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1 di 62 Domande

LA POSIZIONE SUPINA PREDISPONE ALLA FORMAZIONE DI ULCERE DA PRESSIONE PREVALENTEMENTE NELLE SEGUENTI ZONE:














La risposta corretta è la B
La posizione supina predispone alla formazione di ulcere da pressione prevalentemente in occipite, scapola, spalla, processo spinoso, gomiti, talloni, sacro. Le ulcere da pressione, note anche come piaghe da decubito, sono lesioni della pelle causate da una prolungata pressione su un'area del corpo. Sorgono quando la pressione impedisce il corretto afflusso sanguigno ai tessuti, in particolare sui punti ossei o nelle zone dove l'osso è vicino alla pelle. Nei pazienti supini, le aree maggiormente a rischio sono quelle dove la pressione è maggiore a causa della gravitàe della struttura anatomica, come l'occipite, le scapole, le spalle, i processi spinosi lungo la colonna vertebrale, i gomiti, i talloni e il sacro. Queste regioni sono particolarmente vulnerabili a sviluppare ulcere per via della loro esposizione continua alla pressione in tale posizione, oltre alla riduzione del flusso sanguigno e alla conseguente minor ossigenazione dei tessuti. La gestione efficace per prevenire le ulcere da pressione include il posizionamento frequente per ridistribuire la pressione e l'uso di superfici supportanti specializzate.

2 di 62 Domande

COSA SI INTENDE PER ESCARA?














La risposta corretta è la A
Un'escara si definisce come una gangrena superficiale chiusa e secca, risultante dalla necrosi dell'epidermide e degli strati superficiali del derma, rimanendo adesa agli strati più profondi della pelle. Questa situazione clinica indica che l'area affetta ha subito una morte cellulare a causa di una ridotta fornitura di sangue o danno, generalmente associata a una pressione prolungata in pazienti con mobilitàridotta. Le escare sono indicate come marker di lesioni da pressione, in particolare in stati di grave pressione prolungata che causa ischemia, degenerazione tessutale e necrosi. Le aree comunemente colpite comprendono le prominenze ossee in pazienti allettati o in sedia a rotelle per tempi prolungati, dove la pressione diretta impedisce il normale afflusso sanguigno, causando infine la necrosi tessutale. Le escare possono servire come barriera protettiva contro l'infezione per le ferite piene, ma la loro presenza indica anche un danno tessutale significativo sotto la superficie della pelle, richiedendo così una gestione attenta per prevenire infezioni e promuovere la guarigione. Questo fenomeno enfatizza l'importanza di interventi preventivi e di posizionamento frequenti per ridurre il rischio di formazione delle escare.

3 di 62 Domande

UN'AZIENDA SANITARIA, UN'AZIENDA OSPEDALIERA, UN DIPARTIMENTO, UN'UNITA' OPERATIVA POSSONO ESSERE DEFINITI:














La risposta corretta è la D
Un'azienda sanitaria, un'azienda ospedaliera, un dipartimento, un'unità operativa possono essere definiti come un sistema complesso. La caratterizzazione come sistema complesso è corretta perché queste entità sono formate da molteplici componenti interconnesse che lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune, ad esempio la fornitura di cure sanitarie. In un sistema complesso, come quello sanitario, l'interazione tra le parti porta a dinamiche non lineari, dove piccoli cambiamenti possono avere grandi effetti e dove le parti hanno la capacità di auto-organizzarsi e adattarsi. Ciò significa che la performance dell'intero sistema non può essere facilmente prevista solo dall'analisi delle sue singole parti. Questi sistemi sono caratterizzati da una rete di dipendenze e influenze reciproche che rendono la loro analisi e gestione particolarmente sfidante. Le aziende sanitarie e ospedaliere, così come i dipartimenti e le unità operative, devono quindi affrontare una complessità organizzativa, decisionale e operativa, dovendo coordinare risorse umane, logistiche, tecnologiche e finanziarie per fornire servizi sanitari efficienti e di qualità .

4 di 62 Domande

QUANDO SI MANIFESTA GENERALMENTE L'ILEO PARALITICO POST OPERATORIO?














La risposta corretta è la A
L'ileo paralitico post operatorio si manifesta generalmente tra la terza e la quinta giornata dopo l'intervento. Questa condizione accade quando, seguendo un intervento chirurgico, il movimento intestinale rallenta o si ferma. Non è una complicazione insolita e può derivare sia da interventi direttamente sull'intestino sia da quelli in altre parti del corpo. È importante perché indica una temporanea incapacità dell'intestino di procedere al regolare trasporto e alla digeribilità del suo contenuto. La causa è molteplice; può essere dovuta alla manipolazione dell'intestino durante l'intervento, all'uso di farmaci oppioidi per il dolore che riducono la motilità intestinale, o a uno stress chirurgico che induce una risposta infiammatoria sistematica influenzando la motilità gastrointestinale. La comprensione e l'identificazione tempestiva sono cruciali per un adeguato trattamento, che può variare dalla semplice sospensione dell'alimentazione a trattamenti specifici per stimolare la motilità intestinale. La gestione include anche la minimizzazione dell'uso degli oppioidi e l'incoraggiamento della mobilizzazione precoce del paziente per accelerare la ripresa della motilità intestinale.

5 di 62 Domande

NELLE MANOVRE DI PRIMO SOCCORSO, QUAL E' LA SEQUENZA DELLA VALUTAZIONE DEL SOGGETTO INCOSCIENTE?














La risposta corretta è la A
Nella valutazione del soggetto incosciente nelle manovre di primo soccorso, la sequenza corretta è "coscienza - vie aeree - respirazione - circolazione". Questa sequenza è essenziale per garantire un approccio sistematico nell'assistenza a una persona in stato di incoscienza, permettendo di identificare e gestire le priorità vitali in modo efficace. La prima fase, verifica della coscienza, è cruciale per valutare lo stato di risposta del soggetto. Se non vi è risposta, si procede con la verifica delle vie aeree, assicurandosi che non ci siano ostruzioni e che l'aria possa fluire liberamente verso i polmoni. Successivamente, si valuta la respirazione, controllando che questa sia presente e regolare. Infine, viene valutata la circolazione osservando segni visibili, come il colorito della pelle o il polso, che possano indicare un'adeguata circolazione sanguigna. Questa sequenza trae fondamento dalla necessità di assicurare prima la funzionalità dei processi più critici per la sopravvivenza. L'apertura delle vie aeree e la ripresa della respirazione sono azioni che hanno la priorità assoluta, dato che senza un adeguato apporto di ossigeno, le cellule inizieranno rapidamente a degenerare, conducendo a danni irreversibili all'organismo, in particolare al cervello. La valutazione della circolazione segue, essendo anch'essa fondamentale ma leggermente meno immediata rispetto alla gestione delle vie aeree e della respirazione. Questa sequenza mira a massimizzare le probabilità di sopravvivenza e ridurre il rischio di danni a lungo termine per la persona soccorsa, seguendo principi di triage che danno priorità alle funzioni più critiche per la sopravvivenza.

6 di 62 Domande

LE DITA A BACCHETTE DI TAMBURO GENERALMENTE SONO INDICATIVE DI:














La risposta corretta è la B
Le dita a bacchette di tamburo generalmente indicano la presenza di ipertiroidismo. Questa affermazione è incorretta in quanto le "dita a bacchette di tamburo" sono classici segni indicatori non di ipertiroidismo, ma piuttosto associati a malattie polmonari croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, fibrosi cistica, anche a cardiopatie congenite cianogene e infezioni polmonari croniche. La patologia si manifesta con un allargamento delle estremità delle dita dovuto ad un aumento del tessuto connettivo, causando un aspetto arrotondato e gonfio delle punte delle dita. Il meccanismo preciso alla base della formazione delle dita a bacchette di tamburo non è completamente compreso, tuttavia è associato ad una varietà di malattie interstiziali e suppura che l’ ipossia cronica nei distretti periferici sia un fattore scatenante che induce cambiamenti vascolari e modifiche nel tessuto connettivo sotto l'unghia. Pertanto, l'associazione delle dita a bacchette di tamburo con l'ipertiroidismo è un errore. La loro presenza richiede un'indagine approfondita per escludere condizioni sottostanti gravi. Ogni discussione sulla patologia delle dita a bacchette di tamburo dovrebbe concentrarsi su condizioni polmonari, cardiache e gastrointestinali.

7 di 62 Domande

LA RESPONSABILITA' PROFESSIONALE E':














La risposta corretta è la B
La responsabilità professionale è l'obbligo, connesso alla pratica di una professione, di rispondere qualora l'operato sia eseguito in modo scorretto. Questo obbligo garantisce che gli errori commessi possano essere attribuiti direttamente al professionista, che deve quindi assumersi la piena responsabilità dei propri atti. La caratteristica principale è che si applica a situazioni dove un'azione professionale non è stata eseguita secondo gli standard richiesti, implicando quindi la necessità per il professionista di correggere l'errore o di risarcire eventuali danni derivati dalla sua condotta.

8 di 62 Domande

IL VOLUME DI PLASMA DEPURATO DA UNA DETERMINATA SOSTANZA NELL'UNITA' DI TEMPO SI MISURA CON:














La risposta corretta è la E
Il volume di plasma depurato da una determinata sostanza nell'unità di tempo si misura con la clearance. La clearance è un parametro fondamentale per valutare la funzione renale, indicando quanto plasma viene purificato da una particolare sostanza per unità di tempo. Essa rappresenta la capacità dei reni di eliminare una sostanza dal plasma, riflettendo sia la funzionalità glomerulare sia tubulare. La clearance è spesso misurata con riferimento alla creatinina, per la sua capacità di offrire un'indicazione attendibile sul filtrato glomerulare. Questo processo è di vitale importanza nella fisiologia renale, influenzando l'equilibrio idrico, elettrolitico e l'eliminazione dei prodotti di scarto metabolici. L'efficienza di questo meccanismo di depurazione è essenziale per mantenere stabile l'ambiente interno del corpo, permettendo una corretta funzionalità di tutti gli organi e sistemi. La capacità del rene di filtrare e depurare il plasma da sostanze estranee o di scarto è quindi sintetizzata nel concetto di clearance, che diventa un indicatore chiave della salute renale.

9 di 62 Domande

IL PERIODO DI INCUBAZIONE DI UNA MALATTIA E' IL LASSO DI TEMPO INTERPOSTO TRA:














La risposta corretta è la E
Il periodo di incubazione di una malattia corrisponde al lasso di tempo interposto tra il momento del contagio e lo sviluppo di sintomi clinici. Questa definizione si focalizza sulla fase iniziale dell'infezione, ovvero dall'esposizione al patogeno fino all'apparire dei primi segni oggettivamente riconoscibili della malattia. Questo intervallo di tempo è fondamentale nella comprensione della dinamica delle malattie infettive ed è soggetto a variazioni ampie a seconda del tipo di patogeno in questione. Durante il periodo di incubazione, il patogeno inizia la sua replicazione e disseminazione nell'ospite senza causare ancora sintomi evidenti. La lunghezza di questo periodo può influenzare la trasmissibilità della malattia, le strategie di prevenzione e controllo dell'epidemia, oltre che la diagnosi precoce. La ragione per la quale il periodo di incubazione varia così significativamente tra le diverse malattie è legata alla velocità di replicazione del patogeno, alle vie di ingresso nel corpo, al meccanismo d'azione patogena e alle difese immunitarie dell'ospite. In alcune infezioni, come quelle da virus respiratori, il periodo di incubazione può essere relativamente breve (come alcuni giorni), mentre in altre (come alcune malattie a trasmissione sessuale o patologie virali come l'epatite B) può estendersi per settimane o mesi. In sintesi, il periodo di incubazione è una fase critica nello sviluppo di malattie infettive, che segna il confine tra la non-manifestazione e la manifestazione clinica dell'infezione, avendo un impatto diretto sulle pratiche di monitoraggio, diagnosi e intervento sanitario.

10 di 62 Domande

PER IMPERIZIA SI INTENDE:














La risposta corretta è la B
Per imperizia si intende il compimento di atti di propria competenza, ma in modo inadeguato e pericoloso. Questo concetto si riferisce all'esercizio di compiti o mansioni in cui l'individuo ha le qualifiche necessarie ma non li esegue secondo gli standard richiesti, comportando quindi un rischio di danno. L'imperizia può manifestarsi in diversi ambiti lavorativi, specialmente in quelli in cui la sicurezza e la precisione sono di vitale importanza come nel settore sanitario, nell'ingegneria o nelle professioni legali. La mancata adherence alle procedure stabilite, l'utilizzo incorretto di attrezzature o l'applicazione errata delle conoscenze professionali sono esempi di come l'imperizia si possa concretizzare. È fondamentale per i professionisti mantenere aggiornate le proprie competenze e seguire le linee guida del settore per evitare comportamenti imprudenti e garantire la sicurezza e il benessere di tutti.

11 di 62 Domande

LE CONDIZIONI DI UN PAZIENTE AFFETTO DA CARDIOPATIA ISCHEMICA SONO AGGRAVATE DALLA COESISTENZA DI:














La risposta corretta è la E
Le condizioni di un paziente affetto da cardiopatia ischemica sono aggravate dalla coesistenza di insufficienza epatica, insufficienza respiratoria e malassorbimento intestinale. Questo perché ogni una di queste condizioni aggiuntive può peggiorare la situazione cardiovascolare del paziente. L'insufficienza epatica può alterare la gestione dei liquidi e delle sostanze tossiche nel corpo, potenzialmente conducendo a un maggiore stress sul cuore. L'insuffienza respiratoria riduce l'ossigenazione del sangue, costringendo il cuore a lavorare più duramente per compensare. Il malassorbimento intestinale può influire negativamente sull'assorbimento di nutrienti essenziali, che sono cruciali per il mantenimento della funzionalità cardiaca ottimale. Insieme, queste condizioni creano uno scenario in cui il cuore già affetto da cardiopatia ischemica deve operare sotto condizioni significativamente più stressanti, aumentando il rischio di eventi avversi come l'infarto miocardico o scompenso cardiaco.

12 di 62 Domande

PER NEUTROPENIA FEBBRILE SI INTENDE:














La risposta corretta è la D
La neutropenia febbrile si identifica con la presenza di febbre superiore a 38 °C e un conteggio di neutrofili inferiore a 500 per mm ³. Questa condizione è significativa poiché indica una possibile infezione in individui con un sistema immunitario indebolito, come spesso accade in pazienti sottoposti a chemioterapia o affetti da determinate malattie. La neutropenia, ovvero la riduzione dei neutrofili (un tipo di globuli bianchi cruciali per il combattimento delle infezioni), quando accompagnata da febbre, suggerisce un elevato rischio di infezioni gravi a causa dell'incapacità del corpo di proteggersi adeguatamente. È una condizione che richiede attenzione immediata e, spesso, intervento medico per prevenire l'aggravarsi di infezioni potenzialmente letali. Le basse soglie di neutrofili e febbre alta sono dunque indicativi di una situazione d'emergenza in cui la pronta identificazione e il trattamento sono essenziali per la sopravvivenza del paziente. La neutropenia febbrile è considerata un'emergenza oncologica che necessita di una diagnosi tempestiva e di un trattamento appropriato per ridurre il rischio di sviluppare infezioni severe.

13 di 62 Domande

DEFINIZIONE DI DISGEUSIA:














La risposta corretta è la B
La disgeusia è l'alterazione del senso del gusto. Questa patologia comporta la distorsione della percezione dei sapori. Normalmente, la nostra capacità di riconoscere i gusti è fondamentale per la nutrizione e il piacere associato al cibo. Infatti, le persone affette da disgeusia possono sperimentare un'alterazione nella percezione dei gusti base (dolce, amaro, acido e salato), oppure possono percepire un gusto sgradevole o metallico in assenza di cibo. Questo problema può derivare da diversi fattori, inclusi disturbi neurologici, infezioni, esposizioni a sostanze chimiche, malattie sistemiche come il diabete, terapie farmacologiche, e altro ancora. La disgeusia può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, influenzando l'appetito e la capacità di godere del cibo. Anche se la diagnosi e il trattamento della disgeusia possono essere complessi, comprendere la causa sottostante è essenziale per stabilire un'intervento efficace e migliorare così la percezione dei sapori dell'individuo.

14 di 62 Domande

SONO PIU' A RISCHIO STOMATITE I PAZIENTI SOTTOPOSTI A:














La risposta corretta è la C
I pazienti sottoposti a chemioterapia standard sono più a rischio stomatite. La chemioterapia può causare vari effetti collaterali, compresa la stomatite, una condizione caratterizzata da infiammazione e formazione di ulcere sulla mucosa orale. Ciò si verifica perché i farmaci utilizzati possono danneggiare le cellule della mucosa orale, che si rinnovano rapidamente come le cellule cancerose bersaglio della terapia. La stomatite può causare dolore, problemi nella deglutizione e rischio aumentato di infezioni, influenzando notevolmente la qualità della vita del paziente. La gestione della stomatite richiede un'attenzione scrupolosa alla cura orale e, in alcuni casi, l'uso di farmaci mirati per alleviare il dolore e accelerare la guarigione. Questa complicanza enfatizza l'importanza di un'accurata valutazione dei rischi e dei benefici della chemioterapia, nonché la necessità di strategie preventive e trattamenti supportivi adeguati per coloro che sono a maggior rischio di sviluppare stomatite.

15 di 62 Domande

IL TRATTAMENTO DI UNA LESIONE DI II STADIO MOLTO ESSUDANTE PREVEDE:














La risposta corretta è la D
Il trattamento per una lesione di II stadio molto essudante include la detersione della lesione con soluzione fisiologica e l'utilizzo di schiume di poliuretano o idrofibra. Questa modalità di trattamento è adeguata in quanto, per una lesione con elevato grado di essudato, è essenziale mantenere l'ambiente umido per facilitare la guarigione, al tempo stesso gestendo il livello di umidità . Le schiume di poliuretano e le idrofibre sono particolarmente utili in quanto possono assorbire l'essudato mantenendo un ambiente ottimale per la rigenerazione dei tessuti senza ristagni che potrebbero favorire l'infezione. Le ferite e le lesioni cutanee necessitano di pulizia per rimuovere detriti e tessuti morti, facilitando così la valutazione del danno e promuovendo la guarigione per seconda intenzione. Inoltre, la scelta del bendaggio adeguato gioca un ruolo cruciale nel trattamento delle lesioni, in quanto supporta la guarigione mantenendo un ambiente umido, pulito e protetto, facilitando la migrazione cellulare ed evitando disidratazione o eccessiva umidità . La soluzione fisiologica è preferibile per la detersione poiché è isotonica e non danneggia le cellule neoformate, a differenza di soluzioni potenzialmente irritanti come il ringer lattato oppure l'utilizzo di antisettici che possono ritardare la cicatrizzazione.

16 di 62 Domande

SECONDO LE RECENTI LINEE GUIDA BLS, IN PRESENZA DI UN PAZIENTE INCOSCIENTE QUALE ATTO E' DA INTRAPRENDERE NELL'IMMEDIATO?














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda "Secondo le recenti linee guida BLS, in presenza di un paziente incosciente quale atto è da intraprendere nell'immediato?" è allertare i soccorsi. Questa azione è cruciale poiché garantisce l'arrivo tempestivo di assistenza medica professionale per il paziente. In scenari di emergenza, soprattutto quando ci si trova di fronte a un paziente incosciente, l'obiettivo primario è garantire il sostegno vitale di base, compresa la chiamata ai soccorsi per assicurare interventi specializzati il prima possibile. Il BLS (Basic Life Support) enfatizza l'importanza di valutare la scena per la sicurezza, controllare lo stato di coscienza della persona e, in assenza di risposta, cercare aiuto immediatamente. Allertare i soccorsi permette l'attivazione di una catena di sopravvivenza che può includere la RCP (Rianimazione Cardio-Polmonare) e l'uso di un defibrillatore, se necessario, prima dell'arrivo degli aiuti specializzati. La rapidità nel farlo è cruciale per migliorare le probabilità di sopravvivenza e di recupero del paziente. La prontezza nel chiamare i soccorsi è fondamentale e riconosciuta come uno dei primi e più essenziali passi in quasi tutti i protocolli di primo soccorso e rianimazione. Questa azione è sostenuta dalla comprensione che l'accesso rapido a trattamenti più avanzati può significare la differenza tra la vita e la morte. L'allertamento dei soccorsi avvia una sequenza di interventi medici specializzati mirati a trattare l'urgenza medica in maniera tempestiva ed efficace.

17 di 62 Domande

COSA SI INTENDE PER CARING INFERMIERISTICO?














La risposta corretta è la A
Il "caring infermieristico" si intende come una pratica che si realizza attraverso azioni competenti e disponibilità ad occuparsi intenzionalmente della persona assistita. La correttezza di questa affermazione risiede nella natura stessa della professione infermieristica, anch'essa centrata sull'assistenza alla persona in ogni aspetto della cura, non limitandosi alla mera esecuzione di compiti tecnici ma abbracciando un approccio olistico che considera il paziente nella sua interezza, comprendendo sia le sue necessità fisiche sia quelle emotive e psicologiche. Questa definizione rimarca l'importanza della competenza professionale, unita a un'etica del prendersi cura, che va oltre la semplice attuazione di procedure tecniche. La cura infermieristica incorpora quindi un'intenzionalità nel prendersi cura del paziente, operando in una relazione di aiuto che mira al benessere totale della persona assistita. Questa dimensione relazionale e intenzionale è un pilastro fondamentale della pratica infermieristica, sottolineando come il "caring" sia un elemento distintivo e indispensabile nel rapporto infermiere-paziente, persegue l'obiettivo di garantire al paziente una cura integralmente attenta alle sue esigenze.

18 di 62 Domande

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE MALATTIE CRONICHE:














La risposta corretta è la D
Le principali caratteristiche delle malattie croniche comprendono un periodo di latenza lungo (mesi o decenni), esordio subdolo o lento, decorso lento (mesi), progressivo peggioramento e in molte forme decesso a distanza di anni o decenni. Questa definizione evidenzia la natura prolungata e spesso progressivamente peggiorativa delle malattie croniche rispetto alle acute. Le malattie croniche, per loro natura, si sviluppano gradualmente e manifestano sintomi solo nelle fasi successive. Il loro decorso è generalmente caratterizzato da una progressione lenta che può durare anni o persino decenni. Durante questo periodo, la malattia può aggravarsi gradualmente, portando a complicazioni più serie nel tempo. Alcune communi malattie croniche includono il diabete, le malattie cardiache, e molte forme di cancro, che condividono caratteristiche come un esordio non improvviso e la tendenza a peggiorare se non gestite adeguatamente e tempestivamente. Queste patologie richiedono una gestione a lungo termine, inclusi cambiamenti dello stile di vita, farmaci e in alcuni casi chirurgia. Il trattamento precoce e la gestione possono rallentare il progresso della malattia, ma una cura definitiva è spesso sfuggente, sottolineando l'importanza di strategie preventive.

19 di 62 Domande

QUALI SONO I SITI PER LA RILEVAZIONE DEL POLSO PERIFERICO?














La risposta corretta è la E
La domanda era su quali sono i siti per la rilevazione del polso periferico. La risposta corretta è temporale, carotideo, brachiale, radiale, ulnare, tibiale posteriore, dorsale del piede. Questi siti sono cruciali per la valutazione della circolazione periferica e riflettono la salute cardiovascolare di un individuo. Il polso, un indicatore viaggiante delle onde di pressione arteriosa, può essere percepito in diverse parti del corpo dove le arterie si trovano vicino alla superficie cutanea e sopra un'osso. Il polso temporale è percepibile nell'area temporale della testa. L'arteria carotidea, trovata ai lati del collo, fornisce una misura diretta del polso carotideo, vitale per valutare la circolazione al cervello. Il brachiale, presente nella parta interna del braccio vicino al gomito, è comunemente utilizzato per la misurazione della pressione sanguigna. Il sito radiale si trova sul lato del polso più vicino al pollice, e l'ulnare sul lato opposto, entrambi offrono un'accessibilità conveniente. Il polso tibiale posteriore si può trovare dietro le caviglie vicino all'osso del malleolo, mentre il polso dorsale del piede si percepisce sulla parte superiore del piede. Questi siti sono determinanti per accertare la disponibilità del flusso sanguigno periferico e per l'identificazione di possibili ostruzioni o anomalie nel sistema circolatorio. Il riesame attento di questi polsi, oltre a contribuire alla rilevazione precoce di disturbi cardiovascolari, offre dati cruciale per il monitoraggio e la gestione efficace della salute vascolare del paziente.

20 di 62 Domande

QUALI SONO I SINTOMI DELL'IPOSSIA?














La risposta corretta è la E
I sintomi dell'ipossia includono agitazione, tachipnea, tachicardia e confusione. Questa risposta è precisa perché l'ipossia si riferisce a una diminuzione dell'apporto di ossigeno ai tessuti del corpo al di sotto dei livelli necessari per sostenere le funzioni fisiologiche, nonostante adeguata perfusione dei tessuti. Quando questo avviene, il corpo tenta di compensare l'ipossia aumentando la frequenza e la profondità della respirazione (tachipnea) per cercare di aumentare l'ossigenazione del sangue. In parallelo, il cuore accelera (tachicardia) nel tentativo di pompare più sangue e quindi più ossigeno ai tessuti. L'agitazione e la confusione sono indicatori neurologici che possono riflettere la vulnerabilità del cervello alla ridotta disponibilità di ossigeno, dato che l'ipossia cerebrale può influenzare il funzionamento cognitivo e comportamentale. I sintomi come la sudorazione o il coma, sebbene possano verificarsi in connessione con l’ ipossia, non sono indicatori primari come quelli menzionati. Così , attraverso la rapida identificazione di questi sintomi è possibile intercettare l’ ipossia nella sua fase iniziale e intervenire per prevenire danni più gravi ai tessuti e organi, soprattutto al cervello, il quale è particolarmente sensibile alla mancanza di ossigeno.

21 di 62 Domande

QUALI TRA QUESTE SONO LE INFEZIONI OSPEDALIERE MAGGIORMENTE RISCONTRATE NEI NOSOCOMI ITALIANI?














La risposta corretta è la E
Le infezioni ospedaliere maggiormente riscontrate nei nosocomi italiani sono le infezioni del tratto urinario. Le infezioni urinarie (UTI) sono una delle malattie nosocomiali più comuni. Sorgono con maggiore frequenza in ambiente ospedaliero a causa dell'uso prolungato di cateteri, che possono introdurre batteri nelle vie urinarie, causando un'infezione. Queste infezioni possono variare da semplici irritazioni a condizioni più serie che richiedono un trattamento immediato per prevenire ulteriori complicazioni. Le UTI causano diversi sintomi come dolore o bruciore durante la minzione, aumento della frequenza urinaria senza passare molto urina, urina torbida, di colore rosso, luminoso o cola di Coca, e a volte febbre o dolori al fianco o alla schiena. Una delle cause più frequenti delle UTI ospedaliere è l'Escherichia coli, sebbene altri microrganismi possano essere coinvolti. La gestione delle UTI in ambiente ospedaliero richiede spesso un attento monitoraggio e, in alcuni casi, l'utilizzo di antibiotici. È fondamentale l'adozione di misure preventive, come la corretta gestione e il tempestivo cambio dei cateteri, nonché l'igiene personale, per ridurre il rischio di infezioni urinarie.

22 di 62 Domande

L'ANTISEPSI CONSISTE IN:














La risposta corretta è la B
L'antisepsi consiste nella disinfezione di tessuti viventi. Questa pratica si impiega per ridurre o eliminare i microrganismi potenzialmente dannosi dai tessuti viventi, come la pelle, mediante l'uso di sostanze antimicrobiche. L'obiettivo primario dell'antisepsi è prevenire le infezioni durante procedimenti chirurgici o in presenza di ferite aperte. A differenza della sterilizzazione, che uccide tutti i microrganismi su oggetti inanimati, e della disinfezione generale, che mira alla riduzione dei patogeni su superfici non viventi, l'antisepsi deve essere sicura per l'applicazione sui tessuti viventi. Per comprendere meglio, l'antisepsi si basa sull'uso controllato di antisetici che sono sostanze chimiche adatte alla riduzione dei patogeni sulla pelle o all'interno delle mucose senza causare danni significativi. Esistono diversi tipi di antisetici, ognuno con specifiche indicazioni e gradi di efficacia contro vari tipi di microrganismi, inclusi batteri, virus e funghi. L'efficacia e la sicurezza di questi composti sono determinate dalla loro capacità di distruggere i microrganismi patogeni mentre minimizzano gli effetti tossici sulle cellule del tessuto ospite. In conclusione, l'antisepsi è un intervento essenziale nelle pratiche mediche e chirurgiche per prevenire le infezioni. L'accurata selezione e l'uso di antisetici sono cruciali per la loro efficacia e per garantire la sicurezza del paziente.

23 di 62 Domande

NEL MODELLO P.D.C.A. (PLAN, DO, CHECK, ACT) USATO NEI PROCESSI DI MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA', LA LETTERA C INDICA:














La risposta corretta è la B
Nel modello PDCA usato nei processi di miglioramento della qualità , la lettera C sta per "Check", che significa controlla o analizza i risultati ottenuti. La risposta "codifica i risultati ottenuti" è incorretta. La fase "Check" implica una verifica dei risultati della fase "Do" per valutare l'aderenza agli obiettivi definiti nella fase "Plan" e determinare la necessità di aggiustamenti nel ciclo continuo di miglioramento.

24 di 62 Domande

INDICARE QUAL E' LO STRUMENTO CHE SINTETIZZA LE RACCOMANDAZIONI NECESSARIE PER UNIFORMARE LA PRATICA CLINICA AI RISULTATI DELLA RICERCA TRA:














La risposta corretta è la B
La procedura è lo strumento che sintetizza le raccomandazioni necessarie per uniformare la pratica clinica ai risultati della ricerca. Le procedure si basano sulle evidenze emergenti da studi clinici e si mira attraverso di esse a chiudere il divario tra la teoria e la pratica in ambito sanitario, migliorando così l'efficacia degli interventi clinici. Le procedure definiscono in modo dettagliato gli step da seguire per la diagnosi, il trattamento e il monitoraggio delle condizioni di salute, assicurando che ogni paziente riceva la cura più aggiornata e basata sulle migliori evidenze disponibili. Questo contribuisce a standardizzare l'assistenza sanitaria, minimizzando le variazioni nei trattamenti e migliorando gli esiti per i pazienti. La correttezza della procedura come strumento chiave deriva dal suo ruolo nel promuovere un'assistenza omogenea e di alta qualità , basata su raccomandazioni validate scientificamente.

25 di 62 Domande

QUAL E' SECONDO IL PROFILO DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO (OSS) IN AMBIENTE OSPEDALIERO LA RISPOSTA CORRETTA:














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è che l'OSS opera in cooperazione diretta con l'infermiere per attività assistenziali semplici. Questo perché il profilo dell'Operatore Socio-Sanitario prevede che si svolgano compiti di supporto all'assistenza di base dei pazienti, lavorando sempre sotto la supervisione di personale infermieristico professionale. L'OSS contribuisce alla cura e al benessere dei pazienti eseguendo attività quotidiane come l'aiuto nella cura personale, nell'alimentazione, e nel mantenimento della pulizia e del comfort. Questa configurazione è essenziale per mantenere standard di cura elevati e garantire che tutte le procedure vengano eseguite correttamente e in sicurezza. La cooperazione diretta con gli infermieri permette agli OSS di lavorare efficacemente all'interno del team sanitario, assicurando che le competenze di ciascuno vengano utilizzate al meglio per il beneficio dei pazienti. Infatti, le competenze degli OSS sono specificamente orientate verso l'assistenza diretta al paziente, complementare ma distintamente differente dalle competenze tecniche e cliniche possedute dal personale infermieristico. La corretta cooperazione tra questi ruoli è fondamentale per fornire cure ospedaliere complete ed efficienti.

26 di 62 Domande

QUAL E' LA FUNZIONE DEL CODICE DEONTOLOGICO DELL'INFERMIERE?














La risposta corretta è la E
Il codice deontologico dell'infermiere ha la funzione di informare il cittadino sui comportamenti che può attendersi dall'infermiere. Questo aspetto è cruciale poiché mira a stabilire un rapporto di fiducia tra il professionista e il cittadino, basato sulla trasparenza e sull'etica professionale. La correttezza di questa affermazione si sostiene sulla base dei principi deontologici che regolano la professione infermieristica, i quali sono finalizzati a garantire un'esercizio della professione che sia al tempo stesso di supporto al benessere della persona assistita e rispettoso delle norme etiche e legali vigenti. L'infermiere, attraverso il codice deontologico, è chiamato ad agire sempre con competenza, responsabilità , rispetto e integrità verso il paziente, assicurando così una qualità del servizio sanitario che sia conforme alle attese della società e dei singoli cittadini che entrano in contatto con il sistema sanitario. Infatti, il codice deontologico dell'infermiere enfatizza l'importanza di comportamenti professionali etici e responsabili. Ad esempio, prevede che l'infermiere debba garantire cure eque e di qualità a tutti i pazienti, rispettare la loro privacy e autonomia, e agire sempre nell'interesse del paziente. Questi principi assicurano che il cittadino possa avere fiducia nella professione infermieristica, comprendendo i comportamenti corretti e le prerogative che può aspettarsi in ogni interazione con questi professionisti della salute.

27 di 62 Domande

LA LEGGE 42/99 STABILISCE CHE IL CAMPO PROPRIO IN ATTIVITA' E RESPONSABILITA' DELLE PROFESSIONI SANITARIE E' DETERMINATO:














La risposta corretta è la C
La Legge 42/99 stabilisce che il campo proprio in attività e responsabilità delle professioni sanitarie è determinato dai contenuti del D.M. Istitutivi dei Profili professionali e dagli ordinamenti didattici dei corsi di Diploma universitario, nonché dagli specifici codici deontologici. Questo perché la legge mira a definire con chiarezza i confini professionali, le competenze e le responsabilità dei professionisti sanitari, per assicurare una pratica basata su standard definiti e su un'etica professionale condivisa. La corretta determinazione del campo di attività e responsabilità è crucialmente importante in ambito sanitario, poiché incide direttamente sulla qualità delle cure, sulla sicurezza dei pazienti e sulla efficienza dei servizi sanitari. Definire tali campi attraverso i decreti ministeriali e i codici deontologici assicura una formazione adeguata e uniforme dei professionisti, oltre a promuovere una condotta professionale etica e responsabile, fondamentale nella pratica sanitaria quotidiana.

28 di 62 Domande

LE FUNZIONI LEGISLATIVE ED AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI ASSISTENZA SANITARIA ED OSPEDALIERA SPETTANO:














La risposta corretta è la E
Le funzioni legislative e amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera spettano alle Regioni e alle Province autonome nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi nazionali. Questo perché le Regioni e le Province autonome hanno la competenza di gestire la sanità all'interno dei loro territori, pur agendo in conformità con gli standard e le leggi dettate a livello nazionale. Questo modello decentrato permette una gestione più vicina alle specificità e alle esigenze locali, assicurando al contempo un livello di assistenza omogeneo su tutto il territorio nazionale grazie ai principi e alle direttive nazionali. La decentralizzazione delle competenze in materia sanitaria mira a promuovere un'assistenza più efficace e personalizzata, tenendo conto delle particolarità di ogni regione, ma sempre nel quadro di un sistema sanitario coeso e coordinato a livello centrale.

29 di 62 Domande

INDICARE QUALI TRA LE SEGUENTI SITUAZIONI E' ASSOCIATA A CIANOSI PERIFERICA O FREDDA:














La risposta corretta è la C
La situazione associata a cianosi periferica o fredda è lo shock cardiogeno. La cianosi periferica si manifesta quando il sangue che raggiunge le estremità del corpo ha una bassa concentrazione di ossigeno, risultando in una colorazione bluastro della pelle. Lo shock cardiogeno, una condizione grave, si verifica quando il cuore è incapace di pompare sangue sufficientemente a causa di danni al muscolo cardiaco, spesso causati da un infarto. Questo porta a una riduzione significativa della gittata cardiaca, ossia la quantità di sangue che il cuore è in grado di pompare in un minuto. Di conseguenza, meno sangue ossigenato raggiunge gli organi periferici, portando alla manifestazione di cianosi fredda o periferica. La gravità dello shock cardiogeno risiede nella sua capacità di compromettere l'ossigenazione di organi vitali, rendendolo un'emergenza medica che richiede interventi tempestivi per ridurre il rischio di danni agli organi e aumentare la sopravvivenza. In questa patologia, l'insufficiente funzione del cuore come pompa è al centro del problema, conducendo a un ciclo vizioso in cui l'organismo non può mantenere l'equilibrio emodinamico, causando ulteriori complicanze senza un trattamento adeguato.

30 di 62 Domande

L'INTERNATIONAL CLASSIFICATION FOR NURSING PRACTICE {ICPN) E' UN PROGETTO DI CLASSIFICAZIONE:














La risposta corretta è la C
L'International Classification for Nursing Practice (ICNP) è un progetto di classificazione del linguaggio infermieristico promosso dall'International Council of Nurses. Questo approccio standardizzato alla documentazione clinica aiuta a migliorare la comunicazione tra professionisti della sanità e a garantire la qualità delle cure infermieristiche. La correttezza di questa informazione deriva dal fatto che l'ICNP mira a fornire un linguaggio comune che consente la descrizione accurata delle pratiche infermieristiche, la comparazione dei dati a livello internazionale, e il miglioramento della cura al paziente grazie anche alla ricerca e all'educazione basata su prove di efficacia. La sua importanza risiede anche nella capacità di supportare la pratica infermieristica attraverso l’ unificazione del linguaggio utilizzato, rendendo possibile una maggiore comprensione e collaborazione tra infermieri a livello globale. Infatti, l'essenza della patologia o della condizione infermieristica di cui si prende cura viene espressa in termini standardizzati, facilitando la raccolta e l'analisi dei dati, la ricerca infermieristica e lo sviluppo della conoscenza in ambito infermieristico. Questo contribuisce significativamente all'avanzamento della professione, permettendo una più accurata verifica degli outcome delle cure e una migliore allocazione delle risorse sanitarie.

31 di 62 Domande

SOMMINISTRANDO 250 CC DI UNA SOLUZIONE GLUCOSATA AL 5%, LA PERSONA ASSUME UN APPORTO CALORICO PARI A:














La risposta corretta è la E
Somministrando 250 cc di una soluzione glucosata al 5%, la persona assume un apporto calorico pari a 50 kcal. Questo perché il 5% di 250 cc corrisponde a 12,5 g di glucosio (250*0,05), e dato che ogni grammo di glucosio fornisce 4 kcal, moltiplicando 12,5 g per 4 kcal/g si ottengono 50 kcal totali.

32 di 62 Domande

QUALE DIETA DEVE SEGUIRE UN PAZIENTE AFFETTO DA PATOLOGIA INFIAMMATORIA CRONICA DELL'INTESTINO?:














La risposta corretta è la E
La dieta consigliata per un paziente affetto da patologia infiammatoria cronica dell'intestino è iperproteica, ipolipidica, ipervitaminica, iperidratante, ipercalorica. Questa selezione mira a soddisfare l'aumentato fabbisogno nutritivo post-inflammativo, ridurre il carico sul sistema digestivo diminuendo i lipidi, fornire un adeguato apporto di vitamine e mantenere una corretta idratazione e bilancio calorico nel contesto della malattia. Le patologie infiammatorie croniche dell'intestino, come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, sono caratterizzate da infiammazione cronica che può compromettere l'assorbimento di nutrienti essenziali e richiedere quindi un maggiore apporto di proteine per la riparazione dei tessuti. Allo stesso tempo, l'assunzione limitata di grassi aiuta a ridurre eventuali problematiche digestive, dato che i lipidi possono essere difficili da digerire durante i periodi di infiammazione attiva. Un'alta assunzione di vitamine è cruciale perché la capacità di assorbimento dell'intestino può essere compromessa, mentre un adeguato apporto idrico e calorico sostiene l'organismo nella gestione dello stress metabolico causato dalla patologia e dall'infiammazione. Questa composizione dietetica mira quindi a ottimizzare la nutrizione del paziente, sostenendo il processo di guarigione e riducendo la sintomatologia.

33 di 62 Domande

VOMITO, DOLORE E DISTENSIONE ADDOMINALE, ALVO CHIUSO A FECI E GAS, SONO SEGNI E SINTOMI DI:














La risposta corretta è la E
L'occlusione intestinale è definita dalla presenza di vomito, dolore e distensione addominale, accompagnata da alvo chiuso a feci e gas. Questo quadro sintomatologico riflette la situazione in cui il normale flusso del contenuto attraverso l'intestino viene interrotto. L'occlusione può derivare da vari fattori che vanno da aderenze post-chirurgiche a ostruzioni causate da tumori o hernie. La patologia manifesta un'ampia gamma di sintomi, tra cui nausea, distensione addominale e, in casi gravi, segni di shock e peritonite, indicando una condizione emergente che necessita di intervento immediato. La diagnosi si avvale di tecniche di imaging come radiografie addominali, ecografie e TC, essenziali per identificare la localizzazione e la causa dell'ostruzione. Il trattamento può variare da interventi conservativi, come il riposo intestinale e la somministrazione di fluidi, fino alla chirurgia, necessaria per rimuovere l'ostruzione fisica nell'intestino.levisione.

34 di 62 Domande

L' INFERMIERISTICA E' UNA DISCIPLINA IN QUANTO POSSIEDE:














La risposta corretta è la B
L'infermieristica è riconosciuta come una disciplina perché possiede un campo materiale di studio, uno scopo, un metodo, un corpo di conoscenze, un campo di applicabilità e una giustificazione storica. Questa definizione abbraccia l'essenza dell'infermieristica, riconoscendola come una professione completa e complessa, che si è evoluta nel tempo e ha acquisito un corpo specifico di conoscenze. La giustificazione storica della disciplina infermieristica testimonia il suo sviluppo attraverso i secoli, mentre il campo materiale di studio riguarda l'assistenza alla persona in varie condizioni di salute o malattia. Lo scopo si collega al miglioramento della salute e al benessere dei pazienti attraverso l'assistenza diretta, la prevenzione e l'educazione sanitaria. Il metodo riguarda le strategie e le tecniche basate su prove di efficacia che gli infermieri utilizzano nella cura dei pazienti. Infine, il campo di applicabilità indica le diverse aree in cui l'infermieristica può essere praticata, come ospedali, comunità , assistenza domiciliare, ecc. Questa comprehensive definizione sottolinea l'importanza e la specificità dell'infermieristica nel panorama delle scienze della salute.

35 di 62 Domande

RISPETTO ALLA NORMATIVA SULLA PRIVACY, LA PATOLOGIA DEL PAZIENTE RIENTRA FRA:














La risposta corretta è la D
La patologia del paziente rientra fra i dati sensibili. Questo perché le informazioni sulla salute sono considerate particolarmente delicate e rientrano nella categoria dei dati sensibili che richiedono una maggiore tutela per la loro natura intima e personale. Le patologie, essendo direttamente collegate allo stato di salute di un individuo, sono protette da regolamentazioni stringenti relative alla privacy, per garantire il rispetto della riservatezza e della dignità della persona. Le patologie, in quanto informazioni relative allo stato di salute fisico o mentale di una persona, sono classificate come dati sensibili poiché rivelano dettagli critici che necessitano di una protezione aumentata. La gestione di tali dati è regolata da normative specifiche che mirano a tutelare la privacy degli individui, evitando abusi o divulgazioni non autorizzate. Le leggi sulla privacy puntano a garantire che queste informazioni siano raccolte, trattate e conservate seguendo principi di liceità , correttezza e trasparenza, proteggendo i diritti e le libertà fondamentali delle persone. Le patologie, quindi, richiedono un elevato livello di riservatezza e discrezione nel loro trattamento, in linea con le prerogative di sicurezza e confidenzialità previste dalle normative vigenti sulla protezione dei dati personali e sensibili.

36 di 62 Domande

I FARMACI ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI:














La risposta corretta è la D
I farmaci antidepressivi triciclici aumentano la concentrazione di amine trasmettitrici a livello dell'ipotalamo e del trono encefalico. Questo avviene perché agiscono inibendo il reuptake (riassorbimento) di neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina nello spazio sinaptico, rendendo più neurotransmettitore disponibile per facilitare la trasmissione dei segnali nervosi. I trattamenti per la depressione mirano a correggere gli squilibri chimici dei neurotrasmettitori nel cervello, che sono ritenuti contribuire allo stato depressivo. Gli antidepressivi triciclici, una delle classi più antiche di antidepressivi, sono noti per la loro efficacia nel modificare le concentrazioni di specifiche amine trasmettitrici, come menzionato, influenzando positivamente l'umore e i sintomi associati alla depressione. Nonostante la loro efficacia, possono avere effetti collaterali significativi che ne limitano l'uso rispetto a classi più recenti di antidepressivi, come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), che hanno un profilo di effetti collaterali più favorevole. La loro azione sui neurotrasmettitori aiuta a stabilizzare i circuiti neuronali che regolano l'umore, affrontando così la sintomatologia depressiva a lungo termine.

37 di 62 Domande

LA NORMATIVA RICHIAMA LA RESPONSABILITA' DELL'INFERMIERE VERSO IL PERSONALE DI SUPPORTO, INDICANDO, PER ESEMPIO, LA NECESSITA' DI PIANIFICARNE L'INTERVENTO. SI PUO' PARLARE DI DELEGA NEI CONFRONTI DEL PERSONALE DI SUPPORTO DA PARTE DELL'INFERMIERE?:














La risposta corretta è la E
La normativa non prevede la delega dell'infermiere verso il personale di supporto come l'OSS poiché non sussiste la stessa competenza professionale. La corretta gestione del rapporto tra infermiere e OSS implica la distinzione delle competenze e responsabilità , sottolineando l'importanza di un'adeguata pianificazione e supervisione delle attività svolte dal personale di supporto. Questo distingue i ruoli professionali e garantisce la qualità dell'assistenza, rispettando il quadro normativo che regola la pratica infermieristica e le attività assistenziali. La legislazione enfatizza la necessità che ogni categoria professionale operi secondo le proprie competenze specifiche, riconoscendo che l'infermiere ha responsabilità che, per natura e complessità , non possono essere trasferite a personale con diversa formazione e competenze, come l'OSS. Ciò è fondamentale per assicurare un intervento sicuro e efficace, in linea con i bisogni del paziente e le disposizioni legali che tutelano la professione infermieristica e la salute del paziente.

38 di 62 Domande

LA SCALA DI BRADEN:














La risposta corretta è la A
La scala di Braden è uno strumento per la valutazione del rischio di lesioni da pressione. Questa scala è significativa perché le lesioni da pressione, comunemente note come piaghe da decubito, sono danni alla pelle e ai tessuti sottostanti a causa di una prolungata pressione sulla pelle. Possono verificarsi maggiormente in individui con una ridotta mobilità , ad esempio nei pazienti costretti a letto o in sedia a rotelle. Le lesioni da pressione sono risultato della compressione dei tessuti, determinando una diminuzione dell'ossigenazione e dei nutrienti nella zona interessata. Gli individui più a rischio sono quelli con una mobilità limitata che li rende incapaci di cambiare posizione senza aiuto, quelli con indebolimento delle sensazioni che riduce la capacità di percepire il bisogno di cambiare posizione, e pazienti con una circolazione sanguigna compromessa che può limitare ulteriormente il flusso di sangue e l'apporto di nutrienti alle aree sottoposte a pressione. La scala di Braden valuta diversi fattori chiave che contribuiscono al rischio di sviluppare lesioni da pressione, inclusi la percezione sensoriale, l'umidità , l'attività , la mobilità , la nutrizione e il rischio attribuito a sollecitazioni della pelle e del tessuto. Ogni categoria viene valutata con un punteggio, e il punteggio totale aiuta a determinare il livello di rischio del paziente: maggiore è il punteggio, minore è il rischio. Il corretto uso della scala di Braden permette agli operatori sanitari di identificare i pazienti ad alto rischio per le lesioni da pressione, permettendo l'implementazione precoce di misure preventive per ridurre l'incidenza di queste lesioni, migliorando così esiti per il paziente e riducendo i costi sanitari associati alla loro gestione.

39 di 62 Domande

GLI ANTICORPI SONO PRODOTTI DA:














La risposta corretta è la D
Gli anticorpi sono prodotti dalle plasmacellule. Queste cellule derivano dalla differenziazione dei linfociti B quando incontri l'antigene specifico. Una volta attivati, i linfociti B si trasformano in plasmacellule che iniziano a produrre anticorpi specifici contro quell'antigene. Gli anticorpi sono molecole di proteine che possono riconoscere e legarsi a specifici antigeni, spesso per neutralizzarli o segnalarli per la distruzione da parte di altre cellule del sistema immunitario. Le plasmacellule svolgono quindi un ruolo chiave nella risposta immunitaria umorale, producendo grandi quantità di anticorpi che circolano nel plasma sanguigno e nei fluidi corporei, contribuendo alla protezione contro le infezioni microbiche e altre malattie. Questa descrizione sottolinea l'importanza delle plasmacellule nel sistema immunitario e nella produzione di anticorpi, facendo capire che senza di esse, il corpo sarebbe molto più suscettibile a infezioni e malattie poiché gli anticorpi sono cruciali per identificare e neutralizzare agenti patogeni come virus e batteri.

40 di 62 Domande

LE LINEE GUIDA DERIVANO DA:














La risposta corretta è la A
Le linee guida derivano da un processo di revisione sistematica della letteratura e dell'opinione degli esperti. Questa metodologia assicura che le linee guida si basino su prove scientifiche consolidate e sulle conoscenze più avanzate nel campo medico. Le linee guida sono strumenti fondamentali per uniformare le pratiche cliniche, migliorare la qualità delle cure e garantire i migliori esiti per i pazienti. Esse combinano le evidenze disponibili derivanti da ricerche scientifiche meticolose con il giudizio clinico esperienziale degli esperti. Questo approccio garantisce che le raccomandazioni siano volte al miglioramento delle decisioni cliniche in scenari specifici. Le linee guida formulano quindi raccomandazioni chiare, basate su una solidità scientifica, al fine di orientare i professionisti sanitari verso le migliori pratiche cliniche.

41 di 62 Domande

IN CASO DI PNEUMOTORACE, IL DRENAGGIO INSERITO NELLA CAVITA' PLEURICA DEVE:














La risposta corretta è la A
In caso di pneumotorace, il drenaggio inserito nella cavità pleurica deve essere collegato a un sistema di aspirazione con dispositivo a valvola d'acqua. Questa procedura è la più corretta perché assicura un'efficiente rimozione dell'aria dalla cavità pleurica, permettendo una rapida espansione del polmone collassato. Il pneumotorace si verifica quando l'aria penetra nella cavità pleurica, lo spazio tra i polmoni e la parete toracica, causando il collasso parziale o totale del polmone. Ciò può derivare da un trauma, da procedure mediche o può avvenire spontaneamente. La presenza di aria in questo spazio impedisce ai polmoni di espandersi completamente, causando difficoltà respiratorie e, se non trattato adeguatamente, può portare a complicazioni potenzialmente fatali. Per trattare questa condizione, è essenziale rimuovere l'aria accumulata per permettere al polmone di espandersi nuovamente. Il metodo più efficace implica l'inserimento di un tubo toracico (drenaggio toracico) nella cavità pleurica, collegato a un sistema di aspirazione con dispositivo a valvola d'acqua. Questo sistema garantisce che l'aria possa fuoriuscire dalla cavità pleurica senza rientrarvi, favorisce una negativizzazione progressiva della pressione all'interno della cavità pleurica, e monitora la quantità di aria o fluido drenato, essenziale per valutare l'evoluzione clinica del paziente. La presenza di una valvola d'acqua nel sistema di drenaggio evita il rischio di pneumotorace "a tensione", una condizione di emergenza in cui la pressione nell'area pleurica supera la pressione atmosferica, comprimendo il polmone e strutture vitali come il cuore e i grandi vasi, con conseguente shock cardio-polmonare se non trattato tempestivamente.

42 di 62 Domande

L'EVIDENCE BASED NURSING (EBN) E':














La risposta corretta è la E
L'EVIDENCE BASED NURSING (EBN) è un approccio metodologico attraverso il quale le prestazioni di assistenza infermieristica erogate sono basate su prove di efficacia. Questo paradigma si fonda sulla raccolta, valutazione e implementazione delle migliori evidenze scientifiche disponibili al momento, per garantire l'eccellenza delle cure infermieristiche. L'EBN mira a integrare l'esperienza clinica dell'infermiere con le migliori evidenze cliniche derivanti dalla ricerca sistematica, facendo anche riferimento ai valori e alle preferenze dei pazienti. La pratica basata sull'evidenza in infermieristica si distingue per il suo impegno nell'utilizzare dati empirici al fine di migliorare gli esiti del paziente, ridurre i costi legati alla salute e migliorare la qualità generale dell'assistenza. Questo approccio sollecita gli infermieri a rimanere aggiornati e a evidenziare l'importanza della formazione continua. Inoltre, incoraggia la valutazione critica delle fonti di informazione e la conduzione di ricerche laddove le evidenze siano carenti. Seguendo principi di EBN, gli infermieri non si limitano a basarsi sulle conoscenze tradizionali o sulle procedure consolidate senza un'adeguata giustificazione scientifica, bensì effettuano scelte cliniche informate che migliorano i risultati clinici e aumentano la sicurezza del paziente. Tale pratica enfatizza la necessità di un approccio olistico e personalizzato alla cura, riconoscendo l'unica combinazione di bisogni, preferenze e aspettative di ogni paziente. In definitiva, l'Evidence Based Nursing rappresenta una fondamenta critica per la pratica infermieristica moderna, ponendosi come garanzia della qualità e dell'efficacia dell'assistenza fornita. Attraverso l'applicazione ragionata delle migliori prove scientifiche disponibili, l'EBN contribuisce a plasmare un ambiente sanitario sempre più basato su risultati verificabili e ottimali per i pazienti.

43 di 62 Domande

SI PUO' AFFERMARE CHE L'INFERMIERE SIA UN AGENTE MORALE. QUALI DI QUESTE ARGOMENTAZIONI E' VALIDA A TALE RIGUARDO?














La risposta corretta è la B
Si può affermare che l'infermiere sia un agente morale poiché tutte le alternative proposte sono corrette. Questo perchè nella loro pratica quotidiana, gli infermieri non solo applicano principi etici fondamentali per assicurare la cura e il rispetto dei pazienti, ma agiscono anche facendo scelte per conto di altri, spesso in situazioni complesse dove le decisioni possono avere un significativo impatto sulla qualità della vita dei pazienti. Inoltre, hanno un ruolo fondamentale nell'orientare gli assistiti a pratiche di salute positive, promuovendo stili di vita che possono prevenire malattie o migliorare lo stato di salute. Queste attività richiedono una solida base etica e morale, evidenziando il ruolo dell'infermiere come agente morale all'interno del sistema sanitario. Infatti, al di là della cura diretta, l'infermiere assume responsabilità che influenzano l'esito delle cure e il benessere dei pazienti, facendo sì che il loro lavoro trascenda la mera applicazione di competenze tecniche per abbracciare una dimensione profondamente etica e morale.

44 di 62 Domande

LA MANOVRA DI VALSALVA:














La risposta corretta è la B
La manovra di Valsalva riduce il ritorno venoso all'atrio destro. Questa azione genera un impatto fisiologico importante sul sistema cardiovascolare, influenzando direttamente la dinamica del flusso sanguigno all'interno del cuore. Durante questa manovra, l'individuo esercita una forza espiratoria contro una glottide chiusa, aumentando la pressione intratoracica. Questo incremento di pressione comprime le vene toraciche, riducendo la quantità di sangue che ritorna al cuore. Di conseguenza, la diminuzione del ritorno venoso porta a una riduzione del riempimento del ventricolo destro durante la diastole, influenzando il volume di sangue pompato dal cuore. Questo meccanismo aiuta a comprendere varie dinamiche cardiache e viene spesso utilizzato in ambito clinico per valutare specifiche condizioni cardiache o vascolari. La riduzione acuta del ritorno venoso influenza anche la pressione arteriosa. Inizialmente, può causare un leggero aumento della pressione arteriosa a causa della forza contrattile aumentata (legge di Frank-Starling) ma segue una diminuzione per la riduzione del volume di eiezione. Questo fenomeno è cruciale nella valutazione di varie patologie e condizioni emodinamiche, e per comprendere la risposta del sistema cardiovascolare a cambiamenti del ritorno venoso e della pressione intratoracica.

45 di 62 Domande

L'ANGINA PECTORIS E' SPESSO PROVOCATA DA:














La risposta corretta è la E
L'angina pectoris è spesso provocata da sforzi fisici intensi. Questa patologia si verifica quando il flusso sanguigno coronarico (il flusso di sangue al muscolo cardiaco) è temporaneamente ridotto o non è sufficientemente aumentato per soddisfare le esigenze metaboliche del cuore, come durante l'esercizio. Infatti, l'angina è comunemente causata da un insufficiente apporto di ossigeno al cuore, soprattutto quando la domanda di ossigeno del muscolo cardiaco supera l'offerta, come durante attività fisiche pesanti. Ciò accade tipicamente a causa di arterie coronarie ristrette o bloccate (aterosclerosi), che non possono fornire sangue ricco di ossigeno al cuore così rapidamente quanto richiesto. Le persone con angina pectoris possono sperimentare sintomi come dolore o disagio al petto, spesso descritto come una pressione, un senso di oppressione o di bruciore. Questi sintomi possono irradiarsi al braccio sinistro, al collo, alla mandibola, alla schiena o all'addome. Sebbene l'angina stessa sia un segnale di un problemi coronarico sottostante e non una malattia a sé , è un importante campanello di allarme che indica che il cuore sta lavorando al di sopra dei livelli sicuri di stress e che è necessaria attenzione medica per evitare condizioni potenzialmente più gravi come l'infarto miocardico.

46 di 62 Domande

LE PERSONE CON GRUPPO SANGUIGNO AB RH+:














La risposta corretta è la A
Le persone con gruppo sanguigno AB Rh+ possono donare sangue solamente a individui che hanno lo stesso gruppo sanguigno, ovvero AB+. Questa specificità è dovuta alla compatibilità del sistema ABO e del fattore Rh, che insieme definiscono la possibilità di donazione e ricezione del sangue tra diversi gruppi sanguigni. Il gruppo AB+ è considerato come ricevente universale nel contesto dei gruppi ABO e Rh perché non possiede anticorpi contro i gruppi A, B o Rh, potendo quindi ricevere sangue da qualsiasi altro gruppo. Tuttavia, per quanto riguarda la donazione, la presenza sia degli antigeni A che B nel sangue limita la donazione solo agli individui AB+, in quanto la presenza di questi antigeni potrebbe causare una reazione avversa in riceventi con gruppi sanguigni diversi. Questo specifico dettaglio fa sì che la compatibilità sia un fattore critico nella trasfusione di sangue, richiedendo sempre un'attenta valutazione dei gruppi sanguigni di donatori e riceventi per prevenire complicazioni.

47 di 62 Domande

COSA E' IL RESPIRO DI KUSSMAUL?:














La risposta corretta è la C
Il respiro di Kussmaul è una sequenza di respiri profondi regolari seguiti ciascuno da una pausa protratta. Questo tipo di respiro è caratteristico di condizioni in cui l'organismo cerca di espellere una quantità eccessiva di anidride carbonica a causa dell'acidosi metabolica, ad esempio nel diabete mellito non controllato. Il motivo per cui la risposta è corretta trova fondamento nella patologia dell'acidosi metabolica, che porta a un aumento dell'acidità nel sangue. Per compensare, il corpo cerca di espellere più CO2 attraverso una respirazione profonda e accelerata, conosciuta come respiro di Kussmaul. Questo tipo di respiro aiuta a contrastare l'acidità , migliorando transitoriamente il pH del sangue. Inoltre, è importante notare che questa condizione non è tipica solo del diabete mellito, ma può verificarsi anche in altre situazioni di acidosi metabolica come la fame estrema, l'abuso di alcol, o l'insufficienza renale. Il respiro di Kussmaul è quindi un meccanismo compensatorio claramente identificabile nell'ambito di un disturbo acido-base, mirato a ripristinare l'equilibrio del pH corporeo attraverso cambiamenti nella respirazione.

48 di 62 Domande

NELLA CIRROSI EPATICA QUALI SONO LE MISURE IDONEE A RIDURRE LA NAUSEA?:














La risposta corretta è la A
Nelle persone con cirrosi epatica, per ridurre la nausea è utile evitare l'odore della preparazione dei cibi, sbottonarsi i vestiti al momento di mangiare, alimentarsi seduti in ambiente arieggiato ed evitare il riposo post-prandiale per almeno 2 ore dopo il pasto. Queste misure aiutano a diminuire i fattori che possono peggiorare la nausea, migliorando così il benessere generale del paziente. La cirrosi epatica è caratterizzata dalla sostituzione del tessuto epatico normale con tessuto fibroso, ciò che porta alla degenerazione del fegato e alla disfunzione. I sintomi possono variare e includere affaticamento, debolezza, e problemi digestivi come la nausea. La gestione della nausea in questi pazienti è cruciale, poiché migliora significativamente la qualità della vita. Evitare l'odore dei cibi durante la preparazione può ridurre gli stimoli negativi che peggiorano la nausea. Indossare abiti comodi minimizza la pressione sull'addome migliorando la digestione. Mangiare in un ambiente arieggiato aiuta a ridurre la sensazione di nausea legata agli odori, mentre evitare il riposo post-prandiale favorisce una migliore digestione, riducendo la pressione su stomaco e addome, che può peggiorare la nausea se aumentata dall’ allungamento immediato. Queste misure semplici, ma efficaci, si fondano sul principio di ridurre gli stress fisici e sensoriali che possono aggravare la nausea nei pazienti con cirrosi.

49 di 62 Domande

NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER, IL FENOMENO DEL SUNDOWNING SI REALIZZA GENERALMENTE?














La risposta corretta è la B
Nel contesto della malattia di Alzheimer, il fenomeno del sundowning si verifica generalmente negli stadi avanzati della patologia. Il sundowning, caratterizzato da confusione, ansia, agitazione o disorientamento che peggiorano nel tardo pomeriggio, sera o durante la notte, è tipico degli stadi più sviluppati della malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer è un tipo di demenza che comporta un declino progressivo delle funzioni cognitive, influenzando memoria, pensiero, orientamento, comprensione, calcolo, capacità di apprendimento, linguaggio e giudizio. Pur mantenendosi intatta la coscienza, il deterioramento delle funzioni cognitive conduce alla perdita di autonomia nella vita quotidiana. Nei suoi stadi avanzati, questa condizione patologica può presentare sintomi comportamentali significativi, come il sundowning, dovuti alla progressiva degenerazione e perdita dei neuroni cerebrali. Il fenomeno risulta da una combinazione di fattori quali l'affaticamento accumulato durante il giorno, una ridotta capacità di adattarsi al buio e possibili squilibri nei ritmi circadiani. Tale manifestazione comportamentale mostrata da pazienti in questa fase, testimonia la loro difficoltà crescente di elaborare e adattarsi agli stimoli ambientali, qualità che in genere si deteriora man mano che la malattia progredisce.

50 di 62 Domande

IL PRELIEVO DI UN CAMPIONE DI URINA PER L'ANALISI BATTERIOLOGICA VA ESEGUITO:














La risposta corretta è la B
Il prelievo di un campione di urina per l'analisi batteriologica va eseguito sul mitto intermedio. Questa pratica è fondamentale per escludere le contaminazioni che possono derivare dalla flora batterica presenti nell'uretra esterna, garantendo così che il campione raccolto sia il più rappresentativo possibile delle condizioni della vescica e delle vie urinarie superiori, evitando di interpretare erroneamente batteri uretrali come patogeni urinari. Infatti, la corretta metodologia di prelievo prevede l'eliminazione del primo flusso di urina, che potrebbe "trascinare" con sé batteri presenti nell'uretra, per poi raccogliere il cosiddetto midstream o flusso medio, maggiormente indicativo della flora presente nell'apparato urinario stesso. Questo procedimento reduce la probabilità di ottenere risultati falsi positivi causati da una contaminazione del campione. In sostanza, la valutazione accurata del campione prelevato con la tecnica del midstream è essenziale nella diagnosi delle infezioni delle vie urinarie, permettendo un'identificazione più precisa degli eventuali patogeni coinvolti e facilitando la scelta della terapia più appropriata.

51 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


52 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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