e malattia di Caroli. La determinazione eziologica di un ittero epatocellulare causato da epatite acuta HCV tramite la determinazione dell'HCV-RNA è un passo successivo e non è considerato un test di prima scelta.


85 di 114 Domande

Quale tra i seguenti farmaci è indicato somministrare in prima istanza in un paziente con crisi asmatica di media entità?














Il Salbutamolo per via inalatoria è indicato in prima istanza in un paziente con crisi asmatica di media entità (la risposta A è corretta). In accordo con le linee guida GINA 2021, per gestire una riacutizzazione asmatica moderata, in prima istanza bisogna somministrare ripetutamente beta 2 agonisti a breve durata d'azione, come il salbutamolo, per via inalatoria, che presenta minori effetti collaterali rispetto alla via endovenosa. Inoltre, si raccomanda la somministrazione di corticosteroidi per via orale, che sono altrettanto efficaci ma meno invasivi rispetto alla via endovenosa. Inoltre, bisogna anche controllare la somministrazione di ossigeno. La teofillina non è raccomandata a causa della scarsa azione broncodilatatrice e dei possibili effetti collaterali gravi, come vomito e aritmie.


86 di 114 Domande

Quale delle seguenti affermazioni è falsa sulla Tiroidite di Hashimoto?














E' falso affermare che la Tiroidite di Hashimoto è una malattia degenerativa primitiva della tiroide, caratterizzata clinicamente da ipotiroidismo (la risposta B è corretta). La tiroidite di Hashimoto è la causa più comune di ipotiroidismo nei paesi occidentali, tra cui l'Italia. È una malattia autoimmune che si caratterizza per la presenza di autoanticorpi, più spesso anti-tireoperossidasi (AbTPO), associati o meno a anticorpi anti-tireoglobulina (AbTg). Può essere presente in forma isolata o associata a altre patologie autoimmuni. Clinicamente, si tratta di una tiroidite indolore e dal punto di vista funzionale può presentarsi come eutiroidismo, soprattutto nella fase iniziale, o come ipotiroidismo, sia subclinico che clinico. In rare occasioni, può esserci una prima fase di tireotossicosi, detta "Hashitossicosi", a seguito del rilascio massivo di ormoni tiroidei causato dalla distruzione dei follicoli tiroidei, mediata dal processo infiammatorio. La tiroidite di Hashimoto è più comune nel sesso femminile e l'incidenza aumenta con l'età, spesso in pazienti con familiarità per patologie tiroidee. Tuttavia, contrariamente a quanto affermato nella risposta B, la tiroidite non è una malattia degenerativa della tiroide.


87 di 114 Domande

Quale tra i seguenti è una complicanza dell'ipervitaminosi C?














La calcolosi renale è una complicanza dell'ipervitaminosi C (la risposta C è corretta). La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, fa parte del gruppo delle vitamine idrosolubili che non sono accumulate nel nostro organismo, ma che devono essere regolarmente integrate tramite l'alimentazione. Il fabbisogno quotidiano di vitamina C per gli uomini è di circa 90 mg, mentre per le donne è di circa 70 mg. La vitamina C ha un ruolo importante come antiossidante, ma partecipa anche alla sintesi di ormoni steroidei da parte della corteccia surrenalica, alla sintesi del collagene, e alla sintesi di amminoacidi. La carenza di vitamina C può causare lo scorbuto, una condizione clinica caratterizzata da sanguinamento delle gengive, caduta dei denti, emorragie sottocutanee, anemia e inappetenza. Pertanto, la risposta "Scorbuto" è errata poiché la domanda riguarda una complicazione dell'ipervitaminosi C e non dell'ipovitaminosi (la risposta A non è corretta). In caso di eccesso di vitamina C, la complicazione principale potrebbe essere lo sviluppo di calcoli renali, in particolare di ossalato. Ciò accade perché l'acido ascorbico viene eliminato nelle urine sia in forma libera che come sali di ossalato, e se presente in grandi quantità, può favorirne la deposizione sotto forma di calcoli renali.


88 di 114 Domande

Qual è il principale meccanismo di danno epatocitario da alte dosi di paracetamolo?














Il principale meccanismo di danno epatocitario da alte dosi di paracetamolo è il consumo di glutatione ridotto (la risposta B è corretta). Il paracetamolo è un COX-inibitore che non rientra nella categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Il suo effetto negativo principale è legato alla riduzione della produzione di glutatione, un meccanismo fondamentale per proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi dell'ossigeno e dal burst ossidativo. Questo aspetto lo rende un farmaco a rischio moderato per i pazienti con favismo, in quanto può causare una crisi emolitica in concentrazioni elevate. Da notare che il danno epatico causato dal paracetamolo è strettamente correlato alla dose, con una soglia massima di 4 g al giorno e una dose letale di 10 g in un'unica somministrazione. Inoltre, la riduzione della produzione di glutatione rende il paracetamolo potenzialmente pericoloso in caso di sovradosaggio.


89 di 114 Domande

Qual è il più frequente effetto collaterale della terapia con oppioidi?














Il più frequente effetto collaterale della terapia con oppioidi è la stipsi (la risposta D è corretta). Gli oppioidi rappresentano una classe di sostanze che derivano dall'oppio, comprensiva di oppioidi naturali, semisintetici e sintetici. Questi composti esercitano un'azione psicoattiva sulle cellule nervose, influenzando i processi mentali. Gli oppioidi sono utilizzati in ambito medico per il controllo del dolore, tuttavia, la loro potenziale tossicità e capacità di causare dipendenza ne fanno anche una categoria di sostanze d'abuso. Il meccanismo d'azione degli oppioidi è simile a quello degli oppioidi endogeni, prodotti naturalmente dall'organismo per il controllo del dolore. Gli oppioidi interagiscono con i recettori presenti nel sistema nervoso centrale e periferico, provocando effetti analgesici, euforizzanti e sedativi, ma anche nausea, soppressione del riflesso della tosse (la risposta B non è corretta) e depressione del centro del respiro. In caso di sovradosaggio, gli oppioidi possono indurre il coma e la morte per arresto respiratorio. In aggiunta all'effetto analgesico, gli oppioidi possono influenzare anche altri sistemi del corpo, tra cui il sistema gastrointestinale, il sistema genitourinario, il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema cardiovascolare. Ad esempio, gli oppioidi possono ritardare la motilità intestinale, provocando costipazione, oppure causare ritenzione urinaria nel sistema genitourinario. Gli oppioidi possono anche causare bradicardia e ipotensione nel sistema cardiovascolare (la risposta C non è corretta). In sintesi, gli oppioidi rappresentano una categoria di sostanze con un'ampia gamma di effetti sul sistema nervoso e su altri sistemi del corpo, che possono essere utilizzati in ambito medico per il controllo del dolore, ma che possono anche essere utilizzati in modo improprio e rappresentare una minaccia per la salute pubblica.

 


90 di 114 Domande

Quale tra i seguenti metodi ha la minore sensibilità nella diagnosi di infezione da Helicobacter pylori?














Il dosaggio anticorpi circolanti ha la minore sensibilità nella diagnosi di infezione da Helicobacter pylori (la risposta A è corretta). E' importante conoscere le principali metodologie di determinazione dell'infezione da Helicobacter pylori e tenere presente che tutte le tecniche elencate rientrano nelle linee guida di Maastricht VI, ad eccezione del dosaggio degli anticorpi circolanti (lgG anti-H.p.). Questo metodo, nonostante la sua bassa sensibilità e specificità, viene utilizzato con successo in paesi con alta incidenza di infezione da H. pylori e prevalenza e incidenza di cancro gastrico. In tali contesti, esso viene combinato con la determinazione degli zimogeni della Pepsina e la Gastrina per la prevenzione e il riconoscimento precoce del cancro gastrico.


91 di 114 Domande

Quale è la varietà istologica più frequente del melanoma?














La varietà istologica più frequente del melanoma è a diffusione superficiale (la risposta A è corretta). Gli istotipi principali di melanoma sono: melanoma a diffusione superficiale, melanoma nodulare, melanoma lentigginoso acrale (acrolentigginoso), e lentigo maligna melanoma. Il melanoma a diffusione superficiale è il più frequente, rappresentando il 60-70% dei casi. Il melanoma nodulare (la risposta C non è corretta) è il secondo per frequenza, con il 10-15% dei casi, e il lentigo maligna melanoma è terzo (la risposta D non è corretta), con il 5-10% dei casi. Ci sono anche altre varianti più rare come melanoma desmoplastico, melanoma spitzoide, variante mucosale e uveale. Invece, la descrizione "melanoma a cellule epitelioidi" fa riferimento alla caratterizzazione citologica secondo la classificazione di Callender e comprende tre categorie: a cellule fusate, a cellule epitelioidi e forme miste. Tuttavia, questa descrizione non si riferisce a uno specifico istotipo di melanoma, ma piuttosto a una descrizione cito-istologica relativa al tipo cellulare prevalente nella lesione asportata (la risposta B non è corretta).


92 di 114 Domande

Nel sospetto di una dermatite da contatto, quale tra i seguenti è l'esame diagnostico più appropriato?














Nel sospetto di una dermatite da contatto, l'esame diagnostico più appropriato è il Patch test (la risposta C è corretta). Questi test consistono nell'applicazione di sostanze ritenute sospette sulla cute del soggetto, in modo da simulare le circostanze in cui la dermatite è insorta. Solitamente viene utilizzata la serie standard SIDAPA, costituita da una selezione di allergeni effettuata dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica e Professionale, ma in alcuni casi possono essere utilizzate anche altre sostanze basate sull'anamnesi del paziente. Di norma, i test vengono posizionati sul dorso e lasciati in sede per 48-72 ore, prima di procedere alla valutazione delle eventuali reazioni cutanee. I Patch test permettono la differenziazione fra dermatiti allergiche da contatto e dermatiti irritative da contatto, in quanto risultano positivi in caso di DAC e negativi nelle DIC. Altri test diagnostici includono i Prick test (la risposta E non è corretta), utilizzati come primo livello nell'allergologia per individuare l'agente eziologico in caso di reazioni allergiche mediate dalla lgE, e il RAST (la risposta B non è corretta), un test di secondo livello utilizzato in allergologia che valuta e quantifica, tramite metodiche radioimmunologiche, le lgE prodotte verso specifici allergeni e alimenti. Questi due test sono utili per la diagnosi di reazioni di ipersensibilità di tipo I (mediate dalla lgE), mentre le dermatiti allergiche da contatto sono reazioni di tipo IV (mediate da linfociti T). La dermoscopia (o epiluminescenza) (la risposta D non è corretta), è una tecnica diagnostica utilizzata prevalentemente nella diagnosi differenziale delle lesioni pigmentate e consente, tramite l'uso di una lente ad alto ingrandimento, di valutare con maggiore precisione le caratteristiche delle lesioni cutanee e di identificare precocemente lesioni con caratteristiche di malignità che necessitano di asportazione.


93 di 114 Domande

L'acido obeticolico ha indicazione nel trattamento di una delle seguenti patologie:














L'acido obeticolico ha indicazione nel trattamento di Colangite biliare primitiva (la risposta A è corretta). Per rispondere adeguatamente alla questione posta è necessaria un'attenta analisi clinica delle diverse patologie coinvolte, al fine di determinare la terapia più appropriata. Nel processo di esclusione delle opzioni di risposta, è importante considerare le caratteristiche specifiche di ciascuna patologia. In questo caso, "Pancreatite cronica", "Morbo di Crohn" e "Mucopolisaccaridosi" possono essere facilmente escluse poiché l'acido biliare non ha alcuna utilità terapeutica in tali situazioni (le risposte B, D, E non sono corrette). La pancreatite cronica è una condizione caratterizzata da infiammazione cronica della ghiandola pancreatica, che può causare insufficienza pancreatiche e dolore addominale. Pertanto, il trattamento di questa patologia richiede l'utilizzo di terapie antidolorifiche e sostitutive degli enzimi pancreatici per consentire una corretta digestione. Il morbo di Crohn, invece, è una malattia infiammatoria che richiede l'utilizzo di farmaci immunosoppressivi per la sua cura. In caso di mucopolisaccaridosi, che è una patologia da accumulo lisosomiale, la terapia è basata su interventi di supporto. La scelta tra "Colangite biliare primitiva" ed "Calcolosi colecistica" dipende dalla presenza di sintomi nella colelitiasi o litiasi della colecisti. In tali casi, la terapia più indicata consiste nella rimozione dei calcoli tramite colecistectomia laparoscopica, mentre l'utilizzo di acidi biliari (in particolare l'acido ursodesossicolico o Deursil, non l'obeticolico) può fornire solo un supporto minore e non ha dimostrato efficacia nella diluizione della bile. In conclusione, la risposta corretta alla domanda posta è "Colangite biliare primitiva", che riflette la scelta di una terapia adeguata sulla base delle caratteristiche specifiche di ogni patologia.


94 di 114 Domande

Quale farmaco tra quelli sottoelencati risulta più efficace nel trattamento della malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE)?














Il Rabeprazolo risulta più efficace nel trattamento della malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) (la risposta B è corretta). Per rispondere alla domanda, è necessario considerare i farmaci di prima scelta per il trattamento della gastroesofageale reflusso malattia (GERD) indicati nelle linee guida. Questi sono gli inibitori di pompa protonica, tra cui il rabeprazolo, che rappresenta l'unico farmaco di questa classe. La famotidina è anche utilizzata per il trattamento della GERD, ma solo nel caso in cui la terapia standard ad alto dosaggio sia risultata inefficace (la risposta E non è corretta). L'alginato e il sucralfato sono farmaci barriera che agiscono in modo efficiente solo se combinati con una terapia antisecretiva che sopprima la produzione di acido (le risposte C, D non sono corrette). La metoclopramide, invece, è un antiemetic/procinetico che non ha alcuna applicazione nella GERD (la risposta A non è corretta).


95 di 114 Domande

In relazione alla ricerca del sangue occulto fecale, quale delle seguenti affermazioni è corretta?














Per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto, il test di screening più diffuso è il test del sangue occulto nelle feci (la risposta D è corretta mentre la risposta B non è corretta), che viene eseguito ogni due anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni (la risposta A non è corretta). Questo esame di screening è semplice e non invasivo, poiché prevede la raccolta di un campione di feci (la risposta C non è corretta) che verrà analizzato per la ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo. Anche se in alcune regioni italiane, come ad esempio il Piemonte, è stato introdotto un altro esame di screening, la rettosigmoidoscopia che viene eseguita una sola volta all'età di 58-60 anni, tuttavia il test del sangue occulto nelle feci rappresenta comunque lo strumento più efficace per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto ed è largamente utilizzato nei programmi di screening.


96 di 114 Domande

Quale tra i seguenti non è un parametro di valutazione per l'epatite virale B?














Non è un parametro di valutazione per l'epatite virale B l'HBV-RNA (la risposta E è corretta).La valutazione dell'epatite virale B include la misurazione di specifici marcatori, come l'antigene di superficie HbsAg, HbsAb, HbeAg, HbeAb e HbcAb (le risposte A, B, D non son corrette). Questi risultati definiscono lo status del paziente: vaccinato (solo HbsAb positivo), in incubazione (solo HbsAg positivo), infezione in corso (HbsAg e HbcAb positivo con possibile elevata replicazione virale se HbeAg positivo), o guarito (HbsAb e HbcAb positivo). La quantificazione delle copie virali tramite l'HBV-DNA può dimostrare la presenza di un'infezione occulta (la risposta C non è corretta). L'utilizzo dell'HBV-RNA non è pratica clinica poiché l'HBV è un virus a DNA.


97 di 114 Domande

Un'unità alcolica è contenuta in una lattina di birra da 330 ml, in un bicchiere di vino da 125 ml o in un bicchierino di superalcolico da 40 ml. A quanti grammi di alcol puro corrisponde un'unità alcolica?














Un'unità alcolica è contenuta in una lattina di birra da 330 ml, in un bicchiere di vino da 125 ml o in un bicchierino di superalcolico da 40 ml. Un'unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro (la risposta D è corretta). L'Unità Alcolica (U.A.) è un'unità di misura che quantifica la quantità di alcol ingerita da un individuo, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica. Equivale a 12 grammi di alcol presenti in un bicchiere di vino da 125 ml con una gradazione di 11 gradi, in una lattina di birra da 330 ml con una gradazione di 4,5 gradi, in una birra da 200 ml con una gradazione media di 8 gradi, in un aperitivo da 75 ml con una gradazione di 20 gradi o in un bicchierino da 40 ml di grappa, vodka o cognac con una gradazione di 40 gradi (1,1 U.A.). Inoltre, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), non esiste una soglia di consumo di alcol considerata sicura per la salute, come dichiarato nella European Charter on Alcohol del 1995. L'OMS ha adottato il criterio "less is better", basato sul buon senso e la consapevolezza del consumatore. Infine, secondo le ultime indicazioni del sito www.salute.gov.it, un consumo di alcol a basso rischio durante i pasti dovrebbe essere limitato a 2 U.A. al giorno per gli uomini tra i 18 e i 65 anni, 1 U.A. per le donne e le persone di età superiore a 65 anni. I minori, le donne in gravidanza o in allattamento, non dovrebbero consumare bevande alcoliche. In precedenza, come consumo a basso rischio venivano indicati 2-3 U.A. al giorno per gli uomini tra i 18 e i 65 anni, 1-2 U.A. per le donne e 1 U.A. per le persone di età superiore a 65 anni.

 


98 di 114 Domande

La prevenzione primaria con statine nei soggetti di età superiore a 65 anni con ipercoIesterolemia deve essere iniziata:














La prevenzione primaria con statine nei soggetti di età superiore a 65 anni con ipercoIesterolemia deve essere iniziata a basso dosaggio (la risposta E è corretta). Le statine rappresentano un pilastro fondamentale della prevenzione cardiovascolare e del trattamento delle dislipidemie grazie ai loro effetti sul metabolismo lipidico, sulla stabilizzazione della placca e al loro pleiotropismo. Tuttavia, presentano alcuni effetti collaterali quali disturbi muscolari, epatici e gastro-intestinali. È opportuno, soprattutto nei pazienti più fragili, iniziare con una bassa dose di statine per valutare la tollerabilità del farmaco. Inoltre, l'integrazione delle statine nella terapia può aiutare a minimizzare questi effetti collaterali.


99 di 114 Domande

Quale classe di farmaco è indicata in prima istanza in un paziente diabetico con esordio di fibrillazione atriale e frequenza cardiaca controllata?














Gli anticoagulanti sono indicati in prima istanza in un paziente diabetico con esordio di fibrillazione atriale e frequenza cardiaca controllata (la risposta B è corretta). Le raccomandazioni dell'ESC/EACTS per la fibrillazione atriale si basano su una valutazione individualizzata del rischio tromboembolico e delle condizioni cliniche del paziente. Se il paziente presenta una frequenza cardiaca stabile, è importante che venga prescritta una terapia anticoagulante per prevenire l'embolia periferica. La terapia per il controllo del ritmo e della frequenza viene generalmente associata a quella antitrombotica, ma potrebbe non essere necessaria se il paziente non tollera la frequenza o se presenta frequenti episodi di extrasistoli o palpitazioni. Invece, la terapia diuretica e antiaggregante piastrinica non sono contemplati nella strategia terapeutica per la fibrillazione atriale.


100 di 114 Domande

Per quale scopo viene utilizzato il “Karnofsky Performance Status”?














Il “Karnofsky Performance Status” viene utilizzato per valutare le condizioni generali del paziente ed in particolare il grado di autonomia (la risposta B è corretta). Il Karnofsky Performance Status è un indicatore delle condizioni generali del paziente. La scala, basata su una percentuale da 100 a 10, valuta la capacità del paziente di eseguire le attività quotidiane e il supporto che richiede. Il 100% rappresenta un paziente in salute senza segni o sintomi di malattia, mentre il 10% indica un paziente in fase terminale e completamente dipendente. Tuttavia, questa scala non tiene in considerazione fattori come l'interruzione dei trattamenti medici (la risposta D non è corretta), la sedazione palliativa (la risposta C non è corretta) o i bisogni del paziente e della famiglia (le risposte A, E non sono corrette), questioni che richiedono un'analisi più approfondita.

 


101 di 114 Domande

Quale di questi farmaci non interferisce con il metabolismo delle statine a livello del citocromo P450 3Au?














Il Nebivololo non interferisce con il metabolismo delle statine a livello del citocromo P450 3Au (la risposta C è corretta). Il citocromo p450 è una proteina ematica della famiglia delle monossigenasi che agisce nelle reazioni del primo stadio di metabolizzazione dei farmaci. Contiene un gruppo eme e ha il compito di rendere la molecola del farmaco più solubile introducendovi ossigeno. Le statine vengono soprattutto metabolizzate dal citocromo p450. Alcuni farmaci possono interferire con il suo funzionamento, agendo come inibitori o attivatori. Ad esempio, i metaboliti dei macrolidi come la claritromicina o l'eritromicina, l'antifungino ketoconazolo e il Gemfibrozile sono inibitori del citocromo p450 e quindi possono influire sul metabolismo delle statine. 


102 di 114 Domande

Quale è la soglia indicata nell'Unione Europea nella definizione di “malattia rara”?














La soglia indicata nell'Unione Europea nella definizione di “malattia rara” è di 5 casi per 10.000 individui (la risposta E è corretta). La definizione di una malattia come "rara" si basa sulla sua prevalenza, ovvero sul numero di casi presenti su una determinata popolazione. In Europa, questa soglia è fissata allo 0,05% della popolazione, ovvero 5 casi su 10.000 persone. Attualmente, sono conosciute e diagnosticate tra le 7.000 e le 8.000 malattie rare, un numero che continua a crescere grazie ai progressi della scienza e della ricerca genetica. Ciò significa che non stiamo parlando di poche persone colpite, ma di milioni di malati rari in Italia e decine di milioni in Europa. Secondo la rete Orphanet Italia, in Italia i malati rari sono circa 2 milioni, con il 70% dei pazienti in età pediatrica.

 


103 di 114 Domande

Quale caratteristica influenza l'efficacia terapeutica di un antibiotico?














La capacità terapeutica di un antibiotico è influenzata sia dalla sua efficacia contro i batteri in vitro, valutata come concentrazione minima inibente (MIC), che dalla sua farmacocinetica (la risposta D è corretta). La MIC identifica la minima concentrazione di un farmaco che è in grado di impedire la crescita dei batteri, influendo sulla sua efficacia terapeutica. Inoltre, i parametri farmacocinetici, come l'assorbimento, la distribuzione, l'eliminazione e il metabolismo, possono anche influire sull'efficacia del farmaco. Tuttavia, il costo dell'antibiotico e la risposta individuale del paziente a infezioni precedenti non hanno alcun impatto sulla capacità terapeutica di un antibiotico (le risposte B, E non sono corrette).


104 di 114 Domande

Nella terapia a lungo termine per la prevenzione delle recidive di embolia polmonare, le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2019) prevedono che:














Nella terapia a lungo termine per la prevenzione delle recidive di embolia polmonare, le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC 2019) prevedono che dopo sei mesi di terapia deve essere valutato l'impiego di una dose ridotta di apixaban 2,5 mg 2 volte al giorno o rivaroxaban 10 mg/die (la risposta B è corretta). Le linee guida sulla gestione dell'embolia polmonare suggeriscono l'utilizzo di anticoagulanti. La dose del farmaco dipenderà dal principio attivo e dalle condizioni cliniche e di laboratorio del paziente, tra cui la funzionalità renale. Per prevenire ulteriori episodi di embolia polmonare, si potrà ricorrere a NOACs a basso dosaggio dopo i primi sei mesi. L'acido acetilsalicilico, invece, non è raccomandato per la prevenzione o il trattamento dell'embolia polmonare, che generalmente ha origine trombotica venosa. Le opzioni di risposta disponibili includono "non deve mai", "solo per" e "sempre", che aiutano a determinare la scelta corretta (le risposte A, C, D, E non sono corrette).


105 di 114 Domande

In quale delle seguenti condizioni è indicato l'uso degli anticoagulanti orali diretti (DOAC)?














Nella fibrillazione atriale non valvolare è indicato l'uso degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) (la risposta E è corretta). Gli anticoagulanti orali diretti (DOAC), noti anche come nuovi anticoagulanti orali (NAO), sono farmaci che trovano indicazione nella profilassi tromboembolica dopo chirurgia ortopedica elettiva di anca e ginocchio, nonché nella prevenzione della tromboembolia nei pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare. È importante notare che i DOAC sono controindicati nelle situazioni di stenosi mitralica moderata/severa che portano a fibrillazione atriale valvolare (la risposta A non è corretta) e in presenza di protesi valvolari meccaniche (la risposta C non è corretta), per le quali si utilizzano gli antagonisti della vitamina K (warfarin e acenocumarolo). In caso di impianto di protesi valvolare biologica mitrale, viene invece effettuata un'anticoagulazione con antagonisti della vitamina K per 3 mesi, seguita da terapia con aspirina a vita (la risposta D non è corretta). È importante sottolineare che tutti i DOAC sono controindicati nei pazienti con insufficienza renale con una clearance della creatinina inferiore a 15 ml/min (la risposta B non è corretta).


106 di 114 Domande

Cosa è la sindrome di Tietze?














La sindrome di Tietze è un infiammazione acuta delle articolazioni condro-sternali (la risposta B è corretta). La sindrome di Tietze è un'infiammazione articolare caratterizzata da dolore toracico e tumefazione a livello della cartilagine costale, in particolare nel punto di congiunzione con lo sterno. L'eziologia di questa patologia è attualmente sconosciuta, tuttavia l'origine dei sintomi potrebbe essere riconducibile a microtraumi ripetuti della parete toracica nel tempo. I sintomi più frequenti della sindrome di Tietze sono il dolore con possibile irradiazione a spalla e arto superiore, e la tumefazione a livello della cartilagine articolare coinvolta. La sintomatologia tende ad aggravarsi in seguito a tosse, starnuti ed esercizio fisico e può essere accompagnata da arrossamento cutaneo e prurito. La diagnosi viene effettuata principalmente sulla base dei sintomi riferiti dal paziente. Il trattamento prevede il riposo relativo, eventualmente associato all'uso di farmaci analgesici e antinfiammatori non steroidei e alla crioterapia.


107 di 114 Domande

La malattia di Churg-Strauss è:














La malattia di Churg-Strauss è una vasculite sistemica dei piccoli vasi (la risposta C è corretta). La malattia di Churg Strauss, o Granulomatosi eosinofila con poliangiote (EGPA, acronimo inglese per Eosinophilic Granulomatosis with Polyangiitis), è una forma di vasculite granulomatosa che coinvolge i piccoli vasi ANCA associata (pANCA), essa è caratterizzata da ipereosinofilia (superiore al 10% della formula leucocitaria), aumento di lgE e una patogenesi immuno-allergica, spesso preceduta da storia di atopia con asma, sinusiti e riniti croniche. La malattia si accompagna anche a eosinofilia ematica e tissutale, con interessamento del tratto gastro-enterico, neuropatia, infiltrati polmonari eosinofili "fugaci", manifestazioni cutanee, cardiache e renali di entità variabile. Altre forme di vasculiti ANCA associate includono la Granulomatosi con poliangioite (GPA, ex granulomatosi di Wegener) associata tipicamente a cANCA positività e la Poliangiote microscopica (MPO), associata solitamente a pANCA positività. Queste forme di vasculiti ANCA associate rientrano tra le vasculiti dei piccoli vasi, come classificate dalla revisione del 2012 della classificazione di Chapel Hill. Altre vasculiti dei piccoli vasi, secondo questa classificazione, comprendono le vasculiti da immunocomplessi, come la porpora di Scholein Henoch, le vasculiti crioglobulinemiche, l'orticaria vasculitica ipocomplementemica, e la malattia anti-membrana basale glomerulare o malattia di Goodpasture (le risposte A, B, D, E non sono corrette).


108 di 114 Domande

Quale tra le seguenti caratteristiche ecografiche di un nodulo tiroideo non è da considerare tra gli indici predittivi di malignità?














In un nodulo tiroideo non è da considerare tra gli indici predittivi di malignità l'iperecogenicità (la risposta D è corretta). Le caratteristiche ecografiche di un nodulo tiroideo sospetto di malignità includono: un aumento del diametro, che suggerisce una crescita volumetrica nel tempo; la presenza di microcalcificazioni, tipiche del carcinoma papillifero della tiroide; un'aumentata vascolarizzazione; un'ecogenicità ipoecogena, che indica una quota cellulare più elevata rispetto alla colloide; un aspetto "taller than wide", ovvero uno sviluppo prevalentemente verticale, che rappresenta una crescita centrifuga della lesione; e margini irregolari, che suggeriscono una tendenza all'accrescimento infiltrativo. Inoltre, l'aumento del diametro è fortemente sospetto di un andamento maligno, mentre la presenza di microcalcificazioni ecografiche è altamente sospetta di patologia maligna. Invece, l'ecogenicità ipoecogena è fortemente sospetta di malignità rispetto a un nodulo iperecogeno o isoecogeno. Infine, l'aspetto "taller than wide" e margini irregolari sono fortemente sospetti di malignità, poiché rappresentano una crescita infiltrativa non espansiva. Oltre a ciò, l'identificazione in sede ecografica di microcalcificazioni è particolarmente sospetta per patologia maligna. Per giunta, la presenza di un nodulo riccamente vascolarizzato deve far sospettare una possibile malignità. La prevalenza di una crescita verticale del nodulo è predittiva di malignità.

 


109 di 114 Domande

Quali tra i sottoelencati principi attivi utilizzati nella terapia dell'ipertrofia prostatica benigna è in grado di ridurre anche del 50% il valore del PSA totale ematico dopo 6 mesi di trattamento?














Nella terapia dell'ipertrofia prostatica benigna è in grado di ridurre anche del 50% il valore del PSA totale ematico dopo 6 mesi di trattamento il Finasteride (la risposta E è corretta). I farmaci impiegati nella terapia dell'ipertrofia prostatica benigna, come gli inibitori della 5-alfa-reduttasi (finasteride, dutasteride), agiscono bloccando la conversione del testosterone in diidrotestosterone e riducendo lo stimolo sulla prostata, portando alla riduzione del volume prostatico e dei livelli di PSA. Inoltre, i farmaci alfa-litici (tamsulosina, silodosina, doxazosina, alfuzosina) agiscono bloccando i recettori alfa-1 adrenergici e riducendo il tono muscolare del collo vescicale, uretra prostatica e capsula/stroma prostatici, facilitando lo svuotamento vescicale, senza influire sui livelli di PSA (le risposte A, B, D non sono corrette). Infine, i fitoterapici a base di Serenoa Repens non hanno dimostrato un'efficacia sulla riduzione della volumetria prostatica e dei livelli di PSA (la risposta C non è corretta).


110 di 114 Domande

A quale stadio GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease) appartiene un paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e FEV1 compreso tra il 30 e il 49% del teorico?














Un paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e FEV1 compreso tra il 30 e il 49% appartiene allo Stadio GOLD 3 (la risposta D è corretta). La BPCO è una malattia respiratoria cronica che porta a un blocco irreversibile delle vie respiratorie. La sua presenza è identificata dal rapporto tra il volume d'aria che si può espirare nel primo secondo di un'espirazione forzata, seguita da un'inspirazione completa (VEMS), e la capacità vitale forzata (CVF). La CVF rappresenta la quantità d'aria che si può espirare con un'espirazione forzata al termine di un'inspirazione massimale. Se il rapporto tra VEMS e CVF è inferiore a 0,7, si verifica un'ostruzione respiratoria, che viene definita come l'indice di Tiffeneau. Una volta identificata l'ostruzione irreversibile, la valutazione della gravità della limitazione del flusso aereo può essere effettuata solo attraverso il VEMS, dopo la broncodilatazione. La classificazione GOLD si basa sul VEMS (per i pazienti con un rapporto VEMS/CVF inferiore a 0,7) e sulla limitazione al flusso aereo post-broncodilatazione, identificando quattro categorie: lieve (GOLD 1)(VEMS maggiore o uguale a 80%), moderata (GOLD 2) (50% ≤VEMS<80%), grave (GOLD 3) (30% ≤VEMS<50%), e molto grave (GOLD 4) (VEMS <30%). Il valore predetto, che serve come riferimento per il paziente, viene calcolato in base a fattori come età, sesso, altezza e razza (la risposta D è corretta). Tuttavia, la classificazione GOLD basata solo sul VEMS non fornisce informazioni sulla gravità dei sintomi clinici della BPCO né sulla frequenza dei ricoveri. La scelta terapeutica, invece, si basa sulla classificazione della BPCO in quattro gruppi (A, B, C, D), determinata dalla gravità dei sintomi (stimata tramite questionari come mMRC e CAT) e dalla storia di riacutizzazioni e ricoveri ospedalieri.


111 di 114 Domande

Quale delle seguenti condizioni non è causa di eosinofilia nell'emocromo?














La Sclerodermia non è causa di eosinofilia nell'emocromo (la risposta B è corretta). Con il termine eosinofilia si fa riferimento a una condizione in cui la concentrazione di eosinofili nel sangue supera i 500/µL. Viene classificata in lieve (500-1500/µL), moderata (1500-5000/µL) e grave (>5000/µL). In presenza di eosinofilia, è necessario considerare diverse diagnosi differenziali, tra cui infezioni parassitarie, per le quali è consigliabile eseguire un esame parassitologico delle feci su tre campioni; linfomi, in particolare il linfoma di Hodgkin, che richiede un'iniziale valutazione tramite ecografia dell'addome e dei linfonodi superficiali; allergie e asma, per le quali è opportuno eseguire test di funzionalità respiratoria; e la sindrome di Churg-Strauss o granulomatosi eosinofila con poliangioite, una vasculite che colpisce i vasi di piccole dimensioni, caratterizzata da anticorpi anti citoplasma dei neutrofili perinucleari positivi, intensa eosinofilia periferica, infiltrati polmonari fugaci e migranti, interessamento cardiaco con miocardiopatia restrittiva, storia di asma e atopia, sinusiti ricorrenti o poliposi nasale. Al contrario, l'eosinofilia non è presente nell'ambito della sclerodermia, una connettivite caratterizzata da fibrosi progressiva della cute e dei tessuti sottostanti e, in alcuni casi, anche degli organi interni.


112 di 114 Domande

Il Morbo di Vaquez-Osler è meglio conosciuto come:














Il Morbo di Vaquez-Osler è meglio conosciuto come policitemia vera (la risposta A è corretta). La policitemia vera, nota anche come malattia di Vaquez-Osler, rappresenta una delle neoplasie mieloproliferative croniche negative per il cromosoma Philadelphia. Essa si caratterizza principalmente per un notevole aumento dei globuli rossi circolanti (aumento dell'emoglobina, degli eritrociti e dell'ematocrito), spesso accompagnato da un aumento moderato dei globuli bianchi e delle piastrine.


113 di 114 Domande

Il morbo di Graves-Basedow:














Il morbo di Graves-Basedow è causato da un autoanticorpo, ad azione stimolante, rivolto contro il recettore tiroideo per il TSH ed è caratterizzato da ipertiroidismo e da uno o più dei seguenti segni: gozzo, esoftalmo, dermopatia infiltrativa (la risposta A è corretta). Il morbo di Graves Basedow rappresenta la forma più comune di ipertiroidismo primario. Questa patologia è causata da un processo autoimmune in cui si verificano la produzione di auto-anticorpi diretti contro il recettore del TSH (TRAB) che stimolano l'attività del recettore del TSH. L'eccessiva attività del recettore del TSH può portare ad un ingrossamento della tiroide e ad un aumento della produzione di ormoni tiroidei, che si manifesta attraverso l'ipertiroidismo dal punto di vista ematochimico. Oltre ai sintomi tipici dell'ipertiroidismo, il morbo di Graves può anche causare oftalmopatia basedowiana ed il mixedema pretibiale. La valutazione ecografica della tiroide rivela un quadro di "inferno tiroideo" con un aumento della vascolarizzazione del parenchima tiroideo. È importante notare che il morbo di Basedow è spesso associato a gozzo, esoftalmo e dermopatia (le risposte B, C, D, E non sono corrette). 


114 di 114 Domande

La trombina prodotta in eccesso nei casi di COVID-19 grave determina:














Nella forma grave di COVID-19, esiste una situazione di iperinfiammazione che comporta l'attivazione del processo di coagulazione e un accumulo eccessivo di trombina. La trombina ha un ruolo significativo nell'induzione dell'aggregazione piastrinica e nell'attivazione del fibrinogeno, che successivamente viene convertito in fibrina. Questa azione è considerata la principale funzione della trombina (la risposta A è corretta). La trombina non stimola la contrazione delle cellule muscolari della parete vasale, ma anzi la favorisce (la risposta C non è corretta). L'antitrombina III non è prodotta dalla trombina, ma è una molecola che la lega e ne inibisce l'attività (la risposta B non è corretta). I recettori attivati dalle proteasi sono attivati e non inibiti dalla trombina, che è una proteasi (la risposta E non è corretta). La trombina aumenta i livelli di interleuchina 1, una citochina proinfiammatoria (la risposta D non è corretta).

 


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