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1 di 61 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 61 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 61 Domande

Cosa rappresenta il tracciato elettrocardiografico riportato nell'Allegato n. 2














La risposta corretta è la A
Il tracciato elettrocardiografico in Allegato n. 2 rappresenta una tachicardia ventricolare. La tachicardia ventricolare è un ritmo cardiaco rapido che origina nei ventricoli del cuore. Questo tipo di ritmo cardiaco può compromettere l’ efficienza del cuore nel pompare il sangue efficientemente nel corpo, poiché le contrazioni sono troppo veloci per permettere ai ventricoli di riempirsi adeguatamente tra un battito e l'altro. Questa condizione può essere seria se non trattata, in quanto può portare a una ridotta perfusione dell'organismo o degenerare in condizioni più gravi come la fibrillazione ventricolare.

4 di 61 Domande

Nel processo di trasferimento delle informazioni (consegne), per quanto riguarda le raccomandazioni da trasferire, quale dei seguenti gruppi risulta piu' esaustivo nel garantire la sicurezza del paziente.














La risposta corretta è la A
Nel processo di trasferimento delle informazioni relative alle raccomanazioni, il gruppo più esaustivo per la sicurezza del paziente include la frequenza di monitoraggio cardiovascolare, la presenza di infezioni, il livello di rischio lesioni e caduta, e il rischio di malnutrizione. Questi elementi sono fondamentali perché offrono una panoramica completa dello stato di salute del paziente, permettendo di intervenire in modo mirato e tempestivo su più fronti. La frequenza del monitoraggio cardiovascolare è essenziale per prevenire eventi avversi in pazienti con problemi cardiaci; la presenza di infezioni richiede attenzione immediata per evitare complicanze; il livello di rischio lesioni e caduta indica la necessità di adottare misure preventive; infine, il rischio di malnutrizione è cruciale per assicurare che il paziente riceva un'alimentazione adeguata ed equilibrata. Questi aspetti, monitorati attentamente, contribuiscono significativamente alla sicurezza del paziente.

5 di 61 Domande

In casa di riposo viene riammesso un ospite che ha subito un intervento ortopedico a seguito di una caduta accidentale. La lettera di trasferimento prevede un regime terapeutico analgesico che viene validato dal medico della struttura. Nel garantire la corretta esecuzione del trattamento, quale delle seguenti affermazioni e' sicuramente errata.














La risposta corretta è la A
In casa di riposo, la corretta esecuzione del trattamento per un ospite riammesso dopo un intervento ortopedico non prevede la somministrazione della minor quantità di farmaco possibile per conservarne per quando il dolore sarà maggiore. Quest'affermazione è errata perché il trattamento del dolore deve seguire un regime appropriato basato sulla valutazione professionale del bisogno di analgesia del paziente, non sulla conservazione dei farmaci. Il dolore deve essere gestito efficacemente per garantire il benessere e la ripresa del paziente, seguendo le indicazioni mediche e valutando regolarmente l'intensità del dolore per aggiustare la terapia se necessario. Questo approccio garantisce la pratica clinica corretta nella gestione del dolore.

6 di 61 Domande

Un infermiere di chirurgia e' in dubbio se il prelievo capillare per stick glicemico puo' essere affidato all'Operatore Socio Sanitario. Quali, tra quelle riportate di seguito, sono le possibili fonti dove l'infermiere puo' trovare utile riferimento:














La risposta corretta è la A
L'infermiere di chirurgia che si chiede se il prelievo capillare per stick glicemico possa essere affidato all'Operatore Socio Sanitario troverà utile riferimento nella Conferenza Stato Regioni seduta del 22 febbraio 2001. Questa seduta definisce le competenze degli operatori sanitari, tra cui l'Operatore Socio Sanitario, e chiarisce quali procedure possono essere da loro eseguite, garantendo così sicurezza e legalità nelle pratiche sanitarie.

7 di 61 Domande

Stai sfogliando il manuale della qualita' del tuo reparto e leggi la seguente frase: "Riconoscimento pubblico del possesso dei requisiti previsti dagli standard nazionali/regionali per i potenziali erogatori di prestazioni sanitarie per conto del Servizio sanitario nazionale/regionale". Di che cosa si tratta:














La risposta corretta è la A
La frase menzionata si riferisce all'accreditamento istituzionale, un processo attraverso il quale le strutture sanitarie ricevono il riconoscimento per aver soddisfatto gli standard nazionali o regionali. Questo tipo di accreditamento garantisce che l'istituzione sia qualificata per erogare servizi sanitari per conto del Servizio Sanitario Nazionale/regionale, assicurando così un alto livello di qualità e sicurezza per i pazienti.

8 di 61 Domande

Leggi attentamente l'affermazione riportata di seguito: "professionisti coordinatori in possesso del master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento rilasciato dall'universita' ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270". Indica di che cosa si tratta














La risposta corretta è la A
L'affermazione riportata si riferisce a un estratto della legge 42/2006. Questa legge disciplina il sistema di istruzione e formazione post-secondaria, comprendendo anche norme specifiche per i corsi di formazione e specializzazione, come quelli per professionisti che aspirano a ruoli di coordinamento nell'ambito management, in conformità con i decreti ministeriali citati. Essa inquadra l'iter formativo e le qualificazioni necessarie per assumere specifiche responsabilità professionali.

9 di 61 Domande

Un infermiere ti riferisce come lavora. Leggi attentamente la sua storia riportata di seguito: "Sono Infermiere della stroke unit e lavoro in questo modo: accolgo e accerto i bisogni dei pazienti affidati. Alle 7.00 inizio le terapie mentre l'OSS distribuisce la colazione ai 10 pazienti. Quindi, l'Oss assieme ad un suo collega, effettuano l'igiene dei pazienti mentre io procedo con il giro visita del medico." Identifica il modello organizzativo prevalente che l'infermiere adotta nella sua pratica:














La risposta corretta è la A
L'infermiere della stroke unit adotta il modello organizzativo prevalente per funzioni nella sua pratica. Questo significa che ogni membro dello staff ha compiti specifici e ben definiti, favorendo l'efficienza nel lavoro di squadra. Ad esempio, mentre l'OSS si occupa della distribuzione della colazione e dell'igiene dei pazienti, l'infermiere si focalizza sull'accoglienza, l'assessment dei bisogni dei pazienti, la somministrazione delle terapie e l'assistenza durante il giro medico. Questo modello permette una gestione ottimizzata delle responsabilità e garantisce che ogni aspetto dell'assistenza sia coperto da personale qualificato.

10 di 61 Domande

Quale tra le seguenti condizioni espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito. Nota: BMI (Body Mass Index)














La risposta corretta è la A
Un BMI di 15, associato a disidratazione, incontinenza e immobilità , espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito. Questo perché la combinazione di un indice di massa corporea molto basso e la disidratazione riduce ulteriormente il cuscinetto di tessuto protettivo tra la pelle e le ossa. L'incontinenza può peggiorare ulteriormente la situazione, danneggiando la pelle e rendendola più suscettibile a lesioni. L'immobilità impedisce la regolare distribuzione della pressione sul corpo, aumentando il rischio in aree specifiche.

11 di 61 Domande

Quale delle seguenti preparazioni farmacologiche non appartiene alla categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati.














La risposta corretta è la A
La preparazione farmacologica che non appartiene alla categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati è il Cloruro di sodio (NaCl) 0.9%. Questa soluzione, comunemente nota come soluzione salina normale, è isotonica, ovvero ha una concentrazione di soluti che equivale a quella dei fluidi corporei. È spesso usata per la reidratazione e la diluizione di altri farmaci per iniezione endovenosa. Le altre opzioni elencate rappresentano soluzioni più concentrate, adatte a situazioni specifiche dove è necessario un apporto maggiore di elettroliti.

12 di 61 Domande

Cosa si intende per guarigione per seconda intenzione delle ferite.














La risposta corretta è la A
La guarigione per seconda intenzione delle ferite inizia dal fondo della ferita, con formazione di tessuto di granulazione che sale verso l'alto fino a coprire la superficie. Questo processo avviene quando i bordi della ferita non sono stati uniti chirurgicamente (guarigione per prima intenzione) e il corpo deve riempire lo spazio con nuovo tessuto. È una modalità naturale di guarigione che può richiedere più tempo e può lasciare una cicatrice più evidente rispetto alla guarigione per prima intenzione.

13 di 61 Domande

In un paziente non cosciente se le vie aeree sembrano ostruite dopo il primo tentativo di ventilazione, il soccorritore deve:














La risposta corretta è la A
Nel trattare un paziente non cosciente con apparente ostruzione delle vie aeree dopo il primo tentativo di ventilazione, il soccorritore deve riposizionare il capo e tentare nuovamente di ventilare. Questa procedura mira a liberare le vie aeree per permettere l'aria di passare. Riposizionare la testa può includere manovre come l'inclinazione all'indietro del capo e sollevamento del mento, migliorando il passaggio dell'aria. Questo intervento si basa sull'idea che un corretto posizionamento del capo possa allineare meglio le vie respiratorie, rimuovendo ostacoli e consentendo una ventilazione efficace.

14 di 61 Domande

Quando si pianifica una sessione di educazione ad un paziente vi sono diversi fattori da considerare. La paziente ha 65 anni e verra' dimessa con ileostomia, il decorso post-intervento e' nella norma. Quale delle seguenti situazioni giudichi maggiormente appropriata.














La risposta corretta è la A
La situazione più appropriata per la pianificazione di una sessione di educazione al paziente di 65 anni, in via di dimissione con ileostomia e con un decorso post-intervento nella norma, è quella in cui l'assistita è sveglia da 2 ore, sono le 17:00, è in poltrona da 10 minuti. Inoltre, viene informato che la durata della sessione sarà di 20 minuti, la dimissione è programmata tra 2 giorni, e contemporaneamente è presente il marito. Questa configurazione assicura che il paziente sia abbastanza riposato e receptorio, mantenendo un'appropriata durata dell'insegnamento e la presenza di un supporto familiare, fattori che possono ottimizzare l'apprendimento e il coinvolgimento nelle cure post-dimissione.

15 di 61 Domande

Il Piano Sanitario Nazionale ha durata:














La risposta corretta è la A
Il Piano Sanitario Nazionale ha una durata triennale. Questo indica che il piano viene aggiornato o rinnovato ogni tre anni, consentendo di adeguare strategie e obiettivi alle esigenze sanitarie emergenti della popolazione e alle eventuali innovazioni nel campo medico e sanitario.

16 di 61 Domande

Qual e' di norma il primo segno di disidratazione nel paziente anziano














La risposta corretta è la A
Il primo segno di disidratazione nel paziente anziano è la secchezza della bocca. Questo sintomo evidenzia l'inizio della perdita di fluidi corporei essenziali. La disidratazione negli anziani può manifestarsi in modo diverso rispetto a soggetti più giovani, rendendo cruciale l'osservazione dei primi segni per prevenire complicanze.

17 di 61 Domande

All'interno della documentazione in uso nel reparto trovi la griglia riportata nell'Allegato n. 1. Si tratta di:














La risposta corretta è la A
Nella documentazione in uso nel reparto, la griglia riportata nell'Allegato n. 1 rappresenta la valutazione di un risultato dell'assistenza infermieristica secondo una specifica classificazione. Questa permette agli infermieri di valutare l’ esito delle cure prestate, secondo criteri prestabiliti, per misurare l'efficacia delle pratiche assistenziali applicate e adattare di conseguenza i piani di cura.

18 di 61 Domande

Indica quale delle seguenti descrizioni e' la piu' completa e corretta nel definire le caratteristiche della Lesione da Decubito (LdD) di 3° stadio.














La risposta corretta è la A
La Lesione da Decubito (LdD) di 3 ° stadio correttamente descritta presenta le seguenti caratteristiche: sede sacrale, dimensioni 20 mm x 35 mm, fondo di granulazione, essudato scarso, bordo arrossato, cute circostante macerata, assenza di fistole e segni di infezione, e non è maleodorante. Si tratta di una ferita a tutto spessore che comporta danno o necrosi del tessuto sottocutaneo estendendosi fino alla fascia muscolare senza attraversarla, manifestandosi come una profonda cavità . La descrizione esatta enfatizza l'importanza di tutti i dettagli nella valutazione delle lesioni da decubito, inclusa la dimensione, la condizione del bordo, e l'assenza di complicazioni più gravi come fistole o infezioni, riflettendo il grado di estensione del danno tissutale.

19 di 61 Domande

Nella fase di accertamento infermieristico al paziente che all'atto del ricovero o della presa in carico e' valutato come potenzialmente disfagico, si applica lo screening della deglutizione. Per la valutazione della deglutizione si somministrano piccole quantita' di acqua gel. In seguito, si riscontra nel paziente l'alterazione della qualita' della voce e la comparsa di tosse. Quale dei seguenti interventi risulta piu' adeguato.














La risposta corretta è la A
Nel caso di un paziente valutato come potenzialmente disfagico, a cui segue l'alterazione della qualità della voce e la comparsa di tosse dopo la somministrazione di piccole quantità di acqua gel, l'intervento più adeguato è di non somministrare nulla per bocca e richiedere il consulto del medico per valutare la necessità di supporto nutrizionale artificiale. Questa decisione è fondamentale per prevenire ulteriori rischi come l'aspirazione e garantire la sicurezza del paziente, considerando le difficoltà di deglutizione che potrebbero comportare rischi maggiori come la polmonite ab ingestis.

20 di 61 Domande

Se utilizzo l'operatore booleano OR nel seguente modo "lesione OR ferita" ottengo:














La risposta corretta è la A
Utilizzando l'operatore booleano OR nel modo "lesione OR ferita", si ottiene una lista di pagine che possono contenere la parola "lesione", la parola "ferita", o entrambe le parole. Ciò amplia i risultati di ricerca, includendo ogni documento o pagina web dove almeno uno dei termini compare, a differenza degli operatori booleani più restrittivi che limitano i risultati a documenti contenenti contemporaneamente tutte le parole chiave specificate.

21 di 61 Domande

In presenza di persona con ipoglicemia grave con perdita di conoscenza, quale dei seguenti farmaci prepari perché con ogni probabilita' verra' prescritto.














La risposta corretta è la A
In presenza di ipoglicemia grave con perdita di conoscenza, il Glucagone per via intramuscolare è quello che molto probabilmente verrà prescritto. Il glucagone agisce accelerando il rilascio di glucosio dal fegato nel sangue, facendo così aumentare rapidamente la glicemia. Questo effetto lo rende particolarmente adatto per trattare episodi severi di ipoglicemia, specialmente quando l'individuo non è in grado di assumere zuccheri per via orale a causa della perdita di coscienza. Il glucagone può quindi essere somministrato da qualcuno vicino alla persona in difficoltà fino all'arrivo dell'assistenza medica, fornendo un intervento tempestivo vitale.

22 di 61 Domande

Nell'ambito di misure di valutazione della qualita', il confronto tra gli obiettivi prestabiliti e i risultati effettivamente raggiunti esprime:














La risposta corretta è la A
Nell'ambito delle misure di valutazione della qualità , il confronto tra gli obiettivi prestabiliti e i risultati effettivamente raggiunti esprime l'efficacia. Questo perché l'efficacia misura quanto le azioni intraprese raggiungano gli obiettivi prefissati indipendentemente dalle risorse impiegate. In altre parole, valuta se ciò che è stato pianificato ha avuto successo nel conseguire i risultati attesi. Questo parametro è cruciale per comprendere l'impatto delle strategie o delle politiche implementate in qualsiasi ambito, inclusi quelli aziendali, sanitari, educativi, ecc., permettendo così una valutazione diretta dell'ottenimento degli obiettivi.

23 di 61 Domande

La formulazione completa della diagnosi infermieristica comprende














La risposta corretta è la A
La formulazione completa della diagnosi infermieristica include il titolo diagnostico, il fattore correlato e le caratteristiche definenti. Questi elementi consentono un'accurata identificazione delle condizioni del paziente, facilitando l'intervento infermieristico mirato. Il titolo diagnostico identifica la condizione o il bisogno di salute; il fattore correlato specifica le circostanze o i contesti che contribuiscono alla comparsa o all'esacerbazione della condizione; le caratteristiche definenti sono i sintomi o i segni che supportano il ragionamento diagnostico. Questa approccio multidimensionale è fondamentale per una cura efficace ed efficiente.

24 di 61 Domande

Leggi attentamente la situazione assistenziale riportata di seguito "Il paziente ha una dipendenza totale nelle Activities of Daily Living (ADL); i parametri vitali sono buoni. E' in fase di dimissione e presso il suo domicilio e' previsto il mantenimento dell'ossigeno terapia con occhialini (e bombola)" In base ai dati che disponi














La risposta corretta è la A
In base alla situazione descritta, l'igiene a letto può essere correttamente attribuita all'OSS. L'OSS, ovvero l'Operatore Socio-Sanitario, ha tra le sue competenze la cura dell'igiene e del comfort del paziente, comprese le persone che dipendono totalmente nelle attività quotidiane. Questa figura professionale è adeguatamente formata per gestire l'igiene a letto di un paziente che ha una dipendenza totale nelle ADL e che necessita di ossigenoterapia a domicilio, rispettando le sue necessità e mantenendo i parametri vitali stabili. Questo intervento non necessita obbligatoriamente della presenza dell'infermiere, a meno che non ci siano specifiche procedure mediche da eseguire contemporaneamente all'igiene.

25 di 61 Domande

Quale norma, tra quelle indicate di seguito, attribuisce valore giuridico al Codice Deontologico














La risposta corretta è la A
La norma che attribuisce valore giuridico al Codice Deontologico è la Legge 42/99. Questa specifica che il Codice Deontologico non è soltanto una guida etica per i professionisti, ma ha anche un valore giuridico, il che significa che le sue disposizioni sono vincolanti sotto l'aspetto legale per gli appartenenti alla professione oggetto del Codice stesso.

26 di 61 Domande

Indica i segni e sintomi piu' corretti da valutare nella fase di accertamento in un paziente affetto da cirrosi epatica scompensata.














La risposta corretta è la A
Nella fase di accertamento di un paziente con cirrosi epatica scompensata, è importante valutare l'aspetto cognitivo, la presenza di edemi declivi, ascite, emorragie come ematemesi o melena, lo stato della cute (ittero, poliangectasie) e il livello di compromissione del sistema nervoso centralen (tremori). Questi sintomi sono indicativi dell'avanzamento della cirrosi verso una condizione di scompenso, caratterizzata da un deterioramento multisistemico, dove il fegato non è più in grado di svolgere le sue funzioni normalmente. La valutazione accurata di questi segni e sintomi è essenziale per stabilire il grado di scompenso e pianificare un adeguato intervento clinico.

27 di 61 Domande

La segnalazione degli eventi avversi (Incident Reporting) prevede l'indicazione dei fattori che possono aver contribuito all'evento. Quale gruppo di fattori e' il piu' corretto.














La risposta corretta è la A
La segnalazione degli eventi avversi include la mancata adesione del paziente al progetto terapeutico, le inadeguate conoscenze del personale e l'inadeguato funzionamento delle attrezzature come fattori contribuenti. Questi elementi sono cruciali per identificare le aree di miglioramento nella gestione del paziente e nella sicurezza delle cure. La mancata adesione può derivare da una comunicazione inadeguata o da una scarsa comprensione del trattamento da parte del paziente. Le conoscenze inadeguate del personale riguardano la necessità di una formazione continua sulle migliori pratiche di cura. Infine, l'inadeguato funzionamento delle attrezzature può compromettere la qualità del trattamento e la sicurezza del paziente. Questi fattori hanno un impatto diretto sulla gestione degli eventi avversi e suggeriscono l'importanza di interventi mirati per prevenirli.

28 di 61 Domande

Viene ricoverato dal pronto soccorso un paziente con questo inquadramento clinico: paziente maschio di 18 anni, presente sudorazione, tremore, palpitazioni, debolezza generale, glicemia 65 mg/dl, riferisce nelle ultime due settimane polidipsia e poliuria, aumento dell'appetito e perdita di peso > 20% negli ultimi 2 mesi. Quale potrebbe essere il sospetto diagnostico














La risposta corretta è la A
Il paziente di 18 anni con sintomi come sudorazione, tremore, palpitazioni, debolezza generale, glicemia a 65 mg/dl e segnali di polidipsia, poliuria, aumento dell'appetito e significativa perdita di peso suggerisce un sospetto diagnostico di Diabete tipo I. Il Diabete tipo I è una condizione autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta del pancreas, portando a una mancanza di insulina. Ciò causa l'incapacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue. I sintomi includono aumento della fame e della sete, frequente minzione, perdita di peso nonostante l'aumento dell'appetito, affaticamento e visione sfocata.

29 di 61 Domande

Quale tra questi non e' un parametro incluso nella Glasgow Coma Scale














La risposta corretta è la A
La Glasgow Coma Scale non include la termoregolazione tra i suoi parametri. Questa scala valuta lo stato di coscienza in base alla risposta verbale, all'apertura degli occhi e alla risposta motoria del paziente, essendo un metodo standardizzato e affidabile per quantificare il livello di coscienza, soprattutto dopo un trauma cranico o in casi di coma. La termoregolazione, essendo il processo con cui il corpo mantiene la sua temperatura interna, non rientra tra gli aspetti direttamente valutati dalla scala.

30 di 61 Domande

Sei un infermiere di una struttura residenziale. Insieme al gruppo infermieristico, vuoi progettare uno strumento di monitoraggio della disidratazione negli anziani da attivare nel periodo estivo. Vuoi individuare in letteratura i segni/sintomi maggiormente predittivi di disidratazione. Quale tra i seguenti quesiti riflette correttamente la metodologia PICO/PIO per ricercare la letteratura su MedLine?














La risposta corretta è la A
Il quesito corretto per trovare in letteratura i segni/sintomi maggiormente predittivi di disidratazione negli anziani istituzionalizzati è : "Nella popolazione anziana istituzionalizzata, quali sono i segni/sintomi predittivi di disidratazione?". Questa domanda rispecchia la metodologia PICO/PIO, essenziale per la ricerca e la revisione sistematica in ambito sanitario, soprattutto per individuare evidenze basate sull'osservazione diretta dei pazienti. Indagare i segni e sintomi specifici aiuta a concepire strumenti di monitoraggio mirati ed efficaci, contribuendo a un intervento precoce e, di conseguenza, a migliori outcome per la salute degli anziani durante i mesi estivi, quando il rischio di disidratazione è maggiormente elevato a causa delle alte temperature.

31 di 61 Domande

Una signora affetta da neoplasia mammaria in stadio avanzato trattata con polichemioterapia giunge nel dipartimento oncologico per la sua prima seduta di radioterapia. Mentre la prepari per la terapia, la signora afferma "sono cosi' scoraggiata ." e inizia a piangere. Quale frase tra le seguenti contiene una tecnica della relazione di aiuto:














La risposta corretta è la A
La risposta alla domanda è : "È difficile affrontare la diagnosi e il trattamento...". Questa frase rappresenta una tecnica della relazione di aiuto perché valida i sentimenti del paziente senza offrire false rassicurazioni, riconoscendo la difficoltà del momento attraverso l'empatia e l'ascolto attivo. È importante per i professionisti della salute comunicare con sensibilità e supporto, specie in contesti emotivamente carichi come quello oncologico. La frase selezionata aiuta a creare un ambiente di fiducia e apertura, dove il paziente può sentirsi ascoltato e supportato nel suo percorso.

32 di 61 Domande

Lavori da 3 anni in urologia, rimuovi il catetere ad un paziente, e' rimasto in sede 10 giorni, gli fornisci un pappagallo chiedendogli di farti sapere quando urina. Dopo 6 ore ha urinato 100 ml e le urine sono giallo chiaro.














La risposta corretta è la A
Hai rimosso il catetere a un paziente che lo ha avuto in sede per 10 giorni, e dopo 6 ore ha urinato soltanto 100 ml con urine di colore giallo chiaro. Questo suggerisce che il volume di urina prodotto non è sufficiente, indicando una possibile ritenzione urinaria. È quindi consigliabile valutare il volume residuo attraverso una cateterizzazione intermittente. Questa manovra è importante per verificare la quantità di urina residua nella vescica e prevenire le complicazioni derivanti dalla ritenzione urinaria, come infezioni o danni alla vescica.

33 di 61 Domande

Ti trovi al domicilio di un paziente preso in carico dall'assistenza distrettuale e devi infondere una fleboclisi di 500 ml alla velocita' di 30 ml/ora. Non hai una pompa infusionale ma possiedi un deflussore con tali caratteristiche: 20 gocce = 1 ml. Quante gocce/minuto regoli il deflussore:














La risposta corretta è la A
Per infondere 500 ml di fleboclisi alla velocità di 30 ml/ora con un deflussore che eroga 20 gocce per 1 ml, si regola il deflussore a 10 gocce al minuto. Calcolando, 30 ml equivalgono a 600 gocce (dato che 20 gocce = 1 ml), quindi in un'ora (60 minuti) si necessitano 600 gocce, che diviso per 60 minuti dà 10 gocce al minuto. Questa procedura è essenziale nell’ assistenza infermieristica per garantire la corretta velocità di infusione senza l'uso di una pompa infusionale.

34 di 61 Domande

Una paziente seguita a domicilio ha in corso una terapia continuativa con dei corticosteroidei somministrati per via inalatoria. Qual e' un possibile effetto collaterale della terapia assunta














La risposta corretta è la A
La paziente che segue una terapia con corticosteroidi inalatori può sviluppare candidosi orale come effetto collaterale. Gli steroidi inalatori possono infatti alterare la flora microbica locale della bocca, favorisce ndo la crescita eccessiva di Candida, un fungo che normalmente vive nel corpo in quantità equilibrate. L'ambiente umido e caldo della bocca costituisce un terreno fertile per la sua proliferazione, specialmente quando la flora protettiva è compromessa dall'uso di corticosteroidi. La candidosi orale si manifesta con la comparsa di placche biancastre dolorose sulla mucosa orale e sulla lingua.

35 di 61 Domande

Se "ipotizziamo che la percezione del dolore varia al variare del livello di ansia" possiamo definire:














La risposta corretta è la A
Se ipotizziamo che la percezione del dolore varia al variare del livello di ansia, possiamo definire il dolore come variabile dipendente e l'ansia come variabile indipendente. Questo perché l’ ansia, agendo come fattore che determina il cambiamento, è la variabile controllata o manipolata nella relazione, mentre il dolore, la cui intensità o percezione cambia in risposta ai livelli di ansia, è la variabile che si misura e quindi dipende dallo stato di ansia. In questo caso, l'ansia influisce direttamente sulla percezione del dolore, suggerendo che un aumento dell'ansia potrebbe intensificare la percezione del dolore stesso.

36 di 61 Domande

Sei un infermiere della medicina e gestisci un gruppo di 8 pazienti. Stai predisponendo il necessario per la somministrazione della terapia infusionale e ti accorgi che hai a disposizione diversi dispositivi per la somministrazione della terapia iniettiva, ma una sola pompa d'infusione. Per quale, tra le seguenti soluzioni che devi avviare, impiegheresti la pompa volumetrica?














La risposta corretta è la A
La pompa volumetrica sarebbe impiegata per la somministrazione di Dobutamina 250 mg in 250 ml di soluzione fisiologica da Catetere Venoso Periferico. La Dobutamina è utilizzata in ambito ospedaliero per il trattamento delle situazioni di insufficienza cardiaca acuta, in cui è necessaria un'accurata gestione della dose somministrata per ottenere l'effetto desiderato senza causare effetti indesiderati. La precisione nella somministrazione è cruciale, data l'azione diretta del farmaco sul miglioramento della contrattilità cardiaca. La pompa volumetrica permette di garantire questa precisione, somministrando la soluzione a un ritmo costante e controllato.

37 di 61 Domande

Ti trovi in una degenza medica. Identifica quale dei seguenti gruppi di interventi descrive la corretta sequenza degli interventi assistenziali da garantire ad un paziente con i sintomi di angina pectoris. Il paziente e' un maschio di 50 anni, ricoverato per accertamenti a causa del diabete scompensato. Il dolore retro sternale e' insorto da circa 5 minuti dopo il pranzo. I sintomi sono: nausea, sudorazione, dispnea, ansia/paura, variazione parametri vitali (tachicardia 110, ipertensione 160/110).














La risposta corretta è la A
La corretta sequenza degli interventi assistenziali per un paziente di 50 anni con sintomi di angina pectoris è : tenere il paziente a riposo in posizione semiseduta, informare e tranquillizzare il paziente, garantire un accesso venoso sicuro, effettuare un ECG a 12 derivazioni e farlo leggere prontamente, monitorare i parametri vitali, somministrare la terapia urgente prescritta, valutare e documentare il dolore, sorvegliare il paziente, e informare e tranquillizzare i familiari. Questi passaggi garantiscono un'assistenza accurata e tempestiva, riducendo il rischio di complicazioni e migliorando l'outcome del paziente. La sequenza proposta assicura che le esigenze fisiche e emotive del paziente siano soddisfatte ottimizzando la gestione dell'episodio acuto di angina.

38 di 61 Domande

Devi esprimere l'incidenza delle Lesioni da Decubito (LdD) ospedaliere. Quale delle seguenti e' la formula corretta.














La risposta corretta è la A
L'incidenza delle Lesioni da Decubito (LdD) ospedaliere si esprime correttamente tramite la formula: Numero di nuove LdD / totale giornate di degenza x 1000. Questo calcolo fornisce una misura standardizzata che permette di valutare quante lesioni da decubito emergono per migliaio di giorni di degenza, consentendo un confronto equo tra strutture con differenti volumi di pazienti o periodi di degenza.

39 di 61 Domande

Ti avvicini ad una infermiera che sta realizzando un accertamento con lo strumento riportato nell'Allegato n. 3. Quale scala e/o indice sta utilizzando la collega














La risposta corretta è la A
L'infermiera sta utilizzando la scala Conley per l'accertamento. Questo strumento viene impiegato per valutare il rischio di cadute nei pazienti ospedalizzati, in particolare, mira a individuare quei fattori che potrebbero aumentare la probabilità di incidenti, consentendo al personale sanitario di adottare precauzioni specifiche. La scala di Conley considera vari aspetti, tra cui la mobilità del paziente, la presenza di vertigini o altri fattori che possono influenzare l'equilibrio.

40 di 61 Domande

Quale tra quelle indicate non e' una raccomandazione di buona pratica per la corretta gestione del drenaggio chirurgico














La risposta corretta è la A
Sono tutte considerate raccomandazioni di buona pratica assistenziale. Questa risposta implica che tutte le azioni menzionate sono parte delle procedure standard nella gestione dei drenaggi chirurgici, assicurando la sicurezza e l'efficacia del loro uso. Le pratiche includono il controllo delle clamp e delle valvole, il mantenimento del circuito chiuso, l'aderenza alle indicazioni chirurgiche per il tipo di drenaggio, e la comunicazione con il chirurgo in caso di cambiamenti nel drenato. Queste misure sono fondamentali per prevenire infezioni e garantire un corretto funzionamento del drenaggio.

41 di 61 Domande

Devi monitorare il Body Mass Index (BMI). Quale delle seguenti formule e' quella corretta














La risposta corretta è la A
Per monitorare il Body Mass Index (BMI), nessuna delle formule proposte è corretta. La formula corretta per calcolare il BMI è peso (in kg) diviso altezza al quadrato (in metri). Le opzioni date modificano impropriamente questa formula standard, suggerendo calcoli non validi per ottenere il BMI, che è un indicatore utilizzato per valutare la corporeità di una persona.

42 di 61 Domande

Se ci riferiamo ad una delle piu' conosciute classificazioni, il tempo di risposta dell'operatore ai sistemi di chiamata degli assistiti e' un esempio di indicatore:














La risposta corretta è la A
Il tempo di risposta dell'operatore ai sistemi di chiamata degli assistiti è un indicatore di processo. Questi indicatori valutano le modalità operative attraverso cui viene erogata l'assistenza sanitaria, misurando in questo caso la prontezza e l'efficienza del personale nel rispondere alle chiamate dei pazienti, aspetto cruciale per garantire una tempestiva assistenza.

43 di 61 Domande

Il protocollo per la somministrazione di eparina prevede l'infusione di una soluzione con concentrazione pari a 50.000 Unita' / 50 ml. Se la velocita' di infusione della soluzione e' di 2 ml/ora, quante unita' di eparina sono state somministrate dopo 10 ore.














La risposta corretta è la A
Per l'infusione di eparina a una concentrazione di 50.000 Unità /50 ml, quando la velocità è di 2 ml/ora, dopo 10 ore sono somministrate 20.000 Unità . Questo calcolo si basa sulla proporzione: se 50 ml corrispondono a 50.000 Unità , allora somministrando 20 ml nel corso di 10 ore (2 ml/ora x 10 ore), si somministrano 20.000 Unità dell'eparina, seguendo la regola di tre semplice. Questo dosaggio è cruciale per garantire un trattamento efficace e sicuro, evitando sovra o sotto-dosaggi. L'eparina è un anticoagulante utilizzato per prevenire e trattare la formazione di coaguli di sangue.

44 di 61 Domande

Nel tracciato elettrocardiografico riportato nell'Allegato n. 4 l'onda P rappresenta:














La risposta corretta è la A
Nel tracciato elettrocardiografico riportato, l'onda P rappresenta la depolarizzazione del miocardio atriale. L'onda P è indice della fase iniziale del battito cardiaco, durante la quale gli atri (le camere superiori del cuore) si contraggono per pompare il sangue nelle camere inferiori, i ventricoli. Questo è un processo cruciale nella generazione di un battito cardiaco efficace, poiché prepara il cuore a pompare il sangue in tutto il corpo. La depolarizzazione atriale innesca la sequenza di eventi che porta alla contrazione cardiaca, essenziale per il mantenimento della circolazione sanguigna.

45 di 61 Domande

Analizza l'affermazione riportata di seguito "La signora Pascoli deambulera' autonomamente entro 3 giorni successivi all'intervento di resezione gastrica" Si tratta di














La risposta corretta è la A
L'affermazione "La signora Pascoli deambulerà autonomamente entro 3 giorni successivi all'intervento di resezione gastrica" si configura come un obiettivo specifico delineato dagli infermieri nel piano personalizzato per la signora Pascoli. Questo obiettivo si concentra sul recupero dell'autonomia di movimento post-chirurgico, essenziale per la riabilitazione e il ritorno alla normalità della paziente. La personalizzazione dell'obiettivo riflette un'attenzione individuale alle esigenze della signora Pascoli, pianificando le cure in modo che siano dirette a favorire una pronta ripresa fisica.

46 di 61 Domande

Quale tra questi processi costituisce la causa di danno piu' frequente nei pazienti ospedalizzati














La risposta corretta è la A
Le terapie farmacologiche rappresentano la causa di danno più frequente nei pazienti ospedalizzati. Questo perché , nonostante vengano applicate con l'obiettivo di curare o migliorare una condizione medica, possono avere effetti indesiderati o interagire negativamente con altri farmaci o condizioni esistenti nel paziente. La gestione e somministrazione dei farmaci richiede un'attenzione particolare per minimizzare rischi e complicazioni.

47 di 61 Domande

Durante la sorveglianza notturna in una residenza per anziani non autosufficienti, riscontri la caduta di un paziente, quali sono le fasi cronologicamente piu' corrette per la gestione dell'evento.














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda su come gestire la caduta di un paziente durante la sorveglianza notturna in una residenza per anziani non autosufficienti è : soccorrere il paziente, allertare il medico, avvisare i familiari, documentare l'evento in cartella clinica e con scheda incident reporting. La priorità è sempre quella di garantire la sicurezza immediata del paziente, per cui soccorrerlo è il primo passo. Informare il team medico permette una valutazione professionale dello stato di salute del paziente. Avvisare i familiari è importante per trasparenza e partecipazione alla cura. Infine, la documentazione assicura una traccia ufficiale dell'accaduto per monitorare possibili sviluppi futuri e implementare misure preventive. Questa procedura garantisce un approccio olistico e responsabile nei confronti dell'incidente.

48 di 61 Domande

Quali tra i seguenti segni e sintomi sono altamente predittivi in un episodio di ematemesi














La risposta corretta è la A
Un episodio di ematemesi è altamente predittivo quando si verifica un pallore, ipotensione e la fuoriuscita di sangue color rosso scuro dalla bocca. Questi segni indicano una probabile perdita di sangue significativa dal tratto gastrointestinale superiore, come può avvenire in caso di ulcere gastriche o esofagee, varici esofagee o erosioni. Il sangue rosso scuro indica che il sangue ha avuto tempo di ossidarsi nel tratto digestivo prima di essere vomitato, contrariamente al sangue rosso vivo che suggerirebbe una sorgente di sanguinamento più vicina all'uscita.

49 di 61 Domande

Nella farmacia e nelle strutture autorizzate, le soluzioni elettrolitiche concentrate per uso endovenoso devono essere conservate separate da altri farmaci, in armadi ove possibile chiusi ed in contenitori separati. Quale dei seguenti farmaci va conservato in contenitori con contrassegno: "diluire prima della somministrazione, mortale se infuso non diluito".














La risposta corretta è la A
Nelle farmacie e strutture autorizzate, il Fosfato di potassio concentrato (K3PO4) a 2 mEq/ml in fiale da 10 ml va conservato in contenitori con l'indicazione "diluire prima della somministrazione, mortale se infuso non diluito". Questa precauzione è necessaria poiché soluzioni concentrate di elettroliti, come il fosfato di potassio ad alta concentrazione, possono causare danni gravi se somministrate endovena senza adeguata diluizione, inclusi rischi di tossicità cardiaca. La gestione attenta di questi farmaci è vitale per evitare complicazioni letali.

50 di 61 Domande

Leggi la griglia riportata nell'Allegato n. 5. Si tratta di














La risposta corretta è la A
La domanda si riferisce alla lettura di una griglia riportata in un specifico Allegato n. 5, identificandola come uno strumento per osservare le abilità tecniche di un paziente. Questo si traduce nell'utilizzo dell'allegato come mezzo per analizzare e valutare le capacità tecniche e pratiche dei pazienti, forse in un contesto di riabilitazione o valutazione medico-clinica. Gli altri usi proposti nelle risposte errate non sono pertinenti in questo contesto, poiché si concentrano su valutazioni destinate agli operatori o su processi di apprendimento, anziché sull'osservazione diretta delle competenze tecniche del paziente. Questo tipo di strumento aiuta a delineare un percorso terapeutico o di intervento personalizzato seguendo le specifiche necessità tecniche osservate nel paziente.

51 di 61 Domande

Quale tra le seguenti condizioni espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito. Nota: BMI = Body Mass Index














La risposta corretta è la A
La condizione che espone maggiormente un paziente allo sviluppo di Lesioni da Decubito è quella caratterizzata da un BMI di 14, disidratazione, incontinenza e immobilità . Un basso BMI indica un'insufficiente massa corporea che può ridurre il cuscinetto tra ossa e letto, la disidratazione riduce l'elasticità e la resistenza della pelle, l'incontinenza può irritare la pelle e renderla più suscettibile a lesioni mentre l'immobilità incrementa la pressione su determinate zone del corpo. Questi fattori combinati creano un ambiente ideale per lo sviluppo di lesioni da decubito.

52 di 61 Domande

Quali, tra quelli indicati, sono i segni e i sintomi che potrebbero insorgere in caso di reazione da emotrasfusione?














La risposta corretta è la A
In caso di reazione da emotrasfusione si possono manifestare segni e sintomi quali brivido, febbre, tachicardia, cefalea, dispnea, severa crisi respiratoria, ipotensione, collasso cardiovascolare, dolore oppressivo al torace, vomito, diarrea, orticaria. Questi sintomi sono indicativi di una reazione avversa all'emotrasfusione, che può variare da lieve a severa e richiede attenzione immediata per prevenire complicazioni maggiori.

53 di 61 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


54 di 61 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


55 di 61 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


56 di 61 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


57 di 61 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


58 di 61 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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