La risposta corretta è la B.
Il danno da energia elettrica può originare in particolare da due fonti: domestica e industriale (folgorazione o elettrocuzione) oppure atmosferica (fulminazione). Gli effetti dell’energia dipendono da diversi fattori, chiamati “fattori di Kouwenhoven”. Le lesioni da energia elettrica si traducono, sul corpo umano, in lesioni da calore (si ha una trasformazione dell’energia elettrocinetica in energia termica) e lesioni da effetti elettrofisiologici come tetanizzazione, arresto respiratorio e arresto cardiocircolatorio. Un tipo di lesione patognomonica, anche se non sempre presente, è il cosiddetto “marchio elettrico”, cioè una ustione localizzata sulla cute, a livello del punto di applicazione dell’energia. La diagnosi di certezza del “marchio” è istologica, quindi microscopica: mostra una necrosi coagulativa dei tessuti e una deformazione degli strati più profondi dell’epidermide, le cui cellule dello strato basale assumono una forma allungata, con una disposizione a palizzata. A livello macroscopico possiamo invece avere una lesione rilevata, senza perdita di sostanza, non suppurativa, con margini netti e di colorito giallo grigiastro, oppure una lesione con forma simile a quella di un cratere, ben delimitata, con margini netti e carbonizzati, delimitanti una zona centrale giallo-grigiastra o rossa, in cui si ha perdita di sostanza a spese di epidermide e derma.
Le risposte A, C, D non sono corrette.
Le lesioni provocate da fonti di energia meccanica, termica e caustica hanno caratteristiche differenti rispetto a quelle proposte nella nostra immagine.