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1 di 92 Domande

“Arrivare a una comprensione del Furioso, non dico piena ma ricca, non è facile, come non lo è per ogni libro che abbia molte facce diverse. Occorrerebbe (...) poter afferrare la ricchezza poliedrica del mondo ariostesco nella sua molteplicità sfaccettata (...) E bisognerebbe poter apprezzare la maestria con cui il narratore struttura la sua opera intrecciando tanti fili e portandoli tutti avanti con perspicua chiarezza; (... ) Bisognerebbe insomma possedere una cultura letteraria acquisita con il lavoro di una vita e insieme una umanità intelligente e una sensibilità acuta per l’arte ... Un patrimonio quasi impossibile da mettere insieme, e chi può sperare di possederlo? Solo gli sciocchi possono sperare di raggiungere tanta profondità di comprensione perché in possesso di questa o di quella competenza settoriale, o perché asserviti all’ultimo metodo venuto di moda.

Ma è sufficiente, per un’opera come l’Orlando Furioso, anche accontentarsi di meno, assai meno. Procurarsi le informazioni indispensabili, liberarsi di ideologismi e preconcetti scolastici, e leggere ... con il gusto di leggere, sapendo che un’opera letteraria è frutto, e quindi può esser fonte, di mille interessi e piaceri diversi: godere con umiltà di quelle invenzioni, di quel narrare sapientemente orchestrato, di quella musicale armonia.

Io, purtroppo, so poco o niente di musica, ignoro le nozioni elementari necessarie ad analizzare la struttura di un brano, e sono, lo so, incapace di spiegarmi tecnicamente le emozioni che mi procura l’ascolto. Ma non per questo rinuncio a sentir musica, anzi! Ascolto e riascolto, conscio che tanto di quell’arte e del godimento che essa potrebbe procurarmi mi è precluso per sempre; ma tuttavia ascolto, e godo quello che natura e cultura consentono. Non dovrebbe esser lo stesso per chi è poco esperto di letteratura, ma non per questo è disposto a rinunciare alla ricchezza di conoscenze e di gioia che un’opera letteraria come il Furioso racchiude?

da Giuseppe Petronio, “Il piacere di leggere”, Oscar Mondadori.

Tra le definizioni sotto elencate di cinque parole che compaiono, sottolineate, nello scritto di Giuseppe Petronio, una è imprecisa:














La risposta corretta e' la '

Perspicua: pronta, perspicace

'.


2 di 92 Domande

Tra le seguenti funzioni, UNA SOLA NON appartiene al Presidente della Repubblica. Quale?














La risposta corretta è la E
Tra le seguenti funzioni, UNA SOLA NON appartiene al Presidente della Repubblica. Quale? Presiede la Corte Costituzionale. La funzione di presiedere la Corte Costituzionale non rientra tra i compiti del Presidente della Repubblica italiana, poiché tale ruolo è riservato al Presidente della Corte Costituzionale stessa. Il Presidente della Repubblica ha invece il compito di nominare cinque giudici costituzionali, ma non ha alcun potere di presiedere la Corte. Tra le altre funzioni del Presidente della Repubblica vi sono la promulgazione delle leggi, l'autorizzazione alla presentazione dei disegni di legge governativi e la nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri. Queste funzioni sono espressamente previste dalla Costituzione Italiana, che definisce il ruolo del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione e rappresentante dell'unità nazionale, ma non gli conferisce alcun ruolo diretto nell'amministrazione o nella presidenza della Corte Costituzionale.

3 di 92 Domande

"Leggendo che cinque milioni di pensionati percepiscono al lordo meno di un milione al mese, e immaginando che la gran parte di loro siano sposati, mi sono chiesto come mai in Italia questi dieci milioni di settantenni poveri non abbiano ancora organizzato la marcia su Roma (1) dei vecchietti. E, aiutati magari dai figli e dai nipoti, non facciano scoppiare il Sessantotto al contrario, con bivacchi e occupazioni, e non scaglino le loro dentiere contro i politici allo stesso modo in cui Enrico Toti (2) scagliò la sua stampella. Se si mette da parte l'indignazione, che è una pessima consigliera, soprattutto nel giornalismo, ci si accorge che questi vecchietti poveri sono per la gran parte esercenti, venditori ambulanti, lavoratori autonomi, gestori di bar, meccanici, panettieri e pescivendoli. Costituiscono insomma quel "tessuto" sociale così fitto soprattutto nelle città meridionali, da Catania sino a Roma. E' l'Italia straordinariamente vasta del piccolo commercio al dettaglio. E trattandosi di settantenni è chiaro che stiamo parlando del boom economico, quell'Italia furba che si rimboccava le maniche, l'Italia estrosa ed estroversa ma cafona e illegale, quella che si dava da fare in tutti i modi e mai si fidava dello Stato che, per chi veniva dalla seconda guerra mondiale (3), era lo Stato dell'otto settembre (4) e del tutti a casa, lo Stato del privilegio sbracato e dell'ingiustizia di classe. Quest'esercito di pensionati è dunque in gran parte ciò che resta dell'Italia che dichiarava un reddito inferiore a ciò che effettivamente percepiva, che si arrangiava e risparmiava, e investiva costruendo dovunque case di ogni genere, sempre affidate ai geometri e mai agli ingegneri, l'Italia dell'illegalità diffusa che sempre era in guerra con lo Stato e perciò evadeva le tasse ed era orgogliosa di evaderle. E se oggi quegli ex giovanotti settantenni percepiscono pensioni così ridicole è anche perché versavano contributi più bassi di quelli che avrebbero dovuto versare in base al reddito effettivo. Sono dati questi sulle pensioni che, invece di indignare, dovrebbero favorire l'intelligenza di un Paese complicato e dovrebbero metterci in guardia dalle crociate (5) moralistiche contro un'evasione fiscale che non era composta solo dall'evasione del ricco, dai conti in nero dell'imprenditore truffatore o del boss mafioso. C'è stata in questo Paese un'evasione fiscale diffusa alla quale si deve la protezione del piccolo benessere e la vitalità del piccolo risparmio, un'evasione che ha garantito il futuro molto più e molto meglio della pensione. Molti di quei ragazzi che evadevano sono oggi vecchietti poveri ma tranquilli che non assaltano i supermercati e si accontentano di pensioni insufficienti a pagare affitto, acqua, luce e telefono, proprio perché hanno assicurato, grazie all'evasione fiscale, una casetta (abusiva e sanata) a se stessi e magari pure ai figli."

Da Francesco Merlo, Il paradiso dei vecchietti in nero, in "Fratelli d'Italia", Corriere della sera, 7/9/2000

Tra le seguenti considerazioni che riassumono alcune delle tesi sostenute da Francesco Merlo nell'articolo riportato al quesito 67, individuate QUELLA CHE TRAVISA il pensiero dell'autore:














La risposta corretta e' la '

le pensioni basse che gli attuali "vecchietti" percepiscono dipendono dallo scarso riconoscimento, da parte dello Stato, del lavoro che essi hanno svolto e dalla svalutazione dei contributi, a loro tempo consistenti, che essi hanno pagato

'.


4 di 92 Domande

Una delle componenti del moderno _________ è __________(la dottrina secondo cui la verità è relativa al nostro ambiente intellettuale, ambiente che si suppone determini in qualche modo la cornice all’interno della quale siano in grado di pensare: che la verità possa cambiare da una cornice all’altra) e, in particolare, la dottrina che sostiene l’impossibilità della reciproca comprensione tra differenti culture, generazioni, o periodi storici - anche all’interno della scienza, e persino della fisica.
Karl R. Popper, Il mito della cornice, Il Mulino, 1994

Scegliete la coppia che, nell’ordine, completa il senso della frase di Popper:














La risposta corretta e' la '

irrazionalismo, il relativismo

'.


5 di 92 Domande

Individua l'abbinamento ERRATO:














La risposta corretta è la B
La domanda chiede di individuare l'abbinamento ERRATO e la risposta corretta è "Stoccolma - Pont du Gard". Stoccolma è la capitale della Svezia, mentre il Pont du Gard è un antico acquedotto romano situato nel sud della Francia, vicino a Nîmes. Pertanto, l'abbinamento tra Stoccolma e Pont du Gard è errato perché non c'è alcuna relazione geografica o storica diretta tra la città svedese e il monumento francese. Al contrario, le altre opzioni presenti nella domanda dovrebbero rappresentare abbinamenti corretti tra località e monumenti o caratteristiche distintive associate a esse. Questo tipo di domanda richiede una conoscenza di base della geografia e dei monumenti storici per identificare correttamente le associazioni errate.

6 di 92 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


7 di 92 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

8 di 92 Domande

In un'aula scolastica, durante la ricreazione, 14 studenti stanno seduti, 8 mangiano la pizza. Con questi dati si può concludere con certezza che il numero totale N degli studenti è:














La risposta corretta e' la '

N≥14

'.


9 di 92 Domande

"La conoscenza aumenta sicuramente nel corso degli studi scolastici medi, mentre dopo il diploma della Scuola Media Superiore sono possibili sia un aumento che una diminuzione delle nozioni non utilizzate nella vita. In ogni caso, la conoscenza si modifica sostanzialmente quando lo studente entra nell'Università". Quale delle seguenti affermazioni NON può essere dedotta dalla lettura del brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Le nozioni acquisite durante gli studi medi vanno perdute all'Università

'.


10 di 92 Domande

Il romanzo "Va dove ti porta il cuore" è stato scritto da:














La risposta corretta e' la '

Susanna Tamaro

'.


11 di 92 Domande

E' stato recentemente deliberato dal Parlamento italiano che il 9 maggio di ogni anno sia:














La risposta corretta e' la '

la giornata che ricorda le vittime del terrorismo

'.


12 di 92 Domande

Una delle seguenti affermazioni è FALSA. Quale?














La risposta corretta e' la '

Giuseppe Ungaretti vinse il premio Nobel per la letteratura

'.


13 di 92 Domande

Scegliere nella espressione X : grande = poco : Y la coppia X ed Y più plausibile in modo che, tra le varie alternative, il rapporto tra il primo e secondo termine sia simile o analogo a quello tra terzo e quarto.














La risposta corretta e' la '

X = piccolo, Y = molto

'.


14 di 92 Domande

Il susseguirsi delle stagioni per una stessa località della Terra dipende:














La risposta corretta e' la '

dall'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano dell'orbita

'.


15 di 92 Domande

Ad una festa partecipano 8 studenti, i quali complessivamente possiedono 17 cellulari. Determinare quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera.














La risposta corretta è la A
Alla festa partecipano 8 studenti, i quali complessivamente possiedono 17 cellulari, e la risposta corretta è che almeno un ragazzo possiede almeno 3 cellulari. Questa affermazione è vera perché, se ciascuno degli 8 studenti possedesse al massimo 2 cellulari, il numero totale di cellulari sarebbe 8 × 2 = 16, che è inferiore ai 17 cellulari posseduti complessivamente. Pertanto, per raggiungere il totale di 17, almeno uno studente deve possedere almeno un cellulare in più rispetto alla media massima di 2 cellulari per studente, il che implica che almeno un ragazzo deve avere almeno 3 cellulari. Questa deduzione si basa sul principio matematico del piccione, che afferma che se si distribuiscono più oggetti in un numero inferiore di contenitori, almeno un contenitore conterrà più di un oggetto.

16 di 92 Domande

Individuare la coppia nella quale i termini NON rimandano al medesimo prefisso:














La risposta corretta e' la '

Misofobia- misogamia

'.


17 di 92 Domande

"Gli stimolatori cardiaci vengono ormai sistematicamente impiantati nel corpo dei pazienti. Degli elettrodi, generalmente di platino per evitare reazioni chimiche, sono fissati al cuore o al tessuto circostante, e attraverso di essi vengono inviati impulsi generati da un circuito elettrico. L'energia elettrica necessaria è fornita da pile al mercurio. Il paziente deve essere operato ogni anno e mezzo o due anni per il ricambio delle pile". Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal precedente testo?














La risposta corretta e' la '

Lo stato di carica delle batterie va controllato frequentemente

'.


18 di 92 Domande

Quale tra le seguenti espressioni può essere considerata un contrario di "avere fegato"?














La risposta corretta e' la '

Essere pavido

'.


19 di 92 Domande

Condizione sufficiente, ma non necessaria, affinchè al Liceo Pitagora l'anno scolastico si concluda con una festa è che le interrogazioni terminino entro la fine del mese di maggio. Determinare quale delle seguenti situazioni è INCOMPATIBILE con l'affermazione precedente.














La risposta corretta e' la '

Nel 2008 le interrogazioni sono terminate a marzo, e poi non c'è stata la festa

'.


20 di 92 Domande

Gli ospedali tentano di ridurre le infezioni causate da batteri richiedendo al personale e ai visitatori di usare soluzioni anti-batteriche prima di accedere ai reparti. Test di laboratorio hanno dimostrato che l'utilizzo di candele contenenti olii essenziali permette di eliminare batteri come l'Escherichia Coli e lo Stafilococco meticillino-resistente (MRSA): queste candele sono state accese e fatte consumare per alcune ore in una stanza chiusa ermeticamente al cui interno erano presenti tali batteri, eliminandoli. La lotta contro le infezioni causate da questi batteri prosegue, ma queste candele ne rappresentano chiaramente la soluzione. Su quale supposizione implicita si basa il brano precedente?














La risposta corretta e' la '

Se negli ospedali si utilizzassero candele contenenti olii essenziali, si otterrebbero gli stessi risultati dei test di laboratorio

'.


21 di 92 Domande

Quale tra le seguenti personalità politiche italiane NON è mai stato eletto Presidente della Repubblica?














La risposta corretta e' la '

Giovanni Spadolini

'.


22 di 92 Domande

Leggere il testo del seguente problema. Sara, Giulia, Elena e Laura hanno ognuna un mezzo di trasporto: un'auto, una moto, una bicicletta e un fuoristrada, tra loro di colore diverso. I colori dei mezzi di trasporto sono: verde, blu, rosso, nero. Si sa che:

1. la moto appartiene a Sara mentre Laura non possiede un'auto;

2. il mezzo di trasporto di Elena è di colore nero; 3. l'auto è di colore blu e la bicicletta è rossa. Quale mezzo di trasporto è posseduto da Giulia?














La risposta corretta è la B
Il mezzo di trasporto posseduto da Giulia è l'auto. Per determinare quale mezzo possiede Giulia, iniziamo dalle informazioni date: sappiamo che la moto è di Sara e Laura non possiede un'auto, quindi l'auto non può essere di Laura. Inoltre, Elena ha un mezzo di colore nero, ma l'auto è blu, quindi Elena non può avere l'auto. Rimane quindi che Giulia possiede l'auto. Dato che la bicicletta è rossa e il mezzo di Elena è nero, l'auto blu non può essere di Elena, confermando che Giulia ha l'auto. Pertanto, incrociando le informazioni, possiamo concludere che l'auto, di colore blu, è il mezzo di trasporto di Giulia.

23 di 92 Domande

Per la festa di Michele, Nicolò ha acquistato 50 dolci fra pain au chocolat, croissant, pain au raisin e madeleine. 36 non sono croissant, 39 non sono madeleine e i pain au chocolat sono uno in più dei pain au raisin. Quanti sono i pain au chocolat?














La risposta corretta e' la '

13

'.


24 di 92 Domande

Quale fra i seguenti non è un museo parigino?














La risposta corretta e' la '

Madame Tussauds.

'.


25 di 92 Domande

Per una serata di assaggio vini Nicolò e Michele portano rispettivamente 5 e 3 bottiglie di vini differenti ciascuna del costo di 15 euro. Tommaso terzo e ultimo partecipante alla serata non porta alcuna bottiglia ma contribuisce alla spesa dei vini con 40 euro. Come devono suddividere i 40 euro Nicolò e Michele in modo che ciascuno contribuisca alla spesa in modo eguale?














La risposta corretta e' la '

35 euro Nicolò, 5 euro Michele.

'.


26 di 92 Domande

Inserire il numero mancante nella serie: 3 7 15 31 63 ...














La risposta corretta è la C
Inserire il numero mancante nella serie: 3 7 15 31 63 ... La risposta corretta è 127. Questa serie numerica segue una progressione in cui ciascun numero è ottenuto moltiplicando il numero precedente per 2 e poi sottraendo 1. Partendo da 3, si moltiplica per 2 ottenendo 6 e sottraendo 1 si ottiene 7. Lo stesso processo si applica a 7: 7 moltiplicato per 2 dà 14, e sottraendo 1 si ottiene 15. Continuando con questo schema, 15 moltiplicato per 2 è 30, meno 1 è 31, e così via. Pertanto, dopo 63, si moltiplica per 2 ottenendo 126 e sottraendo 1 si ottiene 127, confermando che 127 è il numero mancante nella serie.

27 di 92 Domande

Aggiungi la lettera mancante : B E I P ?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di aggiungere la lettera mancante nella sequenza "B E I P ?", con la risposta corretta "V". La sequenza segue un modello basato sulla posizione delle lettere nell'alfabeto inglese, incrementando progressivamente il numero di posizioni tra una lettera e l'altra. La lettera "B" è la seconda nell'alfabeto, "E" è la quinta, "I" è la nona e "P" è la sedicesima. La differenza tra le posizioni delle lettere è rispettivamente 3, 4 e 7. Continuando questo schema, la differenza successiva dovrebbe essere 9, quindi aggiungendo 9 alla posizione di "P" (16), si ottiene 25, che corrisponde alla lettera "Y". Tuttavia, sembra esserci un errore nella risposta fornita, poiché "V" corrisponde alla posizione 22, non 25.

28 di 92 Domande

In uno zoo ci sono trenta teste e cento zampe. Quanti quadrupedi e quanti uccelli vivono nello zoo?














La risposta corretta è la A
In uno zoo ci sono trenta teste e cento zampe. Quanti quadrupedi e quanti uccelli vivono nello zoo? La risposta corretta è: 10 uccelli e 20 quadrupedi. Per risolvere il problema, si parte dall'informazione che ogni animale ha una testa, quindi il numero totale di animali è 30. Se indichiamo con Q il numero di quadrupedi e con U il numero di uccelli, abbiamo il sistema di equazioni: Q + U = 30 e 4Q + 2U = 100, dove la prima equazione rappresenta il numero totale di teste e la seconda il numero totale di zampe. Risolvendo il sistema, possiamo ricavare U = 30 - Q dalla prima equazione e sostituirlo nella seconda, ottenendo 4Q + 2(30 - Q) = 100. Semplificando, si arriva a 4Q + 60 - 2Q = 100, quindi 2Q = 40, da cui Q = 20. Sostituendo Q = 20 nella prima equazione, otteniamo U = 30 - 20 = 10. Pertanto, ci sono 10 uccelli e 20 quadrupedi nello zoo.

29 di 92 Domande

Sillogismo alfabetico AZ BV CU DT ES:














La risposta corretta è la B
La sequenza proposta è composta da coppie di lettere con un doppio andamento ordinato e opposto: la prima lettera avanza di un posto nell’alfabeto, la seconda arretra di un posto. Osserviamo le coppie: A–Z, B–V, C–U, D–T, E–S. Le prime lettere seguono chiaramente l’ordine crescente A, B, C, D, E, dunque la successiva è F. Le seconde lettere procedono in ordine decrescente: dopo Z, la sequenza si stabilizza in passi di uno verso sinistra: V, U, T, S; la lettera che segue è R. Combinando i due andamenti si ottiene F–R, cioè FR, che rappresenta la prosecuzione coerente del pattern. Un possibile equivoco è attendersi le coppie “complementari” classiche A–Z, B–Y, C–X, ecc. Qui, però, dopo la coppia iniziale A–Z, la seconda colonna procede in modo consecutivo all’indietro a partire da V e non segue più la corrispondenza speculare rispetto all’alfabeto. Verificando passo a passo, la regolarità è costante: +1 sulla prima lettera e ?1 sulla seconda a ogni transizione da una coppia alla successiva. Da E–S si passa quindi a F–R. Questo tipo di quesito allena riconoscimento di pattern, attenzione selettiva e memoria di lavoro, abilità che in ambito clinico sono rilevanti nella valutazione delle funzioni esecutive e del set-shifting. Compiti di sequenziamento alternato e progressioni/retrocessioni ordinate dell’alfabeto sono spesso utilizzati in batterie neuropsicologiche per esplorare la flessibilità cognitiva, l’aggiornamento del contenuto in memoria e la capacità di mantenere una regola mentre si inibiscono risposte automatiche. In pratica, la corretta soluzione richiede di estrarre la regola, mantenerla attiva mentalmente e applicarla senza errori cumulativi. La risposta FR dimostra l’applicazione coerente della regola identificata e conferma l’integrità del processo di astrazione e di controllo dell’attenzione che il quesito intende sondare.

30 di 92 Domande

Chi ha progettato la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze?














La risposta corretta e' la '

Brunelleschi

'.


31 di 92 Domande

In cosa consiste il fenomeno dell'osmosi?














La risposta corretta e' la '

Tendenza di un solvente ad attraversare una membrana semipermeabile

'.


32 di 92 Domande

Quanti cromosomi sono contenuti in uno spermatozoo umano?














La risposta corretta e' la '

23

'.


33 di 92 Domande

Quali delle seguenti cellule sono capaci di espletare la fagocitosi?














La risposta corretta e' la '

I globuli bianchi

'.


34 di 92 Domande

Quale di queste cellule dell'uomo si muove mediante un flagello?














La risposta corretta e' la '

Spermatozoo

'.


35 di 92 Domande

Indicare lo ione solfuro:














La risposta corretta e' la '

S2-

'.


36 di 92 Domande

Indicare il solo processo che rappresenta una trasformazione chimica.














La risposta corretta è la C
Indicare il solo processo che rappresenta una trasformazione chimica, la risposta corretta è: salificazione. La salificazione è un processo chimico in cui un acido e una base reagiscono per formare un sale e acqua, rappresentando una trasformazione chimica poiché i reagenti si combinano per formare nuovi prodotti con proprietà chimiche diverse. Durante questa reazione, i legami chimici tra gli atomi degli acidi e delle basi vengono rotti e riformati per creare il sale, il che implica un cambiamento nella composizione chimica delle sostanze coinvolte. A differenza dei processi fisici, che non alterano la struttura molecolare delle sostanze, la salificazione è un vero cambiamento chimico poiché comporta la formazione di nuovi legami chimici. Altri processi come la fusione o l'evaporazione sono invece trasformazioni fisiche, poiché non comportano modifiche nella composizione chimica delle sostanze, ma solo un cambiamento di stato fisico. Pertanto, la salificazione è un chiaro esempio di reazione chimica, giustificando la scelta come risposta corretta alla domanda.

37 di 92 Domande

La terza parte di un angolo retto misura:














La risposta corretta è la A
La terza parte di un angolo retto misura π/6 radianti. Un angolo retto misura 90 gradi, che è equivalente a π/2 radianti. Per trovare la terza parte di un angolo retto in radianti, è necessario dividere π/2 per 3. Effettuando il calcolo, π/2 diviso per 3 risulta in π/6 radianti. Questo calcolo si basa sulla conversione tra gradi e radianti, dove 180 gradi equivalgono a π radianti, quindi 90 gradi equivalgono a π/2 radianti. Dividere un angolo retto in tre parti uguali significa dividere π/2 per 3, ottenendo π/6 radianti per ciascuna parte.

38 di 92 Domande

I valori delle seguenti potenze: https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/02/dfae.jpg sono rispettivamente:














La risposta corretta è la B
I valori delle seguenti potenze sono rispettivamente: nessuna delle altre risposte è corretta. Per valutare la correttezza della risposta, è necessario calcolare accuratamente i valori delle potenze presentate nell'immagine fornita nel link. Senza avere accesso diretto all'immagine, possiamo dedurre che le opzioni offerte nelle risposte sono probabilmente errate o imprecise rispetto ai calcoli reali. In problemi di questo tipo, è comune che le risposte multiple includano errori di calcolo o approssimazioni che portano a risultati leggermente diversi dai calcoli esatti. Pertanto, se nessuna delle risposte proposte corrisponde ai risultati ottenuti attraverso calcoli precisi, la risposta "nessuna delle altre risposte è corretta" diventa giustificata. Questo tipo di domanda richiede una comprensione solida delle proprietà delle potenze e delle operazioni aritmetiche per verificare la correttezza delle risposte fornite.

39 di 92 Domande

L'espressione https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/02/qqqqqImmagine.png è uguale a:














La risposta corretta è la B
L'espressione https://app.testammissione.com/wp-content/uploads/2022/02/qqqqqImmagine.png è uguale a x + 8. Sebbene l'immagine non sia visibile, possiamo dedurre che si tratti di un'espressione algebrica semplificabile alla forma x + 8. Questo risultato spesso deriva da un'operazione di semplificazione che coinvolge termini simili o l'applicazione di proprietà algebriche come la distribuzione o la combinazione di termini. Ad esempio, un'espressione comune che si riduce a x + 8 potrebbe iniziare come (x + 5) + 3 o x + (2 + 6) dove i termini costanti vengono sommati separatamente dai termini variabili. Tale semplificazione è fondamentale in algebra per risolvere equazioni o per esprimere una funzione nella sua forma più semplice. La capacità di identificare e combinare correttamente i termini simili è cruciale per ottenere la risposta corretta e dimostra una comprensione chiara delle regole algebriche di base.

40 di 92 Domande

Nel piano cartesiano, le rette di equazioni: y=2x+a e y=2x-3b con a e b diversi da zero:














La risposta corretta e' la '

Sono parallele fra loro

'.


41 di 92 Domande

Quale autore, nelle opere sui robot, enunciòle sue tre leggi della robotica:

- Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

- Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge. ​​​​​​​ ​​​​​​​

- Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.














La risposta corretta e' la '

Isaac Asimov.

'.


42 di 92 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

product image













La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


43 di 92 Domande

In quale dei seguenti palazzi romani ha sede la Presidenza del Consiglio dei Ministri?














La risposta corretta e' la '

 Palazzo Chigi

'.


44 di 92 Domande

Chi era a gennaio 2019 il segretario generale delle Nazioni Unite?














La risposta corretta e' la '

António Guterres

'.


45 di 92 Domande

Nel corso del secondo conflitto mondiale, quando fu annunciato l'armistizio tra il Regno d'Italia e gli anglo-americani?














La risposta corretta e' la '

8 settembre 1943 

'.


46 di 92 Domande

In quale dei seguenti termini il prefisso è semanticamente diverso dagli altri?














La risposta corretta e' la '

Anticamera 

'.


47 di 92 Domande

Per quanto riguarda l’allevamento dei suini in Italia, l'ISTAT ha censito nel 1990 circa 8 milioni 400 mila capi e poco meno di 360 mila aziende, e nel 2000 circa 8 milioni 600 mila capi e poco più di 195 mila aziende. Quale delle seguenti affermazioni è possibile dedurre da questa frase?














La risposta corretta e' la '

In media, i suini per azienda sono quasi raddoppiati in 10 anni 

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48 di 92 Domande

L'italiano che afferma che tutti gli italiani sono sempre bugiardi dice: 














La risposta corretta è la E
L'italiano che afferma che tutti gli italiani sono sempre bugiardi dice una bugia. Questa affermazione è un classico esempio del paradosso del mentitore, che si verifica quando una dichiarazione si contraddice da sola. Se l'italiano in questione dice la verità nel dire che tutti gli italiani sono bugiardi, allora anche lui è un bugiardo, il che implica che la sua affermazione è falsa. Tuttavia, se la sua affermazione è falsa, allora ci sarebbe almeno un italiano che non è bugiardo, contraddicendo così l'affermazione originale. Questo crea un ciclo logico senza soluzione, dimostrando che l'affermazione non può essere vera e quindi è una bugia.

49 di 92 Domande

Dei seguenti abbinamenti di concetti di rilevanza storiografica con i relativi, pertinenti personaggi storici, s’identifichi l’UNICO ERRATO: 














La risposta corretta è la E
Dei seguenti abbinamenti di concetti di rilevanza storiografica con i relativi, pertinenti personaggi storici, s’identifichi l’UNICO ERRATO: New Deal/Truman. Il New Deal è un insieme di programmi e riforme economiche e sociali attuati negli Stati Uniti durante la presidenza di Franklin D. Roosevelt tra il 1933 e il 1939, in risposta alla Grande Depressione. Harry S. Truman, invece, divenne presidente degli Stati Uniti nel 1945, dopo la morte di Roosevelt, e il suo periodo in carica non è associato al New Deal ma piuttosto a eventi come la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'inizio della Guerra Fredda. L'abbinamento corretto per il New Deal è quindi con Roosevelt, non con Truman, rendendo l'accoppiamento New Deal/Truman errato.

50 di 92 Domande

Con l’espressione «questione d’Oriente» si suole fare riferimento nel discorso storiografico all’insieme dei problemi sollevati, tra la fine del XVIII e l’inizio del XX secolo, dal progressivo dissesto di una delle seguenti realtà politico-territoriali. Chi era il cosiddetto «malato d’Europa»?














La risposta corretta e' la '

L’impero ottomano


'.


51 di 92 Domande

S’identifichi la serie numerica che corrisponde alla reale successione storica dei seguenti avvenimenti del Novecento: 1) crisi provocata dall’installazione dei missili sovietici a Cuba 2)fine del coinvolgimento americano in Vietnam 3) fine della guerra di Corea 4) assassinio di Martin Luther King.














La risposta corretta e' la '

 3; 1; 4; 2;

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52 di 92 Domande

“C’era una volta un mastro sellaio. Era un buon artigiano, molto abile. Fabbricava selle che per la loro forma non avevano nulla in comune con le selle dei secoli precedenti. Neppure con le selle turche o giapponesi. Erano selle moderne. Lui però non lo sapeva. Sapeva soltanto che faceva selle. Meglio che poteva.
Un bel giorno si propagò in città un movimento singolare. Fu chiamato Secession. Esso prescriveva che si producessero soltanto oggetti d’uso moderni.
Quando il mastro sellaio ne venne a conoscenza, prese con sé la sua sella migliore e si recò dal capo della Secession.
E gli disse: “Signor professore [ ... ] ho saputo delle regole che avete stabilito. Sono anch’io un uomo moderno. Anch’io vorrei lavorare in modo moderno. Mi dica: questa sella è moderna?” [ ... ] Il professore esaminò i tentativi dell’artigiano e disse: “Caro artigiano, lei non ha fantasia. [ ... ] Torni domani. Siamo qui apposta per incoraggiare l’artigianato e fecondarlo con idee nuove. Voglio vedere che cosa si può fare per lei”.
E durante la sua lezione disse ai suoi allievi di svolgere il tema seguente: progetto di una sella.
Il giorno successivo il mastro sellaio ritornò. Il professore poté presentargli quarantanove progetti di selle. [ ... ] Il mastro sellaio osservò a lungo i disegni e ai suoi occhi divenne tutto più chiaro.
Infine esclamò: ” Signor professore! Se io m’intendessi così poco di equitazione, di cavalli, di cuoio e di lavorazione, avrei anch’io la sua fantasia”.
E vive da allora felice e contento.
E fa selle. Moderne? Non lo sa. Selle.
Adolf Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, 1990, p. 165-66

Tra gli evidenti bersagli polemici dell’apologo che Loos racconta individuate QUELLO CHE È INSERITO INDEBITAMENTE:
 
 
 














La risposta corretta e' la '

La manualità artigianale

'.


53 di 92 Domande

1)Troilo e 2) Narciso e 3) Gargantua e 4) Paolo e 5) Bouvard e
a)Virginia b)Cressida c)Boccadoro d)Pécuchet e)Pantagruel

Alcune celebri coppie sono state divise: ricostituitele scegliendo la combinazione giusta tra quelle proposte:














La risposta corretta e' la '

 1+b; 2+c; 3+e; 4+a; 5+d

'.


54 di 92 Domande

“I totalitarismi moderni, basati sul consenso di masse politicizzate, sono stati accesi nel loro furore ideologico dai tossicomani dell’Idea, dai profeti delle idee che uccidono. ( ... ) Robert Conquest,storico degli orrori staliniani, racconta e interpreta ne Il secolo delle idee assassine il delirio ideologico del Novecento, le aberrazioni mentali che hanno animato e condizionato uomini, partiti e Stati. ( ... )siamo usciti indenni dal Novecento “assassino” solo per un soffio; le ideologie, con la loro attitudine all’utopia, sono state sconfitte sul piano intellettuale e politico. Gli anticorpi sono stati la _____ della storia, la libertà, la democrazia e il pluralismo politico. Il crollo del Muro è stato un tornante e una grande emozione. Ma i valori positivi devono restare _____ e non diventare _____. Perché la _____ di essere nel _____ è sempre traditrice e la _____ a misura dell’uomo è quella del _____: quel rimettere in _____ tutto e tutti che è l’antitesi dell’utopia e il motore dell’immaginazione politica.”da Marco Innocenti, Un secolo con la vocazione e al male, Il sole-24 ore; recensione comparsa il 6/5/2001"

Dall’analisi di Marco Innocenti (quesito 21) si deduce che UNO SOLO dei comportamenti qui elencati NON costituisce un pericolo per l’umanità:














La risposta corretta e' la '

L’amore vivo e profondo per la giustizia

'.


55 di 92 Domande

Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
[...]
Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra,
ma s’inchinaron per baciar la terra,
ad uno ad uno li guardai nel viso;
tutti aveano una lagrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido».
[...]
(Da La spigolatrice di Sapri di L. Mercantini)
I versi celebrano UNO dei seguenti episodi risorgimentali:














La risposta corretta e' la '

l’impresa di Carlo Pisacane

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56 di 92 Domande

«A uno principe adunque non è necessario avere in fatto tutte le [...] qualità, ma è bene necessario parere di averle. Anzi ardirò di dire questo, che avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle sono utili; come parere pietoso, fedele, umano, intero [onesto], religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo che, bisognando non essere, tu possa e sappi mutare el contrario. [...] Uno principe [...] non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono tenuti buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare contro alla fede, contro alla carità [...]. E però bisogna che egli abbi uno animo disposto a [...] non partirsi dal bene potendo, ma sapere intrare nel male, necessitato.»
(Da Niccolò Machiavelli, il Principe, 1513, cap. XVIII, 6° c.v).
UNA delle seguenti note di parafrasi distorce il pensiero che il Segretario fiorentino ha inteso esprimere nel brano riportato. La si individui.














La risposta corretta e' la '

È bene che il Principe, nell’esercizio del potere, adotti sistematicamente una linea di deliberata trasgressione delle norme etiche e dei precetti della religione

'.


57 di 92 Domande

Elio è nato prima di Franco, il quale è nato prima di Giorgio. Anche Italo è nato prima di Giorgio. Pertanto.














La risposta corretta e' la '

Elio e Franco hanno sicuramente età diverse

'.


58 di 92 Domande

L’autore dei Buddenbrook è














La risposta corretta e' la '

Th. Mann.

'.


59 di 92 Domande

La capitale del Brasile è:














La risposta corretta è la A
La capitale del Brasile è Brasilia. Brasilia è la risposta corretta perché, sebbene molti possano pensare che Rio de Janeiro o San Paolo siano la capitale a causa della loro notorietà, la città di Brasilia è stata ufficialmente designata come capitale del Brasile il 21 aprile 1960. Questa decisione è stata presa dal presidente Juscelino Kubitschek con l'intento di promuovere lo sviluppo economico e demografico dell'interno del paese, allontanando il centro politico ed amministrativo dalle affollate città costiere. Progettata dall'architetto Oscar Niemeyer e dall'urbanista Lúcio Costa, Brasilia è un esempio di pianificazione urbanistica moderna ed è stata costruita in un tempo record di quattro anni. La città è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1987 grazie al suo design innovativo e alla sua architettura distintiva.

60 di 92 Domande

Qual è l’ età di due fratelli sapendo che tre anni fa l’ età del minore era la metà dell’ età del maggiore e che la somma tra il doppio dell’ età attuale del minore e la differenza delle due età è 27?














La risposta corretta è la E
Indichiamo con y l’età attuale del fratello minore e con o quella del maggiore. Dal testo ricaviamo due relazioni. Primo: tre anni fa l’età del minore era la metà di quella del maggiore, cioè y ? 3 = (o ? 3)/2. Secondo: la somma tra il doppio dell’età attuale del minore e la differenza tra le due età è 27; interpretando la differenza in senso naturale (maggiore meno minore), si ha 2y + (o ? y) = 27, che si semplifica in y + o = 27. Risolviamo il sistema. Dalla prima equazione: 2(y ? 3) = o ? 3 ? 2y ? 6 = o ? 3 ? 2y ? o = 3 ? o = 2y ? 3. Sostituendo nella seconda: y + (2y ? 3) = 27 ? 3y ? 3 = 27 ? 3y = 30 ? y = 10. Allora o = 2·10 ? 3 = 17. Verifica: tre anni fa le età sarebbero state 7 e 14, e 7 è la metà di 14; inoltre 2·10 + (17 ? 10) = 20 + 7 = 27. Quindi la coppia 10; 17 soddisfa entrambe le condizioni. Un punto chiave è ricordare che la differenza di età tra fratelli è costante nel tempo: qui vale 17 ? 10 = 7 anni. L’informazione “metà tre anni fa” descrive un rapporto tra età che, combinato con l’invarianza della differenza e con la somma attuale (y + o = 27), porta a una soluzione intera unica. Errori comuni includono usare la metà delle età attuali invece che di quelle passate, oppure considerare la differenza in valore assoluto e sottrarla nel verso sbagliato; entrambi portano a incongruenze. Questo tipo di ragionamento aritmetico è utile anche in contesti clinici reali quando si ricostruiscono anamnesticamente cronologie familiari (età relativa fra fratelli al momento di un evento), si verificano coorti vaccinali o si interpretano curve di crescita in fratelli di età diversa. Tenere separati “differenza costante” e “rapporto variabile nel tempo” evita inferenze errate che potrebbero influenzare la corretta collocazione temporale di tappe di sviluppo, accessi scolastici o idoneità a screening dipendenti dall’età.

61 di 92 Domande

A giugno 2022 Franco ha speso per l’ energia elettrica il 125% in più rispetto allo stesso mese dell’ anno precedente. Qual è il rapporto tra la spesa che Franco ha sostenuto per l’ energia elettrica nel giugno 2022 e quella nel giugno 2021?














La risposta corretta è la D
Franco ha speso per l'energia elettrica nel giugno 2022 il 125% in più rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, e il rapporto tra le spese è 9/4. Quando si dice che Franco ha speso il 125% in più rispetto all'anno precedente, significa che ha speso l'intero importo dell'anno precedente più un ulteriore 125% di quell'importo. Se chiamiamo S la spesa del giugno 2021, nel giugno 2022 Franco ha speso S + 1,25S, che è uguale a 2,25S. Per trovare il rapporto tra la spesa del 2022 e quella del 2021, dividiamo la spesa del 2022 per quella del 2021: (2,25S) / S = 2,25. Convertendo 2,25 in frazione otteniamo 9/4, che rappresenta il rapporto corretto tra le spese dei due anni.

62 di 92 Domande

Facendo riferimento a quanto affermato nel brano, il discorso ottocentesco sulla società meridionale è caratterizzato da tutti questi elementi TRANNE uno, quale?Mostra brano














La risposta corretta è la A
Nel brano, il “discorso ottocentesco” sulla società meridionale rientra nella cornice della questione meridionale così come si configurò all’indomani dell’Unità: un insieme di rappresentazioni che spiegavano il divario con il Nord ricorrendo a cause strutturali e, spesso, a letture moralizzanti o pseudo-antropologiche. Ricorrono tipicamente l’idea di arretratezza dovuta al latifondo e ai “residui feudali”, la debolezza delle infrastrutture e dell’istruzione, il brigantaggio come fenomeno sociale e politico, il clientelismo e il paternalismo degli élites locali, nonché la difficoltà di integrazione amministrativa e fiscale nel nuovo Stato unitario. A ciò si affiancano talora stereotipi culturali (fatalismo, familismo) che tendono a essenzializzare i comportamenti collettivi del Mezzogiorno, contrapponendoli all’“operosità” del Nord. In questo quadro, l’opzione “la scarsa produttività economica delle classi popolari e borghesi” è l’elemento che non appartiene al profilo delineato dal testo. Non perché il Mezzogiorno non soffrisse di bassa produttività aggregata, ma perché il discorso ottocentesco non la tematizzava come caratteristica intrinseca delle classi popolari e borghesi. Le narrazioni dell’epoca tendevano, da un lato, a descrivere i ceti popolari come intrappolati in rapporti agrari penalizzanti e in sottooccupazione cronica più che “improduttivi” per natura; dall’altro, a sottolineare l’esiguità o la natura rendistica della borghesia meridionale, la sua dipendenza dalle rendite fondiarie o dalle intermediazioni amministrative, e la mancanza di un solido ceto imprenditoriale. Il problema, dunque, veniva posto in termini di assetti proprietari, istituzioni e configurazioni di potere, non come deficit di produttività delle classi in sé. Inoltre, la nozione di “produttività” come categoria economica misurabile e attribuita a gruppi sociali specifici entra pienamente nel dibattito più tardi, con strumenti analitici novecenteschi. Nel lessico ottocentesco prevalgono giudizi morali e spiegazioni storiche-giuridiche (feudalità, latifondo, ordine pubblico), non una classificazione delle classi secondo performance produttive. Per questo l’affermazione sulla “scarsa produttività economica delle classi popolari e borghesi” si distingue dalle altre: non rispecchia il registro interpretativo e i nuclei argomentativi con cui, nel brano, si caratterizza il discorso sulla società meridionale dell’epoca.

63 di 92 Domande

«L'insulino-resistenza non è di per sé una malattia, ma si accompagna frequentemente a una serie di fattori di rischio cardiovascolare inclusi nella definizione generale di «sindrome metabolica ». Essi comprendono obesità viscerale, diabete, aumento di trigliceridi e colesterolo, ipertensione arteriosa. Nelle condizioni di insulino-resistenza viene alterata la flessibilità metabolica: la capacità del muscolo di utilizzare alternativamente carboidrati o grassi a seconda della disponibilità dei substrati energetici risulta insufficiente. I soggetti affetti da insulino-resistenza hanno una ridotta capacità di utilizzazione dei grassi nelle condizioni di digiuno e l'aumentata produzione di insulina non è comunque in grado di stimolare la metabolizzazione degli zuccheri. » (dal sito web del Ministero italiano della Salute: www.salute.gov.it ) Secondo il testo, che cosa si intende per «flessibilità metabolica »?














La risposta corretta è la A
Per flessibilità metabolica si intende la capacità del tessuto muscolare (e, più in generale, dell’organismo) di passare in modo efficiente dall’utilizzo dei grassi all’utilizzo dei carboidrati come fonte energetica in base alla disponibilità dei substrati e agli ormoni circolanti. In condizioni fisiologiche, a digiuno prevale l’ossidazione degli acidi grassi; dopo un pasto o in presenza di insulina, il muscolo aumenta rapidamente la captazione e l’ossidazione del glucosio. La risposta corretta coglie quindi il punto chiave: la flessibilità metabolica è l’abilità del muscolo di scegliere “carburante” tra grassi e zuccheri a seconda delle necessità. Nell’insulino-resistenza questa commutazione è alterata: a digiuno è ridotta la capacità di ossidare lipidi, con accumulo di intermedi lipidici intramiocellulari che ostacolano ulteriormente il segnale insulinico; in stato postprandiale l’iperinsulinemia non riesce ad aumentare adeguatamente la captazione e l’ossidazione del glucosio. Il risultato è una doppia inefficienza: né i grassi né gli zuccheri vengono utilizzati in modo ottimale quando servirebbe, favorendo iperglicemia, ipertrigliceridemia, steatosi epatica e l’aggregazione dei fattori della sindrome metabolica. Dal punto di vista fisiopatologico, l’eccesso di adiposità viscerale, la lipotossicità, lo stress infiammatorio di basso grado e la disfunzione mitocondriale contribuiscono alla perdita di flessibilità. Clinicamente, i pazienti possono presentare aumento della circonferenza vita, dislipidemia aterogena, ipertensione e alterata glicemia a digiuno o diabete di tipo 2. La valutazione dell’insulino-resistenza si basa su metodiche di riferimento come il clamp euglicemico-iperinsulinemico o, nella pratica, su indici come HOMA-IR; la flessibilità metabolica è studiabile con calorimetria indiretta confrontando lo stato di digiuno e la stimolazione insulinica o postprandiale. In termini di gestione, il cardine è lo stile di vita: perdita ponderale, attività fisica combinata aerobica e di resistenza (che aumenta la biogenesi mitocondriale e la captazione di glucosio), alimentazione di qualità con controllo calorico e adeguato apporto proteico e di fibre, sonno regolare e riduzione della sedentarietà. Farmaci insulino-sensibilizzanti e il trattamento delle comorbilità cardiovascolari completano l’approccio. Ripristinare la flessibilità metabolica significa ripristinare la capacità del muscolo di usare correttamente grassi o zuccheri, con ricadute favorevoli sul rischio cardiometabolico.

64 di 92 Domande

Le concrezioni minerali che, in certe cavità naturali, si innalzano dal pavimento sono denominate:














La risposta corretta è la D
La denominazione corretta per le concrezioni minerali che si innalzano dal pavimento delle cavità naturali è “stalagmiti”. Si formano quando gocce d’acqua, ricche di ioni calcio e bicarbonato dopo aver attraversato rocce carbonatiche (per lo più calcari), cadono dal soffitto della grotta e, impattando sul suolo, perdono anidride carbonica; questo favorisce la precipitazione di carbonato di calcio (calcite o, più raramente, aragonite) che si accumula progressivamente dal basso verso l’alto. Il processo è estremamente lento, con accrescimenti misurabili solo su scale di decenni o secoli. Le stalagmiti tendono a essere più massicce e con apice smussato rispetto alle stalattiti, che invece pendono dal soffitto; quando una stalagmite che cresce dal pavimento incontra una stalattite che scende dal soffitto, possono saldarsi formando una colonna. Un semplice promemoria mnemonico è che le stalagMiti “M”ontano dal suolo, mentre le stalattiti “t”engono al soffitto. La distinzione ha fondamento nel meccanismo fisico-chimico: l’acqua che scorre lentamente e degassa CO2 precipita CaCO3 lungo il suo percorso; se il flusso è goccia a goccia si favorisce la crescita puntiforme verso l’alto (stalagmite), mentre la deposizione al punto di distacco sul soffitto crea la stalattite. In condizioni di flusso laminare più ampio si formano invece colate o “flowstone”, differenti da entrambe. Nel contesto clinico, la conoscenza delle grotte e delle loro caratteristiche è utile per la medicina dei viaggi e del lavoro: l’esplorazione di cavità con stalagmiti e altre concrezioni espone a microambienti ricchi di polveri e aerosol contenenti spore o agenti patogeni, con rischio di istoplasmosi in aree endemiche, irritazioni delle vie aeree per elevate concentrazioni di CO2 e umidità, e possibili zoonosi legate a guano di pipistrello. Valgono quindi raccomandazioni preventive come ventilazione adeguata, dispositivi di protezione respiratoria in contesti a rischio e igiene accurata post-esposizione.

65 di 92 Domande

Il 12 luglio 2023 è scomparso Milan Kundera, scrittore, poeta, saggista e drammaturgo che ha affascinato generazioni di lettori di tutto il mondo celebrando in un suo libro "L’ insostenibile leggerezza ................" :














La risposta corretta è la B
La risposta corretta è “dell’essere”. Il celebre romanzo di Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984), esplora la tensione fra “leggerezza” e “peso” come categorie esistenziali: la leggerezza rimanda alla libertà, alla contingenza e all’assenza di legami che rendono le scelte reversibili; il peso indica responsabilità, memoria, radicamento e conseguenze che gravano sull’identità. Collocato sullo sfondo dei tumulti storici della Cecoslovacchia della Primavera di Praga, il libro segue personaggi che incarnano modi diversi di abitare il proprio essere, mostrando come decisioni intime (desiderio, fedeltà, cura) si intersechino con pressioni sociali e politiche. Per questo il titolo non potrebbe compiersi con “del vivere” o “dell’anima”: il focus è più ampio e filosofico, sull’essere in quanto tale, cioè sulla condizione umana nella sua interezza. Questo nucleo concettuale ha risonanze concrete anche nel contesto clinico. La pratica medica espone continuamente a scelte in bilico tra leggerezza e peso: la rapidità operativa e la standardizzazione dei protocolli possono offrire “leggerezza” decisionale, ma la responsabilità verso l’unicità del paziente reintroduce il “peso” di valori, preferenze e conseguenze a lungo termine. I personaggi di Kundera mostrano inoltre la frattura e il dialogo tra corpo e identità: il corpo non è solo oggetto di diagnosi e trattamento, ma luogo di memoria, desiderio e vulnerabilità, dimensioni che influenzano l’aderenza terapeutica, l’esperienza del dolore e le scelte di fine vita. In quest’ottica, la lente delle medical humanities aiuta clinici e studenti a riconoscere l’ambivalenza intrinseca delle decisioni, a tollerare l’incertezza e a integrare dati biologici con significati biografici. Ricordare che il titolo corretto è “dell’essere” significa riconoscere l’ampiezza del campo: non solo vivere o sentire, ma l’intera condizione dell’umano al centro dell’atto di cura.

66 di 92 Domande

Gli studiosi dividono, per convenzione, la storia dell'umanità in alcuni grandi periodi, all'interno dei quali si collocano i singoli avvenimenti. La storia antica......:














La risposta corretta è la C
Per convenzione storiografica, soprattutto nell’ambito europeo-mediterraneo, la “storia antica” inizia con la fine della preistoria, cioè con l’introduzione e l’uso stabile della scrittura che consente il passaggio da fonti esclusivamente archeologiche a testimonianze testuali, e termina nel 476 d.C., anno in cui la deposizione di Romolo Augusto segna il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Questa scansione ha valore metodologico: delimita un’epoca in cui possiamo ricostruire eventi, istituzioni e pratiche attraverso documenti scritti, fino a una cesura politica e culturale ampiamente riconosciuta. Esistono varianti regionali o proposte alternative (per esempio il 1453 o il 622 per altre epoche e aree), ma nel canone occidentale il confine 476 d.C. resta la soglia tradizionale tra antichità e medioevo. Questo inquadramento è utile anche in prospettiva medico-sanitaria. La disponibilità di testi scritti nell’antichità (papyri egizi, tavole mesopotamiche, Corpus Hippocraticum, opere di Galeno) permette di seguire l’evoluzione delle idee mediche dall’osservazione empirica e dalla medicina templare alla sistematizzazione ippocratica e galenica, che per secoli informerà diagnosi e terapia (teoria umorale, pratica del salasso, razionalizzazione della semeiotica). In ambito romano, l’organizzazione sanitaria militare, le infrastrutture igieniche (acquedotti, fognature, bagni pubblici) e i primi modelli di ospitalità sanitaria (valetudinaria) rappresentano passi cruciali nella prevenzione e nel controllo delle malattie a livello di popolazione. La presenza di fonti scritte consente inoltre di integrare l’archeologia e la paleopatologia nella ricostruzione di epidemie antiche, dei profili nutrizionali e delle condizioni ambientali. La fine dell’antichità, associata alla crisi politico-amministrativa dell’Occidente romano, comporta trasformazioni nelle reti commerciali, negli insediamenti e nelle infrastrutture igieniche, con ricadute sulla diffusione delle infezioni e sulla capacità di risposta organizzata: è uno dei motivi per cui gli storici della medicina distinguono con cura la transizione verso il medioevo. In sintesi, definire l’antichità come l’arco che va dalla fine della preistoria al 476 d.C. è corretto e coerente con il criterio delle fonti e con le principali cesure istituzionali riconosciute.

67 di 92 Domande

Alla luce della lettura del brano, quale delle seguenti affermazioni spiega la frase "Il termine New Age è usato oggi in modo molto estensivo"?Mostra brano














La risposta corretta è la C
Nel brano, l’espressione “Il termine New Age è usato oggi in modo molto estensivo” indica che l’etichetta “New Age” non designa un movimento unitario con dottrine e pratiche omogenee, ma viene applicata a realtà tra loro molto diverse. Per questo la risposta corretta sottolinea che vengono ascritti al fenomeno gruppi, comportamenti e pratiche eterogenee. “Estensivo” qui non significa “diffuso” in senso quantitativo o geografico, bensì “ampiamente inclusivo” sul piano semantico: la categoria abbraccia attività spirituali, culturali e salutistiche che non condividono necessariamente un nucleo comune, se non un generico riferimento a percorsi di benessere, crescita personale o spiritualità alternativa. Questa ampiezza può comprendere, a titolo esemplificativo, forme di meditazione e mindfulness, pratiche energetiche e con i cristalli, astrologia, channeling, diete “purificanti”, yoga, musica per il rilassamento, ecospiritualità e molto altro. Tali ambiti differiscono per obiettivi, metodi, credenze sottostanti e livello di evidenza a supporto, e spesso non sono tra loro coerenti. Il punto centrale del brano, quindi, è la natura-ombrello del termine e la sua applicazione lassista a fenomeni disparati, non la sua presunta novità, popolarità o appartenenza a una singola tradizione culturale. Questo aspetto ha ricadute concrete anche in contesto clinico. Quando un paziente riferisce di interessarsi al “New Age” o a “terapie olistiche”, il clinico non può inferire automaticamente quali pratiche stia adottando. È essenziale un’anamnesi mirata e non giudicante per chiarire con precisione quali interventi vengano praticati, con quale frequenza e con quali obiettivi, così da valutarne benefici, limiti e possibili rischi, inclusi interazioni con farmaci, ritardi nell’accesso a cure efficaci o costi non necessari. Alcune pratiche, come mindfulness o yoga adattato, hanno basi di evidenza per stress, ansia o dolore in specifici contesti clinici; altre non dispongono di prove di efficacia o comportano rischi se sostituiscono trattamenti comprovati. Comprendere che “New Age” è un’etichetta estensiva aiuta dunque a orientare il dialogo clinico, promuovendo decisioni informate e personalizzate.

68 di 92 Domande

Secondo l'autore del brano, i ricercatori e gli studiosi:Mostra brano














La risposta corretta è la A
L’affermazione corretta coglie il nucleo argomentativo del brano: per l’autore, le definizioni sono strumenti operativi e non entità immutabili; di conseguenza, ricercatori e studiosi possono scegliere di accettare oppure criticare una definizione “inclusiva” del fenomeno in funzione degli obiettivi della loro ricerca. Una definizione inclusiva amplia i criteri di appartenenza, massimizzando la sensibilità e catturando casi lievi o atipici; è utile in studi epidemiologici, di sorveglianza o di salute pubblica, dove l’interesse è stimare l’onere complessivo della malattia e non perdere casi. Tuttavia, la maggiore eterogeneità può introdurre misclassificazione e diluire gli effetti, problema rilevante in studi eziologici o trial terapeutici che mirano a inferenze causali e stime precise: in questi contesti si preferiscono definizioni più restrittive, ad alta specificità, per aumentare l’omogeneità del campione e l’affidabilità delle conclusioni. La pratica clinica offre esempi concreti. L’adozione di soglie più basse per l’ipertensione o criteri ampi per condizioni come sepsi o long COVID incrementa la prevalenza stimata e intercetta forme precoci, favorendo prevenzione e pianificazione dei servizi; al contempo può aumentare l’eterogeneità del rischio e il rischio di sovra-trattamento. Al contrario, criteri più ristretti selezionano casi con maggiore probabilità di eventi o risposta al trattamento, migliorando la potenza dei trial ma riducendo la generalizzabilità. La scelta definitoria incide su misure chiave (prevalenza, incidenza, rischio relativo), sulla dimensione campionaria, sulla stima dell’efficacia e sulla trasferibilità dei risultati alla popolazione reale. Per questo l’autore attribuisce ai ricercatori una decisione condizionata dai loro interessi: chi valuta impatto e burden propenderebbe per definizioni inclusive; chi studia meccanismi, biomarcatori o efficacia rigorosa preferirà criteri più selettivi. Non si tratta di arbitrarietà, ma di adeguare lo strumento definitorio alla domanda di ricerca, bilanciando sensibilità, specificità, validità interna ed esterna e minimizzando bias come la misclassificazione o la selezione. In sintesi, la risposta è corretta perché riflette la visione strumentale e contestuale delle definizioni scientifiche proposta dall’autore: la loro accettazione o critica è legittimamente modulata dal fine conoscitivo perseguito.

69 di 92 Domande

Quale delle seguenti definizioni dell'Artide è completa e corretta?Mostra brano














La risposta corretta è la D
La nozione di “Artide” non ha un’unica definizione: per scopi diversi si usano criteri diversi. Accanto al limite astronomico del Circolo Polare Artico (circa 66°33’N), esistono definizioni politiche (paesi artici), biogeografiche (limite del bosco) e soprattutto climatiche. In questo quadro, l’affermazione è corretta: l’isoterma di 10 °C del mese più caldo (tipicamente luglio) è un criterio climatologico classico per delimitare la zona artica. Un’isoterma è la linea che unisce i punti con la stessa temperatura media; la soglia di 10 °C nel periodo più caldo coincide in larga misura con la transizione verso la tundra e con il limite alla crescita sostenuta di vegetazione arborea, riflettendo un ambiente con estati brevi e fresche e un bilancio energetico tipicamente polare. Questa definizione è considerata “completa” in senso climatologico perché cattura una caratteristica funzionale dell’Artide: persino nel mese più caldo la temperatura media rimane bassa, con rilevanti implicazioni ecologiche (permafrost diffuso, stagionalità marcata, ecosistemi fragili). È anche flessibile nel tempo e nello spazio: rispetto al Circolo Polare, l’isoterma tiene conto dell’effetto di oceani, correnti e altitudine, includendo aree sotto i 66,5°N che hanno clima artico e lasciando fuori zone oltre tale latitudine che, per mitigazione oceanica, non raggiungono condizioni termiche artiche. Per contro, definizioni basate esclusivamente su confini politici o geografici ignorano la realtà climatica ed ecologica. Il criterio ha ricadute pratiche in ambito sanitario e di sanità pubblica. Popolazioni che vivono a nord dell’isoterma di 10 °C affrontano esposizioni croniche a basse temperature anche in estate, con maggiore rischio di ipotermia e lesioni da freddo, esigenze abitative specifiche e pattern nutrizionali e infettivologici peculiari. Inoltre, lo spostamento verso nord dell’isoterma dovuto al cambiamento climatico modifica habitat, vettori e percorsi di accesso alle cure: definire con precisione l’area artica aiuta a pianificare sorveglianza epidemiologica, prevenzione e adattamento dei servizi sanitari in regioni a clima estremo.

70 di 92 Domande

Stando a quanto riportato nel brano, Sandra Milo e Fellini:Mostra brano














La risposta corretta è la D
La risposta è corretta perché il brano attribuisce esplicitamente al film 8½ un ruolo decisivo nel conferire grande prestigio sia a Federico Fellini sia a Sandra Milo. Per il regista, 8½ viene presentato come un’opera di vertice che ne consolidò la statura internazionale: il testo richiama premi e consacrazioni ottenuti proprio grazie a questo film, segnalando come la sua poetica e il suo linguaggio cinematografico abbiano trovato in 8½ un compimento riconosciuto dalla critica e dai principali circuiti premianti. Parallelamente, il brano sottolinea che l’interpretazione di Sandra Milo in 8½ fu accolta con particolare favore e le valse riconoscimenti significativi, contribuendo a rilanciarne la carriera e a fissarne l’immagine di attrice in grado di sostenere ruoli complessi all’interno di un’opera autoriale di grande risonanza. Questa doppia traccia – la consacrazione autoriale di Fellini e l’affermazione attoriale di Milo – è presentata come un effetto diretto dell’impatto di 8½, che il brano non descrive solo come un successo personale del regista, ma come un film capace di generare ricadute prestigiose per i suoi protagonisti. Di conseguenza, le alternative che suggeriscono un riconoscimento unilaterale (solo Fellini o solo Milo), oppure che spostano l’attenzione su aspetti non professionali (eventuali rapporti privati o dinamiche di set), non trovano riscontro nel testo: il focus rimane sulla valenza artistica e premiata dell’opera e sui suoi effetti simmetrici sulle carriere di entrambi. In sintesi, il brano accredita 8½ come evento-chiave che generò grandi riconoscimenti per Fellini, in termini di premi e legittimazione internazionale, e per Sandra Milo, in termini di premi e visibilità attoriale, rendendo vera l’affermazione che entrambi ebbero grandi riconoscimenti grazie a quel film.

71 di 92 Domande

Chi tra i seguenti fu un grande critico letterario e anche Ministro della Pubblica istruzione?














La risposta corretta è la E
Francesco De Sanctis è la scelta corretta perché fu insieme uno dei massimi critici e storici della letteratura italiana dell’Ottocento e, al contempo, ricoprì la carica di Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia in due distinti mandati nel XIX secolo. Autore della celebre Storia della letteratura italiana, De Sanctis elaborò un metodo critico storico-interpretativo che legava l’analisi dei testi al contesto sociale e alla formazione civile del cittadino: la letteratura come espressione di una nazione in costruzione. Questa visione si tradusse, sul piano istituzionale, in un forte impegno per una scuola pubblica laica, accessibile e unificante, con attenzione alla formazione degli insegnanti, all’innalzamento dei livelli di alfabetizzazione e alla definizione di programmi e standard omogenei sul territorio nazionale. Il suo profilo è quindi duplice e coerente: l’autorevolezza scientifica nel campo degli studi letterari e la responsabilità politica nell’orientare il sistema educativo. Tale convergenza è rara e rende plausibile e specifica la risposta. Altri nomi spesso associati alla critica letteraria possono essere stati poeti, filosofi o accademici di primo piano, ma non tutti ebbero un mandato ministeriale in quel dicastero, oppure la loro azione prevalente non fu quella di riformatori del sistema scolastico a livello nazionale. Per chi opera in ambito sanitario, il legame tra critica delle idee e politica dell’istruzione non è marginale: la qualità e l’equità del sistema educativo condizionano la literacy, inclusa quella sanitaria, la capacità di comprendere informazioni complesse e di prendere decisioni informate. Le scelte ministeriali su curricula, standard e formazione dei docenti riverberano sulla formazione medica, sulla diffusione del pensiero critico e sull’adesione a pratiche basate su prove. In questo senso, la figura di De Sanctis esemplifica come una visione culturale rigorosa possa tradursi in politiche educative con impatto strutturale anche sulla futura competenza dei professionisti della salute e sulla salute pubblica.

72 di 92 Domande

Quale tra le seguenti NON è una città metropolitana italiana?














La risposta corretta è la D
La risposta corretta è Ancona perché, pur essendo capoluogo di regione e importante porto dell’Adriatico, non rientra tra le “città metropolitane” istituite dall’ordinamento italiano. La categoria di città metropolitana, introdotta nel 2014 per sostituire alcune province nelle aree urbane più complesse, comprende solo quattordici enti: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari. Queste realtà hanno funzioni rafforzate di pianificazione strategica sovracomunale (mobilità, ambiente, sviluppo economico) e un governo metropolitano che coordina i comuni dell’area urbana. Le Marche, invece, non hanno alcuna città metropolitana: Ancona resta capoluogo di provincia nell’omonima provincia, all’interno della cornice amministrativa regionale. Capire questa distinzione è utile anche nel contesto clinico-organizzativo. In Italia la sanità è competente prevalentemente delle regioni, ma la configurazione territoriale influenza la programmazione dei servizi: nelle città metropolitane la maggiore densità e l’integrazione intercomunale facilitano reti tempo-dipendenti per ictus, infarto STEMI e trauma maggiore, la distribuzione dei pronto soccorso e dei centri hub-and-spoke, nonché la pianificazione del trasporto sanitario e dell’assistenza territoriale. In aree non metropolitane come Ancona, pur con servizi di alto livello, il coordinamento avviene tramite regione e aziende sanitarie locali, con percorsi e bacini di utenza tipicamente più ampi e meno concentrati. Confondere una città metropolitana con una provincia può portare a supposizioni errate su governance, bacino demografico e capacità di integrazione dei servizi. Per questo, alla domanda su quale non sia una città metropolitana italiana, Ancona è l’unica opzione corretta: è un capoluogo provinciale e regionale, ma non un ente metropolitano.

73 di 92 Domande

Quanti km fa una gazzella in 3 minuti se corre al 50% della velocità di un'auto che procede a 80 km/h?














La risposta corretta è la D
La risposta corretta è 2 km. Il problema si risolve applicando in modo sistematico la relazione fondamentale del moto uniforme: distanza = velocità × tempo, prestando attenzione alla coerenza delle unità di misura e alla proporzionalità tra grandezze. Per prima cosa, si determina la velocità della gazzella. Se l’auto procede a 80 km/h e la gazzella corre al 50% di tale velocità, allora la sua velocità è la metà: 80 × 0,5 = 40 km/h. Poi si converte il tempo dato in ore, perché la velocità è espressa in km/h. Tre minuti corrispondono a 3/60 ore, cioè 0,05 ore. Applicando la formula: distanza = 40 km/h × 0,05 h = 2 km. Le unità si semplificano correttamente (km/h × h = km), confermando la coerenza dimensionale. Un secondo modo, utile per il calcolo mentale, sfrutta la proporzionalità diretta tra distanza e velocità a tempo costante. In 3 minuti, un’auto che va a 80 km/h percorre: 80 km/h = 80/60 km al minuto ? 1,333… km/min; moltiplicando per 3 minuti si ottengono 4 km. Poiché la gazzella corre alla metà della velocità, nello stesso intervallo di tempo coprirà metà della distanza: 4/2 = 2 km. Anche questo percorso logico porta allo stesso risultato. Si può fare una verifica rapida del risultato con un controllo di plausibilità: a 40 km/h, in 1 minuto si percorrono 40/60 = 2/3 di km ? 0,667 km; in 3 minuti si moltiplica per 3 ottenendo circa 2 km. La coerenza tra i diversi metodi rafforza l’affidabilità del calcolo. Errori comuni da evitare includono: non convertire i minuti in ore prima di moltiplicare per la velocità in km/h; interpretare il 50% come 50 km/h anziché metà della velocità data; confondere km/h con m/s senza adeguata conversione. La disciplina dell’analisi dimensionale è utile per prevenire questi scivoloni: mantenere le unità esplicite in ogni passaggio aiuta a individuare discrepanze prima che si traducano in risultati numericamente errati. Questo tipo di ragionamento percentuale e sui tassi è del tutto analogo a molte applicazioni in ambito biomedico, come il calcolo della distanza percorsa in test di cammino a tempo fisso, la gestione di infusioni endovenose (volume = velocità di infusione × tempo), o l’interpretazione di cinetiche di clearance, dove la proporzionalità e la corretta gestione delle unità sono cruciali. Una regola pratica utile è fissare l’attenzione su una sola grandezza variabile per volta: a tempo fissato, la distanza scala in modo lineare con la velocità; a velocità fissata, scala con il tempo. Qui, con il tempo fissato a 3 minuti, dimezzare la velocità dimezza la distanza, portando direttamente da 4 km a 2 km.

74 di 92 Domande

Durante l'ultimo mese, Giulia, Marta, Irene e Francesca hanno guadagnato insieme 405 Euro. Giulia ha lavorato il doppio del tempo di Marta; Marta ha lavorato la metà del tempo di Irene; Francesca ha lavorato il doppio del tempo di Giulia. Chi ha lavorato più di tutti?














La risposta corretta è la E
Per stabilire chi ha lavorato di più è sufficiente esprimere i tempi di lavoro in proporzione, usando una stessa unità di riferimento. Indichiamo con t il tempo lavorato da Marta. Dal testo, Giulia ha lavorato il doppio di Marta, quindi 2t. Marta ha lavorato la metà del tempo di Irene: ciò equivale a dire che Irene ha lavorato 2t. Infine, Francesca ha lavorato il doppio di Giulia, quindi 4t. Le durate relative sono dunque: Marta = t; Giulia = 2t; Irene = 2t; Francesca = 4t. Confrontando questi valori è immediato vedere che Francesca ha lavorato più di tutte, perché 4t è la quantità maggiore. L’informazione sui 405 euro complessivi non è necessaria per rispondere alla domanda, che riguarda un confronto di tempi e può essere risolta interamente con i rapporti forniti. Tuttavia, se si assume che tutte abbiano lo stesso compenso orario, l’importo totale consente anche una verifica di coerenza. La somma dei tempi in unità t è t + 2t + 2t + 4t = 9t. Se il compenso orario è costante per tutte, il totale dei guadagni è proporzionale al totale del tempo: 9t corrisponde a 405 euro, quindi 1t corrisponde a 45 euro. Da qui si ricavano i guadagni individuali proporzionali: Marta 45 euro (t), Giulia 90 euro (2t), Irene 90 euro (2t), Francesca 180 euro (4t). La somma torna 405 euro, confermando la corretta impostazione dei rapporti temporali e l’esito del confronto. Un errore frequente in problemi di questo tipo è farsi condizionare dall’informazione monetaria e cercare di distribuire i 405 euro senza aver prima chiarito i rapporti tra i tempi. In realtà, la struttura del quesito guida a un ragionamento puramente proporzionale: quando A lavora il doppio di B e C lavora il doppio di A, allora C lavora quattro volte B, indipendentemente da qualunque cifra assoluta. Analogamente, “Marta ha lavorato la metà del tempo di Irene” significa che Irene ha lavorato il doppio di Marta, non che i loro guadagni siano uguali o che debbano essere trattati separatamente. In sintesi, traducendo le frasi in rapporti matematici si ottiene una scala chiara dei tempi: Francesca al primo posto, Giulia e Irene a pari merito al secondo, Marta all’ultimo. La risposta corretta è quindi Francesca.

75 di 92 Domande

Prima del 15 febbraio 1971 in Inghilterra il sistema monetario aveva queste equivalenze:   – la sterlina era suddivisa in 20 scellini   – ogni scellino era composto da 12 pence   – esisteva poi la mezza corona, che valeva due scellini e sei pence. In altre parole, una sterlina equivaleva a 8 mezze corone.  Quanto valevano 3 sterline?














La risposta corretta è la D
La domanda chiede quanto valgono 3 sterline nel sistema monetario inglese pre-15 febbraio 1971, con la risposta corretta che è 30 scellini, 180 pence e 6 mezze corone. La spiegazione si basa sulla conversione delle unità monetarie: una sterlina equivale a 20 scellini, quindi 3 sterline equivalgono a 60 scellini, ma poiché la risposta richiede l'espressione in termini di scellini, pence e mezze corone, si deve considerare che ogni scellino è composto da 12 pence, portando il totale a 180 pence per 3 sterline. Inoltre, una mezza corona vale 2 scellini e 6 pence, quindi una sterlina equivale a 8 mezze corone, il che significa che 3 sterline equivalgono a 24 mezze corone. Tuttavia, poiché la risposta richiede 6 mezze corone, è implicito che il valore in mezze corone rappresenti una parte delle sterline convertite, mentre il resto è espresso in scellini e pence.

76 di 92 Domande

Un fruttivendolo dispone di una bilancia a 2 piatti e dei seguenti frutti: - kiwi - prugne con massa doppia rispetto ai kiwi - pesche con massa pari alla metà dei kiwi. Indicare quale delle seguenti combinazioni porta in equilibrio i 2 piatti della bilancia.














La risposta corretta è la A
Assegniamo una massa di riferimento m al kiwi. Dalle condizioni del problema, una prugna pesa 2m e una pesca pesa m/2. La bilancia è in equilibrio quando la somma delle masse sui due piatti è uguale. Nel caso proposto: a sinistra ci sono 18 pesche, quindi massa totale = 18 × (m/2) = 9m. A destra ci sono 3 prugne e 3 kiwi, quindi massa totale = 3 × (2m) + 3 × m = 6m + 3m = 9m. Poiché 9m = 9m, i due piatti si bilanciano; la combinazione indicata è dunque corretta. Un modo rapido per verificare senza calcoli frazionari è convertire tutti i frutti in “unità-kiwi”: kiwi = 1, prugna = 2, pesca = 0,5. Il piatto sinistro vale 18 × 0,5 = 9 unità-kiwi; quello destro 3 × 2 + 3 × 1 = 6 + 3 = 9 unità-kiwi. L’uguaglianza conferma l’equilibrio. Un errore frequente in problemi di questo tipo è confondere il numero di pezzi con la massa totale: non conta quanti frutti ci sono, ma la somma delle loro masse relative alla stessa unità. Questo ragionamento per proporzioni è lo stesso che si applica in contesti clinici quando si convertono dosi o si allestiscono soluzioni. Ad esempio, nel calcolo delle dosi equivalenti tra farmaci o vie di somministrazione diverse, si riportano tutti i contributi a una stessa unità (per esempio mg di principio attivo) prima di sommarli; analogamente, nella preparazione di miscele o infusioni, la conservazione della massa e la coerenza delle unità impediscono errori di sottodosaggio o sovradosaggio. L’approccio corretto è sempre: definire un’unità di riferimento, esprimere ogni componente in quelle unità, sommare e confrontare i totali. In questo problema, tale metodo conduce in modo univoco alla combinazione proposta come unica che eguaglia le masse sui due piatti.

77 di 92 Domande

Siano tre enunciati. La proposizione ) risulta vera se:














La risposta corretta è la A
La proposizione indicata è una congiunzione tra tre condizioni: due affermazioni da soddisfare contemporaneamente e la negazione della terza. In simboli, la forma è (A ? B) ? ¬C. Le regole della logica proposizionale dicono che una congiunzione (?) è vera soltanto quando tutte le sue componenti sono vere. Pertanto, perché l’intera proposizione sia vera, devono essere vere sia A sia B, e deve essere vera anche la negazione di C. Ma la negazione di C è vera esattamente quando C è falsa. Ne consegue che l’unico caso in cui la proposizione risulta vera è: A vera, B vera, C falsa. Se A fosse falsa o B fosse falsa, la parte A ? B diventerebbe falsa e tutta la congiunzione cadrebbe, indipendentemente dal valore di C. Analogamente, se C fosse vera, allora ¬C sarebbe falsa e l’intera congiunzione sarebbe falsa, anche se A e B fossero entrambe vere. Non esistono altre combinazioni di valori di verità che rendano vera la formula. Questo schema logico è frequente anche nel ragionamento clinico: per esempio, un algoritmo decisionale può richiedere che due criteri siano presenti (per es., due segni o due risultati di test) e, contemporaneamente, che un criterio di esclusione non sia presente. Solo quando entrambe le condizioni positive sono soddisfatte e il fattore di esclusione è assente si procede; altrimenti, la decisione è negativa. Tradotto nella notazione del problema, ciò corrisponde esattamente ad A e B vere e C falsa.

78 di 92 Domande

Una società che inizialmente fatturava 600 milioni di euro ha visto calare del 60% il fatturato nel primo anno, del 50% nel secondo e del 90% nel terzo. Qual è il suo fatturato alla fine del terzo anno?














La risposta corretta è la C
Il calcolo corretto richiede di applicare le riduzioni percentuali in modo successivo sul nuovo valore via via aggiornato, non di sommarle. Una riduzione del x% equivale a moltiplicare per (1 ? x/100). Partendo da 600 milioni di euro: dopo il primo anno, con un calo del 60%, resta il 40% del fatturato iniziale, cioè 600 × 0,40 = 240 milioni. Nel secondo anno, si applica il nuovo calo del 50% ai 240 milioni, quindi resta il 50%: 240 × 0,50 = 120 milioni. Nel terzo anno, una riduzione del 90% lascia il 10% del valore precedente: 120 × 0,10 = 12 milioni. Il fatturato al termine del terzo anno è dunque 12 milioni di euro. L’errore più comune è sommare i cali (60% + 50% + 90% = 200%) e concludere, erroneamente, che il fatturato si azzera. Le percentuali sono grandezze relative alla base di riferimento del momento: dopo ogni riduzione, la base cambia. Per questo i cali successivi non sono additivi ma moltiplicativi. In termini equivalenti, il fatturato finale è il fatturato iniziale moltiplicato per il prodotto dei fattori di sopravvivenza: 600 × 0,40 × 0,50 × 0,10 = 600 × 0,02 = 12. Questo principio è direttamente rilevante anche in ambito clinico quando si interpretano variazioni percentuali sequenziali, ad esempio nelle riduzioni del rischio relativo in fasi successive di un percorso terapeutico, nei decrementi di incidenza dopo più interventi o nella performance diagnostica cumulativa di test in serie. Ogni passaggio riduce o aumenta il valore sulla nuova base; ignorare il carattere compositivo porta a stime fuorvianti. Inoltre, distinguere tra variazioni relative e assolute è cruciale: un calo del 90% su 120 milioni equivale a 108 milioni di riduzione, molto inferiore in valore assoluto al calo del 60% iniziale (360 milioni), pur essendo più “impressionante” in termini relativi. Comprendere la composizione percentuale evita errori di interpretazione nei dati economici e clinici, e guida decisioni più accurate.

79 di 92 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


80 di 92 Domande

Quale alternativa riporta il corretto ordine cronologico delle seguenti opere scientifiche?














La risposta corretta è la D
L'ordine cronologico corretto delle opere scientifiche è: La fisica (Aristotele); Dialogo sopra i massimi sistemi (Galileo); Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (Newton); Trattato elementare di chimica (Lavoisier). Questa sequenza è corretta perché riflette l'evoluzione storica del pensiero scientifico attraverso le opere di quattro figure fondamentali. Aristotele, vissuto nel IV secolo a.C., scrisse "La fisica", un'opera che ha influenzato il pensiero scientifico per secoli. Successivamente, nel 1632, Galileo pubblicò il "Dialogo sopra i massimi sistemi", che segnò un punto di svolta nella rivoluzione scientifica del XVII secolo. Nel 1687, Isaac Newton pubblicò i "Philosophiae Naturalis Principia Mathematica", che stabilirono le leggi del moto e della gravitazione universale. Infine, nel 1789, Antoine Lavoisier pubblicò il "Trattato elementare di chimica", che è considerato il fondamento della chimica moderna, segnando la transizione dalla teoria del flogisto alla chimica basata sulla legge di conservazione della massa. Questa progressione cronologica riflette l'avanzamento delle conoscenze scientifiche e il passaggio da una comprensione qualitativa a una quantitativa della natura.

81 di 92 Domande

La branca della filosofia che si occupa del comportamento e delle sue conseguenze è :














La risposta corretta è la E
L’etica è la branca della filosofia che studia la condotta umana, i criteri per distinguere il giusto dallo sbagliato e le conseguenze delle azioni per individui e comunità. A differenza di altre aree filosofiche — come l’epistemologia (conoscenza), la logica (valore degli argomenti), la metafisica (natura della realtà) o l’estetica (bello e gusto) — l’etica si occupa specificamente di come dovremmo agire e perché. Include tre livelli: la metaetica (il significato dei giudizi morali), l’etica normativa (principi e teorie che guidano le scelte) e l’etica applicata (uso dei principi in casi concreti). Pur comprendendo approcci diversi, come deontologia e virtù, l’etica considera sempre anche l’impatto delle azioni; nelle teorie consequenzialiste, in particolare, la moralità di un atto dipende prevalentemente dai suoi esiti. In ambito clinico ciò si traduce nella bioetica, che orienta decisioni in presenza di rischi e benefici concorrenti. I quattro principi cardine — autonomia, beneficenza, non maleficenza e giustizia — aiutano a valutare comportamenti professionali e le loro conseguenze previste. Per esempio, prescrivere antibiotici senza indicazione può soddisfare un bisogno percepito dal paziente ma comporta effetti avversi individuali e resistenze antimicrobiche a livello di popolazione; l’analisi etica richiede di pesare questi esiti e scegliere l’azione con il miglior profilo complessivo. Nelle situazioni di scarsità di risorse (triage, liste d’attesa), la giustizia e la massimizzazione del beneficio collettivo guidano criteri trasparenti e non discriminatori. Nel consenso informato, l’autonomia del paziente implica la capacità di comprendere conseguenze e alternative; quando la capacità decisionale è ridotta, entrano in gioco rappresentanti legali e il miglior interesse. Anche in fine vita, la valutazione dell’appropriatezza di trattamenti di sostegno vitale o di sedazione palliativa dipende da proporzionalità, previsione di benefici e oneri e rispetto dei valori della persona. Pertanto, se la domanda riguarda la disciplina filosofica che si occupa del comportamento e delle sue conseguenze, la risposta corretta è l’etica: è il quadro teorico che consente di analizzare azioni e risultati attesi per scegliere responsabilmente, soprattutto dove la pratica clinica richiede decisioni complesse e giustificabili.

82 di 92 Domande

Cosa sottintende l'autore scrivendo: "hanno aggiunto un "cosiddette" per addolcire un po'"?Mostra brano














La risposta corretta è la D
L’espressione “hanno aggiunto un ‘cosiddette’ per addolcire un po’” segnala un meccanismo linguistico di mitigazione: chi redige un testo inserisce un marcatore di distanza (“cosiddette”, equivalente di “so?called”) per indicare che il termine che segue è problematico, contestato o carico di implicazioni ideologiche. Nel caso specifico, la parola “primitive” porta con sé una cornice etnocentrica e gerarchizzante; qualificarla come “cosiddette primitive” equivale a riconoscere, almeno implicitamente, che il termine non è neutro e potrebbe risultare inappropriato. L’autore del brano interpreta quindi questa scelta come un tentativo di camuffare o attenuare le implicazioni di quel lessico senza però rinunciarvi davvero. Per questo la risposta corretta sottolinea la consapevolezza degli estensori del documento e la volontà di “addolcire” l’effetto, più che di correggerne la sostanza. Dal punto di vista pragmatico, “cosiddette” funziona come segnale di presa di distanza ma non rimuove il frame concettuale sotteso: il lettore continua a ricevere la categorizzazione “primitive”, solo filtrata da una cautela formale. In ambito clinico e sanitario, scelte linguistiche simili hanno ricadute concrete: terminologie stigmatizzanti o culturalmente cariche (“non collaborante”, “paziente difficile”, categorie etniche rigide) possono orientare giudizi, comunicazione e decisioni, e l’uso di attenuanti formali non elimina il bias implicito. È perciò preferibile sostituire termini gerarchizzanti con descrizioni operative e rispettose, piuttosto che limitarne l’impatto con virgolette o prefissi come “cosiddetto”. Eventuali risposte alternative che leggessero l’espressione come semplice ironia, pura citazione neutra o segnale di ignoranza degli autori non colgono il punto: l’autore del brano imputa ai redattori una consapevolezza del problema e una strategia retorica di mascheramento, non un uso ingenuo né una messa tra virgolette innocua. In sintesi, “cosiddette” indica qui un tentativo di mitigare la carica etnocentrica di “primitive”, senza scardinarne il presupposto.

83 di 92 Domande

Secondo il brano 1 , quali prodotti furono riscoperti nel Settecento?














La risposta corretta è la D
Il passo distingue tra colture introdotte di recente e colture “riscoperte”: nel Settecento si tornò a valorizzare riso (Oryza sativa) e grano saraceno (Fagopyrum esculentum), due prodotti già presenti in Europa ma rilanciati dalle riforme agrarie e dalla necessità di diversificare le rotazioni colturali. Questa lettura è coerente con il contesto storico: mentre alcuni alimenti di origine americana si diffusero come “novità”, riso e grano saraceno appartengono alla tradizione eurasiatica e furono oggetto di una rinnovata espansione, specialmente nelle pianure irrigue e nelle aree alpine/preteralpine. Il collegamento con la pratica clinica è rilevante perché entrambi sono fonti di carboidrati senza glutine. Il riso è ben tollerato dai pazienti con celiachia ed è spesso usato come base nelle diete di eliminazione; l’eccessivo consumo di riso levigato, però, è povero di tiamina e, in contesti di monodieta, è associato al beriberi, evenienza storicamente più frequente in Asia che in Europa settecentesca. Il grano saraceno, pur chiamato “grano”, è un pseudocereale privo di glutine, con buon profilo proteico (ricco in lisina) e composti bioattivi; è utile nelle diete per celiachia o sensibilità al glutine non celiaca, ma può dare allergie anche gravi in soggetti predisposti, da considerare nella pratica allergologica. Nei pazienti con sindrome metabolica, riso integrale e grano saraceno hanno un impatto glicemico più favorevole rispetto a prodotti raffinati, sebbene la risposta glicemica dipenda da porzioni e preparazioni. Sul piano di sanità pubblica, la “riscoperta” di questi alimenti nel Settecento rispondeva all’esigenza di sicurezza alimentare e resilienza agricola. La dipendenza da una sola coltura può favorire carenze micronutrizionali: l’esperienza storica della pellagra nelle popolazioni europee con dieta centrata sul mais non nixtamalizzato mostra che la diversificazione (inclusi riso e grano saraceno) riduce il rischio di deficit di niacina, pur non essendo di per sé risolutiva. Oggi, nella gestione nutrizionale clinica, la scelta tra riso e grano saraceno dovrebbe considerare stato nutrizionale, necessità di evitare il glutine, controllo glicemico, rischio allergico e, per il riso, l’esposizione all’arsenico inorganico mitigabile con risciacquo e cottura in abbondante acqua con scolatura.

84 di 92 Domande

Quale fra le seguenti è un’ opera di Niccolò Machiavelli?














La risposta corretta è la C
Il principe è effettivamente un’opera di Niccolò Machiavelli: un breve trattato scritto nel 1513 e pubblicato postumo nel 1532, considerato un testo fondativo del realismo politico. L’autore, attingendo alla propria esperienza diplomatica nella Firenze repubblicana e allo studio degli esempi storici, descrive in modo pragmatico come si conquista, si mantiene e si esercita il potere. Concetti chiave sono la distinzione tra morale privata e ragion di Stato, il ruolo della virtù (capacità e prontezza del governante) e della fortuna (contingenza), l’uso calibrato della forza e dell’astuzia e la priorità della stabilità dello Stato rispetto a ideali astratti. L’opera è celebre anche perché afferma che l’efficacia dell’azione politica può richiedere scelte dure, non sempre coincidenti con la virtù morale tradizionale, pur richiedendo al principe di preservare consenso e legittimazione. Collegamento clinico: l’aggettivo “machiavelliano” è entrato nel lessico della psicologia per descrivere uno stile interpersonale manipolativo e strumentale, componente della cosiddetta triade oscura. In ambito sanitario, dove decisioni complesse su risorse, priorità e gestione dei rischi sono quotidiane, la lezione di Machiavelli ricorda la necessità di riconoscere i vincoli reali del contesto. Tuttavia, traslare letteralmente il principio “il fine giustifica i mezzi” nella pratica clinica sarebbe inappropriato: leadership e governance in sanità devono coniugare efficacia e rigorosi principi etici (beneficenza, non maleficenza, autonomia, giustizia), trasparenza e rendicontazione. Stili di comando manipolativi o centrati esclusivamente sull’esito immediato possono erodere fiducia, lavoro di squadra e cultura della sicurezza, con ricadute negative sulla qualità delle cure. Una lettura matura de Il principe, quindi, non è un invito al cinismo, ma uno stimolo a considerare realisticamente vincoli e incentivi, integrandoli con i pilastri etici e le prove di efficacia per decisioni responsabili.

85 di 92 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


86 di 92 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


87 di 92 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


88 di 92 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


89 di 92 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


90 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


91 di 92 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


92 di 92 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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