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1 di 74 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 74 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 74 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


4 di 74 Domande

Brano 1
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull’argomento.
“Se non si fosse prodotto un tale fatto, noi non saremmo qui a parlarne.” Nella descrizione dell’universo a varie riprese ci si imbatte in eventi, in apparenza fortuiti, che sembrano indispensabili alla comparsa dell’essere umano. Una concordanza del tutto straordinaria fra vari parametri nucleari ha reso possibile la nascita del carbonio nelle giganti rosse. Le popolazioni relative dei fotoni e dei nucleoni danno all’universo la longevità che si richiede per la comparsa della vita e al tempo stesso consentono la formazione delle stelle e delle galassie ecc. È molto lungo l’elenco di queste “coincidenze miracolose”.
Il principio antropico è stato inventato, se non per spiegare, almeno per illuminare un po’ questa situazione sorprendente. Esso può essere formulato press’a poco nel modo seguente: “dato che esiste un osservatore, l’universo ha le proprietà che si richiedono per generarlo”. La cosmologia deve tener conto dell’esistenza del cosmologo. Queste domande non si sarebbero poste in un universo che non avesse avuto queste proprietà… Si obietterà a ragione che la materia possiede capacità di adattamento straordinarie. Uno sguardo ai pianeti vicini ci dimostra nondimeno che quest’adattabilità ha dei limiti. L’aridità della Luna e di Mercurio, le alte temperature di Venere hanno avuto ragione della frenesia vitale. Persino Marte, le cui condizioni non sono così dure, sembra sterile.
(Hubert Reeves, L’evoluzione cosmica, traduzione di Libero Sosio di Patience dans l’azur, Milano, Rizzoli, 1995, pp. 185-186)

In base alle informazioni fornite nel Brano 1, come può essere sintetizzato il principio antropico?














La risposta corretta è la A
In base alle informazioni fornite nel Brano 1, come può essere sintetizzato il principio antropico? Perché sia possibile a un essere vivente porsi domande sull’universo, l’universo deve essere fatto in modo da ospitare esseri viventi. Questa risposta è corretta perché il principio antropico si basa sull'idea che l'universo possiede le caratteristiche necessarie per permettere l'esistenza di osservatori coscienti come gli esseri umani. Il brano sottolinea come una serie di "coincidenze miracolose" nei parametri fisici dell'universo abbia reso possibile la vita, suggerendo che queste condizioni non siano casuali ma necessarie per la nostra esistenza. La formulazione del principio antropico implica che la presenza di un osservatore richiede un universo con proprietà specifiche che supportano la vita. Inoltre, il testo evidenzia che, senza tali proprietà, domande sull'universo non potrebbero essere poste, poiché non ci sarebbero esseri viventi in grado di farlo. Questo concetto si collega strettamente alla cosmologia, che deve considerare l'esistenza del cosmologo stesso come parte integrante delle sue teorie.

5 di 74 Domande

Brano 1
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull’argomento.
“Se non si fosse prodotto un tale fatto, noi non saremmo qui a parlarne.” Nella descrizione dell’universo a varie riprese ci si imbatte in eventi, in apparenza fortuiti, che sembrano indispensabili alla comparsa dell’essere umano. Una concordanza del tutto straordinaria fra vari parametri nucleari ha reso possibile la nascita del carbonio nelle giganti rosse. Le popolazioni relative dei fotoni e dei nucleoni danno all’universo la longevità che si richiede per la comparsa della vita e al tempo stesso consentono la formazione delle stelle e delle galassie ecc. È molto lungo l’elenco di queste “coincidenze miracolose”.
Il principio antropico è stato inventato, se non per spiegare, almeno per illuminare un po’ questa situazione sorprendente. Esso può essere formulato press’a poco nel modo seguente: “dato che esiste un osservatore, l’universo ha le proprietà che si richiedono per generarlo”. La cosmologia deve tener conto dell’esistenza del cosmologo. Queste domande non si sarebbero poste in un universo che non avesse avuto queste proprietà… Si obietterà a ragione che la materia possiede capacità di adattamento straordinarie. Uno sguardo ai pianeti vicini ci dimostra nondimeno che quest’adattabilità ha dei limiti. L’aridità della Luna e di Mercurio, le alte temperature di Venere hanno avuto ragione della frenesia vitale. Persino Marte, le cui condizioni non sono così dure, sembra sterile.
(Hubert Reeves, L’evoluzione cosmica, traduzione di Libero Sosio di Patience dans l’azur, Milano, Rizzoli, 1995, pp. 185-186)

Nel contesto del Brano 1, per quale motivo l’autore presenta l’esempio di Marte?














La risposta corretta è la E
Nel contesto del Brano 1, per quale motivo l’autore presenta l’esempio di Marte? Per mostrare che, per quanto la vita sia adattabile, bastano condizioni leggermente diverse da quelle della Terra per renderla impossibile. L'autore utilizza Marte come esempio per illustrare i limiti dell'adattabilità della vita, un concetto fondamentale nel contesto del principio antropico. Sebbene la vita sulla Terra abbia dimostrato una notevole capacità di adattamento, l'ambiente marziano, pur non essendo estremo come quello di altri pianeti, risulta comunque inospitale per la vita come la conosciamo. Questo rafforza l'idea che l'insieme di condizioni specifiche presenti sulla Terra è cruciale per il sostentamento della vita. Marte, con le sue condizioni meno favorevoli, funge da contrasto per evidenziare quanto le "coincidenze miracolose" dell'universo, che consentono la vita, siano rare e delicate. L'esempio di Marte sottolinea che anche piccole variazioni nei parametri ambientali possono avere un impatto decisivo sulla possibilità di vita, supportando così la tesi centrale del brano riguardo la singolarità delle condizioni terrestri.

6 di 74 Domande

Cosa regola il titolo II della prima parte della Costituzione Italiana?














La risposta corretta e' la '

I rapporti etico-sociali.

'.


7 di 74 Domande

Cosa si intende con l’aggettivo “divisivo”?














La risposta corretta e' la '

Che crea divisioni o contrapposizioni, impedendo di preservare o di raggiungere un'unità di punti di vista e di intenti.

'.


8 di 74 Domande

Ieri il prezzo di un paio di scarpe era il 25% in più di oggi. Quindi oggi?














La risposta corretta è la E
Ieri il prezzo di un paio di scarpe era il 25% in più di oggi, quindi oggi è il 20% in meno di ieri. Questa affermazione è corretta perché se il prezzo di ieri era il 25% in più rispetto a oggi, possiamo esprimere il prezzo di ieri come 1,25 volte il prezzo di oggi. Se chiamiamo il prezzo di oggi "P", allora il prezzo di ieri era 1,25P. Per trovare quanto il prezzo di oggi è inferiore rispetto a ieri, dobbiamo calcolare la differenza tra i due prezzi e poi esprimere questa differenza come una percentuale del prezzo di ieri. La differenza è 1,25P - P = 0,25P. Ora, per trovare la percentuale di riduzione rispetto al prezzo di ieri, dividiamo la differenza per il prezzo di ieri: (0,25P / 1,25P) = 0,20, che corrisponde al 20%. Pertanto, il prezzo di oggi è il 20% in meno rispetto a quello di ieri.

9 di 74 Domande

Ad un torneo di tennis singolo a eliminazione diretta sono iscritte 64 persone. Quante partite dovranno essere disputate per eleggere il campione?














La risposta corretta e' la '

63.

'.


10 di 74 Domande

In un gruppo di 42 persone ci sono 18 medici e 24 infermieri. Si vogliono scegliere 14 persone in modo da rispettare la proporzione tra medici e infermieri. Quanti medici si devono scegliere?














La risposta corretta è la D
Nel gruppo di 42 persone, composto da 18 medici e 24 infermieri, si devono scegliere 14 persone mantenendo la proporzione tra medici e infermieri, e la risposta corretta è che si devono scegliere 6 medici. Per risolvere il problema, bisogna mantenere la stessa proporzione tra medici e infermieri nel gruppo di 14 persone come nel gruppo originale. La proporzione di medici nel gruppo originale è 18 su 42, mentre quella degli infermieri è 24 su 42. Applicando queste proporzioni al gruppo di 14 persone, si calcola il numero di medici come (18/42) * 14, che semplificando dà 6. Analogamente, il numero di infermieri si calcola come (24/42) * 14, che dà 8. Quindi, per mantenere la proporzione originale, devono essere scelti 6 medici e 8 infermieri, confermando che la risposta corretta è 6 medici.

11 di 74 Domande

Enea si prepara per la gara di triathlon. Enea si allena nel nuoto ogni tre giorni (intervallando ogni allenamento con due giorni di riposo), nella corsa a piedi ogni quattro giorni e nella corsa in bicicletta ogni cinque giorni. Se Enea si allena anche di sabato e domenica e oggi si è allenato nel nuoto e nella corsa in bicicletta mentre ieri si è allenato nella corsa a piedi, fra quanti giorni (a partire da oggi) Enea si allenerà in tutte e tre le discipline?














La risposta corretta è la C
Enea si prepara per la gara di triathlon e la risposta corretta alla domanda su quando si allenerà in tutte e tre le discipline è il 15° giorno. Per determinare quando Enea si allenerà contemporaneamente nel nuoto, nella corsa a piedi e nella corsa in bicicletta, dobbiamo trovare il minimo comune multiplo (MCM) dei giorni di allenamento per ciascuna disciplina. Enea si allena nel nuoto ogni 3 giorni, nella corsa a piedi ogni 4 giorni e nella corsa in bicicletta ogni 5 giorni. Il MCM di 3, 4 e 5 è 60, il che significa che si allenerà in tutte e tre le discipline contemporaneamente ogni 60 giorni. Tuttavia, dato che oggi si è allenato nel nuoto e nella corsa in bicicletta e ieri nella corsa a piedi, dobbiamo considerare il ciclo di allenamento attuale. Il prossimo giorno in cui si allenerà in tutte e tre le discipline sarà 15 giorni da oggi, poiché è il primo giorno in cui i cicli di allenamento si allineano dopo il giorno di partenza.

12 di 74 Domande

Le tavole di verità sono tabelle usate nella logica per determinare se, attribuiti i valori di
verità alle proposizioni che la compongono, una determinata proposizione è vera o falsa. Le tabelle di verità della congiunzione (∧), della implicazione (<=>) e della negazione non (ï¿¢), sono rispettivamente: (vedi foto). Qual è la tabella di verità della proposizione: ï¿¢(A <=> B) ∧ (ï¿¢A <=> (ï¿¢B))?

product image













La risposta corretta e' la '

https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2023/03/A.jpg

'.


13 di 74 Domande

Gli organismi eterotrofi:














La risposta corretta e' la '

Acquisiscono energia partendo da sostanze organiche prodotte dagli autotrofi.

'.


14 di 74 Domande

Gli esseri viventi:














La risposta corretta e' la '

Sono tutti composti da cellule.

'.


15 di 74 Domande

Le coppie di basi complementari che si ritrovano nella struttura a doppia elica del DNA sono:














La risposta corretta e' la '

Timina-adenina, citosina-guanina.

'.


16 di 74 Domande

La membrana plasmatica si trova:














La risposta corretta e' la '

In tutte le cellule.

'.


17 di 74 Domande

Una anomalia in cui è presente un cromosoma in più o uno in meno rispetto al normale è detta:














La risposta corretta e' la '

Aneuploidia.

'.


18 di 74 Domande

Nelle cellule che svolgono attività secretoria è particolarmente sviluppato:














La risposta corretta e' la '

L’apparato del Golgi.

'.


19 di 74 Domande

La comparsa di proprietà differenziate in una cellula eucariote è possibile grazie a:














La risposta corretta e' la '

Espressione selettiva di geni specifici.

'.


20 di 74 Domande

Le membrane biologiche sono semipermeabili. Ciò significa che il passaggio di sostanze attraverso di esse:














La risposta corretta e' la '

Non è completamente libero.

'.


21 di 74 Domande

Quale delle seguenti affermazioni non è corretta riguardo alla replicazione del DNA?














La risposta corretta e' la '

La replicazione comporta la formazione di frammenti di Okazaki sia sul filamento guida che su quello in ritardo.

'.


22 di 74 Domande

Le proteine che formano complessi regolativi con le chinasi che governano i processi che avvengono durante le fasi G1, S, G2, ed M del ciclo cellulare sono chiamate:














La risposta corretta e' la '

Cicline.

'.


23 di 74 Domande

La teoria endosimbiotica è proposta per spiegare:














La risposta corretta e' la '

L'origine dei mitocondri e dei cloroplasti.

'.


24 di 74 Domande

La struttura primaria di una proteina:














La risposta corretta e' la '

E' data dalla sequenza degli amminoacidi che la compongono.

'.


25 di 74 Domande

L’energia rilasciata durante il passaggio di elettroni nella catena di trasporto degli elettroni
viene utilizzata per creare, ai due lati della membrana interna dei mitocondri, un gradiente di:














La risposta corretta e' la '

Protoni.

'.


26 di 74 Domande

Quali tra i seguenti ioni o molecole passano per diffusione semplice attraverso il doppio
strato lipidico della membrana plasmatica?














La risposta corretta è la E
Quali tra i seguenti ioni o molecole passano per diffusione semplice attraverso il doppio strato lipidico della membrana plasmatica? Ossigeno. L’ossigeno (O2) è una piccola molecola apolare e non carica, con elevato coefficiente di ripartizione lipidica, quindi attraversa spontaneamente il core idrofobico del doppio strato fosfolipidico seguendo il gradiente di pressione parziale, senza necessità di trasportatori né di ATP. La legge di Fick descrive la sua diffusione, che è favorita da alta solubilità nei lipidi, grande superficie e ridotto spessore di membrana. Al contrario, gli ioni (es. Na+, K+, Cl?) e le molecole polari o di grandi dimensioni incontrano un’elevata barriera energetica dovuta alla carica e alla guaina di idratazione e richiedono canali o trasportatori specifici. Anche l’acqua, pur piccola, è polare e diffonde lentamente; in fisiologia attraversa soprattutto tramite acquaporine. Il potenziale di membrana non influenza O2 perché è elettricamente neutro.

27 di 74 Domande

Gli anticorpi sono:














La risposta corretta e' la '

Proteine in grado di combinarsi con uno specifico antigene.

'.


28 di 74 Domande

Un allele è:














La risposta corretta e' la '

La forma alternativa di un gene presente nello stesso locus di cromosomi omologhi.

'.


29 di 74 Domande

Se una tossina batterica distrugge i ribosomi, quale attività cellulare sarà influenzata per prima?














La risposta corretta e' la '

Sintesi proteica.

'.


30 di 74 Domande

Gli enzimi sono catalizzatori biologici di natura:














La risposta corretta è la D
La risposta “proteica” è corretta perché, nella stragrande maggioranza dei casi, gli enzimi sono proteine globulari la cui struttura tridimensionale crea un sito attivo capace di legare il substrato con elevata specificità e di stabilizzare lo stato di transizione, abbassando l’energia di attivazione senza spostare l’equilibrio della reazione. Catene laterali di amminoacidi polari, acidi o basici nel sito attivo forniscono microambienti chimici per catalisi acido-base, covalente o per effetti elettrostatici. Molti enzimi richiedono cofattori: ioni metallici (per esempio Zn2+, Mg2+, Fe2+) o coenzimi organici derivati da vitamine (NAD+, FAD, coenzima A). La componente proteica priva di cofattore è detta apoenzima; insieme al cofattore forma l’oloenzima funzionalmente attivo. L’attività enzimatica dipende da pH e temperatura, che influenzano la conformazione proteica; denaturazione o misfolding aboliscano la catalisi, a conferma della natura proteica del meccanismo. Pur esistendo rare eccezioni di RNA catalitici (ribozimi), nel contesto della biologia e della medicina l’enunciato generale rimane che gli enzimi sono di natura proteica. Clinicamente, gli enzimi sono centrali nella fisiopatologia, nella diagnosi e nella terapia. Difetti genetici di enzimi causano errori congeniti del metabolismo (per esempio deficit di fenilalanina idrossilasi nella fenilchetonuria o di G6PD con anemia emolitica da stress ossidativo). La misurazione di attività o concentrazioni enzimatiche nel siero supporta la diagnosi: aumento di AST/ALT nelle epatopatie, amilasi e lipasi nella pancreatite, creatin-chinasi e lattato deidrogenasi in danno muscolare. Molti farmaci sono inibitori enzimatici razionalmente disegnati, come le statine che inibiscono la HMG-CoA reduttasi o gli ACE-inibitori che modulano l’enzima di conversione dell’angiotensina. La regolazione allosterica e l’inibizione a feedback coordinano vie metaboliche complesse; la sintesi come zimogeni inattivi e l’attivazione proteolitica (per esempio pepsinogeno in pepsina, enzimi della coagulazione) garantiscono controllo spaziale e temporale della catalisi. Infine, carenze vitaminiche possono compromettere coenzimi essenziali, riducendo la funzione enzimatica, mentre intossicazioni da metalli pesanti inibiscono in modo non competitivo l’attività proteica. Tutti questi aspetti derivano dalla fondamentale natura proteica degli enzimi.

31 di 74 Domande

Quale fra le seguenti non è una funzione del sistema linfatico?














La risposta corretta e' la '

Produzione dei globuli bianchi.

'.


32 di 74 Domande

Il sistema endocrino è in grado di:














La risposta corretta e' la '

Tutte le altre risposte sono corrette.

'.


33 di 74 Domande

Qual è il nome del processo mediante il quale le molecole fluiscono da un'area di maggiore concentrazione a una di minore concentrazione?














La risposta corretta è la A
Il nome del processo mediante il quale le molecole fluiscono da un'area di maggiore concentrazione a una di minore concentrazione è diffusione. La diffusione è un fenomeno fisico fondamentale che si verifica a causa del movimento casuale delle particelle in un fluido, sia esso liquido o gas, e tende a portare a una distribuzione uniforme delle molecole nello spazio disponibile. Questo processo è guidato dal gradiente di concentrazione, ovvero la differenza di concentrazione tra due aree adiacenti, e continua fino a raggiungere l'equilibrio, quando le concentrazioni si uniformano. La diffusione è un concetto chiave in chimica, biologia e fisica, ed è essenziale per processi vitali come lo scambio di gas nei polmoni e la distribuzione di nutrienti e rifiuti nelle cellule. La velocità di diffusione dipende da vari fattori, tra cui la temperatura, la dimensione delle molecole e il mezzo attraverso cui avviene il movimento.

34 di 74 Domande

Il capside di un virus consiste di:














La risposta corretta e' la '

Subunità proteiche.

'.


35 di 74 Domande

Quali gruppi funzionali sono presenti in una molecola di glucosio nella sua forma lineare?














La risposta corretta e' la '

1 gruppo aldeidico e 5 gruppi ossidrilici.

'.


36 di 74 Domande

Quale è la natura del legame O-H nella molecola di acqua?














La risposta corretta è la E
La natura del legame O-H nella molecola di acqua è covalente polare. Questo tipo di legame si forma quando due atomi condividono una coppia di elettroni, ma con una distribuzione disomogenea a causa della differenza di elettronegatività tra gli atomi coinvolti. Nell'acqua, l'ossigeno è più elettronegativo rispetto all'idrogeno, quindi attira maggiormente gli elettroni condivisi verso di sé. Questo crea una parziale carica negativa sull'ossigeno e una parziale carica positiva sugli atomi di idrogeno, conferendo al legame una polarità. La polarità del legame O-H è responsabile delle proprietà uniche dell'acqua, come la sua capacità di formare legami a idrogeno con altre molecole, che a sua volta influenza il suo alto punto di ebollizione e la sua eccellente capacità di solvatazione.

37 di 74 Domande

Un ossidante forte ha:














La risposta corretta è la A
Un ossidante forte ha una spiccata tendenza a ricevere elettroni. Un ossidante è una specie chimica che facilita l'ossidazione di un'altra sostanza accettando elettroni da essa, quindi la sua capacità di agire come ossidante è direttamente correlata alla sua tendenza a ricevere elettroni. Questo avviene perché gli ossidanti forti hanno orbitali vuoti o parzialmente pieni che possono facilmente accogliere elettroni, rendendoli più stabili. Inoltre, gli ossidanti forti spesso possiedono un'alta affinità elettronica, una proprietà che misura quanto energia viene rilasciata quando un elettrone viene aggiunto a un atomo o molecola neutra. Esempi di ossidanti forti includono il permanganato di potassio (KMnO?) e il dicromato di potassio (K?Cr?O?), che sono ampiamente utilizzati in reazioni di ossidazione grazie alla loro capacità di accettare elettroni e facilitare la trasformazione di altre sostanze.

38 di 74 Domande

Dove si trovano i neutroni?














La risposta corretta e' la '

Nel nucleo dell’atomo.

'.


39 di 74 Domande

Nei cosiddetti “saponi” quali molecole organiche ci sono?














La risposta corretta e' la '

Sali di acidi grassi a catena lunga.

'.


40 di 74 Domande

Negli ossiacidi a quale elemento è legato l’idrogeno acido?














La risposta corretta è la C
Negli ossiacidi a quale elemento è legato l’idrogeno acido? La risposta corretta è: all’ossigeno. Negli ossiacidi, l'idrogeno acido è legato all'ossigeno a causa della struttura molecolare di questi composti. Gli ossiacidi sono acidi che contengono ossigeno, idrogeno e almeno un altro elemento, solitamente un non metallo. La caratteristica chiave degli ossiacidi è la presenza di un legame O-H, dove l'ossigeno è legato all'idrogeno. Questo legame è polare, con l'ossigeno che è più elettronegativo rispetto all'idrogeno, creando una parziale carica negativa sull'ossigeno e una parziale carica positiva sull'idrogeno. Questa polarizzazione rende l'idrogeno più suscettibile a essere rilasciato come ione H?, conferendo al composto le sue proprietà acide. La capacità dell'ossigeno di stabilizzare la carica negativa attraverso la risonanza quando l'idrogeno è rilasciato è un altro fattore che facilita la dissociazione dell'ossiacido.

41 di 74 Domande

Si prelevi 1mL di una soluzione 1M di un qualsivoglia soluto. Quanto vale la concentrazione di quel volume di soluzione prelevato?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede: "Si prelevi 1mL di una soluzione 1M di un qualsivoglia soluto. Quanto vale la concentrazione di quel volume di soluzione prelevato?" e la risposta corretta è: "1 M." La concentrazione di una soluzione, espressa in molarità (M), è definita come il numero di moli di soluto per litro di soluzione. Quando si preleva un volume qualsiasi di una soluzione omogenea, come 1 mL da una soluzione 1M, la concentrazione del soluto in quel volume rimane invariata rispetto alla soluzione originale. Questo perché la molarità è una proprietà intensiva, che non dipende dalla quantità di soluzione prelevata ma dalla proporzione tra il numero di moli di soluto e il volume totale della soluzione. Pertanto, anche prelevando solo una piccola porzione di soluzione, la concentrazione rimane 1 M, poiché la distribuzione del soluto è uniforme in tutta la soluzione.

42 di 74 Domande

La costante Kc di una reazione è all'equilibrio:














La risposta corretta è la A

La costante Kc di una reazione all’equilibrio varia solo modificando la temperatura del sistema. La costante di equilibrio Kc è una misura della posizione di equilibrio di una reazione chimica e dipende unicamente dalla temperatura. Quando la temperatura cambia, l'energia cinetica delle molecole coinvolte nella reazione viene alterata, influenzando così la velocità con cui i reagenti si trasformano in prodotti e viceversa. Questo cambiamento nella velocità di reazione altera la posizione di equilibrio, e quindi la costante Kc. Al contrario, variazioni di concentrazione, pressione o volume non influenzano Kc, sebbene possano spostare temporaneamente l'equilibrio secondo il principio di Le Chatelier. Tuttavia, una volta che il sistema si è adattato alle nuove condizioni, la costante di equilibrio ritorna al suo valore originale a meno che la temperatura non sia stata modificata. Pertanto, la temperatura è l'unico fattore che può alterare permanentemente il valore di Kc per una determinata reazione.


43 di 74 Domande

La Kw dell’acqua in una soluzione 10−2 M di KCl a 25°C è:














La risposta corretta e' la '

10−14.

'.


44 di 74 Domande

Quanti elettroni sono contenuti nell’atomo di un elemento con configurazione elettronica [Ne] 3s1 ?














La risposta corretta è la B
La notazione elettronica [Ne] 3s1 indica che l’atomo possiede il “nocciolo” elettronico del neon più un elettrone nel livello 3s. Il neon ha configurazione 1s2 2s2 2p6, per un totale di 10 elettroni. A questi se ne aggiunge uno nel sottolivello 3s, arrivando a 11 elettroni complessivi. In un atomo neutro, il numero di elettroni è uguale al numero atomico (cioè al numero di protoni), quindi un atomo con [Ne] 3s1 ha numero atomico 11. Questa configurazione corrisponde al sodio (Na), un elemento del gruppo 1 (metalli alcalini). La presenza di un unico elettrone di valenza nel guscio 3s spiega sia la posizione nel sistema periodico sia la tendenza del sodio a perdere facilmente quell’elettrone per formare lo ione monovalente Na+. Da [Ne] 3s1 si passa così a [Ne], una configurazione a guscio chiuso energeticamente più stabile, il che rende termodinamicamente favorita la formazione del catione. Il collegamento al contesto clinico è diretto: il sodio è il principale catione del liquido extracellulare e la sua monovalenza (derivata proprio dall’elettrone 3s “facile” da cedere) è alla base delle sue proprietà elettrolitiche. Il gradiente transmembrana di Na+, generato dalla pompa Na+/K+-ATPasi, è essenziale per il potenziale d’azione neuronale e per il cotrasporto di soluti in molti epiteli. Le alterazioni della natriemia (iponatriemia e ipernatriemia) provocano variazioni dell’osmolarità plasmatica e spostamenti di acqua tra compartimenti, con manifestazioni neurologiche che vanno da cefalea e confusione a convulsioni e coma; la gestione clinica mira soprattutto a correggere con cautela l’equilibrio idrico ed elettrolitico. In sintesi, contare gli elettroni nel nucleo “neon-like” (10) più l’elettrone 3s (1) porta a 11 elettroni totali: è questo che rende corretta la risposta 11 e identifica l’elemento come sodio nella sua forma atomica neutra.

45 di 74 Domande

Confrontando le soluzioni 0,1 M di fruttosio (C6H12O6), 0,1 M di cloruro di potassio (KCl) e
0,1 M di cloruro di calcio (CaCl2) a 25° C, si può affermare che:














La risposta corretta e' la '

La soluzione contenente fruttosio è quella con la minore pressione osmotica.

'.


46 di 74 Domande

Alla fine di una reazione equimolare completa di neutralizzazione tra un acido forte monoprotico e una base forte monoprotica in soluzione avremo:














La risposta corretta è la B
Alla fine di una reazione equimolare completa di neutralizzazione tra un acido forte monoprotico e una base forte monoprotica in soluzione avremo un sale che da idrolisi neutra. Questa affermazione è corretta perché quando un acido forte come l'acido cloridrico (HCl) reagisce con una base forte come l'idrossido di sodio (NaOH), i prodotti della reazione sono acqua (H?O) e un sale, in questo caso cloruro di sodio (NaCl). Poiché sia l'acido che la base sono forti, si dissociano completamente in soluzione, e il sale risultante non subisce idrolisi significativa. Di conseguenza, la soluzione finale è neutra, con un pH approssimativamente pari a 7. Questo accade perché gli ioni derivanti dal sale, Na? e Cl?, non reagiscono ulteriormente con l'acqua per alterare il pH della soluzione, a differenza di quanto avverrebbe con sali derivanti da acidi o basi deboli.

47 di 74 Domande

La formula della legge di Henry per il calcolo della concentrazione di un gas in un liquido è:














La risposta corretta è la D
La formula della legge di Henry per il calcolo della concentrazione di un gas in un liquido è C = kP. Questa formula esprime la relazione tra la concentrazione del gas disciolto (C) in un liquido e la pressione parziale del gas (P) sopra il liquido, dove k è la costante di Henry specifica per ogni gas e solvente a una data temperatura. La legge di Henry è fondamentale per comprendere il comportamento dei gas in soluzioni liquide e si applica in condizioni di bassa pressione e temperatura costante, dove le interazioni tra le molecole del gas e del liquido sono deboli e si comportano in modo ideale. La costante k varia con la natura chimica del gas e del solvente, nonché con la temperatura, riflettendo la solubilità del gas nel liquido. Questa legge è utilizzata in molte applicazioni pratiche, come la progettazione di sistemi di aerazione nelle acque reflue e il calcolo della solubilità dei gas nel sangue umano.

48 di 74 Domande

Se l’aggiunta di un sale provoca un innalzamento del pH, questo significa che:














La risposta corretta è la D
Se l’aggiunta di un sale provoca un innalzamento del pH, questo significa che il sale reagendo con l’acqua è andato incontro ad una idrolisi basica. Quando un sale viene disciolto in acqua, può subire un processo di idrolisi in cui gli ioni del sale reagiscono con le molecole d'acqua. Se il sale è derivato da un acido debole e una base forte, come l'acetato di sodio, l'anione del sale (in questo caso l'acetato) tende a reagire con l'acqua per formare l'acido debole corrispondente e ioni idrossido (OH?). Questo aumento della concentrazione di ioni idrossido fa sì che il pH della soluzione aumenti, rendendola basica. L'idrolisi basica è quindi il processo attraverso il quale il sale, in questo contesto, innalza il pH della soluzione. Questo fenomeno non si verifica con sali derivati da acidi forti e basi forti, poiché tali sali non alterano significativamente il pH della soluzione.

49 di 74 Domande

Quale è la formula generale per indicare i termini della serie degli alcani?














La risposta corretta è la C
La formula generale per indicare i termini della serie degli alcani è C?H????. Gli alcani sono idrocarburi saturi, il che significa che contengono solo legami semplici tra atomi di carbonio e la massima quantità possibile di atomi di idrogeno legati a questi carboni. La formula C?H???? riflette questa saturazione: per ogni n atomi di carbonio, ci sono 2n+2 atomi di idrogeno. Questa relazione deriva dal fatto che ogni atomo di carbonio può formare quattro legami covalenti. In una catena lineare di alcani, due di questi legami sono utilizzati per connettere il carbonio ai suoi vicini nella catena, mentre i restanti due legami sono con atomi di idrogeno. Gli atomi di carbonio terminali, invece, si legano a tre atomi di idrogeno ciascuno, giustificando così il +2 nella formula generale. Questa struttura conferisce agli alcani la loro caratteristica stabilità chimica e contribuisce alle loro proprietà fisiche, come la tendenza a essere non polari e insolubili in acqua.

50 di 74 Domande

Il composto che ha formula CH3-CH2-CHOH-CH2-CH3 :














La risposta corretta è la E
Il composto che ha formula CH?-CH?-CHOH-CH?-CH? è un alcol secondario. La struttura della molecola mostra un gruppo -OH legato al secondo atomo di carbonio della catena principale, che è composta da cinque atomi di carbonio in totale. Un alcol è classificato come secondario quando il gruppo ossidrilico (-OH) è attaccato a un atomo di carbonio che è a sua volta legato ad altri due atomi di carbonio. Nel caso di CH?-CH?-CHOH-CH?-CH?, l'atomo di carbonio centrale (il terzo nella catena) è legato a due gruppi etilici (CH?-CH?) e a un gruppo metilico (CH?), soddisfacendo quindi la definizione di alcol secondario. Questa configurazione conferisce al composto caratteristiche chimiche specifiche, come la capacità di ossidarsi a chetoni, distinguendolo dagli alcoli primari e terziari che presentano diverse reattività e proprietà fisiche.

51 di 74 Domande

In un sistema di riferimento inerziale, un punto materiale che si muove di moto circolare uniforme:














La risposta corretta e' la '

E' soggetto a una forza centripeta.

'.


52 di 74 Domande

Sia F la forza di attrazione gravitazionale tra le masse m1 e m2 poste a distanza r. Quanto vale la forza di attrazione se si raddoppia ciascuna massa e si quadruplica la loro distanza?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quanto vale la forza di attrazione gravitazionale tra due masse se si raddoppia ciascuna massa e si quadruplica la loro distanza, con la risposta corretta che è F/4. La forza di attrazione gravitazionale tra due masse m? e m? è data dalla formula F = G * (m? * m?) / r², dove G è la costante gravitazionale. Se si raddoppiano le masse, la nuova forza diventa F' = G * (2m? * 2m?) / (4r)². Semplificando, si ha F' = G * (4m? * m?) / 16r², che si riduce ulteriormente a F' = (G * m? * m?) / 4r². Poiché l'espressione originale per la forza F era G * m? * m? / r², si vede che la nuova forza F' è un quarto della forza originale, quindi F/4. Questo dimostra che, raddoppiando le masse e quadruplicando la distanza, la forza di attrazione gravitazionale si riduce a un quarto del suo valore iniziale.

53 di 74 Domande

Un pendolo semplice di massa M = 2 Kg e lunghezza L = 9,8 m ha un periodo di oscillazione di:














La risposta corretta è la D
Un pendolo semplice di massa M = 2 Kg e lunghezza L = 9,8 m ha un periodo di oscillazione di 2? s. La risposta è corretta perché il periodo di oscillazione di un pendolo semplice è dato dalla formula T = 2??(L/g), dove T è il periodo, L è la lunghezza del pendolo e g è l'accelerazione di gravità, che sulla superficie terrestre è approssimativamente 9,8 m/s². Inserendo i valori nella formula, otteniamo T = 2??(9,8/9,8), che si semplifica a T = 2??1. Poiché ?1 = 1, il periodo T risulta essere 2? secondi. La massa del pendolo non influisce sul periodo di oscillazione in un pendolo semplice ideale, poiché la formula dipende solo dalla lunghezza del pendolo e dall'accelerazione di gravità.

54 di 74 Domande

Il momento di una forza F applicata nel punto A rispetto ad un punto O:














La risposta corretta è la E
Il momento di una forza F applicata nel punto A rispetto ad un punto O è un vettore perpendicolare al piano generato da F e dal vettore che collega O ad A. Questa definizione si basa sulla regola del prodotto vettoriale, dove il momento della forza, noto anche come momento torcente o semplicemente momento, è calcolato come il prodotto vettoriale tra il vettore posizione r, che va da O ad A, e la forza F. Il risultato di questo prodotto è un vettore che non giace nel piano formato da r e F, ma è perpendicolare ad esso, seguendo la regola della mano destra. La direzione di questo vettore fornisce l'asse attorno al quale la forza tende a far ruotare l'oggetto, mentre la sua grandezza è proporzionale alla capacità della forza di generare rotazione. Questo concetto è fondamentale in fisica, soprattutto nel contesto della meccanica dei corpi rigidi, dove il momento gioca un ruolo cruciale nell'analisi dei sistemi in equilibrio e in movimento.

55 di 74 Domande

Quanto vale 2012 − 1992?














La risposta corretta e' la '

800.

'.


56 di 74 Domande

Il prodotto √2 ⋅ 3√4 ⋅ 4√8 è uguale a:














La risposta corretta è la A
Il prodotto ?2 · ³?4 · ??8 è uguale a 2 ¹²?2¹¹. Per risolvere il problema, dobbiamo esprimere ogni radice come una potenza con esponente frazionario: ?2 è uguale a 2^(1/2), ³?4 è uguale a 4^(1/3) e ??8 è uguale a 8^(1/4). Riscriviamo 4 e 8 come potenze di 2: 4 = 2^2 e 8 = 2^3. Quindi, ³?4 diventa (2^2)^(1/3) = 2^(2/3) e ??8 diventa (2^3)^(1/4) = 2^(3/4). Ora possiamo moltiplicare le potenze di 2: 2^(1/2) · 2^(2/3) · 2^(3/4). Sommiamo gli esponenti: 1/2 + 2/3 + 3/4. Per sommare queste frazioni, troviamo un denominatore comune, che è 12: 1/2 = 6/12, 2/3 = 8/12, 3/4 = 9/12. Quindi, 6/12 + 8/12 + 9/12 = 23/12. La risposta finale è 2^(23/12), che possiamo riscrivere come 2^(12/12) · 2^(11/12) = 2 · ¹²?2¹¹, che è esattamente 2 ¹²?2¹¹, confermando la risposta corretta.

57 di 74 Domande

Il logaritmo in base 5 di 250 è uguale a:














La risposta corretta è la B
Il logaritmo in base 5 di 250 è uguale a 3 + log5 2. Questa affermazione è corretta perché il numero 250 può essere scomposto nei suoi fattori primi come 250 = 5³ × 2. Utilizzando le proprietà dei logaritmi, in particolare quella che afferma che il logaritmo di un prodotto è uguale alla somma dei logaritmi dei singoli fattori, possiamo scrivere log5(5³ × 2) come log5(5³) + log5(2). Il logaritmo di 5³ in base 5 è semplicemente 3, poiché la base e l'argomento del logaritmo sono uguali, e quindi la potenza si porta fuori dal logaritmo. Pertanto, log5(250) si semplifica a 3 + log5(2), confermando la correttezza della risposta data.

58 di 74 Domande

Il polinomio 27x3 + 8 si fattorizza come:














La risposta corretta è la D
Il polinomio 27x³ + 8 si fattorizza come (3x + 2)(9x² ? 6x + 4). Questa fattorizzazione è un esempio della scomposizione di un polinomio del tipo somma di cubi, poiché 27x³ è il cubo di 3x e 8 è il cubo di 2. La formula generale per la scomposizione della somma di cubi, a³ + b³, è (a + b)(a² ? ab + b²). Applicando questa formula, identifichiamo a come 3x e b come 2, ottenendo (3x + 2) come il primo fattore. Il secondo fattore, 9x² ? 6x + 4, deriva dal calcolo di a² ? ab + b², dove a² è (3x)² = 9x², ab è (3x)(2) = 6x, e b² è 2² = 4. Questa scomposizione è corretta poiché moltiplicando i fattori si ottiene il polinomio originale, confermando la validità della fattorizzazione.

59 di 74 Domande

Le soluzioni della disequazione x2 − x − 6 < 0 sono:














La risposta corretta è la A
Le soluzioni della disequazione x² - x - 6 < 0 sono: -2 < x < 3. Per risolvere la disequazione, iniziamo trovando le radici dell'equazione quadratica associata x² - x - 6 = 0, che si ottengono fattorizzando il trinomio come (x - 3)(x + 2) = 0, da cui ricaviamo le radici x = 3 e x = -2. Queste radici dividono la retta reale in tre intervalli: x < -2, -2 < x < 3, e x > 3. Per determinare in quale intervallo la disequazione è soddisfatta, scegliamo un valore di prova da ciascun intervallo e lo sostituiamo nell'espressione x² - x - 6. Scegliendo x = -3, x = 0, e x = 4, troviamo che solo per x = 0, che appartiene all'intervallo -2 < x < 3, l'espressione risulta negativa, confermando che questo è l'intervallo di soluzioni della disequazione.

60 di 74 Domande

Quale di queste uguaglianze è corretta?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede quale di queste uguaglianze è corretta e la risposta corretta è rappresentata dall'immagine "https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2023/03/A-1.jpg". Per determinare quale uguaglianza sia corretta, è necessario esaminare attentamente le espressioni matematiche o le equazioni presentate nell'immagine. L'uguaglianza corretta è quella che rispetta le regole matematiche fondamentali, come le proprietà delle operazioni aritmetiche, le identità algebriche o le leggi di equivalenza. Se si tratta di un'equazione, ad esempio, entrambe le parti dell'equazione devono essere uguali quando si sostituiscono le variabili con valori specifici o quando si semplificano le espressioni. È possibile che l'immagine rappresenti una semplificazione corretta di un'espressione complessa o una trasformazione valida di un'equazione, confermando così la sua correttezza. Per verificare questa correttezza, è utile controllare ogni passaggio dell'equazione o dell'espressione per assicurarsi che ogni trasformazione sia giustificata e conforme alle regole matematiche.

61 di 74 Domande

Quale delle seguenti rette è perpendicolare alla retta di equazione y = 2x + 3 ?














La risposta corretta è la B
La retta perpendicolare alla retta di equazione y = 2x + 3 è quella rappresentata dall'immagine nel link: https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2023/03/A-2.jpg. Per determinare quale retta sia perpendicolare a un'altra, è necessario considerare il coefficiente angolare (pendenza) della retta originale. La retta data ha un coefficiente angolare di 2. Le rette perpendicolari hanno coefficienti angolari che sono reciproci e di segno opposto. Pertanto, il coefficiente angolare della retta perpendicolare deve essere -1/2. La retta corretta dovrebbe quindi avere un'equazione del tipo y = -1/2x + b, dove b è un termine noto qualsiasi. L'immagine nel link fornito deve rappresentare una retta con tale coefficiente angolare, confermando così che è perpendicolare alla retta data.

62 di 74 Domande

Il prodotto vettoriale di due vettori perpendicolari è:














La risposta corretta è la D
Il prodotto vettoriale di due vettori perpendicolari è un vettore di modulo pari al prodotto dei moduli, con direzione perpendicolare ai due vettori e verso in accordo alla regola della mano destra. Questa affermazione è corretta perché il prodotto vettoriale di due vettori \(\mathbf{a}\) e \(\mathbf{b}\), denotato come \(\mathbf{a} \times \mathbf{b}\), è definito come un vettore il cui modulo è dato da \(|\mathbf{a}||\mathbf{b}|\sin\theta\), dove \(\theta\) è l'angolo tra i due vettori. Quando i vettori sono perpendicolari, \(\theta = 90^\circ\) e quindi \(\sin\theta = 1\), rendendo il modulo del prodotto vettoriale semplicemente \(|\mathbf{a}||\mathbf{b}|\). La direzione del vettore risultante è determinata dalla regola della mano destra, che stabilisce che se si posiziona la mano destra in modo che le dita seguano la direzione del primo vettore \(\mathbf{a}\) e si chiudano verso il secondo vettore \(\mathbf{b}\), il pollice esteso indicherà la direzione del prodotto vettoriale. Questa proprietà è fondamentale in fisica e ingegneria per determinare direzioni e sensi di rotazione in sistemi tridimensionali.

63 di 74 Domande

Determinare da che altezza deve essere lasciato cadere un grave per raggiungere il suolo in 2s (si trascuri la resistenza dell’aria):














La risposta corretta è la E
Determinare da che altezza deve essere lasciato cadere un grave per raggiungere il suolo in 2s (si trascuri la resistenza dell'aria): la risposta corretta è circa 19,6 m. Per calcolare l'altezza da cui deve essere lasciato cadere il grave, si utilizza la formula del moto rettilineo uniformemente accelerato, in particolare la relazione \( h = \frac{1}{2} g t^2 \), dove \( h \) è l'altezza, \( g \) è l'accelerazione di gravità (approssimata a 9,8 m/s²) e \( t \) è il tempo di caduta. Sostituendo i valori dati, si ottiene \( h = \frac{1}{2} \times 9,8 \times (2)^2 = \frac{1}{2} \times 9,8 \times 4 = 19,6 \) metri. Questo calcolo presuppone l'assenza di resistenza dell'aria e un campo gravitazionale uniforme, condizioni ideali che permettono di applicare direttamente la formula per ottenere la distanza percorsa in caduta libera.

64 di 74 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


65 di 74 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


66 di 74 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


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Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


68 di 74 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


69 di 74 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


70 di 74 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


71 di 74 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


72 di 74 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


73 di 74 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


74 di 74 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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