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1 di 3 Domande

Scenario HJ23G: Un paziente di 65 anni presenta un adenocarcinoma polmonare, cT1N0. Paziente inoperabile per importanti comorbosità. Il nodulo illustrato presenta diametro massimo di circa 1 cm. Tra quelli sottoindicati, a quale tipo di trattamento si potrebbe sottoporre il paziente?

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La risposta corretta è la A.
​​​​​​​Viste le caratteristiche tomografiche l’ipotesi diagnostica più probabile è quella di un carcinoma polmonare, che rappresenta la seconda causa più comune di cancro negli uomini e nelle donne e la causa più comune di decessi per cancro in tutto il mondo. I fattori di rischio per il carcinoma del polmone comprendono il fumo (ritenuto responsabile fino al 90% di tutti i tumori polmonari), la radioterapia e l'esposizione ambientale (fumo passivo, radon). I sintomi generalmente compaiono in stadi di malattia avanzati e possono comprendere tosse, oppressione toracica o dolore, calo ponderale e, più raramente, emottisi, ove però quest’ultimo rappresenta un segno clinico piuttosto suggestivo. Il cancro del polmone di solito viene notato in prima istanza con un esame RX del torace che mostra un’area di ipodiafania focale (un nodulo o una vera e propria massa), ma è meglio identificato tramite una TC del torace, come inizialmente una formazione nodulare di dimensioni variabile da pochi millimetri ad alcuni centimetri (sotto i 3 cm si parla di nodulo, sopra i 3 cm si parla di massa), che appare a margini irregolari e spiculati e che a seconda della localizzazione parenchimale può essere adesa o meno al piano pleurico infiltrandolo e presentare strie di raccordo pleurico (nel nostro caso possiamo vedere una formazione nodulare peri-centimetrica a margini irregolari e spiculati localizzata nel lobo inferiore del polmone di destra). Per avere la certezza diagnostica è anche possibile effettuare un agoaspirato o una biopsia TC guidata al fine di definirne l'istologia. In base allo stadio della malattia, il trattamento comprende la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia, o un loro impiego combinato. Viste le dimensioni ridotte della lesioni, fra le opzioni proposte la radioterapia stereotassica è quella corretta, dato che questa metodica consente di trattare bersagli tumorali di piccole dimensioni con margini ridottissimi e quindi scarsa o nulla tossicità al parenchima sano e tessuti sani circostanti, grazie alla precisione dei sistemi di immobilizzazione del paziente e di localizzazione della neoplasia. Il trattamento, in questi casi, prevede da 1 a 5 applicazioni. Questa concentrazione nel tempo, vantaggiosa in termini radiobiologici, è consentita dal risparmio ottimale degli organi sani.
Le risposte B, C, D ed E sono corrette.
​​​​​​​Vista la localizzazione unica, focale e delimitata di patologia, fra le opzioni proposte la migliore è rappresentata dalla stereotassi (o in alternativa la chirurgica o l’ablazione radioguidata mediante radiofrequenze, opzioni non proposte), senza utilizzare un trattamento sistemico con più elevata tossicità.

2 di 3 Domande

Scenario QS30F: La valutazione della sensibilità in vitro dei microrganismi ai farmaci antimicrobici (anche noto come metodo di Kirby-Bauer) è una tecnica efficiente per orientare il trattamento di un'infezione batterica. In questa tecnica il campione biologico viene posto in coltura su una piastra di agar, su cui vengono adagiati dei dischetti di cotone imbevuti di diversi tipi di antibiotici a concentrazione nota. Osservando la piastra di agar, il batterio in coltura mostra maggiore resistenza verso l'antibiotico:

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La risposta corretta è la C.
Il test di Kirby-Bauer permette di testare contemporaneamente, su un unico terreno solido, la sensibilità di un microrganismo verso più antibiotici così da poter individuare la terapia più adatta nei confronti di un determinato batterio. Si tratta di un test di diffusione; il terreno impiegato per la coltura è il Mueller-Hinton agar, un terreno omogeneo nel quale i farmaci testati possano diffondere tutti alla medesima velocità e che riesce a soddisfare i fabbisogni nutrizionali della maggior parte dei batteri responsabili di infezioni a carico dell’uomo. Per i batteri più “esigenti” questo terreno di coltura può essere arricchito con sangue e altri nutrienti. Una volta seminato il batterio sulla superficie del terreno, si procede al posizionamento di dischetti circolari contenenti l’antibiotico e si incuba per 24 ore in un termostato a 37 °C. Dopodiché si procede alla lettura. In base all’alone generato intorno al dischetto imbevuto di antibiotico, il batterio potrà essere definito come sensibile, resistente o con resistenza intermedia. Nella nostra immagine, intorno al dischetto 3 non si crea nessun alone di inibizione della crescita batterica, per cui in questo caso il microrganismo sarà resistente a tale farmaco e infatti le sue colonie continueranno a diffondersi; al contrario, intorno agli altri dischetti si può osservare un alone più o meno grande quindi il microrganismo sarà sensibile a questi farmaci.
Le risposte A, B, D ed E non sono corrette.
I dischetti 1, 2 e 4 presentano un alone intorno al dischetto stesso. Questo alone è maggiore nel dischetto 1, lievemente minore nel 2 e ancora più ristretto nel 3, quindi il batterio sarà maggiormente sensibile nel primo caso e poi avrà sensibilità progressivamente minore nei dischetti successivi.

3 di 3 Domande

Scenario QS35C: Maschio di 27 anni con chiazza eritemato-desquamativa al gomito che, da qualche settimana, presenta lesioni simili di dimensioni più piccole asintomatiche in sede lombare. Quale terapia topica, tra quelle elencate, e' la piu' indicata per questo paziente?

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La risposta corretta e' la 'Derivati della vitamina D e cortisonici'.


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