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1 di 3 Domande

Un paziente si reca in Pronto Soccorso con forte dolore toracico. Il medico che lo visita ha il sospetto che si tratti di una dissezione aortica e richiede angio-TC. L’esame non conferma l’ipotesi. Qual è il reperto più significativo?

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La risposta corretta è la A.

Alla TC del caso clinico il reperto più significativo è rappresentato da una lesione polmonare destra: un nodulo rotondeggiante radiopaco di notevoli dimensioni con margini irregolari e sfumati ascrivibile a neoplasia (verosimilmente un carcinoma periferico nodulare).


2 di 3 Domande

Quale referto tra i seguenti è corretto?

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La risposta corretta è la D.

Viene definita ipoacusia la riduzione della capacità uditiva, con l’aumento della soglia uditiva al di sopra dei 20 dB. Le ipoacusie possono essere: monolaterali o bilaterali; improvvise o progressive; trasmissive o neurosensoriali (cocleari quando il problema è nell’orecchio interno a livello della coclea, nell’organo del Corti, o retrococleari quando è a livello del nervo cocleare) o miste. Noi possiamo ascoltare tramite due vie: quella aerea e quella ossea. Normalmente noi ascoltiamo i suoni esterni tramite la via aerea mentre, tramite quella ossea, ascoltiamo la nostra voce. Possiamo utilizzare questa qualità a scopo diagnostico, nella diagnosi differenziale tra ipoacusie di tipo trasmissivo e quelle di tipo neurosensoriale.

Nelle forme di tipo trasmissivo (quindi causate da alterazioni a carico della membrana timpanica o del sistema ossiculare), all’esame audiometrico tonale il paziente non riesce a sentire i suoni attraverso la via aerea, ma riesce a sentire andando a stimolare la via ossea mediante le vibrazioni di un diapason (mandando direttamente lo stimolo all’organo del Corti). Nell’ipoacusia di tipo neurosensoriale, invece, il problema è a livello dell’orecchio interno, quindi avremo una riduzione della capacità uditiva sia tramite la via aerea che tramite quella ossea. L’esame audiometrico dà origine ad un grafico in cui, nell’asse delle ordinate abbiamo la perdita uditiva espressa in decibel (dB), invece nell’asse delle ascisse sono riportate le varie frequenze sonore, espresse in Hertz (Hz). I suoni che vengono “somministrati” al paziente si distinguono in base alla frequenza (misurata in Hertz), come suoni gravi o bassi (bassa frequenza, 125-250-500 Hz) e suoni acuti o alti (alta frequenza, 3000-4000-8000 Hz). Infine, nella legenda posta inferiormente al grafico, notiamo i simboli che identificano la via uditiva di sinistra nella sua componente di trasmissione aerea (X) e di quella ossea (<).

Con questi presupposti, possiamo notare che il nostro esame audiometrico è abbastanza caratteristico dell’ipoacusia di tipo neurosensoriale; abbiamo infatti una alterazione sia a carico della via ossea che della via aerea. La via uditiva rappresentata è solo quella di sinistra (la via destra è contemplata nella legenda ma non nel grafico) (risposta D esatta, risposte B e C errate).

La risposta B non è corretta.

Più nel dettaglio, non si tratta di una ipoacusia di tipo trasmissivo in quanto, in tal caso, almeno la via ossea sarebbe responsiva al trasferimento dell’impulso uditivo e quindi la sua linea avrebbe un andamento orizzontale e sarebbe collocata nella parte alta del grafico.

Le risposte A e C non sono corrette.

Le frequenze interessate dalla ipoacusia sono sia quelle alte (e quindi suoni acuti) sia quelle basse (e quindi i suoni gravi).

 


3 di 3 Domande

La signora Effedi, di professione infermiera, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Redici, riferendo da circa una settimana una eruzione cutanea, associata a dolore a livello dei polsi, delle caviglie e dei gomiti. Afferma anche di aver avuto febbre e sudorazione, ma non mal di testa, nausea o vomito. L’anamnesi patologica remota risulta negativa per patologie rilevanti. Nega qualsiasi precedente malattia sessualmente trasmessa. Non assume farmaci in cronico. Inoltre, recentemente ha fatto una vacanza con il suo nuovo fidanzato, con il quale ha avuto rapporti sessuali non protetti. Non fuma, non fa uso di alcool o droghe. All’esame obiettivo la sua TC è di 38,5°C e la sua FC è di 98 bpm/min. L’EO del cavo orale e della gola è negativo, con assenza di alterazioni e linfoadenopatie; l’addome è trattabile e non dolente ed anche l’esame ginecologico è nella norma. Ha dolore lungo le guaine dei tendini, evocato dal movimento sia attivo che passivo della mano. Di seguito viene allegata una foto della sua eruzione cutanea. Quale delle seguenti rappresenta la causa più probabile del suo quadro clinico?

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La risposta corretta è la A.

  1. gonorrhoeae è un diplococco gram-negativo, che infetta solo gli esseri umani ed è quasi sempre trasmesso per contatto sessuale. Le infezioni uretrali e cervicali sono le più frequenti, ma l’infezione della faringe o del retto possono altresì verificarsi in seguito a un rapporto orale o anale; una congiuntivite può conseguire all’infezione oculare. L’infezione gonococcica disseminata si presenta spesso con una triade clinica caratterizzata da poliartralgie, tenosinovite e lesioni cutanee vescicolopapulose indolori.

I dolori che riferisce il paziente del caso al polso, al gomito e alla caviglia sono suggestivi di poliartralgie gonococciche e il dolore provocato in corrispondenza delle guaine dei tendini suggerisce una tenosinovite in atto. 

Le lesioni mostrate nella fotografia sono vescicolari, tipiche dell’infezione gonococcica disseminata: tendono a essere presenti dalle 2 alle 10 unità e possono essere erroneamente scambiate come foruncoli. 

Dal punto di vista clinico possono essere presenti febbri e brividi. 

La diagnosi viene effettuata al microscopio, attraverso esame colturale o mediante test di amplificazione degli acidi nucleici. Possono essere utilizzati numerosi antibiotici orali o iniettabili; tuttavia, la resistenza ai farmaci è un problema crescente.


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