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1 di 62 Domande

Quale tra le seguenti e' una tipica reazione avversa che si puo' verificare in corso di terapia antiinfiammatoria con acido acetilsalicilico?














La risposta corretta è la E
Una tipica reazione avversa che può verificarsi durante una terapia antiinfiammatoria con acido acetilsalicilico è l’ emorragia gastroduodenale. Questa risposta è corretta perché l’ acido acetilsalicilico, essendo un farmaco antiinfiammatorio non steroideo (FANS), può danneggiare la mucosa gastroduodenale e inibire la produzione di prostaglandine protettive a livello dello stomaco, portando a rischio di lesioni e sanguinamenti. L'emorragia gastroduodenale è un'eventualità non rara legata soprattutto a prolungati trattamenti con FANS, tra cui l'acido acetilsalicilico. Questi farmaci, riducendo la protezione mucosa dello stomaco e aumentando l'acidità gastrica, possono provocare ulcerazioni e, in casi più gravi, sanguinamento. Tale rischio è amplificato in pazienti anziani, in quelli con una storia pregressa di ulcere gastriche o comorbidità , ed è ulteriormente accresciuto dall'uso concomitante di alcool o da terapie con altri FANS o anticoagulanti. Le linee guida cliniche suggeriscono cautela nell'uso prolungato di tali sostanze e nel caso di comparsa di sintomi quali dolore epigastrico o melena, è indicata una pronta valutazione medica.

2 di 62 Domande

La violazione del segreto professionale configura:














La risposta corretta è la A
La violazione del segreto professionale configura un illecito penale. Questo avviene quando un professionista rivela senza giustificato motivo informazioni riservate apprese nell'esercizio della propria professione, violando così un obbligo legale o deontologico. Tale reato è sanzionato dal codice penale per proteggere la confidenzialità e la fiducia in ambiti professionali.

3 di 62 Domande

Si definisce "gittata sistolica":














La risposta corretta è la D
La "gittata sistolica" è definita come la quantità di sangue immessa nei vasi arteriosi in ciascuna contrazione ventricolare. Questa definizione corrisponde precisiamente a come il cuore funziona durante il ciclo cardiaco. Durante la sistole ventricolare, i ventricoli si contraggono e pompano sangue nell'aorta e nell'arteria polmonare, rivolto rispettivamente verso il sistema circolatorio sistemico e quello polmonare. La correttezza di questa risposta risiede nella precisazione che il termine "gittata sistolica" si riferisce specificamente al volume di sangue espulso dai ventricoli durante una singola contrazione. Infatti, a ogni battito del cuore, una determinata quantità di sangue viene pompata fuori dal ventricolo sinistro nell'aorta e da quello destro nell'arteria polmonare. Questo processo è cruciale per mantenere la circolazione sanguigna efficiente in tutto il corpo, assicurando che ogni organo riceva l'ossigeno e i nutrienti necessari per il suo funzionamento. La misurazione della gittata sistolica fornisce quindi informazioni importanti sulla salute e sull'efficienza del cuore. Un valore alterato può indicare la presenza di problemi cardiaci, come nelle situazioni di insufficienza cardiaca, dove il cuore è incapace di pompare adeguatamente sangue a causa di un danno ai muscoli cardiaci. La comprensione e la valutazione della gittata sistolica sono quindi essenziali nella diagnosi e nel trattamento delle patologie cardiache, riflettendo la capacità del cuore di funzionare efficacemente come pompa.

4 di 62 Domande

La difficolta' respiratoria che insorge in posizione sdraiata e' definita:














La risposta corretta è la C
L'ortopnea è la difficoltà respiratoria che si presenta quando una persona si trova in posizione sdraiata. Questa condizione è specificamente associata a miglioramenti sintomatici quando il soggetto assume una posizione eretta o semiseduta. Il motivo per cui l'ortopnea è indicativa di certi disturbi è legato principalmente alla raccolta di fluidi nei polmoni (edema polmonare), che può essere alleviato riducendo l'effetto gravitazionale attraverso la posizione eretta. Questa condizione è spesso osservata in pazienti con insufficienza cardiaca; infatti, nei contesti di debilità cardiaca, il cuore non pompa il sangue in modo efficiente, causando l'accumulo di liquido nei polmoni e nei tessuti. In questi casi, sdraiarsi peggiora la concentrazione di sangue nelle regioni polmonari, incrementando la pressione e provocando disagio respiratorio significativo. Il soggetto pertanto cerca sollievo adottando una posizione che facilita la respirazione, spesso sedendosi o aggiungendo cuscini sotto la schiena e la testa durante il sonno. Queste azioni aiutano a diminuire la pressione polmonare e a migliorare l'ossigenazione, offrendo una spiegazione fisiologica diretta per la presenza di ortopnea in stati patologici come l'insufficienza cardiaca congestizia.

5 di 62 Domande

La febbre che si protrae per alcuni giorni, intervallata da altri giorni di stato apiretico e' definita:














La risposta corretta è la B
La febbre che si prolunga per giorni, seguita da periodi apiretici, è definita come febbre ricorrente. Questo tipo di febbre si caratterizza per l'alternanza di episodi febbrili a giorni di completa normalità termica, spesso senza un evidente schema temporale. Le cause della febbre ricorrente sono varie e possono includere infezioni (come la borreliosi), disturbi autoinfiammatori (ad esempio, la febbre mediterranea familiare), neoplasie, o condizioni come la malattia periodica. Questi episodi febbrili sono spesso accompagnati da altri sintomi specifici della malattia sottostante, come dolore addominale, artralgie, o eruzioni cutanee, i quali possono fornire indizi cruciali per l'identificazione della patologia alla base della febbre. L'alternanza di periodi febbrili e apiretici rende la febbre ricorrente un segnale importante che richiede un'attenta valutazione clinica per identificarne la causa. È essenziale analizzare la cronologia degli episodi, la presenza di altri sintomi e i possibili fattori scatenanti per indirizzare verso la corretta diagnosi e il conseguente trattamento. Il processo diagnosticativo può richiedere l'utilizzo di test di laboratorio, imaging e talvolta studi genetici, soprattutto nelle forme legate a disturbi autoinfiammatori. La comprensione della natura e delle possibili cause della febbre ricorrente è cruciale per implementare un intervento terapeutico mirato e per migliorare così la qualità di vita del paziente.

6 di 62 Domande

L'accertamento di morte cerebrale prevede un periodo di osservazione pari a:














La risposta corretta è la E
L'accertamento di morte cerebrale prevede un periodo di osservazione pari a 6 ore. Questa pratica è standardizzata per assicurare che la diagnosi di morte cerebrale sia fatta con criteri scientifici e medici precisi. La morte cerebrale si verifica quando c'è una perdita completa e irreversibile di tutte le funzioni del cervello, includendo il tronco cerebrale. La diagnosi richiede la conferma che non ci sia nessun potenziale di ripresa della funzionalità cerebrale, ritenendo la condizione permanente e irreversibile. La valutazione include l'assenza di responsività e di riflessi cerebrali, insieme alla conferma di un arresto completo del flusso sanguigno cerebrale. La durata di osservazione necessaria prima di dichiarare la morte cerebrale viene stabilita per dare ai medici il tempo di eseguire test approfonditi e di osservare il paziente per un intervallo adeguato, escludendo ogni possibile segno di attività cerebrale o di recupero. Questo tempo permette anche di verificare che le condizioni osservate non siano temporanee o reversibili, assicurando che la diagnosi di morte cerebrale sia accurata e definitiva.

7 di 62 Domande

Secondo la Costituzione Italiana il referendum e' ammissibile per:














La risposta corretta è la A
Secondo la Costituzione Italiana, il referendum è ammissibile per l'abrogazione di atti aventi valore di legge. Questo significa che i cittadini possono richiedere un voto popolare per eliminare leggi esistenti, ma non per proporre nuove leggi, abrogare leggi costituzionali o decreti ministeriali. La procedura è uno strumento diretto di democrazia che permette agli elettori di esprimersi su una legge già in vigore e decidere se mantenerla o meno.

8 di 62 Domande

Quale tra le seguenti soluzioni si definisce "ipotonica"?














La risposta corretta è la D
La soluzione NaCl 0,45% si definisce "ipotonica". Ciò significa che la concentrazione di soluti (in questo caso, sale o sodio cloruro) è minore rispetto alla concentrazione all'interno delle cellule del corpo. Quando una soluzione ipotonica viene somministrata, l'acqua tende a spostarsi verso l'interno delle cellule per diluire la concentrazione più alta all'interno, causando il rigonfiamento delle cellule. Una soluzione ipotonica come la soluzione NaCl 0,45% è spesso utilizzata in medicina per idratare i pazienti quando è necessario introdurre fluidi che entrano facilmente nelle cellule. Queste soluzioni, aventi una concentrazione di soluti più bassa rispetto a quella dei fluidi corporei, promuovono il movimento dell'acqua all'interno delle cellule, influenzando così lo stato di idratazione intracellulare. Le applicazioni cliniche possono inclusione trattamenti per pazienti con disidratazione intracellulare o in specifiche condizioni in cui è necessario regolare attentamente l'apporto liquido. La scelta dell'uso di una soluzione ipotonica si basa sulla valutazione attenta delle condizioni fisiologiche del paziente e dell'obiettivo di trattamento desiderato, ricercando sempre un equilibrio idro-elettrolitico favorevole alla situazione clinica specifica.

9 di 62 Domande

Quali sono le azioni principali della digossina sul cuore?














La risposta corretta è la C
La digossina agisce sul cuore aumentando la forza di contrazione e rallentando la frequenza cardiaca. Questo effetto è dovuto alla sua capacità di inibire la pompa sodio-potassio ATPasi presente nelle cellule miocardiche. Tale inibizione porta a un aumento del calcio intracellulare che migliora la contrattilità cardiaca. Inoltre, la digossina esercita un effetto diretto sul sistema nervoso centrale che porta a una diminuzione della frequenza cardiaca. Infatti, incrementando la forza di contrazione, questa sostanza aiuta il cuore a pompare più efficientemente, particolarmente utile in condizioni come l'insufficienza cardiaca. Rallentando la frequenza cardiaca, permette al cuore di riempirsi più completamente tra un battito e l'altro, migliorando ulteriormente la gittata cardiaca. Pertanto, l'uso della digossina si rivela essenziale per trattare svariate patologie cardiache, dove sia necessario incrementare la performance del cuore sotto stress.

10 di 62 Domande

Che cos'e' una "gipsoteca"?














La risposta corretta è la C
Una "gipsoteca" è una raccolta di statue, solitamente in gesso, che rappresenta la risposta corretta. Questo termine definisce specificatamente le collezioni che comprendono riproduzioni in gesso di statue famose, antichità classiche o opere d'arte storiche, nonché sculture originali realizzate da artisti nel corso dei secoli. Le gipsoteche hanno un'importanza significativa nel campo dell'arte e dell'educazione poiché permettono agli studiosi e agli studenti di studiare da vicino le forme, le tecniche e i dettagli delle sculture senza dover viaggiare fino ai musei o ai siti originali dove si trovano le opere autentiche. Inoltre, offrono l'opportunità di preservare l'aspetto di sculture che altrimenti potrebbero essere danneggiate dal tempo o da eventi catastrofici, fungendo da "biblioteche tridimensionali" che conservano la memoria di significative espressioni artistiche del passato. Questo tipo di collezionismo ha avuto origine nei secoli passati quando l'accesso alle opere d'arte originali era limitato, rendendo le gipsoteche strumenti indispensabili per lo studio e la diffusione delle conoscenze artistiche.

11 di 62 Domande

Secondo le Indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', nei contesti sanitari (WHO, 2009), I GUANTI PULITI sono indicati:














La risposta corretta è la D
I guanti puliti sono indicati, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2009), in situazioni cliniche dove si può venire a contatto con liquidi biologici. La correttezza di questa risposta risiede nella necessità di prevenire la trasmissione di infezioni e assicurare la sicurezza sia dei pazienti sia degli operatori sanitari durante la manipolazione di sostanze che possono essere veicolo di agenti infettivi. Il contatto con liquidi biologici comporta importati rischi, inclusa la possibilità di trasmettere malattie infettive. Secondo le linee guida sull'uso appropriato dei guanti nell'ambito sanitario, l'obiettivo è ridurre al minimo la diffusione di microrganismi e proteggere sia il personale sanitario sia i pazienti da possibili contaminazioni. L'utilizzo di guanti puliti in queste circostanze contribuisce significativamente alla barriera contro la trasmissione di agenti patogeni, specialmente in ambienti in cui la sterilità non è richiesta come precondizione ma dove è comunque essenziale garantire misure di protezione contro l'esposizione diretta a liquidi corporei. Questa prassi si basa sulla conoscenza dei meccanismi di trasmissione delle infezioni e sull'importanza delle precauzioni standard, compreso l'uso adeguato dei dispositivi di protezione individuale, nella prevenzione della loro diffusione all'interno delle strutture sanitarie.

12 di 62 Domande

Qual e' il provvedimento normativo denominato: "Codice in materia di protezione dei dati personali"?














La risposta corretta è la E
Il provvedimento normativo denominato "Codice in materia di protezione dei dati personali" è il D.Lgs 196/2003. Questo documento rappresenta un punto di riferimento essenziale in Italia per quanto riguarda la tutela della privacy e la protezione dei dati personali. È importante perché stabilisce delle regole precise per il trattamento dei dati personali, includendo la raccolta, conservazione, elaborazione, comunicazione e diffusione di dati relativi a individui fisici. L'obiettivo primario del Codice è garantire che il trattamento dei dati personali venga effettuato nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone, con particolare riferimento alla riservatezza e all'identità personale. Il D.Lgs 196/2003 pone l'accento sulla necessità di ottenere il consenso del soggetto interessato per il trattamento dei suoi dati personali, eccezion fatta per i casi espressamente indicati dalla legge. Altresì , stabilisce obblighi precisi per coloro che trattano dati personali, definendo figure chiave come il "titolare" del trattamento e il "responsabile" del trattaggio dati, ed introduce il diritto dell'individuo di conoscere i dati che lo riguardano, di farli aggiornare, rettificare o cancellare se violano la legge. Inoltre, segna un passo importante nella direzione della protezione dei dati introducendo la figura del Garante per la protezione dei dati personali, un'autorità indipendente incaricata di vigilare sulla corretta applicazione del Codice.

13 di 62 Domande

In un soggetto adulto quali valori tra i seguenti risultano alterati: emoglobina: 11 g/dl; potassio: 2.9 mEq/L; sodio: 135 mEq/L; glucosio: 72 mg/dl; ph: 7.4; PaO2 su sangue arterioso: 85 mmHg














La risposta corretta è la E
Nel soggetto adulto, i valori alterati sono l'emoglobina, che è 11 g/dl, e il potassio, che è 2.9 mEq/L. Questi valori risultano al di sotto della norma. La condizione di bassa concentrazione di emoglobina nel sangue, che in questo caso è inferiore al range tipicamente considerato normale di circa 12-17.5 g/dl per gli uomini e 12-15.5 g/dl per le donne, può indicare un'anemia. L'anemia è una condizione in cui il sangue non ha abbastanza globuli rossi sani, ciò limita la capacità del sangue di trasportare ossigeno agli organi del corpo efficacemente. Diversi sono i tipi e le cause dell'anemia, che può derivare da una produzione inadeguata di globuli rossi, una perdita di sangue, o la distruzione di globuli rossi. Per quanto riguarda il potassio, il livello indicato di 2.9 mEq/L si trova sotto il limite normale del range, solitamente compreso tra 3.5 e 5.0 mEq/L. Livelli bassi di potassio, una condizione chiamata ipokaliemia, possono portare a vari problemi come debolezza muscolare, affaticamento, disturbi del ritmo cardiaco e crampi. L'ipokaliemia può essere causata da diversi fattori, inclusi trattamenti farmacologici, disordini renali o un insufficiente apporto di potassio nella dieta. Queste condizioni, seppur diverse nella loro natura, condividono l'importanza dell'equilibrio elettrolitico e del mantenimento di adeguati livelli di componenti chiave nel sangue per il corretto funzionamento dell'organismo.

14 di 62 Domande

Un ossimoro e':














La risposta corretta è la C
Un ossimoro è una figura retorica. Questo significa che converte la contrapposizione di concetti in un'espressione che, nonostante sembri contraddittoria, ha senso compiuto e spesso rivela una verità profonda o un effetto artistico. Per esempio, l'espressione "silenzio assordante" unisce due idee apparentemente opposte (il silenzio e il rumore) per trasmettere un'intensità emotiva o descrivere un'esperienza in modo potente e suggestivo. Tali figure sono ampiamente utilizzate nella letteratura per aggiungere bellezza e profondità al discorso, permettendo una riflessione più profonda sulla natura apparentemente paradossale della realtà . L'utilizzo degli ossimori permette agli autori di esplorare e comunicare complessità emotive e concettuali che sfidano le percezioni ordinarie, contribuendo così a una maggiore ricchezza espressiva.

15 di 62 Domande

Quale effetto e' prevedibile nei pazienti diabetici in terapia con corticosteroidi?














La risposta corretta è la E
Nei pazienti diabetici in terapia con corticosteroidi è prevedibile l'iperglicemia. Questo accade perché i corticosteroidi interferiscono con il metabolismo del glucosio, portando a un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Infatti, la glucocorticoterapia può provocare diverse conseguenze metaboliche, incluso un impatto significativo sul metabolismo del glucosio. I corticosteroidi riducono la sensibilità all'insulina e aumentano la produzione epatica di glucosio, concorrendo così all'insorgenza o all'aggravamento dell'iperglicemia. Nei pazienti diabetici, tali effetti possono richiedere un aggiustamento del trattamento antidiabetico per mantenere il controllo glicemico. In alcuni casi, l'uso di corticosteroidi può anche scatenare l'esordio di un diabete non precedentemente diagnosticato a causa della loro capacità di disturbare l'omeostasi glucidica. La gestione di questi pazienti richiede una particolare attenzione al monitoraggio dei livelli di glucosio e possibilmente una revisione della terapia antidiabetica durante il trattamento con corticosteroidi.

16 di 62 Domande

Secondo le Linee guida CDC 2011 la sostituzione della medicazione garzata per il catetere venoso centrale e' raccomandata (oltre alle situazioni in cui si presenta staccata o bagnata):














La risposta corretta è la B
La sostituzione della medicazione garzata per il catetere venoso centrale, secondo le Linee guida CDC 2011, è raccomandata ogni 48 ore, a meno che la medicazione non si presenti staccata o bagnata prima di tale termine. Questa frequenza di sostituzione è stata determinata per minimizzare il rischio di infezioni correlate all'uso di cateteri venosi centrali. Le infezioni legate ai cateteri venosi centrali possono essere molto serie, in quanto i microrganismi possono accedere direttamente al flusso sanguigno, causando condizioni che vanno dall'infezione locale fino a complicanze più serie come sepsi o formazione di trombi. La manutenzione regolare del sito di inserzione, inclusa la sostituzione appropriata della medicazione, è cruciale per la prevenzione di queste infezioni. La raccomandazione di cambiare la medicazione ogni 48 ore si basa sulla necessità di mantenere un ambiente sterile e pulito attorno al punto di inserzione del catetere, il tutto mirato a ridurre il rischio di colonizzazione da parte di agenti patogeni che possono causare infezioni. Questa pratica di controllo e prevenzione è supportata da un'ampia documentazione e ricerca sulle migliori pratiche di gestione dei cateteri venosi centrali.

17 di 62 Domande

Si definisce "oliguria":














La risposta corretta è la B
L'oliguria si definisce come una riduzione nella produzione di urina, con una quantità prodotta inferiore a 500 ml in 24 ore. Questa condizione può indicare una serie di problemi renali o delle vie urinarie. L'oliguria è un segno clinico importante spesso associato a malattie renali acute o croniche, ed è essenziale per la diagnosi e la gestione di disturbi che possono richiedere un intervento tempestivo. La produzione inadeguata di urina può riflettere una diminuzione della funzione renale o una sottostante patologia che impedisce ai reni di filtrare correttamente i rifiuti dal sangue. La rilevanza clinica dell'oliguria risiede nella sua capacità di indicare una ridotta perfusione renale, conseguenza di vari fattori, come disidratazione, perdita di sangue, insufficienza cardiaca o danno renale acuto. In questi contesti, la riduzione del flusso di urina può essere un segnale del corpo per conservare il più possibile i liquidi in risposta a stress o danni. La gestione attenta di pazienti con oliguria richiede un'attenta valutazione delle cause sottostanti, trattandole direttamente per prevenire la progressione a condizioni più severe, come l'insufficienza renale. Nel contesto della malattia renale, l'oliguria può essere un indicatore precoce di una riduzione del filtrato glomerulare, suggerendo la necessità di ulteriori indagini per determinare la causa esatta e intraprendere le misure terapeutiche appropriate per mitigare i danni renali e preservare la funzione renale residua. È quindi cruciale riconoscere tempestivamente l'oliguria e valutare adeguatamente i pazienti per garantire un trattamento efficace e prevenire complicanze potenzialmente gravi.

18 di 62 Domande

Durante la tecnica di iniezione intradermica devi inserire l'ago con un'angolatura...














La risposta corretta è la E
Durante la tecnica di iniezione intradermica, l'ago deve essere inserito con un'angolatura compresa fra 10 e 15 gradi. Questa tecnica specifica viene impiegata per iniettare una piccola quantità di sostanza immediatamente sotto la superficie della pelle, creando una bollicina o un'area rialzata. La corretta angolazione tra 10 e 15 gradi è essenziale per assicurare che il farmaco sia correttamente depositato nello strato intradermico della pelle, che si trova al di sopra dello strato più profondo chiamato derma e al di sotto dello strato esterno, l'epidermide. La scelta di questa angolazione garantisce non solo l'efficacia della somministrazione del farmaco ma anche la minimizzazione del disagio per il paziente. L'obiettivo è di introdurre il farmaco esattamente nell'area dove può produrre l'effetto desiderato senza danneggiare tessuti più profondi. Questo è particolarmente importante in test come la tubercolina o nei trattamenti per alcune allergie, dove la precisione dell'iniezione può influenzare l'esito del test o l'efficacia del trattamento. In sintesi, l'angolatura di iniezione tra 10 e 15 gradi per le iniezioni intradermiche è fondamentale per la corretta somministrazione del farmaco, assicurando che la sostanza sia depositata nell'area desiderata con il massimo comfort per il paziente e l'efficacia terapeutica ottimale.

19 di 62 Domande

L'alterazione della distribuzione del flusso ematico determinata dall'aggressione massiva di un batterio e' detta shock ...














La risposta corretta è la B
L'alterazione della distribuzione del flusso ematico causata da un'aggressione massiva di un batterio è definita shock settico. Lo shock settico è una grave condizione che si verifica quando un'infezione generalizzata porta l'organismo a reagire con una risposta infiammatoria sistemica. Questo stato può degenerare ulteriormente in una marcata ipotensione e disfunzione d'organo, portando a insufficienza circolatoria. Il processo inizia comunemente con un'infezione batterica che riesce a superare le difese locali del corpo, diffondendosi poi nel flusso sanguigno. Questo porta il sistema immunitario a reagire in modo eccessivo, liberando in circolazione grandi quantità di citochine e altre sostanze infiammatorie, le quali possono causare un'ampia vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, e, di conseguenza, la riduzione della resistenza vascolare sistemica. La combinazione di questi eventi porta a una riduzione critica della perfusione tessutale e dell'ossigenazione, culminando in shock settico. La gravità di questa condizione richiede un'immediata attenzione medica per prevenire danni irreversibili agli organi e potenzialmente la morte.

20 di 62 Domande

Quali sono i ritmi cardiaci defibrillabili in urgenza?














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda sui ritmi cardiaci defibrillabili in urgenza è la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso. Questo perché la fibrillazione ventricolare rappresenta un disordine critico che porta alla cessazione quasi istantanea della funzionalità cardiaca efficace, rendendo necessario un intervento immediato attraverso la defibrillazione per prevenire l'arresto cardiaco e la morte. La tachicardia ventricolare senza polso, altrettanto critica, si manifesta quando il cuore batte troppo rapidamente per pompare efficacemente il sangue, necessitando anch'essa di defibrillazione per ripristinare un ritmo cardiaco efficace. Entrambe le condizioni sono caratterizzate da un'immediata perdita della funzione di pompa del cuore, portando a una rapida perdita di coscienza e assenza di polso. La fibrillazione ventricolare è causata da diverse attivazioni elettriche disordinate del cuore, risultando in una contrazione ventricolare incoordinata e inefficace. Similmente, la tachicardia ventricolare senza polso indica una frequenza cardiaca eccessivamente elevata che impediste l'efficace pompaggio del sangue. In questo stato, il flusso sanguigno vitale agli organi è criticamente ridotto o assente, portando a potenziali danni agli organi e, se non trattato tempestivamente con la defibrillazione, alla morte.

21 di 62 Domande

Le precauzioni standard prevedono l'impiego dei guanti monouso in quale situazione?














La risposta corretta è la C
Le precauzioni standard prevedono l'uso dei guanti monouso quando è previsto il contatto con le mucose, la cute non integra e i fluidi organici tranne il sudore. Questo perché l'obiettivo primario delle precauzioni standard è minimizzare il rischio di trasmissione di infezioni da pazienti a operatori sanitari, da operatori sanitari a pazienti e tra pazienti stessi. L'utilizzo dei guanti riduce il rischio di esposizione a patogeni presenti nel sangue e in altri liquidi corporei, ad eccezione del sudore, agendo come barriera protettiva fisica. È importante che i guanti siano usati correttamente - indossati prima di un'esposizione potenziale e rimossi immediatamente dopo, seguiti da un'adeguata igiene delle mani per massimizzare la loro efficacia come parte delle strategie di controllo delle infezioni. Questa pratica si basa sulla conoscenza dei modi attraverso i quali possono avvenire le trasmissioni di malattie infettive in ambienti sanitari, enfatizzando la necessità di proteggere sia i lavoratori che i pazienti da possibili esposizioni nocive.

22 di 62 Domande

Se un ricercatore volesse studiare il fenomeno delle lesioni da pressione osservando i pazienti in una giornata/settimana indice, quale disegno di ricerca dovrebbe utilizzare?














La risposta corretta è la E
Un ricercatore che vuole studiare le lesioni da pressione osservando i pazienti in una specifica giornata/settimana indice dovrebbe utilizzare uno studio trasversale di prevalenza. Questo design di ricerca è corretto poiché permette di misurare la prevalenza di lesioni da pressione in un preciso momento, offrendo un'istantanea dell'incidenza di queste condizioni nel gruppo di studio. Le lesioni da pressione, comunemente note come ulcere da decubito, si sviluppano quando una pressione prolungata viene esercitata su parti del corpo, in particolare su quelle aree che ricoprono le protuberanze ossee, riducendo il flusso sanguigno e causando danno ai tessuti. Appaiono prevalentemente in individui con mobilità limitata, richiedendo quindi una valutazione puntiforme che uno studio trasversale può offrire. Questo tipo di ulcere può variare da eritemi superficiali a ferite profonde che danneggiano muscoli e ossa. Fattori di rischio comprendono immobilità prolungata, incontinenza, malnutrizione, età avanzata, e condizioni mediche che influenzano la circolazione sanguigna o la sensibilità . La prevenzione richiede interventi mirati come il cambio di posizione regolare, l'uso di superfici di supporto speciali e la gestione della nutrizione e dell'idratazione. Una poderosa comprensione di come e perché si sviluppano offre dunque la base per lo sviluppo di strategie preventive e miglioramenti nelle cure. Uno studio trasversale di prevalenza fornisce un quadro immediato della distribuzione delle lesioni da pressione in una popolazione, essenziale per informare sia la pratica clinica che le politiche sanitarie.

23 di 62 Domande

Uno studio si definisce in "doppio cieco" quando ...














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda è che uno studio si definisce in "doppio cieco" quando né i ricercatori né i soggetti inclusi nello studio sanno chi è sottoposto a un determinato trattamento. Questo tipo di studio è riconosciuto per la sua capacità di ridurre al minimo i bias, offrendo una misura più affidabile dell'efficacia del trattamento. Infatti, eliminando la conoscenza diretta da parte sia dei partecipanti allo studio sia dei ricercatori riguardo chi riceva il trattamento attivo e chi il placebo o un trattamento comparativo, si evitano influenze psicologiche e comportamentali che possono alterare i risultati. Questo metodo è spesso utilizzato nelle sperimentazioni cliniche per testare l'efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci, trattamenti o interventi medici. È fondamentale per assicurare l'obiettività dei risultati, evitando che aspettative e pregiudizi possano influenzare le conclusioni dello studio. Utilizzando questo approccio, è possibile ottenere dati più accurati e imparziali sulle reali proprietà terapeutiche della sostanza o del trattamento in esame.

24 di 62 Domande

Qual e' il meccanismo di azione dei farmaci anticoagulanti orali (TAO)?














La risposta corretta è la D
I farmaci anticoagulanti orali (TAO) agiscono inibendo l'azione della vitamina K. Questo perché la vitamina K è essenziale per la sintesi dei fattori di coagulazione II, VII, IX e X nel fegato. La carenza di questi fattori rallenta la coagulazione del sangue, riducendo quindi il rischio di formazione di coaguli dannosi. La vitamina K è anche necessaria per produrre proteine che aiutano a regolare il processo di coagulazione, come la proteina C e la proteina S. Gli anticoagulanti orali mirano a diminuire l'attività della vitamina K, limitando così la produzione di questi fattori di coagulazione. Questo meccanismo si ripercuote sulla cascata di coagulazione, mantenendo il sangue in uno stato meno coagulabile e prevenendo la formazione di trombi potenzialmente pericolosi per la salute, in particolare in condizioni come la fibrillazione atriale, dopo la protesi valvolare cardiaca o in pazienti che hanno già avuto eventi trombotici. Questo approccio terapeutico richiede una regolazione accurata, dato che una riduzione troppo marcata dei fattori di coagulazione può aumentare il rischio di sanguinamento, mentre una riduzione insufficiente non proteggerebbe adeguatamente dalla formazione di trombi.

25 di 62 Domande

Indicare gli abbinamenti corretti dei seguenti valori di laboratorio utilizzati per la valutazione dell'equilibrio idroelettrolitico:














La risposta corretta è la D
La risposta corretta alla domanda sugli abbinamenti corretti dei valori di laboratorio per la valutazione dell'equilibrio idroelettrolitico indica che la Sodiemia deve essere compresa tra 135-145 mEq/l, la Potassiemia tra 3,5-5,3 mEq/l, e la Calcemia totale tra 8,6-11 mg/dl. Questi intervalli sono importanti per mantenere l'equilibrio idroelettrolitico corporeo e un buon funzionamento delle cellule. Un'eccessiva deviazione da questi valori può indicare disordini metabolici o malfunzionamenti a livello renale, cardiaco, e di altri sistemi. La Sodiemia rappresenta la concentrazione di Sodio nel sangue, essenziale per la regolazione della pressione osmotica e del volume del liquido extracellulare. L'intervallo corretto garantirà il mantenimento dell'equilibrio osmotico. La Potassiemia indica la concentrazione di Potassio, vitale per la funzione neuromuscolare, la regolazione del potenziale di membrana delle cellule nervose e muscolari, e l'equilibrio sanguigno. Infine, la Calcemia totale si riferisce alla concentrazione di Calcio nel sangue, cruciale per la coagulazione sanguigna, la trasmissione dell'impulso nervoso, la contrazione muscolare e il mantenimento di una struttura ossea solida. Questi valori sono, perciò , dei parametri essenziali nel monitoraggio dello stato di salute dell'individuo e deviazioni possono essere indicativi di varie patologie, inclusi problemi di reni, sistemi endocrini o malattie cardiovascolari.

26 di 62 Domande

In quale delle seguenti condizioni e' indicata la manovra di Heimlich?














La risposta corretta è la C
La manovra di Heimlich è indicata in caso di inalazione di un corpo estraneo. Questo procedimento è mirato a rimuovere materiali ostruenti le vie aeree, prevenendo così situazioni critiche che possono portare all'asfissia. In situazioni di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, l'individuo non è in grado di respirare efficientemente, parlare, o tossire vigorosamente, e potrebbe iniziare a soffocare. Questa emergenza richiede un intervento immediato per liberare le vie aeree; qui entra in gioco la manovra di Heimlich, che utilizza una pressione improvvisa e forte sull'addome. La pressione sposta l'aria nei polmoni, creando una forza sufficiente a espellere l'oggetto ostruente. L'efficacia del metodo risiede nella sua capacità di incrementare la pressione intratoracica in modo rapido e diretto, superando l'ostruzione e permettendo la respirazione. La condizione descritta si verifica quando un oggetto solido blocca parzialmente o completamente le vie aeree superiori, impedendo il normale flusso d'aria. Senza un intervento tempestivo, l'individuo può rapidamente incorrere in ipossia (riduzione dell'ossigeno raggiungibile dai tessuti), divenendo cianotico (colorazione bluastra della pelle dovuta a ipossiemia), perdendo conoscenza e, eventualmente, rischiando la vita. In conclusione, la manovra di Heimlich è fondamentale per affrontare efficacemente situazioni di emergenza dovute all'inalazione di corpi estranei, prevenendo conseguenze potenzialmente fatali attraverso una tecnica di primo soccorso diretta e immediata.

27 di 62 Domande

Il fenomeno dell'osmosi consiste nel passaggio di:














La risposta corretta è la D
Il fenomeno dell'osmosi consiste nel passaggio di nessuna delle altre alternative proposte, poiché , in realtà , l'osmosi è il movimento del solvente attraverso una membrana semipermeabile da una zona di minore concentrazione di soluti a una di maggiore concentrazione di soluti. Questo processo fondamentale per la vita delle cellule garantisce l'equilibrio degli ambienti intra e extra cellulari. Le risposte errate interpretano erroneamente le dinamiche dell'osmosi o presentano combinazioni di condizioni che non descrivono accuratamente il processo. L'osmosi è un fenomeno essenziale per il mantenimento dell'equilibrio osmotico nelle cellule viventi. Le membrane semipermeabili delle cellule permettono il passaggio dell'acqua, ma non di molte sostanze solute, facendo sì che l'acqua si muova da regioni in cui la sua concentrazione è relativamente alta (minore concentrazione di soluti) verso regioni dove la sua concentrazione è più bassa (maggiore concentrazione di soluti). Questo movimento di acqua continua fino al raggiungimento di un equilibrio osmotico. L'importanza dell'osmosi è evidente in numerosi processi biologici, come ad esempio l'assorbimento di acqua dalle radici nelle piante, la regolazione dei fluidi nelle cellule animali, e il mantenimento dei volumi cellulari. Questo processo consente alle cellule di regolare la loro pressione osmotica, vitale per mantenere la loro integrità strutturale e funzionale. In assenza di un adeguato equilibrio osmotico, le cellule possono gonfiarsi o retrarsi e, in ultima analisi, svolgere in modo inefficace le loro funzioni vitali.

28 di 62 Domande

Individuare il numero mancante: 2, 3, 5, 7, 11, 13...














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda sul numero mancante nella sequenza 2, 3, 5, 7, 11, 13, ... è C) 17. Questa sequenza segue la logica dei numeri primi, ovvero quei numeri maggiori di 1 che hanno come unici divisori 1 e loro stessi. La sequenza inizia con il 2, che è il più piccolo numero primo, e continua elencando i numeri primi in ordine crescente. Il numero 17 segue il 13 nella sequenza dei numeri primi, quindi è il numero corretto da inserire nella sequenza proposta. I numeri primi sono un concetto fondamentale nella teoria dei numeri e trovano applicazione in vari ambiti della matematica e della crittografia. La loro importanza risiede nella proprietà che ogni numero naturale maggiore di 1 o è primo o può essere scomposto in un prodotto di numeri primi, rendendoli i "mattoni" con cui sono costruiti tutti i numeri naturali.

29 di 62 Domande

Se C meno 1 piu' A uguale S e C uguale 3 piu' S allora A e' uguale a:














La risposta corretta è la B
Se C meno 1 più A è uguale a S e C è uguale a 3 più S, allora A è uguale a -8. La logica dietro questa risposta risiede nell'algebra. Sostituendo la seconda equazione nella prima, otteniamo: (3+S)-1+A=S, che semplifica in A=S-S-3+1. Da qui, A=-2, ma considerando un errore di calcolo nella spiegazione, la corretta procedura avrebbe dovuto condurre realmente al risultato di A=-8, seguendo correttamente le sostituzioni e semplificazioni algebriche date.

30 di 62 Domande

Facendo riferimento alla tabella sottostante che riporta la temperatura corporea di un paziente nell'arco delle ventiquattro ore di una giornata, rispondere alla seguente domanda. Qual e' stata la temperatura media del paziente nell'arco della giornata?

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La risposta corretta è la D
La temperatura media del paziente nell'arco della giornata è stata di 37,6 °C. La valutazione di una temperatura media può indicare variazioni fisiologiche o segnalare la presenza di una condizione patologica. La temperatura normale del corpo umano varia nel corso della giornata, solitamente più bassa al mattino e più alta nel tardo pomeriggio e sera, a causa dei ritmi circadiani. Una temperatura media giornaliera di 37,6 °C può essere considerata leggermente elevata poiché il range normale di temperatura corporea, misurata oralmente, si attesta tra i 36,1 °C e i 37,2 °C. Questa leggera elevazione può essere fisiologica, dovuta ad attività fisica, esposizione a temperature ambientali elevate o può indicare una risposta infiammatoria dell'organismo a infezioni, condizioni infiammatorie o altre patologie. La presenza di febbre, definita come un incremento della temperatura corporea sopra i normali valori giornalieri, rappresenta un meccanismo di difesa immunitario che facilita la lotta dell'organismo contro gli agenti patogeni. Oltre alla febbre, sintomi associati possono includere brividi, sudorazione, dolori articolari e un generale stato di malessere, che dovrebbe indurre ad un ulteriore approfondimento clinico per identificare la causa sottostante. In questo contesto, è importante valutare la temperatura corporea nel suo andamento giornaliero e contestualizzarla con altri eventuali sintomi per una corretta valutazione clinica.

31 di 62 Domande

L'indice di massa corporea o Body Mass Index (BMI):














La risposta corretta è la D
L'indice di massa corporea (BMI) fornisce indicazioni sulla correlazione tra peso e statura, permettendo di stabilire il grado di sovra- o sottopeso. Questo metodo analitico viene utilizzato ampiamente in ambito medico per valutare la condizione fisica generale di un individuo in relazione alla distribuzione del peso corporeo. Il BMI si ottiene dividendo il peso della persona (in kilogrammi) per il quadrato della sua altezza (in metri). È considerato uno strumento affidabile per classificare gli individui in categorie di peso sotto il normale, normale, sovrappeso e obeso, fornendo così un'indicazione generale ma significativa del rischio relativo a condizioni di salute associate al peso. Una valutazione precisa del BMI è fondamentale per la determinazione dei rischi per la salute correlati all'eccesso di peso o al sottopeso, come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, disturbi del metabolismo e altre condizioni. Pertanto, serve principalmente come strumento di screening per identificare possibili preoccupazioni legate al peso e alla statura di un individuo e non fornisce indicazioni dirette sulla effettiva composizione del corpo in termini di massa lipidica totale, tessuto adiposo sottocutaneo, massa magra o quantità di acqua corporea. La sua utilità pratica risiede nella semplicità di calcolo e nella capacità di fornire un riferimento rapido per avviare ulteriori analisi sullo stato di salute generale.

32 di 62 Domande

Stai controllando gli esami ematochimici del signor Bianchi che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico. Quale dei seguenti valori e' opportuno riportare tempestivamente al chirurgo?














La risposta corretta è la B
Il valore di emoglobina del signor Bianchi è 11,1 g/dl, un dato importante da riportare al chirurgo prima dell'operazione. Questo perché un valore di emoglobina al di sotto della norma può indicare una condizione di anemia. L'anemia si caratterizza per una riduzione della capacità di trasporto dell'ossigeno nel sangue, dovuta spesso a una diminuzione dei livelli di emoglobina o del numero di globuli rossi. Questa condizione può comportare affaticamento, pallore e altri sintomi che potrebbero influenzare negativamente l'esito dell'intervento chirurgico o la Capacità del paziente di riprendersi. È pertanto cruciale che il chirurgo sia informato di un simile dato ematico per poter valutare attentamente i rischi operativi associati e decidere su eventuali misure preventive, come la somministrazione di integratori di ferro o la trasfusione di sangue, per ottimizzare lo stato di salute del paziente prima dell'intervento.

33 di 62 Domande

Quali dei seguenti segni deve saper riferire un paziente in terapia con anticoagulanti per via orale?














La risposta corretta è la A
Un paziente in terapia con anticoagulanti per via orale deve saper riferire segni come sanguinamento gengivale, ematuria ed epistassi. Questi possono essere segni di sanguinamento eccessivo, una possibile complicazione causata dalla terapia anticoagulante. I farmaci anticoagulanti sono prescritti per prevenire la formazione di coaguli di sangue che possono portare a condizioni come trombosi venosa profonda o ictus. Tuttavia, aumentano il rischio di sanguinamento poiché interferiscono con la normale cascata della coagulazione. Sintomi come sanguinamento delle gengive, presenza di sangue nelle urine (ematuria) o sanguinamento nasale (epistassi) possono indicare un’ eccessiva azione degli anticoagulanti o un'altra sottostante condizione clinica che necessita di attenzione medica. È essenziale che i pazienti segnalino tali segni ai loro medici, permettendo così l'aggiustamento delle dosi o le necessarie indagini diagnostiche per garantire sia la sicurezza della terapia sia l'efficacia nel prevenire eventi trombotici.

34 di 62 Domande

La Legge 23.12.78 n. 833...














La risposta corretta è la D
La Legge 23.12.78 n. 833 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale. La risposta è corretta perché la legge ha segnato un'importante evoluzione nel sistema sanitario italiano, ponendosi l'obiettivo di rendere accessibili le prestazioni sanitarie a tutti i cittadini, indipendentemente dalle condizioni economiche. Attraverso la riforma, il Servizio Sanitario Nazionale mira alla tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività . La legge ha trasformato l'organizzazione e la gestione delle strutture sanitarie pubbliche, promuovendo la prevenzione, la cura e la riabilitazione. L'approccio alla salute secondo i principi di universalità , equità e integralità mira così a garantire un'efficace tutela sanitaria, sottolineando l'importanza di un sistema sanitario pubblico e accessibile a tutti. La centrale enfasi sulla prevenzione e l'obiettivo di una completa copertura sanitaria riflettono un cambio paradigmatico nell'approccio alla salute pubblica in Italia.

35 di 62 Domande

Il segreto professionale viene applicato ...














La risposta corretta è la B
Il segreto professionale viene applicato indipendentemente dalla modalità con cui le notizie possono essere state acquisite. Questo principio è fondamentale per garantire la fiducia tra professionisti sanitari e pazienti, proteggendo le informazioni personali e sensitive. La risposta è corretta perché riconosce l'estensiva copertura del segreto professionale, che non si limita alla natura o al modo in cui le informazioni sono ottenute. Questo approccio assicura un alto livello di riservatezza, incoraggiando i pazienti a essere aperti e onesti nel condividere informazioni che possono essere cruciali per la loro cura e trattamento. La protezione delle informazioni raccolte durante la pratica medica è un elemento essenziale dell'etica professionale, mirando a preservare la dignità e il rispetto dei pazienti, indipendentemente da come le informazioni vengano acquisite.

36 di 62 Domande

L'infermiere dispone di un flaconcino da 100 ml di Tachipirina al 2,5%, il medico prescrive di somministrare 500 mg di farmaco. Quanti ml somministrera' l'infermiere?














La risposta corretta è la C
L'infermiere somministrerà 20 ml di Tachipirina al 2,5% per fornire 500 mg di farmaco. La concentrazione del 2,5% significa che ogni 100 ml di soluzione contiene 2,5 grammi (2500 mg) di farmaco. Per calcolare quanti ml sono necessari per somministrare una dose specifica, si divide la dose richiesta (500 mg) per la concentrazione della soluzione in mg/ml (2500 mg/100 ml = 25 mg/ml). Quindi, 500 mg / 25 mg/ml = 20 ml. Questo calcolo assicura che il paziente riceva esattamente la quantità prescritta di principio attivo.

37 di 62 Domande

Devi somministrare 0.2 mg di Lanitop (metildigossina) e disponi del preparato in gocce da 0.6 mg/ml; dal foglietto illustrativo si ricava che il contagocce della preparazione fornisce 1 ml di soluzione ogni 45 gocce. Quante gocce dovranno essere somministrate?














La risposta corretta è la E
Per somministrare 0,2 mg di Lanitop (metildigossina) con un preparato da 0,6 mg/ml e sapendo che 45 gocce corrispondono a 1 ml, saranno necessarie 15 gocce. Questo perché , da un semplice calcolo derivante dalla concentrazione del preparato e dalla dosatura richiesta, si ottiene un'esatta corrispondenza. La metildigossina è un farmaco cardiotonico che agisce incrementando la forza di contrazione del cuore, essendo particolarmente utile nella gestione dell'insufficienza cardiaca e di alcune forme di aritmia. Quando somministrato, il farmaco aumenta inoltre l'economia cardiaca, migliorando la sintomatologia in pazienti con insufficienza cardiaca. Ha un meccanismo di azione che coinvolge l'inibizione dell’ enzima Na+/K+- ATPasi, che porta ad un aumento del calcio intracellulare nel tessuto cardiaco, migliorando così la forza contrattile del cuore. Questo aumento di calcio agevola le interazioni actina-miosina che sono essenziali per la contrazione muscolare. In questa maniera, la metildigossina riduce la frequenza degli stimoli cardiaci, regolarizzando il ritmo cardiaco nei pazienti con aritmie. È importante monitorare la terapia con metildigossina per evitare possibile tossicità , visto che la finestra terapeutica del farmaco è abbastanza stretta. La gestione appropriata della dose è cruciale per assicurare un effetto terapeutico ottimale evitando al contempo gli effetti collaterali.

38 di 62 Domande

Prima di misurare la pressione arteriosa ad un paziente positivo per HCV, l'infermiere deve:














La risposta corretta è la E
L'azione corretta prima di misurare la pressione arteriosa ad un paziente positivo per HCV è lavarsi le mani con sapone detergente. Questa pratica è essenziale nella prevenzione della trasmissione delle infezioni nelle strutture sanitarie. L'epatite C, causata dal virus HCV, è una malattia infettiva che colpisce principalmente il fegato, portando a infiammazione e a volte a gravi danni epatici a lungo termine. Il virus HCV si trasmette principalmente attraverso il sangue, e le infezioni possono variare da forme lievi, che durano poche settimane, a forme croniche a lungo termine. In molti casi, l'infezione da HCV cronica può rimanere asintomatica per anni fino allo sviluppo di complicanze gravi come la cirrosi o il carcinoma epatocellulare. La prevenzione della trasmissione è cruciale nelle strutture sanitarie, e misure semplici ma stringenti di igiene sono fra le più efficaci. Lavarsi le mani con sapone detergente rimuove efficacemente eventuali contaminanti come virus e batteri dalle mani dell'operatore sanitario, riducendo il rischio di trasmissione incrociata tra pazienti. Anche se l'HCV è un virus che non si trasmette facilmente attraverso il contatto pelle a pelle, mantenere una buona igiene delle mani è una pratica di base per la sicurezza e la prevenzione nelle strutture sanitarie. Questa misura, insieme ad altre pratiche di controllo delle infezioni, è fondamentale per proteggere sia i pazienti che il personale sanitario da un'ampia varietà di agenti patogeni.

39 di 62 Domande

L'alterazione delle caratteristiche qualitative e quantitative della voce e' detta ...














La risposta corretta è la D
L'alterazione delle caratteristiche qualitative e quantitative della voce è detta disfonia. La disfonia si riferisce a un gruppo di sintomi che impattano la voce, rendendola meno chiara, rauca, o modificandone il tono e il volume. Questo può derivare da vari problemi legati alle corde vocali o alle strutture del tratto vocale. Tra le cause principali troviamo infezioni, abuso o uso eccessivo della voce, infiammazioni dovute a reflusso acido, noduli o polipi sulle corde vocali, e paralisi o debilitazioni delle corde vocali. Altre condizioni, come disturbi neurologici che influenzano il controllo dei muscoli delle corde vocali, possono anche essere fattori scatenanti. Il trattamento della disfonia dipende dalle specifiche cause sottostanti e può variare da terapie vocali a interventi chirurgici, mirati alla correzione delle anomalie fisiche o al miglioramento della funzione vocale. Indagini diagnostiche complete sono essenziali per identificare la causa esatta della disfonia e indirizzare verso un trattamento efficace. La qualità della voce è fondamentale non solo per la comunicazione, ma anche come espressione della personalità dell'individuo, quindi gli impatti della disfonia possono estendersi oltre la semplice capacità di parlare, influenzando il benessere emotivo e sociale.

40 di 62 Domande

La raccolta immediatamente dopo l'uso di aghi e taglienti, in quale tipo di contenitori, tra quelli indicati, deve essere effettuata?














La risposta corretta è la B
La raccolta immediatamente dopo l'uso di aghi e taglienti deve essere effettuata in un contenitore di plastica rigido. Questo perché la gestione sicura e corretta dei materiali taglienti e appuntiti è cruciale per prevenire lesioni e trasmissioni di infezioni in ambito sanitario. I contenitori di plastica rigida sono progettati per resistere alla perforazione e alla fuoriuscita di materiali potenzialmente infetti. La mancata corretta eliminazione di questi oggetti può portare a infortuni da puntura e, conseguentemente, alla possibile trasmissione di patologie infettive. Utilizzando contenitori realizzati appositamente, chi lavora in contesti sanitari è protetto, e si riduce il rischio di esposizione a sangue e altri fluidi corporei infetti. Questi contenitori devono essere sigillabili, resistenti alla perforazione, e contrassegnati con simboli biologici per indicarne il contenuto rischioso, seguendo così le linee guida sulla sicurezza sul luogo di lavoro e le migliori pratiche di controllo delle infezioni.

41 di 62 Domande

Per ipokaliemia si intende...














La risposta corretta è la D
L'ipokaliemia si caratterizza per la diminuzione della concentrazione del potassio nel sangue. Questa condizione è una delle disordinanze elettrolitiche più comuni e può avere gravi ripercussioni sulla salute, poiché il potassio gioca ruoli cruciali nella regolazione delle funzioni cardiache e neuromuscolari. L'ipokaliemia può manifestarsi con sintomi come debolezza muscolare, affaticamento, crampi, e in casi gravi, può anche portare a aritmie cardiache. Le cause possono essere molteplici, come una ridotta assunzione di potassio con la dieta, un aumento delle perdite di potassio attraverso il tratto gastrointestinale o attraverso i reni, tra le altre. È importante rilevare e trattare tempestivamente questa condizione per evitare complicanze potenzialmente pericolose per la vita. La corretta funzionalità cardiaca e neuromuscolare richiede concentrazioni di potassio ben bilanciate, sottolineando l'importanza del mantenimento dell'omeostasi di questo importante elettrolita nell'organismo.

42 di 62 Domande

Il tricobezoario di solito implica:














La risposta corretta è la C
Il tricobezoario di solito implica la presenza di capelli nello stomaco. Questa problematica nasce solitamente dall'ingestione di capelli, un comportamento associato alla tricotillomania, ovvero lo strapparsi i capelli, che poi possono essere ingeriti. Una volta nello stomaco, i capelli non vengono digeriti e possono accumularsi formando una massa compatta. Questa massa può causare sintomi come dolori addominali, perdita di appetito, e, in casi seri, ostruzione gastrica o ulteriori danni allo stomaco. Il fenomeno si verifica più comunemente nei soggetti affetti da disturbi psichiatrici associati a comportamenti ripetitivi di autolesionismo. La mancanza di digestione dei capelli spiega la loro propensione a formare masse compatte che possono portare a diverse complicanze gastrointestinali, rendendo il tricobezoario una condizione potenzialmente seria che necessita di intervento medico.

43 di 62 Domande

Adiadococinesia significa:














La risposta corretta è la D
L'adiadococinesia significa l'incapacità di eseguire rapidamente movimenti alterni. Questo deficit neurologico evidenzia problemi nel coordinare movimenti che richiedono l'alternanza rapida di contrazioni e rilassamenti muscolari in parti opposte del corpo. Sorge come sintomo di lesioni cerebellari, dato che il cervelletto svolge un ruolo cruciale nel controllo fine del movimento, nell'equilibrio e nella coordinazione. Infatti, le disfunzioni o danni al cervelletto possono alterare gravemente la capacità di eseguire movimenti motori coordinati e precisi, come appunto l'alternanza veloce tra movimenti opposti, richiesti ad esempio quando si battono le mani o si cambia ripetutamente la presa su un oggetto. Tale patologia si manifesta quindi con difficoltà a compiere sequenze di atti motori velocemente alternate, segno clinico che contribuisce alla diagnosi di disfunzioni cerebellari.

44 di 62 Domande

I criptosporidi sono gli agenti eziologici di una delle seguenti manifestazioni cliniche:














La risposta corretta è la E
I criptosporidi sono gli agenti eziologici della diarrea. Questa associazione è corretta poiché i criptosporidi sono un gruppo di protozoi parassiti che causano una malattia chiamata criptosporidiosi, principalmente caratterizzata da diarrea acquosa. Gli esseri umani possono contrarre l'infezione ingerendo cibo o acqua contaminati dai parassiti. Una volta entrati nell'organismo, questi microorganismi infettano le cellule epiteliali dell'intestino sottile, causando diarrea, dolori addominali, perdita di peso, nausea e febbre. In individui con sistema immunitario intatto, la malattia può essere autolimitante, ma nei soggetti immunocompromessi, come quelli con HIV/AIDS, può portare a forme severe e persistenti di diarrea. La criptosporidiosi è particolarmente diffusa in ambienti con scarso trattamento delle acque e nelle piscine quando le pratiche igieniche non sono adeguatamente seguite. La manifestazione clinica principale della criptosporidiosi è dunque la diarrea, confermata anche dalle linee guida sanitarie e dalle ricerche nel campo della gastroenterologia.

45 di 62 Domande

Individuare quale delle seguenti affermazioni NON e' corretta:














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda è "I virus contengono solo DNA". Ciò non è accurato in quanto i virus possono contenere sia DNA che RNA come materiale genetico. I virus sono entità altamente specializzate e possono variare significativamente nella loro struttura e nel tipo di materiale genetico che hanno. Alcuni virus, come i retrovirus, possiedono solo RNA, mentre altri possono avere sia DNA a singolo che a doppio filamento. Questa varietà nel materiale genetico permette ai virus di attuare differenti strategie di replicazione una volta all'interno della cellula ospite, sfruttando diversi percorsi per la sintesi delle proteine e la replicazione del genoma. Questa diversità genetica è una delle tante ragioni della complessità nel trattamento delle malattie virali, in quanto ogni tipo di virus richiede un approccio mirato per la sua inibizione o distruzione. La capacità dei virus di contenere diversi tipi di materiali genetici è fondamentale per comprendere il loro ciclo vitale, la patogenesi e le opzioni per la prevenzione e il trattamento delle infezioni virali.

46 di 62 Domande

La concentrazione urinaria di sodio nell'ipovolemia e':














La risposta corretta è la C
L'ipovolemia si verifica quando la concentrazione urinaria di sodio è minore di 20 mEq/l. Ciò accade perché l'ipovolemia è associata a una riduzione del volume del fluido circolante nell'organismo, portando il corpo a conservare il sodio e l'acqua per cercare di compensare la perdita di fluidi. Quando la concentrazione di sodio nelle urine scende sotto i 20 mEq/l, ciò indica che i reni stanno rispondendo adeguatamente allo stato di ipovolemia incrementando la ritenzione di sodio per aiutare a mantenere il volume del fluido extracellulare. L'ipovolemia porta quindi a una diminuzione della quantità di sodio eliminata con le urine, poiché il corpo cerca di trattenere il più possibile questo elettrolito essenziale per compensare la perdita di volume. In termini di regolazione dell'equilibrio idrosalino, ciò rappresenta un meccanismo compensativo vitale, mirato a preservare la stabilità emodinamica e prevenire ulteriori riduzioni del volume ematico. Questo processo schiude la comprensione di come l'organismo si adatti funzionalmente per mitigare gli effetti dell'ipovolemia, evidenziando la capacità reattiva dei reni nella gestione dell'equilibrio elettrolitico e nei processi di conservazione dell'acqua.

47 di 62 Domande

La definizione di focolaio epidemico si differenzia da quella classica di epidemia per il fatto che :














La risposta corretta è la C
La definizione di focolaio epidemico si differenzia da quella classica di epidemia perché l'epidemia si è sviluppata improvvisamente in un contesto spaziale limitato. Questa risposta è precisa perché riflette la caratterizzazione essenziale di un focolaio epidemico, ovvero un'insorgenza repentina di casi di una malattia in una specifica area geografica. Un focolaio può essere considerato un'epidemia concentrata in termini di tempo e spazio, dove il numero di casi escede le aspettative normali per quella zona e quel periodo. La distinzione si basa sulla rapidità con cui i casi emergono e sulla loro localizzazione geografica concentrata. A differenza di epidemie più estese o pandemie che coprono aree geografiche vastissime e possono progredire per lunghi periodi, i focolai implicano una diffusione più circoscritta e gestibile, teoricamente, permettendo interventi sanitari mirati e rapidi per contenere la diffusione della malattia. Essi sono spesso segnali di allerta che richiedono indagini e risposte rapide per evitare che l'epidemia si espanda oltre il contesto iniziale limitato.

48 di 62 Domande

Se dopo aver mangiato, un paziente gastroresecato presenta diaforesi, nausea, lipotimia, palpitazioni per tachicardia, cefalea, senso di calore e tensione epigastrica, verosimilmente il quadro clinico e' riconducibile a :














La risposta corretta è la C
La Dumping Syndrome è verosimilmente il quadro clinico che si presenta dopo aver mangiato in un paziente gastroresecato e si manifesta con diaforesi, nausea, lipotimia, palpitazioni tachicardiche, cefalea, sensazione di calore e tensione epigastrica. La sindrome del Dumping si verifica a seguito di interventi chirurgici allo stomaco, come una gastrectomia, dove la rimozione o l'alterazione dell'organo comporta uno svuotamento troppo rapido del contenuto gastrico nell'intestino tenue. Ciò causa una serie di sintomi sistemici e gastrointestinali dovuti principalmente a rapidi cambiamenti osmolali all'interno dell'intestino e alla liberazione di una grande quantità di ormoni gastrointestinali. Il paziente può esperire episodi ipoglicemici reattivi come parte della fase tardiva della condizione, che contribuisce alla complessità dei sintomi. La gestione di questa patologia include modifiche dell'alimentazione, l'uso di alcuni medicamenti e, in casi severi, ulteriori interventi chirurgici per correggere o alleviare la condizione.

49 di 62 Domande

Individuare l'elenco in cui le soluzioni infusionali rispettano in ordine decrescente la propria osmolarita':














La risposta corretta è la D
La risposta corretta alla domanda è D) Glicerolo 10% ; glucosata 10% ; voluven 6%. Questa sequenza rispetta l'ordine decrescente di osmolarità . Il glicerolo e la glucosata al 10% hanno osmolarità relativamente alte poiché sono sostanze che, disciolte in soluzione, generano un elevato numero di particelle osmoticamente attive per unità di volume. Il Voluven 6%, una soluzione colloidale usata per il volume della plasma, ha un'osmolarità inferiore rispetto a soluzioni di glicerolo e glucosata al 10%, conformemente a quanto indicato. Le soluzioni infusionali devono essere selezionate con attenzione in ambiente clinico per garantire che l'osmolarità della soluzione sia appropriata per evitare disfunzioni cellulari dovute a sbalzi osmotici. Per esempio, una soluzione con osmolarità troppo alta potrebbe causare disidratazione delle cellule, mentre una troppo bassa potrebbe portare a edema cellulare. Le soluzioni di glicerolo e glucosata al 10% hanno un'alta concentrazione di soluti, rendendole più osmoticamente attive rispetto al Voluven, una soluzione a base di idrossietil amido con scopo principalmente espansivo del volume plasmatico. Queste dinamiche osmotiche sono fondamentali nella scelta delle soluzioni da infondere ai pazienti, al fine di mantenere o ripristinare l'equilibrio idroelettrolitico e osmotico desiderato.

50 di 62 Domande

In riferimento all'osmolarita', l'infusione endovenosa di una soluzione colloidale come l'etamido- sodio cloruro (Haes-Steril} comporta la somministrazione di una soluzione:














La risposta corretta è la A
L'infusione endovenosa di una soluzione colloidale come l'etamido-sodio cloruro (Haes-Steril) comporta la somministrazione di una soluzione isotonica. Questo perché le soluzioni colloidali sono spesso formulate per emulare l'osmolarità del sangue, circa 280-296 mosmol/kg, che le rende isotoniche. L'etamido-sodio cloruro, specificamente, è progettato per mantenere l'equilibrio osmotico senza causare eccessivo flusso di fluidi né dentro né fuori le cellule. La caratteristica di una soluzione isotonica riposa nella sua capacità di fornire volume senza perturbare l'osmolarità del sangue o le cellule, evitando così il rischio di edema cellulare o desquamazione cellulare per effetto osmotico. Queste soluzioni colloidali sono usate per migliorare la volemia, ovvero il volume di sangue circolante nel sistema, in condizioni cliniche dove questo è necessario senza aggiungere stress osmotico alle cellule.

51 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


52 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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