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1 di 3 Domande

Marco, un ragazzo di 24 anni, viene portato d’urgenza presso il PS del Policlinico Careggi di Firenze, dopo una serata in discoteca. Anamnesi patologica prossima: il paziente presenta vomito e dolore molto intenso nella regione retrosternale e addomniale superiore. La scorsa notte ha preso parte ad una festa ed ha anche bevuto per tutto il giorno. Ha iniziato a vomitare 3 ore dopo l’inizio della festa e il dolore è insorto in maniera acuta poco dopo. I suoi amici hanno chiamato un’ambulanza 3 ore dopo poichè il ragazzo lamentava troppo dolore per contunuare a stare in discoteca. Esame obiettivo: presenta una F.C. di 120 bpm, F.R. di 31 atti/mine P.A. di 85/55mmHg. Esami strumentali: i medici decidono di sottoporre il paziente ad un RX del torace. Quale è la diagnosi ?

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La risposta corretta è la B.
La sindrome di Boerhaave è una condizione caratterizzata da una rottura spontanea dell’esofago risultante da un improvviso aumento della pressione intraesofagea associata a una pressione negativa intratoracica.
La  sindrome Boerhaave si presenta solitamente in pazienti con un esofago normale anche se in un gruppo di pazienti è possibile riscontrare una sottostante esofagite eosinofila, esofagite indotta da farmaci, ulcere infette o esofago di Barrett; un aumento improvviso della pressione intraesofagea combinato a una pressione intratoracica negativa come quella associata a tensioni forti o vomito e, meno frequentemente da parto, convulsioni, tosse prolungata, risata convulsa o sollevamento pesi, provoca una perforazione esofagea longitudinale.
La perforazione esofagea di solito coinvolge la porzione posterolaterale sinistra dell'esofago distale intratoracico e si estende per diversi centimetri ma può verificarsi anche nell'esofago cervicale o intra-addominale.
Quando avviene nella regione intratoracica provoca la contaminazione della cavità mediastinica con i contenuti gastrici che determina mediastinite chimica con enfisema mediastinico, infiammazione, e successivamente infezione batterica e necrosi mediastinica. La rottura dell'esofago cervicale, invece, porta ad una perforazione localizzata con un decorso piÚ benigno dato che la diffusione della contaminazione nel mediastino attraverso lo spazio retroesofageo è lenta e la presenza della fascia prevertebrale limita la disseminazione del contenuto esofageo.
Le caratteristiche cliniche della sindrome di Boerhaave dipendono dalla posizione della perforazione (cervicale, intratoracica o intra-addominale), dal grado della disseminazione mediastinica e dal tempo trascorso dalla lesione; i pazienti presentano spesso dolori toracici retrosternali lancinanti, una storia di grave vomito che precede l'inizio del dolore e possono avere crepitii alla palpazione della parete toracica a causa della formazione di un enfisema sottocutaneo. Tuttavia questi segni richiedono almeno un'ora di sviluppo dopo una perforazione esofagea e anche allora sono presenti solo in una piccola percentuale di pazienti. Entro poche ore dalla perforazione, i pazienti possono sviluppare odinofagia, dispnea, sepsi e manifestare febbre, tachipnea, tachicardia, cianosi e ipotensione all'esame obiettivo.
La sindrome Boerhaave deve essere sospettata nei pazienti con grave dolore toracico, al collo o alla parte superiore dell'addome dopo un episodio di grave vomito o altre condizioni che comportino l’aumento della pressione intratoracica e la presenza di enfisema sottocutaneo all'esame obiettivo. In questi casi, la radiografia del torace e del collo può essere di supporto alla diagnosi, che viene stabilita mediante esofagramma a contrasto o tomografia computerizzata (TC).
I reperti radiografici che suggeriscono una perforazione esofagea sulla radiografia del torace includono aria libera mediastinica, peritoneale o enfisema sottocutaneo e nelle perforazioni esofagee cervicali si potrebbe osservare aria nei tessuti molli dello spazio prevertebrale; altri risultati che suggeriscono una perforazione esofagea includono versamenti pleurici, allargamento mediastinico, idrotorace, idropneumotorace o aria sottodiaframmatica.

2 di 3 Domande

Il Sig. Metillo, un uomo di 30 anni, si reca presso l’ambulatorio del Dott. Giurisi, specialista in ortopedia, per sottoporsi ad una visita. Anamnesi patologica prossima: dolore alla caviglia dopo 6 settimane dall’inizio del trattamento della frattura. Anamnesi patologica remota: frattura della tibia sinistra in seguito ad una caduta con la moto. Esami strumentali: il paziente ha effettuato una nuova radiografia poichè lamenta dolore alla caviglia. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la D.
L'osteonecrosi, nota anche come necrosi asettica, necrosi avascolare, necrosi atraumatica e necrosi ischemica, è un processo patologico che è stato associato a numerose condizioni e interventi terapeutici. Nei pazienti in cui vi è un danno diretto alla vascolarizzazione ossea (ad esempio, frattura del collo del femore) o lesioni dirette di elementi ossei o midollari (es. lesione da radiazioni), la causa è chiaramente identificabile. Tuttavia, in molti pazienti, i meccanismi con cui si sviluppa questo disturbo non sono completamente noti.
Si caratterizza per una compromissione della vascolarizzazione ossea che porta alla morte delle cellule ossee e midollari (infarto del midollo osseo).
La diagnosi precoce dell'osteonecrosi può fornire l'opportunità di prevenire il collasso dell’osso e, in definitiva, la necessità di sostituire l'articolazione; tuttavia, la maggior parte dei pazienti presenta un certo ritardo nella diagnosi della malattia pertanto, è necessario avere un alto indice di sospetto nei pazienti con fattori di rischio noti o probabili, in particolare in coloro che fanno uso di corticosteroidi ad alte dosi, che presentino una sintomatologia compatibile con quella dell’osteonecrosi.
L'osteonecrosi di solito si verifica a livello della testa del femore anche se può interessare anche i condili femorali, le teste dell'omero, la tibia prossimale, le vertebre e le piccole ossa della mano e del piede.
Dal punto di vista clinico, il sintomo piÚ comune con cui si presenta la malattia è il dolore.
Il dolore inguinale è piÚ comune nei pazienti con malattia della testa del femore, seguito da dolore alla coscia e ai glutei.
Il dolore indotto dal movimento si riscontra nella maggior parte dei casi mentre a riposo si verifica in circa due terzi dei pazienti.
Una piccola percentuale di pazienti è asintomatica e in questi casi, la diagnosi è di solito incidentale.
Le caratteristiche dell'osteonecrosi su radiografie semplici, scansioni di radionuclidi e risonanza magnetica sono utili per la diagnosi e forniscono le basi per la classificazione e la stadiazione della malattia.
La valutazione di una sospetta osteonecrosi dovrebbe iniziare con radiografie in proiezione anteriore e laterale necessarie per valutare la porzione corticale dell’osso che spesso mostra delle anomalie subcondrali.
L’esame radiologico può essere normale per mesi anche dopo l'inizio dei sintomi dell'osteonecrosi; i primi risultati sono lievi cambiamenti nella densità dell’osso seguiti da sclerosi e cisti man mano che la malattia progredisce. Il segno della mezzaluna, radiotrasparenza subcondrale, è patognomonico ed è la prova del collasso subcondrale. È visibile, infine, il restringimento dello spazio articolare. ​​​​​​​

3 di 3 Domande

Un uomo di mezz’eta' viene portato in urgenza dall’ambulanza presso il PS dell’Ospedale Riuniti, in seguito ad un incidente stradale. Anamnesi patologica prossima: il paziente e' privo di coscienza. Si sospetta che abbia avuto un trauma cranico. Esami strumentali: viene sottoposta ad una TC total body. Cosa mostra la TC encefalo sottostante?

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La risposta corretta è la C.
La TC dell’encefalo del paziente del caso clinico è compatibile con ematoma epidurale sinistro, una raccolta ematica che appare alla TC a forma di lente biconvessa. Dal punto di vista eziologico, è solitamente causato da un sanguinamento arterioso, dovuto ad una lesione dell’arteria meningea media a seguito di un trauma. Al contrario, tale TC non mostra rottura di un aneurisma intracranico, ematoma epidurale sinistro, ematoma subdurale fronto-temporale sinistro e massa espansiva fronto-temporale sinistra (risposte A, B, D ed E errate).

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