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1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

Cosa faresti per favorire la deambulazione di un ospite con morbo di Parkinson?














La risposta corretta è la B
Per favorire la deambulazione di un ospite con morbo di Parkinson, si dovrebbe camminare davanti al paziente. Questo approccio può aiutare il paziente a focalizzare l'attenzione sui movimenti, migliorando così la capacitàdi camminare autonomamente. Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema motorio, rendendo difficoltosi movimenti che prima erano automatici, come la deambulazione. Camminare davanti al paziente può fungere da guida visiva, aiutandolo a controllare meglio i propri movimenti.

4 di 62 Domande

Come si definisce la Sindrome da immobilizzazione?














La risposta corretta è la B
La Sindrome da immobilizzazione si definisce come un insieme di segni e sintomi secondari all'immobilizzazione prolungata. Questo fenomeno fisiopatologico avviene quando un individuo è costretto a rimanere in una posizione statica per un lungo periodo, conducendo a complicazioni muscoloscheletriche, cutanee, cardiovascolari e psicologiche. L'immobilitàprolungata impedisce il movimento normale e l'esercizio dei muscoli, portando alla loro debolezza e atrofia, alterazione della circolazione sanguigna e possibili danni alla pelle a causa della pressione continua sulle stesse zone.

5 di 62 Domande

Quali di queste azioni l'OSS NON deve compiere nell'assistere un paziente disfagico?














La risposta corretta è la E
L'OSS non deve continuare a imboccare il paziente se si verificano problemi o difficoltà, come tosse, cianosi, o altri segni di soffocamento. Ciò è cruciale per evitare aggravamenti nella condizione del paziente, rispettando le linee guida per l'assistenza a persone con disfagia, patologia che comporta difficoltànella deglutizione degli alimenti, con rischio di soffocamento, aspirazione polmonare o malnutrizione.

6 di 62 Domande

Quale sequenza e' corretta per eseguire il bagno a letto?














La risposta corretta è la C
La sequenza corretta per eseguire il bagno a letto comprende: pulire occhi e viso, poi gli arti superiori, seguiti da torace e addome, dopodiché gli arti inferiori, la schiena e infine i genitali. Questa procedura assicura un'igiene efficace e confortevole, rispettando l'ordine che va dalle parti più pulite del corpo a quelle potenzialmente più sporche, minimizzando così il rischio di trasferire germi o contaminazioni da un'area all'altra del corpo. Questo approccio metodico e sistematico è cruciale per garantire la cura e il benessere del paziente, specialmente quelli allettati o con mobilitàridotta.

7 di 62 Domande

I bisogni fisiologici sono:














La risposta corretta è la D
I bisogni fisiologici rappresentano i bisogni primari dell'essere umano. Questo perché sono fondamentali per la sopravvivenza, come mangiare, bere, dormire e ripararsi. Essi sono alla base della piramide di Maslow, che organizza i bisogni umani in una gerarchia, iniziando proprio dai bisogni fisiologici e procedendo verso bisogni sempre più complessi. La corretta gestione di questi bisogni è essenziale per il mantenimento della salute e del benessere.

8 di 62 Domande

Quando una persona con limitazione funzionale a un arto superiore deve infilare una camicia deve














La risposta corretta è la B
Una persona con una limitazione funzionale a un arto superiore deve prima infilare il braccio leso fin quasi alla spalla, per poi sistemare la camicia dietro alla schiena e, successivamente, fare indietro il braccio sano per introdurlo nella restante manica. Questo metodo aiuta a ridurre il disagio e lo sforzo sull’arto con funzionalitàlimitata, massimizzando così l'indipendenza dell'individuo nell'atto di vestirsi. La sequenza consigliata favorisce una minore manipolazione dell'arto leso, minimizzando i rischi di dolore o ulteriore lesione.

9 di 62 Domande

Il lavaggio delle mani che deve essere effettuato prima e dopo aver indossato i guanti monouso, utilizzando apposito detergente, è:














La risposta corretta è la B
Il lavaggio delle mani che deve essere effettuato prima e dopo aver indossato i guanti monouso, utilizzando un detergente specifico, è il lavaggio sociale. Questo tipo di lavaggio mira alla rimozione fisica di sporco e microorganismi transitori dalla superficie della pelle, contribuendo a prevenire la trasmissione di infezioni nelle routine quotidiane. Il lavaggio sociale utilizza sapone normale ed è meno rigoroso rispetto al lavaggio chirurgico o al lavaggio antisettico prolungato, concentrato su contesti sanitari specifici dove è richiesta una sterilezza accurata.

10 di 62 Domande

Cosa devono indossare gli operatori sanitari prima di procedere al lavaggio manuale di materiale sanitario?














La risposta corretta è la A
Gli operatori sanitari, prima del lavaggio manuale di materiale sanitario, devono indossare un sopracamice protettivo, una mascherina con visiera e guanti in gomma. Questa attrezzatura fornisce la protezione necessaria contro possibili contatti con materiali infettivi o contaminati, garantendo sicurezza sia per l'operatore che per l'ambiente circostante. La mascherina con visiera protegge le vie respiratorie e gli occhi da schizzi, il sopracamice protettivo copre l'abbigliamento mantenendolo pulito da contaminazioni, mentre i guanti in gomma proteggono le mani da agenti patogeni e sostanze chimiche nocive.

11 di 62 Domande

Per microclima si intende:














La risposta corretta è la B
Per microclima si intende la temperatura, umidità, ventilazione e illuminazione di una stanza. Il microclima è dunque un insieme di condizioni ambientali caratteristiche di uno spazio ristretto e ben delimitato, come può essere una stanza. Esso comprende vari aspetti che influenzano direttamente il benessere e il comfort delle persone in quello spazio. Temperature adeguate, livelli di umiditàcontrollati, una corretta ventilazione e un'illuminazione ben gestita sono tutti fattori essenziali per creare un ambiente salubre e piacevole. Questo concetto è ampiamente utilizzato in vari ambiti, tra cui la meteorologia, l'architettura e l'ingegneria civile, per ottimizzare le condizioni di vita e di lavoro negli spazi chiusi.

12 di 62 Domande

Per precauzioni standard si intendono:














La risposta corretta è la D
Le precauzioni standard sono le misure preventive adottate per tutti i pazienti, nell'ambito delle pratiche ospedaliere e sanitarie, indipendentemente dalla loro diagnosi o presunto stato di salute. Questo approccio è essenziale per prevenire la trasmissione di agenti infettivi e proteggere sia i pazienti che il personale sanitario da possibili infezioni. Le precauzioni standard comprendono l'igiene delle mani, l'uso di guanti, mascherine, occhiali protettivi e camici, oltre alla gestione sicura degli strumenti affilati e dei rifiuti. Questo principio si basa sull'assunzione che ogni paziente possa essere un potenziale vettore di infezioni, promuovendo quindi una cultura di sicurezza e prevenzione.

13 di 62 Domande

L' utilizzo dei guanti e' una misura:














La risposta corretta è la C
L'utilizzo dei guanti è una misura aggiuntiva al lavaggio delle mani. Questa affermazione sottolinea l'importanza di adottare due precauzioni: il lavaggio delle mani e l’uso dei guanti. Il lavaggio delle mani rimuove o distrugge i microrganismi patogeni, mentre i guanti forniscono una barriera fisica aggiuntiva contro la trasmissione di infezioni. Questa combinazione rafforza la protezione contro germi e inquinanti, specie in contesti sanitari, dove la prevenzione del rischio infettivo è cruciale.

14 di 62 Domande

Per eseguire l'igiene intima nell'uomo:














La risposta corretta è la E
Per eseguire l'igiene intima nell'uomo, è corretto ritrarre il prepuzio per esporre il glande, pulire con acqua e un materiale monouso, poi ricoprire il glande. Questo metodo previene l'accumulo di smegma e possibili infezioni, garantendo pulizia e prevenzione. Il glande, essendo sensibile, necessita di un'igiene delicata ma accurata per mantenere la salute intima.

15 di 62 Domande

Quando si realizzano le forze di stiramento in un paziente a rischio di ulcere da pressione?














La risposta corretta è la C
Le forze di stiramento in un paziente a rischio di ulcere da pressione si realizzano quando un paziente allettato viene spostato da due operatori facendo forza sulla base ascellare. Questo tipo di azione può causare lo stiramento della pelle e dei tessuti sottostanti, aumentando il rischio di danni ai tessuti e di ulcere da pressione, specialmente in individui a rischio a causa della loro immobilitàprolungata. Le ulcere da pressione, conosciute anche come piaghe da decubito, sono lesioni della pelle e/o dei tessuti sottostanti, che si formano a seguito della pressione prolungata o dello stiramento. Queste lesioni sono particolarmente comuni in individui che sono costretti a letto o su una sedia a rotelle per lunghi periodi.

16 di 62 Domande

L' applicazione delle calze elastiche :














La risposta corretta è la B
L'applicazione delle calze elastiche deve essere effettuata solo su prescrizione. Questo perché il loro uso è mirato alla prevenzione o al trattamento di specifiche condizioni mediche, come la trombosi venosa profonda o l'insufficienza venosa. La corretta prescrizione e l'uso adeguato assicurano l'efficacia del trattamento e riducono il rischio di complicazioni.

17 di 62 Domande

Quale dei seguenti passaggi NON deve effettuare un operatore sanitario per sollevare un paziente dal letto?














La risposta corretta è la D
Un operatore sanitario NON deve rivolgersi nella direzione opposta a quella del movimento e allargare la base di appoggio per sollevare un paziente dal letto. Questa procedura è scorretta perché la posizione e la direzione del corpo dell'operatore sono cruciali per mantenere l'equilibrio e ridurre il rischio di infortuni durante il sollevamento. Invece, è importante affrontare la direzione del movimento per avere un migliore controllo e stabilità, garantendo così sia la sicurezza del paziente sia quella dell'operatore.

18 di 62 Domande

Nel processo di stadiazione delle lesioni da pressione lo stadio I corrisponde:














La risposta corretta è la E
Nel processo di stadiazione delle lesioni da pressione, lo stadio I corrisponde a un eritema fisso della cute integra. Questo stadio iniziale indica che, nonostante la pelle sia ancora integra, vi è un'area di rossore che non sbianca sotto pressione, suggerendo una minore irrorazione sanguigna. Questo è il primo segnale di allerta che può evolvere in lesioni più gravi se non viene trattato adeguatamente e tempestivamente.

19 di 62 Domande

Per verificare se un paziente allettato con emiplegia a destra, in decubito laterale e' ben posizionato si controlla:














La risposta corretta è la D
Per assicurare che un paziente allettato con emiplegia a destra sia ben posizionato in decubito laterale, si verifica la corretta posizione facendolo sdraiare sul fianco sinistro. È essenziale ostatenere l'allineamento della colonna, mantenere gli arti in semi flessione, con il ginocchio flesso in appoggio per evitare compressioni date dal peso degli arti, oltre a lasciare il campanello a portata di mano. Questa posizione aiuta a prevenire ulteriori danni e assicura comfort al paziente, riducendo i rischi di infezioni, piaghe da decubito, e facilitando la circolazione sanguigna e la respirazione.

20 di 62 Domande

Le cadute ripetute sono spesso una spia di fragilita'. Esse possono dipendere da:














La risposta corretta è la B
Le cadute ripetute sono frequentemente un segno di fragilitàe possono essere causate sia da fattori intrinseci, come condizioni mediche e limitazioni fisiche, che da fattori estrinseci, come ostacoli nell'ambiente o una cattiva illuminazione. La comprensione dell'interazione tra questi fattori aiuta a valutare il rischio di cadute e a sviluppare strategie preventive.

21 di 62 Domande

La padella utilizzata per un paziente senza infezioni in corso deve essere:














La risposta corretta è la A
La padella utilizzata per un paziente senza infezioni in corso deve essere lavata e disinfettata dopo ciascun utilizzo e a fine uso. Questa pratica garantisce la massima igiene e previene la trasmissione di eventuali agenti infettivi, mantenendo un ambiente sicuro sia per i pazienti che per il personale sanitario. È essenziale adottare rigorosi protocolli di pulizia per tutti gli strumenti e le attrezzature che vengono a contatto con i pazienti, indipendentemente dal loro stato di salute.

22 di 62 Domande

Che approccio assistenziale NON e' indicato in un anziano incontinente?














La risposta corretta è la B
L'approccio assistenziale non indicato in un anziano incontinente è l'introduzione di routine del catetere vescicale. Questa pratica può aumentare il rischio di infezioni del tratto urinario e complicazioni associate. Il ricorso all'uso del catetere dovrebbe essere limitato e ben valutato, privilegiando alternative meno invasive e promuovendo, ove possibile, la rieducazione al controllo degli sfinteri. Altre opzioni assistenziali meno invasive dovrebbero essere considerate per gestire l'incontinenza in modo efficace, riducendo i rischi per la salute dell'anziano.

23 di 62 Domande

Quando una persona con esiti di emiplegia deve togliere i pantaloni, deve sfilarsi per primo l'arto inferiore:














La risposta corretta è la E
Una persona con esiti di emiplegia deve togliere per primo i pantaloni dall'arto inferiore sano. Questo perché l'arto affetto da emiplegia, che è la perdita di forza muscolare in una metàdel corpo causata solitamente da un danno cerebrale, potrebbe non avere la forza o la coordinazione necessaria per sostenere l'intero peso del corpo e quindi sfilare i pantaloni in modo sicuro. Rimuovere prima i pantaloni dall'arto sano permette alla persona di usare maggiormente il sostegno e la forza di quest'ultimo per bilanciare il corpo durante l'azione.

24 di 62 Domande

I bisogni primari sono:














La risposta corretta è la C
I bisogni primari sono definiti come bisogni che si cerca di soddisfare per primi in quanto indispensabili per la sopravvivenza. Questi bisogni includono elementi essenziali come cibo, acqua, riparo e protezione, fondamentali per mantenere la vita e la salute. La loro soddisfazione è prioritaria rispetto ad altri bisogni perché senza di essi, l'esistenza stessa viene messa a rischio. Questo concetto riflette l'importanza di una base solida di benessere fisico prima di poter aspirare a soddisfare bisogni secondari o superiori, come quelli legati alla realizzazione personale o ai rapporti sociali.

25 di 62 Domande

La sterilizzazione:














La risposta corretta è la A
La sterilizzazione permette l'eliminazione di ogni forma vivente dal materiale trattato. La sterilizzazione è un processo essenziale in ambienti quali le strutture sanitarie, dove la sicurezza e la prevenzione delle infezioni sono di massima importanza. Questo processo assicura che strumenti, dispositivi e superfici siano completamente privi di microorganismi viventi, inclusive spore, virus, batteri e funghi, prevenendo così il rischio di infezioni crociate tra pazienti o nella manipolazione di materiali sensibili.

26 di 62 Domande

Che cosa e' una lesione da pressione?














La risposta corretta è la C
Una lesione da pressione è una lesione del tessuto cutaneo e degli strati sottostanti. Questi danni sono il risultato di una pressione prolungata sulla pelle, specialmente in punti dove l'osso è vicino alla superficie, causando una diminuzione del flusso sanguigno e danni ai tessuti. Le lesioni da pressione sono particolarmente comuni in individui immobili per lunghi periodi, come quelli confinati a letto o su una sedia a rotelle.

27 di 62 Domande

La raccolta dei campioni di feci per copro coltura richiede:














La risposta corretta è la A
La raccolta dei campioni di feci per copro coltura richiede l'uso di contenitori non sterili. Questo perché i contenitori sterilizzati non sono necessari per le analisi delle feci, a differenza di altri tipi di campioni biologici, dato che le feci stesse non sono sterili e contengono giàuna varietàdi batteri e microorganismi.

28 di 62 Domande

Il rifacimento del letto deve essere eseguito:














La risposta corretta è la D
Il rifacimento del letto deve essere eseguito quotidianamente e secondo i bisogni della persona. Questa pratica garantisce un ambiente pulito e confortevole, essenziale per il benessere del paziente. È importante per mantenere l'igiene, soprattutto in ambienti sanitari, e rispondere adeguatamente alle necessitàspecifiche di chi utilizza il letto, migliorando la sua qualitàdel riposo e prevenendo la formazione di piaghe da decubito nelle persone allettate per lunghi periodi.

29 di 62 Domande

La posizione corretta per un paziente con grave dispnea e':














La risposta corretta è la C
La posizione corretta per un paziente con grave dispnea è seduto o semiseduto, in appoggio su cuscini. Questa postura aiuta a massimizzare l'espansione del torace e a ridurre la difficoltàrespiratoria, perché permette ai polmoni di espandersi più facilmente e di ridurre il lavoro respiratorio. Questa configurazione è in linea con le pratiche consigliate per migliorare il comfort e l'ossigenazione in individui che sperimentano difficultàrespiratorie acute.

30 di 62 Domande

Per trasportare un paziente con sospetto di meningite batterica, oltre ai guanti e' indispensabile per prevenire il contagio utilizzare:














La risposta corretta è la A
Per prevenire il contagio durante il trasporto di un paziente con sospetto di meningite batterica, è indispensabile utilizzare la mascherina, oltre ai guanti. La meningite è un'infiammazione delle membrane (meningi) che rivestono il cervello e il midollo spinale. È essenziale proteggere le vie respiratorie con mascherine, poiché la malattia può diffondersi tramite goccioline respiratorie espulse dal paziente infetto.

31 di 62 Domande

Durante la deambulazione assistita la persona deve:














La risposta corretta è la E
Durante la deambulazione assistita, la persona deve mantenere la posizione eretta e guardare avanti. Questa pratica aiuta a promuovere l'equilibrio e la stabilità, riducendo il rischio di cadute. Mantenere una postura eretta facilita anche una respirazione più efficace e promuove un corretto allineamento del corpo. Guardare avanti, invece che i piedi, aiuta a orientarsi nello spazio, migliorando l'andatura e l'equilibrio complessivo.

32 di 62 Domande

Indicare la misura preventiva ERRATA per evitare le piaghe da decubito:














La risposta corretta è la E
La misura preventiva ERRATA per evitare le piaghe da decubito è effettuare dei lievi massaggi o frizioni con alcool saponato o canforato. Questo metodo può danneggiare ulteriormente la pelle, soprattutto se giàindebolita o compromessa, facendo più male che bene. Le piaghe da decubito, nota anche come ulcere da pressione, si sviluppano a seguito di prolungata pressione sulla pelle, che compromette la circolazione sanguigna nell'area interessata. La prevenzione efficiente si concentra sulla riduzione della pressione, miglioramento della mobilitàe mantenimento dell'integritàcutanea attraverso una pulizia accurata e la protezione della pelle.

33 di 62 Domande

La disinfezione e':














La risposta corretta è la B
La disinfezione è un insieme di tecniche volte alla distruzione di agenti patogeni. Questo si riferisce alla pratica per limitare la presenza di microorganismi dannosi, quali virus, batteri, funghi, spore, garantendo la sicurezza negli ambienti e la prevenzione delle infezioni. Le tecniche di disinfezione non mirano alla rimozione totale di ogni forma di vita da una superficie o ambiente (sterilizzazione), ma alla riduzione significativa di patogeni per proteggere la salute umana.

34 di 62 Domande

Qual'e' la causa di insorgenza delle ulcere da pressione?:














La risposta corretta è la E
La causa di insorgenza delle ulcere da pressione è la prolungata o eccessiva pressione esercitata tra il piano di appoggio e la superficie ossea. Questo tipo di lesione si sviluppa quando la pressione prolungata sul tessuto cutaneo riduce il flusso sanguigno nella zona, causando danni ai tessuti e formazione di ulcere. Le ulcere da pressione sono comuni in individui con mobilitàridotta, per esempio in anziani o persone costrette a letto per lunghi periodi. Il trattamento richiede alleviamento della pressione, cure adeguate della ferita e, nei casi più gravi, procedure chirurgiche.

35 di 62 Domande

Un operatore socio sanitario si sta preparando a utilizzare un sollevatore idraulico per spostare un paziente sulla sedia accanto al letto. Prima di dare inizio alla manovra , un'azione prioritaria dovrebbe essere:














La risposta corretta è la A
Prima di utilizzare un sollevatore idraulico per spostare un paziente, l'azione prioritaria è spiegare la procedura al paziente. Questo informa il paziente su cosa aspettarsi, contribuendo a ridurre ansia e paura e a garantire la collaborazione durante il trasferimento. La comunicazione chiara è essenziale per la sicurezza e il comfort del paziente.

36 di 62 Domande

Se il paziente assume una posizione supina quali delle seguenti aree sono da controllare perche' a rischio di sviluppare lesioni da pressione?














La risposta corretta è la A
Assumendo la posizione supina, le aree a rischio di sviluppare lesioni da pressione sono nuca, scapole, sacro, colonna vertebrale e talloni. Le lesioni da pressione, conosciute anche come ulcere da decubito, si formano quando una prolungata pressione viene esercitata su parti del corpo, interrompendo l'afflusso sanguigno ai tessuti. Particolarmente vulnerabili sono quelle osservate nella risposta corretta, dove ossa prominenti e minor imbottitura di tessuti molli aumentano il rischio di danni. Questa condizione enfatizza l'importanza della riassegnazione periodica del paziente e del monitoraggio delle zone predisposte a tale pressione.

37 di 62 Domande

Posizionare il paziente nella posizione laterale di sicurezza vuol dire :














La risposta corretta è la E
Stendere il paziente su di un fianco con la testa leggermente rialzata è la descrizione corretta della posizione laterale di sicurezza. Questa manovra è essenziale per mantenere le vie aeree aperte e prevenire l'aspirazione in pazienti incoscienti ma respiranti, facilitando così la respirazione e garantendo la sicurezza del paziente.

38 di 62 Domande

L'adeguata assunzione di cibo in termini di calorie e di nutrienti














La risposta corretta è la E
L'adeguata assunzione di cibo, sia in termini di calorie che di nutrienti, influisce positivamente sulla prevenzione o sulla guarigione della lesione da decubito. Questo perché una nutrizione corretta fornisce all'organismo gli elementi necessari per mantenere la pelle e i tessuti in salute, supportando i processi di riparazione dei tessuti danneggiati e migliorando le difese immunitarie, riducendo così il rischio di infezioni nelle aree lese.

39 di 62 Domande

La doccia preoperatoria :














La risposta corretta è la A
La doccia preoperatoria serve a prevenire le infezioni del sito chirurgico. Questo processo è importante poiché la pulizia della pelle prima di un'intervento chirurgico riduce il rischio di infezioni post-operatorie, mantenendo un ambiente sterile e sicuro. Una corretta igiene riduce la presenza di batteri patogeni che possono causare infezioni, contribuendo così a migliorare l'esito dell'intervento e la successiva guarigione.

40 di 62 Domande

Quando una persona con esiti di emiplegia deve infilare i pantaloni, deve infilare per primo l'arto inferiore:














La risposta corretta è la B
Una persona con esiti di emiplegia deve infilare per primo l'arto inferiore plegico quando si veste con i pantaloni. Questa procedura aiuta a ridurre gli ostacoli alla mobilitàindipendente, semplificando il processo di vestirsi autonomamente. Infatti, l'arto plegico, avendo ridotte capacitàmotorie, può presentare maggiori difficoltànella gestualità. Assicurare che questo arto sia posizionato correttamente nei pantaloni prima dell'arto sano facilita un miglior bilanciamento e minor rischio di cadute, migliorando l'autonomia dell'individuo nella cura personale.

41 di 62 Domande

Quale manovra risulta ERRATA nell'esecuzione della procedura per la pulizia della cute peristomale?














La risposta corretta è la A
La manovra errata nell'esecuzione della pulizia della cute peristomale è l'utilizzo di disinfettante. Questa pratica è scorretta perché l'uso di disinfettanti può irritare la pelle sensibile intorno allo stoma, aumentando il rischio di lesioni cutanee. La pelle peristomale richiede una cura delicata, privilegiando l'uso di sapone neutro e acqua per evitare irritazioni e garantire la salute della cute. La manovra corretta della pulizia include l'uso di prodotti non aggressivi per preservare l'integritàdella barriera cutanea.

42 di 62 Domande

Il lavaggio antisettico delle mani e' eseguito con:














La risposta corretta è la B
Il lavaggio antisettico delle mani viene eseguito con sostanze antimicrobiche e acqua. Questo tipo di lavaggio mira a ridurre la presenza di microorganismi patogeni sulle mani, essendo un intervento cruciale per prevenire le infezioni, soprattutto in ambienti sanitari. Le sostanze antimicrobiche hanno un'azione diretta contro i microrganismi, offrendo una maggiore capacitàdi disinfezione rispetto al sapone comune, che rimuove meccanicamente i germi senza necessariamente ucciderli. L'uso di acqua in questo processo aiuta a eliminare fisicamente i patogeni dalle mani, rendendolo un metodo efficace per migliorare l'igiene e la sicurezza sanitaria.

43 di 62 Domande

Un infermiere sta pianificando di attribuire all'OSS la raccolta di un campione. Quale della seguenti operazioni potrebbe affidare ?














La risposta corretta è la A
Un infermiere può affidare all'OSS la raccolta di un campione di urina per esami di routine. La delega delle attivitàda parte dell'infermiere all'OSS dipende dalla valutazione dell'infermiere delle competenze dell'OSS, dalla complessitàdel compito, dalla condizione del paziente e dalla necessitàdi un monitoraggio durante e dopo la procedura. La raccolta di un campione di urina per test di routine è considerata una procedura standard che non richiede particolari competenze cliniche ed è pertanto adeguata per essere delegata all'OSS. Questa attivitànon comporta rischi significativi per il paziente se eseguita correttamente, rendendola una delle funzioni che l'infermiere può affidare.

44 di 62 Domande

I dispositivi di protezione individuale servono:














La risposta corretta è la C
I dispositivi di protezione individuale (DPI) servono a proteggere l'operatore dai rischi infettivi. Questi strumenti, come guanti, maschere, occhiali di protezione e camici, sono essenziali in ambienti lavorativi dove esiste il rischio di esposizione a agenti infettivi, assicurando una barriera fisica tra l'operatore e possibili fonti di infezione. Questo tipo di protezione è vitale non solo per salvaguardare la salute dell'operatore, ma anche per prevenire la diffusione di infezioni all'interno di strutture sanitarie o laboratori, contribuendo così alla sicurezza di tutto il personale e dei pazienti.

45 di 62 Domande

Nei rifiuti speciali ospedalieri sono compresi:














La risposta corretta è la E
Nei rifiuti speciali ospedalieri sono compresi le medicazioni, le piccole parti anatomiche provenienti da interventi chirurgici e i rifiuti provenienti dal laboratorio analisi. Questi materiali sono classificati come rifiuti speciali per i rischi sanitari e ambientali che potrebbero comportare se non smaltiti correttamente. Le medicazioni e le parti anatomiche possono essere contaminate da agenti patogeni, mentre i rifiuti di laboratorio possono includere sostanze chimiche pericolose. La corretta gestione e smaltimento di questi rifiuti è essenziale per prevenire la diffusione di malattie e la contaminazione ambientale.

46 di 62 Domande

La sanificazione e' una metodica per:














La risposta corretta è la B
La sanificazione è una metodica per ridurre la carica batterica con l'uso di detergenti. La sanificazione mira a diminuire il numero di batteri presenti su superfici o oggetti a livelli sicuri, secondo standard di igiene prestabiliti, principalmente attraverso l'impiego di detergenti. Questi, a differenza dei disinfettanti, non eliminano i germi ma riducono la loro presenza tramite la pulizia meccanica che rimuove lo sporco e riduce così la carica microbica. Questo processo è cruciale in ambienti dove è necessaria una buona igiene per prevenire rischi di contaminazione o infezioni, specialmente in ambiti come gli ospedali, le cucine o gli ambienti in cui si manipolano alimenti.

47 di 62 Domande

Bisogna usare i guanti sterili:














La risposta corretta è la C
I guanti sterili devono essere usati nell'esecuzione di manovre assistenziali da eseguire in asepsi. Questo perché l'asepsi implica tutte quelle pratiche atte a prevenire l'ingresso di microrganismi in una ferita o in un sito chirurgico, garantendo la sterilitàe un ambiente sicuro per il paziente. L’uso dei guanti sterili in queste situazioni è cruciale per minimizzare il rischio di infezioni.

48 di 62 Domande

Per eseguire l'igiene intima nella donna:














La risposta corretta è la A
Per eseguire l'igiene intima nella donna è corretto pulire le grandi labbra e piccole labbra, procedendo dalla parte anteriore verso quella posteriore. Questa procedura previene il trasferimento di batteri dalla zona anale verso la vagina e l'uretra, riducendo il rischio di infezioni. La pratica corretta dell'igiene intima è cruciale per mantenere l'equilibrio del microbioma vaginale e prevenire disturbi come le infezioni delle vie urinarie.

49 di 62 Domande

Nella raccolta di campioni di urine, l'urina della prima minzione:














La risposta corretta è la E
Nella procedura di raccolta dei campioni di urine, l'urina della prima minzione deve essere eliminata. Ciò perché l'urina raccolta non rappresenta correttamente lo stato attuale o di tendenza delle condizioni urinarie, potendo essere stata a lungo nella vescica e potenzialmente avendo concentrato eventuali contaminanti. La pratica standard per ottenere un campione rappresentativo implica quindi la raccolta di urine "di mezzo flusso", ovvero dopo aver eliminato il primo flusso, che serve a rimuovere le cellule e i contaminanti che possono essersi accumulati nel tratto urinario inferiore. Questo metodo migliora la precisione della valutazione diagnostica delle condizioni urinarie o di altre analisi mediche.

50 di 62 Domande

La sequenza per la preparazione del materiale da sterilizzare e':














La risposta corretta è la A
La sequenza corretta per la preparazione del materiale da sterilizzare è decontaminazione, risciacquo, pulizia, asciugatura. Questo processo assicura l'eliminazione efficace di qualsiasi contaminante biologico, seguita dal risciacquo che rimuove residui della decontaminazione. La pulizia ulteriore rimuove particelle residue, e l'asciugatura è essenziale per evitare la proliferazione di microbi causata dall'umidità. Questi passaggi sono fondamentali per garantire la sicurezza e l'efficacia della sterilizzazione.

51 di 62 Domande

Quali dei presenti presidi sono sconsigliati per la prevenzione delle lesioni da pressione?














La risposta corretta è la A
I guanti pieni di acqua sono sconsigliati per la prevenzione delle lesioni da pressione. Questa pratica non fornisce un adeguato supporto o distribuzione della pressione necessari per prevenire efficacemente le lesioni, a differenza delle alternative come materassi a pressione alternata o presidi ad alta tecnologia che sono progettati specificamente per mitigare il rischio delle lesioni da decubito migliorando la distribuzione della pressione e riducendo il rischio di danni ai tessuti.

52 di 62 Domande

L'igiene e' considerata una misura di sicurezza perche':














La risposta corretta è la C
L'igiene è considerata una misura di sicurezza perché promuove la salute come prima linea di difesa del corpo. Questo significa che un'adeguata igiene aiuta a prevenire le malattie mantenendo il corpo libero da microrganismi dannosi e rafforzando le barriere naturali contro le infezioni. Non è un caso che questa pratica sia tanto enfatizzata in ambiti come la cura personale e i contesti sanitari: l'igiene, attraverso azioni come il lavaggio delle mani, la pulizia delle superfici, e l'uso di prodotti disinfettanti, riduce il rischio di diffusione di malattie. Queste azioni contribuiscono a tenere lontani i germi e a mantenere le persone in salute, agendo proprio come una prima linea di difesa contro gli agenti patogeni.

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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